Quella mattina, Ran si svegliò prima di tutti. Si alzò , si rifece il letto e iniziò a vagare per la casa: sembrava così vuota a quell'ora.
Passò davanti alla stanza di Conan e si fermò: il 'bambino' stava parlando nel sonno.
Poggiò la mano sulla maniglia e per un po' rimase così, combattuta fra l'aprire o no la porta. Si decise solo quando sentì Conan agitarsi e sussurrare -'Scusa Ran'-.
La ragazza abbassò la maniglia ed entrò a passo felpato. Si sedette sulla moquette e iniziò ad accarezzare i capelli di Conan : quel bambino era così simile a Shinichi, che a volte quando lo guardava sentiva un forte dolore al petto.
Shinichi le mancava moltissimo: le mancavano le loro litigate, le sue deduzioni e quei strani atteggiamenti del ragazzo nei suoi confronti, che la confondevano.
- Ran scusa- il piccolo riprese a parlare nel sonno proprio mentre Ran era immersa nei suoi ricordi.
La ragazza ebbe un sussulto, ma si calmò e cercò di capire cosa stesse sognando il bambino. -Di che ti dovrei scusare? -
-Scusa Ran....Non ...sarei ...dovuto sparire.....così- detto questo, il ragazzo riprese a dormire normalmente.
Per non disturbarlo ulteriormente il piccolo detective, la ragazza uscì, chiuse la porta con attenzione e tornò nella sua stanza, lasciando la porta aperta.
-Non sarei dovuto sparire così... ma cosa diavolo poteva intendere? Conan non è sparito! Shinichi dovrebbe......- in quel momento Ran si bloccò. Shinichi le avrebbe dovuto chiedere scusa, non Conan.
Non era possibile. Eppure tutto coincideva.
-Che pensi?- Makiko era in piedi sull'uscio della porta, mentre si stropicciava gli occhi.
La voce della ragazzina riportò Ran alla realtà.
-Uhm? Niente niente.
-A me non me la fai! Ti ho visto prima...si tratta di Shinichi, vero?
Ran guardò Makiko e poi scoppio in lacrime. Makiko l'abbracciò e la fece sfogare.
Mentre Ran piangeva, Makiko decise che prima di tornare nel suo mondo, avrebbe dovuto aiutare Conan a tornare normale.