Parte 10
Buffy si svegliò quasi subito. Era impossibile dormire
con Angel accanto che si muoveva nel sonno. Scese dal letto, gli sorrise
baciandolo piano sulle labbra. Non voleva svegliarlo. “Questa cosa dovremo
sistemarla presto.. ti muovi troppo mentre dormi ..ma ti amo lo
stesso”
Non fu pienamente consapevole che quelle sue parole
nascondevano un progetto di vita futura. Una vita insieme a lui. Se qualcuno
avesse chiesto, lei avrebbe certamente negato, ma il suono di quelle parole le
piaceva molto e per un attimo cominciò a sperare di poter vivere
ancora.
Lui sorrise come se avesse potuto sentirla. Ciò che
Buffy non sapeva, era che in realtà Angel si era svegliato di continuo, ed era
riuscito ad addormentarsi solo qualche minuto prima. Ogni volta che chiudeva gli
occhi, li riapriva subito per assicurarsi che lei fosse ancora lì. Restava a
guardarla per un po’, si avvicinava di più a lei e con timore quasi
reverenziale, accarezzava poi il suo viso. Rassicurato dalla sua presenza,
tentava di richiudere gi occhi solo per riaprirli immediatamente dopo. Andò
avanti così per tutto il tempo che lei aveva dormito. Solo quando si convinse
che non era un’altra allucinazione, riuscì ad addormentarsi profondamente.
Sedendosi sul letto, lo scrutò attentamente. Aveva
ancora delle profonde occhiaie bluastre, e sul viso erano ben visibili i segni
di ciò che aveva dovuto sopportare in quei giorni. Nonostante ciò, Buffy pensò
che fosse bellissimo. Vederlo dormire la fece star bene e si sentì in pace col
mondo. Sentì una sensazione di familiarità e di calore che aveva ormai
dimenticato da tempo.
Se per Angel quegli ultimi anni erano stati terribili,
per Buffy non era stato diverso. Lei aveva indurito il suo cuore e si era chiusa
in sè stessa, dimenticando che un tempo aveva conosciuto l’amore. Mentre lo
guardava, si chiese come avessero fatto entrambi a sopravvivere così a lungo da
soli. Avevano vissuto nella quasi totale solitudine, la loro unica compagna era
stata la missione e la lotta. Sospirò e si chinò a baciarlo. Accostò le coperte
e lo lasciò riposare ancora.
Si chiedeva se dovesse o no disfare le valige e decise
che per il momento era meglio non farlo.
Portò il computer in cucina e rispose ad un messaggio
di Dawn. “Sto bene ..e anche Angel” Evitò le altre mail. Al momento neppure lei
sapeva bene cosa dovesse fare. Inoltre, il tono inquisitorio non le piaceva
affatto. Giles vuole sapere quando
torni.. Xander è furibondo..
Spense il pc infastidita e si chiese che fine avesse
fatto Connor, era uscito ormai da ore.
Non appena arrivò la risposta da Londra ed ebbe la
certezza che il veleno era identico a quello della freccia usata dal Sindaco
anni prima, gli aveva semplicemente detto, “Ho bisogno di stare un po’ da sola
con Angel.” Lui aveva annuito in silenzio. Le sue intenzioni era più che chiare
e anche se non lo fossero state, le parole di Xander erano state piuttosto
esplicite.
“Vuole nutrirlo con il suo sangue. Non posso credere
che sta accadendo ancora. Ragazzo, devi fermarla. Non puoi permettere che quell’essere faccia ancora del male a
Buffy, ne ha già fatto abbastanza in passato. Sto parlando di tuo padre, so che
neppure a te sta molto simpatico..”
Buffy aveva chiuso la webcam, che cadde per terra
tanta era la forza con cui l’aveva spenta. Si era poi rivolta ancora a Connor.
“Sta tranquillo.. presto tuo padre starà bene.. va ora..”
Uscendo, l’aveva guardata negli occhi, pregandola in
silenzio di stare attenta, ben sapendo che non sarebbe riuscito a fermarla e non
era neppure certo di volerlo fare. Lui stesso, solo il giorno prima, aveva
tentato di nutrire Angel con il proprio sangue. Ma le parole di Xander
bruciavano dentro come non avrebbe creduto più possibile. So che anche tu lo odi.. ma non più di
quanto lo odi io.. devi fermarlo, se accadrà qualcosa a Buffy, sarà stata anche
colpa tua.
Buffy lo aveva rassicurato, dicendogli che non c’era
abbastanza tempo per spiegare, Angel stava morendo e doveva agire subito. Gli
chiese di fidarsi di lei e di andar via. Ora pensò che sicuramente Connor non
sarebbe tornato senza esser certo di non disturbare. Inviò un sms per
rassicurarlo “Potresti portare le pizze. Che ne dici? Per me doppia mozzarella”
Sorrise leggendo la risposta “Ho preso il microonde.. dillo ad Angel.. ho preso
il più grande che c’era..”
Mentre aspettava, guardandosi attorno, cominciò a
mettere a fuoco l’ambiente in cui si trovava e sorrise ancora quando riconobbe
lo stile inconfondibile di Angel. Quella stanza era simile alla sua prima casa
di Sunnydale, anche il paravento sembrava lo stesso. Somigliava molto anche alla
casa in cui si erano incontrati il giorno in cui lui fu umano e Buffy pensò che
i ricordi legati ad entrambe le case erano dolci amari. Avevano toccato le vette
più alte del paradiso, avevano fatto l’amore per ore e poi si erano persi,
precipitando nell’inferno dei loro infiniti addii.
Rispetto alle altre case in cui lui aveva vissuto,
questa era più piccola, più cupa, più fredda, più impersonale. Mancava il calore
dei tappeti, dei quadri alle pareti, mancavano tutti quei piccoli oggetti di cui
lui amava circondarsi, mancavano i libri e le sue statue antiche. Abbondavano le
armi che erano disseminate ovunque e cominciò a comprendere meglio le parole di
Connor.
Lui non ha vissuto. Vive come vive un animale
braccato.. È solo come un cane.. ha
questa.. questa specie di stanza, dove si rifugia.. Non ha nessun contatto con
gli umani.. Non ha amici.. niente di niente. Solo la missione.. la lotta.. i
demoni da cacciare ..ecco come ha vissuto per quattro anni. ..e non credo possa
continuare così ancora per molto..
L’arrivo di Connor la riportò al presente. I loro
sguardi si incontrarono per un istante e senza bisogno di parlare, Connor seppe
che quell’orribile incubo era finito. Buffy gli andò incontro e gli prese lo
scatolone dalle braccia, sapendo che era impaziente di vedere Angel. Lui poggiò
i cartoni di pizza sullo scrittoio e corse dal padre, inginocchiandosi
velocemente davanti a lui, volle verificare di persona. Si, stava bene. Quando
ne fu assolutamente certo, tirò un sospiro di sollievo. La prima cosa che notò
fu che la ferita al braccio era in via di cicatrizzazione, la febbre era
scomparsa e Angel sorrideva nel sonno. Non riuscì a trattenersi, chinandosi lo
baciò sulla fronte. “Bentornato” disse sottovoce. Aveva avuto così tanta paura
per lui, che non riusciva ancora a credere che fosse realmente finita. Sapeva
anche che questo comportava che sarebbe uscito di nuovo dalla sua vita, tornando
ad essere Connor Reilly, ma al momento era solo felice che fosse andato tutto
bene. Sollevò lo sguardo. Buffy era lì. Lo guardava commossa e ancora una volta
le parole erano davvero superflue, ma la ringraziò in
silenzio.
Ancora in silenzio, mangiarono seduti sul divano, ogni
tanto lui la guardava e tentava di dire qualcosa, ma era difficile non far
trapelare la miriade di emozioni che sentiva. “C’è solo una sedia” disse
sottovoce “..e quel tavolo non è proprio un tavolo ..è uno
scrittoio..”
“Immagino non abbia ricevuto molte visite in questi
anni, dico bene?” chiese Buffy e lui annuì. “Come sapevi di Londra? Ti ha dato
lui quel numero?” Quando vide la sua faccia sorpresa, Buffy seppe di aver detto qualcosa che
lo disturbava, ma voleva anche sapere e quella era una domanda legittima. “Io
non voglio mentirti, ok?” rispose Connor sulle difensive e continuò “..quindi
credo che.. anche tu sarai d’accordo con me se non rispondo alla tua
domanda”
Buffy rise come non le capitava da tempo e in quel
momento seppe che il ragazzo, fra le
altre cose, era anche decisamente introverso, ostinato e testardo. Non le fu
difficile vedere da chi avesse ereditato quelle caratteristiche. Gli sorrise.
“Va bene, niente bugie.. ma dimmi almeno se..” Lui rispose al sorriso “Angel non
sa che ti ho chiamato. Non so neppure come reagirà quando lo saprà ..non mi ha
dato lui il numero.. ma non posso
dirti come l’ho avuto.. ok?”
Buffy annuì ancora ridendo. “D’accordo. Fammi
indovinare.. hai frugato casualmente
fra le sue cose ..e sempre casualmente l’hai trovato ben
nascosto da qualche parte? Sta tranquillo, il tuo segreto è al sicuro con me.
Non diremo ad Angel che sei stato tu a chiamarmi ..e comunque, io stavo già
partendo per Los Angeles, quindi non stiamo proprio dicendo una bugia..
giusto?”
Si sentiva bene. Lui si sentiva dannatamente bene con
Buffy. Lei era semplicemente fantastica e non gli importava di chiedersi perché
si sentisse così a suo agio. Lei lo stava proteggendo, faceva alleanza con lui
per toglierlo dai guai e questo era grande. Comprese anche che Buffy conosceva
bene Angel e anche questo era assolutamente grande. Avrebbe voluto dirle tutto,
si fidava di lei ma non voleva parlare delle lettere. Pensò che non fosse
giusto, pensò che lei dovesse assolutamente leggerle, ma non poteva essere lui a
dirle della loro esistenza. L’unico che aveva questo diritto, dormiva a pochi
metri da loro. Sperò che al risveglio, suo padre fosse un po’ più saggio, più
vicino alla vita, visto che aveva rischiato di perderla e questa volta ci era
mancato davvero poco. In quel momento realizzò che, dopotutto, era riuscito a
salvare Angel.
Buffy si alzò e senza dire una parola, cominciò a
frugare qua e là. Cosa stava facendo? Cercava da sola ciò che Connor non voleva
svelare? Fu preso dal panico. “Ti va un thè?” chiese lei e prima che potesse
rispondere, Buffy aprì la credenza, spostò la scatola di scarpe contenente le
lettere e portò fuori la teiera. Sul suo viso un sorriso. L’hai conservata, pensò fra sé. L’attimo
dopo era davanti ad Angel, seduta sul letto e si era già chinata a baciarlo. Tu sei un maledetto sciocco testardo stupido
e.. straordinario uomo. L’hai conservata per tutti questi anni e.. accidenti
Angel.. io dovrei essere furiosa con te, lo sai? ma non ci riesco. Angel, non ci
riesco.. io posso solo amarti.. Pensò fra sé mentre lo baciava ancora. Si
alzò e tornò in cucina mentre Connor si chiedeva cosa stesse accadendo. Buffy
era visibilmente commossa e lui ebbe la certezza che quella teiera non era una
semplice teiera. Chissà quale storia nascondeva.
Notò che lei si muoveva con sicurezza fra gli oggetti
di Angel, come se conoscesse molte delle cose presenti nella stanza e questo
implicava una certa familiarità e conoscenza reciproca. In tutti quegli anni,
Connor non aveva mai aperto quella credenza, ne mai aveva aperto l’armadio di
fronte al letto e di nuovo si sentì un estraneo nella casa di suo padre.
Incrociò le braccia al petto, quella era una postura che gli dava conforto
quando si sentiva a disagio. Osservò Buffy che lavava la teiera e cercava
l’occorrente per il the. “Sai dove tiene lo zucchero e le
tazze?”
“No” rispose lui seccamente. Non conosceva niente di
Angel, neppure dove tenesse le tazze o lo zucchero. Mai come in quel momento
sentì quanto gli fosse insopportabile quel pensiero. Angel era molto riservato e
pensò che forse, anche in quel momento, dovesse proteggere la sua privacy o
forse era semplicemente geloso dell’intimità che percepiva nei gesti di Buffy,
sebbene fosse conscio di quanto fosse inopportuno quel
pensiero.
“Intendi usarla? ..non credo che sia una buona idea,
sai” disse quasi con sarcasmo, ma lui stesso si rese conto di quanto fossero
sciocche le sue parole. Era ovvio che lei volesse usarla ed era ovvio che non
era la prima volta che vedeva quella teiera. Davanti al sorriso di Buffy, si
pentì di essere stato così duro e si affrettò ad aggiungere. “Credo che non sia
stata usata da tempo.. probabilmente da anni.. forse è un ricordo.. forse è..
solo un sopramobile..”
“Probabilmente è vero..” rispose lei “ma
sai una cosa? credo sia arrivato il momento di usarla ancora.. il primo the sarà
schifoso, ma col tempo andrà meglio. Il
tempo aggiusta molte cose.”
Inspiegabilmente a Connor tornò in mente il barista
che aveva visto la notte prima. Perché
tutti parlano con me usando frasi sibilline? Cominciano a stufarmi questi
messaggi criptici.
“Allora Connor” disse Buffy “Raccontami qualcosa di te
..ovviamente se vuoi” poi sorrise “..e ovviamente solo quello che puoi dire.. potresti cominciare da
questo..” indicò il microonde e sorrise ancora “..ma se appartiene al genere ‘ricordi’ come la teiera.. puoi saltare
questo e..”
Connor rise “No, quello è recentissimo.. ok, posso
farcela.. il microonde è.. più che un ricordo, è un ritorno al presente.. un
ritorno alla normalità.. un ritorno..” Buffy finì per lui “..alla
vita?”
“Si” disse semplicemente. Poi cominciò a parlare
raccontando tutto sugli ultimi giorni trascorsi lì. Omise solo di parlare delle
lettere che nel suo racconto condensò con una semplice
frase.
“..poi ho trovato quel numero e ti ho chiamato”
Parlò a ruota libera, non era una cosa che faceva
spesso, neppure con la sua ragazza, ma con Buffy sentiva che poteva farlo. Ogni
tanto lei faceva delle domande “Perché lo chiami Angel? lui è tuo padre” e lui
rispondeva “Lo so.. ma lo chiamo papà solo da ieri e solo quando siamo soli.. è un accordo
che abbiamo preso.. davanti agli estranei non.. è meglio non farlo..”
Buffy annuì “..io non sono un estranea, Connor. Tu non
mi conosci, certo.. ma io non sono un estranea ..quindi se ti va di farlo, fallo
pure.. davanti a me puoi chiamarlo come vuoi..”
Raccontò di Holtz, del suo odio contro Angel e dei
suoi tentativi di ucciderlo. “Lo chiusi dentro una cassa e lo feci sprofondare
nell’oceano.. ma lui continuò ad amarmi.. mi perdonò cose che.. cose davvero
terribili..” Raccontò di Cordelia e Jasmine e di come Angel l’avesse salvato dal
suicidio. Raccontò dei Reilly, della sua nuova vita e di come poi recuperò i
ricordi.
“Quella è stata l’ultima volta che lo vidi sorridere”
disse ricordando la notte prima della grande battaglia “Venne al campus.. penso
per dirmi addio per sempre.. credo che non si aspettasse di sopravvivere
all’apocalisse, ma non è morto.. o meglio.. il suo corpo è ancora qui, ma credo
sia morto comunque.. come ti ho già detto, dopo l’apocalisse non ha mai smesso
di dare la caccia a quell’esercito di demoni.. e quel Selmunth che lo ha
avvelenato è solo l’ultimo di una lunga lista.. è braccato e credo si nasconda
..penso che stia usando la magia per..”
“Incantesimo di occultamento.. ma certo” disse Buffy.
Ora comprendeva molte cose. Il quadro era decisamente più chiaro. Aveva le
lacrime agli occhi per ciò che aveva sentito da Connor ma era anche arrabbiata
con Angel. Capiva tutto, capiva perfettamente cosa l’avesse spinto ad agire
così, ma non capiva perché si era nascosto anche da lei. Avrebbe potuto aiutarlo
e lui invece non l’aveva neppure cercata. Era molto più che arrabbiata, era
ferita e faceva male da morire pensare che forse, ancora una volta, lei si fosse
illusa che lui l’amasse ancora.
Nascose le lacrime, ma Connor sapeva sentire il dolore. Quella era stata
l’unica costante nella sua vita. Il dolore. Quando lo vedeva negli altri, lo
riconosceva subito. “Non so come abbia fatto esattamente, perché non vuole
dirmelo, ma so che si spostava di continuo.. non era qua a Los Angeles.. veniva
qua.. quando.. insomma credo venisse solo per me.. e per
te..”
Connor ne aveva la certezza assoluta. L’avevo letto in
tutte le sue lettere per Buffy. Erano tutte datate l’ultimo giorno di ogni mese
e quelle lettere erano state scritte esattamente i giorni seguenti ai loro
incontri. Era sicurissimo che dopo essere stato con lui per un giorno intero,
Angel si riconnettesse con il mondo e scrivesse a Buffy per dirle delle cose
bellissime.
“Tu sei importante per lui.. credo che.. voglio dire..
non faceva che parlare di te in questi giorni. Per lui sei sicuramente
importante.. ti chiamava di continuo.. ti cercava.. questo è il motivo per cui
ho pensato di contattarti.. e anche perché so di aver fatto la cosa giusta.. lui
ha bisogno di te.. non faceva che dire questo durante il
delirio..”
Sebbene le sue parole l’avessero rassicurata e
suonassero dannatamente vere, Buffy non voleva parlare di questo adesso, non con
Connor. “Wesley.. hai detto che ha rotto la magia dei tuoi ricordi alcuni giorni
prima dell’apocalisse, giusto?” Lui annuì e lei comprese cose le fosse accaduto
quella notte di quattro anni prima, quando perse i sensi nel cimitero di Roma e
poi ricordò il giorno che non era mai esistito. Sicuramente era legato ai
ricordi di Connor ma non capiva come. Inoltre, lei era l’unica che ricordasse
ancora la sua esistenza. Faith e Willow avevano dimenticato ed escludevano che
Angel potesse avere un figlio. Solo Buffy sapeva e lei si chiese perché. “Tu..
sai esattamente chi sono io? voglio dire.. sai cosa sono stata per..
?”
“..per papà? si, credo di si” rispose a disagio e poi
aggiunse “ma non ne parlerei al passato.. credo che tu sei ancora.. Ok, so che non sono fatti
miei.. scusa”
Lei sorrise “cosa sai esattamente? puoi dirmelo.. se
vuoi..”
“Mi disse qualcosa Cordelia.. qualcosa Fred e Wesley..
ma in modo molto didascalico” Per la seconda volta, Buffy rise per come usava le
parole. Era diretto e dannatamente sincero e le piaceva molto questo. Sospettò
che ci fosse lo zampino di Cordelia. Buffy ricordò che Cordelia diceva sempre
quello che pensava ed era una qualità che aveva imparato ad apprezzare nella sua
ex compagna di liceo. “Didascalico.. in che senso?” chiese
ridendo
“Grande amore. Felicità perfetta. Perdita dell’anima.
Angelus. Non ho mai saputo nulla di più”
Poi divenne serio e disse qualcosa che stupì Buffy
oltre che sè stesso. Improvvisamente ricordò qualcosa e si rese conto che aveva
bisogno di condividerlo con lei.
“Questo non l’ho mai detto a nessuno, neppure a papà.
Quando recuperai i ricordi, io ricordai tutto.. e con tutto, intendo dire
proprio tutto.. anche quello che un normale essere umano di solito non ricorda.
Tutto il mio passato divenne chiaro e ricordai di quando ero neonato, ricordai
cose che accaddero a me prima di essere rapito, anche se erano per lo più
sensazioni. Sapori, profumi, colori ..e suoni, divennero vividi e reali
ricordi.. e papà.. era.. lui era..”
Connor era commosso, non triste. Quei ricordi erano
l’unica cosa vera della sua vita ed erano stati proprio quelli che lo avevano
riavvicinato ad Angel. Dopo averli recuperati, non era più riuscito a stargli
lontano. Si emozionò di più per l’abbraccio di Buffy, perché era inaspettato.
“Dovrai dirglielo, Connor.. credo che ne sarebbe felice..” disse lei e lo
incoraggiò a continuare.
“Papà parlava molto con me mentre mi teneva in braccio
o mentre mi faceva il bagno o.. mentre mi dava il latte. Mi parlava
continuamente e ricordo distintamente le sue parole. Spesso mi parlava di Lei. Ricordo che la sua voce si
addolciva quando diceva quella parola. Lei. E mi piaceva un sacco ascoltarlo..
credo che lo facesse la notte.. prima che mi addormentassi.. parlava di un
miracolo.. di neve che scendeva. Aveva anche comprato un giochino per me, un
globo di neve.. lo ricordo benissimo. Mi parlava anche di un giorno che era
stato umano.. diceva che avrebbe voluto non dover scegliere e che ora sarebbe
stato ancora più bello se fosse rimasto umano, ma disse che non si pentiva della
sua scelta perché Lei doveva vivere.
Diceva che io e Lei, eravamo i grandi
miracoli della sua vita. Pensavo fossero storie inventate da lui, ma ora.. credo
che si riferisse a fatti reali. Lui è stato umano davvero.. ha sacrificato la
sua umanità per salvare la vita di Lei..
e quella non puoi essere che tu.. non ricordo che dicesse il tuo nome.. ma
so che quando parlava di Darla diceva Darla, e così anche per Cordelia e Fred e
per tutti gli altri.. ma quando mi parlava sottovoce, c’era sempre Lei.. sai, tipo quando si racconta un
segreto o qualcosa del genere.. ricordo distintamente la sua
voce..”
“Angel divenne umano per un giorno intero. Dopo
duecentocinquanta anni, il suo cuore riprese a.. io ho sentito il suo cuore
battere.. ero li accanto a lui.. poi
dimenticai..”
Con le lacrime agli occhi, Buffy raccontò l’accaduto e
disse di aver recuperato quel ricordo proprio il giorno in cui Connor recuperò i
suoi. “Probabilmente il fatto che tu ricordasti tutto, permise a quel ricordo di
tornare laddove avrebbe sempre dovuto essere. Credo ci sia un collegamento fra
me e te per il fatto che entrambi i nostri ricordi sono stati modificati, tipo
effetto boomerang. In quel cubo che Wesley ha distrutto, vi era contenuto anche
quel giorno e così ricordai.. questo spiega tante cose.. ma non spiega perché
sia Faith che Willow hanno continuato a non ricordare la tua esistenza.. la
magia segue delle regole tutte sue..”
"Io non voglio più essere arrabbiato con lui" disse
Connor. “E in realtà non lo sono. La rabbia verso papà non ha mai portato a
nulla di buono. Alla fine, mi ha solo causato più disperazione, ma vorrei tanto
che la smettesse con questo modo di fare. Lui.. fa sempre così.. So che lo fa
per proteggerci, lo so bene.. ma allontanare quelli che ama dalla sua vita non è
una soluzione.. ha promesso che ora le cose cambieranno. Credo che abbia finito
con la caccia a questi demoni post apocalisse.. credo che.. voglia rimettere
insieme i pezzi della sua vita..”
Non continuò perché si rese conto che Buffy non
l’ascoltava più. Lei guardava l’alta figura che si stagliava davanti a loro.
Quando Connor si voltò, avrebbe voluto sprofondare all’inferno. Angel era lì in
piedi, e sicuramente aveva sentito tutto. Il suo sguardo era indefinibile,
difficile dire se fosse arrabbiato o felice o normalmente sereno. Connor guardò
Buffy e non poté non vedere che lei pareva non essere più lì ..non aveva occhi che per
Lui.
Lui era poggiato ad un pilastro, con le braccia
incocciate al petto. Lo sguardo vagò da loro, alla teiera sullo scrittoio, alla
scatola di scarpe sul ripiano della credenza, ad un grande pacco ancora
imballato che stava proprio lì accanto e alle valigie poggiate per terra.
L’attimo dopo, tornò di nuovo a guardare nella loro direzione ..e poi non ebbe occhi che per
Lei.
Tutto il dolore che avevano sopportato in quegli anni
di lontananza, scomparve in un istante. Dopo sarebbe certamente tornato, ma non
ora. Ora volevano solo entrare nei loro silenzi, e così come sempre era stato,
la porta d’accesso erano i loro occhi. Tutto scomparve. La stanza, le parole, la
paura, la delusione, il dolore, il mondo intero.
Lei era bella. No, lei era bellissima ed era proprio
lì ad un passo da lui. Era sufficiente allungare un braccio per poterla
sfiorare, ma non voleva perdere il contatto con i suoi occhi.
Buffy si mosse in avanti invece e fece un passo verso
lui. Fu in quel momento che Angel non riuscì a trattenersi. Andò incontro a lei
ma vacillò subito. La stanza cominciò a girare e si rese conto che stare in
piedi era ancora faticoso. Tornò a poggiarsi sul pilastro per evitare di cadere,
ma Buffy era già corsa accanto a lui per sorreggerlo. “Angel, reggiti a me,
vieni.. è meglio se..”
“..è meglio se mi siedo. Credo di non essere ancora..
nel pieno delle mie forze..” Ridacchiò a disagio, mentre Buffy lo accompagnava
verso il divano. Si sedette accanto a Connor e vide che era spaventato “Sto
bene, Connor” Lo rassicurò subito ma lui abbassò lo sguardo. Ricordò di averlo
già visto così debole e ricordò anche che lui ne era stato il responsabile.
Quando Wesley l’aveva tirato fuori dall’oceano, Angel si reggeva a malapena in
piedi e aveva sofferto la fame per tre mesi, per colpa sua. Sentì un ondata di
nausea proprio come quattro giorni prima. Scattò in piedi. “Devi mangiare” disse
perentoriamente “Devi mangiare subito” Aprì il frigo cercando il sangue che
aveva procurato prima e con voce bassissima disse. “È umano, ok? per favore..
non fare storie, papà.. hai bisogno di questo adesso.. il sangue di maiale
non..”
La voce era carica di emozione e Buffy comprese che al
ragazzo stava accadendo qualcosa e che sarebbe crollato da lì a poco. Angel guardava Connor, sapeva bene cosa
stesse pensando e avrebbe voluto abbracciarlo, ma alzarsi non era una buona
idea.
Buffy era china davanti ad Angel e poggiava le mani
sulle sue ginocchia, mentre spostava lo sguardo da lui a Connor. Avanti Angel, digli qualcosa.. non vedi che
sta male? Pensò fra sé. Per scuoterlo ed incitarlo a rispondere a Connor,
strinse un po’ più forte un suo ginocchio e Angel le sfiorò la mano come se con
quel gesto potesse recuperare la sua forza e a quanto pareva, la cosa funzionò.
“Certo.. va bene.. si, Connor.. d’accordo” Sentì ancora la mano di Buffy che lo
scuoteva come a dire, Avanti Angel, puoi
fare di meglio.. e Angel rise apertamente, pensando che nulla era cambiato
fra loro. Erano bastati pochi minuti in cui si era guardati negli occhi, per
ritrovare l’antica alleanza e quel modo tutto loro di comprendersi aldilà delle
parole.. e accidenti.. quanto gli era mancato tutto questo.
“Non mi va di berlo freddo” disse ridendo mentre
guardava Connor. “Potresti aprire quello scatolone e sistemare il microonde da
qualche parte.. che ne dici? ..domani voglio provare una ricetta, spero di
ricordarla ancora.. è una torta.. ed è davvero speciale.. penso vi
piacerà..”
Connor non riuscì a rispondere, ma il suo corpo si
mosse come non fosse a lui ad eseguire il movimento. Sta di fatto che si ritrovò
accanto al padre e lo abbracciò così forte come non aveva mai fatto prima. Sentì
la mano di Buffy che gli accarezzava la schiena ed era davvero così dannatamente
rassicurante che non riuscì a trattenersi. Pianse aggrappato al collo del padre
mentre sentiva che lui lo stringeva ancora più forte. Per la prima volta in vita
sua, provò la sensazione di sentirsi veramente amato. Quella non era una falsa
famiglia, con falsi ricordi o affetti costruiti con la magia, quella era la sua
vera famiglia. Buffy aveva ragione. Lei non era affatto un estranea. Lui
credette, in quel momento, di averla conosciuta da
sempre.
“Va tutto, piccolo” disse Angel “Ora, dimmi.. da
quanto tempo non dormi?”
Da oltre le spalle di Connor, Angel incrociò lo
sguardo con Buffy e insieme annuirono. Lei andò in camera, cambiò le lenzuola e
preparò il letto per Connor. Il ragazzo era esausto, ne era certa. Poi si
affacciò oltre il paravento, fece un leggerissimo cenno del capo ad Angel e lui
annuì. Guardò verso suo figlio e si chinò a baciargli la fronte “Connor, è
meglio se vai a dormire. Io ti porterei anche in braccio.. se solo potessi, ma
rischiamo di cadere tutti e due..” disse in tono scherzoso e lo sentì ridere
contro il suo collo e ancora lo baciò sulla fronte. Lo sentì che borbottava
qualcosa “Ma devo sistemare il microonde..” e fu Buffy a ridere adesso.
“Domani.. adesso niente storie.. a nanna”
A malincuore si spostò da Angel e sentì Buffy che lo
spingeva dolcemente verso la zona notte. “Ma..?” tentò di protestare ma lei non
lo ascoltò e lo spinse ancora, indicandogli il letto. “Beh, non vorrai dormire
per terra spero.. è tutto ok, Connor.. io e tuo padre abbiamo molte cose da
dirci e non dormiremo finché tutto non sarà chiarito. So che sai cosa intendo..”
Lui rise “Credo di si” Buffy lo lasciò solo e fu
raggiunto da Angel che lo aiutò a sistemarsi nelle coperte. “Posso fare da solo”
ridacchiò Connor e Angel rise con lui mentre gli sfilava le scarpe.
“Ah, lo so bene.. ma è una cosa che volevo fare da
tanto tempo.. dare la buonanotte a mio figlio mentre Lei è li a pochi passi da noi. Si,
Connor ho sentito tutto.. ho sentito che ricordi di quando eri piccolissimo ed
è.. è bellissimo. Sai? sto facendo un sogno strano in questi giorni.. è un sogno
ricorrente e non è un incubo.. e Lei
è sempre accanto a noi.. proprio come
adesso..”
Connor sollevò lo sguardo. Buffy era li, accanto ad
Angel e gli parlavano talmente sottovoce che non capiva le loro parole, ma era
un suono così armonico e musicale che scivolò presto nel sonno, ma prima chiese
qualcosa. “Buffy? domani.. quando mi sveglio.. tu ci sei
ancora?”
“Certo.. ci sarò
sicuramente..”
“Allora disfa le valige.. per favore..”
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Note:
I dialoghi fra
Buffy e Connor e fra loro tre in generale, così come i loro gesti, potrebbero
risultare un po’ forzati e OOC (visto che si conoscono appena e visto che Angel
e Buffy si sono appena ritrovati), ma c’è un motivo per tutto questo ..e presto
capirete.
L’ultima scena in particolare, è un po’ strana e per ora non voglio
dirvi di più, ma ha un suo
senso