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Autore: Wrong_And_Right    30/09/2012    1 recensioni
"Quello che ti sembra così strano, quello per cui non ti mancheranno mai le parole di critica, quello è il mio modo di vivere, di sorridere nonostante tutto"
Una scuola privata piena di snob.
Un'altra simile alle tante che avevo già frequentato.
Quando giri per le strade di una nuova città su una Limousine nera e lucida, con i finestrini oscurati, ti aspetti di attirare l'attenzione, o per lo meno qualche sguardo confuso. Se però ti fermi davanti a un cancello, mettendoti in fila ad altre tre macchina uguali, capisci che la gente che stai per incontrare si stupirebbe di più a vederti viaggiare su una bicicletta e ti demoralizzi già da subito.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Liam Payne, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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"Quello che ti sembra così strano, quello per cui non ti mancheranno mai le parole di critica è il mio unico modo per vivere, per sorridere nonostante tutto"

<< Melanie, smetti subito di scrivere. Devi andare a scuola, non vorrai far tardi al tuo primo giorno >>.
Sì, certo, il mio primo giorno di scuola.
Il mio ennesimo primo giorno di scuola.
Piacere di conoscervi, mi chiamo Melanie. Solo Melanie, il mio cognome non vi interessa. Non interessa nemmeno a me, preferirei non averlo, essere un'altra persona.
Permettetemi di spiegarmi meglio.
Sono nata diciassette anni fa nell'affollata e sempre di corsa Milano, ma non ho mai vissuto in Italia. Ho visto talmente tanti stati e tanti continenti nella mia vita da aver perso ogni interesse nei viaggi. Parlo sei (o forse sette) lingue diverse e ogni volta che mi trasferisco finisco ad abitare in una villa più grande della precedente. La mia famiglia è ricchissima, ma questo non mi ha mai aiutata a fare amicizia; i miei rapporti con i miei coetanei sono stati uguali al nulla.
Può sembrare fantastico, vero? Chi non vorrebbe aver visto il mondo, aver conosciuto tanta gente diversa, aver tanti soldi a disposizione? Credetemi, ne farei volentieri a meno.
I miei genitori non mi hanno mai tenuta in considerazione e il mese scorso mi hanno strappato via dalla prima volta in cui ero riuscita a costruirmi una vita, nella bellissima e romantica Parigi. Ho vissuto lì per due anni (cosa fin troppo rara per me) e ho conosciuto il mio attuale ragazzo, Jean, un francese innamorato dell'arte. Quando ci siamo separati mi ha promesso che mi avrebbe sempre amata e che, nonostante la lontananza, non ci saremmo mai lasciati. Non so quanto durerà, ma spero il più a lungo possibile. Credo di provare davvero qualcosa di forte per lui. La mia famiglia ovviamente non mi ha chiesto niente, ha ignorato il mio amore e ha messo ancora una volta il proprio odioso lavoro davanti a me. Ancora più odioso perchè questa volta ci ha portati nella fredda e piovosa Londra, l'unica città che ho sempre pregato di non vedere mai.
Tanto non ha importanza. Chi sono io per avere il diritto di decidere della mia vita? Nessuno. Sono solo una ragazzina troppo timida, troppo semplice per essere all'altezza della sua perfetta famiglia. L'unica cosa che so fare è scrivere e non mi porterà mai a niente di buono.
Scusate per lo sproloquio, credo sia davvero il caso di andare a scuola.
 
 

***

 
 
Una scuola privata piena di snob.
Un'altra simile alle tante che avevo già frequentato.
Quando giri per le strade di una nuova città su una Limousine nera e lucida, con i finestrini oscurati, ti aspetti di attirare l'attenzione, o per lo meno qualche sguardo confuso. Se però ti fermi davanti a un cancello, mettendoti in fila ad altre tre macchina uguali, capisci che la gente che stai per incontrare si stupirebbe di più a vederti viaggiare su una bicicletta e ti demoralizzi già da subito.
Con questa sicurezza in testa mi addentrai tra i gruppi di studenti in divisa, tutti perfetti, tutti uniti. Tutti con la certezza di aver trovato il proprio posto. Tutti diversi da me.
Non mi fermai nel cortile: a testa bassa mi infilati nell'atrio e cercai il mio armadietto, stringendo forte con la mano la mia borsa con la bandiera francese. L'ultimo regalo di Jean.
<< Ehi, tu! Sei nuova? >>, mi chiese una ragazza affiancandomi. Nel risponderle un timido "Sì" non potei fare a meno di notare il gruppetto che si stava formando intorno a noi. Due bionde stavano dietro alla mora che mi aveva rivolto la parola, guardandola come fosse una regina. Anche tre ragazzi ci avevano avvicinate. Indossavano la divisa come tutti gli altri, ma la portavano in un modo particolare. Sembravano incredibilmente sicuri di loro. Se avessi saputo di essere tanto bella, probabilmente lo sarei stata anch'io.
Uno di loro aveva occhi color cioccolato in un viso ben modellato color cappuccino e i capelli scuri erano pettinati in un ciuffo terminante con una ciocca bionda.
L'altro aveva dei ricci perfetti che si abbinavano a due occhi color smeraldo.
Poi c'era lui. Capelli color nocciola con sfumature di biondo scuro e occhi da cerbiatto. Non avevo mai visto nessun ragazzo così bello.
<< Ok, senti nuova, qui comando io. Stai lontana dal mio ragazzo, da me e, se vuoi essere qualcuno, adattati a non essere più famosa di me. Siediti al nostro tavolo oggi a pranzo, ti spiegherò meglio come funziona >>, disse la mora.
<< Grazie, ne faccio a meno. Non mi interessa essere famosa, nè essere qualcuno e sicuramente non ho intenzione di rubarti il ragazzo già che non so nemmeno chi sia. Me la caverò da sola >>.
Girai le spalle al gruppetto e feci per andarmene.
<< Ehi tu, non parlare così alla mia ragazza >>, disse il ragazzo dai capelli nocciola.
<< La tua ragazza dovrebbe imparare a non parlare così alle persone >>, conclusi, avviandomi finalmente verso il mio armadietto.
<< Hai conosciuto Jessy a quanto pare. Tranquilla, conoscendola... peggiora >>.
Mi girai e mi trovai davanti un ragazzo biondo e con gli occhi azzurri. Non sembrava inglese, il suo accento era decisamente più interessante.
<< Piacere di conoscerti, sono Niall Horan. Tu devi essere nuova >>
<< Piacere mio, Niall. Sì, mi sono appena trasferita, mi chiamo Melanie >>
<< E io sono Louis Tomlinson, molto piacere >> intervenne un altro ragazzo con i capelli castani e incredibilmente spettinati. << Da dove vieni, Mel? >>
<< Beh, sono nata in Italia, ma ho vissuto in Francia negli ultimi due anni >>, risposi, sorpresa dalla loquacità dei due ragazzi.
<< Forte >>, fece Niall.
<< Neanche tanto >>, sussurrai. << Sentite ragazzi, quelli là sono sempre così simpatici? >>, chiesi, riferendomi a Jessy e al suo gruppo.
<< Le ragazze sì, ma fossi in te non mi lascerei ingannare dai ragazzi. Sono molto diversi da come sembrano, soprattutto Liam. Sono dei bravi ragazzi, simpatici e... beh, sai, loro sono quelli popolari devono mantenere una certa reputazione. Incontrali fuori da scuola e ti sembreranno altre persone >>, disse il biondo.
<< Sembri conoscerli piuttosto bene >>, osservai.
<< Già. Soprattutto Liam, quello che ti ha risposto prima per inciso, siamo come fratelli. Solo che lui è quello popolare e io mi accontento di avere dei buoni amici >>.
<< Amici come me >>, ci interruppe di nuovo Louis << E come te. Non è mai una buona idea cominciare la scuola senza conoscere qualcuno, noi due possiamo essere i tuoi primi amici qui a Londra >>.
<< Certo mi piacerebbe >>, dissi mentre suonava la campanella.
<< Vieni con me. Siamo a lezione insieme alla prima ora >>, fece il biondo prendendomi per mano.
<< A dopo, Louis >>, salutai mentre venivo trascinata verso la classe.
Trovare due amici il primo giorno di scuola... lo ammetto, non mi era mai successo. Forse gli inglesi non erano così male.
 
 

***

 
 
Avrei volentieri fatto a meno di avere lezione insieme a Niall.
Cercate di capirmi, è un ragazzo fantastico e molto gentile, ma di solito la gente si allontana da me quando capisce che sono diversa dagli altri. Quando capisce che a me la scuola interessa, che la vedo come un punto di partenza per il mio futuro.
Il biondo che all'inizio della giornata mi era sembrato tanto simpatico si girò a guardarmi in modo strano come tutti gli altri quando fui l'unica in grado di rispondere a una domanda difficile della professoressa. Poi però accadde una cosa che non mi era mai successa. E credetemi, quando dico mai, intendo davvero mai. Mi rivolse un sorriso enorme e bellissimo e mi scompigliò i capelli. Provai a fingere che non mi importava, ma non ci riuscii e, inevitabilmente, sorrisi anch'io. In meno di un'ora quel ragazzo era riuscito a liberare la vera me dalla gabbia di cristallo in cui viveva.
 
 
 

***

 
 
Quando ci ritrovammo con Louis a un tavolo in uno degli angoli più remoti della caffetteria, potevo già dire di aver vissuto il miglior primo giorno di scuola di tutti i tempi. Mi ero sentita accettata da qualcuno e significava il mondo per me.
Non mi ero mai sentita così libera mentre ridevo senza freno per le battute insensate del moro.
<< Oh guardate, la nuova si è fatta gli amichetti. Non sono teneri? >>, disse Jessy mentre ci passava accanto, sempre seguita dal solito gruppetto.
<< Questa te la potevi risparmiare Jessy >>, le fece eco una voce maschile. Non fui capace di riconoscere la fonte di quella voce, ma non feci fatica a individuare un bigliettino che cadde sul nostro tavolo, proprio al centro del triangolo formato dai nostri vassoi.
Incoraggiata da Niall lo presi e lo lessi.
 
 
Ragazzi, ci troviamo stasera al solito posto?
Scusate per oggi, certe volte non sopportiamo quelle oche, ma non possiamo farci niente. Chiedete scusa da parte nostra anche alla ragazza nuova, ditele che ci farebbe piacere che si unisse a noi.
L.P
Z.M.
H.S

 
Fissai i miei nuovi amici con aria quasi sconvolta.
<< Non vi da fastidio che vi trattino così? Non vi rivolgono neanche la parola per tutto il giorno e pensano di farsi perdonare con un bigliettino! Non posso credere che voi siate d'accordo con tutta questa storia >>.
I due non sembravano colpiti quanto me da quel biglietto, anzi, sembrava non vedessero l'ora che arrivasse la sera per incontrare i loro "amici".
<< Beh, Mel, la faccenda è un po' più complicata di così. Te l'ho detto possono sembrare dei completi idioti, ma non è così e fanno quello che fanno per un motivo >>, disse Niall.
<< Sarebbe?! >>, chiesi << Anzi no, non mi interessa. Secondo me si stanno comportando in modo molto maleducato >>.
<< Ma a noi sta bene perchè sappiamo cosa c'è dietro >>, disse Louis << Forse un giorno te lo racconteremo, ma nel frattempo dovresti provare a conoscerli. Stasera ci incontriamo a casa mia, se vuoi ti do l'indirizzo così puoi raggiungerci >>.
<< No, grazie. Mi piace stare con voi due, ragazzi, ma non credo di voler conoscere loro. Non per ora almeno >>.
In quel momento suonò la campanella e ci dirigemmo tutti nelle nostre classi.
Il pomeriggio non avevo lezione con Niall, così andai da sola verso la classe di letteratura. Non potete immaginare la mia sorpresa nel trovare il signor ciuffo biondo senza il suo gruppo di oche starnazzanti.
Mi allontanai da lui e andai a sedermi al primo banco.
" Di sicuro il signor preferisco essere popolare che stare con i miei amici non vorrà seguire una lezione di letteratura ".
Per la prima volta il mio istinto fallì. Quando vidi quell'antipatico sedersi accanto a me, prima ancora che la professoressa entrasse in classe, dovetti trattenermi dall'impulso di alzarmi e cambiare banco.
<< Ehi, molto piacere, io sono Zayn. Zayn Malik. Ho visto che hai fatto amicizia con Louis e Niall. Sono dei ragazzi fantastici, ti divertirai con loro >>, disse con aria amichevole.
<< Già, ma a quanto pare a te e ai tuoi amichetti "popolari" non interessa quanto siano fantastici. Non hai mai pensato che è molto maleducato il modo in cui vi comportate? >>
<< Non sai quante volte >>, sussurrò lui, a voce talmente bassa che non fui sicura di aver capito bene << In ogni caso scusa per oggi, per quello che ti hanno detto Jessy e soprattutto Liam. Fidati, non è un cattivo ragazzo, sta solo cercando di... recitare bene la parte >>.
<< Senti, non mi interessa questa storia. Non vi conosco, sono arrivata solo da un giorno e ho trovato un enorme, gigantesco Caos. Sono affari vostri e dovete risolverli da soli, solo, pensateci. Non vi state comportando da amici >>, dissi, prima di alzarmi per salutare l'insegnante.
<< Non ti sei presentata, però. Non un ottimo modo per fare amicizia >>, scherzò lui.
<< Grazie, non credo di voler fare amicizia con te. In ogni caso, mi chiamo Melanie >>, risposi gelida.
Non mi piacevano quei tre.
Niall e Louis erano semplicemente adorabili e in un solo giorno erano riusciti a farmi sentire a casa, ma loro… qualcosa non quadrava, sembrava avessero una doppia personalità.
Alla fine delle lezioni mi alzai senza incrociare di nuovo lo sguardo di Zayn e andai verso il mio armadietto. Lungo la strada non potei fare a meno di passare davanti a Jessy che scherzava con il suo “amato fidanzatino”, Liam se non mi confondevo. Mentre facevo di tutto per far finta di non averli visti, notai l’occhiata di scuse lanciatomi dal ragazzo. Proseguii oltre senza farci caso.
<< Ehi, bella, vuoi un passaggio a casa >>, fece Louis arrivandomi alle spalle, seguito a ruota da Niall.
<< No, grazie, Lou, mi passano a prendere >>, risposi mentre oltrepassavamo insieme l’entrata della scuola. Nel cortile c’era odore di libertà, ma non per me. Io dovevo tornare nel mondo perfetto della mia famiglia perfetta. Datemi una pistola, vi prego.
<< Caspita, quella è la tua macchina? >>, chiese Niall a bocca aperta.
<< Già, fantastica, vero? >>, chiesi con finto entusiasmo.
<< Mmh… carina, ma non sarà mai divertente quanto girare sulla mia moto. Prima o poi ti farò provare >>, scherzò Louis.
<< Ci sto. Magari ci sentiamo dopo ragazzi, devo andare a casa. È stato bello conoscervi >>, li salutai con un enorme sorriso. Uno dei pochi veri sorrisi che avevo fatto nella mia vita.
<< Ciao bellissima, a domani >>, li sentii gridare mentre entravo in macchina.
<< Passato una bella giornata, signorina? >>, chiese John, l’autista. Mi chiamava sempre così “signorina”, ma per me era la figura più simile a un padre che avevo. Ero cresciuta con lui, che mi portava in giro, mi faceva vedere le cose belle di ogni posto, tutte le volte che i miei genitori erano troppo occupati per prendersi cura della loro bambina.
<< Sì, John. Davvero una bella giornata. Londra è troppo piovosa, ma gli inglesi sono simpatici >>.
<< Te l’avevo detto, Mel. Questa città è magica, cambia la vita delle persone >>, rispose con la stessa voce profonda che usava per raccontarmi le favole.
Magia… si, forse avevo bisogno di un po’ di magia per sciogliere la monotonia della mia vita.
 
 
 
 
   
 
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