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Autore: LizTheStrange    02/10/2012    4 recensioni
Tic, tac.
La vita è come un orologio.
Tic, tac.
Rintocca l'ora di pranzo.
Tic, tac.
Di cena.
Tic, tac.
Di dormire.
Tic, tac.
L'ora di morire.
[Per favore, non contate sull'orrido titolo. La storia potrebbe essere meglio.
Spoiler! from Catching Fire.
Alla mia carissima DebbyLavigne_]
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Katniss Everdeen, Wiress
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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A Debby
la più grande Black Star
che abbia mai incontrato
dopo di me insieme a me
e la nostra Ragazza di Fuoco.
Ti Voglio Bene.

 

 Girl On Fire, this is a Clock
LA RAGAZZA IN FIAMME. O DI FUOCO, DIPENDE DAI PUNTI DI VISTA.
NEMMENO BEETEE E' STATO IN GRADO DI CAPIRE WIRESS, STAVOLTA.
LEI SI.

 
 
 
Tic, tac. Tic, tac.
Una volta. Due volte. Tre volte.
Tic, tac. Tic, tac.
Quattro volte. Cinque volte. Sei volte.
 
Wiress si è raggomitolata accanto a me come una bambina. È bello sentire il suo abbraccio alla mia gamba. Caldo e morbido. Ricorda casa. Le accarezzo il braccio.
Se chiudessi gli occhi, potrei facilmente immaginare Prim ed io accanto al fuoco della nostra vecchia casa al Distretto 12, al caldo, al sicuro; Prim che mi abbraccia e trova fiducia e tranquillità in me. Proprio come Wiress.
Stessa innocenza, stessa purezza.
 
Tic, tac. Tic, tac.
Sette volte. Otto volte. Nove volte.
Tic, tac. Tic, tac.
Dieci volte. Undici volte. Dodici volte.
 
Mi alzo lentamente in piedi, mentre Wiress smette di ripetere pian piano “tic, tac” e credo che si sia addormentata. Osservo con attenzione ogni singola parte dell’arena.
E mentre i miei occhi scorrono adagio dalla giunga alla spiaggia, e poi dalla spiaggia all’albero che continuamente viene colpito dal fulmine, comincio a capire.
I lampi si bloccano, proprio com’è successo alla nebbia. Come se un comando automatico li trattenesse dopo un certo asso di tempo.
Tempo.
 
Tic, tac. Tic, tac.
Tredici volte. Quattordici volte. Quindici volte.
Tic, tac. Tic, tac.
Diciassette volte. Diciotto volte. Diciannove volte.  
 
Mezzogiorno.
I lampi, la pioggia di sangue, la nebbia, le scimmie.
Mezzanotte.
L’onda anomala. I lampi.
Mezzogiorno, mezzanotte, mezzogiorno, mezzanotte.
Ancora una volta, Wiress emette un leggero “tic, tac” nel sonno. Basta quello a farmi capire.
« Ah. Tic, tac. » ancora un altro rapido giro dell’arena e quei tic, tac continui e insistenti acquisiscono un significato. « Tic, tac. Siamo dentro a un orologio. »
 
Tic, tac. Tic, tac.
Venti volte. Ventuno volte.
Tic, tac. Tic, tac.
Ventidue volte. Ventitré volte.
 
« Alzatevi. – scuoto Peeta per svegliarlo, e poi Johanna e Finnick, rannicchiati l’uno accanto all’altro in un sonno troppo leggero per non sentirmi. – Tutti. Presto.»
Finnick e Peeta scattano immediatamente sull’attenti. « Cosa succede? C’è qualcuno? » domanda Finnick.
« No. Peggio. – la mia voce non è incerta, né spaventata, sono sicura di ciò che dico. Ecco il perché dell’orologio con la ghiandaia imitatrice di Plutarch Heavensbee. È sempre stato dalla mia parte. Il perché non so spiegarmelo, ma so che è così. – Wiress aveva ragione. Tic, tac, tic, tac. Siamo dentro un orologio.  »
« Che cosa? » fa Johanna, spalancando gli occhi, confusa.
« L’arena è un orologio. Ad ogni ora, siamo sottoposti ad una nuova tortura, e ogni tortura ha la propria fetta di torta all’interno dell’orologio. » dico, senza perdere la pazienza.
« Continuo a non capire… » mormora Peeta.
Sospiro a fondo, lo prendo per mano e lo costringo ad alzarsi. Indico la giungla. « Vedi? La pioggia di sangue è appena iniziata in quel settore. Fra un’ora comincerà la nebbia. L’ora dopo ancora le scimmie ci attaccheranno proprio qui. Capisci? »
« Io sì. » interviene Finnick. Pian piano tutto il gruppo inizia ad assimilare la notizia.
C’è chi, come Peeta, impiega un po’ più di tempo; e chi, come Johanna, obbietta immediatamente le mie parole entrano nelle sue orecchie, come un movimento meccanico. Ma alla fine afferma grugnendo che è meglio andarsene prima, “non si sa mai che le parole di Rotella abbiano un senso, una volta tanto”.
Mentre gli altri rivestono Beetee, ancora semisvenuto, con i suoi vestiti ormai asciutti; Finnick mi si avvicina e si china per raccogliere qualcosa.
È la mia spilla, si è staccata dalla mia giacca. « Occhio che potevi perderla. » dice appuntandola dov’era prima che scivolasse a terra.
« Grazie. » bofonchio. Prima che mi volti le spalle e si allontani per raccogliere le nostre poche provviste, mi fa: « Oh. E ottimo lavoro con l’orologio, Ragazza di Fuoco. »
 
Tic, tac.
Ventiquattro volte.






LIZ'S LITTLE CORNER:
Awww... la mia Wiress *___*
Non m'importa se non è più giovanissima, rimarrà sempre
la mia preferita (insieme a Priiiim!! ç__ç)
Chi mi conosce sa che in questi giorni
scrivo e ripeto e disegno “tic, tac” dappertutto.
Prima o poi mi chiederanno anche i prof il perchè.
Ma, io mi chiedo, come mai ci sono così poche storie su Rotella?
Insomma, è adorabile *___*
Mah. C'est la vie (ma vie significa vita o via? Non l'ho ancora capito).
Non azzardatevi a nominare il Canto della Rivolta. 
Potrei sclerare, o peggio, scoppiare a piangere.
E questo non va bene U__U
Dedico questa cavolata storiellina bellina bellina alla mia Black Star preferita,
Debby *____*
Felici Hunger Games! E possa la buona sorte essere sempre a vostro favore!
*qualcuno le lancia una scarpa*


Liz
 

  
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