Crossover
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Autore: ellacowgirl in Madame_Butterfly    30/09/2012    2 recensioni
Manga/Anime: Naruto/Fairy Tail/Bleach/ Nuovi personaggi
“E’ come un’ombra: si nasconde dietro la luce, si cela alla maggior parte degli occhi e poi, all’improvviso, quando appare può far paura, molta paura… Soprattutto se è qualcosa di una potenza che distrugge”
Alcuni rapimenti, forse troppi, hanno messo in allerta quattro mondi, anche se per motivi differenti: maghi, ninja, shinigami ed umani.
Hanno mentalità differenti, hanno tecniche ed abilità diverse che li porteranno a scontrarsi, a diffidare l’uno dell’altro: eppure dovranno fare di quelle loro diversità un’arma più potente di ciò che sta per essere creato.
Un nemico ignoto,
compagni rapiti senza un apparente motivo,
e la volontà, nel bene o nel male, di salvare chi è più caro…
A qualsiasi costo.
Dopotutto, è ciò che sono abituati a fare, no?
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anime/Manga
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Note Autrice:
Ho notato che il numero di chi segue questa storia o l'ha messa tra le preferite è aumentato, e per questo ne sono immensamente felice :D
Tuttavia, non avendo ricevuto recensioni nello scorso capitolo, la cosa mi è parsa alquanto contrastante e non riesco a farmi un'idea precisa di cosa ne pensiate...
Dunque, ho fatto questo capitolo un pò più lungo e complesso, sperando che possa piacervi ed in base a questo deciderò se continuare o meno la storia...
Grazie dell'attenzione, buona lettura ^.^




Capitolo 3:
Prime Luci

 
*toc toc*
 
- Avanti! –
 
L’imperiosa voce dell’Hokage echeggia in tutto il palazzo, non appena le nocche coperte di Kakashi picchiettano sulla porta del suo studio.
Affianco a lui, la minuta figura del Master di Fairy Tail resta impassibile ed immobile, attendendo che il ninja apra la porta e gli consenta di entrare.
E’ leggermente perplesso all’idea che il capo di una simile terra sia una donna, ma non appena questa viene aperta i suoi occhi restano maggiormente colpiti nel vederla: in piedi dietro ad una possente scrivania, la figura di una donna bionda e particolarmente prosperosa non può che allettarlo involontariamente…
Ma si trattiene, naturalmente, deglutisce non appena si vede costretto ad avvicinarsi, affiancato dall’Hatake e doveroso di mantenere un’espressione autoritaria.
 
“Non guardare il petto non guardare il petto…”
 
Si ripete mentalmente quando, fortunatamente, la voce alquanto autoritaria della donna lo costringe a guardarla negli occhi, in quelle iridi ambrate e tanto fredde che per qualche attimo lo lasciano attonito.
 
- E così questo è il famoso “Master” di cui ho sentito parlare, un mago che decisamente non mi aspettavo di vedere mai in queste terre… -
 
Asserisce con diffidenza, scrutandolo attentamente mentre questo si avvicina, assottigliando appena lo sguardo.
 
- Immagino abbiate informatori efficienti, Hokage… -
- Abbastanza. –
 
Risponde semplicemente, incrociando le braccia sotto il seno prosperoso, come ad enfatizzare il suo ruolo nel paese.
 
“ Non guardare il petto non guardare il petto…”
 
Accanto alla scrivania, un cagnolino con un copri fronte blu ed il simbolo della Foglia si fa notare scodinzolando, mentre il muso è rivolto verso Kakashi che gli fa semplicemente un gesto del capo, in segno di approvazione per il lavoro compiuto.
 
-  Puoi lasciarci soli, Kakashi. –
 
Dice la donna nei confronti del ninja copia, per poi volgere lo sguardo verso la figura snella e benevola di una ragazza dai capelli scuri, che tra le braccia regge un maialino rosa con tanto di collana di perle lilla.
 
- Shizune, vorrei che ti occupassi tu degli ospiti. –
- Certamente, Tsunade-sama –
 
Asserisce la giovane con un sorriso, facendo un lieve inchino con il capo in direzione dell’amata maestra e si incammina verso la porta, uscendovi assieme a Kakashi.
Makarov resta immobile al centro della stanza per qualche attimo, gli occhi esperti quanto indagatori che scrutano la figura di Tsunade, come stesse studiando un alleato che per il momento non conosce.
 
- Siete una donna troppo autoritaria ed esperta per avere l’età che dimostrate, Hokage… -
 
Asserisce semplicemente, come dare una prova delle sue potenzialità ed una semplice smorfia appare sul volto perfetto di Tsunade, assieme ad un sorriso appena accennato mentre si siede alla scrivania.
 
- Una donna non parla della propria reale età, caro Master… -
 
Dice facendogli segno di sedersi, una poltrona sulla quale sono già stati posizionati una serie di cuscini data l’altezza dell’ometto baffuto, il quale fa semplicemente una sbuffo prima di seder visi e trovarsi più o meno all’altezza della donna.
 
“Non guardare il petto non guardare il petto…”
 
Deve sforzarsi, poveretto! Ma se non vuole rischiare di venir abbassato ulteriormente è meglio che si impegni…
Lei si schiarisce appena la voce, per poi lasciarsi cadere sullo schienale.
 
- Siete venuti qui per chiederci aiuto, da quanto ho capito. E immagino che sia stato tu ad aprire il varco dimensionale fra mondi, una magia decisamente molto potente… -
- Una magia che immagino conosciate anche voi, Hokage. –
 
Sorrisetto quasi divertito, quello sul volto di Makarov: Tsunade non dice nulla, né mostra un’espressione diversa dall’impassibilità, quasi non volesse dargli una risposta.
 
- Raccontami qualcosa su questi due tuoi allievi rapiti… Una ragazza ed un gatto sono una scelta alquanto particolare, non decisamente logica da parte di un nemico. –
 
Ragionamento freddo e lucido, quello della donna, in attesa che il Master le dia le dovute spiegazioni.
 
- Le cose non sono andate propriamente così… Quando i miei ragazzi sono stati attaccati, l’obiettivo erano questa Elsa ed un’altra ragazza, Lucy, maga degli spiriti stellari che è venuta con noi adesso. –
- L’avete portata per proteggerla, immagino… -
- Esattamente. –
 
Si lanciano una serie di sguardi, che non necessitano di alcuna parola esplicativa: Tsunade lo sa, cosa significhi temere per i propri allievi, per l’incolumità di qualcuno caro e tentare di fare di tutto per proteggerlo…
Non si conoscono, eppure da maestri e capi conoscono le responsabilità ed il peso delle apprensioni.
 
- Spiegami qualcosa di queste ragazze, cosicché io possa avere una vaga idea del motivo per cui degli individui di un mondo esterno ai nostri dovrebbero catturarle… -
- Elsa è una maga di livello S, il grado più alto all’interno della nostra Gilda. E’ in grado di cambiare l’armatura e l’arma con cui combatte a seconda della necessità, è calcolatrice, razionale eppure densa dei valori più nobili e puri. –
 
Abbassa appena le palpebre, quasi tentasse di reprimere la profonda preoccupazione che lo avvolge al pensiero di una delle sue più valorose allieve, forse la migliore, in pericolo e in mano a chissà quali nemici.
Una stretta al cuore, una preoccupazione di maestro, di Master, forse di padre quasi…
 
- E di questa Lucy che mi puoi dire? –
 
Lo interrompe quasi bruscamente, costringendolo a rialzare il capo in sua direzione, mentre tutto ciò che incontra è uno sguardo impassibile: resta colpito da tali espressioni, da come quella donna sembri totalmente immune alla sensibilità ed ai sentimenti altrui.
Oppure abbia semplicemente sofferto troppo e sappia cosa significhi mettere da parte le emozioni per il bene comune.
 
- E’ entrata nella Gilda da non molto tempo. E’ una maga degli spiriti stellari, ovvero apre tramite delle chiavi dei portali dai quali può richiamare gli spiriti delle stelle, come quelli dello zodiaco e simili. –
 
Tsunade corruga appena la fronte a quel dire, non potendo nemmeno lontanamente immaginare qualcosa di simile, non avendone mai sentito parlare.
 
-  Una sorta di evocazione, quindi, da noi non esistono questi spiriti stellari… -
-  Spero che comunque siano evocabili, qui, o sarà un problema per lei, dato che la sua magia consiste in questo. –
 
Spiega brevemente, facendo un respiro profondo prima di continuare quel dialogo, doloroso ma necessario.
 
- Non è fra le più potenti maghe, ma certamente la sua magia è molto ricercata ed efficace, lei inoltre è particolarmente in gamba nell’utilizzarla e sa legare con gli spiriti in un modo molto profondo, quasi unico direi. –
 
Piccola pausa, le iridi ambrate dell’Hokage sembrano perse in ragionamenti che potrebbero dare una spiegazione ai rapimenti, anche perché se quei rapitori sono stati in grado di giungere sul mondo dei maghi, ciò non esclude che possano giungere anche in quello dei ninja…
 
- Due tipi di magie molto particolari e potenti, da quello che ho potuto capire, come fossero delle abilità tutt’altro che comuni e facilmente maneggiabili… -
- Noto che intuite molto in fretta, e questo non può che semplificarmi la spiegazione che mi sono dato riguardo questi rapimenti. –
 
Asserisce il Master con tranquillità, catturando senza troppa difficoltà tutta l’attenzione della donna.
 
-  Come avete detto, si tratta di magie potenti, maneggiate da due maghe con potenzialità sviluppate e particolari, per non dire uniche nel loro genere. Sono state obiettivi già di alcuni rivali sul nostro stesso mondo, dunque sospetto che questi stranieri volessero impossessarsi di loro in particolar modo… –
-  …ma? –
 
Inarca un sopracciglio, l’Hokage, mentre il Master fa semplicemente un sospiro, riprendendo a parlare con un sorriso interiore e soddisfatto: di certo ha un’alleata in gamba, così come lei si è resa già conto della sua potenza magica.
 
- …ma non riesco a capire perché abbia tentato di catturare due ragazze. Anche Natsu ha dei poteri molto particolari e ricercati nel nostro mondo, eppure non è stato minimamente preso in considerazione. –
-  Pensate che gli obiettivi siano stati scelti non sono perché possessori di particolari abilità, ma anche perché donne? –
-  Sì, sospetto che in un qualche modo centri anche questo. Anche perché Lucy, per quanto in gamba, non ha la stessa potenza magica di Natsu o di Grey… -
 
Nuovamente il silenzio spadroneggia all’interno dell’ufficio dell’Hokage, le iridi ambrate della donna che riflettono lo sguardo angosciato quanto freddo dell’ometto che le sta dinnanzi: bastano pochi attimi, perché la situazione si faccia chiara, ad entrambi.
 
- Quindi pensate che possa essere questo il loro obiettivo? –
 
Occhi fissi sulla figura dell’anziano signore dinnanzi a lei, seduto su di una sedia particolarmente alta per consentirgli di essere all’altezza della prosperosa Hokage, ora più seria che mai.
 
- E’ affrettato dirlo ma… Sembrerebbe così. –
 
Asserisce con fare grave, in pensiero per i suoi ragazzi in pericolo, mentre i giovani ninja e maghi restano al di fuori dell’ufficio dell’Hokage, frementi in attesa delle decisioni prese dai loro maestri e superiori.
Riflette qualche istante, Tsunade, prima volgere lo sguardo oltre la finestra.
 
- Kakashi. –
 
Questione di pochi attimi, ed il ninja copia si palesa alla sua destra, con un’occhiata decisa quanto intrinseca di una profonda preoccupazione.
 
- Manda un messaggio ai capi della sicurezza della Nebbia, voglio che la Mizukage sia protetta e sorvegliata a vista, ad ogni ora della giornata! E che nessuno di sospetto le si avvicini! -
 
L’Hatake ancora non conosce i dettagli di tali ordini, ma visto il tono autoritario e soprattutto apprensivo dell’Hokage non dice altro, fa semplicemente un inchino con il capo e sparisce nuovamente oltre la finestra, diretto verso il luogo a lui indicatogli.
 
- Shizune! –
 
Di nuovo la voce prorompente della donna aleggia per il palazzo, sin quando la porta non si apre, lasciando che la minuta figura dell’allieva dell’Hokage faccia il suo ingresso.
La porta viene lasciata aperta, tanto che oltre a questa si possono notare le figure dei ragazzi che sbirciano, ascoltando incuriositi quel discorso tanto importante, considerando i volti seriosi dei loro maestri e capi.
 
- Sì, Tsunade-sama? –
- Convoca immediatamente Anko Mitarashi, Kurenai Yuhi e tutte le kunoici più forti della Foglia, ho urgenza di spiegare la situazione in cui ci troviamo. –
- Anche noi la vogliamo sapere, nonna Tsunade! –
 
Interviene euforico Naruto, quando un sonoro pugno gli viene tirato sulla nuca da Sakura, la quale lo guarda con sguardo ben poco rassicurante.
 
- Razza di baka, non rivolgerti così alla signorina Tsunade! –
-  Ma Sakura-chan, tu mi tratti sempre male… Ahia… -
 
Si lamenta lui, tanto che tale scenetta fa sorridere un po’ tutti, rasserenando quasi il clima sin quando la voce tetra e profonda di Sasuke non si fa largo in quella pseudo-confusione.
 
-  Hokage, potrebbe darci delucidazioni? –
-  Delu-che? –
 
Domando Grey e Natsu in coro in direzione di Sasuke, il quale non li rivolge nemmeno lo sguardo ma si limita semplicemente ad una smorfia.
 
- Sembra che questo fantomatico nemico abbia intenzione di rapire gli abitanti più potenti dei nostri “mondi”, in particolare quelli con abilità innate e tutt’altro che comuni. Di sesso femminile, precisamente. –
 
Spiega con freddezza Tsunade, lo sguardo fisso sull’Uchiha, come se in quell’attimo avesse voluto fargli comprendere quanto la questione la preoccupasse, come se tra i ragazzi lui fosse l’unico a poter comprenderne la gravità.
 
- Tsunade-sama, allora voi siete la più in pericolo! –
 
Asserisce Shizune con una certa apprensione, stringendo maggiormente a sé il povero Ton Ton che boccheggia dinnanzi all’ansia della ragazza: un timore improvviso la invade, nonostante conosca le capacità della sua maestra teme per la sua incolumità.
 
- Shizune-san ha ragione, maestra. Siete l’Hokage, una Ninja Leggendaria, erede del primo Hokage e miglior ninja medico delle terre… Se l’obiettivo di questi individui sono le donne più potenti, voi sarete la prima della lista sul nostro mondo! –
 
Interviene Sakura subito dopo, le iridi chiare che vanno a scontrarsi con quelle della maestra: fredde entrambe, ad una prima impressione, ma ancora una volta la kunoichi dai capelli rosati si trova costretta a mettere da parte le proprie emozioni dinnanzi ad una forza di volontà che và ben oltre.
 
- Non sono Hokage per farmi proteggere, Sakura, sono io a dover proteggere chi mi sta affianco. –
 
Una risposta secca e decisa,di chi ha patito troppo dolore e troppe perdite per poter continuare a restare nascosto.
Makarov osserva quella scena, quelle reazioni, e si limita ad abbassare appena il capo, mentre le palpebre si socchiudono lentamente: immaginava che quella donna fosse una delle più potenti, in quel mondo, ma non avrebbe mai pensato che dentro di lei scorresse lo stesso dolore e la stessa volontà che accompagnava anche lui da molti, moltissimi anni.
Rialza il capo, per poi interrompere il silenzio che si è appena creato.
 
- Grey, Natsu, lluvia, Lucy. Voglio che vi facciate insegnare quanto più possibile da questi gentili ninja. Voglio che, nel caso di un attacco, siate in grado di difenderli. –
 
Piccola pausa, mentre l’attenzione è ora posta sull’ometto ancora seduto sulla poltrona rialzata, un tono grave che caratterizza la sua voce.
 
- Ora non siamo più maghi e ninja. Dobbiamo combattere insieme, se vogliamo evitare il peggio. Probabilmente il nemico verrà anche qui per continuare nei suoi intenti e questo ci darà modo di incontrarlo nuovamente… Ma questa volta, saremo pronti a riceverlo. –
 
Sguardi decisi, ora, rivolti verso il Master: Grey stringe i denti, Natsu lascia che le fiamme ricoprano appena i suoi pugni mentre le due ragazze restano vicine, sicure, determinate a fare quanto gli è stato detto.
Per la prima volta, Tsunade si lascia sfuggire un leggero sorriso, tanto che tende una mano verso il Master, in un’occhiata che stranamente pare complice e non freddamente distaccata, diffidente.
 
- Allora possiamo considerarci alleati, Master di Fairy Tail? –
 
Lui la osserva, lo sguardo fisso su quel volto fin troppo giovane, sin quando anche in lui si mostra un leggero aprirsi di labbra.
 
-  Naturalmente, Hokage di Konoha. –
 
E le loro mani si incontrano, stringe dosi, sotto un grido di esaltazione da parte di tutti i presenti.
Solo Sasuke resta immobile e freddo, ancora diffidente, mentre Shizune non può che osservare la figura della sua maestra con una velata preoccupazione: la conosce fin troppo bene, sa cos’abbia in mente.


*****

La porta di quella stanza indefinita viene aperta senza troppo ritegno, mentre una figura magra e dal manto bianco, con tanto di maschera e corna sulla nuca, fa il suo ingresso.
La porta non sbatte, sembra quasi inesistente mentre a quell’arrivo le iridi ambrate della giovane Orihime si spalancano, una mano che viene lentamente portata sulla bocca a quella vista.
 
- Uquiorra… -
 
Non è l’Espada a spaventarla, quanto più ciò che tiene sotto il braccio: una bambina, priva di sensi.
Le sbarre che la tengono imprigionata non le impediscono di ricevere un’occhiata penetrante da parte di Ulquiorra, tanto che questo sembra tuttavia ignorarla e dirigersi verso un’altra gabbia, più piccola.
 
- E’… E’ una bambina. –
 
Balbetta, stupita e sconvolta ma nemmeno questa volta viene ascoltata, tanto che pur di farsi udire si aggrappa a quelle lamine oscure e verticali che la tengono prigioniera.
 
-  Lasciala andare, almeno lei! –
 
Lo implora, questa volta alzando la voce, mentre i capelli tendendo all’arancio sono scompigliati, forse per il troppo tempo trascorso in quel luogo, in pessime condizioni.
Solo a questo punto lui le concede uno sguardo, interrogatorio quanto impassibile mentre appoggia il corpo della bambina all’interno della gabbia, e lì la chiude.
 
- Non sono affari tuoi. –
 
Una semplice risposta, fredda ma concisa la mette a tacere, mentre lei è ancora inginocchiata nella propria gabbia.
Ulquiorra resta immobile ad osservarla, a lasciare che il suo mostruoso volto venga riflesso in quegli occhi troppo ingenui, troppo dolci, troppi puri perché restino dinnanzi a lui…
Il silenzio cala per qualche attimo, sin quando una presenza viene avvertita da tutti, tanto forte ed irruente che persino il piccolo gattino azzurro, ancora con le catene alla gola, si sveglia di soprassalto, trattenendo un grido di stupore e paura.
Trema, dinnanzi al nuovo mezzo umano che si è presentato.
Trema, davanti a quei capelli color del ghiaccio che, ribelli, non possono che mostrare una creatura troppo forte per lui.
 
- Vedo che la caccia non è andata a buon fine, Ulquiorra. –
 
Lo sbeffeggia subito, senza tanti ripensamenti, mentre l’altro si limita ad uno sguardo cauto ed impassibile, anche se colmo di rancori.
 
- Una su due non è un pessimo risultato. –
-  Credo ti sarà difficile recuperare l’altra, sai? La Terra è grande. –
 
Ulquiorra gli volge le spalle, osservando attentamente la figura della bambina ancora svenuta, i capelli biondi e boccolosi che le celano il volto almeno in parte.
 
- Patetico. –
 
Asserisce semplicemente e Grimmjow si limita ad uno sbuffo, sparendo e riapparendo in pochi attimi dinnanzi alla figura di Inoue.
Lei ha un sussulto nel ritrovarselo davanti d’improvviso, ma non fa in tempo ad indietreggiare, ad allontanarsi da quelle sbarre che la mano gelida dell’Espada le ha cinto il mento, costringendola a guardarlo.
 
- La mia preda, invece, sta più che bene. –
 
Asserisce con fare divertito, fin quando una voce flebile ma coraggiosa si fa avanti in quel gioco di orgoglio.
 
- L-Lasciala stare… -
 
Balbetta il gattino blu, con quel poco di coraggio che ha in corpo: lo sguardo glaciale di Grimmjou lo fulmina letteralmente, per poi tornare a volgersi verso lo sguardo tanto ingenuo di Inoue, la quale resta immobile senza nemmeno il coraggio di opporsi.
 
- Io faccio quello che mi pare, gatto insignificante. –
 
Asserisce senza tanti giri di parole, con tono quasi dispregiativo ed estrae la propria spada, puntando la punta contro il viso della ragazza, quasi a volerla stuzzicare, mentre la lama le sfiora la guancia.
 
- Allora, femmina, a cosa giochiamo? –
 
Chiede divertito al massimo, Ulquiorra che resta immobile e lo osserva con disprezzo: ma non può attaccarlo, chi di dovere lo punirà al momento opportuno.
Ma non guarda Inoue, non ne ha il coraggio….
 
La ragazza non dice nulla nemmeno questa volta, cerca di opporre una leggera resistenza tentando di tirarsi indietro e a quel gesto l’Espada sembra divertito, tanto che accenna a ferirla con la lama.
Questione di una frazione di secondo, qualcosa sembra aggredirlo e lui fa un rapidissimo balzo indietro, di un paio di metri, mentre lo sguardo è ora puntato sulla figura torturata della rossa alla destra di Happy.
 
- Elsa! –
 
La chiama il gattino, in un misto di preoccupazione e contentezza, mentre lo sguardo stupito di Inoue si posa sulle ferite profonde della giovane maga, la quale tuttavia regge lo sguardo di Grimmjou senza fatica, senza paura.
E la sua spada è puntata contro il muro opposto: lo ha mancato per un soffio, anche da legata e incatenata.
 
- Gli amici… di Happy… sono anche… miei amici… -
 
Afferma a fatica, volge il capo di lato per lasciare che un rivolo di sangue le esca dalle labbra, segno delle sue pessime condizioni e al contempo della volontà di non arrendersi.
 
- Quindi… non osare… toccarla… -
 
Sguardo deciso che torna sull’Espada, il quale si rialza con un fare divertito, portandosi la spada sopra la spalla.
Mentre gli occhi ambrati di Orihime fissano quella coraggiosa maga con estrema ammirazione e timore allo stesso tempo, forse perché conosce la spietatezza di Grimmjou, soprattutto se lo si sfida tanto apertamente.
 
- Ma guarda, il mio giochino preferito ha ripreso conoscenza… Immagino tu voglia unirti, ed io non te lo impedirò di certo! –
 
Termina con una risata ironica ed esaltata, quasi folle, e mentre Elsa si prepara al peggio sotto gli occhi terrorizzati di Happy, una lacrima solca il volto delicato di Inoue: quella ragazza è una straniera, una maga che potrebbe essere sua nemica, che appartiene ad un mondo per il quale lei non ha fatto nulla, nemmeno conosceva.
Eppure, nonostante tutto, solo per un legame, per un’amicizia, sta rischiando la vita.
 
Questi…sono i maghi di Fairy Tail?
 
 

----- Estratto dal Quarto Capitolo -----

 
La finestra non era aperta prima, questo se lo ricorda bene.
Le iridi verdi di Hikari scrutano la stanza, vedono l’arco e le frecce appoggiate alla parete opposta ed i muscoli pronti allo scatto…
 
- Io non lo farei, fossi in te… -
 
Una voce divertita, ironica, tanto che lei si volge immediatamente in quella direzione: sulla finestra, seduto, vi è un ragazzo dai capelli argentei ed il fisico asciutto, uno Shinigami deduce dato il kimono lungo e bianco.
Eppure, da qualche parte le sembra di averlo già visto.
 
- Tu cosa vorresti? –
 
Chiede lei, scettica, diffidente poiché non lo conosce, poiché lo ha già visto ma non sa dove.
 
- Farti un affare, umana. –
 
Le dice semplicemente, con quel sorriso che non sembra avere alcun senso, in un momento simile.
 
- E sarebbe? –
-  Tu scegli di diventare una shinigami… ed io ti riporto tua sorella. –
 
E in quel momento sgrana le iridi, mentre lo fissa in un misto di stupore e diffidenza, forse rabbia.
Ora lo ricorda, in una fotografica custodita dalla signorina Matsumoto.
  
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