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Autore: Dicembre    29/09/2012    1 recensioni
Inghilterra, 1347.
Di ritorno dalla battaglia di Crécy, un gruppo di sette mercenari è costretto a chiedere ospitalità ed aiuto a Lord Thurlow, noto per le sue abilità mediche. Qui si conoscono il Nero, capo dei mercenari, e Lord Aaron. Gravati da un passato che vorrebbero diverso, i due uomini s'avvicinano l'uno all'altro senza esserne consapevoli. Ne nasce un amore disperato che però non può sbocciare, nonostante Maria sia dalla loro parte. Un tradimento e una conseguente maledizione li poterà lontani, ma loro si ricorreranno nel tempo, fino ad approdare ai giorni nostri, dove però la maledizione non è ancora stata sconfitta. E' Lucifero infatti, a garantirne la validità, bramoso di avere nel suo regno l'anima di Aaron, un prescelto di Dio. Ma nulla avrebbe avuto inizio se non fosse esistita la gelosia di un mortale. E nulla avrebbe fine se la Madonna e Lucifero fossero davvero così diversi.
Genere: Drammatico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo Quarantadue - Lucifero
 
 
 
 
 
C'era silenzio e tutt'intorno l'aria sembrava muoversi lentamente, quasi fosse l'impasto denso e lattescente di qualcosa che non sta accadendo davvero, ma che viene semplicemente osservato. Non si ha il potere di cambiare una trama già scritta e non si può pensare d’intervenire ad interrompere un evento già accaduto.
 
Era così che Matthias si sentiva, di fronte a quell'immagine di Alec e Jude che rimaneva fissa di fronte a lui, ma che, in realtà, era troppo lontana da raggiungere.
 
Aveva pronunciato un nome, qualcuno gliel'aveva suggerito ma non capì chi.
 
Ma soprattutto non capì assolutamente che cosa volesse dire quel nome, perché l'avesse pronunciato e perché Alec si fosse fermato d'improvviso e l'avesse guardato… L'avesse guardato con astio.
 
Sì, perché s'affollavano mille luci in quegli occhi turchesi al di là del vetro, ma quella principale era ostilità.
 
Perché Alec lo guardava così?
 
Ciononostante, il biondo non aveva firmato il foglio, s'era fermato – esitando.
 
Per quanto lo guardasse con odio, Alec aveva esattamente fatto quello che lui voleva facesse.
 
Jude era una figura marginale che non comparve in quell'immagine statica e densa, se non quando disse:
 
"Firma!"
 
Il gioco di sguardi fra Alec e Matthias s'interruppe e il biondo si voltò verso l'uomo in casa sua:
 
"Lo devo fare entrare?" gli chiese indicando, con la penna che ancora teneva in mano, Matthias fuori dalla finestra.
 
"No, non è necessario…"
 
Alec sorrise, sollevato. Vedere i suoi lineamenti rilassarsi così tanto e sorridere, ferì Matthias più di quanto il moro avrebbe potuto credere.
 
Eppure qualcosa in lui gli stava dicendo che Alec aveva ragione a diffidare.
 
"Alec…" sentì le sue labbra pronunciare, toccando con la mano il vetro che lo separava dall'appartamento del biondo.
 
"Io non voglio che entri"
 
"Lui non deve entrare, interferirebbe con noi"
 
Alec aggrottò la fronte.
 
"Esiste un noi?"
 
"Certo" gli sorrise Jude, "siamo io e te e tutti quelli come noi"
 
"Anche tu…?"
 
"Firma e scoprirai tutto tu stesso"
 
Alec strinse la penna che aveva in mano e guardò Matthias.
 
"Perché mi fai questo?" gli chiese, senza capire lui stesso che cosa volesse dire con quelle parole. Scosse la testa "No… non posso certo lasciarlo lì fuori…"
 
"Firma!!"
 
Alec si fermò di colpo, lasciando cadere la penna. L'urto col pavimento fu attutito dalla moquette e sembrò così lontano che Alec guardò la penna per terra, per essere sicuro fosse davvero lì.
 
"No…C'è qualcosa che non va"
 
"E' tutto nella tua testa, Alec, sono tutti sogni"
 
"Questo è diverso. Questo è diverso! Questo non è un sogno….C'è qualcosa…Qualcosa che non capisco e che sta succedendo. Perché non voglio farlo entrare?" chiese a se stesso, smettendo d'improvviso di parlare con Jude.
 
Si avvicinò al vetro, appoggiando la mano dove l'aveva appoggiata Matthias, i loro palmi combaciavano:
 
"Perché non voglio farti entrare?"
 
Matthias non sapeva rispondere, e non cercò di persuadere il biondo ad aprire la porta. Non riuscì a dire niente.
 
"Perché…" gli bisbigliò Alec "Perché m'hai chiamato con quel nome?"
 
"Adesso basta!" Jude quasi gridò, spazientito. "Non capisci che è tutta colpa sua? Se lui avesse fatto quello che ci si aspettava facesse, non saremmo arrivati a questo punto! Se lui fosse stato diverso, se fidarsi di lui non fosse stato un errore…"
 
"Che cos..."
 
Ma Alec non riuscì a terminare la frase perché tutto intorno a lui prese fuoco e s'incendiò. D'improvviso fiamme alte e rosse s'accanirono contro le pareti, e per tutta la stanza. Il vetro che separava Matthias da Alec andò in frantumi.
 
Le fiamme che circondarono i tre uomini nella stanza non emettevano alcun calore. E non bruciavano niente.
 
"Sto impazzendo del tutto" disse Alec indietreggiando "Cosa…" inciampò nel tappeto, ma non cadde per terra: Matthias lo teneva ben saldo
 
"No…" gli disse "le vedo anch'io"
 
"No…" disse  Jude in un singulto, per il quale gli altri due lo guardavano attoniti. Stava piangendo?
 
"No, per…"
 
"Shhhh" rimbombò una voce "Non dire nulla"
 
Comparvero, fra le fiamme, due occhi di brace. Poi prese forma intorno a loro un viso incandescente prima, poi più definito. Bellissimo.
 
"Chi sei?"
 
"Non fare domande sciocche" rispose la figura appena uscita dal fuoco " Sai benissimo chi sono"
 
Jude indietreggiò.
 
Il fuoco di poco prima si spense velocemente com'era comparso, e fu sostituito da una luminescenza prima azzurrina, poi così intensa da accecare
 
"Mi hai seguito…" bisbigliò Lucifero a Maria, la quale annuì
 
"Come posso crederti? Rinuncerai davvero?"
 
Lucifero non disse nulla, ma i suoi occhi si spensero, per un istante, poi ripresero ad ardere.
 
Alec sapeva benissimo chi aveva di fronte, lui conosceva bene quella donna.
 
"Mia Sign…"
 
"No, Alec, Madre. Chiamami madre, come hai fatto tempo fa" Maria si avvicinò al biondo "Una madre che ha rischiato la vita di uno dei suoi figli più belli…" L'abbracciò, illuminandolo con le sue mani "Per questo io ti chiedo di perdonarmi"
 
"Strappalo" gli disse Lucifero "Strappa quel foglio"
 
Alec tremò.
 
"Ma…"
 
"Perché?" Jude si frappose fra i due "Perché dovrebbe strapparlo? Non erano questi i patti, non…"
 
"I patti?" fu Matthias questa volta a parlare. C'era qualcosa che gli stava bloccando la lingua da quando aveva pronunciato il nome di Aaron, ma quella parola, patti, aprì un altro spiraglio nella sua mente, che gli fece ricordare un altro pezzetto del suo passato.
 
"Patti…"
 
"Matthias si sta ricordando tutto, Jude, ormai non hai più tempo!"
 
"Perché…Perché sei qui?"
 
Ma Lucifero non rispose all'umano e lo guardò a lungo.
 
"Sai bene" gli disse dopo un lungo silenzio "Che se in questa stanza non ci fosse Beatitudine, saresti già morto per avere osato parlarmi così".
 
Jude tremò.
 
"Esatto" continuò Lucifero "Beatitudine è la Mia Signora"
 
Jude si voltò verso Maria terrorizzato da quanto appena sentito, atterrito dalla blasfemia di quelle parole.
 
"Non può essere…"
 
Lucifero sorrise di uno di quei sorrisi di cui solo lui era capace, che nessun umano avrebbe mai desiderato vedere.
 
"Trai conclusioni troppo affrettate, sciocco" Poi si girò verso Alec che stringeva fra le mani il suo foglio bianco ed era avvolto nella luce di Maria "Visto così, mi dispiace davvero lasciarti andare… E capisco fin troppo bene il desiderio di Maria di volerti tenere tutto per sé. La tua anima brilla come raramente m'è capitato di vedere in un umano. Ma ora strappalo…"
 
Vedendo gli occhi vitrei di Alec, ripeté a bassa voce "Strappalo"
 
Nessun umano è in grado di rifiutare un ordine provenuto direttamente dalle labbra di Lucifero: è impossibile per chiunque, fosse persino santo, non eseguire quanto dettogli.
 
Alec afferrò due lembi di quel foglio bianco che gli avrebbe salvato la vita, per strapparlo. Per recidere così l'unica speranza che gli era stata concessa in quegli anni di follia.
 
Vide Lucifero sorridere e Maria sgranare gli occhi. Ma prima che potesse dare forza alle mani, sentì qualcuno scagliarsi contro di lui.
 
"Non puoi, assolutamente. Non posso permetterti…" Jude aveva gli occhi iniettati di sangue, s'era gettato sul biondo cercando di strappargli il foglio dalle mani.
 
Matthias lo prese per la maglia e lo scaraventò lontano.
 
"Aaron"
 
"Tu ricordi?"
 
Matthias si portò una mano alla tempia "Sta' lontano da lui…"
 
"Tu non capisci…"
 
Ma le mani che afferrarono di nuovo Jude non erano le mani levigate del moro, non erano mani poco avvezze ai lavori manuali. Erano mani ruvide, con la pelle bruciata dal vento.
 
Jude rimase attonito a guardarle, a guardare i lacci di cuoio che gli circondavano i polsi, a guardare quel callo lineare e lungo che conosceva   più che bene.
 
"E' troppo tardi davvero, dunque?" la voce di Jude si sciolse nell'aria sopraffatta dal rumore di carta strappata.
 
Jude s'accasciò per terra, non rendendosi conto di piangere.
 
"E' dunque impossibile per me essere felice?"
 
Maria di nuovo abbracciò Alec, tremando. Le sue dita delicate accarezzarono i capelli del biondo che teneva ancora in mano due pezzi di carta, inutili oramai.
 
"Perché…?" Jude chiese "Perché proprio tu, che volevi l'anima di Aaron per te, proprio tu Lucifero..?"
 
"Un suo sorriso e una sua lacrima" spiegò Lucifero indicando Maria "valgono più che l'anima di un prescelto nel mio regno. Le è bastato chiedermelo. Maria mi ha chiesto di salvarlo, non doveva fare altro. E io ho esaudito il suo desiderio…"
 
"E il mio? Che ne è stato del mio?"
 
Lucifero sorrise "A me non interessa nulla né di te, né di nessuno di loro" disse indicando Alec e Matthias. "Avere l'anima di Aaron nel mio regno sarebbe stato un bello smacco per Dio ed estremamente divertente per me." disse sorridendo "Ecco perché ho permesso ad Esse di scendere a patti con te. Ma di te o di quello che ti succederà, davvero, non m'interessa. Verrai da me, probabilmente, quando morirai." Si strinse nelle spalle, fingendo un'aria d'impotenza che le sue parole contraddicevano "Ahimè" e poi rise.
 
Maria si girò verso di lui.
 
"Mi bastava chiederlo?"
 
Lucifero annuì.
 
"Come vedi, non ho mentito. Puoi vederla come una rivincita d'orgoglio, puoi vederla come l'ennesima prova di chi è il più forte fra l'Inferno e il Paradiso…Oppure puoi vederlo come un regalo mio per te. Puoi fare ciò che vuoi…"
 
Maria lo guardò, mentre di nuovo le fiamme riempivano la stanza.
 
"Aspetta"  disse la Madonna sporgendosi in avanti e protendendo la mano verso Lucifero
 
 
 
"Io non posso neanche toccare quella mano… Vieni nel vento, cosicché io possa riascoltarlo cantare fra i tuoi capelli. Sarà un ringraziamento sufficiente". E poi scomparve, lasciandosi alle spalle i mille quesiti che né Jude, né Matthias, né tantomeno Alec riuscirono a fargli: non avrebbe mai risposto.
 
Era stato un gioco o forse, come aveva detto lui stesso, un rivincita. Forse davvero aveva solo provato che, se avesse voluto, avrebbe potuto prendere con sé una delle anime più belle della terra…Ma che cosa gli interessava? Nulla. In un regno già stracolpo di mortali e già tempestato di ricchezze, forse la luce di Alec si sarebbe persa in mezzo alle altre. Il sorriso di Maria, quello no. Lui, che poteva vederlo così raramente, sapeva quanto invece lui stesso oscurasse tutto intorno a sé.
 
La Madonna teneva ancora fra le braccia Alec, stretto al suo petto.
 
“Sei libero”
 
“Sono libero mi dici…eppure non capisco. Chi sono io? E chi sono loro? Cosa sono questi sentimenti di paura? Di abbandono…”
 
Maria non gli rispose, limitandosi a sorridere.
 
“Io davvero… Non capisco”
 
Jude, fra le lacrime che non smettevano di scendere, chiese: “Perché mi hai abbandonato? Perché hai scelto lui a me?”
 
Maria si girò verso di lui.
 
“Tu stesso hai scelto, non io. Hai barattato te stesso, ma ti sei perduto…”
 
Alec fece per parlare di nuovo, ma la Madonna alzò la mano.
 
“Capirete vedendo ciò che è successo. Capirete ricordando. Ora è tempo che io vada, c’è chi mi aspetta, vi lascio in mani sicure…” sorrise “Ci rivedremo quando sarà il tempo” disse poi rivolta ad Alec “Continuerò a vegliare su di te.”
 
Baciò il biondo sulla fronte e poi scomparve, svanendo nell’aria.
 
Con la scomparsa di quella luce intensa, la stanza piombò in un buio profondo. Il silenzio che regnava fra quelle mura era irreale, non si udiva respiro, né le lacrime di Jude, nonostante questi continuasse a piangere.
 
Il foglio strappato iniziò ad ardere di una luce bianca, che illuminò un pochino la stanza.
 
Intorno alla fiammella una mano, poi prese forma la figura di un uomo dai capelli lunghi e bianchi. .
 
“Questo è il passato” disse Ayel “ora vi appartiene”.
  
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