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Autore: reading lover    01/10/2012    1 recensioni
Katherine Tennant è una ragazza inglese che vive a Los Angeles. Fin qui niente di strano, ma se vi dicessi che per mantenersi fa la escort? E se vi dicessi che sta per invischiarsi in un triangolo amoroso con il chitarrista Tom Kaulitz e la sua bellissima fidanzata? E se vi dicessi che in tutto questo centrano una gravidanza e un telefilm? Buona lettura;)
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Tom Kaulitz
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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"In scena!"
"Luci!"
"Ti sembra il momento di mangiare Ed?"
"Siete pronti?"
"Arrivo!"
"Dov'è Kath?"
"Era qui..."
"Katherine, non c'è tempo!"
"Non vorrà fare l'ultima scena..."
"Non dire stronzate, l' ho vista un secondo fa!"
"Oh cielo!"
"Kath!"
"Cazzo! Kath! Kath rispondi!"
"Chiamate un ambulanza!"

§

La prima cosa che vidi aprendo gli occhi fu un insieme di colori indefiniti. Questi poi
iniziarono a muoversi, a compattarsi e a prendere forma. Misi a fuoco il viso di
Jensen.
"Stai tranquilla" mi disse sorridendo e porgendomi un bicchiere d'acqua.
"Cosa--?
"Sei svenuta."
"Oh..." e poi mi ricordai il motivo: "Lei sa di essere incinta, vero?". Erano state
queste le parole del medico. "Oh!"
"Come stai?" Credo di star'per svenire di nuovo...
"Bene! Bene..."
"Cosa è successo?
"Sono svenuta... L'hai detto tu..."
"Ma come mai? Cos'hai sentito?"
"Nulla, non preoccuparti... Sono anemica, avrò dimenticato di prendere il ferro..."
Con Jensen vivevo di mezze verità, ero realmente anemica, ma non così tanto da
svenire; così come avevo realmente lavorato da 'Tom Bergin', ma solo per un paio di
settimane.
"Non preoccuparti per le riprese, giriamo l'ultima domani. Mark ha detto che deve
parlarti di un'idea di Sommer, lo scenografo."
"Cosa dovrà dirmi?"
"Forse ha deciso di far morire Sarah, quello fa sempre morire i personaggi minori"
Chissà se sarei stata una brava morta..?

"Vuoi il ketchup?"
"..."
"Hey!"
"Mh?"
"Ketchup?"
"Si... Anzi no!"
Indecisione in un appartamento di Los Feliz, Los Angeles, California.
"Mi spieghi cos'hai?" Mi chiese Eric sedendosi accanto a me sul divano
"In che senso?"
"Sei strana da tutto il giorno..."
"Beh, sono svenuta!" Cercai di deviare il discorso. Non ero un'esperta di psicologia
, ma credo che il mio cervello stasse cercando di evitare quello che avevo chiamato
'inconveniente' (ovvero la gravidanza), semplicemente bloccando tutte le
informazioni che lo riguardavano
"Ti avevo detto che non saresti dovuta andare al lavoro oggi..."
"Già" Non avevo voglia di conversare. Sentivo il bisogno di riposare, di una copertina
calda e di tv spazzatura,ma era giovedì e il giovedì era la 'serata film'.
"Ho portato una cosa per tirarti un po'su..." Cercai di sembrare entusiasta per non
smorzare il suo d'entusiasmo
"Questa sera ci guardiamo un bel film in costume: 'The Dutchess'!" A quel nome
nella mia testa suonò un campanello
"Di Saul Dibb?"
"L'hai già visto?" Si rattristò Eric
"No. Ma Jensen mi ha detto che sta facendo i provini per i protagonisti di un nuovo
film. Lui credo lo faccia e ha chiesto a me di tentare la fortuna insieme..."
"E tu?"
"Gli ho detto che l' averei riferito alla mia agente..." Risposi ridendo della cosa. Io che
faccio un provino per un film? Ma soprattutto, io che ho un'agente? Non ci avrebbe
creduto nessuno
"Fallo!" mi rispose serio Eric
"Cosa?!" Aveva sbattuto la testa? Si era forse fumato il cervello?
"Fallo. Non hai niente da perdere..."
"Eric, per provarci sul serio dovrei volerlo davvero, dovrei essere pronta a ricominciare
con provini su provini e rifiuti su rifiuti, e non ne ho voglia..."
"Lo sai meglio di me che lo vui e che sei pronta!"
"Mi sevirebbe un agente..." Era una scusa, e me ne rendevo conto fin troppo bene...
"Lo faccio io... Sarò io il tuo agente!"
"..."
"..." Direi che non me l'aspettavo
"Ma tu lavori in banca..."
"E sai questo cosa vuol dire?"
"No..."
"Che ho tantissimi completi che faranno di me l'agente più figo dello star system!"
"Quindi sei il mio agente?"
"Sembra di si..." Questa cosa non sarebbe andata a buon fine...

23 Marzo, ore 09.20. Sudi televisivi, Hollywood, Los Angeles, California
Le riprese sarebbero iniziate solo alle 10.00, ma il regista mi aveva chiesto di arrivare
prima per poter parlare con lui e con lo sceneggiatore
"Sei tesa?" Mi chiese Mark
Si!  "No..."
"Non esserlo..."
"Intendi dire che è una bella notizia?"
"Chiedilo a lui..."
Vidi avvicinaesi un uomo sulla quarantina, con una bella pelata e il riporto a coprire il
tutto, un pile vecchio e infeltrito e degli occhialoni in stile Harry Potter. Lo sceneggiatore?
"Sei la mia Sarah?" Si, lo sceneggiatore...
Parlammo, o meglio, lui parlò di come la sua opera fosse un qualcosa di concettuale e
di come la scelta degli attori fosse fondamentale per far sì che il giusto messaggio
arrivasse al pubblico. Insomma, se voleva dirmi che gli facevo schifo e voleva licenziarmi
tutti quei preamboli non erano proprio necessari!
"La mia proposta, signorina Tennant, è quiindi questa- ci siamo...- vorremmo
riconfermarla per le ultime tre puntate della serie e aggiungere il suo personaggio
anche nella prossima stagione..."
"Un'intera stagione?!" Perchè improvvisamente, nella mia vita, stava succedendo il meglio
(e il peggio, anche se non ci pensavo)di ciò che avevo sempre immaginato??
"Si! Devo firmare qualcosa?" Non avevo certo bisogno di riflettere
"Non preoccuparti, prenditi un giorno per pensarci e domani ne riparliamo" mi disse Mark
"Ovviamente, se si sente pronta a far parte di questo progetto, deve dedicargli tutte le sue
forze. Vede, noi dobbiamo essere come un grande orologio in cui tutti gli ingranaggi funzionano
in modo ottimale... Deve prendere seriamente la decisione di essere parte di questa macchina..."
"Certamente" risposi confusa
"Questo è il copione modificato dell' ultima scena. Ci vediamo al set tra un'ora"
"Si signor regista" Avrei accettato quel lavoro, l'avrei fatto senza pensarci due volte. Presi il
telefono per comunicarlo al mio agente.

"Ho come l'impressione che questo sia un addio..." disse Dean cercando di nascondere la
tristezza dietro la sua espressione strafottente
"Ciao Sarah."
"Ciao Sam." Abbracciai Sam che si sedette in macchina chiudendo la portiera. Io e Dean
eravamo soli
"Io voglio venire con voi..."
"No."
"Dean, io voglio venire con te."
"Non puoi. Sarebbe pericoloso per chiunque, figuriamoci per una donna..."
"Ma almeno non sarei sola. Tutto ciò che avevo era mio padre, e adesso mi hanno portato
via pure lui. Cosa dovrei fare Dean? Aspettare che qualcun'altro venga a cercare quella collana?!"
"No ma...- Dean appoggiò le sue mani sulle mie spalle - Non posso permettermi distrazioni, capisci?"
"Ti prego. Non voglio restare sola."
"Eeee Stop!"
Mi ritrovai stretta nell' abbraccio di Dean/Jensen
"Sono contento che rimani" riuscì a sussurrarmi prima che venissi travolta dal resto della troup.

Quella sera fui costretta ad andare in hotel per parlare con mia madre. Era urgente, o così
aveva detto lei. Il viaggio in macchina era stato una tortura e con i nervi già a fior di pelle
(causa vita frenetica e telefonata della suddetta madre) sopportare il tipico traffico di Los
Angeles aveva messo a dura prova il mio auto controllo. Arrivai alla reception così alterata
che se qualcuno avesse anche solo provato a parlarmi l'avrei incenerito sputando fiamme dalla
bocca. Arrabbiata con il mondo com'ero, considerai la lentezza dell' ascensore come un
insopportabile scherzo divino.
Tutto questo aggiunto alle parole che mia madre proferì appena la vidi ("Ti ho trovato un
lavoro che mi piace." )fu semplicemente troppo.
"Un lavoro che ti piace?!"
"Si, è il momento di crescere Katherine e smettere di sognare ad occhi aperti le luci della
ribalta, come quando avevi sei anni. Da domani sarai l'assistente contabile dell'azienda del
mio amico Stephen"
"Smettere di...? Non posso crederci." Ed era vero. Per quanto conoscessi mia madre, il suo
carattere e il suo eccessivo bisogno di controllare gli altri, me in particolare, non l'avrei mai
creduta capace di propormi una cosa del genere.
"Come osi venire nella mia città, dopo un anno nel quale non ci siamo neanche sentite per
telefono, criticare ogni cosa di me, persino il mio migliore amico, e decidere anche che devo
fare il lavoro che piace a te?"
"Io alla tua età-
"Si, alla mia età eri sposata e avevi una figlia nata da una gravidanza indesiderata..."
"Sto semplicemente dicendo che dovresti assomigliarmi di più, in fondo sei mia figlia!"
"Bene. Sai cosa ti dico? Sto per assomigliarti un po' di più. Avrò un bambino!"
"Cosa intendi dire?"
"Cosa posso intendere? Sono incinta mamma, incinta!"
Già, ero incinta. Ommioddio, ero incinta...

§

24 Marzo, ore 20.30. Spiaggia di Santa Monica, Los Angeles, California
Tom aveva deciso di uscre prima dagli studi. Scotty aveva bisogno di una passeggiata e lui
di rilassarsi e pensare a ciò che gli stava succedendo aldilà del lavoro. Era pronto a sposarsi.
Se si guardava con un certo distacco riusciva ad essere fiero di sè stesso: a 22 anni poteva
contare su una carriera avviata(il lavoro dei suoi sogni), una bella casa ed una bella futura
moglie. I problemi sorgevano quando guardava a tutto ciò da una prospettiva interiore. Erano
due anni che la band non sfornava un disco, non sapeva che fine avrebbe fatto la casa che
condivideva con il fratello una volta sposato e stava per legarsi ad una donna a cui sicuramente
voleva bene, ma era davvero l'amore della sua vita. Lui, Tom Kaulitz, una volta il SexGott, che si
sposava e rinunciava ad una delle parti più divertenti della sua vita da rock star per una donna
che non era sicuro di amare. Quando gli capitava di pensare a queste cose Tom si dava del
cretino e iniziava a rievocare tutti i bei momenti passati con Jessica e ciò che gli piaceva di lei
: il suo seno prosperoso, il suo profumo, il modo che aveva di farlo sentire importane; e alla fine
il chitarrista si persuadeva di non star facendo una cazzata.
Erano proprio questi i pensieri che affollavano la mente di Tom quando vide Scotty lanciarsi in
direzione di una persona seduta sulla spiaggia. Lo rincose, ma non lo raggiunse in tempo per
impedirgli di saltare addosso alla ragazza e iniziare a leccarle le mani che lei aveva sollevato per
proteggersi il volto.
"Scusami, di solito non lo fa, ma-
"Non ti preoccupare... Anch'io avevo un cane simile, ci sono abituata."  gli rispose lei quando Tom
le allontanò la bestia. Lei si tolse le mani dal viso e lui restò incredulo nel vedere che la ragazza
che aveva appena salvato dal suo cane altri non era che la ragazza della discoteca (e del ristorante,
e della notte in hotel)
"..."
"..."

§

Per definire l'estensione di Los Angeles userei solo una parola: immensa! Los Angeles era immensa.
Insomma, quante erano la possibilità di incontrare proprio lui in una città che conta 3.845.000 abitanti?
Quindi è ovvio che quando vidi quel tale, Tom Kaulitz, salvarmi dal suo cane pensai ad uno scherzo del
destino.
"Ehm, io devo... andare..." dissi alzandomi e togliendomi la sabbia dai pantaloni. Girai le spalle a quel
ragazzo sperando di non vederlo ma più.
  
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