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Autore: Babus    15/04/2007    0 recensioni
"Una, due, tre…. E’ già la terza. Strano davvero come il movimento del portare la sigaretta alle labbra, inspirare e poi espirare sia così rilassante. Accidenti… non sono passati neanche 10 minuti dalla prima… sono già tre , lo capite? Ok, una decina di sigarette me le faccio fuori in una giornata. Ma 3 in 10 minuti non mi era mai successo. Al diavolo, ne prendo un’altra. Oggi ne ho proprio bisogno." E' la mia prima storia. Siate clementi ^^'
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Oggi il locale era pressoché vuoto.

Il mac donald all’angolo ci frega i clienti: con i loro happycosi i bambini ci vanno a nozze e i genitori ce li portano per non sentirli frignare, per cui… le famigliole sono quasi uscite dalla nostra cerchia di clienti.

Poco male, oggi non avevo voglia di lavorare: ho dormito poco.

Cammino per la strada, con le mani nelle tasche.

Ormai si avvicina Natale… tra le nuvolette del mio stesso fiato condensato vedo le decorazioni alle finestre, alle vetrine, sui davanzali. Ormai scorgo anche qualche alberello.

Sono le nove… mi stringo nel mio giubbotto.

C’è una figura in lontananza che si sta avvicinando. Mi sembra di riconoscerla,capelli rossi,lunghi, alta, ehi, ma…

- e tu che fai in giro..?-

-Chi… Dante..?-

Lucrezia, ho imparato il suo nome, mi fissa negli occhi. Sta piangendo.

 

 

 

Il cielo è limpido e si vede qualche stella, qui al parco, lontani dalle luci artificiali della città.

Lucrezia siede sulla panchina mentre io me ne sto spapparanzato sul prato (naturalmente ho valutato accuratamente l’erba prima di stendermici sopra, non vorrei ricordini spiacevoli sul giubbotto). Siamo qui da 20 minuti quasi, non so perché ce ne siamo venuti qui e perché ci sia io con lei, comunque non ha parlato manco una volta, cosa davvero eclatante visto che è una ragazzina logorroica e chiassosa, che non sta mai ferma e ha il vizio decisamente fastidioso di stare appiccicata alla gente.

Ora è un'altra persona.

Almeno ha smesso di piangere, però io vorrei anche tornare a casa…

-senti…-

-scusa se ti ho trascinato qui….-

Il vizio di interrompermi c’è ancora, a quanto vedo.

-sì, già.. ma se per caso tu mi..-

-ti starai chiedendo il perché… ah, non pensavo di trovare qualcuno in giro con questo freddo…-

-infatti… però ora, io do…-

-mi vergogno molto di essermi fatta vedere in questo stato…-

-…-

-..non mi dici niente?-

-Se mi lasciassi dire qualcosa, magari!-

-uh sì, eh eh, perdonami…-

-dimmi che hai, intanto. Voglio almeno una spiegazione del perché sono qui con te a quest’ ora e con questo freddo-

Alza gli occhi al cielo, tirando su col naso. Non ho fazzoletti… spero la smetta perché mi irrita incredibilmente…

-i miei hanno litigato di brutto..-

- e per questo te ne sei sparita da casa…?-

- ti sembra poco?? Non voglio che divorzino! –

- e vabbeh, che ti cambia…-

-ma sei un insensibile!! Cristo santo, non vivremo più insieme, poi si faranno guerra in tribunale per l’affidamento di noi figli, sarà terribile..-

-beh, ma ci saranno comunque tutti e due…-

Che ha da lamentarsi.. capisco che è traumatizzante, ma anche lei ha 17 anni.Può pure capire che si risolve tutto, almeno lei un padre ce l’ha!

-.. ma come puoi dirmi certe cose? Perché non tenti di tirarmi un po’ su?-

Mi metto a sedere, mi volto e la guardo dritta nelle palle degli occhi.

- non avrai mica pensato di poter trascinarmi qui, al freddo, in piena notte per farti consolare?-

Abbassa il capo. Molto probabilmente ha avuto solo la balzana idea di uscire di casa, destinazione ignota, e il caso ha voluto che in giro ci fossi anche io. Trema.. credo si sia rimessa a piangere… ho la sensazione di essere stato un filino cattivo…

- che fai..? Non piangere, eh!-

-cosa dovrei fare?? Ridere???-

-… tu hai un fratellino,no? Non pensi che sia lui quello che avrà davvero dei problemi? Quanti anni ha? Sette? Perché invece non pensi a lui? Tu sei ormai grande, la cosa ti tocca fino ad un certo punto, ma il bimbetto che ti gira intorno quando guardi la tv avrà molti più problemi. Aiuta lui,piuttosto,invece di startene in giro con questo freddo!-

Mi avvicino alla panchina, mentre Lucrezia mi fissa esterrefatta.

-… non …uhm..-

Non sa che dire,credo si stia vergognando del suo egoismo. Lo spero davvero.

Alza il capo.

- i tuoi sono divorziati,vero?-

-…perché..?-

-eri piccolo quando è successo, giusto? Per questo hai pensato subito al mio fratellino che è un bimbo… perché lo capisci…giusto?-

-… non ho avuto la stessa situazione,credo.-

Le volto la schiena. Me ne vado. Parlare di me e della mia famiglia non era previsto per questa sera…

-Dante… non ti va di raccontarmelo..? Magari potrebbe aiutarmi…-

-certo che no. Non sono affari che ti riguardano.-

Inizio ad allontanarmi con le mani nelle tasche e il volto basso. La luce dei lampioni ha un che di sinistro.

Lucrezia è rimasta sulla panchina.

Mi fermo e mi guardo attorno.

Sospiro e mi volto verso di lei.. Non posso lasciarla sola a quest’ora,no?

-muoviti, ti accompagno a casa… non è bello girare di notte qui-

La donzella si alza e mi raggiunge, tenendosi a un metro di distanza da me. Probabilmente sono stato un po’ brusco, ma lei che diritto ha di indagare nella mia vita? Non ho mai detto nulla a nessuno, Andrea è l’unico che ha un’idea su come vadano le cose nella mia stupida famiglia, se questo è il nome per quel catorcio di persone che la compongono.

Comunque mi irrita che se ne stia dietro di me, così non posso tenerla d’occhio. E se salta fuori un pazzo da un cespuglio e la uccide e io non posso intervenire perché devo girarmi? Eh no. Se poi la coscienza mi turpa l’animo anche per questo, vuol dire che il prozac non me lo leva neanche il Padre Eterno.

-Lucrezia, ti spiacerebbe stare dove posso vederti..? Non mi va che tu venga aggredita..-

-Ti preoccupi per me?-

Sorride divertita mentre mi si sposta di fianco.

-certo. Se poi ti fai ammazzare che dico io alla polizia e ai tuoi? Magari poi arrivano un sacco di rogne, sai che scocciatura.-

Sorride di nuovo.

-lo sai, dopotutto ora sto meglio e in fondo hai anche ragione. Credo che mi occuperò di Michelino con la mamma, se i miei divorzieranno!-

-… so che non sono affari miei, ma.. per caso il loro litigio ha a che fare con la coppia che ti sei messa a fissare tempo fa per strada..? L’episodio mi è rimasto in testa.. presumo c’entri qualcosa visto che eri sconvolta..-

Credo sia la domanda più lunga che io abbia posto ad una persona, ma, francamente, sono curioso e non succede spesso, per cui mi lascio un po’ andare e spio nelle faccende altrui.. tanto per vedere quali rogne ci sono nelle altre famiglie.. è confortante sapere che i problemi ce li hanno un po’ tutti,o no..?

-… era mia madre…-

Si porta dei capelli selvaggi dietro l’orecchio,mentre il viso torna ad adombrarsi. ToMbOlA.

-ah… -

Mimo le corna con la mano.

-sì… papà ha scoperto che la mamma si vedeva con un altro.. io non gliel’ho detto, però.. credo abbia spiato nel cellulare di mamma.. tuttavia non riesco ad essere arrabbiata con lei, in fondo papà è sempre in viaggio per lavoro, magari una tresca ce l’ha pure lui… in qualche stato…-

-mmh… e vabbeh,meglio separati che incazzati,fidati.-

Annuisce.

-ma sai… probabilmente il divorzio non lo attueranno. Sono troppo preoccupati per quello che potrebbero pensare i loro amici…-

Stringe i pugni.

-che due idioti-

 

 

Casa sua ha un cancello enorme in ferro battuto. E non è solo il cancello ad essere possente,ma anche il vialetto alberato e l’abitazione che sta in fondo. Gesù.

-grazie per avermi accompagnata..-

-nulla.-

-mmh… magari posso offrirti qualche cosa… un te? Una cioccolata calda..?-

-no.. nul..-

Uno strombazzare immondo mi interrompe.

Tutti e due diamo le spalle al mega cancello e fissiamo la strada davanti a noi: non ci vuole molto tempo perché tre auto a clacson urlanti, a folle velocità, ci sfreccino davanti. Il tettuccio della mercedes in testa è aperto, e riesco a scorgere il volto del tizio con la birra in mano. Devo dire il nome?

L’immondo essere umano strabuzza gli occhi e si ficca velocemente in macchina. Tempo due secondi, la mercedes lascia passare le altre due macchine e si piazza davanti a me e Lucrezia.

C’era d’aspettarselo visto che sono nel suo quartiere.

-ma va là… Dante, ancora qui?-

-eh già,pensa un po’…-

Dietro a Riccardo sbucano i due fidi compagni, ubriachi lerci pure loro.

Quel cretino barcolla e va a tenersi sul muretto del cancello. Fa per bere un altro sorso di birra, ma ancora prima di portare la bottiglia alle labbra, fa una faccia disgustata e getta via la bevanda. Ne ha abbastanza per stasera,eh?

-tu… perché sei qui?-

-tu devi essere Riccardo,giusto?-

Oh no… se quella si intromette è la volta che pestano pure una ragazza, infatti i due energumeni pseudo compari di Riccardo, che poi sarebbero dei fessi incredibili ,ma l’alcol fa strani effetti, iniziano ad agitarsi. Della serie *ooooh, una ragazza!!! Mai vista una donna in vita mia, oooooooh* e via discorrendo.

-sì.. tu saresti…?-

Sentirlo biascicare è rivoltante. Decido di starmene in disparte per un po’ e mi siedo a terra.

Tiro fuori dalla tasca un pacchetto di sigarette salva-vita. Col freddo che fa me ne serve una.. che poi, non credo di aver capito.. Che ci fa Lucrezia ancora fuori?

-quella che abita qui! Voialtri ubriaconi fareste bene a sparire o vi denuncio per schiamazzi notturni!-

Schiamazzi notturni. Che paroloni! Guardo affascinato le facce di quei tre suonati cercare di capire cosa la ragazza davanti a loro abbia detto, eh beh, in quelle condizioni deve essere complicato, poveri loro… Oh, Riccardo ci è arrivato! Ha alzato la testa e con fare baldanzoso si avvicina a Lucrezia.

Mmh…

-stai attenta, puttanella. Non darci ordini, o quella a finire nei guai sarai tu. E poi, guarda con chi fili… che ci fa una Signorinella di buona famiglia come te con uno sfigato del genere?-

-non è uno sfigato! E non dovete rompergli le palle,chiaro?-

-Lucrezia, non sono affari che ti riguardano.-

Mi alzo e mi avvicino al gruppetto.

-beh senti, sono affari miei eccome. Se ti pestano davanti a casa mia…-

-non mi pestano. Sono troppo ubriachi…-

Lucrezia mi guarda molto poco convinta. Del resto neppure io sono convinto di quello che sto dicendo. Porca miseria, sono rogne. Tre contro uno. Di certo non conto Lucrezia… una ragazza che mena non la voglio proprio vedere, e comunque adesso questa entra a casa sua, visto che sono fatti miei e se devo prenderle, le prendo e amen. Tanto riesco a scappare.. e se quelli mi inseguono in auto, con il tasso alcolico del loro fiato,potrebbero andare benissimo fuori strada ed io sarei salvo. Se crepano, fatti loro. Rogne di meno, che diavolo!

-Dante-

-che diavolo vuoi, Riccardo?! Non è il caso che mi rompi le scatole sto per andarme….!-

Il pugno che mi arriva in faccia mi fa cadere per terra. Potrei dire di aver fatto una capriola, ma non lo so… è tutto confuso, vedo rosso… E sento Lucrezia strillare.

-ah..-

Punto un gomito a terra e tento di rialzarmi. Ho sbattuto la fronte sull’asfalto.. mi sono tagliato il sopracciglio, ecco perché vedevo rosso, era sangue. Con una manica mi pulisco gli occhi e mi rialzo.

Lucrezia mi corre affianco.

-Dante!!! Oh Gesù, sanguini!!-

Riccardo e i suoi sghignazzano. Mi fanno talmente imbestialire che non sento manco il dolore.

-Lucrezia, vai dentro casa. Qua le cose si mettono male e tu non devi venire coinvolta-

-oooooh, facciamo il cavaliere,eh?-

-Taci,stronzo!!!!!-

E’ un attimo: gli sono addosso e lo atterro.

Gli sferro un pugno sul grugno con tutta la forza che ho e gliene darei un altro, se i due suoi pirlamici non avessero realizzato che il loro capo sta per essere pestato.

Sento che qualcuno,uno degli sgherri di Riccardo probabilmente, mi prende per un gomito e mi sposta con forza.

Mi divincolo.

-lasciami!!! LASCIAMI AND…..!-

Un pugno allo stomaco mi serra il fiato. Sbarro gli occhi e, tenendomi l’addome, cado in ginocchio.

Dio… dio che dolore. Non respiro…

Lucrezia grida ancora e si inginocchia al mio fianco.

Io sono piegato. Con la fronte tocco l’asfalto e riesco a sentire anche il sangue che mi impiastriccia i capelli. Mi fa male la testa.

-Lucrezia???-

Sento una voce sconosciuta… no, l’ho già sentita…

-gambe gente, il paparino è arrivato!-

Sento dei passi, poi un motore…

-Lucrezia, sei qui allora!! Ci stavamo preoccupando…! Ehi, che diamine succede qui fuori??-

-papà! Dante.. Dante ha bisogno di aiuto! Quei tre…! Lo hanno picchiato,papà!!-

No.. non voglio… non voglio l’aiuto né la pietà… non esiste!

-No.. non è nulla.-

Trattengo il respiro e mi rialzo in piedi. Purtroppo barcollo un po’, ma resisto. Devo tornare a casa.

-Dante, non puoi! Devi medicarti!-

-e’ solo un graffio-

Dò le spalle sia a Lucrezia , sia al padre. Non voglio farmi vedere debole, non voglio cure, non voglio aiuto!

-ragazzino, che stavi combinando qui fuori? Che c’entri con lui e quei balordi, Lucrezia?-

-Papà! Non abbiamo fatto nulla! E’ un mio amico! Mi ha solo riaccompagnata a casa…..-

SCIAF.

Alzo la testa, sentendo lo schiaffo.

Mi volto un po’: il padre di Lucrezia le ha rifilato un ceffone assurdo, la testa della ragazza è ancora girata verso la direzione della sberla. Quell’uomo la fissa con una severità incredibilmente inutile.

-fila in casa e dì a tua madre che sei tornata, quanto a te…! Ehi dove scappi??-

Corro via. Mi sento uno schifo ad aver assistito a quella scena.

Sento dei passi. Che quell’uomo voglia prendermi?

-Dante, scappa!-

-silenzio Lucrezia! Chiamo la polizia!-

-papà, no!-

Le voci si fanno sempre più indistinte.

Corro finchè ho fiato.Per molto tempo, non faccio altro che correre a perdifiato nella notte cittadina.

Quando arrivo davanti alla porta di casa, ci sbatto contro e mi accascio proprio lì, sull’uscio.

Annaspo e prendo quanta più aria posso.

Mi sento malissimo.

E ho molta paura di aprire la porta e vedere mia madre sul divano con quel pezzente del suo amichetto.. e Sophia? Che dico a Sophia? Le avevo detto che non avrei più attaccato briga con Riccardo! CRISTO!

 

Non so quanto tempo sia passato,ma ora ho deciso di aprire sta porta.

E’ buio, ma sembra che non ci sia nessuno.Non voglio neanche sapere l’ora…. Domani è già lunedì, non posso neanche dormire.

Mi dirigo verso il bagno.

Porca vacca che taglio.

Con un po’ di carta igienica e dell’acqua, lavo il sangue rappreso e mi disinfetto pure un po’.

Un bel cerottone e via, amen.

Lentamente mi dirigo in camera.

Ho fatto anche attenzione a non accendere nessuna luce, per cui sono andato a sbattere almeno venti volte contro muri e divani vari, per arrivare al bagno. Almeno camera mia ci è davanti. Al bagno,intendo.

Mi tolgo il giubbotto e inizio a spogliarmi.

Dove ho messo il pigiama…?

Ma porca miseria, c’è un casino infernale qui dentro..

Afferro una tuta a caso dal cassetto e ripiego su quella come pigiama.

Ho la testa che mi scoppia e sono sicuro che neanche stanotte riuscirò a dormire.

Non ce la faccio più…. Sospiro e chiudo gli occhi.

La speranza è l’ultima a morire,no…?

Che ritardo stratosferico! Accidenti >___< Tuttavia, ho come l'impressione che non finirò mai XP

  
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