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Autore: Chocolatewaffel    01/10/2012    1 recensioni
Per chi ha letto "Katharin Kimmel, una ragazza come tante" questa sarà semplicemente una riscrittura, più completa. In ogni caso spero che darete lo stesso un'occhiata veloce.
Tratto dal quinto capitolo: "TOM: tu pensi che io sia un egoista, insensibile, puttaniere senza cuore, vero? Beh sai una cosa. E' vero sono un egoista di merda però tu lo sei più di me, e sai perché? Perché quella che si ostina a farci soffrire entrambi sei TU! Quella che deve crescere sei TU! TU non io! Sei tu quella che deve superare quello schifo di passato per poter essere felice.. con me. CAZZO KIMMEL IO TI VOGLIO E TU VUOI ME! Perché devi creare altri problemi?
La voce della ragazza era resa insicura da un groppo alla gola, non voleva piangere lì, davanti a lui"
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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kat 7                   
                - Addio amore mio -


Erano le 8.07 quando aveva sentito qualcuno bussare incessantemente alla sua porta.
Erano le 8.17 quando per disperazione si era buttata giù dal letto per andare ad aprire.
Erano le 8.18 quando si era ritrovata Tom Kaulitz alla sua porta con lo sguardo accusatore.
Erano le 8.19 quando il suddetto aveva deciso di smetterla di fissarla per parlarle
"E' vero che vuoi ripartire oggi? "
"Tom.. sono le otto di mattina, non ne possiamo riparlare in un altro momento?"
"Tipo? L'anno prossimo?"
"Ma sai che hai avuto proprio una buona idea?"
La ragazza con un sonoro sbadiglio ed un cenno del capo richiuse la porta in faccia al suo "amico".
Neanche cinque secondi dopo "Qualcuno" aveva ricominciato a bussare la porta.
Spazientita spalancò la porta e, neanche il tempo di aprire bocca, che aveva visto un'ombra passarle di fianco per poi sedersi, con estrema delicatezza, sul divano.
"TOM!...vabbeh, lasciamo perdere. Almeno togli i piedi dal tavolo!"
Il ragazzo, con fare annoiato, aveva guardato a intermittenza i suoi piedi e la ragazza, che lo guardava con aria minacciosa, per poi rimettersi esattamente com'era prima del rimprovero della padrona di casa.
"Senti, posso farti una domanda?"
Sapeva che molto probabilmente se ne sarebbe pentita, ma era troppo stanca per discutere.
"Dimmi"
"Perché a diciotto anni passati metti ancora quei pigiami "anti-ragazzo"?" . Per l'appunto.
"Eh?"
La ragazza abbassando lo sguardo capì perfettamente il perchè di quella domanda.
Il suo pigiama "anti-ragazzo", come lo definiva quella sottospecie di ragazzo, consisteva semplicemente in un bellissimo completo rosa cosparso di coniglietti e di due taglie più grande. Però insomma, un pigiama doveva essere messo per stare comodi, no?
"Se non sapessi cosa c'è sotto stai sicura che non ti degnerei di uno sguardo"
"Grazie Tom."
"Di cosa?"
"Di avermi dato l'ennesima dimostrazione di quanto tu possa essere superficiale! Non toccare niente, N-I-E-N-T-E, vado a cambiarmi"

"Tom sei il ragazzo più superficiale che conosca!". Un Bill stizzito stava urlando contro quello che sarebbe dovuto essere suo fratello. Forse avevano sbagliato culla. Forse era stato adottato. Forse, c'era ancora speranza.
"Perchè?". Un Tom annoiato osservava il gemello dimenare le braccia arrabbiato.
"Cos'è la prima cosa che quardi in una ragazza?"
"Tette"
"E l'ultima?"
"Fondoschiena"
"Secondo te perchè ti reputo superficiale?"
"Non lo so. Però l'amica che ti sei scelto non ha ne delle brutte tette ne un brutto fondoschiena.. Penso che tu sia più superficiale di me!"
"EHI!" Una Kat completamente rossa era intervenuta nella discussione dei gemelli.
"Oh, ciao Kat"
"Tom, sono con voi da quasi un'ora"
"Certo certo, hai visto che bel culo che ha quella moretta?"
"Sei così.. "
"Superficiale". Quella volta fu costretta a dare piena e completa ragione a Bill.
"Forza e coraggio! Prima o poi maturerà.. credo" . Un Andreas ottimista cercava di riportare la quiete.

"Tom, cosa stai facendo con le mie ciabatte?"
"Tu sei una feticista dei conigli! Cioè, pure le ciabatte a forma di coniglio! e per di più rosa! R O S A ! !"
"So come sono fatte le mie ciabatte. Non le trovi tenerissime?"
Nel dirlo aveva congiunto le mani al petto come se stesse pregando, gli occhi le si erano illuminati ed erano diventati a forma di cuore. Il tutto era abbastanza inquietante.
"Sì, vabbeh. Ci hai messo mezz'ora a prepararti lo sai? Trenta minuti d'orologio! Anzi, trentadue! Ti facevo più veloce Kimmel!"
"Allora, che ci fai qui?"
Evidentemente non era di buon umore però, per quanto fosse felice di vederlo, il commento di prima l'aveva ferita. Si stava sentendo di nuovo una sfigatella, emarginata e di quattordici anni senza speranze.
"E' vero che vuoi partire oggi?"
"Vero"
"E perché non me lo hai detto? Perché sono dovuto venirlo a sapere da Bill e Andreas?"
"Avanti Tom! Non fare tante scene era ovvio che dovessi ripartire. E poi, te lo avevo detto che, appena mi avessero cambiato le gomme, me ne sarei andata. Ricordi?"
"Capisco.. dai andiamo.."
"Dove?"
"A fare un giro. Questa casa mi sta opprimendo"

Faceva ancora un po' di fatica ad ammetterlo ma Lei proprio non poteva perderla, non voleva perderla. Non ora che l'aveva appena ritrovata. Non ora che aveva capito quanto fosse stato stupido a trattarla in quel modo. Non ora che aveva capito il perchè del vuoto che aveva nel cuore da diversi anni e non ora che sapeva come riempirlo.


Camminavano fianco a fianco e ogni tanto le loro braccia si sfioravano. Con un po' di fantasia poteva fingere che fossero due fidanzatini che camminavano per le vie della città dicendosi tante cose tenere, cose che solo due innamorati potevano dirsi.
Peccato che fra i due l'unica innamorata fosse lei. Per lui, invece, era tutto un gioco.
"Te lo ricordi?"
"Il parchetto di fronte a casa di mia zia? Direi di sì"
TOM: E ti ricordi quella volta che lo abbiamo fatto nella cas.."
"NON OSARE CONTINUARE! Me lo ricordo anche da sola grazie... Ohmmamma, sto realizzando ora che se ci avessero scoperto saremmo potuti finire anche nei guai..
"Era questo a rendere la cosa ancora più eccitante, non credi?"
E cosa poteva rispondergli? "Oh Tom, io mi eccito anche solo a guardarti quindi non c'è bisogno di farlo in situazioni tanto imbarazzanti". No, era decisamente meglio stare zitta e godersi quella pace che solo il silenzio poteva darle..
Sfortunatamente per lei dopo pochi secondi il silenzio era stato rotto da un leggero cigolio provocato dall'altalena su cui Tom si stava leggermente dondolando.
"Dai.. vieni qua"
Con passo leggero gli si era parato di fronte, era davvero sicura di volerlo lasciare. Così?
"Dai siediti, non ti mangio mica"
"No."
E, per rendere meglio l'idea, aveva incrociato le braccia al petto e voltato il viso dall'altra parte puntando lo sguardo sulla "famosa" casetta dei bambini.
Il chitarrista, vedendo che la giovane non si decideva a muoversi, aveva afferato il suo esile polso per poi darle uno strattone facendola accomodare sulle sue gambe.
Ne era sicura. Da un momento all'altro sarebbe svenuta.
Sentirlo così vicino le faceva battare particolarmente forte il cuore e mancare il respiro. Nonostante il rischio però, si decise a rilassare i muscoli e circondare con le braccia il collo del ragazzo appogiando la testa sul suo petto.
Era un momento decisamente perfetto; il vento che le accherazzava il viso scompigliandole leggermente i capelli, il battito del cuore di Tom che la tranquillizava, il suo buon odore nelle narici e le sue enormi mani sulla sua piccola schiena che l'accarezzavno dolcemente come a volerla rassicurare.
Il momento idiliaco venne però interroto dalla fastidiosa suoneria del suo cellulare che segnava una chiamata in arrivo. Lukas.
Con un po' di rammarico dovette staccarsi dal corpo caldo di Tom in modo da poter rispondere. 

Alla fine della chiamata non era riuscita a trattenere un sospiro affranto e, stropicciandosi gli occhi stanchi, si era incamminata verso l'uscita del parchetto salutando debolmente Tom.

"Ciao principessina, sei già partita?"
"No no. Ora parto."
"Mi manchi tanto, sai?"
"..anche tu"
"Eehi!cos'era quell'attimo di pausa?"
"Lukas scusa ma ora devo andare. Ci vediamo questa sera, ok?"


Fortunatamente quello era l'ultimo pacchetto. Con un sospiro di sollievo stava aprendo la portiera della macchina quando due braccia forti le circondarono la vita e un sussurro la fece sussultare. "Non mi lasciare".
"Mi spiace Tom ma devo andare. Lukas mi aspetta"
E, ondevitare una possibile replica da parte del ragazzo, si era affrettata ad aggiungere
"Forse non è lui quello che amo veramente però mi rende abbastanza felice. E mi tratta con rispetto E.. mi riempie di attenzioni E.. mi..."
I singhiozzi le impedirono di finire la frase ma quello che aveva detto era bastato per farsi lasciare da Tom e per stordirlo.

Velocemente si chiuse in macchina e partì aprendo i finestrini, in modo da dimenticare il calore del corpo del ragazzo contro il suo.

Lentamente si era abbracciato cercando di ricordare il calore del corpo della ragazza contro il suo.

Dopo pochi kilometri era stata costretta a fermarsi sul ciglio della strada a causa delle lacrime che le offuscavano la vista e di un sorriso tirato che le faceva male.

Dopo pochi passi aveva raggiunto la sua Cadilac e aveva lasciato uscire una lacrima cercando un po' di conoforto tra i sedili della sua adorata Suzanne.

Con gli occhi leggermente arrossati erano arrivati a casa facendo preoccupare le persone che li amavano.
  
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