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Autore: sakuraelisa    03/10/2012    1 recensioni
Blaine è rimasto vedovo a crescere sua figlia Melanie, convinto che per lui l'amore non esistesse più decide di vivere solo per lei, ma quando il destino si mette di mezzo, tutto è possibile.
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Blaine Anderson, Kurt Hummel, Mike Chang, Tina Cohen-Chang | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo cinque

 

Alcuni giorni dopo la sua inaugurazione, Blaine se ne stava nel suo panificio preparando tutto quello che occorreva per la vera apertura del locale, che ci sarebbe stata solo qualche giorno più tardi.

Quando si accorse che era già l’ora di pranzo si sistemò un momento e dopo aver messo in ordine tutto quanto, uscì dal negozio stando bene attento a chiudere tutto a chiave.

Prima di ritornare a casa, passò dal fioraio e acquistò un mazzetto di Bucaneve per Kurt: oggi ci sarebbe stato il secondo giorno di ripetizione della sua bambina e con il secondo pacchetto di dolcetti voleva mandargli un piccolo pensiero della sua amicizia, anche se in cuor suo sapeva che poteva diventare in poco tempo qualcosa di più profondo. Tanto simile all’amore se non di più, e a lui questa cosa piaceva tanto; la sua bimba aveva ragione, bisognava solo crederci.

Ritornò a casa e trovo la sua Melanie seduta al tavolo della cucina intenta a chiacchierare con la sua amata baby sitter.

Si levò il cappotto e lo appese nel solito posto e poi le raggiunse.

Senza farsi scoprire lasciò un bacio sulla guancia della sua bimba e l’abbracciò da dietro sussurrandole all’orecchio quanto le era mancata in quelle poche ore.

“Anche tu mi sei mancato papà.”

“Com’è andata oggi a scuola?”

“Tutto bene, sai ho una nuova amichetta!” gli disse, voltandosi verso di lui con un sorriso felice.

“Davvero?” le domandò con il medesimo sorriso in volto.

“Sì, si chiama Ashley, ed è tanto simpatica. Anche le sue amiche lo sono, ma lei è più brava.”

Lui le sorrise ancora andando ad accarezzarle la testolina. Gli piaceva molto vedere la sua bambina sorridente, perché se lei era contenta lo era anche lui. Dopotutto, lei era la sua gioia più grande.

“Amore forse è meglio che vai a cambiarti per pranzo, non vorrai sporcarti tutto il vestitino!”

Lei si guardò un momento e poi si accorse che il suo papà forse aveva ragione, si alzò dalla sedia e, dopo averlo baciato sulla guancia, lasciò la cucina e raggiunse la sua cameretta.

Nel mentre Tina che aveva guardato tutta la scena in disparte, si avvicinò a Blaine e lo salutò adeguatamente, abbracciandolo.

“Come stai oggi?”

“Sto bene Tina e smettila di chiedermelo, ormai la tristezza che intendi tu è finita.”

“Ci siamo dichiarati allora?” domandò lei con un sorriso malizioso in volto

Lui arrossì e negò immediatamente.

“Non dire sciocchezze, ma…”

“Ma cosa?”

“Ieri mentre tornavo dall’inaugurazione insieme a Melanie, siamo passati dal parco e lui era lì.”

“Vi siete parlati?”

“È stato bello Tina, abbiamo parlato e poi c’è stato un momento dove ci siamo guardati e… non lo so, è stato magico.”

Lei lo abbracciò di slancio e lo baciò sulla fronte poggiandogli le mani sulle guance.

“Sono felice per te Blaine, so che ci vorrà tempo, ma adesso tutto è possibile! No?”

“Sì, ora c’è una piccola possibilità che tutto possa accadere.”

“E allora cosa vogliamo fare per conquistarlo?”

Lui si separò da lei e andò a sedersi su una delle sedie e la invitò a fare lo stesso.

“Io ho un’idea. In realtà, ho già iniziato.”

Lei lo raggiunse sedendosi di fronte a lui.

“Parli della storia dei dolcetti?”

“Beh, ho pensato che posso conquistarlo così. Credi che sia una cattiva idea?”

“Magari per l’anno prossimo! Vuoi che ti dia io una bella idea?”

“Certo Tina. Mi fido di te, lo sai.”

“Lo sai che oggi Mike e Artie debuttano?”

“Debuttano dove?”

“Sai, hanno una piccola band che oggi debutta in un locale del centro, un piano bar e beh… potresti invitare Kurt per assistere e sai, magari bevendo qualcosa ti sciogli un pochino.”

“Aspetta tesoro non correre, prima di tutto: Mike e Artie hanno una band?”

“Sì, l’hanno formata negli ultimi mesi e si chiamano ‘Fightersfire’.”

“Bene, e poi come lo invito Kurt? Non pensi che sia troppo presto? Neanche so se nascerà qualcosa, e lo invito così?”

“Tesoro mio, almeno proviamoci. Se va male sarà stata colpa del destino.”

“Sì, ma Tina, io non lo so. È passato così tanto tempo da quando ho invitato un uomo ad uscire. E se poi dovesse accadere che dice sì, ho paura di non essere all’altezza delle sue aspettative.”

“Fermati un momento tesoro, io non ti sto dicendo di andarci a letto subito…”

“Ma cosa dic-”

“Fammi finire… sto solo dicendo che dovresti lasciarti andare e provare a vedere se vale la pena tentare.”

Blaine ci pensò un momento e decise che tanto valeva rischiare, anche se comunque i dolcetti glieli avrebbe regalati lo stesso.

“Va bene facciamo come vuoi tu, lo inviterò oggi quando accompagno Melanie al suo corso. Però i dolcetti glieli do lo stesso. E pensa, ho comprato anche dei fiori.” gli disse, sollevando il suo viso e guardandola felice.

“Benissimo! Allora io ti lascio il volantino dello spettacolo e…” gli disse levando dalla tasca del suo vestito un piccolo foglio piegato.

“Ci vediamo lì al locale verso le dieci, ok?”

Lui fissò il foglio che aveva aperto per poterlo leggere e lesse attentamente ogni riga, e poi parlò ad alta voce senza pensarci.

“Speriamo che accetti.”

Lei lo guardò amorevole andando a posare una mano sulla sua

“Accetterà Blaine, abbi fiducia.”

Dopo avergli sorriso ancora una volta lei si alzò, si sistemò meglio il vestito e prese la sua giacchetta appesa sulla sedia. Lo salutò con un dolce bacio sulla guancia.

“Il pranzo è in forno, io vado che Mike mi aspetta. Ci vediamo stasera e in bocca al lupo.”

Blaine la salutò di rimando e la lasciò andare; quando uscì dalla porta fece un respiro profondo e pensò che davvero poteva nascere qualcosa tra lui e Kurt.

Aveva solo paura che lui dicesse no, non lo avrebbe di certo sopportato. Per una volta che stava riprovando ad amare, voleva con tutto il cuore che tutto andasse bene. Ci sperava davvero tanto.

Era talmente assorto nei suoi pensieri che non si accorse che la sua bambina lo aveva raggiunto e che lo stava guardando preoccupata.

“Papà che cosa c’è?”

“Nulla amore, vieni qua.” le disse, facendole cenno di venire a sedersi sulle sue ginocchia.

Lei lo raggiunse senza capire, ma si sedette lo stesso portando le sue braccia intorno al suo collo.

“Perché sei triste?”

“Non sono triste, sono solo pensieroso.”

“C’entra il maestro Hummel, vero?”

“Perché dici così piccola?”

“Lui ti piace, vero?”

“Ancora non lo so bene, ma se davvero mi piacesse, a te dispiacerebbe?”

Lei lo guardò un momento, lo baciò sulla guancia e gli sorrise.

“No papà, io voglio solo che tu sia felice e forse… è lui il tuo principe.”

“Speriamo.” le rispose, abbracciandola stretta.

Era davvero fortunato ad averla, ad avere quel piccolo sostegno che gli rendeva la vita migliore.

Melanie era una bambina intelligente, sveglia e così dolce e adorabile, era capace di farti sorridere anche nei momenti più duri. E lui era felice di avere avuto quell’occasione quando lei era entrata nella sua vita.

“Bene, adesso abbiamo un compito da fare.” le disse, alzandosi e facendola scendere dal suo grembo.

“Quale compito?” gli domandò lei, curiosa.

“Dobbiamo preparare i dolcetti per il tuo maestro.”

“Davvero? Cosa prepariamo papà?”

“Ciambelle amore mio.” gli rispose, andando a prenderla per mano.

Andarono verso la credenza dove lui levò un piccolo grembiule da cucina, che legò alla vita della sua bambina. Poi ne prese uno anche per lui.

Passarono le ore successive a preparare delle ciambelle glassate con uno zucchero rosa.

Si erano divertiti molto durante la preparazione, Blaine era felice che la sua bimba amasse quel genere di cose. Era talmente estasiato di vederla ridere quando si sporcava di farina o quando di nascosto assaggiava un po’di glassa.

Era soprattutto contento che la sua bimba avesse accettato cosi in fretta l’idea che qualcun altro potesse entrare a far parte delle loro vite.

Sì, si continuava a ripetere che ci sarebbe voluto del tempo per poter realizzare tutto questo, ma dentro di se lui lo sapeva. Era sicuro che Kurt fosse la persona giusta per lui e per la sua bambina, sarebbe stato un papà meraviglioso e un marito bellissimo.

Era conscio nella sua mente che stava sognando davvero in grande, ma alla fine se uno deve sognare deve farlo per bene. Di questo Blaine era certo.

Ed ora eccoli qua. Di fronte alla porta d’ingresso in attesa di uscire per recarsi al secondo pomeriggio di ripetizioni, dove Melanie avrebbe imparato qualcosa di più sulla storia dell’arte e lui avrebbe cercato di trovare il modo di invitare Kurt quella sera. Con in mano il secondo pacchetto di dolcetti e dei piccoli bucaneve bianchi che era sicuro gli sarebbero piaciuti.

In poco tempo arrivarono al parco dove si sarebbe tenuta la lezione e Blaine vide già in lontananza una figura che in poco tempo aveva imparato a conoscere.

Oggi era anche più bello, indossava dei jeans blu e una camicia bianca con un foulard al collo, ed aveva i capelli sempre acconciati divinamente.

Agli occhi di Blaine era davvero bellissimo e non vedeva l’ora che si voltasse verso di loro per poterlo guardare e perdersi in quel blu meraviglioso delle sue iridi. Quando accadde, dovette tenersi stretto alla mano della sua bambina per non cadere come una pera cotta. Melanie, che era più sveglia di lui, aveva già capito tutto e - stringendogli più forte la mano - si avvicinò a lui e lo baciò sulla guancia.

“Papà andrà tutto bene, vedrai.”

Lui le sorrise speranzoso perché sapeva che la sua piccola aveva ragione, si trattava solo di crederci.

Kurt si avvicinò a loro e, dopo aver salutato la bimba, le disse di raggiungere gli altri. Guardò anche quell’adorabile papà che si destava di fronte a lui, quel giorno sembrava anche più imbranato del solito ed è proprio questa cosa che gli piaceva di lui.

Blaine si destò dal suo incantesimo e dopo aver balbettato un ciao, finalmente gli parlò.

“Ti ho portato questi.” gli disse, porgendogli un piccolo pacchetto.

“Grazie!” gli rispose lui, accettando quel piccolo dono.

“Sono ciambelle! Le abbiamo fatte io e Melanie, spero che ti piacciano.”

“Sono sicuro che saranno buonissime.” gli rispose sorridendo lievemente

“Ed ho anche questi per te, ma… solo da parte mia.” Disse, esitando un istante.

Kurt rimase qualche secondo con la bocca aperta per la sorpresa, si aspettava i dolcetti ma non si aspettava quelli, un piccolo mazzetto di bucaneve. Nessuno sapeva che erano i suoi fiori preferiti, solo le sue amiche e la sua famiglia ne erano al corrente e non si spiegava come quel dolce papà avesse indovinato. Allungò le mani e li accettò portandoseli al naso per sentirne il profumo.

“Come hai fatto ad indovinare?”

“Perché?” domandò Blaine, curioso.

“Sono i miei fiori preferiti.”

“Non lo sapevo!” gli rispose ingenuamente.

“Quando sono andato dal fioraio per scegliere i fiori da portarti, i miei occhi sono caduti su di loro. Guardandoli mi hanno fatto pensare a te, tutto qua.” Continuò.

“Perché?”

“Il bianco mi fa pensare a te. La prima volta che ti ho visto ho pensato subito che tu fossi come un angelo.” gli disse, abbassando il suo viso per l’imbarazzo.

“Non me lo avevano mai detto.”

“Scusami…”

“Non scusarti, adesso è meglio che raggiunga i bambini.”

“Posso aspettare che finisca la lezione? Ti devo dire una cosa e forse è meglio che mi prepari.”

Kurt gli sorrise e annuì alla sua richiesta, strinse forte al petto i suoi regali e lo salutò raggiungendo i suoi alunni.

Blaine respirò a fondo e si sedette ad una panchina lì vicino attendendo la fine della lezione.

Guardò quel giovane uomo di cui si stava innamorando mentre insegnava a quei bambini, come comunicasse con loro, come sapesse rendere tutto più divertente e magico anche solo muovendo le dita.

Vide lo sguardo di sua figlia che non era mai stato tanto incantato come lo era in quel momento, aveva i suoi occhi blu aperti e curiosi a quella novità.

Non si perse nemmeno un istante di quella lezione ne tanto meno ogni singolo movimento di Kurt. Stette attento ad ogni suo sorriso, ad ogni sua risata. Era intenzionato a registrare tutto nella sua mente , tutto riguardo quell’angelo che a poco a poco gli stava rubando il cuore. E lui sarebbe stato onorato di porgerlo in quelle mani.

Sì, era davvero sicuro. Lui poteva essere quello giusto, si trattava solo di scoprirlo.

Quando quell’ora passò, la lezione giunse al termine e tutti i bambini - chi con i loro genitori, chi da soli - lasciarono il parco.

In lontananza vide che Melanie stava parlando con la sua nuova amichetta, e decise di approfittare dell’occasione per invitare Kurt ad uscire quella sera.

E tra se e se pensò che non era un’uscita vera, ma solo un invito. E doveva stare bene attento a fare la differenza, anche perché si era detto un passo alla volta.

Si avvicinò a lui lentamente, lo raggiunse al tavolo dove stava raccogliendo tutto il suo materiale e tra le tante cose vide anche i suoi regali. Sorrise nel vedere che li stava riponendo con cura nella sua borsa, segno che ci aveva tenuto sin dall’inizio e lui di questo poteva anche gioirne.

“Eccomi.”

“Oh, eccoti. Cosa dovevi dirmi?” gli disse, voltandosi verso di lui.

Si guardarono negli occhi un piccolo attimo. Non sapevano perché, ma entrambi erano consci che nei loro sguardi si potevano perdere. Quei colori che mischiati creavano delle sfumature sublimi.

“Volevo domandarti una cosa.”

“Dimmi.”

“La mia amica Tina, ecco suo marito ha… una band. Ed oggi fanno un concerto, t-ti andrebbe di venire con me?” Gli disse, balbettando leggermente e con un imbarazzo tale da fare invidia ad un liceale.

Kurt lo guardò e sorrise, era davvero imbranato ma lui adorava vederlo in quelle condizioni solo per lui. Si sentiva lusingato ed era davvero troppo tempo che nessuno lo corteggiava. Da quando aveva deciso di andare avanti e abbandonare la tristezza, quel papà lo rendeva ancora più felice.

“Mi farebbe davvero piacere. Amo la musica, e poi… non sarebbe un vero e proprio appuntamento.”

“Allora verrai?” chiese speranzoso.

“Sì, verrò.”

“Oh, bene. Sono contento! Ero convinto mi dicessi di no.”

“E perché?”                                                                 

“Sei talmente bello… chissà quanti inviti ricevi. Io… pensavo di non essere all’altezza.”

“Le situazioni non sono tra le più rosee per me, ma sono felice che mi reputi bello.”

“Sei bellissimo.” gli disse, guardandolo attentamente negli occhi.

E Kurt ci credette, era strano; si conoscevano da poco, ma lui sapeva che stava dicendo la verità. Che era onesto e che non stava dicendo una cosa tanto per mettersi in mostra.

“Adesso è meglio che raggiunga Melanie.” gli disse, voltandosi per raggiungere la sua bambina.

“Oh aspetta, Blaine.” gli disse lui, fermandolo per il polso.

E poi accadde una cosa strana. Lui si voltò e Kurt vide che stava piangendo. Che alcune lacrime stavano solcando il suo viso e non sapeva perché.

Dal canto suo, Blaine era scoppiato in un pianto silenzioso, ma erano lacrime di gioia. Si era emozionato a tal punto perché era da tanto che nessuno pronunciava il suo nome in quel modo, con quel tono nella voce. Sì, c’erano i suoi amici, ma qua si parlava di un futuro compagno, era una cosa diversa.

“Ho fatto qualcosa di sbagliato?” gli domandò Kurt, preoccupato.

“Hai solo detto ‘Blaine’… era da molto che nessuno lo pronunciava in quel modo.”

“Solo questo?”

“Tu non capisci Kurt. Sono tanti anni che sono da solo, non mi sono più innamorato da James, e poi sei arrivato tu. E lo so che sto straparlando, ma tu conti qualcosa e sentirti dire il mio nome mi ha fatto emozionare. Suona bene con il suono della tua voce, lo sai?”

“Blaine, piangerai ogni volta che dirò il tuo nome? Perché se tra di noi nascerà qualcosa, la cosa diventerà un po’ ridicola.”

“Mi lascerai se accadesse?”

“Certo che no,” gli confermò lui con un sorriso fermo sul volto

“Bene, allora… io vado.”

“Blaine, aspetta.”

“Sono qua.”

“Ci vediamo qua al parco?”

“Sì, ti vengo a prendere qua alle nove e mezza. Va bene?”

“Perfetto.”

“Posso fare una cosa, Kurt?”

“Che vuoi fare?”

“Vorrei salutarti, ma baciarti la guancia è un po’ prematuro e la fronte non mi sembra il caso quindi pensavo…”

Blaine non proseguì la frase, anzi, sollevò le loro mani e baciò la sua, con un tocco delicato delle sue labbra.

In quel gesto così semplice e naturale, il cuore di Kurt perse un battito. Forse, in quel momento, aveva compreso che le porte del suo cuore si erano definitivamente aperte a quell’uomo tanto dolce quanto bello che gli faceva la corte.

Si salutarono e si diedero appuntamento a quella sera. Kurt lo vide allontanarsi con il volto felice e, toccandosi le labbra, si accorse che anche lui aveva il medesimo aspetto.

Finalmente sul suo volto era tornata la felicità.


Note

Eccoci qua, scusatemi per il ritardo di qualche ora e allora qua come vedete Blaine fa il primo passo, fatemi sapere se vi è piaciuto il suo gesto, perchè a me è piaciuto molto, poi volevo anche ringraziare le 26 seguite e le 10 preferite e OVVIO la mia favolosa beta Annie, che è sempre tanto gentile con me :)

  
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