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Autore: Yumeji    30/09/2012    4 recensioni
Alfred e Francis cominciano una discussione che non avrà buon esito, difatti, si sfidano a chi conquisterà per primo il cuore di un certo inglesino scontroso e piuttosto associale... Non è detto però che Arthur accetti benevolmente la corte di questi due, e se fosse già impegnato?
Ecco a voi i tentativi "assurdi" (e con risultati demenziali) di due nazioni che hanno avuto la pessima idea di giocarsi l'amore di Inghilterra...
Avvertenza: Potrebbe contenere azioni altamente "fuori dal normale"
[Scusate la lunga assenza]
Genere: Comico, Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: America/Alfred F. Jones, Francia/Francis Bonnefoy, Inghilterra/Arthur Kirkland
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Tentativo n°4: Il risveglio della principessa (seconda parte )

Cap 3.5
Giocatore n2: Alfred F. Jones


[–0 0:48:59h all’esplosione ]
Era mattino presto e un leggero profumo dolce e tostato alleggiava per la casa di Inghilterra.
Tutto sembrava andare per il meglio e un piacevole cielo sereno si stagliava all’orizzonte, il sole di fine autunno faceva capolino tra le rare nubi che solcavano la distesa azzurrata e nulla sembrava presagire il disastro che, di lì a poco, si sarebbe venuto a creare.
Alfred si svegliò di buon umore con quel odore di cibo che gli stuzzicava le narici e, pigramente, si rigirò sul divano sul quale aveva passato la notte, stiracchiandosi lentamente simile ad un gigantesco gatto in sovrappeso. Aveva il cervello intontito, non era sua abitudine alzarsi tanto presto (per due giorni di fila, poi), lui era un nottambulo e ciò significava vivere la sera per dormire la maggior parte del giorno o, come minimo, sino al pomeriggio.
- Whauuf..!- sbadigliò nell’alzarsi in piedi, rischiando di calpestare gli occhiali, i quali, durante il sonno, gli erano scivolati sul pavimento.
Faticosamente si chinò a recuperarli, perdendo però quasi l’equilibrio nel farlo.
Per non cadere si afferrò velocemente alla prima cosa che gli capitasse sottomano, in questo caso, il piccolo tavolino al suo fianco, ma (essendo troppo pesante), ebbe come unico risultato quello di rovesciarlo a terra, insieme a tutto ciò che vi trovava posto sopra.
Un preziosismo vaso dall’aspetto assai antico e dalla manifattura visibilmente orientale si disperse in tanti piccoli cocci sul suolo del salotto e, inconsapevolmente, Arthur (ancora beatamente addormentato al piano di sopra), perse uno dei regali fattigli da Hong Kong al tempo in cui era una sua colonia.
– Cazz..! – esclamò l’americano (inforcati gli occhiali), raddrizzandosi di scatto in tutti i suoi 187 centimetri di altezza, andando cosi a sbattere contro il mento del povero Francis, appena accorso dalla cucina allarmato dal rumore improvviso.
Il francese soffoco un grido di dolore rannicchiandosi su se stesso, ancora tutto dolente per il pestaggio involontario della sera prima da parte del suo adorato inglese.
Alfred invece si tastò indifferente la nuca, avvertendo come la puntura di un insetto.
- Laid idiot! Cosa hai combinato?! – gli urlò contro Francis, un tantino isterico e con le lacrime agli occhi, “il mio splendido viso è ormai completamente rovinato!” pensò, perché quei due non provavano almeno un po’ di compassione per la sua stupenda persona?
Si vedeva che erano parenti!
- Oh, France! – lo salutò l’americano innocentemente, portando poi l’attenzione sui poveri resti del vaso -... Ah, non preoccuparti per questo – lo tranquillizzò con un sorriso smagliante, da pubblicità di dentifricio, - Da eroe sistemerò io la faccenda! – e, a quelle parole, l’altro lo degnò appena di uno sguardo di sufficienza, totalmente scettico.
- Vuoi che ti porti un po’ di colla..?- chiese con una malcelata ironia, anche se in realtà non poteva essere troppo sicuro che, la mente infantile di America, non avesse partorito proprio la malsana idea di ricostruire da solo l’antico manufatto. Chissà quale obbrobrio ne sarebbe uscito fuori? Si disse sorridendo malizioso, a quella vista Arthur si sarebbe di certo infuriato.
- Ma sei pazzo!? Ricostruire quel pezzo da museo con solo un po’ d’attack? – lo stupì Alfred, sembrava aver più sale in zucca di quanto non sembrasse.
- Quindi il tuo piano sarebbe..?- lo invitò incuriosito lui, osservandolo mentre si chinava a raccogliere i vari pezzi sparsi sul pavimento,
- Eye does not see, the heart does not hurt...- citò lui alzando un lembo del tappeto, per poi nascondervi i resti del vaso.
- M-ma cosa sei un bambino che nasconde la marachella alla madre?!- si stupì Francis, sconvolto da un atteggiamento tanto... Tanto(?). Non aveva parole per definirlo!
- Perché tu avresti fatto di meglio? – lo fronteggiò alzandosi in piedi, superandolo in altezza di 10cm buoni,
- Certamente petit héros, ti ricordo che c’è un cestino in cucina – ribatte con un sorriso sfrontato di fronte al suo atteggiamento di sfida.
- Thò... Hai ragione! – si rese conto Alfred tornando alla sua solita espressione sorridente, ridendo allegro. Quel ragazzo avvolte sembrava privo di una qualunque malignità, si disse Francis, ma doveva essere solo una pura facciata.
Ne era sicuro, gli stava nascondendo qualcosa.
Infondo, lui era pur sempre America.
– Bene! Andiamo a fare colazione – lo precedette tranquillamente dirigendosi verso la cucina, attraversando poi l’arco che divideva il salotto dal corridoio e iniziando successivamente  a correre non appena raggiunta la soglia.
La cucina si trovava poco più avanti rispetto al soggiorno, sulla parte opposta del pian terreno, e si affacciava sulla fine della scalinata per andare al piano di sopra.
Troppo tardi Francis si rese conto dei motivi di una tale fuga da parte sua,
- No, non fare del male alle mie brioche!!! – urlò spaventato (esageratamente melodrammatico), partendo all’inseguimento, “Non può farmi una cosa simile!” pensò rabbioso, “ho preparato con tanta cura la colazione per Arthùr! Non gli permetterò di rovinamela!”
[...]
Ormai Alfred già si trovava davanti alla porta della cucina quando l’altro cominciò a percorrere il corridoio, ed un espressione scaltra e furbesca, anzi (trattandosi di lui), birichina, gli si era dipinta sul volto, dandogli un aria stranamente intelligente. Non gli era stato difficile intuire le intenzioni di Francia, quel profumino tanto invitante era già un chiaro segno e, infondo, era stata quasi una fortuna che avesse rotto quel pezzo da museo, non aveva dovuto trovare una scusa per allontanarlo dalla colazione che tanto amorevolmente aveva preparato. “Non posso lasciargli fare una cosa simile! La nostra è pur sempre una gara, se prendesse troppi punti con Iggy io sarei finito!” si diceva, ben conscio che non sarebbe mai stato in grado di rifarsi se si trattava di cibo. Aveva pur sempre imparato a cucinare da Inghilterra.
E poi cosa c’era di male nel sabotare il proprio avversario?

Giocatore n1: Francis Bonnefoy
[-00:32:16h all’esplosione]
- Nuooo!! – gridò drammaticamente Francis, gettandosi contro l’americano in un tuffo degno di un atleta olimpionico, ma mancandolo completamente l’obbiettivo, finendo con un tonfo a faccia a terra.
America lo degnò appena di uno sguardo alzando leggermente il sopracciglio destro, confuso. Cosa aveva appena cercato di fare? Si chiese dedicandogli poi un sorriso vittorioso, dopo una batosta simile non si sarebbe alzato in piedi tanto presto. Avrebbe avuto tutto il tempo per aggiungere il proprio personale ritocco alle sue ricette.
- Fermo lì, brutto panzone! – probabilmente Alfred lo aveva sottovalutato, la resistenza del francese era migliore di quanto si aspettasse. Oramai aveva già la mano sulla maniglia della porta quando si accorse che “il nemico” aveva colmato la poca distanza che li separava strisciato sino a lui, avvinghiandosi alla sua gamba come un koala al proprio ramo di eucalipto.
- Sei disperato France... – non riuscì a far a meno di ridere l’americano nel guardarlo, in quel momento non lo riteneva per nulla una minaccia, infondo, “lui era America” cosa avrebbe potuto fargli?
C’era troppa differenza fra loro, ma non fece in tempo a pensarlo che Francis, mollata la presa dal suo arto inferiore, scattando veloce in piedi con un balzo (alla fine mangiare cosce di rana gli era servito a qualcosa) tese il braccio teso verso il volto. -... cos’? France! – esclamò Alfred nel vedere all’improvviso il mondo farsi opaco ed indistinto, i contorni degli oggetti che si confondevano l’un l’altro.
Gli aveva appena rubato gli occhiali!
- Vediamo adesso come farai adesso héros…- sorrise il francese furbescamente, stando ben attento di tenere l’oggetto in questione lontano dalla sua portata, con quelli in mano aveva un vantaggio non da poco sull’avversario, essendo questi quasi totalmente cieco senza di essi.
- Que…questo non vale! – protestò infantilmente, visibilmente infuriato per l’accaduto, gli  bruciava l’essersi fatto fregare come un idiota.
- Parlò quello che voleva sabotarmi la colazione – replicò l’altro indietreggiando di quanti passi Alfred avanzava, muovendo le mani alla cieca nella disperata ricerca dei suoi occhiali.
- Ridammeli sottospecie di french snail! – continuò a protestare Alfred tra le risate di Francis, il quale continuo a prendersi gioco di lui appoggiandogli l’oggetto tanto agognato proprio davanti agli occhi, per poi ritirarlo subito dopo.
- Ah… c’eri quasi petit héros! – lo sfotteva amabilmente Francia,
- Brutt…- si alterò ancor di più lui, deciso a farla finita al più presto con quello stupido giochetto.
BIIIP-biip
Un acuto suono distrasse però il francese dal suo divertimento,
- Sono pronte le mie brioche! – esclamò in preda ad un leggero allarme, se le lasciava nel forno troppo allungo rischiavano di bruciarsi. E si dimenticò momentaneamente dell’americano di fronte a se, il quale approfittò del momento per placcare il suo avversario come avrebbe fatto un qualsiasi giocatore di rugby semiprofessionista (o wrestler ), gettandosi contro, buttandolo a terra con la sua “dolce” mole (la quale non aveva nulla da invidiare ad un giocatore di rugby semiprofessionista o a un wrestler).
Francis batté malamente la testa sul pavimento e la mano perse la presa sugli occhiali. L’oggetto compì un volo ad arco attraversando quasi per intero la lunghezza del corridoio, andando ad appendersi per una stanghetta all’aggancio dell’appendiabiti che stava vicino alla porta d’ingresso.
Veloce, prima che il francese potesse riprendersi dal leggero intontimento che gli aveva causato il colpo, America scatto in piedi, aveva seguito con lo sguardo la direzione degli occhiali e, anche sa a causa della miopia li aveva persi di vista, aveva intuito dove fossero sbalzati.
“Vediamo cosa dice il mio oroscopo della settimana: Cancro – il vostro comportamento avvolte subdolo potrebbe causarvi delle brutte batoste. Fate attenzione a chi pestate i piedi! – Per una volta c’ha visto giusto” vaneggiò la mente di Francis vagando in una leggera nebbiolina rosetta, fino a che gli unici due neuroni sani rimastigli non si scontrarono tra loro facendo manovra, rimettendogli finalmente in moto il cervello.  “Thò… ma anche America è del cancro!” ricordò mentre gli occhi si accendevano di una pericolosa luce minacciosa.
- I miei occhiali… i miei occhiali – ricercava disperato Alfred, gattoni a terra mentre cercava con ben pochi risultati le lenti.
Era cosi intento nella ricerca che non si accorse del lento avvicinarsi del francese, il quale aveva avuto il tempo di rialzarsi.
- Attaccò a sorpresa! – urlò Francis saltandogli alle spalle, aggrappandosi a lui passandogli un braccio intorno al collo, in un versione mal riuscita di una presa soffocante.
- La… lasciami! – gli ordinò America alzandosi di colpo in piedi, agitandosi per liberarsi dalla sua stretta, ma il francese, testardo, non demordeva, attaccato come una cozza ad uno scoglio.
Nel dibattersi con l’altro sulle spalle, Alfred non si accorse di colpire ripetutamente all’appendiabiti su cui trovavano posto, in un equilibrio al quanto fragile e precario, i suoi occhiali. I quali, infine, caddero a terra.
CRUCK!
- Cos’è stato? – si bloccò d’improvviso l’americano, raggelato da quel suono,
- Non chiederlo a me, sei tu quello che si dibatte come un forsennato – replicò Francis con un leggero sudore freddo sulla fronte nell’incrociare lo sguardo dubbioso dell’altro.
Entrambi avevano già intuito cosa fosse stato.
- I miei occhiali!!- si disperò Alfred chinandosi a terra per raccoglie l’oggetto mentre il francese gli scendeva dalle spalle, allontanandosi alla chetichella sentendosi un poco colpevole. – La lente si è incrinata! – esclamò rabbioso,
- Bhé… Il tuo oroscopo ti avverte che è un periodo un po’ sfortunato – tentò di sminuire il francese, - e poi sei stato tu a calpestarli – gli ricordò prima di darsela a gambe, lasciando dietro di  se solo una sagoma di polvere.


Giocatore n2: Alfred F. Jones
[-00:24:56h all’esplosione]
Approfittando della distrazione dell’americano Francis si era barricato in cucina, sprangando la porta con una sedia, unico oggetto non troppo pesante con cui riuscì ad asserragliarsi nella stanza. “Vediamo adesso cosa farai, petit héros “ pensò malignamente sostando sulla porta, pronto ad un eventuale tentativo di sfondamento da parte dell’altro.
Tentativo che però, stranamente, non arrivò.
Turbato di non essere riuscito a prevedere la reazione dell’americano, Francia continuo ad attendere, aspettandosi magari che un tronco d’albero, usato come ariete, sfondasse il sottile muro che lo separava dal corridoio dove aveva lasciato Alfred, ma nulla.
I secondi trascorsero e ancora niente.
- Ma che...? – cominciò a chiedersi quando un leggero odore di fumo invase la cucina, - Le mie brioche! – esclamò improvvisamente voltandosi verso il forno, indossando alla svelta il grembiulino rosa che aveva abbandonato poco prima su una sedia.
Era stato cosi preso d’America da scordarsi di controllarle e adesso stavano bruciando! “Porc.. alla fine quel ciccione è riuscito davvero a rovinarmi la colazione” imprecò tra se e se aprendo la finestra che aveva al suo fianco, quella che dava sul giardino sul retro della casa. L’odore di bruciato si era espanso velocemente, divenendo quasi insopportabile. “Aspetta! Forse se tolgo la parte bruciacchiat…” pensò andando a tirare fuori le paste dal forno, ma Francis non raggiunse mai le sue tanto agogniate brioche.
Qualcosa o, per meglio dire, qualcuno glielo impedì.
Un braccio si infilò dalla finestra, afferrando il retro dell’imbarazzante grembiule che il francese portava, riuscendo a trascinarlo, nonostante gli urli e le resistenze, le quali provocarono il rovesciamento e la distruzione un altro tavolino e vari oggetti fragili (NOTA: Iggy per addormentarsi prende dei sonniferi, ecco spiegato perché non ha sentito nulla di questo casino), all’esterno dell’abitazione.
- Ma tu sei tutto scemo!?- gli urlò Francis infuriato, ritrovandosi buttato malamente a terra quando America mollò bruscamente la presa,
- No, pensavo solo che qui fuori avremmo discusso meglio – replicò altrettanto furioso Alfred, non gli era affatto piaciuto lo scherzo degli occhiali (e chi è orbo quanto lui può comprenderne il motivo). La sua figura si era fatta cupa e minacciosa, tanto che, ad un tratto, nella mente del francese balenò l’immagine della sua adorata nazione presa di mira da un migliaio di missili americani a testata nucleare.
- Senti, se ti sei arrabbiato per la storia degli occhiali, non ti devi preoccupare… Te li ricomprò – si fece improvvisamente ragionevole Francis, l’altro aveva iniziato a schioccarsi minacciosamente le nocche, un espressione scura e inquietante a segnarli il volto. – Vu-oi una brioche?- gli propose quando l’altro lo afferrò per il collo della camicia, arrivando quasi a sollevarlo di peso da terra per tirarlo su.
A fatica il francese riusciva a tenersi sulla punta dei piedi. – IIIIIH! La-faccia-no, la-faccia-no, la-faccia-no! – lo pregò con un urletto irritante e ben poco mascolino, trovandosi il pugno dell’altro teso in alto, pronto a scagliarsi contro di lui.
Biiip-biip-biiip-biiiiiiiiiiiiiiiip-biiiiiiiiiiiiip!!!
- La smetti di urlare? Non ti ho ancora fatto nulla!!- si bloccò l’americano a metà dell’atto, trovando sempre più fastidiosa la voce di Francis,
- Guarda che non sono io – negò confuso, riuscendo però a svincolarsi dalla sua presa.
Per un istante calò il silenzio tra loro mentre quel fastidioso biiiiip continuava a fare da sottofondo.
Entrambi ebbero lo stesso pessimo presentimento.
[-00:08:38h all’esplosione]
E, quando si voltarono verso l’abitazione, una nuvola di nero fumo aveva preso ad uscire dalla finestra della cucina, cominciando a tingere il soffitto di un intenso color fuliggine.
- La casa di Iggy!- esclamò sconvolto Alfred,
- Le mie brioche!!- si disperò invece Francis.
- This is all your fault!!/ Tout cela est de votre faute!! – si urlarono a vicenda ignorando il disastro che si stava compiendo davanti ai loro occhi, - Colpa mia?! È solo colpa tua!! – continuarono, ma l’ennesimo bip dell’allarme gli interruppe.
[-00:07:13h all’esplosione]
- Smettiamola, stare qui a discutere non servirà a nulla – ragionò il francese,
- Concordo. Forse siamo ancora in tempo a sistemare le cose – convenne Alfred,
- Quindi nemmeno tu hai intenzione di andare a svegliare Arthùr, vero? – volle esserne sicuro,
- E farmi uccidere da Iggy? Ma neanche per sogno..- confermò lui, - lo andremo a svegliare solo se le cose si faranno tragiche e, se accadrà, daremo la colpa ad una fuga di gas – propose con l’approvazione dell’altro, accordandosi tranquillamente sulle altre cose da dire ad Inghilterra (nel caso fosse accaduto il peggio), trascurando nuovamente il principio d’incendio che si stava manifestando sotto ai loro occhi.
[-00:04:01h all’esplosione]
- Bene! Adesso però dovremmo fare il giro della casa per rientrare, da quella finestra esce troppo fumo, mi ricoprirei di fuliggine- decise infine Francia.
[-00:0:45h all’esplosione]
-Perché non si apre!?- esclamò confuso Alfred trovandosi davanti alla porta della cucina,
- Ah, l’avevo bloccata con una sedia..- ricordo Francis assottigliando lo sguardo, forse quello era un problema.
[-00:00:20h]
 -… Però credo che, con quelle tue belle spalle, non sarà cosi difficile buttare giù la porta – lo adulò con un sorriso talmente falso che l’americano fu tentato di usare la sua testa per abbattere la soglia.
[-00:00:10]
- Fatti in là..- lo invitò con un ghigno strafottente, infondo, essendo un uomo, ogni scusa era buona per far bella mostra dei suoi muscoli,
[-00:00:09]
- Avanti, petit héros!- lo incoraggiò l’altro, facendosi ragazza pon-pon (non quel grembiulino non ci andava poi tanto lontano).
[-00:00:05]
Bastò un'unica spallata di Alfred e la porta in legno si accartocciò su se stessa, spezzando anche la sedia che la teneva in piedi.
- Forza, mio héros!- esultò Francis.
[-04]
- Non è stato nulla di che..- fece il finto modesto America risistemandosi gli occhiali sulla radice del naso, in una posa cosi detta “figa”.
[-03]
-Forse…-
[-02]
-… salverò… –
[-01]
- … le mie brioche! – furono le ultime parole di Francia.
[-00]

Ka-Bhooom!

[…]


Di ciò che accadde inseguito ne siamo già a conoscenza: Francis e Alfred furono investiti in pieno dall’esplosione ma, essendo Nazioni, non crepavano cosi facilmente.
Da eroe quale era America trasportò (anzi, portò in salvo), tutto l’arredo del soggiorno di Arthur nel giardino sul retro di questi.
Francis, invece, corse immediatamente fuori dall’abitazione (rinunciando a malincuore all’idea di recuperare le sua brioche), rischiando poi un collasso nel vedere il proprio volto riflesso su di uno specchio che l’americano aveva portato fuori (insieme a tutto il resto). Sembrava un cane! Perché, perché la vita con lui doveva essere cosi crudele, si disperò.
A nessuno dei due, nel susseguirsi di quei tragici momenti, venne in mente il povero e innocente inglese che stava beatamente dormendo nel proprio letto.
Per questo motivo entrambi i giocatori si attirarono le ire di questi e... Vagarono per quasi una settimana nella selva inglese.




G1: Francis Bonnefoy
Punteggio odierno: + 3.000 (per aver preparato la colazione);
– 2.000 (per averla bruciata);
- 5.000 (per essere l’indiretto responsabile della distruzione dell’abitazione di Inghilterra);
- 10.000 (per aver perso l’opportunità di salvare la vita ad Arthur).
Tot: - 14.000 + PUNTI BONUS

G2: Alfred F. Jones
Punteggio odierno: + 6.000 (per aver salvato il soggiorno di Inghilterra);
- 4.000 PENALITÀ (per aver atteggiamento sleale nei confronti dell’avversario);
- 3.000 (per aver partecipato indirettamente alla distruzione dell’abitazione di Inghilterra)
- 10.000 (per aver perso l’opportunità di salvare la vita ad Arthur).
Tot: - 11.000 + PUNTI BONUS

RISULTATO SFIDA3: Winner is G2 con -11.000
Punti necessari per la conclusione del gioco (min.):  39.000
o in alternativa una confessione d’amore da parte di Arthur.
p.s: I punti bonus verranno calcolati e aggiunti al punteggio totale solo a gioco concluso.


[…]
- E tu la chiami vittoria? Se siamo entrambi sotto la soglia della zero?! – protestò Francis,
- Ho comunque 3.000 punti di vantaggio – ribatte Alfred rimettendosi il taccuino segna punti nel taschino interno della giacca.
- Vedrai quando usciremo di qui: sarò io ad avere l’amore di Arthur!- si infervorò il francese, forse anche troppo, non accorgendosi della radice che gli intralciava la strada, spalmando cosi la sua bella faccia nel terreno fangoso dopo l’ennesima notte di pioggia.
Gli sarebbero voluti ancora tre giorni prima di tornare alla civiltà.



---
Mi dispiace, non ho scusanti per questa lunga attesa, spero solo che il capitolo vi piaccia.
Mi metterò d’impegno per non farvi attendere troppo il prossimo capitolo, ringrazio chiunque mi segua e apprezzi la  mia storia (vi voglio bene    ! *3* )
Ah, per correttezza i compleanni delle due nazioni (prima di scrivere questo capitolo non avevo notato che avessero lo stesso segno zodiacale xD xD ): Francia nasce il 14 luglio, America il 4 luglio.
  
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