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Autore: GuGuEll    15/04/2007    8 recensioni
Erano appena le 7 del mattino, ed un vivace ragazzino biondo dagli occhi color del cielo terso stava contemplando l’opaca macchia del proprio riflesso su uno specchio a parete rettangolare, appannato dal caldo vapore della doccia.Strofinò una mano sulla superficie per vedere meglio la sua immagine,e col dito indice tracciò il contorno dei suoi lineamenti infantili un po’ squadrati quando apparvero più nitidi sullo specchio.Abbassò lo sguardo malinconicamente e lo posò sui vestiti gettati alla rinfusa nel lavandino.Poteva essere una giornata come tutte le altre,la routine di sempre.

Introduzione modificata da Lyla, assistente amministratrice del fandom di Naruto

Genere: Malinconico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Naruto Uzumaki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buon Compleanno

Buon Compleanno


-Tanti auguri,bello mio!-

Erano appena le 7 del mattino, ed un vivace ragazzino biondo dagli occhi color del cielo terso stava contemplando l’opaca macchia del proprio riflesso su uno specchio a parete rettangolare, appannato dal caldo vapore della doccia.Strofinò una mano sulla superficie per vedere meglio la sua immagine,e col dito indice tracciò il contorno dei suoi lineamenti infantili un po’ squadrati quando apparvero più nitidi sullo specchio.Abbassò lo sguardo malinconicamente e lo posò sui vestiti gettati alla rinfusa nel lavandino.Poteva essere una giornata come tutte le altre,la routine di sempre.

-Oggi compio dieci anni,è una data abbastanza importante da festeggiare, credo-dichiarò al suo riflesso assumendo uno sguardo deciso.-sarà una splendida giornata, non ho assolutamente voglia che qualcuno me la sciupi.-Disse ciò più per raggiungere l’autoconvinzione che quello sarebbe stato un giorno di svolta nella sua vita, che qualcuno sarebbe riuscito a fare breccia in un muro che lo separava dagli altri.E Naruto sperava soprattutto questo.

“Chissà se qualcuno vorrà festeggiare insieme a me?”riflettè assorto mentre si asciugava col phon gli indomabili capelli color canarino.Si vestì in fretta e si diresse con passo strascicato in cucina.Aprì il frigo e ne estrasse un barattolo di ramen, il suo cibo preferito.Tergiversò un po' prima di aprire il contenitore;non aveva molta fame.Sia un po’ per l’ansia per gli avvenimenti della giornata,sia un po’ per l’eccitazione, gli si era chiuso lo stomaco.

“Meglio che mangi, ho bisogno di parecchie energie”


Appena uscito di casa fu investito da una folata di gelido vento autunnale.

“per fortuna ho preso la sciarpa”constatò compiacendosi di sé stesso.Quella volta non aveva come al solito le tasche delo zaino stracolme di petardi o di altri ordigni pericolosi con cui si divertiva a creare scompiglio o a spaventare gli insegnanti più ingenui.No, quella volta non avrebbe torto il dito neanche al suo più acerrimo nemico.

“Almeno una volta all’anno bisogna pur essere buoni”.Sorrise sotto baffi e si volse verso i volti dei grandi kage scolpiti nella roccia.Provava grande soggezione per quegli sguardi severi,che alla prima luce del mattino potevano apparire addirittura arcigni.Però, da qualche tempo era nato dentro di lui un forte desiderio che prima o poi, un giorno,anche il suo volto sarebbe stato ammirato dalla gente del villaggio.

Entrò in un groviglio di vialetti appena battuti quasi completamente coperti da uno scricchiolante tappeto di foglie arancioni con fini venature rubizze.A Naruto piaceva calpestarle:adorava il rumore ed il modo in cui la prepotenza del vento autunnale le sollevava dal suolo e le sparpagliava nell’aria e addosso alla gente.Quando guardava su, in direzione della chioma degli alberi,i suoi occhi ingenui di bambino rimanevano affascinati dal vago tremolio di quelle che erano ancora attaccate al ramo, lo intrigava fragilità della loro vita appesa un filo, ed il loro morire pacificamente posandosi sul suolo.Una volta il maestro Iruka gli aveva detto che la vita degli uomini poteva paragonarsi a quella delle foglie.

Gia, il maestro Iruka.Non vedeva l’ora di entrare in classe e salutarlo come faceva sempre ogni mattina.

Si sistemò meglio la sciarpa e si mise a correre in direzione della scuola assaporando la libertà che sferzava le morbide guance.Il momento magico s’interruppe quando andò a finire addosso ad un ignaro passante.

-Razza di maleducato, la prossima volta guarda dove cammini!-Si voltò a guardare il viso del ragazzo e, appena lo vide, che gli porgeva la mano dispiaciuto, realizzò chi fosse e se ne andò via, dopo avergli lanciato uno sguardo di disprezzo,lasciando un Naruto più che rammaricato.

In classe c'erano quasi tutti: la maggior parte se ne stava sulle sue, all'infuori di un crocchio di ragazze che come ogni dì che Dio metteva in terra , ronzava intorno a Sasuke, il quale sembrava piuttosto interessato ai minuscoli granelli di gesso depositati nelle scanalature del legno del banco.

Lui invidiava Sasuke.lo invidiava perché era tutto cio che avrebbe voluto essere.Gli passò accanto,ma non gli fece una linguaccia come sempre, bensì gli diede il buongiorno e gli sorrise.Quella volta non aveva voglia d litigare.

La porta dell’aula si aprì.Entrò un ninja alto e allampanato che reggeva un registro che si rivolse ai ragazzi:

-Buongiorno.Purtroppo il maestro Iruka è stato spedito d’urgenza in missione.Per oggi ci sarò io a farvi lezione.-

un coro di disappunto si levò in tutta l’aula, ma il più dispiaciuto fu sicuramente il nostro piccolo Naruto.

“Non è giusto, ci mancava solo questa!”per tutta la giornata mantenne il broncio, tenendo la testa appoggiata sul banco,non sforzandosi neanche di seguire le lezioni.Si animò soltanto al suono della campanella e fu il primo a schizzare verso l’entrata: l’intera mattina attendeva con ansia questo momento.Si appostò su un lato e si piegò verso lo zaino, tirando fuori un mazzetto di svariati cartoncini colorati delle dimensioni di un biglietto da visita.Aveva speso una buona parte della notte a prepararli e scrivere su di essi un invito adatto per i compagni.

Il primo che riuscì a bloccare fu Sasuke e gli porse un cartellino azzurro cielo

-oggi è la mia festa, ti va di venire?-.Il biondino sfoggiò uno dei suoi sorrisi migliori, e rimase in attesa di una risposta.

-Mi spiace,Naruto,non posso,-lo liquidò con queste brevi parole e si allontanò col suo passo lento e molleggiato.

Neanche a dirlo, povero Naruto ci rimase malissimo.Non perdendosi d’animo,provò con Kiba, che in quel momento stava chiacchierando con un ragazzo della classe accanto.

-Scusami tanto, ma ho un impegno-anche lui declinò l’invito e accadde così con tanti altri ragazzi:chi andava a trovare la nonna, chi aveva un’altra festa, chi gli sfuggiva prima che glielo chiedesse.

Ormai non c’era più nessuno.Era rimasto solo lui che stringeva i biglietti accartocciati nel pugno destro.

Solo.

Nel cortile polveroso che si riparava con una mano dai granelli ostili che cercavano di penetrargli negli occhi.Che anche loro provassero rancore verso di lui?

Solo.

Sentva il sangue salirgli convulsamente alla testa, le vene pulsargli violentemente.Avrebbe voluto rompere qualcosa, urlare, sfogarsi in qualche modo.Cominciò a dare calci al terreno, alzando ancora di più la polvere, con il risultato di tirarsela addosso e peggiorare la situazione.Sentì uno scalpiccio, qualcuno che correva sul selciato a pochi passi dalla sua sinistra.Alzò lo sguardo e vide una graziosa bambina dai capelli come il fiore del ciliegio tenuti all’indietro da un nastro rosso..Naruto s’illuminò d’un tratto: a lei ancora non era riuscito a chiederlo, forse c'era una parvenza di speranza.

-Sakura-chan!fermati un attimo!-La bimba si fermò al pronunciare il proprio nome.Vide il ragazzo che si agitava in corsa nella sua direzione

-Cosa vuoi, naruto Uzumaki?-Chiese con tono leggermente seccato sporgendo vistosamente il labbro inferiore.

-Senti, ti va di festeggiare il mio compleanno insieme a me?Non c’è nessuno che è voluto venire,perciò…-Attese colmo di speranza.Il volto di lei si distese un poco per la compassione,benchè l'avesse sempre trovato un bimbo dispettoso e avesse provato da sempre una certa ostilità nei suoi confronti.

-Devo vedermi con Ino, non posso venire-

-Ma ..Sakura...

-Ci vediamo domani!

Non fece in tempo a fermarla che aveva gia voltato l'angolo.Ormai la sua trovata poteva definirsi un fallimento.

-Cos’ho che non va!!?? Perché la gente mi evita? Cosa ho fatto di male?-Urlò con tutto il fiato in corpo,teso per la rabbia e irrigidito per la tristezza.Sentì una,due,tre gocce di pioggia infrangersi sul capo.In poco tempo le gocce divennero sempre più frequenti finchè non si trasformarono in un vero e proprio scroscio d'acqua; i vestiti fradici aderivano al corpo appesantendolo e i cartoncini si erano stinti gli uni sugli altri.Non sentiva freddo, provava solo dolore; un forte dolore tutt'altro che quello fisico delle nocche delle mani che si spaccavano per il gelo.Era una ferita profonda che buttava copioso sangue, doleva insopportabilmente.Sentiva come uno squarcio nel petto, un po’ più a sinistra.Alzò il capo per sentire la pioggia che gli scorreva lungo il volto, illudendosi che essa potesse lavare via ogni ansia, ogni malessere dall’anima.Ansimava dal furore ,aprì la bocca e le gocce scesero dolcemente come una carezza, da tempo confuse con quelle salate delle lacrime .Si mise a correre;non era una corsa come quella della mattina stessa, ma una corsa disperata per liberarsi di quei muri soffocanti che lo stringevano, che dal momento della sua nascita lo rinchiudevano come una bestia in gabbia.Arivò a casa col fiatone, singhiozzando e gemendo.Quando richiuse la porta dietro le sue spalle sentì come un sollievo.Era finalmente a casa, al sicuro nella fortezza che lo aveva sempre protetto e che lo avrebbe fatto anche in futuro .Si calmò poco a poco:l’odore del legno stagionato era per lui un aroma familiare lo rassicurava e calmava i suoi bollori meglio di una bacchetta d'incenso.Si sedette davanti al tavolo di fronte ad una grossa scatola.Il senso di occlusione era sparito, per uo sollievo.Aprì la scatola e ne estrasse un’immensa torta di cioccolato.Se avesse fatto la festa, sarebbe stata solo quella l’offerta agli amici,ma dopotutto ne sarebbe valsa la pena, dal momento che aveva speso tutti i suoi risparmi per comprarla.Tirò fuori dieci candeline e, una ad una, le posizionò sulla massa di cioccolata e le accese.

“è un peccato per questa torta.Anche quest’anno è andata così”.Si asciugò quell’ultimo alone di tristezza dalle guance arrossate e spense i barlumi vacillanti con un sol soffo.

-Buon compleanno,Naruto.-


THE END

Sniff... Comunque, state allegri, si sa poi come va a finire la storia, no?



















































































































































































































































  
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