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Autore: Remedios la Bella    02/10/2012    2 recensioni
Julie. Occhi curiosi e un morboso attaccamento per i casi di serial killer e omicidi.
Adam. Uomo della porta accanto, mite e bizzarro.
I due si conosceranno, in una tranquilla giornata estiva.
Ma dietro l'apparenza si può celare la più cruda delle verità. Una verità che solo il sangue può nascondere agli occhi degli altri.
Enjoy.
Genere: Introspettivo, Mistero, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Il sole poteva dirsi sorto da appena 5 minuti. Il leggero chiarore della prima luce del giorno creò ombre sfocate sull’asfalto del motel, ma la notte poteva ancora prendere il sopravvento. Chiusa a chiave la porta piano, Adam lasciò qualche banconota e il mazzo delle chiavi davanti alla porta della stanza, mentre Julie si avviava verso l’automobile.
Salirono poi, quello accese il motore e la Fiat 500 lasciò quel parcheggio disperso nel nulla, pronta a battere una nuova strada, sconosciuta ai due fuggitivi.
“ Dove ci dirigiamo stavolta?” chiese Adam, tenendo la strada, deserta a quell’ora.
“ Ovunque lontano da qui.” Rispose l’altra, guardando fuori dal finestrino. L’altro la guardò, perplesso:” Puoi dirmi cosa ho fatto stanotte?”
“ Non ricordi niente?”
“Vagamente …”
“Hai aggredito una fanciulla, io ti ho in qualche modo salvato il culo, e poi ti ho dato la medicina.” Fece, tagliando corto lei:” E aggiungo che abbiamo dormito abbracciati.”
“ Quello me lo ricordo benissimo …” disse il trentenne, ammiccando allegro. Poi però tornò serissimo:” Di quella ragazza cosa ne è stato?”
“ Devono aver chiamato l’ambulanza, è stata portata via poi. Chissà …”
“ Non hai paura che possa spiattellare tutto?”
“ Un po’, potrebbe ricordarsi tutto … ma un colpo del genere alla nuca stordisce abbastanza …” rifletté la ragazza, guardandolo. Lui alzò le spalle, come per niente turbato:” Era buio dopotutto, la cosa che non mi ricordo è da dove l’ho colpita … se da dietro o di fronte.”
“ Se l’hai colpita mentre era di spalle, allora siamo salvi, perlomeno non ti ha visto in faccia.”
“Non pensi che però la nostra fuga risulterà sospetta?” sbottò lui, accelerando in vista di un bivio e svoltando a destra.
A quell’osservazione Julie sbiancò lievemente, ma poi scosse la testa:” Pensa se fossimo rimasti. Interrogatori a non finire, e chissà cos’altro. Poi hai lasciato il biglietto davanti alla porta, quindi quella dell’affitto crederà alle parole scritte!” Fece convinta. In verità, la riflessione dell’amico le aveva fatto crollare certi muri saldi costruiti durante tutto il piano di fuga: e se alla fine quella donna li avesse voluti cercare? Non trovandoli, avrebbe sospettato di loro per l’aggressione della ragazza? Forse, era provabilissimo. Ma sarebbe stato impossibile iniziare la ricerca, dato che nessuno si era accorto da che parte se n’erano andati. Tirò mentalmente un sospiro di sollievo.
“ Come vuoi tu … e per quanto riguarda la tua famiglia?” chiese ancora Adam, osservando la strada. Julie deglutì rumorosamente. Non ci aveva pensato. La sua fuga avrebbe infangato il nome di suo padre e di sua madre, li avrebbe gettati nello sconforto più totale.
Con tutto il bene che le voleva la madre, come aveva potuto scappare senza confidarle tutto?
Quel moto di panico scatenato dalla domanda di Adam le fece salire le lacrime agli occhi, senza che lei se ne potesse rendere conto.
“Julie?” la voce preoccupata di Adam risultò ovattata alle sue orecchie, la sua testa era da tutt’altra parte. Correva nelle mille domande e nelle mille preoccupazioni che stava sicuramente recando a sua madre.
Abbassò la testa per nascondere le lacrime, ma non riuscì a velare le sue intenzioni. Si portò le mani al viso e iniziò a singhiozzare, asciugandosi rapidamente gli occhi bagnati con le dita intrecciate sugli occhi. Così messa, si rese conto solo con l’udito che la macchina si era fermata.
Alzò la testa, il paesaggio al di fuori del finestrino era fermo.
Si voltò verso Adam, che aveva dipinto sul volto un cipiglio tenero. Senza nemmeno dirle qualcosa, aprì le braccia, invitandola a ripararsi.
Lei non ci pensò due volte. Gli buttò le braccia al collo, e prese a piangere  contro la sua spalla, irrefrenabilmente, mentre lui le accarezzava la schiena.
“ Vuoi camminare un po’ e schiarirti le idee?” le chiese piano all’orecchio. Lei non rispose, ma si limitò a alleviare il pianto e staccarsi un po’. Si asciugò con la manica della giacca le lacrime spiaccicate ai lati dei suoi occhi verdissimi:”Non ce n’è bisogno … sto bene.”
“ A me non sembra … mi dispiace.”
“Non è colpa tua, è lecito fare certe domande … Possiamo riandare se vuoi.”
“Sei sicura?”
“ Si ... “ gettò la testa all’indietro sul sedile, piegando il collo e respirando a fondo. Si voltò verso Adam che aveva stampata negli occhi la compassione.
“Non guardarmi così …” fece lei, sorridendo mesta. Lui continuò a guardarla, poi le si avvicinò per stamparle piano un bacio sulle labbra. Impresse bene la sua bocca su quella di Julie, e appena si staccò le mormorò un “Mi dispiace”, ripartendo subito dopo.
Lei continuò a guardarlo, per tutto il resto del viaggio. Cosa doveva fare, seguirlo o ritornare?
 
Aprendo lentamente gli occhi, venne accecata da una strana luce al neon, racconta in tubi lunghi appesi al muro. Poteva sentire, accanto a lei, il rumore di una macchina e il suo ritmo regolare. Voltò piano la testa, constatando che si trattava di un elettrocardiogramma. Un senso di panico la accolse appena notò in che situazione si trovava.
“ Che cosa ci faccio qui? Come ci sono finita?” urlò, tentando di alzarsi di botto, nell’intenzione di scappare. Una fitta allucinante alla nuca la costrinse a tornare nella posizione di prima, e l’infermiera le fu accanto subito.
“ Signorina, non si sforzi. Ha preso un colpo ieri sera ed è stata colpita alla nuca. È stata portata all’ospedale.”
“All’ospedale?Quale colpo?” non sembrava ricordare niente, o forse era stato l’avviso troppo diretto dell’infermiera a stordirla ancora di più.
“ Ci è stato riferito ciò, ora si rilassi e riposi un po’.” Fece l’latra, rimboccandole le coperte. Ma la ragazza non sembrava volersi calmare:” Io non so nemmeno come ci sono finita qui! Ieri sera ero al motel fuori città e stamattina mi ritrovo qui! Dovete darmi delle spiegazioni!” urlò, facendo voltare il resto dei pazienti verso la sua direzione.
A zittirla ci pensarono due persone. O per meglio dire, un poliziotto e un uomo, sui trentacinque anni, capelli castani e occhi nocciola. Quello esordì, guardandola comprensivo:” Buongiorno signorina. Dovrei porle qualche domanda a proposito di ieri.”
“ Come? Ho subito un colpo, da quello che mi ha detto l’infermiera.” Rispose lei, confusa e guardinga. L’uomo si voltò verso il poliziotto, che trasse fuori da una tasca interna della sua giacca alcune scartoffie e documenti. Li diede in mano all’altro, e questi ne tirò fuori una foto:” Lo riconosce? O lo ha visto da qualche parte?”
La ragazza afferrò la foto tra le mani per esaminare bene il ritratto. Dall’aspetto, sembrava che il ritratto della foto somigliasse a quello dell’uomo accanto a lei.
“ Visto così non mi dice niente … ma non mi è nuovo …” fece lei, continuando a guardarlo.
L’uomo gliela prese di mano lievemente, rimettendola a posto:” Quindi non le è nuovo … chi è stata l’ultima persona che ha visto ieri?”
“ Se non sbaglio un mio cliente …”
“ Cliente?” fece l’altro, come interessato. La ragazza se ne accorse e arrossì fino alla punta dei capelli:” Faccio la prostituta … comunque mi sembrava fosse biondino … mi fa rivedere la foto?”
L’altro gliela ridiede, schiarendosi per un attimo le idee. La ragazza riprese in mano la foto e stavolta le si spalancarono gli occhi:” Se quest’uomo nella foto avesse i capelli biondi sarebbe identico a quello che ho visto io!”
“ Dice sul serio?”
“ Sì! Stessi occhi, stesso viso bello … posso dire di ricordarmelo. Mi si è avvicinato chiedendomi di fare il mio lavoro e io ovviamente ho accettato … poi però non ricordo cosa sia successo.”
“ Le dico io cosa è successo: quel pazzo di mio fratello l’ha aggredita e io so finalmente da dove iniziare a cercarlo! Grazie mille!” le strinse la mano piano per non farle male, e con un gesto sia entusiasta sia galante della testa la salutò, lasciandola interdetta sull’ultima affermazione fatta.
“Ha detto fratello?” si chiese, tentando di sporgersi per guardarlo, ma costretta dalla fitta alla nuca a ritornare con la testa sul cuscino.
 
Christopher Dahmer uscì dalla struttura ospedaliera con un sorriso trionfante in volto:” Abbiamo una pista!” Il commissario gli si fece vicino:” Cosa ha detto di preciso?”
“ Che se questo nella foto …” indicò il fratello Adam nella foto:” avesse avuto i capelli biondi, sarebbe stato simile a quello che ha incontrato ieri al motel!”
“ Quindi è stato lì?”
“ Sembra di sì, ma dobbiamo chiedere conferma alla responsabile delle stanze. Cosa ha detto?”
“ L’abbiamo contattata poco fa, una pattuglia della polizia è andata a interrogarla. Sembra che abbiamo un altro indizio sulla presunta presenza di suo fratello, oltre alla traccia del GPS.”
“ E cosa di preciso?” l’interesse di Christopher era cresciuto notevolmente.
“ Sembra che il cliente abbia lasciato un biglietto stamattina, con su scritto che ringraziava del servizio e che purtroppo non poteva rimanere a lungo per un problema urgente. Ci hanno mandato una foto del biglietto.”
Il commissario tirò fuori il cellulare, e mise davanti agli occhi dell’uomo la foto, abbastanza chiara, del pezzo di carta su cui era riportata una calligrafia in stampatello non troppo rozza ma nemmeno elegante. Christopher aguzzò la vista, tirando fuori poi dal suo portafoglio una serie di foglietti, su cui erano riportate scritte nella calligrafia di Adam. Fece un confronto rapido e un sorriso gli aleggiò in volto:” Abbiamo una nuova accusa  e sappiamo da che parte si potrebbe essere diretto.”
“ Non perdiamo tempo allora.” Fece il commissario, montando in macchina e rabbrividendo davanti al cinismo dimostrato da quell’uomo tanto voglioso di catturare un suo familiare.

Angolo di Remedios:
Ma salve! Vedo che gli ultimi capitoli dopo la confessione dei due vi stanno aggradando parecchio! Dato che siamo quasi alla fine, ho fatto un pò i conti e, visto che ho una fissa per i numeri che finiscono con 5 o 0, ho deciso che la storia verrà composta da almeno 30 capitoli, uno di più uno di meno.
Spero che questo capitolo, non molto importante sinceramente, vi sia piaciuto!
   
 
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