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Autore: weasleywalrus93    28/09/2012    7 recensioni
Cosa può succedere se la Liverpool del 1958 e la Liverpool a noi contemporanea venissero a contatto tramite due ragazzi? Di uno il mondo conosce il suo nome, la sua vita e i suoi ideali. Dell'altra invece il mondo non fa nemmeno caso, mettendola in disparte e oscurando ciò che potrebbe offrire al mondo. Ma dall'esterno non si può sapere quanto una persona, anche la più famosa, può venire influenzata da qualcuno che il mondo nemmeno vede.
(mia primissima FF... mi sono letteralmente buttata a scrivere)
Genere: Fluff, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: John Lennon , Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I wanna be your lover baby,
I wanna be your man.
Love you like no other baby,
like no other can
{I wanna be your man}


Liverpool, 15 Giugno 1958/2012.

Era vero che era cambiato tutto dagli anni '50 al nuovo millennio. Anche se non era cambiato proprio tutto. Era rimasta la cosa più pallosa, inutile, incocludente e scassacoglioni che potesse esistere, e non mi riferisco alla musica-spazzatura. Gli esami di fine anno della scuola inglese li avrei propinati all'intera Camera dei Lords alla fine di ogni mese. Io e John ci ritrovavamo quasi ogni giorno (causa prove Quarrymen) seduti o sdraiati sul parquet e ripetere le cose. Per meglio dire, lui diceva cazzate a non finire e io cercavo di infilargli in testa qualcosa che non avesse a che fare con Elvis, i Quarrymen, Elvis, il suo imminente successo, Elvis, la barista con la quinta di reggiseno del Casbah, Elvis, Cynthia, Elvis, e tutto ciò che avesse in qualche modo a che fare con il sesso e con Elvis.

Non avevo idea di come facesse a sopportarmi tutti i giorni con le minchiate che sparavo. Lei pazientemente prendeva i miei libri e cercava di rendermi tutto più facile, compito assai difficile in quanto non riuscivo a restare per più di cinque minuti senza ridere. Restava li, decisa a non muoversi fin quando non avessi saputo mettere due parole in croce. C'era riuscita con letteratura, storia e storia dell'arte. Ma non ci sarebbe mai riuscita con l'algebra. Due mondi diametralmente opposti.

-Per l'ennesima volta Lennon... Cos'è il seno?-

-Quello che hai tu ma che io non ho-

-Intendo di un angolo-

-E' quella cosa che arriva fino a quell'altra cosa e non so a che serve-

-Ma se te l'ho detto appena un attimo fa!-

-Allora ripetilo-

-Te lo scordi! Mi stai facendo venire il mal di gola a furia di ripeterti le cose... -

-Tanto tu non devi cantare...-

-Che merda di scusa. Ma tanto è inutile...-

-Cosa è inutile?-

-Continuare a cercare di inculcarti qualcosa in quella scatola cranica disabitata-

-Fammi sentire se la tua è abitata allora!-

Come un lampo si inginocchiò vicino a me, afferrò la mia testa con una mano e con l'altra picchiettò forte sulla fronte.

-EHI! C'E' NESSUNO?-

-Cazzo Lennon fai male! E non sono sorda ancora!-

Mi spinse leggermente le spalle, facendomi ritrovare a terra. Non avevo idea se mi faceva ridere di più la mia azione di prima o la faccia che aveva fatto quando le picchiettai la fronte a pugno chiuso. Però ridevamo. E anche tanto. Ridevamo per mezz'ora, un'ora, o l'intero pomeriggio. Nessuno si accorgeva del tempo che passava, finchè il grande orologio appeso alla parete di fronte non ci riportasse alla realtà.

Mi sarebbe piaciuto restare giornate intere in sua compagnia a ridere e scherzare, ma purtroppo gli obblighi non erano di certo nostri complici. Mi sistemai di nuovo con la schiena appoggiata al muro, a rivedere quegli esercizi che secondo chissà chi ci avrebbero permesso un futuro. Ironico parlare di un futuro tra due persone quando una dell'altra sa già tutto. Anche quando morirà e come. Sentii una strana fitta alla bocca dello stomaco. Avrei voluto urlarglielo di non uscire di casa l'8 dicembre del 1980, ma se dentro urlavo, fuori ero impassibile. Imposi a me stessa di mantenere la calma e di non lasciar trasparire alcuna emozione.

Approfittavo di qualsiasi momento per restare con lei, anche con la scusa più banale. Le poggiai la testa sulla spalla e poco dopo sentii il peso della sua testa sulla mia. Venni invaso dal suo profumo. Senza che me ne accorgessi, avevo già il sapore del suo collo sulle labbra.

Fui colta di sorpresa. Non sapevo cosa fare.
"Non è ciò che volevi? Lui è stato più veloce a fare il primo passo!"
Sentivo la sua bocca vorace sul mio collo. Ero come pietrificata li. Non riuscivo nemmeno a pensare. Restare o scappare via? Mentre dentro di me avveniva questo scontro titanico, me lo ritrovai di sopra. Tornai con i piedi per terra quando sentì le sue mani cingere i miei fianchi. Sentivo la sua bocca sotto l'orecchio, che continuava la sua ascesa verso il mio viso. Riacquistai il controllo del mio corpo quando sentii le sue mani arrivare all'altezza dei miei seni e stringerli in un modo che non mi piacque affatto.

-Cazzo Lennon lasciami!-

Le sue braccia su di me. La schiena contro il pavimento. Un tonfo. Sentii un bozzo crescere nel punto in cui avevo battuto la testa contro il parquet. Portai una mano alla testa dolorante, mentre la vista ritornava chiara e nitida. Era in piedi di fronte a me. Per la prima volta la vedevo arrabbiata. Respirava affannosamente, e negli occhi si leggeva paura e rabbia.

-Ma che cazzo ti prende Lennon? Non sono la tua bambola gonfiabile!-

Stavo tremando. Tremava il mio corpo, tremava la mia voce. La rabbia che ruggiva dentro. Rabbia per come mi aveva trattata. Come se fossi un giocattolo da usare una volta e poi gettare via. Mi sentivo... sporca.

-Pensavi fossi come tutte le altre, pronte a tutto pur di scoparti? Non mi toccare!-

Avevo cercato di afferrarle una gamba per trattenerla, fare in modo che non mi sfuggisse dalle mani, ma aveva indietreggiato con disgusto.
Tu non sei le altre cazzo! Perchè ancora non l'hai capito?
Volevo dirglierlo, urlarlo. Ma riuscivo soltanto a fissare impotente quegli occhi carichi di rancore verso di me. Di scatto prese il suo zaino dal pavimento insieme ai libri e uscì di corsa, sparendo dalla mia vista, lasciandomi da solo mentre il mio senso di colpa mi consumava lentamente.






Spazio autrice.
Rieccomi con il nuovo capitolo :) intanto voglio ringraziare ci ha recensito ultimamente la storia. non credo di meritarmi tutti questi complimenti ^^" ma vabbè me li fate e io li accetto :) *m'hai descritto come un maniaco sessuale scrittorucola da strapazzo!* tu sei un maniaco sessuale caro il mio Lennon! tralasciando... questo è il primo di una serie di colpi di scena che ho voluto inserire nella mia storia :) spero non l'abbiate a male :) "le lanciano i pomodori" >.< ps. scusate per la cortezza di questo capitolo ^^" ma mi è uscito così :)
  
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