Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: stylessmurf    30/09/2012    13 recensioni
Le presi il viso tra le mani, asciugandole le lacrime sulle guance, poi le accarezzai i capelli e le posai un bacio sulla fronte.
Solo dopo qualche minuto, dopo essersi calmata, riuscì a parlare, e preferì con tutto il cuore che non l'avesse mai fatto.
«Tu sei il mio migliore amico, Harry»
Se qualche giorno prima, quella era l'unica frase che riusciva a darmi stabilità mentale e fisica, ora mi distruggeva.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


 
 

I’ll be honest when I’ll be drunk •

 

 

Questo è il bacio che potrebbe cambiare tutto, questo è il bacio che potrebbe farla diventare la mia ragazza.
Questo è il bacio che potrebbe allontanarla da me di nuovo, e forse per sempre. Questo è il bacio con il quale potrei perderla una volta e per tutte.




Ed è per questo che sviai la traiettoria, posandole un bacio sulla fronte, per poi allontanarmi da lei.
Non potevo rovinare di nuovo tutto, non potevo rischiare di perderla.
«Quindi ci.. vediamo alla festa, ok Mars? Stiamo prendendo tutti dei taxi diversi, per non farci riconoscere, il tuo dovrebbe essere qui alle 19:45! Tutto chiaro, giusto?» Parlai velocemente, mentre le guance andavano a fuoco e il cuore palpitava all’impazzata. In preda all’imbarazzo, uscì dalla stanza senza nemmeno guardarla.
“Harry, sei fottutamente gay! Vai al diavolo!”
Mi maledì mille e mille volte mentalmente per non averla baciata quando potevo. La paura di perderla e di vederla ancora lontana mi aveva sopraffatto, ed avevo rinunciato a baciarla. E adesso?
Adesso mi ritrovavo nel bel mezzo di una lotta tra la mente ed il cuore, e come arbitro corrotto un amichetto che alle nostre fans piace chiamare piccolo Edward.
 
 
I miei ricci erano decisamente troppo riconoscibili.
Era stato un trauma farli pettinare per circa un’ora per farli stare composti e all’indietro, ma dovevo rendermi almeno difficile da riconoscere. Per i vestiti, non riuscì a resistere all’impulso di indossare una giacca nera con maglietta bianca a maniche corte sotto e dei semplici jeans scuri. Il mio taxi arrivò per quarto: prima Dominique, poi Zayn, Liam e io. Dopo ci sarebbe stato quello di Niall e infine Louis e Mars, ma data la loro rottura avevamo deciso di separarli.
Anche se Louis non si era più fatto né vedere né sentire da quando era uscito, e la cosa mi preoccupava moltissimo.
Nonostante non fossi riuscito a sopportarlo molto da quando stava con Mars, era pur sempre uno dei miei migliori amici.. infondo. In ogni caso, tenevo a lui. Ed il fatto che fosse scomparso da parecchie ore mi preoccupava.
La festa si sarebbe svolta in un enorme (ma davvero enorme) club  di Londra, diviso in tre ‘aree’: la prima, quella luminosa, con un’atmosfera molto aristocratica e principesca; la seconda, quella buia, era praticamente il vero e proprio “club” misto ad una discoteca; la terza, era ovviamente quella rossa, fatta per.. insomma, avete capito.
Non appena arrivai, cercai di individuare Dominique. Ebbi qualche difficoltà a causa delle maschere, ma alla fine riuscì a riconoscere il suo accento francese ed i suoi capelli color del grano. Stava ballando con un ragazzo e sembrava divertirsi parecchio.
«Dominique?» Chiesi, avvicinando le labbra al suo orecchio. Lei si girò di scatto verso di me, squadrandomi da capo a piedi.
«Mh? Ommioddioquantoseicarino. Chi sssheei?»
Figo, era ubriaca persa.
«Non importa, sai se Mars è arrivata? O Louis?» Evitai di rispondere alla sua domanda, perché.. beh, avere un’identità nascosta per una sera poteva tornarmi utile.
In realtà, mi sentivo molto un infiltrato dell’FBI.
«Mhhh… Marshh? Loouuish? Ecchenessò! Sono tuttih massscherati!» Scoppiò in una fragorosa risata, cadendomi addosso, barcollai non poco prima di riuscire ad acchiapparla «Mi hai sshalvato! Quanto shei bello, fatti bassshiaare!» Esclamò, prima di buttare le sue labbra sulle mie.
Spalancai gli occhi, cercando di respingerla, ma era attaccata a me come una cozza allo scoglio. Spalancai ancora di più gli occhi quando riuscì ad aprirmi le labbra con la lingua, nonostante opponessi una grande resistenza. Aveva una forza paurosa quella ragazza! Ed un sapore terribile, qualcosa come vodka, gin, rum e.. coca cola, probabilmente. Uno schifo, mi chiedevo come avesse fatto a non vomitare ancora.
Finalmente si staccò da me, scivolando per terra. Bene, era completamente andata.
Me la caricai sulla spalla e la portai su dei divanetti nell’area luminosa, almeno qualche sobrio si sarebbe preso cura di lei. In fretta, sgattaiolai nell’area buia, cercando Mars con lo sguardo, ma con tutte quelle ragazze in maschera era fottutamente difficile, sembravano tutte uguali. In più, non ero sicuro che avrebbe messo il vestito che le avevo regalato, era troppo orgogliosa per cadere così. Ma, conoscendola, evitando di metterlo le sarebbero venuti i sensi di colpa.
Questo era Mars: un paradosso. Ma un paradosso sul quale mi sarei applicato per ore, giorni, mesi e anni pur di arrivare ad una soluzione.
Ma contemporaneamente, era un libro aperto. Almeno, per me lo era sempre stato. Tranne per il fattore ‘amore’, in quello non ero mai riuscito a capirla, forse perché non era mai stata realmente innamorata di qualcuno.. mi raccontava di ragazzi che le piacevano, ma riusciva sempre a trovargli un difetto e smontarli in un attimo, non era mai riuscita ad avere il classico batticuore o le farfalle nello stomaco. E con molte probabilità, non l’aveva avuto nemmeno con Louis.
Però mi aveva detto che la faceva sentire bene. Forse ne era innamorata e non l’aveva capito? Mi passai una mano tra i capelli frustrato, rischiando di scombinarli, ma poco importava. Mi avvicinai al bar e trangugiai la prima cosa che riuscì a vedere sul bancone, rendendomi conto dopo che era decisamente vodka resa ancora più pesante da qualcosa che non riuscivo ad identificare. Pazienza.
Cercai ancora di guardarmi intorno, ma non riuscivo proprio a vederla in mezzo a quella calca di gente. Improvvisamente ebbi un leggero giramento di testa al quale non badai più di tanto, e sentì delle braccia stringermi da dietro.
«Ti ho riconosciuto subito, sssstupido»
Cazzo.
Un’altra ubriaca.
Ed era Mars.
«Lasssciati abbrassciare. Non è b-bello quando scccappi dalla mia ssstanza prima di bacciarmi! Lo soo che mi vvvuoi bacciare!» Esclamò in modo quasi teatrale (accentuato ancora di più dal fatto che fosse totalmente ubriaca) stringendomi con maggiore vigore. Ma queste ubriache da dove trovavano tutta quella forza?
«Mars, che hai bevuto?»
«Nnnnon lo so. Era la prima cosa che mi è capitaata a tiro quando ho visssto te e Dom Dom bacciarvi. Non è staato cariino!» Biascicò, cercando comunque di darsi un certo tono (con scarsissimi risultati) e cercando di fare qualche passo inciampò sui suoi stessi piedi rischiando di cadere, ed a causa di un capogiro rischiai di cadere insieme a lei.
Avevo sempre sognato di trovarmela tra le braccia, ma non in quel modo, ecco.
«Ma hai bevuto tanto?»
«E che ne so!» Sembrava che un martello l’avesse colpita in testa. Capiva ciò che le succedeva attorno, ma in modo scostante.
E intanto vedevo la stanza girare vorticosamente.
«M-Mars, credo che dovremmo andare a casa, no?» Proposi, cercando di apparire affidabile e convincente, e lei parve felice di accettare.
«Sì! Così rimaniamo tuuutti sooli..» Mi buttò le braccia al collo, per poi cercare di.. toccarmi una chiappa?
Oh cristo. L’abbiamo persa.
In quel casino, iniziai a cercare Niall o Liam con lo sguardo, ma senza riuscirci decisi semplicemente di caricarmi Mars in spalla e portarla a casa in taxi, abbandonando quella bella e folle festa in maschera poco dopo l’inizio.
 
 
Dopo circa venti minuti, siamo sotto casa. Impiego poco tempo ad aprire le porte ed accendere le luci, nonostante Mars continui a dondolare dalla mia spalla, salgo il camera sua e la stendo sul letto. Si è addormentata mentre venivamo qui.
Non posso fare a meno di osservarla mentre dorme, rannicchiata in se stessa, con le labbra dischiuse.
Se sapesse che la sto guardando così, conoscendola, mi darebbe del maniaco. Ed io le darei ragione.
E poi inizieremmo a ridere, ed io prenderei una scusa qualunque per intrecciare le mie dita con le sue, abbracciarla o baciarle la fronte, così da inebriarmi del suo costante profumo di vaniglia.
Anche se tutto ciò non sarebbe stato così romantico quella sera, perché lei puzzava di alcol.
Rido leggermente, per poi alzarmi e dirigermi verso il bagno in punta di piedi, per poi chiudermi piano la porta alle spalle. Nel momento in cui mi guardo allo specchio, ricordo di avere ancora la maschera sul viso, così la levo e la metto su un mobile vicino il lavandino. Mi tocco i capelli e provo un immenso dispiacere nel costatare che tutto l’impegno nel portarli all’indietro era stato vano, e nello stesso momento, decido che è il caso di farmi una doccia, visto che Mars, ubriaca com’è, non si dovrebbe svegliare prima di domani mattina o comunque qualche ora.
Impiego circa dieci minuti a lavarmi ed asciugare i capelli con una tovaglia, rimanendo leggermente umido, ma è una sensazione piacevole. Faccio giusto in tempo ad avvolgermi un accappatoio intorno alla vita, che sento la porta del bagno aprirsi, per poi veder spuntare la mia migliore amica praticamente seminuda e coperta solo da un misero lenziolo.
Lenzialo. Lenziulo. Len.. lenzuolo, ecco.
«M-Mars?!» quasi urlo, e lei usa la mano libera (quella non-occupata a tenersi il lenzuolo di sopra) per zittirmi.
«Shh.. devo fare pipì. No! Devo fare la doccia.. credo. Non posso fare pipì nella doccia, vero?» Mi chiede, barcollando, e non riesco a trattenermi dal sorridere.
«No, non puoi fare pipì nella doccia, ma sei sicura di riuscire a farcela, nelle tue condizioni?» Le chiedo, come se avesse le facoltà mentali di rispondermi qualcosa di sensato.
«Ssì, credo, non lo so, magari faccio il bagno? Voglio fare pipì..» Barcolla ancora, cercando di avvicinarsi al water.
Ma il destino, quello stronzo del destino, che non riesce a non prendermi per il culo, fa in modo che inciampi sul lenzuolo e mi finisca addosso, senza niente a coprirla.
Non era la prima volta che la vedevo nuda, ma capitemi, aveva sì e no sei anni, a quei tempi, e le sue potevano essere definite in qualsiasi modo, tranne ‘forme’. Più che altro somigliava ad una spazzola con due spilli.
Ma ora non era più come quando aveva sei anni, oh no. Le aveva le forme, eccome. Non esagerate, ovviamente, ma le aveva. D’altronde, le ragazze con due tette somiglianti ad angurie e labbra a canotto le avevo sempre detestate. Troppo finte.
.. Ma che razza di pensieri fai, Harry?!
Giusto. Ho una ragazza nuda ed ubriaca appiccicata addosso, ed io stesso sono mezzo nudo. E la ragazza è la mia migliore amica, della quale sono innamorato.
Ma che bella situazione di merda.
Con una mano le prendo una spalla, per reggerla, e con l’altra cerco di afferrare un asciugamano, tenendo gli occhi chiusi. Dopo svariati tentativi, riesco ad afferrarlo e gliel’avvolgo intorno goffamente, e quando credo che sia mediamente coperta riapro gli occhi. Lei mi guarda con aria innocente, come se non vedesse niente di male in quello che era appena successo.
«Ti fa proprio tanto schifo il mio corpo, eh?» Dice, con aria amareggiata.
È impazzita o cosa?Lei voterebbe per ‘cosa’.
«Ma sei totalmente fuori di testa?» Sgrano gli occhi, guardandola interrogativo. D’altronde, “quando si è ubriachi si è più sinceri”, no? Magari riesco a farle dire qualcosa di.. importante. Mi sento uno schifo solo a pensare queste cose.
Scuote piano la testa, è ancora ubriaca ma sembra capire, «Eviti di guardarmi. Lo fai sempre. Sono pochi i momenti in cui mi sorridi, o lo fai solo quando siamo soli. Ti vergogni di me? Ti fa schifo il mio corpo, vero?» Sorride amaramente, e sembra sul punto di piangere. Ok, è ancora decisamente ubriaca e capisce ben poco. Nonostante ciò, sento che in quelle condizioni, posso essere sincero con lei.
Le prendo il volto tra le mani e la obbligo a guardarmi negli occhi, «Tu sei perfetta, capito? Sei perfetta in tutto e per tutto, non potrei mai immaginare qualcuno che possa anche sfiorare la tua perfezione» E sono serio, mentre le dico queste cose.
Lei mi sorride e si avvicina appena al mio orecchio, ed un brivido mi percorre tutta la schena.
«Harry.. devo fare la pipì e la doccia»
Oh.
È vero, quasi dimenticavo.
«Non preoccuparti, la doccia mi sveglierà un po’. Tu vai pure» Sembra convinta di quel che dice, eppure non le credo molto. L’idea di lasciarla da sola a farsi la doccia, quando potrebbe scivolare e cadere, mi preoccupa tantissimo.
«Facciamo così, tu fai la.. pipì, e dopo ti aiuto a sciacquarti la faccia e lavarti i denti, ma niente doccia, perché potresti farti male, ora come ora»
«Ma se la facciamo insieme, puoi reggermi tu, no?»
Mars. Piantala.
Non posso evitare che la fantasia galoppi e che mi dia una stupenda immagine di noi due che facciamo la doccia insieme, ed il mio amichetto a sud dell’equatore sembra gradire i pensieri.
«No, non posso reggerti io, perché ora non sei in te e se dovessi ricordare qualcosa, domani, mi odieresti a vita» Tento di spiegarle, ma senza alcun risultato, perché è intenta a guardare un altro punto.
Un ‘punto’ che si trova in mezzo alle mie gambe.
Oh.
«Il piccolo Edward non è di questo avviso, però» Mi rivolge un sorriso malizioso ed io cambio colore, diventando rosso di vergogna.
«S-senti, fai ciò che devi, ci vediamo dopo, ok?!» Quasi urlo, in preda all’imbarazzo, scappando fuori dal bagno. Ho il respiro affannato e le mani che tremano, e non riesco a capire cosa le sia preso.
Se fosse stata un’altra ragazza, ed io non fossi innamorato, non me lo sarei lasciato ripetere due volte.
Ma è la mia migliore amica, sono innamorato di lei ed è ubriaca. Se succedesse qualcosa tra di noi, con lei in questo stato, non me lo perdonerebbe mai. E nemmeno io riuscirei a perdonarmelo.
Mi rendo conto che sono ancora avvolto da un asciugamano, così vado in camera mia, per prendere dei boxer, i pantaloni del pigiama ed una canottiera, e quando ho finito torno in camera di Mars, pronto a prenderla in caso dovesse cadere vorticosamente per terra.
Intanto, afferro il cellulare per mandare un messaggio a Liam.
 
“Liam, Mars è ubriaca persa, invece di restare lì ho preferito portarla a casa, voi non preoccupatevi e divertitevi!”
 
Invio il messaggio e lancio il cellulare lontano da me, per poi iniziare ad osservare il soffitto e pensare a quella giornata assurda.
Avevo quasi baciato di nuovo la mia migliore amica, per poi non baciarla per la troppa paura di perderla di nuovo, ed avevo finito la serata ritrovandomela completamente nuda addosso.
Una giornata da scrivere sul diario segreto, no?
Sento la porta del bagno chiudersi ed aprirsi, e istintivamente deglutisco. La sento camminare avanti e indietro, aprire una porta, ed uscire qualche secondo dopo, poi ancora passi e, finalmente, torna in camera sua.
«Oh merda» è l’unico commento mi faccio scappare, quando la mia migliore amica mi si presenta davanti con solo una maglia grigia a maniche corte, che le veste in modo enorme, mia.
Devo aggiungere che, da quando voglio che sia più di una amica, ho sempre immaginato momenti come questo. Certo, nelle mie fantasie lei non è ubriaca ed è innamorata di me quanto io lo sono di lei, ma non si può avere tutto dalla vita.
Mi sorride in modo quasi malizioso, perché immagina a cosa sto pensando, e mentre cerca di camminare sensualmente verso il letto, manco a farlo apposta, cade con un tonfo con la faccia spalmata sul materasso, ed io non posso fare a meno di scoppiare in una grande risata.
«Non è divertente, lo saai?» Si lamenta, rialzando la testa ed avvicinandosi a me spingendosi sui gomiti. E mi si avvicina in maniera quasi pericolosa, per poi far sprofondare la testa sul cuscino, ma senza smettere di guardarmi. È coricata sul lato destro, è accanto a me ed è perfetta. Sento un fortissimo desiderio di baciarla, ma devo desistere, perché non posso semplicemente farlo. Non voglio rischiare di perderla, non posso, è più forte di me. Ma mentre io cerco di trattenermi, lei stringe un braccio intorno alla mia vita, tentando un goffo abbraccio, per poi tornare a fissarmi negli occhi. E dopo fa una domanda, una domanda inaspettata, che mi fa decisamente trasalire. E mi ritrovo a sperare che non l’avesse mai fatta.
«Harry, tu mi ami?» Nonostante sia ancora ubriaca, i suoi occhi sono seri. Non sta gongolando, biascicando con le parole, è semplicemente seria. Ed è una risposta seria quella che vuole, ma che non posso darle. Non posso perderla ancora, non posso.
Grazie a qualche miracolo divino, sento il mio telefono vibrare e lo prendo tra le mani con enorme interesse. È Liam che risponde al mio messaggio, dicendo che ho fatto la cosa giusta, sorrido e poso nuovamente il cellulare. Mars adesso guarda il soffitto con aria assente, ma ha gli occhi lucidi e le guancie arrossate.
«Hey, che succede?» le chiedo allarmato mettendomi seduto sul letto per guardarla meglio, e lei sposta l’attenzione dal soffitto ai miei occhi.
«N-non lo so, Harry.. voglio solo..» è costretta a smettere di parlare perché le lacrime hanno già inondato i suoi occhi e le scorrono lungo le guance. La faccio mettere seduta davanti a me, e poggio entrambe le mani sul suo viso, asciugandole le lacrime.
«Lo sai che non devi mai piangere, vero?» cerco di confortarla con un sorriso, nonostante questo sia parecchio forzato, perché non riuscirei mai a sorridere mentre lei piange. Mai.
Annuisce piano in risposta e tira su’ col naso, per poi mettere una mano sopra la mia e chiudere gli occhi, come per bearsi di quel contatto.
«Non so cosa mi sta succedendo, Harry» le lacrime ricominciano a scorrere ed io continuo a passare le dita sulle sue guance per asciugarle. Le do un bacio sulla forte, e ne approfitto per inebriarmi del suo profumo, decisamente migliorato rispetto a prima.
«Ascoltami bene: non importa cosa succede, a chi vuoi dare il tuo cuore. Va bene essere confusi, non è sbagliato. Sappi che ti starò vicino sempre, qualunque cosa accada»
Le apro il mio cuore con quelle parole, e lei sembra capirmi. Per un momento, dimentico che si sta ancora riprendendo dalla sbronza, e vorrei baciarla. Vorrei poter rispondere alla sua domanda con un “Sì, ti amo. Ti amo, ma riesco a dirtelo solo ora. Ti amo davvero. Ti amo sopra ogni cosa. Madison? Mai provato niente. Dominique? Uguale. Non potrei provare niente per loro, perché per me tu sei l’unica”. Già, mi piacerebbe riuscire a dirglielo. Mi piacerebbe non essere così codardo da tirarmi indietro ogni volta.
Mi abbraccia, o meglio, si tuffa tra le mie braccia, che l’accolgono e la stringono subito.
So che il posto della mia piccola Mars è tra le mie braccia. È sempre stato così. Come due pezzi di un puzzle che si completano a vicenda.
Ma c’è un problema, perché nonostante lei sia il pezzo capace di completare me, non l’ha ancora capito. Non ha ancora che ho bisogno di lei, e continua a cercare il pezzo con tutta se stessa. E, in attesa del pezzo mancante, unisce altre parti e forma la cornice, ma nonostante ciò pensa sempre al pezzo che non riesce a trovare.
Lentamente, poggio la schiena sul materasso e con la stessa lentezza faccio in modo che continui a sfogarsi sul mio petto, fino a quando ne ha bisogno, e le passo le mani sulla schiena, grattandola leggermente.
«Perché mi stai grattando la schiena?» Il tono che usa è pacato, forse un po’ sorpreso, ma è calmo e perfettamente in armonia col momento.
«Perché so che ami quando lo faccio, ti rilassa» Le poso un bacio sulla fronte, ridacchio e continuo a passare le dita sulla sua schiena.
«Ma non è vero..» Sussurra, con la voce impastata dal sonno, e da lì capisco che presto crollerà.
«Non è vero?»
«Io non amo quando lo fai, io amo.. te» Non so dove riesce a trovare la forza di muoversi, ma lo fa, ed in mezzo secondo le sue labbra sono sulle mie e la sua mano preme sulla mia guancia.
Boom.
La mia mente è in subbuglio, così come il mio stomaco. Il mio cuore ha deciso di mettersi ad imitare una batteria.. anzi, tutto un concerto. Non riesco nemmeno a realizzare quello che ha appena detto (e fatto), che abbasso lo sguardo su di lei e si è già addormentata, scivolandomi tra le braccia.
Mi ha baciato perché voleva farlo, oppure è stato un errore?
Mi ha detto di amarmi, oppure è stato solo un effetto dell’alcol?
Passo la mia mano dietro la sua schiena, accarezzandola, le bacio la fronte ed avvicino le mie labbra al suo orecchio, per rivelarle ciò che ancora non sa. Nonostante stia dormendo, io devo dirglielo, non riesco più a trattenermi. Non posso trattenermi, ora che il mio cuore va a mille e la mia testa è tutta in confusione, ho bisogno di dire a voce alta l’unica cosa che reputo certa nella mia stupida vita.
 
«Ti amo, Mars»


 

 
 
Buonciao, miei dolcetti  ♥
Avete visto? Non ho ritardato tanto, questa volta. Be proud.
Spero tanto che il capitolo vi sia piaciuto, perchémi ci sono impegnata TANTO.
E.. che altro dire? La scuola èricominciata, bella merda. Avròmeno tempo per scrivere, senza contare che sono a corto di idee D:
Peròho intenzione di riempirvi di Larry. LARRY STYLINSON IS EVERYWHERE.
Ed io li amo.
Ovviamente, non per questo dovete smettere di shippare Marry/Mazza. Mai smettere di sostenerli, altrimenti io vado in depressione :c
Il prossimo capitolo? Non ho idea di quando arriveràcc Ho poche idee, purtroppo, ma spero di avere qualche illuminazione il prima possibile cwc
Oh, quasi dimenticavo: avrete potuto notare il cambio di narrazione, dal passato al presente. Beh, questo cambio non ha una ragione in particolare, ho solo scoperto di trovarmi decisamente meglio con le descrizioni al presente, che con quelle al passato, spero di non sconvolgervi troppo ahah :c

Bene, detto questo, vi amo. Continuate a dirmi cosa ne pensate e recensire, perchéle vostre recensioni mi rendono TAAAANTO felice e mi fanno venir voglia di scrivere ♥
Love ya all,
Mars.
   
 
Leggi le 13 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: stylessmurf