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Autore: ScratchThePage    30/09/2012    1 recensioni
Cordelia dice di provenire da un posto molto lontano e che può ritornarvici solo se incomincia a comportarsi meglio con il prossimo. Impresa che non le risulterà alquanto facile quando scoprirà che, assieme a una banalissima prenotazione in un albergo, ha sigillato un patto con il diavolo. Le tentazione per cadere ancora in fallo saranno molte, ma non sarà l'unica a dover fare i conti con i propri peccati: altre tre presone hanno prenotato nel suo stesso albergo, e tutte hanno i loro scheletri nell'armadio...
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Si era persa per l’ennesima volta e lo sapeva. Nonostante la cassiere del negozio dei dolci fosse stata molto chiara e lei avesse seguito alla lettera le sue indicazioni, era ritornata nuovamente nelle vicinanze dei binari del treno. Sospirò e scosse violentemente la testa: non sarebbe mai riuscita ad uscire da quel luogo; troppo grande, troppo caotico e, soprattutto, troppo affollato. Non era mai stata assieme a così tanta gente e molto probabilmente questo l’aveva disorientata completamente: bambini che correvano in ogni direzione inseguiti da genitori urlanti, persone ferme in mezzo ai corridoi che, oltre a bloccare il passaggio, non smettevano mai di parlare con il loro vicino; altri in giacca  e cravatta che sembravano fusi con i loro cellulari e venditori ambulanti che cercavano di farsi sentire in quel caos. Si era distratta troppe volte sentendo tutte quelle voci contemporaneamente ed era finita spesso agli antipodi dell’uscita. La cosa che, però, l’aveva fatta spesso cadere nel panico era proprio il trovarsi in mezzo a tutta quella gente. In pochi minuti aveva capito che la folla non faceva per lei: tutte quelle persone che spingevano, cercavano di passare, sbraitavano e talvolta si facevano strada con la forza le aveva messo fin troppa angoscia. Aveva deciso che non sarebbe mai più tornata in un posto del genere per tutto il suo soggiorno.
Si sedette sul suo trolley rigido: almeno là era circondata da meno persone. Un secondo… ma se quando sono scesa c’era una folla pazzesca pronta a salire sul treno? Scese immediatamente dal suo bagaglio e si guardò attorno. Notò che quella piattaforma aveva qualcosa di strano: non c’erano i tabelloni che segnalavano i treni in arrivo, il binario era unico e molto diverso da quelli che si era lasciata alle spalle. Inoltre dietro a questi c’era un muro. Si sedette nuovamente sulla valigia e cercò di riordinare le idee. Prima di tutto i binari non possono essere cambiati in così poco tempo… questa deve essere la piattaforma di un altro treno, altrimenti, perché avrei dovuto pagare un altro biglietto per poterlo raggiungere. Inoltre quando sono scesa dal treno non sono dovuta passare per dei strani aggeggi meccanici come ho fatto poco fa…ok, mi sono completamente persa. Se solo non ci fosse tutta questa… i suoi pensieri furono interrotti dall’arrivo di una coppietta che si teneva a braccetto. Si fermarono poco distanti da lei ed iniziarono a sussurrarsi qualcosa all’orecchio. Li riconobbe subito: erano stati di fronte a lei per tutto il viaggio in treno e per tutto il viaggio si erano solo sbaciucchiati. La cosa che l’aveva scioccata di più era che avevano ripreso fiato solo cinque volte in due ore e mezza. In realtà dopo il primo quarto d’ora glielo avrebbe voluto far riprendere lei, con le buone o con le cattive, ma alla fine era riuscita a trattenersi. Si amano e si vogliono bene. Questa cosa è normale, anche se forse un tantino esagerata. Devi essere tollerante, devi essere tollerante. Aveva pensato per tutto il viaggio. Fortunatamente qualcuno aveva dimenticato una rivista sul sedile vicino al suo e lei ne aveva approfittato. Certo, si era imparata quasi tutti i vestiti che sarebbero stati di moda nella prossima stagione e si era subire anche i gossip più stupidi, ma almeno aveva distolto lo sguardo da quello spettacolo così nauseante. Però anche loro erano sul treno con me… cosa ci fanno qua?
Improvvisamente le venne un sospetto. Girò la testa e vide un uomo che stava pulendo il pavimento e approfittò dell’occasione. Si avvicinò e, un po’imbarazzata, chiese:”Mi scusi, è questo il Metrò?”
L’uomo si voltò e, dopo essersi sistemato gli occhiali, le disse:”La metrò vorrai dire.”
La ragazza lo guardò perplessa. La cassiera le aveva parlato di un posto chiamato Metrò, ma lei era convinta che si stesse riferendo ad un locale. L’uomo le sorrise.
“Non sei di qua, vero?”
Quella domanda la colse di sorpresa.
“Bé… no… in realtà…” cercò di balbettare.
“Come ti chiami?”
“Prego?”
Quella domanda le sembrava alquanto insolita: da quando qualcuno ti chiede il tuo nome dopo solo qualche misera parola? Decise, però, di rispondergli lo stesso, per non essere scortese:” Cordelia.”
L’uomo la guardò per un po’ sbigottito, per poi continuare con il suo discorso:” Eh già, non sei di qua… mi sembri, come dire…”, Cordelia chinò la testa di lato, cercando di capire cosa stesse per dire quell’inserviente,” campagnola, ecco. Sembri una di quelle che sono vissute per tutta la loro vita in un paesino sperduto chissà dove, piene di innocenza e di buoni sentimenti, e che si ritrovano in una giungla piena di belve, detta anche città.”
La ragazza non tollerò quell’affronto: lei una campagnola? Ma chi pensava di essere questo per dare certi giudizi sul suo conto? Aprì la bocca per rispondergli a tono, ma si rese conto che quella era un alibi perfetta.
“Già, già, è proprio così!”, confermò, cercando di apparire più sperduta e sempliciotta,” sono venuta a trovare mio fratello che si è trasferito in città da un po’ di tempo. Solo che… mi sono persa parecchie volte qua dentro e non oso pensare cosa sarà fuori!”
L’uomo annuì accennando ad un sorriso.
“E fai bene a non essere così fiduciosa. Questo non è il tuo pacifico paesino, ma un posto pieno di insidie e pericoli. Ecco, quell’uomo laggiù ti sta per dare un bell’esempio.” concluse indicandole la sua valigia con il moccio.
Cordelia di girò immediatamente e ciò che vide non la rincuorò: un uomo si stava avvicinando quatto quatto al suo bagaglio, con ovvie intenzioni. La reazione della proprietaria fu immediata.
“Tu!”, gridò indicandolo,”Non osare fare ciò che hai intenzione di fare!”
Il ladro la guardò per una manciata di secondi e poi scattò verso il suo bottino. Riuscì ad afferrare il manico, ma venne subito travolto dalla ragazza che lo tenne a terra di peso.
“Che intenzioni avevi, eh? Quella è mia, MIA!”, iniziò a urlargli,” Non puoi prenderti le cose come ti pare e piace!”
Cordelia si accorse che attorno a lei si era formato un cerchia di persone tanto curiose quanto sconvolte. Si rese anche conto di aver urlato a squarciagola e di aver impaurito il ladruncolo. No, così non va bene, calmati, calmati. Si voltò verso l’uomo che aveva atterrato e notò che stava completamente tremando.
“Scusa, non intendevo…”, cercò di tranquillizzarlo,” volevo solo farti capire che rubare è sbagliato… non sono cose che bisogna fare, giusto?”
Il ladro annuì, ancora pieno di paura.
“Bene…” Cordelia stava per alzarsi, quando sentì delle voci provenire da poco lontano.
“Signora, è sicura che è andato in questa direzione?”
“Certo! L’ho visto con i miei occhi”
“Ma potrebbe aver svoltato.”
“No, glielo dico io!” E’ andato verso la metrò!”
La ragazza non capì cosa stesse succedendo, ma notò che il ladro era diventato inquieto.
“Ehi, cosa sta succedendo qua?” una delle due voci di prima si fece risentire. Il borseggiatore, a quelle parole, si liberò dalla presa di Cordelia e scattò verso la folla, ma finì addosso ad un poliziotto, uscito come un’ombra dalla folla che li circondava. L’uomo cercò di divincolarsi dalla presa, ma ogni suo tentativo fu vano.
“E questo l’uomo che vi ha derubata?” chiese l’ufficiale ad una signora anziana con un cappello più grande della sua testa.
“Sì, è proprio lui agente! Mi ha rubato il portafogli e il cellulare mentre ero distratta!”
Il poliziotto annuì e poi si girò verso Cordelia.
“Ehi tu!”
La ragazza si guardò attorno, sperando che non si stesse rivolgendo proprio a lei, ma dai mormorii della folla capì che non si stava sbagliando.     
“Sì?” chiese con una vocina innocente.
“Hai fermato tu il ladro?”
“Sì.” Confermò con un tono più sicuro.
L’agente annuì nuovamente, come se volesse essere sicuro di quella risposta, per poi continuare il suo discorso:”Allora grazie mille, da parte mia e della signora.”
La donna al suo fianco confermò i ringraziamenti:”Infatti. Non riesco a esprimerle la mia gratitudine. Dentro al portafogli avevo tutto: documenti, soldi e anche foto ricordo molto importanti. Non so come ricompensarti.”
“Il fatto che vi abbia aiutato e voi me ne siate riconoscenti  mi basta”, disse Cordelia rialzandosi da terra e prendendo il suo trolley,”Scusatemi ma devo prendere la metrò e credetemi, non voglio niente.”
Si allontanò verso il binario proprio nel momento in cui arrivò la metropolitana ed era più che sicura che tutti la stavano guardando allibiti e sorpresi, sopratuuto l’inserviente. E due! Pensò mentre saliva sul mezzo. Si sedette cercando di rilassarsi, ma lo spettacolo che vide davanti non la aiutò per niente: la coppietta di prima si era messa nuovamente al lavoro e non sembravano intenzionati a smettere. Questa volta, però, Cordelia non riuscì a trattenersi.
“Ma si può sapere come fate a non respirare MAI?! Per tutto il viaggio in treno siete stati appiccicati come se foste incollati l’uno all’altra! E scusatemi, ma non vi stancate dopo un po’?”
I due si staccarono subito e la guardarono con uno sguardo in parte sconcertato e in parte impaurito.
Cordelia, non appena si rese conto di ciò che aveva fatto, si tappò la bocca con le mani, anche se era troppo tardi. Bravo genio, hai anche ottenuto un meno uno. Almeno i due piccioncini non osarono nemmeno sfiorare l’uno il volto dell’altra per tutto il viaggio, probabilmente reduci da ciò che era successo al ladro.


Angolo ringraziamenti:
Un grande grazie a bbbgster per aver messo questa storia tra le sue seguite.
  
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