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Autore: ely_trev    29/09/2012    0 recensioni
[Hélène e i suoi amici]
Avviso subito che la storia sarà comprensibile anche a chi non conosce questo telefilm che Mediaset ha improvvisamente sospeso per non si sa quale motivo ormai più di dieci anni fa. Quest'estate, girovagando su internet, ho scoperto che ne sono stati fatti ben tre seguiti (l'ultimo dei quali, per giunta, in patria, ancora in programmazione a distanza di 20 anni dall'inizio della serie) mai arrivati in Italia; dopo essermi informata a grandi linee sullo svolgimento della storia, ho deciso di riprenderla dal punto di vista di uno dei miei protagonisti preferiti - Christian - provando a portare avanti un mio personalissimo "e se...?".
E se il suo amore verso la fidanzata storica non fosse mai svanito?
E se quell'inaspettato ritorno avesse risvegliato tutti i suoi sentimenti?
E se si fosse reso conto di non essere innamorato della sua attuale fidanzata?
Alcuni personaggi sono stravolti rispetto all'ambientazione originaria, altri (che non conosco bene, non avendo avuto modo di vedere il telefilm tradotto) sono stati eliminati per semplificarmi un po' la vita (anche perché i protagonisti della mia storia sono Johanna e Christian).
Per chi non ha conosciuto la serie, prenda il mio racconto come un originale. Buona lettura!
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Che dirti, Angèle? Davvero vuoi che ti racconti la mia storia?
Sì, Christian. Non solo perché - ti confesso - sono veramente curiosa di sapere qualcosa di più su di te e su di lei, ma anche perché penso che ti sarà di grande utilità: ti servirà a chiarire a te stesso quello che pensi”.
Il tono di Angèle era fermo e deciso e Christian, per la prima volta, decise di renderla realmente partecipe dei suoi sentimenti.
E va bene… Forse hai ragione... Tutto è cominciato più o meno venti anni fa, quando studiavo all’università insieme a Nicolas: un giorno, un giorno come tanti altri, mi trovavo in un bar proprio insieme a Nicolas e ad un altro amico, Etienne. Eravamo inseparabili, anche perché, oltre a studiare insieme, con la speranza che un giorno saremmo diventati famosi, avevamo anche formato un gruppo musicale, insieme a José. Ti ricordi che ti dissi che un tempo suonavo insieme a Nicolas ed a José, no?
Sì, certo”.
Bene. Quel giorno, nel bar, notammo una ragazza molto carina e... sai? Eravamo ragazzi... decidemmo di avvicinarla. Stranamente, lei non scappò urlando quando ci vide accerchiarla” scherzò “forse perché ci guardò in faccia e capì che eravamo soltanto un caotico trio di amici, magari un po’ fuori di testa, ma in fondo innocui... E anche perché penso che le piacesse essere corteggiata...” sorrise “Catherine - così si chiamava quella ragazza - quello stesso giorno ci presentò le sue compagne di studi: Hélène e, per l’appunto, Johanna. Bastò molto poco perché si formassero tre coppie: Hélène e Nicolas, Catherine ed Etienne ed... io, tra le grinfie di Johanna!” scherzò “Praticamente fu lei a scegliermi...”.
Christian continuò il suo racconto, spiegando alla sua amica che, a quei tempi, Johanna era una ragazza esplosiva, che quasi lo sopraffaceva anche fisicamente, che gli aveva affibbiato all’istante quell’orribile nomignolo - “mon CriCri d’amour” - e che, al contrario di lui, non si vergognava di mostrare in pubblico tutti i suoi sentimenti, dalla gioia alla tristezza, fino all’amore che immediatamente aveva provato per lui. Lo abbracciava di continuo, lo baciava, urlava a squarciagola che era innamorata… Nella fisicità delle sue effusioni, spesso arrivava perfino a farlo cadere per terra... E in mezzo alla gente, per giunta! Per Christian, tanta esuberanza era quasi inconcepibile e ne risultava effettivamente infastidito, anche se, in cuore suo, era anche lusingato da tanto sincero interesse. Ma avrebbe dovuto passare ancora del tempo, prima che potesse essere in grado di ammettere quelli che erano i suoi reali sentimenti, anche se qualcosa gli bruciava alla bocca dello stomaco ogni volta che la vedeva.
Sì, erano decisamente lontani i giorni in cui lui non era altro che uno studente un po’ smargiasso, capace solo di farsi grande a parole, per poi capitolare ogni volta che la sua folle Johanna lo stringeva tra le sue braccia. Oggi sorrideva al pensiero di quegli abbracci, che a volte tentava di evitare, e sognava di trovarsi ancora all’università per poter rubare nuovi baci, sfiorando quelle labbra sempre sorridenti. Perché Johanna era così: sempre allegra e sorridente. Se c’era qualcuno che riusciva a farla piangere, quello era proprio lui. Sì, lui riusciva a farla ridere di cuore, a farla commuovere e a farla piangere. E non erano state poche le occasioni in cui le aveva fatto versare fiumi di lacrime, a volte anche decisamente amare.
Non sono mai stato una persona a cui volere bene facilmente” continuò “Mi sono sempre comportato da presuntuoso e arrogante e, anche se credevo nell’amicizia per i miei compagni e nell’amore per Johanna, non c’era volta che non combinassi qualche guaio e che non finissi per comportarmi male con loro, anche quando volevo fare qualcosa di buono. Onestamente, non so come abbiano fatto a sopportarmi per tanto tempo”.
Non ti sottovalutare, Christian: per quanto tu possa essere una persona non facile da amare, credo proprio che i tuoi amici abbiano sempre saputo guardare dietro le apparenze. Altrimenti non sarebbero ancora tuoi amici dopo tanti anni. Ma ora vai avanti, raccontami di quel periodo”.
Christian ricordò il primo compleanno che Johanna festeggiò dopo il loro incontro, la prima occasione in cui Johanna pianse per lui, anche se, eccezionalmente, erano lacrime che non avevano ragione di essere. Con il desiderio di sorprenderla con un regalo sicuramente gradito ma al di sopra delle sue disponibilità economiche, infatti, Christian lavorò di nascosto per mettere da parte quanto necessario a comperarle un anello che era la copia esatta di quello che la nonna di Johanna era solita indossare e che a lei piaceva molto. Lo sbaglio, in quell’occasione, fu di non avvisare delle sue intenzioni nemmeno i suoi amici, che non sapevano più come giustificare i suoi ritardi e le sue assenze, tanto che Johanna si era fermamente convinta che lui avesse avuto una storia con un’altra donna.
E io ero talmente concentrato sul mio obiettivo da non essermi reso conto che, in quel momento, lei stava soffrendo. Anzi, ti dirò di più, sono riuscito a fare di meglio: sono riuscito a presentarmi alla cena che il gruppo aveva organizzato per festeggiare il compleanno, accompagnato da una ragazza e così...”.
Oh, mio Dio! Come ti è saltato in mente, Christian?
Mi guardarono tutti stupiti e credo che Hélène abbia avuto anche la tentazione di picchiarmi. Te la immagini Hélène, sempre così dolce e comprensiva, come la conosci tu, che comunica, indignata, che avevo superato tutti i limiti? La cosa bella fu che io ancora non avevo capito perché fossero tutti così arrabbiati con me. Poi guardai Johanna, che disse agli altri di calmarsi, che non c’era problema per la presenza della mia amica e che avremmo potuto cenare tutti insieme. Aveva gli occhi pieni di lacrime. Ho capito l’equivoco e mi sono affrettato a spiegare che quella ragazza non era lì per cenare insieme a noi, ma era la figlia del gioielliere che, gentilmente, mi aveva accompagnato per verificare l’esattezza della taglia. Poi consegnai l’anello a Johanna e le spiegai anche che, nei giorni precedenti, avevo lavorato di nascosto per poterle fare quella sorpresa”.
Accidenti! E Johanna?
Johanna fu molto contenta per il regalo, ma, soprattutto, fu felice di scoprire che non mi vedevo con nessun’altra ragazza”.
Lo immagino”.
Capitò anche un’altra volta che lavorai di nascosto per comperarle un orologio e, quella volta, prima di consegnarle il regalo, arrivai a litigare pesantemente con lei, il tutto per una stupidaggine: ero nervoso perché, mentre servivo al banco di un locale notturno, vidi la nostra amica Catherine, all’epoca fidanzata con il nostro compagno Etienne, in compagnia di un altro ragazzo. Questa volta fui io a pensar male e, per tutto il giorno successivo, senza dire apertamente ciò che avevo visto e pensando che le ragazze coprissero un tradimento di Catherine, continuai a fare allusioni sulla fedeltà di tutte. Tutto questo degenerò in una discussione tra me e Johanna, soprattutto dopo che commisi l’errore di ammettere davanti a lei di aver visto Catherine in un night-club insieme ad un altro, anche perché Johanna non era stupida e, dopo aver almeno cercato di rassicurarmi sulla fedeltà di Catherine, la prima cosa che mi chiese fu cosa che facessi io, in quel locale, alle tre del mattino. Pur di non ammettere che stavo lavorando per lei, continuai a sproloquiare sul fatto che le ragazze non potessero essere degne della nostra fiducia e dissi a Johanna che il motivo per il quale mi trovavo in quel night-club alle tre del mattino non era affar suo, che doveva smetterla di starmi così appiccicata, che mi stava soffocando e che avevo bisogno di aria per respirare. Lei si offese da morire e corse via piangendo”.
Ci credo, Christian. Come ti è saltato in mente di dirle certe cose? Poverina...
I miei amici la videro fuggire e cominciarono a dirmi che ero un cretino e che non avrei dovuto trattarla male, qualsiasi cosa mi fosse passato per la testa”.
Direi che avevano ragione, Christian”.
Sì, lo penso anch’io” ammise “ma ero troppo presuntuoso per pensarlo anche allora. Comunque, tentai di correrle dietro, senza riuscirci; finii per arrampicarmi alla sua finestra - sai? le regole dei dormitori dell’università vietavano a noi ragazzi di entrare nella camera delle ragazze e viceversa - e scoprire che, nella sua camera, c’era il giovanotto che la notte precedente stava insieme a Catherine”.
Cosa?
No, non ti agitare: è vero che il povero Cedric aveva una cotta per Catherine, ma è anche vero che, in quel momento, era solo e stava soltanto ridipingendo le pareti. La cosa bella fu che io ero talmente preso dai miei pensieri negativi che non mi sono nemmeno accorto che la stanza era letteralmente sottosopra e che lui non stava facendo altro che armeggiare con vernici e pennelli; per me, invece, lui era soltanto un traditore che andava punito. Ma, mentre io aggredivo quel poveretto, Johanna aveva raggiunto Hélène e Catherine, che, nel frattempo, si erano spiegate con Nicolas ed Etienne. Il gruppo ci raggiunse giusto in tempo per evitare che ci picchiassimo. In quel momento, capii che, effettivamente, i miei amici avevano ragione: avevo esagerato sotto tutti i punti di vista. Ma io ero sempre Christian e Christian non si poteva smentire: di fatto, consegnai l’orologio a Johanna quasi come se fosse un conto che dovevo saldare, anche se poi mi feci accompagnare nel corridoio solo per darle, al riparo da occhi indiscreti, quel bacio che, in fondo, credo desiderassimo entrambi”.
Ma i vostri amici, naturalmente, avevano capito tutto?
“Certo che sì! Non persero neanche l’occasione per affacciarsi sulla porta della camera e cogliere il nostro scambio di effusioni”.
Risero entrambi.
Mi stai descrivendo un Christian che non conosco”.
E, io direi, che colleziona una figuraccia dietro l’altra” scherzò.
Sì, però, i suoi veri sentimenti si vedono e affiorano sempre”.
Christian sorrise: gli venne in mente quella volta in cui programmò un weekend romantico insieme a Johanna, che finì per andare a monte perché Johanna si ammalò di morbillo.
Sai cosa feci in quella occasione?
No, cosa?
Dal momento che le sue compagne di stanza la lasciarono sola per evitare il contagio, decisi di arrampicarmi alla sua finestra e mi presentai da lei, all’insaputa di tutti, che mi pensavano in giro a godermi due giorni di libertà. Johanna non voleva farsi vedere con il viso pieno di bolle e mi aprì la finestra con un cappello in testa e una bandana che le copriva l’intero viso, lasciandole scoperti solo gli occhi. Allora, tentò in tutti i modi di convincermi ad andare via perché, così conciata, si sentiva brutta; io, però avevo voglia di stare con lei e, per quanto il suo aspetto fosse terribile, avevo deciso che avremmo passato il weekend insieme. Naturalmente, per non smentirmi, di nascosto da tutti gli altri...
Ovvio... Allora, lo vedi che sapevi dimostrare i tuoi sentimenti? Lei fu contenta della tua compagnia, no?
Sì, certo. Per non deludermi, non disse neanche niente alle sue amiche, che si sentivano un po’ in colpa per averla lasciata da sola. Almeno fino a quando...” Christian si mise a ridere “...non videro, qualche giorno dopo, spuntare sulla mia faccia delle bolle tanto simili a quelle che aveva avuto Johanna”.
Anche Angèle scoppiò a ridere: “No, non dirmi che ti sei preso il morbillo!
Christian annuì: “Credevo di averlo già avuto e invece mi sbagliavo. E mi sono contagiato”.
E così tutti hanno capito che avevi passato il fine settimana insieme a Johanna?
E’ chiaro. Ma mentre tutti ridevano per quello che era successo, Johanna compresa, io dovetti ammettere che non avevo resistito all’idea di passare l’intero weekend con la mia fidanzata. Ero contento, sì, ma non mi andava giù il fatto di averlo dovuto rendere pubblico”.
Insomma, non volevi smentirti mai”.
Esattamente” Christian smise per qualche istante di parlare, mentre la sua mente gli faceva rivivere le emozioni di tutti quei momenti che lui considerava i più belli della sua vita. “Sai, Angèle? In quel periodo mi sono divertito moltissimo. Con Johanna, tutto diventava una gioia. Anche se mi affrettavo ad affermare il contrario ed anche se giocavo a fare il superiore, in realtà, ero perso per quella donna che era sempre un passo avanti a me. E penso anche che lei lo sapesse e, per questo, lasciasse che, in pubblico, recitassi sempre la parte dello spaccone, trascinandomi, intanto, in tutte le sue pazzie. Figurati che quando Etienne e Catherine si separarono e lasciarono l’università e il gruppo, trasferendosi all’estero, Johanna si mise in testa di far fidanzare Sebastien e Laly, che, all’epoca, divennero i nostri nuovi compagni di studi e di stanza; tutto perché, diceva lei, si riformassero tre coppie, unite nella vita come negli studi, nell’amicizia e perfino nella musica. Peccato che Sebastien era, sì, diventato nostro amico, nostro compagno di studi e nostro nuovo bassista, ma era anche fidanzato con una bella modella australiana di nome Linda. Ma, a Johanna, questo non interessava: era convinta che Laly dovesse innamorarsi di Sebastien ed arrivò a tappezzare letteralmente di fotografie di Sebastien la stanza che condivideva con lei e con Hélène perché voleva che il subconscio di Laly non potesse fare a meno di pensare a Sebastien”.
E c’è riuscita?
Assolutamente no! Sebastien e Laly finirono insieme, per loro scelta, solo qualche tempo dopo; allora, invece, le ragazze erano sfinite di sentire Johanna che ripeteva sempre il nome di Sebastien. Dal canto suo, Sebastien decise di vendicarsi facendo credere a Johanna di essersi innamorato di lei: le fece la corte per un giorno intero e fece in modo che Johanna si trattenesse a chiacchierare con lui fino a notte inoltrata; io, naturalmente, ero al corrente del piano di Sebastien, così mi mostrai preoccupato per l’assenza notturna della mia fidanzata ma nient’affatto geloso di lei. Questo le provocò una duplice preoccupazione: liberarsi dall’invadenza di Sebastien e capire il motivo del mio disinteresse. Il giorno dopo, Sebastien le confessò che le aveva mentito per farle capire quanto la sua indiscrezione fosse fuori luogo e fastidiosa e naturalmente le spiegò che io ero a conoscenza del suo piano. Sebastien mi raccontò che Johanna si sentì molto sollevata da questa rivelazione, ma, più che per il suo presunto amore, soprattutto perché si era preoccupata per la mia mancata gelosia”.
Angèle sorrideva, divertita: “Mi sto immaginando la scena, Christian. Ti prego, continua; questa storia è troppo divertente”.
Sì, ma infatti le risate non mancavano mai. Ti immagini, per esempio, me, Etienne, che aveva le spalle larghe come un armadio, e Nicolas vestiti da tre simpatici angioletti con le aureole in testa?
Oddio, no! E perché vi sareste conciati così?
Perché così ci volevano far vestire le nostre fidanzate, durante un ballo in maschera. Devo dire che, in quell’occasione, fummo fortunati perché riuscimmo a ripiegare su tre costumi più classici. Però, da qualcuna di queste parti, dovrebbero esserci ancora... ecco!”.
Christian aveva iniziato a frugare all’interno di un mobile in salotto ed era tornato a sedersi portando con sé un piccolo album.
Le ho trovate! Qui ci sono alcune fotografie. Guarda!” disse indicando tre ragazzi in tenuta angelica “Questa era una prova vestito. Ci salvammo la sera della festa, ma rimasero comunque le prove di quest’orribile mascherata. Questo è Etienne, questo è Nicolas e... questo sono io”.
Christian sorrise.
Però eravate veramente molto carini, Christian!” commentò divertita Angèle. “Non avevo mai visto queste fotografie. Qui riconosco Laly ed Hélène. Johanna, allora, è questa qui?” continuò indicando, una ad una, le tre ragazze riprese in un’altra istantanea.
Sì, questa era Johanna ai tempi dell’università” sospirò Christian. “Quanto mi sono divertito con lei! Guarda qui!” invitò Christian, mostrando alla sua amica un’altra fotografia che ritraeva lui e Johanna vestiti da piloti, “Ci fu un periodo in cui diventammo campioni di kart”.
Vedo che eravate pieni di interessi”.
E anche abbastanza stupidi… Parlo per me, naturalmente… Sai? Peccato che non ci sia una foto di quando, sempre per scusarmi di come mi ero comportato poco prima, andai a cercare Johanna nella sua camera e bussai alla finestra con indosso un impermeabile, un cappello, barba finta e occhiali scuri”.
Angèle lo guardò perplessa.
Johanna mi scambiò per un maniaco e tentò di farmi cadere di sotto”.
Risero.
E’ comprensibile. Dimmi la verità, Christian.” Angèle aveva assunto, improvvisamente, un’espressione molto seria e fissava Christian negli occhi. “Non avevi tutte le rotelle a posto, vero?
Può darsi” ammise Christian sinceramente divertito. Poi, continuò a raccontare: “In un’altra occasione, invece, partecipammo ad un torneo di tango in cui i ballerini si esibivano sui tavoli; torneo nel quale, per inciso, io e Johanna arrivammo primi”.
Davvero?
” rise “peccato che mi costrinse a ripetere l’esibizione il mattino seguente, senza musica, sui tavoli del bar dove andavamo a fare colazione tutti insieme”.
Angèle scoppiò in una fragorosa risata: “Oh, Christian! Avrei voluto vederti, tirato di forza sopra quel tavolo, ballare abbracciato alla tua Johanna!
Sì, sì, tu ridi... Ma ti giuro che fu molto imbarazzante...”.
Sì, d’accordo. Però rimane comunque un ricordo da raccontare e, a distanza di anni, sono sicura che diverte anche te. E poi guardati, sei molto più rilassato rispetto a prima: ti avevo detto che parlare ti avrebbe fatto bene”.
Già, ma è anche vero che la mia storia con Johanna non è stata tutta rose e fiori: io e Johanna ci siamo fatti anche molto male”...

   
 
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