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Autore: a_bees_buzz    13/04/2007    10 recensioni
I tuoi genitori sono famosi eroi di guerra, i tuoi ormoni impazzano, e non ci sono guerre da combattere. In questa situazione, che cosa può fare un teenager? Combinare casini, naturalmente.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Nuovo personaggio | Coppie: Draco/Hermione
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Karma Bites



Era strano essere nella Sala Grande della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts a guardare il proprio figlio venir Smistato. Era persino più bizzarro guardarlo da una sedia al tavolo degli insegnanti. Ma ciò che rendeva quel momento davvero peculiare era che il ragazzo in questione aveva sedici anni.

Prima del suo turno, a metà circa del processo di Smistamento, una marea di undicenni l’aveva preceduto. Il suo fisico, alto e dinoccolato, troneggiava in paragone al loro. C’era stato un mormorio eccitato all’annuncio del suo nome; solo pochi studenti sapevano che si sarebbe unito loro a Hogwarts, ma tutti sapevano chi era e cosa aveva combinato.

“Un po’ tardi per entrare nel gioco, no?” Il Cappello Parlante amava ancora stuzzicare gli studenti, e Sebastian era un facile bersaglio. “Hmm. Hai veramente un po’ di tutto, potresti andare dovunque.”

Non Serpeverde. Sapeva che il cappello poteva sentire i suoi pensieri.

“No? Bene, posso capire perché sarebbe imbarazzante. Non possiamo neanche permetterci di farti gironzolare a briglie sciolte, però. Che sia allora, Grifondoro!”

Hermione applaudì nervosamente, lanciando di soppiatto delle occhiate al viso indurito del marito. Era stato solo come favore speciale per lei che Minerva aveva permesso l’ammissione di Sebastian dopo le sue espulsioni da Beauxbatons e da Durmstrang, nell’anno precedente. Sarebbe stata la prima volta, nella storia di Hogwarts, che il figlio di un professore avrebbe frequentato la scuola. Aveva aiutato la circostanza che, in realtà, lui era il figlio di due professori, nessuno dei quali incline a favorire la propria genie. Più veritiero il contrario, alla resa dei conti. Tra Hermione e Draco il ragazzo sarebbe stato fortunato a riuscire a rubacchiare una mela dalle cucine, non certo a combinare qualche serio disastro.

Mentre Minerva si esibiva nel tradizionale discorso di benvenuto a fine Smistamento e pre cena, Hermione ripassò mentalmente tutte le precauzioni che erano state prese per prepararsi all’arrivo di Sebastian. Protezioni speciali erano state poste nelle aree chiave del castello e del territorio circostante, la maggior parte accordate alla cosiddetta firma magica del ragazzo – meri Mantelli dell’Invisibilità e Pozioni Polisucco non sarebbero riusciti ad aggirarle.
Era stata una sorpresa scoprire che le protezioni standard erano mantenute intenzionalmente a basso livello per incoraggiare gli studenti più talentuosi ad una applicazione creativa della magia.

“Credevi davvero che non fossi capace di proteggere la mia dispensa di ingredienti da semplici studenti?” le aveva chiesto una volta Piton. Era sempre stato a conoscenza di quando le sue riserve venivano saccheggiate, ed era stato solo l’anno dello sciagurato Torneo Tremaghi, quando era stato Barty Crouch a drenare le sue dispense a ritmi vertiginosi per prepararsi la Pozione Polisucco, che s’era preoccupato seriamente. Dopo quell’esperienza aveva installato un piccolo marchingegno che si attivava nel momento della rottura delle protezioni e permetteva di individuare anche chi stesse perpetrando l’infrazione. Manteneva ancora i livelli protettivi facilmente scavalcabili, ma in questo modo poteva tenere sott’occhio chi s’introduceva nei suoi spazi, e con quale frequenza.

Data la fedina di Sebastian, alla dispensa per le pozioni, allo sgabuzzino con le attrezzature per il Quidditch, alle riserve dell’Infermeria, agli uffici, a tutti i tunnel nascosti che conducevano al di fuori di Hogwarts, erano state riservate protezioni aggiuntive. Qualunque guaio fossero riuscite a combinare le passate generazioni di studenti, nessuno era stato in grado di ridurre letteralmente un’intera ala del castello in cenere. E quello, tuttavia, era stato esattamente ciò che aveva portato a compimento Sebastian a Beauxbatons. Solo per cieca fortuna nessuno era rimasto gravemente ferito, nonostante il ragazzo affermasse che ciò fosse dovuto alla sua attenta pianificazione. Aveva aspettato finché la Preside non era assente per una conferenza, prima di mettere in atto il suo esperimento pozionistico nel suo ufficio. Sfortunatamente, la forza dell’esplosione non s’era limitata a estinguersi nel raggio di una stanza; se gli occupanti del castello non fossero stati a cena, le conseguenze avrebbero potuto essere molto più severe.

Al concludersi del discorso e all’inizio della cena, due paia d’occhi erano fermamente fissati sul nuovo Grifondoro. Hermione diede una gomitata a Draco.

“Cosa?”

“Dovresti almeno far finta di mostrare interesse verso i nuovi Serpeverde.”

“La mia Casa sa prendersi cura di sé. Sono più preoccupato di mio figlio.”

Sebastian scelse proprio quel momento per dar ragione al padre, lanciando giocosamente una cucchiaiata di puré verso Emmaline Weasley, seduta dall’altra parte del tavolo. Essere stato mandato a scuola sul continente non l’aveva fermato dallo stringere una stretta amicizia con la prole di Ron e Lavanda, e Hermione sospettava che avesse una cotta per la procace e intraprendente Em.

Prima che una lotta senza quartiere a base di cibo potesse erompere, Draco si avventò su Sebastian, e, prendendolo per un orecchio, lo fece alzare dal suo posto e marciò con lui fuori dal salone. Hermione si scusò con gli altri insegnanti e sgattaiolò fuori dalla Sala Grande. Sia lei che Draco avevano ben istruito i Prefetti delle proprie Case, la loro presenza non sarebbe stata necessaria quella sera.

Anche se non avesse saputo dove si stavano dirigendo, avrebbe potuto trovare i suoi ragazzi seguendo il suono delle urla.

“Silencio!”

Li spinse davanti a sé lungo il corridoio, per poi svoltare l’angolo e introdursi nella suite della loro famiglia. Chiuse la porta e lanciò un incantesimo per garantire la privacy, prima di iniziare a parlare.

“Non permetterò a voi due di litigare di fronte al resto della scuola! Sistemerete le cose qui dentro senza attaccarvi là fuori o ne risponderete a me. E vale per entrambi voi. Ci siamo capiti?” Al loro annuire contrito, proseguì. “Ora, vi sedete e parlate con toni pacati, uno alla volta.” Solo quando entrambi si furono sistemati rilasciò l’incantesimo su Sebastian, lasciandogli la possibilità di sfogarsi per primo.

“Mi ha umiliato, Mamma. Di fronte a Em e a tutta la mia Casa! Come posso ambientarmi qui se mi sta addosso tutto il tempo?”

Hermione annuì e rilasciò Draco, che si rivolse direttamente al figlio.

“O impari a comportarti come un uomo, o sarai trattato come il bambino viziato che sei. Lanciare il cibo lungo il tavolo difficilmente si classifica come comportamento adeguato per uno della tua età. Dopo quello che hai combinato a Durmstrang sei al laccio corto, giovanotto. Quel tuo piccolo colpo di genio ha portato quattro persone in ospedale.”

Per scommessa, Sebastian era sgattaiolato fuori da scuola e s’era nascosto tra gli spalti dello stadio nazionale di Quidditch. Il giorno successivo era in programma una partita, e lui aveva disabilitato le protezioni che tenevano separati gli spettatori dal campo da gioco, inoltre a cavallo della sua scopa s’era fatto una volata completamente nudo per il campo. Aveva completato quasi due giri prima che la sicurezza riuscisse a catturarlo. Sfortunatamente, quello che voleva essere nulla più che una bravata aveva avuto conseguenze molto più serie. Nel momento in cui aveva abbassato le protezioni, una dei Battitori della squadra casalinga stava eseguendo una manovra particolarmente ardita, in cui sarebbe dovuta rimbalzare sulle protezioni per poi essere accelerata verso la traiettoria di volo del Cacciatore con la Pluffa in mano del team avverso. Invece, si era schiantata sugli spalti, ferendo se stessa e un nutrito gruppo di spettatori.

“Per lo meno io non ho causato la morte di nessuno.”

“Cosa vorresti dire?”

“Cosa credi significhi, Papà? Alla mia età tu stavi pianificando un omicidio, quindi non credo possa farmi le prediche su cosa sia un comportamento appropriato. Oh, ma tu non sei andato fino in fondo, così questo non conta, se si ignora il piccolo effetto collaterale dei Mangiamorte liberi di distruggere tra queste sacre mura.”

“COME OSI! Tu non hai idea di cosa…”

“BASTA!” Per la seconda volta, Hermione fu costretta a intervenire. “Sebastian, va’ in camera tua.” Indicò la stanza, in fondo al corridoio, che aveva diviso con sua sorella durante il periodo scolastico, quando era un bambino.

“No, me ne vado nel mio dormitorio. Questa è una scuola, non una casa privata. Non mi potete dare sempre ordini, qua.”

Hermione alzò una mano per frenare la risposta di Draco. “Credo che scoprirai che possiamo. È la sola condizione sotto cui la Preside ha permesso la tua iscrizione, qui. Risponderai a noi per qualunque cosa tu faccia o ti sarà tolta la tua bacchetta e negato il diritto ad usare la magia finché non decideremo noi di ridartela. E il diventare maggiorenne non cambierà la situazione. Quindi, va’ in camera tua. Adesso!”

Aspettò finché non sentì chiudersi la porta, prima di lanciare un altro incantesimo silenziatore, stavolta per creare una barriera tra il salotto e la stanza di Sebastian. “E’ andata bene, non credi?”

Draco si sedette nuovamente e si prese la testa tra le mani. “Divertente. Che si fa, ora?”

Hermione s’appollaiò sul bracciolo della poltrona e iniziò a massaggiare i nodi sul collo del marito. “Lasciamo che sfumi la rabbia per un’ora o giù di lì. Poi vado a parlargli io.”

“Deve scusarsi per quello che ha detto. Non posso far finta di nulla.”

“Non preoccuparti. Lo farà. Ma ulteriori grida non aiuteranno, quindi sarò io la prima a trattare con lui finché questa piccola crisi non si sarà sgonfiata. Fin da quando ha compiuto quattordici anni, voi due vi siete presi sempre dalla parte sbagliata. Onestamente, non ricordo quando è stata l’ultima volta in cui vi siete parlati civilmente per più di cinque minuti.”

“Lo scorso Natale. Tutta la cena a casa dei tuoi senza litigare.” Roteò la testa e si rimise seduto propriamente, un braccio sulla gamba di lei. “Va meglio. Grazie.”

“Di nulla. Certo, c’erano altre dodici persone, e tu e Sebastian eravate ai capi opposti della tavolata. Non credo che valga.”

“E’ il meglio che puoi ottenere.”

*************************************************************

“Sei pronto per parlare, ora?”

“Mamma! Non hai nemmeno bussato! Non ho nemmeno un po’ di privacy, qui?”

“No. Non ce l’hai. È uno di quei privilegi che devi conquistarti.”

Sebastian fece una smorfia. C’era alcune cose in cui, assolutamente, non voleva che sua madre incappasse. “Cosa devo fare?”

Hermione si sedette di fronte a suo figlio. “Per prima cosa devi scusarti con tuo padre.”

“Solo se lui si scusa con me per primo.”

“Per cosa credi che dovrebbe scusarsi?”

“Stai scherzando?” Sebastian si alzò e iniziò a camminare avanti e indietro per la stanza. “Ha completamente esagerato. Tutto quello che ho fatto è stato stuzzicare Em. Ha fatto un gran fracasso per nulla.”

“Nulla? Ok. Supponiamo per un attimo che tuo padre non sia intervenuto. Che cosa sarebbe successo dopo?”

“Non lo so,” replicò, sedendosi nuovamente. “Credo che lei mi avrebbe tirato qualcos’altro dietro.”

“E quanto ci sarebbe voluto perché tutta la scuola partecipasse alla vostra battaglia a base di cibo?”

“E allora? No, sul serio, pensaci, Mamma. Primo giorno di scuola, una grande battaglia con il cibo. Tutti si rilassano un po’, i nuovi ragazzini legano, iniziamo l’anno scolastico con il botto. Sarebbe stato fantastico.”

“Senza considerare che ti saresti preso tutto il merito, facendo di te stesso un eroe.”

“Questo è solo un beneficio collaterale,” sogghignò. “Stavo soltanto tentando di alzare il morale. Per il bene della scuola, ovviamente.”

“Ovviamente. Poi, tutti i bimbi del primo anno scrivono a casa alle loro mamme e ai loro papà e raccontano loro che fantastica Festa di Benvenuto hanno avuto. E le loro mamme e i loro papà scrivono al Consiglio Scolastico o alla Preside per scoprire cosa è successo. E abbiamo una piccola crisi tra le nostre mani, senza contare un corpo studentesco che ha deciso che la disciplina a Hogwarts è un optional e ha iniziato a testare i nostri limiti. Poi c’è il disastro che avete combinato in Sala Grande e gli elfi che devono incaricarsi di ripulire. Tutto per nutrire il tuo ego e far di te Mr. Popolarità.

“Non avevo pensato a tutto questo,” replicò, a testa china. “Non stavo cercando di causare casini, Mamma. Volevo solo adattarmi alla svelta.”

“Hai bisogno di iniziare a pensare. Non solo a te stesso, ma alle conseguenze delle tue azioni e a come influiranno sulle altre persone. Sapevi che ci sono delle protezioni su un campo di Quidditch per un buon motivo, ma eri così ansioso di dimostrare che potevi raggirarle che non hai pensato un secondo a chi poteva farsi male.”

“Lo so. Ma devi capire cosa vuol dire per me.” Si lasciò cadere sul letto. “Voi avete avuto le vostre grandi avventure, non avete bisogno di altre emozioni nelle vostre vite. Solo perché le vostre passioni si sono spente e siete contenti di esservi accomodati in una tranquilla routine, non significa che sia così anche per me.”

Hermione soppresse una risatina. Draco era molte cose, ma certo non sazio, quieto e tranquillo. Era passata meno di una settimana da quando aveva sfidato a duello un membro del Consiglio e aveva sonoramente messo in dubbio il suo diritto ereditario a occuparsi di un problema di fondi.

“C’è la passione e poi c’è la stupidità. Trova una causa per cui valga la pena combattere, e io e tuo padre ti saremo alle spalle fino all’ultimo, ma rischiare la tua vita per una scommessa? Sei più intelligente di questo.”

“Che causa? La guerra è finita, Mamma. Avete fatto fuori tutti i cattivi. Non c’è rimasto più nulla da combattere.”

“Sai, non abbiamo passato tutti i nostri anni a scuola a fronteggiare Voldemort. Io ho speso tantissimo tempo a combattere contro il pregiudizio, spesso con tuo padre dalla parte avversa. E ho combattuto contro l’ingiustizia. Questo non è certo un mondo perfetto, ci sono tantissimi problemi che aspettano una soluzione. Trovane uno che ti appassioni e cerca di fare qualcosa per quello. Questa è una sfida all’altezza dei tuoi talenti. Vuoi che sul tuo epitaffio si legga ‘morto nudo mentre veniva deriso da 8000 spettatori a un evento sportivo’ o ‘con la sua vita ha fatto qualcosa che ha cambiato il mondo’?”

Sebastian sorrise, a dispetto di se stesso. “Questo è un buon punto. Io volevo solo dimostrare che valgo, fare qualcosa di straordinario. Come l’avete fatto voi.”

“Non provi te stesso prendendo stupidi rischi. Sii coraggioso di fronte al pericolo, alzati in piedi per quello in cui credi, ma sii abbastanza furbo da scegliere le tue battaglie, e abbastanza astuto da rivolgere la fortuna a tuo favore. Puoi essere stato smistato a Grifondoro, ma c’è tanto di tuo padre in te. Fanne buon uso.”


********************************

Hermione raddrizzò le spalle e andò in cerca del suo altro bimbo recalcitrante. Lo trovò in bagno. “Prima di dire qualunque cosa, cerca di ricordarti com’era avere sedici anni.”

Lui bagnò lo spazzolini da denti di lei e glielo porse. “Me lo ricordo. Ricordo venir colpiti da una Cruciatus come promemoria per rimaner concentrati sul proprio compito. Ricordo l’essere offerto come un dolcetto ad un fottuto rettile. Ricordo il sapere che le vite di coloro che amavo dipendevano da un gesto che mi dilaniava l’anima. La sua vita è un maledetto letto di rose, e osa criticarmi.”

Lei finì di lavarsi i denti e andò in camera da letto, a prendere un paio di pigiami puliti. “Sì, ha avuto una vita più facile della tua. È quello per cui abbiamo combattuto, quello per cui i nostri amici sono morti. Vorresti veramente che fosse diverso?”

“No. Certo che no”, replicò, mentre iniziava a cambiarsi per la notte. “Ma questo non gli dà il diritto di deridermi. Non so come affrontare l’odio di mio figlio.”

“Lo sai che non ti odia. Al contrario, sospetto che ti ammiri enormemente. Sta cercando di essere all’altezza della tua immagine. Non deve essere facile essere il figlio di una famosa coppia di eroi di guerra. Magari potrebbe essere utile se gli raccontassi com’è andata veramente. Hai mai provato a sederti e a parlare con lui dei tuoi giorni scolastici e di come sei finito coinvolto con il conflitto?”

“Non credevo potesse interessargli.”

“Perché non ci tenti domani mattina? Lo aiuterebbe a vederti meno mito e più uomo. Può non aver dovuto sopportare le durezze della tua gioventù, ma assomiglia tantissimo a come eri. È solo smanioso di dimostrare il suo valore, di farsi notare, di avere successo.”

“Non ha nulla da provare, e una vita intera per raggiungere i suoi successi.”

“Forse dovresti dirgli anche questo.”

Iniziò a spazzolarle i capelli, mentre lei si sedeva alla sua toletta, massaggiandosi il volto e il collo con creme idratanti.

“E’ così che funziona? Controllarlo attraverso l’umiliazione?”

“Hai un’idea migliore?”

“Ricordami perché abbiamo dei figli.”

“Per portare avanti la gloria del nome Malfoy, se ricordo bene.”

“No. Non può essere. Non volevi dei bambini per portare amore e gioia nelle nostre vite?”

“Mi sembra di ricordare che dicevi saresti stato un papà superlativo, avendo imparato dagli errori di tuo padre.”

“Avremmo dovuto prendere un cagnolino.”

“Oppure chiedere un cambio quando ha compiuto tredici anni. Era piuttosto carino finché non è diventato un teenager.”

“Difficile capire il perché, considerando che bravi adolescenti eravamo noi.”

Lei sorrise ironicamente. “Credi sia il fato che ci ripaga delle nostre infanzie scapestrate?”

“Forse. Ma se sono riuscito a sopravvivere a Voldemort, posso sopravvivere a un teenager”, concesse.

“Due teenager. Isabella compie tredici anni il prossimo mese.”

“Non sono preoccupato”, affermò Draco, non propriamente convinto. “Isabella è una ragazza giudiziosa.”

“Certo che lo è. Proprio come me alla sua età”, replicò sua moglie, sogghignando.

“Farò finta che tu non abbia detto nulla.” Spense la luce e si infilò sotto le coperte.

Hermione si rannicchiò contro di lui. “Ce la faremo. Come facciamo sempre.”

“Vuoi dire che tu ce la farai. Solo, non lasciarmi da solo con loro, qualunque cosa tu faccia.”

“Non me ne andrò da nessuna parte finché non ti sarai stancato di me.”

Si girò e fece scivolare un braccio sotto la sua testa. “Bene, allora dobbiamo attendere altri 50 o 60 anni.”

“E poi? Che succede dopo?”

“Vediamo a che punto siamo. Per allora dovremmo avere una buona idea sul funzionamento di questa relazione, se siano necessari dei cambiamenti o meno. Potrei voler iniziare a dormire dall’altro lato del letto, sai.”

“Provaci, e io inizierò a mettermi le calze a letto. Quelle di lana, pesanti e ruvide.”

Draco scrollò le spalle. “Forse dovremmo lasciare le cose così come stanno.”

“Forse.”


The End




Lo so, lo so. Chi di voi sta seguendo Customer Service starà probabilmente aspettando l'ultimo-capitolo-pre-una-specie-di-epilogo (insomma, avete capito^^), ma si sa che essere imprevedibile (nonostante quello che dice Emily :P) è la mia peggior virtù. Così in attesa di quel capitolo (che prometto entro domenica/lunedì sera sarà postato), ecco qui una semplice e romantica one-shot. Giusto per confermare (sempre come dice la moglie^^) che io per le Draco/Hermione con figli sono fissata^^.

Per smettere di parlare a vanvera, alcune note conclusive.

Il titolo si riferisce alla frase di Hermione sulla possibilità che il comportamento di Sebastian sia il destino che sta facendo pagar loro le sconsideratezze della loro gioventù.

Tutto il discorso finale tra Draco e Hermione, in cui si sottolinea il cambiamento caratteriale di Sebastian dopo i tredici anni e in cui si spera che Isabella non faccia la stessa fine, nell'originale gioca sulla diretta provenienza della parola teen-ager dal suffisso "teen" che caratterizza tutti i numeri (e in questo contesto gli anni) tra tredici e diciannove. In Italiano questa diretta corrispondenza viene parzialmente persa.

Questa one-shot è stata scritta per l'ultima edizione del dmhgficexchange, “Brew a Love Potion for Draco and Hermione”. Le richieste erano: Draco e Hermione sposati da un po’ di anni, figli adolescenti, amore espresso attraverso le azioni, non solo le parole. Entrambi insegnanti a Hogwarts. Assolutamente no a stupri e violenze in genere.

Rimanendo in tema di Ficexchange, e visto che la PSV (Promozione Senza Vergogna) è una mia specializzazione, ricordo, a chi fosse interessato, che le iscrizioni per la Seconda Edizione dell'Harry Potter FicExchange Italiano sono aperte fino al 21 Aprile 2007. Se siete interessati, potete trovare tutte le informazioni su questa iniziativa, nonché il format di iscrizione, cliccando su questo Bannerino-Passaporta:




o spulciando tra le discussioni nell'apposita cartella del forum. Al momento sono iscritti 17 partecipanti, mica vorrete lasciarci con codesto infausto numero, vero? XDDD

E qui concludo davvero, ringrazio anticipatamente chiunque abbia letto questo one-shot e, soprattutto, chiunque abbia voglia di lasciare un commento.
Alla prossima,

Kit
  
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