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Autore: B i z a r r e    01/10/2012    5 recensioni
One Shot sul bullismo, ispirata dalla giornata del Keep Fighting.
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Allora Liam, sei stato vittima di bullismo, in passato?'' chiede il presentatore dello show, con il suo sorrisetto allegro stampato in volto.
Liam esita un attimo, in fondo il ricordo fa ancora male.
''Sì, ero alla scuola secondaria e venivo perseguitato da un gruppo di ragazzi. Fu un trauma. Era bullismo psicologico e allo stesso tempo fisico.Il povero sfigato a cui davate il tormento oggi è in televisione e ha realizzato il suo sogno. Voglio solo dire a quei ragazzi bullizzati di non arrendersi mai, di rimanere forti e credere in sé stessi, perché possono farcela. Ce l'ho fatta io in un periodo della mia vita in cui mi convincevo che gli insulti fossero veritieri. Possiamo farcela tutti.''
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Liam Payne
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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KEEP FIGHTING





Liam si rigirava a scatti nel letto da almeno mezz'ora buona, accaldato e sudato, non era ancora riuscito a chiudere occhio. Nella sua stanza buia l'unica fonte di luce erano le cifre lampeggianti dell'orologio digitale, che in quel momento segnavano le 2.15 del mattino.
Delle gocce di sudore gli imperlavano la fronte scendendo ai lati delle tempie e bagnando i capelli castani, il fiato corto, le pupille dilatate, il cuscino bagnato delle lacrime.
Un'altra nottata perseguitato dallo stesso incubo, con la consapevolezza che la mattina seguente, ovvero tra sei ore, avrebbe rivissuto lo stesso inferno.
Il bullo della scuola, come da copione, gli avrebbe sbarrato la strada tra il cancello e l'entrata, e i presenti, come sempre, avrebbero guardato allarmati la scena per poi distogliere lo sguardo intimoriti.
Paura. Tutti in quella scuola ne avevano. Così codardi da non prestare soccorsi a un povero ragazzino, troppo magro per rispondere ai colpi, troppo debole per ribellarsi.
Chiuse gli occhi e le immagini si fecero spazio nella sua mente.

Charles camminava a testa alta nel corridoio. Tutti, nessuno escluso, ragazzi e ragazze dal primo all'ultimo anno indietreggiavano al suo passaggio, aprendosi in un varco e lasciandolo passare. In quel momento sembrava tanto Mosè.
I primini portavano rispetto e sorridevano intimiditi, gli altri si limitavano ad abbassare lo sguardo.
Liam stava da solo, come al solito, davanti al suo armadietto, semi nascosto dall'anta metallica. Sistemava i libri all'interno pregando il Dio in cui credeva che non fosse preso di mira. Evidentemente, quel giorno, come sempre d'altronde, Dio doveva essere stato preso da qualcosa di sicuro più importante di un povero idiota come lui. Uno spintone gli fece sbattere il naso contro uno scaffaletto metallico. Di quel terribile momento ricordava solo sangue, il suo, e risate, quelle degli altri studenti, i quali seppur non divertiti non avrebbero mai avuto il coraggio di contraddire Charles.

Il ricordo del dolore fece sì che ritornasse cosciente.
Quasi cacciò un urlo dallo spavento, ma lo soffocò in tempo nel guanciale. Ci aveva fatto l'abitudine, nella stoffa affogava lacrime e grida strazianti, singhiozzi e imprecazioni.
Fissò il soffitto sgombro da qualunque pensiero, fino a quando il peso delle palpebre e la stanchezza non si fecero sentire.

Era un giorno di metà aprile, ma nonostante fosse ormai primavera, su Wolverhampton incombevano plumbee le nubi cariche di pioggia. Liam percorreva la strada che lo avrebbe condotto a scuola con passi frettolosi, voltandosi ogni tanto per controllare che dietro di lui non ci fosse nessuno.
Girato l'angolo si scontrò con qualcosa di duro, o meglio, qualcuno di molto muscoloso.
Alzò lo sguardo, era solo un metro e sessantacinque, e trovò dinanzi a sé l'ultima persona che avrebbe voluto. Charles lo fissava irato e dietro di lui se ne stavano Maxxie, Cooper, Freddie e Tony disposti a piramide.
Senza aver nemmeno il tempo di realizzare, si trovò piegato in due dal dolore. Cadde indietro sbattendo il gomito contro una pietra e procurandosi un taglio. L'ennesimo.
Un pugno ben assestato lo aveva colpito in pieno addome. Dalla bocca uscì un verso strozzato mentre dagli occhi rischiavano di uscire le lacrime.

Non dovevano, si impose.
Un scarica di calci gli piombò addosso e non poté far a meno di piangere.
I cinque lo derisero e picchiarono per un po', fino a quando troppo stufi si sferrare colpi s un grumolo di sangue se ne andarono.

Nuovamente Liam sobbalzò e aprì di scatto gli occhi. Le mani corsero sulla ferita del gomito e con i polpastrelli ne tracciò i contorni delicatamente. Quei segni gli ricordavano chi era e cosa sarebbe stato se non avesse deciso di cambiare. Le palpebre si chiusero nuovamente, incapaci di resistere al senso di spossatezza che si impossessava di lui pian piano.

Liam osservava dal suo angolino la mensa. Il suo tavolo, frequentato da egli, lui e sé stesso, era anche il più nascosto e isolato. Il cibo giaceva intatto nel piatto, in attesa che il ragazzo scartasse il panino e lo mangiasse. Uno spostarsi di sedie lo interruppe.
Charles e la sua cricca avanzavano verso di lui.
Deglutì rumorosamente.
''Hey, sfigato.'' lo apostrofò spregiativamente il capo banda.
Il panico s'impossesso di lui mentre la sala taceva.
''Non rispondi, verginello? Non ti conviene.'' minacciò Cooper.
Il gruppo prese posto accanto a Liam che ormai tremava. Maxxie allungò le mani e prese quello che sarebbe diventato il pranzo del poveretto. Lo aprì con lentezza snervante, scrutandone il ripieno.
''Domani devo presentare la relazione di letteratura sull'intero Ottocento e tutte le sue correnti. Devo uscire con Stacey, quindi, sai cosa devi fare.''
''Ma domani ho il test di chimic-.'' provò a obbiettare.
''La voglio per domani mattina, o sai cosa dovrai passare.'' lo avvertì.
In una frazione di secondo la sua faccia fu piena di senape e insalata, mentre una fragorosa risata si alzava nella mensa.
Ridevano di lui.

La vergogna e il dolore di quel flash back lo svegliarono completamente. Le lancette segnavano le 5.47 e sicuramente la sua famiglia dormiva.
Liam si alzò velocemente ed entrò nel bagno che aveva in camera.
In nemmeno trenta secondi la sua mente elaborò tutti i possibili modi in cui avrebbe potuto provocare la sua morte.
La prima, quella da cui era più tentato, era il rasoio. Mai come in quel momento si sentì attratto dalla lama.
In quei sedici anni, diciassette il 29, non si era mai spinto oltre a tagliuzzi superficiali.
Poi ricordò.
Non poteva mandare a puttane tutto.
Quello non sarebbe stato un giorno come gli altri. Non sarebbe andato a scuola, non avrebbe rivissuto l'inferno, no. Quello sarebbe stato il giorno delle audizioni per X Factor.
Pregò Dio, perlomeno che l'ascoltasse, e con la lametta si fece solo la barbetta che cominciava a crescere sul mento.


Due anni dopo.

''Allora Liam, sei stato vittima di bullismo, in passato?'' chiede il presentatore dello show, con il suo sorrisetto allegro stampato in volto.
Liam esita un attimo, in fondo il ricordo fa ancora male.
''Sì, ero alla scuola secondaria e venivo perseguitato da un gruppo di ragazzi. Fu un trauma. Era bullismo psicologico e allo stesso tempo fisico.Il povero sfigato a cui davate il tormento oggi è in televisione e ha realizzato il suo sogno. Voglio solo dire a quei ragazzi bullizzati di non arrendersi mai, di rimanere forti e credere in sé stessi, perché possono farcela. Ce l'ho fatta io in un periodo della mia vita in cui mi convincevo che gli insulti fossero veritieri. Possiamo farcela tutti.''




LOOOK AT ME
Ho scritto questa OS senza pretese e di getto, perché oggi è il KeepFighting e volevo dedicarla a tutte le ragazze che soffrono :))
Ho poco da aggiungere, fatemi sapere che ne pensate (se vi va).
-Frances


#Keepfighting





   
 
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