Cap II
Stavano viaggiando in macchina, il professor Oak guidava verso Pallet Town,
accanto a lui Brock dietro Ash con Delia.
Il ragazzo aveva scambiato solo qualche cenno assente alla madre e continuava
comunque a ripetere quelle frasi.
Ma Brock poté giurare di aver visto un piccolo sorriso accennato sulla bocca
dell’amico, quando la madre e il professore erano venuti a prenderlo, finalmente
usciva da quella stanza, li dentro non avevano fatto altro che chiamarlo pazzo.
E lui, non essendolo se ne era reso conto, per quanto la sua mente fosse
distaccata dal mondo reale.
Intravidero la destinazione, dopo tanto tempo, pensò la madre del rilasciato,
suo figlio tornava a casa… ma in quali condizioni?
Gli diede un occhiata e sospirò. Ash aveva sempre avuto una vitalità esemplare,
non poteva crederci che l’avesse persa così, e ne era sicura, aveva fatto tanti
viaggi, aveva affrontato moltissime cose e avventure. Avrebbe sicuramente
superato quella fase, era solo questione di tempo, aveva fiducia in lui. Sorrise
per un piccolo istante, mentre Oak parcheggiava la macchina in uno scanso lì
vicino.
Per quanto fosse in una situazione drammatica, Ketchum riusciva comunque a
camminare perfettamente, questo rendeva già bene l’idea del fatto che sapeva
perfettamente ciò che stava facendo, e quindi poteva essere un passo avanti. I
tre si guardarono lievemente stupiti ma fiduciosi.
La casa era sempre la stessa, esattamente come la ricordava, Ash si fermò
sull’ingresso a scrutarla con lo sguardo privo di luce e la bocca semi-aperta.
Si diresse in camera barcollando e privo di forze, reggendosi alla ringhiera
delle scale e alla spalla della madre che lo accompagnava.
Comunque sia, non emise parola, quando entrò in camera riuscì solo a dire;
“Poteva esserci anche lei.”
Brock diede un occhiata a Delia, la quale aveva capito perfettamente che quella
frase era già diversa dalle altre.
…
Era tardo pomeriggio, il migliore amico di Ash aveva aiutato sua madre a pulire
la casa e ogni tanto a controllare un ragazzo ancora piuttosto vuoto e con lo
sguardo diretto verso la parete dove era posta una foto di gruppo, dove
naturalmente c’era anche lei.
Non diceva niente, guardava con occhi privi e intristiti la foto come se fosse
un quadro da ammirare, con le gambe racchiuse tra le braccia e il corpo
rannicchiato.
Si sentiva impotente, posto di fronte a tale visione, era frustrante vedere una
persona così piena di vitalità ridotta in quello stato.
Brock uscì a prendersi una boccata d'aria, inspirando l'aria fresca del tramonto
e cercando di svuotare la mente. Aprì solennemente le braccia e chiuse gli occhi
già sottili.
Svuotare la mente...
Un fruscio obbligò a se stesso di riaprire gli occhi. Ne era certo, quello non
era assolutamente vento.
Si voltò di scatto, e sentì ancora una presenza.
"Chi sei?!" Chiese calmo ma con voce insospettita.
"Vedo che mi hai sentito." Rispose l'entità, uscendo allo scoperto.
Aveva un mantello nero che lo ricopriva, e un simbolo familiare. Una rosa
bianca.
Non era l'uomo di quella sera, sebbene potesse scambiarlo per esso, era diverso,
più basso e con il corpo meno tozzo. Tutta via, non poteva perdersi in dettagli
e si mise all'avanguardia estraendo dalla tasca una sfera pokè.
"Tranquillo non voglio combatterti." Si passò una mano davanti al volto coperto
dal cappuccio.
" E allora cosa vuoi?!"
" Fornirti qualche informazione. Se sapessero che sono qui e cosa stò per
rivelarti, senza dubbio mi ammazzerebbero." Concluse cercando di tossicchiare,
voleva cercare di nascondere il suo vero tono di voce, evidentemente. Ma per
quale motivo?
"A che gioco stai giocando?" Chiese imperterrito il capopalestra, cercando di
incontrare lo sguardo della figura.
"Ad un gioco che per me sarebbe proibito. Non ho molto tempo quindi ascoltami."
Brock non lo fece continuare e lo interruppe nuovamente.
"E chi ti dice che io voglia ascoltarti?" Il ragazzo senza ombra di dubbio, era
ricolmo di rabbia.
" Io sò che fine ha fatto la tua amica." Probabilmente, pensò, così avrebbe
arrestato l'impertinenza del bruno.
E in effetti così fu.
Strinse i pugni e inclinò il volto.
"Che.. Che discorsi, lo sò che è morta." Le lacrime gli spezzarono la voce.
"Ti sbagli. Non hai considerato un dettaglio, peccato, se ci avessi riflettuto
un momento, ne saresti venuto a capo. Il corpo.."
"Il corpo è stato portato via dall'assassino. Lo sò." lo interruppe nuovamente
continuando.
" Già, ma a quale scopo secondo te? Misty, stava vivendo solo una morte
apparente." Sgranò gli occhi sorpresi... ma perchè mai avrebbe dovuto fidarsi?
Chi gli diceva che non er a un inganno? che magari volevano lui o Ash?
"Non ti credo. Ho sentito il suo cuore, ed era fermo."
"Sei libero di non credermi, ma tanto peggio per te. Misty è viva, io posso solo
rivelarti ciò. Non posso spiegarti ne come, ne perchè, sappi solo che è viva."
Concluse aggiustandosi le pieghe del mantello.
" Ah.. prima che me ne vada. Una cosa. Ricordati che è dal mare che è nata la
vita." Detto ciò Brock accigliato, porse un braccio verso di lui, come per
fermalo, ma ormai era già scomparso.
Si inginocchio a terra, quasi incredulo, e rivolse gli occhi al cielo.
"Se è così..."
Si rialzò di scatto e corse in casa a prendere lo zaino.
Doveva correre dall'agente Jenny, avrebbe potuto dirlo ad Ash, ma dato che per
il momento non ne era sicuro, era inutile dargli un ulteriore delusione.
...
Una donna alta con gli occhi coperti da una mascherina e lunghi capelli rossi,
si fece avanti in una sala ricolma di pc e dipendenti che li guidavano.
Al centro di essa, vi era una vasca...
La donna si scostò una ciocca di capelli che rivelarono l'orecchino a forma di
rosa bianca.
Ed una piccola risata scorse sul suo volto.
"Come procedono gli esperimenti?"
"Bene, dovremmo essere quasi vicini al petalo." Rispose frettolosamente un
dipendente.
"Perfetto." Con voce sinuosa, continuò a camminare, facendo risuonare i tacchi
nella zona.
E l'aria cupa e metallica si chiuse alle sue spalle.
...
"Chissà se è vero..." La signora Ketchum aveva sentito ogni singola parola di
quella conversazione, e poteva augurarsi per lei e suo figlio, ma soprattutto
per Misty stessa, che fosse ancora viva e vegeta.
Brock correva furiosamente per la strada, mentre sentiva l'aria sfrecciargli
intorno... era la prima volta che riponeva così tanto la sua fiducia in
qualcosa...
Lui ce la riponeva per il bene di Ash, e perchè sperava che la sua amica fosse
ancora effettivamente viva.
Spalancò la porta di vetro della polizia quando ormai era sera inoltrata.L'agente
Jenny se ne stava comodamente seduta dietro un bancone a sorseggiare un caffè
caldo... era un periodo piuttosto tranquillo, lo si intuiva dalla quiete che
regnava nella città.
"Buonasera." Si limitò a dire la donna, e il ragazzo si sentì un groppo allo
stomaco e un familiare impulso, ma non era quello il momento per pensare alle
donne!
"Agente, con tutti i miei rispetti... io vorrei sapere se lei, o le sue
colleghe, sapete dirmi qualcosa sulla società che come simbolo ha una rosa
bianca." Affannato si sedette su una delle poltroncine lì presenti, e vide
l'agente posare d'impulso la tazza verde.
" La... Società della White Rose?..." Titubante, e con un fremito nella voce la
donna rimase quasi sconcertata, in un modo inspiegabile.
"Non sò come si chiami, ma dato il nome, penso sia quella.Cosa sa lei di loro?"
"A dire il vero... cosa sai tu di loro?" rispose con una domanda, e questa cosa
a Brock irritava e basta.
" Hanno.. penso abbiano ucciso una mia amica. Ma è per questo che sono qui. Devo
scoprire chi sono, e che razza di società sia."
Jenny sospirò e Brock le raccontò tutto nei minimi dettagli, facendo passare
così un buon quarto d'ora.
"La società della White Rose, letteralmente tradotto Rosa Bianca, è un grosso
gruppo di famosi scienziati che credono in una rinascita della terra,e che
trovano questo mondo tanto degradato da meritare di morire. Il loro scopo, è
ricreare la terra, e seguirne i processi." Concluse la donna dalla divisa blu
incrociando le mani.
"E allora cosa centrano Ash e Misty e .. gli altri?!"
" Ho sentito correre molte voci sul conto di questa organizzazione. Pare che per
raggiungere il loro scopo, codeste persone abbiano bisogno di particolari
elementi, che dicono che si trovano solo in alcune forme di vita.C'è un codice
dietro anche al nome stesso, ma noi non riusciamo ad individuarlo. Dalle
indagini è tutto ciò che sappiamo."
Brock esitò. Non osò dire che uno di quegli uomini aveva detto così. Non osò
nemmeno chiedere altre spiegazioni, quelle date erano sufficienti per fargli
capire che in quel luogo non si scherzava.
"Grazie mille agente. Una sera come ricompensa la accompagnerò a cena!" Esordì
senza aspettare risposta e uscì dalla caserma.
...
"Sono 7 petali, i 7 petali del destino... loro danzano, loro gridano, loro
ricostruiscono, loro rimarginano, loro sono i 7 petali, i 7 petali della rosa
più pura, loro sono i 7 petali, i 7 petali di chi vuol morire, loro sono i 7
petali che ci faran rivivere..."
Una bambina canzonettava quella canzone camminando per lunghi corridoi dalle
pareti color latteo e lasciava ondeggiare i capelli neri saltellando, muovendo
le manine piccole e gracili e roteando gli occhi verdi e limpidi.
"I 7 petali che il mondo ricrean..."
...
"Ash caro, sei sicuro di non voler mangiare niente?" Delia si era accucciata sul
suo letto con le lacrime in gola.
Scosse il capo.
Poco dopo sentirono un tonfo di una porta, era indubbiamente Brock.
"ASH!" Non sapeva perchè ma stava gridando il suo nome.
"ASH" Saliva le scale, gridava il suo nome, quasi entusiasta, mentre la donna
apriva la porta di camera.
"ASH MISTY..." Non sapeva nemmeno lui perchè glielo stava dicendo, nemmeno ci
credeva poi veramente...
"Misty con molta probabilità è viva!" Gridò abbastanza forte perchè il ragazzo
dai capelli scompigliati e corvini lo sentisse.
Aveva ancora lo sguardo perso nel nulla, ma si era voltato verso di lui, e già
quello era un cenno del fatto che avesse recepito il messaggio.
"E' morta." Ripetè per l'ennesima volta guardandosi le mani e portandosele al
capo.
"A causa mia." Cominciò a dimenarsi, ad urlare, e Delia cercò di bloccarlo
inutilmente, le sue lacrime erano inarrestabili, scorrevano lungo il viso, e si
abbandonavano sulle lenzuola che le assorbivano.
"morta. Morta. MORTA MORTA MORTA MORTAAAAAAAAAAAAAA!" Lo ripetè talmente tante
volte che il fiato gli sparì completamente di gola, e rimase solo la sua
espressione lugubre, con due occhiaie singolari e gli occhi solo ricolmi di
dolore.
Ma più i giorni passavano e più lui dava idea di umanità.
Oggi aveva pianto.
Ciò significava che il suo ritorno non poteva essere tanto lontano, o almeno
tutti se lo auguravano.
L'amico dai capelli castani lo prese per le spalle e lo scosse. era stufo di
vederlo in quelle condizioni, l'Ash di una volta avrebbe combattuto, sarebbe
venuto a fondo in questa storia, non si sarebbe lasciato andare.
"Ash, torna in te accidenti!" Chinò il capo stringendolo ancora per le spalle
con rabbia, avrebbe voluto, adesso che lui gli posasse una mano sulla spalla in
modo confortante, ma non accadde.
Si limitò solo ad alzare il capo verso il soffitto, verso la luce, pensando a
chissà cosa.
Il capopalestra uscì dalla camera, lasciandolo di nuovo solo con la madre, ma
prima di chiudere la porta disse;
"Lei si è sacrificata per salvarti. Per far si che continuassi il tuo sogno.
Riflettici bene." E con un tonfo chiuse la porta.
Il ragazzo all'interno della stanza aveva capito benissimo cosa voleva dire,
perchè effettivamente lui non aveva chiuso del tutto la mente, o no, la sua
mente si stava riaprendo eccome, solo che non voleva affacciarsi alla cruda
realtà che lo aspettava.
Delia uscì rammaricata dalla stanza, lasciandolo nuovamente solo.
Spense le luci e si alzò dal letto dirigendosi verso la finestra.
Ormai era notte, posò le dita sul vetro freddo della finestra e volse gli occhi
verso la luna...
Emanava una luce candida e splendente, si soffermò ad osservarla.
Era davvero il caso di continuare a tenere la mente chiusa, quando alla fin fine
era più che aperta?
Chiuse gli occhi.
Ma c'era una remota possibilità che Misty fosse veramente viva?
E se c'era... perchè lui era ancora lì a fare il martire?
Perchè nel suo cuore adesso brillava qualcosa di nuovo, e nonostante avesse
fatto finta di niente con Brock, una luce in lui si era riaccesa.
Si tolse la camicia bianca lasciandola scivolare lentamente sul suo corpo, essa
si accasciò al pavimento, e per qualche minuto rimase a torso nudo, che poi fu
ricoperto da una maglietta nera.
Prese il suo berretto con fare calmo, lo indossò guardandosi allo specchio.
Era ora di tornare a vivere.
Fine cap II
Ed ecco la fine di un altro capitolo di questa fanficion. Mi rendo conto che magari non sono nemmeno lunghissimi, e mi scuso per questo! Se avete lamentele a riguardo esprimetele pure XD io faccio solo ciò che è in mio potere ù_ù!
Innanzi tutto passo a ringraziare i miei recensitori ^_^!
Lele 91: Bè, come vedi eccoti il capitolo, spero ti piaccia anche questo e che mi seguirai per il resto della fic!
Alex182: XD codesto individuo io non lo conosco! Scherzi a parte Alex, grazie per i complimenti che mi hai espresso nella recensione, e son felice che tu abbia intuito la malinconia che questa fanfic vuole esprimere...Ora attendo di sapere che ne pensi di questo capitolo amico mio!
Fedina: Sono felice che mi abbia lasciato un commento, Quoto in pieno sull'immagine di Brock, che appunto deve fare quella del fratello maggiore quasi, e dell'amico indimenticabile, perchè diciamocelo, penso che ormai Ash consideri Brock una sorta di fratello inseparabile, e penso che il loro filo di amicizia sia molto saldo, per questo penso che Brock in una tale situazione soffrirebbe ma farebbe di tutto per salvare l'amico. Questa almeno è la figura che porterò di lui nella fanfic! Per quanto riguarda l'idea dello shock, a dire il vero mi è venuta in mente mentre sentivo la canzone di Cristicchi "Ti regalerò una rosa" da quella song è nata tutta sta fic, che non centra un kispios con la canzone ma fa nada ù.ù. Alla prossima! ^^
Kate R: Ti proibisco categoricamente di morire é_é! Scleri a parte,grazie carissima per aver recensito anche questa fanfic, sappi che una recensione da te è sempre molto gradita e quindi ti esprimo i miei più sinceri ringraziamenti.Penso che alla fine di questo cap, il tuo cuore si sia sollevato un pò, e l'idea dello shock ti si sia levata dalla mente... almeno c'è 1 possibilità su 100 che Misty sia viva ù_ù consolati! (mi prendi in giro? °_° nd Kate) Tengo comunque troppo alla AshxMisty, rifletti su questo e giungi alle tue conclusioni xD! Quindi tranquilla, delle risvolte sulla vicenda ce ne saranno, e anche tanto, ma per adesso non svelo niente ^__-. Spero che ti sia piaciuto anche questo capitolo e che lo recensirai ^^
Inoltre un ringraziamento sincero a Yomawaru che ha letto questa fic commentandomela su msn ^^ grazie amico mio!
Alla prossima.
Ashley.