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Autore: Francibella    01/10/2012    2 recensioni
«Tu credi che tutti noi siamo destinati alla felicità? Voglio dire... Prima o poi tutti avremo il nostro pezzettino di felicità? O alcuni sono destinati a rimanere infelice per sempre?» «No, io credo che la felicità sia un privilegio che pochi possono concedersi.» Se l'avesse presa in giro, sarebbe stato meno doloroso. Quello era uno schiaffo in faccia.
Non è una Draco/Hermione come ce la si potrebbe aspettare. Nessun Principe delle Serpi che si scopre innamorato della bella Regina dei Grifoni. C'è solo un'Hermione confusa e dubbiosa; un Draco disilluso e un cinico. E un dialogo, inaspettato quanto strano. Un lungo dialogo.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Illusione.



Mi sposo.

Lo disse così, Hermione. Non aggiunse altro, sapeva che non era tenuta a farlo. Lui non aveva il diritto di sapere nulla di più.
«Sapevamo che questo momento sarebbe arrivato, Granger. Non ci eravamo fatti illusioni. Sbaglio?»
Hermione avrebbe voluto che quel discorso fosse fatto nella camera di un albergo un po’ defilato, mentre loro si stringono per l’ultima volta tra le lenzuola. Draco con lo sguardo assorto che penetra il vetro della finestra. Invece erano nell’ufficio di Hermione, come sempre. Ormai lui non era più sotto le sue dipendenze, ma ogni tanto lei era obbligata a dare una supervisione al suo lavoro.
«No, hai ragione. Su cosa ci saremmo dovuti illudere, poi?»
Non c’era niente. Non c’era mai stato nulla. Hermione non era una ragazza infedele, ci avrebbe rimuginato troppo e sarebbe morta di autocombustione.
«Niente. Niente, non è mai stato niente.»
«Nulla.»
Perché fa così male, se non c’è mai stato nulla?
«Tu e Astoria?»
«Sì, anche noi. Prima o poi. I Greengrass hanno ceduto da un pezzo.»
«Ce l’hai fatta.»
«Sì. Per quando è fissato?»
«Un paio di mesi, al massimo. Molly non tollererà altri ritardi.»
«Immagino.»
«Credo… Credo che sia anche il momento, no?»
«Se non ora, quando?»
«Già.»
Rimasero in silenzio. Hermione che fingeva di sistemare alcuni documenti, che annotava nervosamente alcune parole a matita. Draco con si imprimeva ogni oggetto della stanza nella memoria.
«Sai, Granger, le mie parole hanno un valore. Tutto quello che mi riguarda ha un valore. Mi hai chiamato qui per farmi sprecare fiato? Vuoi che parliamo del tempo, dei giovani d’oggi e di quale altra banalità?» Hermione non è troppo sorpresa. «Sono stanco di questi discorsi che vanno dappertutto e da nessuna parte. Stanco, Granger. All’inizio era divertente, era un gioco per passare il tempo. Vederti irritata mi alleviava la sofferenza di dover trascorrere tutto questo tempo ad aiutare gli elfi. Ma ora basta, mi sono stancato. Decisamente stancato. Cosa vuoi, Granger?»
«Non voglio niente, l’hai detto anche tu. Niente.»
«Io ho detto quello che tu volevi sentirti dire, perché per una volta mi sembrava inutile provocarti. Sei piuttosto brava a farti del male da sola, sai?»
«Torniamo sempre allo stesso discorso.»
«Palle! Basta con questa cavolata della felicità, di chi se la merita e di chi no. Basta con la speranza che è l’ultima a morire. È inutile che piangi la tua misera sorte. Homo faber fortunae suae. Hai presente?» Questa volta Hermione si sorprese non poco. Era un detto babbano che amava citare molto spesso, e Draco storceva il naso tutte le volte. «Cosa vuoi dalla vita, Granger?»
«Non lo so. Ma penso che dovrei saperlo. Se devo scegliere ora – e devo – allora prendo la strada certa. Ron non aspetterà più.»
«Allora prendi la tua scelta con il sorriso. Se credi di meritare di più, prenditelo. Scegli, Granger.»
Hermione prese un lungo respiro, poi abbandonò le tanto amate carte, si alzò e si inginocchiò davanti a Draco Malfoy, che evidentemente non sapeva bene cosa aspettarsi. Rimasero fermi alcuni secondi, poi Hermione avvicinò le proprie labbra a quelle di Malfoy. Fu un bacio veloce, casto, che di nuovo voleva dire tutto e niente.
«Cosa credi di aver risolto?» Draco sembrava piuttosto irritato, ma Hermione sorrise.
«Non potrò dire di non averci provato.»
«Granger!» Fu la volta di Malfoy di emettere un sonoro respirare «Questo non è averci provato» Draco si alzò, strinse Hermione tra le proprie braccia e la baciò. A lungo e appassionatamente. Finì per spingerla anche verso la sua scrivania, quando si rese conto che stavano decisamente per superare quel confine non scritto, si staccò, come scottato. «Ora, puoi dire che ci hai provato, Granger.»
«Non avrebbe funzionato, Draco. Siamo diversi. E io stanca di combattere per ottenere quello che voglio. Che poi non sono nemmeno sicura di volerlo.»
«Nessuna illusione, Granger. Mai fatte. Mai pensato a qualcosa di più. Te l’ho detto, sei destinata a sfornare piccole Lenticchie.»
Hermione sorrise e toccò delicatamente una guancia di Draco Malfoy.
«Forse un giorno…»
«Una come te e uno come me potranno stare insieme.»
«Sì, forse.»
Draco raccolse i documenti e si diresse verso la porta.
«Draco!» I loro occhi si incontrarono «Non… dimenticare, ok?»
«Non dimenticherò di aver baciato il futuro Ministro della Magia, puoi starne certa, Granger.»
«Sii felice. Astoria è una brava ragazza. Non viverla come se fosse una scelta residuale.»
«Lo è?» Hermione scosse la testa, sorridendo. Poi si diresse alla propria scrivania, senza rialzare la testa, mentre Draco chiudeva la porta sussurrando «Sii felice anche tu, Hermione.»
Hermione Granger si disse che non avrebbe pianto. Non può mancarti qualcosa che non hai mai avuto. In un altro universo, forse avrebbe amato Draco Malfoy. In questo mondo, quello che lei aveva difeso da quelli come lui, no. Qui lui era solo la prova evidente di tutto ciò che avrebbe potuto perdere. Ma Hermione si disse che aveva visto abbastanza, l’avventura l’aveva conosciuta fin troppo. Si meritava la tranquillità, la monotonia. Il treno Hermione Granger (presto Weasley) non sarebbe deragliato dai binari. Non più.
Nessuna illusione per Hermione Granger. Non questa volta.
 



 
Alcuni anni dopo


«Guarda chi c’è»
Era Draco Malfoy con moglie e figlio, un cappotto scuro abbottonato fino alla gola. Stava cominciando a stempiarsi, il che gli enfatizzava il mento appuntito. Il ragazzino gli assomigliava quanto Albus assomigliava a Harry. Draco si accorse che Harry, Ron, Hermione e Ginny lo guardavano, fece un brusco cenno di saluto e si voltò.
«E così quello è il piccolo Scorpius» commentò Ron sottovoce «Cerca di batterlo in tutti gli esami, Rosie. Per fortuna hai cervello di tua madre»
«Ron, per l’amor del cielo» ribatté Hermione «Non cercare di metterli contro ancora prima che la scuola sia cominciata!»
«Hai ragione, scusa» concesse Ron, ma non riuscì a trattenersi e aggiunse «Non dargli troppa confidenza, Rosie. Nonno Arthur non ti perdonerebbe mai se sposassi un Purosangue.»*

Il commento di Ron sembrò a Hermione un giudizio sui fatti accaduti tredici anni prima. Se Hermione avesse fatto un’altra scelta, nessuna l’avrebbe perdonata. Si concesse un ultimo sguardo a Scorpius Malfoy. Era come suo padre, uguale. Chissà per quale motivo, Hermione aveva sperato che assomigliasse ad Astoria. Irrazionale desiderio. Forse per non rivedere un piccolo Draco.
«Rosie,» Hermione si chinò, fino ad avere gli occhi alla precisa altezza della figlia «non ascoltare papà, ok? Sei libera di essere amica di chi vuoi. L’importante è che i tuoi amici ti rendano felici.» Rose annuì con poca convinzione. «Nonno Arthur sarà contento in ogni caso, perché ha una nipotina bella come te.»
«Grazie, mamma. Vi renderò orgogliosi.»
«Lo siamo già, piccola.»
Aveva fatto la scelta giusta. Certo, ora era facile. Non avrebbe potuto stringere Rose tra le braccia e sperare di poter tornare indietro. Forse c’erano un altro Malfoy e un’altra Granger che avrebbero rischiato. Ron avrebbe avuto un colpo se Rose si fosse fidanzata con Scorpius Malfoy.
Questa volta Hermione si concesse una piccola illusione.





 


* Tratto da Harry Potter e i Doni della Morte, Epilogo.

Non so quanto sia passato dall'ultima volta. Ma mi ero dimenticata di tutto ciò. Forse in origine non doveva finire così. Non so, non ricordo o non voglio ricordare. Posto quest'ultimo capitolo solo perché odio le cose lasciate a metà. Concedetemi l'accenno a Rose e Scorpius, che occupano un posto speciale nel mio cuore! ;)

   
 
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