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Autore: Etie    03/10/2012    1 recensioni
"Non starai parlando dei guardiani degli elementi?"
"Beh...io credo nella loro esistenza e sono certo che siano da qualche parte, nel mondo. Chissà, forse sono proprio accanto a noi, ma non ce ne accorgiamo…"
Le sue parole divennero un sussurro e il suo sguardo si fece più vivo, come se l’argomento lo toccasse molto. Che fossi incappata in un altro di quegli accaniti devoti pagani? Eppure il ragazzo sembrava essere troppo intelligente per lasciarsi abbindolare da certe sciocchezze…Scossi la testa, chiedendomi come si potesse solo pensare che certe favole fossero vere.
Circolano strane leggende su esseri in grado di controllare i poteri degli elementi della natura, in un mondo che teme tutto ciò che non conosce. Qui Elyon, una ragazzina con coraggio da vendere, parte alla ricerca dei suoi cari, accompagnata nel suo viaggio da un misterioso ragazzo dal passato tormentato.
Uno scenario fantasy in cui si incrociano storie d'amore, intrighi politici, poteri soprannaturali e spiriti guida dal pessimo carattere.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 2.

 

 

A

nche se ero molto stanca, la mattina dopo mi alzai all’alba, fremente di partire prima che la città si svegliasse ma, così sembrava, Arget era stato più mattiniero di me: nella stanza lui non c’era, così come le sue cose.
"Se ne è andato…" pensai, chinando la testa. Cercando di non saltare troppo alle conclusioni, presi il mio zaino, l’arco e la faretra e, mettendo tutto in spalla, uscii in strada per cercare Arget, mossa da quel poco di speranza che ti resta sempre dentro, anche di fronte all’evidenza.
"Ben svegliata!" mi sentii dire. Lui era appoggiato ad un muro della locanda. Un brivido mi scosse den-tro e in silenzio lo ringraziai per non avermi lasciata sola.
"Da quanto sei qui?"
Il ragazzo alzò le spalle, con fare noncurante "Non molto."
"Mi aspettavi?"
"Come sempre, del resto: le ragazze si fanno sempre aspettare!"      
Sorrisi.
"Allora: dove hai detto di dover andare?" mi chiese, mentre cominciavamo ad incamminarci verso le porte a nord – dato che la mia città era l’unica ad essere situata così a sud -.
"Alla città della notte. Ci sei mai stato?"
"Un paio di volte, ma ero soltanto di passaggio."
"E verrai con me?"
"Certo!"
Sorrisi, felice di poter avere compagnia. Dopo però seguì un lungo silenzio. Mi chiesi se la mia famiglia si fosse già accorta della mia assenza. Fu Arget a riprendere la conversazione, dicendo: "Sembra che tu e Ryan teniate molto l’uno all’altra…"
Annuii: era così, ci amavamo come fossimo fratelli. A quel pensiero chiesi: "Arget?"
Lui si voltò a guardarmi.
"Dov’è la tua famiglia?"
Lui s’incupì per un attimo, poi sorrise debolmente "Non credo sia il caso di rattristarti con i miei proble-mi…"
"Perché no? Io l’ho fatto con i miei e tu sei stato lì ad ascoltarmi…"
Sorrise ancora nello stesso modo lieve, poi disse: "Magari un’altra volta." Ma la frase era intesa a chiudere il discorso.
Camminammo per un paio d’ore, parlando del più e del meno poi, stanchi del lungo tragitto percorso fino a quel momento, ci fermammo a riposare, seduti all’ombra di degli esili alberi. Restai a scrutarlo per un po’, fin quando il mio sguardo si posò ancora su quel suo curioso tatuaggio sul collo.
"Non ho idea di cosa sia." spiegò, notando che lo stavo fissando. Fece una pausa, mentre portava una mano sulla macchia, poi continuò: "Ce l’ho sempre avuta, come fosse una voglia…almeno, da quando posso ricordare…lo so è strana ma, a dire il vero, mi piace!"
Sorrisi con imbarazzo, sorpresa dall’essere stata colta sul fatto. Lasciai cadere quel discorso e riportai lo sguardo sul suo viso, chiedendo: "È lontana la città della notte?"
Lui aprì il suo zaino e prese una mappa. Puntò il dito poco più in alto della città più a sud "Noi siamo qui" disse, poi fece scorrere la mano sulla carta, verso nord, indicando un piccolo pallino nero che rappresentava una città che affacciava sul mare e continuò "ed è qui che dobbiamo andare. Per ora raggiungeremo la costa passando poi per Illes Nora e Daynhalden. Dirigendoci sempre verso nord,  arriveremo alla città della notte…ma temo ci vorrà del tempo…"
Brutta prospettiva: quella città era così lontana! Probabilmente ci sarebbe voluto un mese solo per raggiungere la costa…

 


N.d.A.: Ringrazio molte chi ha letto, chi è passato e chi, sentitamente, ha commentato. Spero continuerete a seguirmi. Etie.
   
 
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