Questa è
la prima prima fic a capitoli che scrivo. Non sono ancora sicura di continuarla
perchè non sono molto brava a scrivere storie lunghe e i miei vari tentativi si
sono spesso conclusi con un nulla di fatto. Se la storia vi piace e volete che
la continui lasciate un commento. Se non vi piace fatelo comunque, specificando
gentilmente il perchè. Buona lettura.
Neve
"Alia
Engel."
James
Potter fissò la ragazza che si stava dirigendo verso la McGranitt per essere
smistata. Sarebbe stata inserita al settimo anno, il suo. Attirava lo sguardo
principalmente per un motivo: i lunghi capelli completamente bianchi che le
scendevano morbidi lungo la schiena e le incorniciavano un viso dolce con grandi
occhi azzurri chiarissimi e due labbra carnose che James si domandava come
sarebbe stato baciare. Una bella ragazza dal suo punto di vista: bassina,
longilinea. Sperava finisse a Grifondoro come lui e fu accontentato.
"Grifondoro!" la
ragazza si tolse il Cappello e con lo sguardo basso si diresse verso il tavolo
che applaudiva festoso sedendosi all’estremità opposta del ragazzo che non
riusciva a smettere di fissarla.
"Hey,
James! Non fissare così la nuova arrivata, la stai consumando con gli occhi…"
James si voltò verso sinistra e incrociò lo sguardo beffardo di Lisia
Malfoy.
"Sei forse gelosa?" le domandò con un
sorriso a cui lei rispose con uno sguardo di pura incredulità. "E di chi?di te?
Non sono ancora ridotta così male, e poi ti ricordo che io un ragazzo ce l'ho,
vero Hamal?"
Il
ragazzo in questione stava sonnecchiando sul tavolo, estraneo al battibecco dei
due.
Povero
Hamal ora se la prenderà con lui pensò James.
E infatti Lisia pestò violentemente il piede del bell’addormentato che si
alzò bruscamente dalla panca guardando confusamente attorno a sé, mentre i
lineamenti del viso cambiavano velocemente finchè si tranquillizzò e si
risedette borbottando "Che motivo c’era di svegliarmi così? Non farlo mai più,
mi hai fatto prendere un colpo. James che amico sei? Non potevi fermare questa
violenta?". Il monologo del ragazzo venne interrotto da un lampo gelido che
passò negli occhi di ghiaccio di Lisia prima che iniziasse a
parlare.
"Primo,
non sono una persona violenta." James si trattenne dal ridere preoccupato di
incorrere nelle ire della Grifondoro. Tutti sapevano quanto poteva picchiare
duro. Jamina Polton era rimasta in infermeria due giorni per aver osato
avvicinarsi ad Hamal più del dovuto e Lisia era anche stata fermata, sennò la
povera Corvonero avrebbe passato ben più che pochi giorni a letto! "Secondo, il
mio ragazzo non ha i capelli lunghi viola, gli occhi a mandorla e il naso di
maiale quindi torna immediatamente normale!"
Hamal
lanciò uno sguardò interrogativo a James che annuì mentre l’amico sospirando
tornava al suo solito aspetto: un bel ragazzo con i capelli castani e
particolarissimi occhi dorati che brillavano anche la notte. Soddisfatta,
intanto, Lisia continuà: "Terzo, visto che non è mai troppo presto per dirtelo
questo Natale lo passerai con me e i miei genitori. E vedi di fare una buona
impressione su mio padre! Potrebbe anche non lasciarmi venire con voi in giro
per l’Europa se non dovessi andargli a genio..."
James
questa volta non si trattene dal ridere. Il suo migliore amico era diventato
bianco come un lenzuolo e la mano che teneva il calice di succo di zucca tremava
visibilmente.
"Dai amico, che c'è di spaventoso a
incontrare finalmente il padre della tua ragazza?" lo prese in giro.
"Cosa c’è di spaventoso?” Hamal lo fissò sconvolto. “Ma ti rendi conto di chi stiamo parlando? Draco Malfoy! Come minimo mi avvelenerà oppure mi scaglierà un Avada Kedara appena dirò che sono il fidanzato di sua figlia!"
Il tono
disperato di Hamal contribuì ad aumentare l'iralità di James e non furono certo
le parole di Lisia a farlo smettere di ridere. La ragazza infatti sbuffò
infastidita e commentò: "Quante storie! Mio padre è solo leggermente possessivo!
Non potrai fuggire in eterno da lui!"
I due
continuarono a battibeccare mentre l'attenzione di James veniva nuovamente
attirata dalla nuova arrivata, ma nello spostare lo sguardo su di lei i suoi
occhi incrociarono quelli di Lily, sua sorella, seduta dalla parte opposta della
Sala Grande, che stava rigirando svogliatamente il cucchiaio nella zuppa e
sembrava essere davvero infelice. Il fratello non impiegò molto a capire il
perchè del muso lungo di lei. Seduto poco lontano dalla piccola Potter, Deneb
Malfoy era intento a chiacchierare fitto fitto con Esteria Nott, una biondina
con cui il giovane Malfoy si era intrattenuto per un po' di tempo l'anno
precedente e che sembrava ancora molto interessata a lui. Lily era innamorata di
Deneb da quando erano piccoli e giocavano assieme nel giardino di Malfoy Manor
quando con mamma e papà andavano a trovare gli zii Hermione e Draco quasi ogni
giorno.
Non
l'aveva mai detto a nessuno.
Sua
sorella era un tipo molto riservato e doveva sempre essere James a capire cosa
le passasse per la testa sennò lei se lo sarebbe tenuto per sè. Era una bella
ragazza, la più bella del quinto anno: aveva preso i capelli castani della madre
e la sua pelle chiara, ma aveva gli occhi del loro padre, come James, verdi e
magnetici. Avrebbe potuto avere qualsiasi ragazzo, ma non le interessava. Aveva
pochi amici, nessuno all'interno della sua casa. Era un'individualista, le
piaceva star sola e risolvere i problemi da sè. Quando cinque anni prima era
stata smistata a Serpeverde, con grande disperazione di James e del loro padre e
con non poca gioia da parte della loro madre che era stata Serpeverde, dopo un
iniziale dispiacere per non essere nella casa del fratello, si era resa conto
che a Serpeverde avrebbe potuto prendersi i suoi spazi senza che nessuno la
disturbasse e così era stato.
Molti la
consideravano un'arrogante, ma non era così: Lily amava star spesso sola e non
sentiva il bisogno di stare in gruppo. Gli unici che riuscivano a farla uscire
dal suo guscio erano, più che suo fratello con cui per lo più parlava di cose
serie, i gemelli Weasley. Christine e Christopher Weasley, o meglio Chris e
Chris, quinto anno Corvonero come la madre, capelli rossi e occhi azzurri quasi
slavati, erano i migliori amici di Lily e riuscivano sempre a farla partecipare
alle feste clandestine che organizzavano, ai ripassi collettivi, a qualsiasi
cosa coinvolgesse più persone e che permettesse a Lily di farsi conoscere
davvero.
James
apprezzava lo sforzo che i due gemelli facevano anche se neanche loro riuscivano
a far passare la tristezza della sorella quando questa riguardava Deneb. Aveva
un anno più di Lily e, come lei, era un Serpeverde. Il primo anno di lei le era
stato sempre vicino poi, improvvisamente, al terzo anno aveva iniziato a
dedicarsi a quello che era diventato il suo passatempo preferito: le ragazze. E
con non poco successo doveva ammettere James. Aveva preso tutto dal padre: i
capelli biondi, gli occhi di ghiaccio, l'aria sprezzante, sicura, superiore.
Riusciva ad avere ogni ragazza che desiderava e ne cambiava una ogni pochi
giorni. Ogni tanto si fermava ancora a chiacchierare con Lily e anche con James,
Hamal, Lisia e i Chris, ma era sempre di fretta, sempre in ritardo per qualche
appuntamento e, anche se non lo dava a vedere, Lily ci stava male. James però si
domandava se davvero avrebbe voluto che Malfoy rivolgesse le sue attenzione alla
sorella.
Fu colto
alla sprovvista dalla voce di Lisia.
"Primo anno Grifondoro seguitemi!"
Perso nel
filo dei suoi pensieri non si era nemmeno accorto che il banchetto era finito e
tutti si stavano alzando per andare nei rispettivi dormitori. Incrociò ancora lo
sguardo di Lily e le sorrise. Lei ricambiò con un sorriso solo accennato, ma a
James bastava.
"Forza,
James, andiamo." Hamal era in piedi accanto alla panca e lo aspettava a braccia
conserte. James si alzò stiracchiandosi e si incamminò con l'amico verso il
dormitorio.
"Hai
notato che non c'è ancora il professore di Difesa contro le Arti Oscure?"
James
rimase sorpreso da quell'osservazione, come aveva fatto a non accorgersene?
Guardò
l’amico e confessò: "Non me n'ero accorto! Non ho guardato verso il tavolo dei
professori stasera e non mi ricordavo più che Korus è andato ad insegnare a
Durmstrang!"
L'amico
sorrise maliziosamente e disse a bassa voce: "Eh sì, tu eri troppo impegnato a
guardare qualcun'altro, vero James? Un qualcuno che, se non te ne sei accorto,
cammina pochi passi dietro di noi..." e aggiunse a voce più alta dandosi una
pacca sulla fronte: "Il mantello! L'ho lasciato in Sala Grande! Ci vediamo al
dormitorio, corro a prenderlo prima che Gazza me lo faccia sparire e lo usi come
lettiera per quella gatta pulciosa! L'ho appena comprato." Così dicendo si voltò
e tornò velocemente da dove erano arrivati.
James si
voltò e vide che l'amico aveva ragione. Alia camminava pochi passi dietro di
loro e lo raggiunse poco dopo.
"Sei
rimasta indietro?"
Lei lo
fissò negli occhi e lui pensò quanto fossero belli e
profondi.
"Sì." gli rispose e James si trovò a
sorriderle mentre lei abbassava lo sguardo. Sembrava quasi impaurita da lui e la
divisa le dava un'aria così incredibilmente tenera che il ragazzo avrebbe voluto
abbracciarla e accarezzarla in quel preciso momento. Si sentiva attratto dal suo
atteggiamento schivo, dall'espressione impassibile rotta a tratti da occhiate
impaurite o curiose lanciate a lui, ai quadri e ai
corridoi.
Deciso a
metterla il più possibile a suo agio le disse: "Non restare troppo indietro o
potresti davvero non trovare più il dormitorio! A me è successo il primo anno.
Alle scale piace cambiare e mi sono trovato al quarto piano in una zona in cui
non passava nessuno. Mi sono spaventato tantissimo, ma per fortuna Lisia mi
tiene sempre d’occhio ed è stata lei a trovarmi e riportarmi alla sala comune."
La
ragazza tornò allora a fissarlo negli occhi e James, iniziando a sentirsi a
disagio sotto quello sguardo, precisò: "Lisia è la ragazza coi boccoli biondi
che era seduta accanto a me a cena…” non capendo se l’espressione di lei
significasse che aveva capito oppure no aggiunse: “ non so se l’hai notata..."
Lei annuì: "Sì, ho capito."
La
ragazza gli rispose a bassa voce smettendo di fissarlo e spostando lo sguardo
sui suoi piedi. Sembrava improvvisamente imbarazzata e James non riusciva a
capire come comportarsi.
"Visto
che gli altri li abbiamo persi, tanto vale avviarci con calma. Che ne dici?"
Alia
annuì senza parlare. S’incamminarono l’uno affianco all’altra verso la Sala
Comune dei Grifondoro; lei non accennava a parlare e il ragazzo era troppo
curioso di conoscerla per tacere quindi ancora una volta fu lui a rompere il
silenzio: "Perchè sei arrivata ora ad Hogwarts?"
Si pentì
subito di quella domanda perchè Alia impiegò molto a rispondere. Erano ormai
davanti al ritratto della Signora Grassa quando, quasi in sussurro, gli rispose:
"Il mio tutore è morto. Prima studiavo con lui."
Stupido,
stupido!Argomento sbagliato!
Imbarazzato, James
si passò una mano dietro il collo e si scusò: "Mi spiace, non volevo farti
venire pensieri tristi."
Lei alzò
lo sguardo con un’espressione stupita e chiese: "Chi ti dice che siano pensieri
tristi?"
Non
sapendo cosa rispondere, James disse la parola d'ordine e prima che potesse
augurare la buonanotte ad Alia, lei accennò un grazie prima di allontanarsi
velocemente da lui e dirigersi verso il dormitorio delle ragazze, verso cui
stavano salendo delle ragazzine del secondo anno.
Solo,
James si diresse verso la stanza che divideva con Hamal e si addormentò col
pensiero rivolto alla nuova arrivata che desiderava sempre più
conoscere.