Serie TV > Hélène e i suoi amici
Segui la storia  |       
Autore: ely_trev    14/10/2012    1 recensioni
[Hélène e i suoi amici]
Avviso subito che la storia sarà comprensibile anche a chi non conosce questo telefilm che Mediaset ha improvvisamente sospeso per non si sa quale motivo ormai più di dieci anni fa. Quest'estate, girovagando su internet, ho scoperto che ne sono stati fatti ben tre seguiti (l'ultimo dei quali, per giunta, in patria, ancora in programmazione a distanza di 20 anni dall'inizio della serie) mai arrivati in Italia; dopo essermi informata a grandi linee sullo svolgimento della storia, ho deciso di riprenderla dal punto di vista di uno dei miei protagonisti preferiti - Christian - provando a portare avanti un mio personalissimo "e se...?".
E se il suo amore verso la fidanzata storica non fosse mai svanito?
E se quell'inaspettato ritorno avesse risvegliato tutti i suoi sentimenti?
E se si fosse reso conto di non essere innamorato della sua attuale fidanzata?
Alcuni personaggi sono stravolti rispetto all'ambientazione originaria, altri (che non conosco bene, non avendo avuto modo di vedere il telefilm tradotto) sono stati eliminati per semplificarmi un po' la vita (anche perché i protagonisti della mia storia sono Johanna e Christian).
Per chi non ha conosciuto la serie, prenda il mio racconto come un originale. Buona lettura!
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Christian si incupì all’improvviso: “Una sera, mentre ero in camera insieme ad Etienne ed a Nicolas, mi vantavo su quanto fossi bello e bravo ma soprattutto sul fatto che avevo una fidanzata che, per quanto folle, era sempre pronta a strisciare ai miei piedi. Usai proprio questo termine: “strisciare”. Forse il destino volle punirmi perché, quella stessa sera, Johanna chiese di incontrarmi al bar perché doveva parlarmi; quando la raggiunsi, mi confessò il più terribile dei segreti: era lì per chiedermi perdono perché mi aveva tradito. Mi sembrò che la terra si aprisse sotto di me: Johanna, l’unica certezza della mia vita, mi aveva tradito. Non poteva essere vero, non potevo crederci. Non avevo idea di come reagire, mi sentivo tradito da tutti, non solo da Johanna ma anche dai miei amici, e fui capace solo di fuggire. Vagai per la città e la notte mi rifugiai nel garage dove facevamo le prove con il gruppo; lì, incontrai Nicolas, che, preoccupato, mi stava cercando, come tutti gli altri. Come ti ho detto, consideravo i miei amici colpevoli tanto quanto Johanna e, fuori di me, ubriaco, picchiai Nicolas sulla testa con una mazza da baseball. Nicolas svenne ed io scappai, trovando ospitalità, per un paio di giorni, nella casa di campagna di una compagna di studi, che, in quel momento, proprio perché mal si sopportava con i miei amici, ritenevo essere la persona più affidabile su cui poter contare”.
Angèle era sbalordita: non conosceva questo lato oscuro di Christian e non immaginava che fosse potuto arrivare a picchiare Nicolas, il suo migliore amico.
Naturalmente non restai a lungo nemmeno in quella casa. Sempre ubriaco e con la voglia di bere ancora, tornai nel bar dove ci riunivamo sempre e lì, di fatto, incontrai i miei amici, tra cui Nicolas, con un vistoso cerotto sulla fronte; per fortuna, non si era fatto molto male, ma io, ancora arrabbiato con il mondo, avevo tutta l’intenzione di non farmi avvicinare da quello che, chissà perché, consideravo un traditore. Così, vestito come un barbone, sporco, con la barba sfatta e fuori controllo, dopo aver urlato che Christian era morto, insieme a CriCri d’amour, gridai che avevo sete e che volevo bere, cosa che Nicolas era deciso a non farmi assolutamente fare. Io, per tutta risposta, estrassi un coltello dalla tasca e lo minacciai”.
No, non l’hai fatto”.
E invece sì” Christian annuì “Johanna entrò gridando proprio in quel momento, io feci cadere il coltello e mi abbandonai tra le braccia di Nicolas, che mi accompagnò in camera e mi fece visitare da un medico che potesse darmi un calmante. Quando, il mattino dopo, mi svegliai, ero, sì, più tranquillo, ma volevo comunque allontanarmi da tutti. I miei amici mi chiesero, allora, perché fossi così arrabbiato anche con loro; in fondo, loro non mi avevano fatto niente. Un attimo di lucidità mi fece comprendere che effettivamente chi mi aveva tradito era Johanna e non tutti i miei amici: mi calmai ed accettai di restare a casa e di tornare a provare con il gruppo, a condizione di non rivedere più la folle americana. Gli altri acconsentirono e mi fecero anche una piccola festa di bentornato. Nel pomeriggio, Hélène e Catherine ci raggiunsero al garage dicendo di essere stanche per via dell’aiuto che stavano offrendo a Johanna, intenta a traslocare. Io scherzai sul fatto che Johanna andasse a vivere con il suo amante, ma loro mi informarono che, in realtà, Johanna, disperata, aveva deciso di tornare in Texas e che, anzi, mi aveva scritto una lettera; quando la lessi, avvertii tutta la tristezza che doveva provare Johanna, che doveva essere intensa almeno quanto la mia. Poi, mi guardai intorno e mi resi conto che non volevo perderla, per cui la raggiunsi nella sua stanza e le chiesi di restare”.
E’ stato un bel gesto, da parte tua, perdonare...”.
Ma io non sono senza colpe: qualche tempo dopo, iniziai una relazione clandestina con una ragazza, che era anche la fidanzata di un amico. Ero molto preso, tanto che avevo perfino pensato di lasciare Johanna. Tutto, invece, si concluse un giorno in cui Johanna restò vittima di un incidente stradale e finì in coma; quando successe, io ero con l’altra ragazza e, non appena ne fui informato, corsi all’ospedale: vedere la mia vulcanica Johanna immobile, su quel letto, mi fece sentire colpevole e impotente. Le tenni la mano e la chiamai per tutta la notte; quando lei, finalmente, riaprì i suoi grandi occhi, era talmente debole da riuscire, a stento ad invocare il mio soprannome, ma, vedendola contenta di avermi trovato al suo fianco, mi resi conto, ancora una volta, che, per me, lei era troppo importante. Decisi, quindi, di troncare la storia con l’altra ragazza, che, per fortuna, capì”.
Quindi, Johanna non seppe mai nulla di questa relazione?
No, credo di no, a meno che, negli anni a venire, non gliene abbia parlato la nostra amica, ma questo è altamente improbabile. Comunque, tutto è andato bene, fino a quando non ho deciso, durante un viaggio, di “divertirmi” con una sorta di groupie, che, per mia disgrazia, un bel giorno arrivò a Parigi e decise di cercarmi. Johanna venne a sapere della mia scappatella e reagì abbastanza male, anche perché io feci lo sbruffone con entrambe, facendo anche finta che non mi importasse niente di quello che potessero pensare”.
Insomma, sei un recidivo; giuro che non lo avrei mai creduto”.
Ma questo non è tutto: i miei amici, come altre volte hanno fatto e come avrebbero avuto modo di fare ancora, mi presero di peso e mi fecero comprendere che stavo perdendo qualcosa di importante perché Johanna aveva di nuovo pronti i bagagli”.
Di nuovo?
Sì, ma, se la volta prima mi avevano soltanto fatto credere che la mia fidanzata stesse per partire, adesso Johanna era davvero in procinto di raggiungere l’aeroporto. Mi precipitai nella sua camera e, non appena fummo soli, mi gettai ai suoi piedi, implorando il suo perdono e giurandole che non avrei più commesso un errore del genere. Poco dopo, annunciammo felicemente agli altri che Johanna restava a Parigi. E io dissi pubblicamente che l’amavo”.
Quindi, finalmente, avevi ammesso di essere innamorato”.
Già... Ma, purtroppo, come si dice, il lupo perde il pelo ma non il vizio”.
No, non dirmelo: ci sei ricascato?
Sì, questa volta con una donna più grande e matura, che faceva sentire anche me un grand’uomo, cosa che in realtà non ero affatto. Era passato poco tempo dalla mia precedente avventura, quando, una sera, dissi a tutti di non sentirmi bene e che me ne sarei andato a dormire. Johanna, preoccupata, decise di venirmi a trovare nel cuore della notte, ma, chiaramente, non mi trovò in stanza. Il suo sesto senso la portò al garage, dove mi trovò abbracciato ad Arielle. La sua rabbia, questa volta, fu implacabile, tanto che non mi permise di proferir parola”.
Ci credo, avrei fatto la stessa cosa”.
La rincorsi in camera e la trovai intenta ad armeggiare nuovamente con le valige”.
Sempre in partenza per il Texas, quindi? Ma decideva di scappare ogni volta che litigavate o usava questa scusa come arma per farti tornare sui tuoi passi?”.
Questo fu quello che pensai anche io, allora. È vero che, a differenza delle altre volte, ogni mio tentativo di parlare con lei andò a vuoto, ma è anche vero che io dubitavo fortemente che quel viaggio verso l’aeroporto fosse reale. Così non la seguii. Il giorno seguente, tutti i miei amici sembravano avercela con me e tutti continuavano a dirmi di essere tristi ed arrabbiati perché Johanna era tornata negli Stati Uniti, mentre io continuavo a ripetere loro di smetterla di prendermi in giro. Fino a quando non mi resi conto che Johanna era davvero partita”.
No! E poi, cosa è successo?
Mi resi conto che quello che provai il giorno che scoprii il tradimento di Johanna era niente in confronto a quello che stavo provando in quel momento. Era disperato, mi sentivo solo, anche se attorno a me avevo molti amici, e non sapevo più cosa avrei fatto della mia vita. Incontrai nuovamente Arielle, che sfruttò la mia disperazione per farmi entrare in un brutto giro, dal quale sono riuscito ad uscire solo grazie all’aiuto del gruppo, ma soprattutto di Nicolas, che, per l’ennesima volta, dovette prendermi per il collo”.
Angèle era esterrefatta: non aveva idea di quante cose del passato di Christian non conoscesse, ma adesso cominciava ad avere un’idea del suo percorso di vita.
Che genere di giro?
Brutto. Credimi, Angèle. Veramente brutto”. Christian riprese il suo racconto: “Mi ripresi, quel tanto che bastava a condurre un’esistenza che sembrava del tutto normale: c’erano ancora gli studi, il gruppo, la musica e gli amici, vecchi e nuovi. Ma Johanna mi mancava terribilmente e io non potevo fare a meno di pensare a lei; avevo un’immensa voglia di stare con lei o anche solo di parlarle, ma, ovviamente, non osavo neanche lontanamente alzare la cornetta e telefonarle. Lo fece Hélène per me, dopo che si convinse che i miei sentimenti erano davvero sinceri”.
E come facesti a convincerla?
Christian si mise a giocherellare con la chitarra, poggiata accanto a loro, sui cuscini del divano, intonando le note di una canzone che Angèle non conosceva. Anche se non era il suo strumento, Christian sapeva intonare bene diversi accordi con la chitarra. Quella canzone, poi… Quella canzone avrebbe potuto suonarla con qualsiasi strumento esistente sulla Terra.
Una mattina, chiesi un favore a Nicolas: avevo paura di sembrare ridicolo, ma avevo scritto una poesia, un testo, che mi sarebbe piaciuto, con il suo aiuto, trasformare in una canzone, magari cantata da Hélène. Sia Nicolas che Hélène si commossero leggendo le mie parole e, in brevissimo tempo, mi fecero un regalo speciale: la canzone che sognavo, con le parole scritte da me, la musica composta da Nicolas e la voce di Hélène che dava vita ai miei pensieri…
Hai scritto una canzone tutta tua? Ma è stupendo!
Sì, senz’altro” rispose Christian compiaciuto. “Ma quel testo, per me, non era solo una canzone, cioè un tentativo di concretizzare i nostri sogni musicali. Quel testo rappresentava tutti i miei sentimenti più profondi, la tristezza che provavo per essere rimasto solo e la speranza che un miracolo mi avrebbe fatto risvegliare da quell’incubo che mi voleva lontano dalla donna che amavo. Fu in quell’occasione che io, Hélène e Nicolas parlammo apertamente di Johanna dopo molto tempo. Fu in quell’occasione che io confidai di pensarla spesso e di essere sempre innamorato di lei. Hélène mi disse che Johanna desiderava con tutto il cuore che io fossi corso all’aeroporto per tentare di fermarla e che, anche se era lontana, lei mi pensava ancora. Se nessuno di loro, fino a quel momento, aveva toccato l’argomento era solo perché non era il caso di farlo durante il mio periodo… diciamo così… di sbandamento. E poi perché, quando sembravo essermi ripreso, sembrava anche che il mio interesse amoroso si fosse spostato verso un’altra ragazza, alla quale io, invece, avevo comunicato apertamente di non farsi illusioni perché nei miei pensieri c’era ancora la mia ex fidanzata”.
Oh, poveretta, come la capisco!” scherzò Angèle “ma la tua sincerità è ammirevole.
Anche se Hélène tentò di convincermi a telefonare a Johanna, io morivo di paura al solo pensiero e, al tempo stesso, morivo dalla voglia di sentire la sua voce”.
E, alla fine, cosa successe?
Successe che, un pomeriggio, mentre era sdraiato sul letto, con i miei amici che mi prendevano in giro per il fatto che non smettevo un secondo di parlare di Johanna, squillò il telefono e Nicolas, dopo aver risposto, mi sollecitò fortemente a raggiungere la cornetta”.
Era Johanna?” chiese Angèle vistosamente emozionata.
Sì, seppi solo più tardi che, vista la mia paura, Hélène aveva contattato Johanna, parlandole di me e della canzone che avevo scritto”.
Mamma mia, che emozione!
Puoi dirlo forte” sorrise “A quel punto, non ero più in grado di controllarmi, mi sembrava di camminare sopra le nuvole e non facevo altro che ripetere ai miei amici che parlare con Johanna mi aveva fatto trovare il paradiso. Passarono ancora dei giorni e, un pomeriggio come tanti, con una scusa, gli altri mi lasciarono improvvisamente da solo nel garage; sovrappensiero e spalle alla porta, non mi resi conto che Johanna era tornata e che, in quel momento, si trovava proprio dietro di me”.
Angèle era commossa e aveva le lacrime agli occhi.
Non so se puoi comprendere l’emozione che ho provato in quel momento: stringevo Johanna tra le braccia e l’unica cosa che riuscivo a pensare era che lei si trovava di nuovo vicino a me. Festeggiammo tutti insieme il ritorno di Johanna e, poi, festeggiammo anche noi due da soli: per le ventiquattr’ore successive, non riuscimmo a staccarci neanche per un attimo. Johanna ascoltò la mia canzone e si commosse all’idea che io le avessi dedicato una simile attenzione. Rinnovammo le nostre promesse e tornammo a giurarci amore eterno. Ma il destino avverso è sempre in agguato, soprattutto quando noi siamo pronti a dargli una mano”.
Cosa è successo, questa volta?
Quello che è successo anche le altre volte”.
Non ci credo: l’hai tradita di nuovo?
Christian annuì, abbassando lo sguardo.
Sono un idiota, vero? Diciamo che, tecnicamente, non l’ho proprio tradita ma, effettivamente, il risultato non cambia. All’emozione provata dopo il nostro ricongiungimento, è seguito un normale periodo di alti e bassi, fino a quando Johanna dovette tornare in Texas, per un breve lasso di tempo, a causa di alcuni problemi familiari. Nel breve periodo di separazione, anche se più per voglia di avventura che per altro, sia io che lei ci siamo sentiti attratti da altre persone, così, al momento del suo ritorno a Parigi, decidemmo, di comune accordo, di lasciarci. Anche se tra me e lei c’è sempre stato un sottile filo indistruttibile che continuava a tenerci uniti, in quale modo... In ogni caso, io ebbi un paio di scappatelle poco importanti, una delle quali con Linda, la ex fidanzata di Sebastien, che, di tanto in tanto, trascorreva dei periodi a Parigi, con tutti noi. Ma quel filo che mi legava a Johanna tornò a farsi sentire sempre di più, così, un giorno che io e Johanna ci trovammo da soli in garage, ci trovammo ad alimentare nuovamente i sentimenti che provavamo l’uno per l’altra. A quel punto, tutto sembrò tornare a posto, tanto che io e Johanna partimmo insieme per una vacanza: eravamo felici e contenti e progettavamo addirittura di andare a vivere insieme, al nostro ritorno. Lei era al settimo cielo ed anche io mi sentivo più che felice, se non fosse che all’improvviso Linda annunciò di aspettare un figlio. Mio…”.
Lo sguardo di Angèle ora era pietrificato sul viso di Christian.
Stai scherzando, vero Christian?”.
Purtroppo no, altrimenti, forse, la mia vita sarebbe stata totalmente diversa”.
Quindi, tu hai un figlio?
No, Linda ebbe un aborto spontaneo poche settimane dopo. Ma io, intanto, avevo distrutto nuovamente la mia vita, quella di Johanna e anche quella dell’incolpevole Linda. Decisi di sparire dalla circolazione, non avevo più il coraggio di guardare negli occhi nessuno, né Johanna né i miei amici. Partii, lasciai la musica, diventai un fotografo e, negli anni seguenti, ottenni anche un discreto successo professionale. Con l’intento di ricostruire la mia vita, poi, decisi perfino di sposarmi con una donna che pensavo potesse riempire il vuoto lasciato da Johanna. Ma così non fu e, quindi, poco dopo, divorziammo”.
Allora, non hai un figlio, ma hai una ex moglie. Mi hai davvero sorpreso, sto scoprendo di te dei lati che non conoscevo. Questa ex moglie che fine ha fatto?”.
Non lo so, non ci siamo lasciati in buoni rapporti. Ma era comprensibile”.
Ok, allora, siamo arrivati al tuo divorzio; tutto questo quando sarebbe successo?
Il mio divorzio? All’incirca otto anni fa”.
Otto anni fa, perfetto. In tutto questo tempo, tu non hai mai rivisto Johanna?
Christian fece un cenno negativo con la testa.
E allora? Cosa hai fatto? Cosa è successo?
Ho fatto qualche ricerca ed ho scoperto che molti dei miei amici di un tempo, tra i quali la stessa Johanna, erano andati a vivere su un’isola dei Caraibi”.
E tu, con la tua faccia tosta, ti sei ripresentato davanti a lei?
Ebbene sì, sono riuscito a fare anche questo: dopo dieci anni di assenza, una bella mattina, bussai alla porta del suo ufficio e chiesi di lei. Come se nulla fosse...”.
Fantastico! Sei veramente fantastico! Avrei voluto vedere la sua faccia. Immagino che sarà sbiancata... Avrà pensato di aver visto un fantasma…
Oh, sì; era sicuramente molto emozionata. Ma lo ero anch’io, d’altronde... Ricordo che non riusciva a stare ferma ed aveva le lacrime agli occhi. Ci abbracciammo, sinceramente commossi. Quello che lei non poteva di certo immaginare era che io ero approdato su quell’isola solo perché avrei voluto provare un riavvicinamento, cosa che, scoprii solo in quell’istante, sarebbe risultata alquanto difficile, dal momento che, in quel periodo, lei era fidanzata... con José”.
José? José José?”.
Sì, José José. Credo di aver esclamato esattamente la stessa cosa quando venni a conoscenza del loro fidanzamento, soprattutto perché sembrava un’unione abbastanza solida: figurati che vivevano insieme e stavano anche pensando di mettere su famiglia”.
No! Non ci credo! Ma José e Benedicte stanno insieme da sempre, sono una coppia storica, almeno quanto Hélène e Nicolas!
Sì, anche José e Benedicte, come Hélène e Nicolas, stanno insieme più o meno da vent’anni. Ma anche loro hanno vissuto i loro alti e bassi”.
Accidenti, sono sinceramente sorpresa! Ma credo di averlo ripetuto già troppe volte da quando hai iniziato a raccontarmi questa storia”.
Christian sorrise: “Lo ero anch’io. Per qualche tempo, non dissi nulla e mi stabilii sull’isola insieme a tutti quelli che erano stati i miei più sinceri amici, quelli che avevano visto il meglio ma soprattutto il peggio di me”.
Angèle ora guardava Christian con aria assorta.
Tenere nascosti i miei sentimenti, però, era molto difficile. Lo era già ai tempi dell’università, figuriamoci allora, che avevo definitivamente preso coscienza di quello che provavo. Così, a un certo punto, confidai tutto ad Hélène e Nicolas”.
I tuoi consiglieri?
I miei consiglieri, sì. Dissi loro che, dal momento che il mio ritorno nel gruppo era spinto soprattutto dai miei sentimenti verso Johanna e considerato che Johanna sembrava essere serena accanto a José, probabilmente la mia permanenza sull’isola non sarebbe stata ancora lunga. Anche perché, parliamoci chiaro, ero veramente geloso...
E loro ti convinsero a restare?
Sì, Hélène soprattutto. Hélène sembrava avere l’impressione che tra me e Johanna non fosse per niente tutto finito. Mi raccontò che anche lei, per diversi anni, si era separata da Nicolas, che poi aveva rincontrato proprio su quell’isola, e che anche lei, quando ritrovò il suo ex fidanzato, lo ritrovò felicemente accompagnato ad un altra donna. Però, mi disse anche che quando i sentimenti esistono e sono reali, riaffiorano sempre, tanto è vero che lei stessa aveva riconquistato l’amore del suo storico compagno. Questo mi spinse a tentare il tutto e per tutto: parlare sinceramente con Johanna per rendermi conto di quali potessero essere i suoi reali sentimenti nei miei riguardi. Perché, anche se la vedevo serena accanto a José, c’erano sguardi, sorrisi e mezze parole che, invece, a volte, sembravano volessero rivelarmi qualcosa. Perciò raccolsi tutta - ma proprio tutta - la faccia tosta che potevo avere, andai nel suo ufficio e, placidamente, le dissi: “Ti ho portato un croissant, facciamo colazione insieme, ti amo””.
Angèle aveva gli occhi di fuori: “Così? In questa maniera? Direttamente?”.
Praticamente sì, così, direttamente, in questa maniera”.
“E lei?
Be’, devo dire che Johanna non rimase del tutto indifferente alle mie parole, ma, per rispetto di José, non aveva nessuna intenzione di sbilanciarsi, nonostante le mie decise insistenze”.
E quindi?
E, quindi, la guardai negli occhi e le ripetei di essere innamorato. Poi, le chiesi se potesse fare altrettanto, giurando di non provare più nulla per me. Lei negò, disse che non poteva affermarlo, ma mi chiese anche del tempo, perché si sentiva confusa e aveva paura di far soffrire José”.
E’ comprensibile. Con è finita?”.
E’ finita che l’unica cosa che tratteneva Johanna - il rispetto verso la promessa fatta a José - è venuta meno quando anche lui ha vissuto un inarrestabile ritorno di fiamma verso la sua storica ma anche attuale compagna: Benedicte”.
Quindi, tutto è bene quel che finisce bene?”.
Quasi. Tutto è stato più che perfetto per qualche mese: io e Johanna eravamo felici, finalmente vivevamo insieme, avevamo coronato il nostro sogno e il nostro amore sembrava aver vinto, ma... c’è sempre un ma... successe qualcosa”.
No, Christian, se mi dici che l’hai tradita un’altra volta, giuro che ti picchio io al posto di Johanna” esplose Angèle.
No, assolutamente no. Per una volta, non avevo combinato niente di tutto ciò. Ero convinto dei miei sentimenti per Johanna e non avevo nessuna intenzione di lasciarmi coinvolgere in relazioni clandestine. Più semplicemente, un giorno rincasai e trovai l’appartamento vuoto: Johanna non c’era più, se ne era andata lasciandomi solo una lettera e una terribile sensazione di vuoto”.
Angèle non sapeva come fare a credere a quella notizia: “E perché se ne sarebbe andata? Se eravate così felici come dici, non aveva motivo di fare una cosa del genere! Non capisco...
Ecco, appunto: in quel momento, non sapevo cosa pensare: nella sua lettera, Johanna non dava spiegazioni, ma si limitava a chiedere perdono per la sua inaspettata fuga, dettata, diceva lei, dall’impossibilità di fare altrimenti. Onestamente, arrivai a pensare che, dopo qualche mese di convivenza, Johanna si fosse resa conto di non essere così felice accanto a me. Per questo, evitai di cercarla, ma raccolsi i miei bagagli e tornai a Parigi, seguito, poco dopo, anche da tutti i miei amici, che ormai erano stanchi di vivere su quell’isola e desideravano tornare nella loro città”.
Angèle ora fissava Christian, che, invece, era muto, assorto in chissà quale pensiero.
Be’?
Be’... Sono passati sei anni, altri sei lunghi anni di silenzio, durante i quali non c’è stato giorno in cui il pensiero di Johanna non mi abbia accompagnato. Sei anni che conosci benissimo, per averli vissuti accanto a me”.
Cioè? Fammi capire bene: tu non hai più rivisto né sentito Johanna da quel giorno in cui lei se ne andò senza una spiegazione?
Christian annuì: “Esattamente”.
Esattamente...” ripeté Angèle incredula.
… fino a questa mattina. Come sai, la sfrontatezza di Johanna non ha limiti e questa mattina ha pensato bene di suonare a quella porta senza un minimo di preavviso”.
Non parlare di sfrontatezza tu, che non sei da meno... E poi non hai pensato che magari voleva darti quelle spiegazioni che non volle o non ti poté dare allora?
Christian aggrottò il sopracciglio, come a voler ammettere di non aver avuto, almeno in quel momento, quel semplice pensiero.
No, non ci ho pensato. Anche perché, quando ho aperto quella porta e mi sono trovato davanti proprio Johanna, non è che io abbia avuto pensieri molto concludenti…
E dimmi, Christian: ritrovarsi come è stato?
Emozionante, non meno delle altre volte. Se posso trovare qualcosa di positivo in tutti gli addii che io Johanna ci siamo detti, quello è sicuramente l’emozione che si prova nel rivedere l’altro: la sorpresa, il cuore che batte all’impazzata, la gioia di scoprire che l’altro non si è mai dimenticato di te... Possono passare mesi o anche anni. Lunghissimi anni… Non importa, ogni volta mi lascia senza fiato”.
Ma, a questo punto, Johanna ti ha spiegato il motivo della sua improvvisa partenza, no?
Gliel’ho chiesto, certamente. E ne sono rimasto sconvolto”.
Perché? Cosa era successo?
Johanna mi ha confidato di avermi lasciato per tornare negli Stati Uniti per curarsi: aveva scoperto di avere un cancro al seno e - mi ha detto - non voleva la mia pietà. Così, ha affrontato tutto da sola. Inutile dirti che, se avessi saputo, l’avrei raggiunta anche in capo al mondo. Ovviamente, non per pietà ma solo per amore. Se solo non fossi saltato a conclusioni affrettate, chissà cosa sarebbe successo...” Christian sospese per un momento il suo racconto. “Quello che, invece, non capisco adesso è perché si sia affrettata a partire di nuovo. Sono stato veramente felice di rivederla, abbiamo parlato tanto, abbiamo passato una bella giornata insieme... e allora perché si è affrettata a risalire su quel dannatissimo aereo lasciandoci solo il tempo di un nuovo addio? Non so che pensare, sinceramente...” confidò Christian, tremendamente amareggiato. “Per un attimo, mi è sembrato che tutto fosse tornato come un tempo: Johanna era di nuovo con me ed io potevo stringerla, abbracciarla, baciarla… Mi dispiace dirti queste cose, Angèle, sinceramente. Ma non sono più in grado di nascondere quello che provo. Johanna aveva bussato alla mia porta, il desiderio più grande di tutta la mia vita, che credevo irrealizzabile, era lì, a portata di mano. Sembrava tutto perfetto. Perché è venuta se voleva andar via di nuovo? Perché, tra noi, deve sempre esserci di mezzo un aereo che parte? Perché se ne è andata? Perché?
Perché mi ha vista” confidò Angèle, interrompendo lo sfogo di Christian.
Cosa?
Ci ha visti insieme quando sono venuta a cercarti oggi pomeriggio e avrà pensato, come facesti tu quando ti trovavi su quell’isola, che non fosse il caso di rientrare nella tua vita. Ti confesso di aver notato questa donna che guardava da quella finestra con un’area molto amareggiata” spiegò Angèle “ma mai avrei potuto pensare che si trattasse di Johanna”.
Sei sicura di quello che dici?
Sì, sono sicura, soprattutto dopo che mi ha mostrato quelle fotografie. Sono passati tanti anni e siete tutti un po’ cambiati, ma era lei, sicuramente” insistette Angèle.
Ma no… No, non è possibile”.
Ascolta, Christian. Tu stasera sei stato sincero con me, come forse non sei riuscito ad esserlo mai fino ad oggi. Ora, voglio che continui ad esserlo anche in questo momento: guardami negli occhi e dimmi cosa hai provato quando hai aperto la porta e ti sei trovato di fronte a Johanna”.
Mah… Te l’ho detto. Ero molto emozionato, felice…” Christian era visibilmente imbarazzato.“Ho sentito un brivido corrermi lungo la schiena e sono rimasto come paralizzato per un paio di secondi. Poi ci siamo abbracciati e, in quel momento, siamo esistiti solo io e lei”.
Perfetto. Mi sembra molto chiaro quello che senti. Adesso, però, pensa a lei: cosa pensi che abbia provato lei, nel momento in cui vi siete abbracciati? Perché pensi che sia salita su un aereo e sia venuta a bussare a quella porta?”.
Aveva una riunione di lavoro a Parigi”. Christian tentò inutilmente di alleggerire la situazione.

“D’accordo, quello è stato il motivo ufficiale del suo viaggio. Ma, ripeto la domanda: perché pensi sia venuta a bussare a quella porta, Christian?
” ripeté Angèle, guardando negli occhi Christian, che, istintivamente, abbassò lo sguardo come se si sentisse colpevole. “Per te, Christian. È venuta per te, perché, probabilmente, sei ancora nei suoi pensieri, come lei è nei tuoi”.
Christian provò, ora, a sostenere lo sguardo di Angèle, che lo osservava con un’espressione molto tenera.
Prima del mio arrivo, oggi pomeriggio, avete passato tutta la giornata insieme. Come siete stati, Christian?”.
Bene. Molto bene”. Christian ora era occhi negli occhi con la sua amica. “Come se il tempo non fosse mai passato”.
Ci fu un lungo momento di silenzio e riflessione da parte di entrambi, poi Angèle trovò il coraggio di rivolgere a Christian la domanda fatidica.
Non pensavo che te l’avrei mai detto Christian, ma dimmi una cosa… che ci fai ancora qui?” Christian sembrava perplesso. “Perché non hai già preso il volo per gli Stati Uniti?
Tu dici che io… Pensi che dovrei… Credi che debba seguirla? No!” esclamò scuotendo il capo. “Non penso proprio che sia il caso”.
Christian si alzò dal divano, si affacciò alla finestra ed ammirò la luce della luna che filtrava in mezzo ai rami degli alberi del suo giardino.
No” ripeté, come per convincersi che quella era la cosa giusta da fare perché il suo destino voleva che il suo amore per Johanna non trovasse mai pace.
So di non essere Hélène o Nicolas, ma se posso darti un consiglio anch’io, Christian, non ti lasciar sfuggire questa occasione” disse Angèle alzandosi dal divano,  avvicinandosi a Christian e salutandolo con bacio sulla guancia. Poi si voltò verso la porta e se ne andò senza mai guardarsi indietro, lasciando che Christian la seguisse con lo sguardo fino a quando il cancello di ingresso non nascose l’immagine di quella donna alla quale non era riuscito a dare quello che, sicuramente, avrebbe meritato da parte sua.
Christian tornò a sedersi e riprese in mano l’album delle fotografie, rimasto poggiato sui cuscini del divano. Tornò ad osservare una ad una quelle vecchie istantanee: si rivide ragazzo, allegro, spensierato… un cocktail con gli amici al bar, le prove con il gruppo, un esame da superare insieme… E poi i giochi, gli scherzi, ma anche i torti, piccoli e grandi, e le lacrime, che hanno segnato il viso di tutti… Quel gruppo, sempre unito, nonostante tutto… Quel gruppo, che ha sempre creduto profondamente nel valore dell’amicizia… Quel gruppo, che ha visto nascere e crescere il suo amore... Il suo amore era lì, in quelle foto …
Si addormentò, stremato, sul divano, solo a notte fonda, dopo aver ripreso in mano tutti gli scatti, ordinatamente incollati su quell’album, che Johanna aveva voluto, affinché quegli attimi di vita non svanissero mai, dopo aver carezzato con il pensiero ogni momento immortalato dalla macchina fotografica, sognando che il ritorno di quel passato così rimpianto non rimanesse solo un desiderio irrealizzabile.

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Hélène e i suoi amici / Vai alla pagina dell'autore: ely_trev