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Autore: Lady Kid 1412    30/09/2012    5 recensioni
E se le due organizzazioni segrete, contro cui lottano Conan e Kaito, in realtà sono una sola? e se adesso stessero per tornare all'azione con una nuova pericolosa mossa che potrebbe stravolgere tutto?
Riprende la mia fan fiction che: tra identità che vengono scoperte, nuovi alleati, tremendi nemici, rapimenti, sangue e suspance... vi presenterà un finale che non vi sareste mai aspettati!!
Genere: Mistero, Suspence, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Heiji Hattori, Kaito Kuroba/Kaito Kid, Nuovo personaggio, Shinichi Kudo/Conan Edogawa, Un po' tutti | Coppie: Kaito Kuroba/Shinichi Kudo, Shiho Miyano/Shinichi Kudo
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 22

“Sei sicuro di non aver sbagliato strada?” disse rassegnato Conan cercando di restare ben seduto sulla motocicletta.

“Sì... comunque non distrarmi, ho rischio di confondermi sul serio” Heiji correva lungo le strade della città, senza dare troppo peso alla forte velocità con la quale muoveva abilmente il mezzo.

L’ora prefissata era già trascorsa e l’unico modo per evitare l’intenso traffico, provocato da un’esplosione che aveva sconvolto il centro della città, era quello di cambiare strada, anche se questo avrebbe provocato un ulteriore ritardo nel piano.

“Dannazione, ma si può essere più sfortunati?” disse furioso Heiji.

“Perché... credi davvero che c’entri la sfortuna?”

“Come?”

“E chiaro che era fatto apposta, vogliono ritardare il nostro arrivo”

“Anche se cercano di farci arrivare in ritardo, hanno fatto male i loro conti...Kaito sarà sicuramente già arrivato”

“Forse mirano proprio a questo” disse piano Conan

 

 

Sul tetto del grande edificio che Vermouth aveva detto, essere la sede degli uomini in nero, Kaito continuava a guardare prima l’orologio e poi lungo la strada sperando di vederli arrivare “Quei due sono in ritardo...” sbuffò amareggiato.

Mentre sistemava alcuni oggetti che gli sarebbero sicuramente serviti, il suo sguardo ricadde sul monocolo che tempo fa utilizzava suo padre.

“Non posso dimenticare quanto ho sofferto per la tua morte, ma stavolta non cerco la vendetta... sono qui per aiutare un amico e dare una lezione a queste persone...”

Il sinistro scricchiolio di una porta fece sussultare il ragazzo che si voltò di scatto... ma all’ingresso non c’era nessuno.

“Ma che?” il ragazzo si avvicino senza perdere la calma, sapeva benissimo che poteva essere una trappola e l’ultima cosa che voleva era proprio far saltare subito il piano ideato da Conan.

Una volta arrivato in prossimità della pesante porta grigia, Kaito si appoggiò con le spalle al muro posto al lato sinistro e lentamente aprì la porta, ma all’interno e lungo le scale non c’era nessuno.

“Che simpatici... sono venuti a darmi il benvenuto” sorrise il ragazzo “Non posso aspettarli ancora...” disse guardando nuovamente l’orologio e controllando di avere in tasca la piccola spilla che gli aveva dato Shinichi.

Senza pensarci troppo Kaito iniziò a scendere le scale, controllando che non ci fossero brutte sorprese ad attenderlo.

Alla fine delle scale s’intravedeva una luce che filtrava da alcune fessure della grande porta d’emergenza che si trovava davanti al ragazzo, senza timore Kaito iniziò lentamente ad aprirla, senza stupirsi troppo del fatto che anche questa fosse aperta.

Oltre la porta, c’era un lungo corridoio illuminato con alcuni porte di legno e dei mobili antichi sparsi qua e la, constatando che nei paraggi non c’era nessuno, Kaito, entrò nella stanza che mai nessuno avrebbe minimamente pensato, essere la base di uomini terribili e senza scrupoli.

Immerso nei suoi pensieri Kaito, non si accorse della persona che gli stava alle spalle “Ehi tu!” disse in tono arrabbiato lo sconosciuto... un tono così duro che fece impallidire Kaito.

“Posso sapere chi sei e cosa ci fai qui?”

“Beh ecco... in verità ci lavoro” mentì Kaito pentendosi subito delle sue parole

“Davvero?” il tono della voce sembrò calmarsi “In questo caso scusami” senza che Kaito potesse dire o far nulla una ragazza gli si parò davanti “Non mi sono nemmeno presentata, io sono Marie Scott, piacere di conoscerti” sorrise amichevolmente Marie.

“Ehm... il piacere è tutto mio”

“Quindi tu lavori per mio zio?”

“Come?”

“Il deputato Thomas Jefferson è mio zio... mi spiace ma è dovuto andarsene perché Samuel e Nicole hanno avuto un incidente, comunque puoi aspettarlo se ti va” poteva sembrare strano, ma per un momento Kaito rivide nei profondi occhi azzurri di Marie la stessa luce che aveva visto svanire da Nicole.

“Ah, no tranquilla ero solo venuto a vedere se c’era” Velocemente Kaito iniziò a percorrere il corridoio del piano.

“Tu non lavori con gli uomini di mio zio vero?” Kaito si voltò di scatto pensando che la ragazza gli puntasse una pistola o lo stesse per colpire... ma mai avrebbe pensato di vederla con lo sguardo fisso sul pavimento, mentre delle lacrime le rigavano il volto “Per favore dimmi che tu non c’entri in questa follia...”

Sempre più sorpreso dalla reazione Kaito, si avvicinò nuovamente alla ragazza “No... preferirei morire che lavorare per gente così spietata e crudele”

“E allora perché sei qui?”

“Per fermare tutto questo” sorrise Kaito “E ora scusami... ma come ti ho appena detto, ho un lavoro da sbrigare”

“Aspetta! Voglio aiutarti...”

“Non posso mettere in pericolo una ragazzina come te”

“Numero uno. Ho quasi diciotto anni e non sono una ragazzina e numero due. Riesci davvero a non finire nei guai pur non conoscendo la strada?”

Kaito si guardò intorno perplesso “Ok, puoi venire con me... ma se succede qualcosa, devi metterti al sicuro”

“D’accordo!” sorrise allegramente Marie incamminandosi con Kaito, mentre nella tasta della giacca del ragazzo, un piccolo strumento, regolato con un volume troppo basso, suonava interrottamente da molto tempo.

 
 

“E così, Triple Sec ci ha traditi...” Fernet era seduto alla sua scrivania intendo a osservare la silenziosa notte disturbata soltanto dai continui passaggi di ambulanze e vigili del fuoco.

“Esattamente capo” disse duramente Gin “Ho portato Kahlua dai nostri dottori... non dovrebbe essere nulla di grave”

“Ho capito e l’altra parte del piano come va?”

“Tutto secondo i piani... abbiamo fatto esplodere quel palazzo così da rallentare l’arrivo dei due detective e così Kaito Kid è finito nella nostra trappola... e presto manderò qualcuno ad eliminarlo”

“È molto facile colpirli quando sono da soli, ma quel tizio non è da sottovalutare, fate attenzione”

“Si signore...” detto questo Gin, uscì dalla stanza con uno sguardo furente

“Proprio ora che sono ad un passo dalla vittoria... perché l’hai fatto figlia mia, hai tradito la tua famiglia proprio nel momento in cui la vita eterna sta per diventare una certezza” disse l’uomo stringendo in mano la pietra dai riflessi azzurri che Gin aveva sottratto a Kid.

  
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