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Autore: shesproudofdemi    03/10/2012    1 recensioni
Quando ti ritrovi a dover fare i conti con la realtà, quando ti trovi muso a muso con la rabbia e sei da sola, sarà lì che guarderai l'oceano e penserai "tutto andrà bene".
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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You, me and the ocean.
Capitolo 1.



«Idiota, smettila di darmi ordini»
«E tu piantala di fare la bambina»
«Harry ma che cazzo vuoi? Smettila tu»
«Giuro che non ti sopporto più..»
 
Andava sempre a finire così, lui si voltava e scappava, come se avesse paura di affrontare la situazione, ed io invece rimanevo li ferma impalata con un mucchio di parole che tenevo in bocca, che una volta o l'altra gli avrei vomitato in faccia.
Non potevamo più stare insieme era evidente.
La nostra non era una di quelle coppie rose e fiori, non era tutto un amore di qua amore di la, non erano le passeggiate in riva all'oceano, non era più tutto questo.
Era un continuo litigare, voltarsi le spalle, tenersi il muso, rispondersi male.
Quello che facevamo però era stare male insieme e questo stare male insieme ci univa incredibilmente sempre di più. Proprio come se non potessimo fare a meno l'uno dell'altra.
Avete mai incontrato la vostra metà perfetta? Quella che combacia alla perfezione con la vostra anima? Quella che completa la vostra vita, il vostro modo di essere?
Lui non faceva altro che costruire e distruggere quella metà mancante.
Quella che tutti sin dalla nascita cerchiamo disperatamente e che prima o poi arriva.
La cosa che mi riusciva meglio quando litigavo con Harry era respingere le persone, respingere ogni sorriso, ogni parola, respingevo anche me stessa alle volte e poi mi odiavo. Odiavo quella che diventavo dopo un litigio. 
Odiavo il fatto che io e lui non eravamo più quelli di una volta, odiavo che quando guardavo l'oceano dalla finestra di camera mia non era più magico come un anno fa, odiavo che le stelle non erano più quelle che guardavamo insieme.
Io ero ancora innamorata di lui, ma perchè quando mi sdraiavo sul letto fissavo il soffitto e questo era solo bianco? Non era più a colori, non era quel soffitto bello e impregnato dei miei sogni che guardavo dopo aver salutato Harry.
La mia stanza non era altro che il covo di tutti i miei sogni soppressi, morti, forse anche loro impauriti e fragili, quei sogni che avrei voluto si realizzassero con lui.. tutti i nostri progetti.
Ne avevamo fatti tanti, forse erano stupide idee di due sedicenni, che adesso però sono cresciuti.
Stavo iniziando a credere che la nostra storia fosse solo una favola per adolescenti, e non più per dei ragazzi di vent'anni come noi.
Ma io nonostante tutto ciò non avrei mai avuto il coraggio li lasciare andare Harry via da me e di vivere la mia vita lontana da lui, litigi compresi.
 
Erano le cinque e dopo aver litigato, ancora, ritornai a casa mia.
Le strade erano tristi, gli alberi sembravano piangere, le case guardavano in basso e l'asfalto era bagnato come le mie guance dopo avergli sbattuto la porta di camera sua in faccia.
Ero convinta che quella volta fosse definitiva, fosse un "basta" deciso, non mi aveva rincorso sotto la pioggia come le altre centosettantasette volte. No. Stavolta non mi aveva ne rincorso ne baciato. 
Stavolta ero solo io e il suo maglione di lana arancio, a camminare sotto la pioggia di fine settembre.
Poteva essere l'inizio della fine, l'inizio di un lungo cammino senza la sua presenza al mio fianco.
Entrai in casa, tolsi gli stivaletti, levai i jeans e il maglione bagnati. Mi asciugai i capelli, mi infilai la tuta e quei buffissimi calzini di spugna verdi che avevamo comprato in un mercatino.
Aprii il libro di filosofia, pagina quattrocentoundici: "Le Delusioni scolpiscono il nostro carattere, giorno dopo giorno, rendendoci sempre più preparati nell'affrontare il futuro"
Futuro? Paura di affrontarlo?
Ero convinta che da sola non sarei andata da nessuna parte, che il mio cammino verso quello che tutti chiamano futuro sarebbe stata una faticosa salita verso la felicità. Se invece avrei fatto questo percorso con Harold tutto avrebbe preso una piega diversa.
Allora potevo scegliere: lasciarlo per sempre col rimorso di non aver vissuto la mia vita con lui oppure continuare a vivere la mia quotidianità con lui e sperare che tutto prima o poi si sarebbe sistemato.
Il telefono non squillava da ore ormai, non avevo nemmeno litigato con mio fratello Dave, non avevo chiamato la mia migliore amica.
Era tutto incredibilmente vuoto, piatto, bianco. Niente si muoveva, nemmeno la mia micia.
La tv spenta, la luce del salotto soffusa.
Si muoveva lentamente la tenta di camera mia, il vento sembrava essere calmo anche lui quella sera.
Ed io? Io come stavo?
Ero seduta su un lato del letto e appoggiavo i piedi sul tappeto rosa. fissavo il basso e cercavo una spiegazione.
Poi fissavo il telefono, guardavo lo sfondo e deglutivo.
Avevo poggiato ai piedi del letto il maglione di Harry, quello arancio, quasi avevo paura di guardarlo, di toccarlo.
Avevo paura che nel sentire il suo profumo sarei scoppiata in lacrime e pensavo a lui. 
Lui in quel momento cosa stava facendo?
Lo immaginavo bello, bellissimo, steso sul letto ad ascoltare musica, con una montagna di vestiti sulla poltrona e le converse buttate a caso sul pavimento.







@shesproudofdemi says:
Ciaao ragazzi. Mia cugina (che su Twitter è @Thousandcarrots) ha deciso di iniziare a scrivere una FF sui One Direction. Lei ha scritto anche molte OneShot su di loro (se volete leggerle chiedeteglielo su Twitter, sarà felice di aiutarvi). E niente, con questo ho detto tutto *u* continuate a seguirla, vi prego, perché lei ci tiene tanto. Ps. ha 17 anni! 
<3
  
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