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Autore: LadySherry    29/09/2012    3 recensioni
Era disarmante il modo in cui i suoi occhi sapevano imbarazzarla al punto da non riuscire più a pensare a niente, tranne a quanto fosse meraviglioso stare con lui.
Tom era capace di rendere un “vai a farti fottere” detto col sorriso una vera e propria dichiarazione d'amore. Non importava il contenuto dei suoi discorsi, il tono di voce era così suadente da far cadere chiunque in trappola.
Gli mise una mano sul fianco e si alzò in punta di piedi per lasciargli un piccolo bacio a fior di labbra.
«Buongiorno » disse poi, sorridendo.
«Ciao, piccola» sussurrò Tom.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Tom Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ten.

 

Nella serietà non puoi mai essere libero;
nella serietà sarai sempre perseguitato dall'ansia;
nella serietà hai sempre paura che qualcosa possa andare storto.
Con me niente può andare storto perché non c'è niente che sia dritto.
Se c'è qualcosa di dritto, allora qualcosa può andare storto;
se non c'è niente di dritto, niente può andare storto.
Questo è il significato del concetto orientale di "leela", gioco.
Sei stato un po' troppo serio di recente,
seriamente... è tempo di lasciar perdere!
Fatti una bella risata e metti da parte i tuoi bei piani.
Davvero non ne hai bisogno.
Ciò che dovrà accadere accadrà e tu hai una scelta:
andarci insieme o andarci contro.”

(Osho)

 

 

«Se avrai bisogno di una guida spirituale, quando tra dieci, quindici mesi sarai sommerso dai tuoi problemi, farai bene a chiamare il Dalai Lama per un colloquio, perchè onestamente, e qui lo sottolineo, non ho intenzione di impazzire al posto tuo!».

Bill se ne stava sul divano della casa di Andreas con un fratello di fronte piuttosto nervoso, in preda a una delle sue crisi pre-Leila, come le chiamava lui. In fin dei conti, era davvero stanco di sentire il fratello lamentarsi ogni volta che dovevano partire. Erano passati due giorni dal loro arrivo e sarebbero ripartiti il pomeriggio seguente. Comprendeva perfettamente le sue ansie, perchè un po' iniziava a sentirle sue per via di Erika, ma stava veramente esagerando.

«Non ci credo! Mi abbandoni così! Andreas, almeno tu!» sbottò il rasta, buttandosi a peso morto sulla poltrona.

Andreas sospirò pesantemente, guardandolo. «Amico, la Diva qui ha ragione. Smettila di farti questi problemi, sembri una femmina in calore! E stai facendo agitare anche me! Se ti piace perdere la testa per queste cose, benissimo, continua pure. Ma siccome ci stai male come un cane, ti consiglio di prendere una decisione. E' arrivato il momento di decidere se ne vale la pena».

Tom sapeva che Andreas aveva ragione. Non poteva continuare così. Il pensiero di Leila a casa da sola ad aspettarlo, con il telefono in mano e un cuore che ormai aveva perso ogni regolarità, lo faceva star male più del dolore che provava lui.

«Stai dubitando di quello che provo per lei?» chiese Tom, stizzito.

«Sarei un pazzo a dubitarne. Guarda in che condizioni sei ridotto! Hai quasi sedici anni, di questo passo a venti sarai già tre metri sotto terra».

«Grazie!».

Bill sospirò, alzandosi in piedi. «Andi ha ragione. Prendi una decisione, e fallo in fretta. Ti sosterrò sempre, sono tuo fratello, sangue del tuo sangue, fede della tua stessa fede e non ti lascerò mai cadere da solo. Ma se proprio dobbiamo cadere, dammi un motivo valido per credere che ne valga la pena, perchè così non si può andare avanti. Ti piace Leila, e va bene perchè alla fine hai dimostrato di avere un briciolo di amore dentro di te ma... Cazzo, stai esagerando».

«Siete due imbecilli!» urlò Tom, alzandosi dalla poltrona.

Prese la giacca a volo e si avviò verso la porta, deciso a tornare a casa a piedi.

«Dove vai? Senza guardie non...» lo richiamò Bill, perplesso.

«Al diavolo le guardie, ho bisogno di aria!».

E uscì sbattendo la porta. Superò il vialetto, incrociò lo sguardo di qualche fan, accennò un sorriso e le salutò con un gesto della mano, per poi avviarsi lungo la strada a testa bassa.

Pregò con tutto se stesso che avessero la pietà di non seguirlo, e così fu. Di certo erano fan di suo fratello, altrimenti non avrebbe mosso nemmeno mezzo passo.

Camminare per le strade di Loitsche in totale libertà gli era mancato, nonostante odiasse quel posto più di qualunque altra cosa. Ma in fondo un motivo per tornare ora lo aveva. Si era rifiutato categoricamente di trasferirsi ad Amburgo, e il resto della band si disse d'accordo con lui.

Non avrebbe di certo mollato tutto così, per una casa discografica per la quale poteva lavorare benissimo dal loro studio di registrazione a Magdeburg.

Si ritrovò di fronte a casa di Leila. Erano rimasti d'accordo che sarebbe passato a salutarla prima della partenza visto che lei doveva uscire con due sue amiche per un compleanno, ma non poteva aspettare.

Era strano come alla fine tutto lo riportava lì, in quella via, di fronte a quella casa.

Suonò il campanello e, due secondi dopo, Leila aprì la porta e gli corse in contro abbracciandolo forte, piacevolmente sorpresa della visita.

Tom strinse la presa sui fianchi, finalmente in pace e in armonia con il resto dell' Universo.

«Cosa ci fai qui? Partite prima?» domandò Leila, curiosa e un po' dispiaciuta.

«No, passavo di qua, così...» farfugliò Tom, abbassando lo sguardo.

Leila gli accarezzò una guancia, un po' sollevata dalla risposta ma anche triste perchè vedeva qualcosa di certo era andato storto.

«Ehi, è successo qualcosa?» chiese, usando il tono più dolce che riuscì a trovare.

«Ho litigato con Andi e Bill, diciamo. Ma... Possiamo parlarne dentro? Non vorrei che, insomma, sai com'è tra fotografi e...».

«Oh! Sì, certo, vieni!».

Entrarono in casa e si diressero in salotto, dove Tom si sedette sul divano e Leila in braccio a lui.

«Dimmi».

«Io... Be', sono stanco!» mormorò, stringendola più forte, come per infondersi coraggio. «Sono stanco perchè sto accumulando un sacco di cose e sto facendo uscire di testa i miei amici, e così non va bene. Non va bene per me, non va bene loro, non va bene per tutti quelli che mi stanno vicino. E non va bene nemmeno per te, perchè ti sto trascinando in qualcosa a cui non riesco a tenere a bada, a cui non riesco nemmeno io a stare dietro. Leila, io ti amo, te l'ho detto, te l'ho dimostrato, sto tenendo fede alla promessa di non tradirti e non mi pesa per niente perchè con te non mi manca nulla, ma così... Così no. Non voglio che sia così, non voglio che si riduca tutto al semplice sforzarsi. Due persone non dovrebbero soffrire, non dovrebbero lottare, non dovrebbero star male per stare insieme. E lo dico con il cuore in mano perchè so che quando uscirò di qui, qualcuno inevitabilmente soffrirà. Io, tu, Bill, la mia famiglia, i miei amici, le mie fan. Tutti. Sono un completo disastro».

Leila lo ascoltò senza dire una parole, mentre sentiva un groppo in gola opprimerle la facoltà di parlare. Non riusciva a dire niente, così si aggrappò più forte a lui e appoggiò la testa sulla spalla, sfiorando il suo collo con le labbra. «Ce la faremo» riuscì a dire infine, scollando una a una le parole. «Ce la faremo perchè non possiamo buttare all'aria tutto questo. Non adesso, non perchè tu hai paura. La paura non esiste, Tom. Tu hai paura perchè ti sei fatto un sacco di film in testa e non sai come uscirne, ma lascia che ti dica una cosa: nessuno ci ha mai detto che sarebbe stato facile, nessuno ci ha mai detto che non avremmo sofferto. Ci rimaniamo male solo quando non accettiamo i compromessi, quando ci facciamo un'idea e alla fine non viene messa in pratica. Io non ho paura se tu sei con me. E se stare con te significa soffrire mentre ti aspetto, allora soffrirò aspettando il tuo ritorno. Perchè ne vale la pena, perchè tu ne vali la pena, Tom».

 

 

 

Note: questo capitolo non è venuto come l'avevo immaginato nella mia testa ma... Qualcosa è venuto fuori. Ho preso la decisione di anticipare la fine di questa prima parte e mettere un limite ai capitoli. Massimo altri cinque più l'epilogo! Non vedo l'ora di iniziare la seconda parteeee *-*

Spero vi piaccia e buona lettura, fatemi sapere cosa ne pensate come sempre!

Baci,

Ladys

  
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