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Autore: CathLan    03/10/2012    5 recensioni
Breve fan fiction di due soli capitoli. Sterek!
Stiles e Derek hanno condiviso tanto, ma a quanto pare al nostro piccolo ragazzino impertinente non basta.
Tratto dalla prima parte: -«Perché tu puoi e io no?» domandi senza fiato, con le gote bollenti. Vorresti che continuasse, ma il tuo scopo era un altro. Posi una mano sulla sua e lo fermi.
«Non è questo il punto» scrolla il capo e scosta il braccio, riportandolo contro il fianco.
E il tuo petto protesta, vuole di nuovo il contatto. Lo pretende.
«E qual è il punto allora?»
«E’ diverso» dice soltanto, come se potesse bastarti una risposta del genere.
Alzi un sopracciglio istintivamente. «Derek cazzo.»
«Toccami tu.»-
Genere: Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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The only exception
Seconda parte.

 

Eccomi di nuovo qui con la seconda ed ultima parte di questa mini fan fiction!
Sono veramente contenta che sia piaciuta la prima parte e vi avviso che questa sarà molto molto piccante :’)
Ultimamente ho un’insana voglia di
p0rn! che mi spinge a scrivere cose di cui in un futuro molto prossimo mi vergognerò sicuramente a rileggere, ma che ci posso fare? Questi due sono osceni in un modo impressionante e non mi aiutano di certo MTV (che manda ogni eposodio della prima stagione di Teen Wolf tre volte a settimana, facendomi arrivare ad un totale di cinque visioni per puntata) o i video Sterek su youtube. Insomma, ne finirò intossicata, lo so.
Cooomunque, spero vivamente di non deludere nessuno con queste scene
hot e niente, alla prossima!

Buona lettura.

 

Pov. Derek
 

Camminare sull'orlo del burrone in punta di piedi è quello che stai facendo da anni ormai e quando lui entra nella tua vita, ti afferra per un braccio e ti strattona verso il fango più che tirare un sospiro di sollievo ti senti morire del tutto, finalmente. E non fai altro che chiederti se sia giusto o normale tutto quello che ti sta accadendo, se il destino si stia prendendo gioco ancora una volta di te portandoti sulla sua stessa strada, ma la realtà è che la sua presenza nella tua vita ti porta alla migliore morte che avresti mai agognato.
Ma no, non è nemmeno questo ti dici, perché alla fine, ad essere completamente sinceri, più che un sospiro di sollievo e una morte desiderata lui è pura vita, che ti entra nelle narici e ti obbliga a respirare di nuovo a pieni polmoni.
Inspiegabilmente lui ti ha salvato, tra l'odore acre delle fiamme e quello stucchevole delle lacrime lui ti ha portato il profumo del vento in autunno e del mare d'estate. E non sai veramente come o perché, ma in qualche modo lui è l'unico che è riuscito a farti provare qualcosa che non fosse semplicemente il vuoto più assoluto o la disperazione più straziante. Perché vederlo oltre all'odio più profondo, ti smuove anche la passione più accesa e no, non lo vuoi proprio sapere il motivo.
La prima volta che l'hai visto, con una mano tra i capelli a spazzola e il volto fintamente contrito tutto ciò che sei riuscito a pronunciare, a bassa voce e decisamente senza molta convinzione, è stato: «Questa è proprietà privata».
Mentre dentro di te, un qualcosa di molto piccolo e fioco ti diceva che quel ragazzino di appena sedici anni con il naso alla francese era talmente simile a te da essere addirittura spiacevole.
L'hai odiato subito, perché ritrovarti di fronte una tua fotocopia in miniatura, con la morte negli occhi e il sangue ristagnante sul cuore, non poteva che farti star male.
Il giorno in cui nella piscina ti ha salvato la vita, tuffandosi in acqua senza pensarci più di due volte, stringendoti al petto per due ore senza accennare a lasciarti, la nebbia si è dissolta e i tuoi occhi verdi hanno preso a vedere meglio. Ti sei finalmente reso conto che quel ragazzino insolente con la bocca troppo grande e troppo fiato in corpo era stato il primo, dopo così tanto tempo, a tenere alla tua vita più che alla sua.
E ti sei accorto che quella piccola miniatura di te in realtà era completamente differente, molto più luminosa, audace, gentile e calda di qualsiasi altra persona. Che non aveva proprio niente a che fare con quel Derek morto che odiavi tanto, ma che semmai poteva essere soltanto la tua versione migliore.
La tua vita ha preso a ruotare attorno alla sua, siete divenuti come arterie di uno stesso cuore, due ciliegie attaccate allo stesso gambo nel momento esatto in cui una notte ogni tuo desiderio nei suoi confronti è divenuto talmente forte da non riuscire ad opprimerlo, portandoti sull’orlo di un precipizio che sapeva più di sesso che di sangue. 
Ma l'idea di non poter più ascoltare il suono dissonante del suo cuore ti ha terrorizzato a tal punto che non sei riuscito a farti toccare, a saltare e precipitare giù.
E ora siete in camera sua e lui è ovunque su di te. E hai paura di perdere la testa, che la voglia di possedere il suo corpo diventi troppo profonda e malata, ma non ce la fai a dirgli di smettere, perché Stiles è veramente ovunque. Perfino dentro di te e qualcosa ti dice che non lo ucciderai, altrimenti in qualche modo perderai la vita anche tu.
«Non ti uccido, almeno credo» rispondi sincero.
«Rischierò.»
Sorridi appena prima di posare la bocca sulla sua e lui ti concede subito il permesso di andare in esplorazione. Ha così voglia che il suo odore è mutato, divenendo inebriante e intossicante.
In un movimento lento ti slaccia il bottone, poi la cerniera e ci infila sotto una mano, strusciando il palmo contro il cotone dei tuoi boxer neri. Sei così duro e umido che fai fatica a non imbarazzarti, ma alla fine ti dici che è Stiles, che sull'orlo di un orgasmo ti ha visto così tante volte l’altra notte che è quasi normale. Quasi perché lui ha diciassette anni, è un uomo ed è il figlio dello sceriffo che ti ha arrestato per omicidio.
«Comunque se devi uccidermi aspetta domani mattina.» Con un movimento rapido passa sotto il tessuto e fa scivolare il pollice sulla punta della tua asta rossa e l'animale urla agitato, scuotendoti da capo a piedi. Le braccia si gonfiano, si rinvigoriscono e senza chiederti il permesso lo afferrano e lo spingono sul materasso.
Quando ti rendi conto che siete saliti magicamente sul letto e siete completamente nudi, ti issi sul suo corpo e ti strusci su di lui, cercando un contatto maggiore con la sua mano che ancora ti tiene in una stretta ferrea. «Stiles tutto ciò che voglio ora, da morto non puoi darmelo. Per questa volta puoi non preoccuparti.»
«Quindi non ti faccio schifo» bisbiglia senza riuscire a nascondere l’emozione.
«Non vado a letto con chi mi fa schifo» lo borbotti talmente piano che ti sembra di vedere le parole danzare attorno a voi come il fumo di una sigaretta. Che si sente, ma non si vede.
Stiles sorride livemente, anche se preferirebbe evitarlo e il suo cuore produce una capriola. Ferma la mano e annuisce. «E quella donna?»
«L’avevo appena conosciuta. Mi ero avvicinato a te per tenere d’occhio quel John e lei mi si è avvinghiata addosso» ammetti, sentendoti un cretino di proporzioni colossali.
Hai venticinque anni, non dovresti comportarti come un’adolscente innamorato.
«E perché non posso essere tuo amico?»
«Perché io con i miei amici non vado a letto.»
«Meno male» dice e riprende a muoversi con maggiore frequenza di prima.
Quando spinge più forte contro la tua dolorosa erezione non puoi fare altro che lagnarti sconsolato e spingerti verso di lui. Stiles geme a sua volta e senza pensarci appoggia la fronte nell'incavo del tuo collo. Con la mano libera gli sfiori i capelli corti e gli accarezzi la nuca, tirandogli appena su la testa. Lui ha le palpebre serrate e il fiato ancor più corto del tuo. Il suo profumo è frizzante e dolce come lo champagne. Ti inebria e ti manda fuori di testa.
«Fermati ragazzino» ordini con la voce strozzata.
Lui ride, portando il naso alla francese verso il soffitto. Poi ritorna ad ammirare il tuo volto, aumentando la velocità.
«Fermati o ti uccido davvero», per la prima volta da quando lo conosci speri che le tue minacce lo intimidiscano davvero.
Si blocca, ma lascia la mano lì, intorno al tuo membro. «Non vuoi venire?» ti chiede senza il minimo senso del pudore.
Se fossi uno che arrossisce saresti già rosso fino alla punta delle orecchie. «Vorrei prenderti, prima» ammetti, distogliendo lo sguardo dal suo viso accaldato.
Potresti venire soltanto guardandolo.
«Ti capita solo con me?» chiede, improvvisamente serio.
«Cosa?» Gli apri le gambe e ti ci infili in mezzo, facendo cozzare i vostri sessi. Ti manca il fiato e sei costretto a fare affidamento ad ogni pensiero orripilante per non esplodere di puro piacere.
«Di perdere in questo modo la testa. Di solito sei molto più controllato, no?»
«Non mi è mai successo prima», allunghi un braccio verso il comodino accanto al letto e apri il secondo cassetto. Ci infili dentro una mano e trovi il lubrificante al mango, insieme al preservativo. «E sì, di solito resisto molto di più. Sono un Alpha.»
«Ah sì? Ne avevo sentito parlare, che sei un lupo grosso e cattivo, ma ora non lo direi proprio» mormora sarcastico, strusciandosi sotto di te.
Gemi, irrigidisci le cosce e ti punti sulle punte dei piedi. «Stiles», lo avvisi e speri vivamente abbia capito. 
Lui annuisce e ridacchiando spalanca ancora di più le gambe, dandoti libero accesso.
E’ una visione avvelenante.
Con le dita sporche di liquido alla frutta lo prepari lentamente. Lui mugula e si arpiona alle tue spalle, allacciando le ginocchia al tuo bacino muscoloso.
Ha così voglia.. e anche tu ne hai altrettanta. Sei stanco di aspettare e con un rapido movimento ti sistemi il profilattico addosso.
«L’Alpha non ce la fa più» borbotta canzonatorio, ammiccando alla tua espressione sgomenta.
Lo minacci con un’occhiataccia e di sorpesa lo penetri, mozzandovi il fiato. Sei dentro per metà, ma diamine! Lui è stretto, caldo e non ce la fai, ti spingi ancora e finisci per riempirlo del tutto. I testicoli sfiorano la sua pelle bollente, il suo membro ti struscia umido sullo stomaco.
E’ come stare in acqua a bocca spalancata, con i polmoni chiusi e gli occhi che bruciano per l’intensità del cloro. Eppure, anche se è distruttivo come l’apnea sei più che certo che una cosa del genere la ripeteresti all’infinito, spaccandoti tutte le volte come un’albero colpito in pieno da un fulmine.
Torni indietro con uno scatto e ti rituffi in avanti, più in fondo, più dentro. Più tutto. Il sudore si condensa sui vostri corpi e vi scivola addosso come pioggia fredda.
«Stiles» mormori, scendendo a baciargli una tempia. E poi l’occhio. E poi una guancia ed il neo accanto alla bocca che ami tanto. Lo baceresti ovunque, per sempre.
Lui geme, si inarca e tu affondi nel baratro. Non appena tocchi il fondo esplodi, la bomba si innesca e ti svuoti, di ogni certezza. Con lui ti annulli, non sei l’Alpha. Sei.. «Derek» ti chiama, riempiendosi la bocca col tuo nome mentre viene macchiandoti il petto.
Esci da lui e rotoli su un fianco, per non pesargli. «Tutto okay?»
Stiles si sistema nella tua medesima posizione, col viso rivolto verso di te. «Sì.»
«Sono le quattro, è meglio se dormi ragazzino.»
I suoi grandi occhi ambrati ti fissano brillanti. Vi è ancora impresso l’orgasmo. «No, rifacciamolo» borbotta, arrossendo per la sua stessa spudoratezza.
«Ancora?» sei stupito.
«Ho voglia ancora» si lamenta, arrampicandosi sul tuo corpo senza chiedere il permesso.
In un nano secondo te lo ritrovi spalmato addosso, seduto sulla tua incombente erezione che ti bacia il petto graffiandoti con i canini gli addominali. E cazzo, Stiles Stilinski vale ogni singola apnea.
«Poi però dormi che domani-»
«Domani è domenica e mio padre non tornerà a casa prima delle nove» ti interrompe piccato, con un indice rivolto verso il soffitto.
«Se perdo il controllo?» domandi non sapendo nemmeno tu perché stai lottando contro la vostra voglia di avervi ancora. O forse lo sai, ma cerchi di non pensarci. Non vuoi capire quanto sia davvero importante per te.
Lui sbuffa e strofina la punta del naso contro il tuo basso ventre, scendendo giù, tra i peli pubici ricci e scuri, dove si stabilisce. Inspira a fondo e poi rialza il viso, sorridendo sbieco. «Non lo perderai, non con me.»
E sì, per Stiles puoi anche sfiorare il confine che porta dalla sanità mentale alla pazzia altre dieci volte, perché in fondo lo sai che non lo ucciderai, perché lui è l’eccezione alla regola. «Lo spero» ringhi, affondando le dita tra i suoi capelli per spingerlo verso il basso. Le sue labbra sfiorano la tua punta umida e tu lasci perdere tutto. Alzi gli occhi e aspetti l'ennesima apnea. «Lo spero davvero.»

  
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