Buongiorno!
Di
ritorno dalla verifica di filosofia e da un pasto un po' misero
–
maledetta dieta!- pubblico questo nuovo capitolo.
Vorrei
ringraziarvi per il vostro sostegno: non ho ancora deciso cosa fare,
ma nel frattempo io aggiorno e poi si vedrà.
Comunque,
il banner qui sotto è opera, ovviamente, di Lights che, come
sempre,
crea immagini meravigliose.
Detto
ciò, vi lascio. Fisica mi aspetta e io non sono Lila,
perciò mi
servirà un po' per venirne a capo.
Buona
lettura^^
Come al solito, vi lascio il link del seguito alternativo.
A metà tra cielo e terra-Capitolo 4
Capitolo V
E' come scegliere tra Inferno appassionato e Paradiso più dolce
Sul
campo di battaglia, a tutti sembrava di vivere un curioso deja-vu.
L'esercito
aveva combattuto a lungo e senza risparmiarsi. Steve esibiva vari
tagli sul viso, ma anche gli altri non potevano certo vantare di
essere in condizioni molto migliori delle sue.
C'era
qualcosa di inspiegabile nell'atteggiamento di quei mostri –
perché
erano tutti unanimi nel considerare che non fossero semplici umani-,
ma gli sfuggiva cosa fosse quel qualcosa.
Steve
era sicuro che Lila l'avrebbe compreso, complice il suo istinto e il
suo genio, ma non poteva negare che fosse contento di non averla
lì.
“Si
stanno ritirando... di nuovo” notò con disappunto
Tony. Era
strano: perché farlo quando non erano in svantaggio?
“Perché?”
domandò Natasha. Nessuno seppe risponderle, nemmeno la mente
geniale
di Tony Stark.
“Lils
saprebbe intuirlo” buttò lì lo stesso
Stark. Percepiva che c'era
qualcosa che non avevano compreso, qualcosa che sembrava semplice ma
che sfuggiva dalle loro dita come granelli di sabbia senza che ne
comprendessero la natura.
“Ma
Lils non c'è, giusto?” ribatté Steve.
“Grazie
per l'appunto, Capitan Ovvio” lo prese in giro Tony, ma era
più
che altro un modo per sfogare la tensione. Non era abituato a non
comprendere e il non riuscirci lo frustrava.
“Quale
potrebbe essere il loro scopo?” domandò Thor e la
mente di Tony
tornò a lavorare a pieno regime. Anche Bruce, tornato alle
sue
sembianze naturali, mise in moto i neuroni. Se avessero saputo
qualcosa del loro nemico, forse avrebbero capito cosa stava
succedendo, ma la verità era che brancolavano nel buio
più totale.
“Dovremmo
chiederci soprattutto chi c'è dietro a tutto
questo” fece notare
Natasha e gli sguardi si spostarono su Loki.
“Tu
ne sai qualcosa?” gli domandò Clint senza
gentilezza. Non aveva
ancora dimenticato lo scherzetto che il dio gli aveva tirato qualche
mese prima e forse mai lo avrebbe fatto.
“Pensavo
che fosse tutta opera di Thanos per avere il Tesseract, ma ora credo
che non abbia niente a che fare con questa storia” gli
rispose il
dio degli inganni con supponenza, come se stesse spiegando
un'ovvietà
a un bambino poco sveglio.
“E'
possibile che questi attacchi siano un modo per valutarci?”
esordì
Tony, interrompendo le occhiate ostili di Hawkeye, improvvisamente
memore della sensazione di Lila.
Il
giorno prima nessuna l'aveva presa in seria considerazione, neanche
lui. Solo in quel momento si rendeva conto di quanto fosse stato
sciocco sottovalutarla.
Non
perché lei fosse Lila e tutto ciò che usciva
dalle sue labbra era
ora colato, no. Semplicemente perché era una
possibilità da
prendere in considerazione, una mossa intelligente che un buon
giocatore avrebbe fatto.
“Cosa
te lo fa pensare?” gli domandò Natasha.
“Vi
ricordate la sensazione di Lila? Ieri nessuno le ha creduto quando ha
detto che qualcuno ci stava osservando, ma se la bimba avesse
ragione? Se ci fosse stato davvero qualcuno a
valutare le
nostre forze?”
“La
conoscenza rende potenti” recitò Steve, ricordando
una frase di
Lila.
Bruce
soppesò la possibilità e si trovò a
pensare che in effetti era
perfettamente logico. Quale mezzo migliore per sconfiggere i propri
avversari che conoscere le loro debolezze?
Cadde
il silenzio. Ognuno era immerso nelle proprie preoccupazioni e nei
propri pensieri. Steve non riusciva a fare altro che darsi dello
sciocco per non aver dato fiducia a Lila, per non averle creduto.
Più
di una volta gli aveva dimostrato che il suo istinto raramente
sbagliava, eppure lui continuava a dubitare. Cosa gli serviva d'altro
per capire e fidarsi?
“Secondo
voi questo ha qualche connessione con il sogno di Lils?”
domandò
improvvisamente, colto da illuminazione.
“Potrebbe”
ammise Loki. Aveva già letto e sentito parlare del fatto che
a volte
gli abitanti di Midgard vedevano proiettate in sogno paure e angosce,
mentre in altre occasioni -e con soggetti particolarmente sensibili-
la loro mente riusciva addirittura a sognare cose che non avevano
ancora visto.
“Se
così fosse, vorrebbe forse dire che Lila ha una
sensibilità fuori
dal comune?” domandò Steve, ma Loki scosse il capo.
“Non
è solo questione di sensibilità. E' tutto nella
testa di Lila. Lei
lo chiama istinto, ma non è solo quello” gli
spiegò per poi
iniziare a meditare ad alta voce, come se avesse dimenticato la
domanda che Capitan America gli aveva rivolto.
“Ci
stai dicendo che abbiamo una sorta di veggente tra noi e non ce ne
siamo mai accorti?”
“Non
ho detto che è una veggente, non
è questo. E' solo che la
sua mente è lo strumento più potente che abbia
visto da un po'”
si difese Loki. Non credeva che Lila avesse il potere di prevedere il
futuro, ma era indubbio che avesse un intuito fuori dal comune.
Cadde
di nuovo il silenzio, interrotto dopo poco da Tony. Steve seppe che
avrebbe detto qualcosa di particolarmente beffardo quando vide il
ghigno che si era aperto sul suo viso.
“Chissà
come se la cava la fata Morgana con la lotteria” si
domandò e
tutti risero, persino Loki che abbozzò un mezzo sorriso.
Intanto
il velivolo sorvolava l'oceano, diretto alla base.
*
Steve
pareva impaziente di vedere il portellone aprirsi durante tutte le
manovre di atterraggio e un osservatore attento avrebbe potuto notare
un temperamento simile in Loki.
Entrambi
spasimavano -anche se Loki non lo avrebbe mai ammesso- dal desiderio
di vedere Lila, anche per frenare quel senso di angoscia che gli
opprimeva le viscere.
Le
aspettative di tutti non vennero deluse e quando scesero trovarono
una familiare chioma castana, un sorriso da farfalle allo stomaco e
profondi occhi azzurri. Accanto a lei c'era Fury, ma Steve non vi
badò.
Colmò
la distanza che lo separava da Lila con poche falcate e la strinse a
sé. Chiuse gli occhi e si beò del suo profumo,
così conturbante e
dolce.
Lila
lo strinse a sé, sollevata di vederlo sano e salvo e il
senso di
colpa che le strinse lo stomaco in una morsa.
Una
vocina nella sua testa le disse che era una persona davvero pessima:
avrebbe dovuto confessare tutto a Steve, dirgli che tuttavia lo amava
e non voleva altro che lui.
Era
la cosa giusta da fare, eppure Lila sapeva di non poterlo fare, a
prescindere da quanto lo desiderasse.
Dirgli
che andava tutto bene, che Loki non significava niente per lei...
sarebbero state tutte bugie.
Cosa
fare?
Spostò
gli occhi verso un'altra direzione, ma nel farlo incontro la figura
di Loki. Il suo cuore prese a battere all'impazzata e non
poté
trattenersi dal provare sollievo nel vederlo lì.
Ad
onor del vero, dovette ammettere con se stessa che non era solo
sollievo. Anzi, sentì l'insano desiderio di avvicinarsi e
stringerlo
come stava facendo con Steve.
Lasciò
andare l'uomo e gli rivolse un sorriso.
“Come
è andata?” domandò mentre si avviava
tutti verso la sala delle
riunioni. Quando si furono accomodati tirarono un sospiro di sollievo
e Lila sorrise con dolcezza: dovevano essere molto stanchi.
“Li
abbiamo ricacciati indietro, ovviamente” le rispose Tony con
un
sorrisetto divertito e Lila alzò gli occhi al cielo
sbuffando
qualcosa che somigliava a “sbruffone”.
“Lila”
la chiamò Bruce e lei si volse verso di lui “Ci
puoi spiegare che
tipo di sensazione hai provato ieri?”
“Non
era una sensazione. Ora come ora è diventata una certezza:
c'era
qualcuno che ci stava valutando e se voi non volete
crederci...”
lasciò la frase in sospeso.
“Noi
ti crediamo” la tranquillizzò Thor prima di
continuare “Secondo
Loki potresti avere una specie di senso extra, giusto?”
chiese
conferma al fratello.
Lila
aveva paura a voltarsi verso di lui, ma alla fine cedette e ne
incontrò lo sguardo. Erano sempre stati così
verdi i suoi occhi?
“Più
o meno. Non ho mai visto nessuno con una sensibilità tanto
spiccata”
considerò.
“Quindi
cosa sono? Una sorta di Sibilla cumana?”
Loki
abbozzò una sorriso sghembo “No, solo un'umana
molto sensibile”
“E
con una mente portentosa” completò Tony mentre si
versava una
tazza di caffè.
“E'
anche per questo che sono qui, vero?” si voltò
verso Clint, che
forse era l'unica persona a poterle rispondere in quel momento e lo
vide annuire.
“Sì,
anche”
“Ma come facevate voi a saperlo? Non ne ero a
conoscenza neanche io!”
“Lo
S.H.I.E.L.D ti ha osservata per un po'. All'inizio ti avevano
convocata solo per la tua intelligenza, ma mentre eri qui Fury si
è
accorto che c'era qualcosa altro a renderti speciale. Ovviamente non
c'era certezze riguardo questo tuo talento, se così vuoi
chiamarlo,
ma c'erano discrete possibilità che ti dimostrassi fuori dal
comune
e non solo per la tua intelligenza” le disse e Lila
rabbrividì,
mentre pensava che fosse il discorso più lungo che avesse
mai
sentito fare all'agente Barton. Cosa doveva fare? Sapere che qualcuno
l'aveva spiata, chissà per quanto tempo, senza che se ne
accorgesse
era una sensazione da brividi sulla pelle.
Avrebbe
voluto ribattere, ma scorse con la coda dell'occhio Natasha che si
massaggiava una spalla e Tony che sbadigliava.
Che
stupida: lei era rimasta tutto il giorno a poltrire, ma solo avevano
combattuto e dovevano essere a pezzi.
Assunse
il suo miglior cipiglio da madre, lo stesso che esibiva con Simon
quando doveva fargli fare qualcosa.
“Non
è il momento di continuare questa conversazione. Andate a
riposarvi
fino all'ora di cena” e fece loro cenno di andare.
Nessuno
se lo fece ripetere due volte e si dileguarono.
“Vieni?”
le domandò Steve. Lila temeva di restare da sola con lui
perché
sapeva che sarebbe arrivato il momento di confessare la sua colpa.
Forse
Steve glielo lesse negli occhi perché per un attimo il suo
sorriso
vacillò e Lila impallidì.
“Ti
raggiungo tra poco”
L'uomo
annuì e se ne andò senza aggiungere altro,
neanche un sorriso.
Rimasta
sola, Lila si voltò e si rese conto di aver dimenticato
qualcosa. O
meglio, qualcuno.
Loki
era ancora lì e le rivolgeva un sorrisetto divertito, come
se
vederla in difficoltà lo rendesse felice.
Lila
sospirò e si avvicinò. Avrebbe voluto rimandare
anche quella
conversazione, ma doveva almeno mettere in chiaro una cosa.
Poi
si sarebbe presa il suo tempo, ma c'era un'unica considerazione da
fare, una comunicazione da trasmettere.
“Mi
chiedevo” la precedette il dio “come
reagirà il tuo bel capitano
quando saprà cosa è accaduto”
“Non
gli dirai niente, Loki” gli intimò.
“Perché?
Vuoi negare che ci sia qualcosa tra noi, principessa?”
“Glielo
dirò io, quando sarà il momento”
rispose lei, eludendo la seconda
parte della domanda.
“E
cioè quando?” gli occhi verdi di Loki sprizzarono
scintille e si
avvicinò mentre Lila retrocedeva. Non era di Loki che aveva
paura,
ma non si fidava del proprio corpo: aveva già dimostrato di
non
riuscire a controllarsi in sua presenza.
“Non
lo so” dovette ammettere. Non era del tutto vero: si
conosceva e
sapeva che non sarebbe riuscita a tenere quel segreto
con
Steve.
Come
avrebbe fatto a guardare in quegli occhi così limpidi e a
dirgli che
lo amava con quel peso sullo stomaco?
No,
non poteva fargli questo. Se c'era una cosa che Steve non si
meritava, oltre al tradimento, era di essere anche ingannato.
“Potrei
farlo io. Immagino sarebbe divertente vedere la sua espressione nel
sapere che la sua dolce amata lo ha tradito”
Un
violento senso di nausea la sopraffece quando si rese conto che non
era una termine sbagliato: lei aveva tradito Steve.
Provò
il forte desiderio di piangere, ma trovò la forza di reagire
e di
accantonare quell'agghiacciante pensiero per il tempo di quella
schermaglia.
“Non
lo farai. Non mi ferirai a tal punto” sussurrò
inchiodandolo con
gli occhi chiari.
“Perché
non dovrei? Se servirà ad ottenere il mio scopo...”
A
quel punto Lila si rese conto che c'era un solo modo per fermarlo
quando bastava perché fosse lei a risolvere quella
situazione.
Una
parte di lei avrebbe voluto togliersi quel peso, scaricandolo sulle
spalle di Loki, ma poi si malediceva per quei pensieri: doveva essere
lei e nessun altro a parlare a Steve.
“Ora
come ora sarebbe stupido negare che io provi qualcosa per te”
ammise stancamente “ma non per questo te.
Tu sei migliore di
così, io lo so. Forse neanche tu ci credi, ma sono sicura
che tu
possa esserlo”
Loki
rimase in silenzio, ma alla fine decise di cambiare argomento.
“Cosa
farai ora? Tornerai da lui e magari cercherai di sopprimere quello
che provi?” la prese in giro, ma sotto l'atteggiamento
beffardo
sentiva il cuore sanguinare.
Lila
non lo avrebbe mai scelto, non gli avrebbe mai concesso neanche una
possibilità. Avrebbe voluto urlarle di concedergliene una,
anche
piccola e insignificante. Non essere preferito a qualcun altro... era
la storia della sua vita.
“No.
Parlerò con Steve e poi... non lo so, ma potrebbe essere lui
a
lasciarmi” chiarì con un sorriso così
amaro che Loki provò il
desiderio di baciare di nuovo quelle labbra fino a cancellare
quell'espressione così affranta.
Loki
annuì e Lila considerò chiusa la conversazione,
anche perché non
credeva di poter reggere oltre.
Se
Loki aveva sentito il suo cuore sanguinare, Lila era sicura che il
suo stesse lentamente andando in frantumi, ma non si sarebbe lasciata
abbattere da quella sensazione, anche perché era certa che
il peggio
dovesse ancora venire.
Per
un attimo desiderò che Loki non fosse mai entrato nella sua
vita e
lo bramò con tanta intensità da alzare lo sguardo
verso di lui e
dirglielo.
“A
volte vorrei che non fossi entrato nella mia vita” erano
parole
pesanti come macigni, ma non c'era cattiveria in loro. Solo una
disarmante sincerità.
Loki
nascose dietro un sogghigno quanto quella frase lo avesse ferito, ma
non disse niente perché era certo che avrebbe continuato.
E
infatti non lo deluse.
Lila
si avvicinò e alzò gli occhi su di lui. Gli
puntò addosso due
iridi chiare, azzurre come i fiumi e il cielo di Asgard.
“Ma
ora che ci sei dentro non posso immaginarla senza di te”
finì e
Loki sorrise.
Non
il solito ghigno beffardo, ma un sorriso sincero che portò
Lila ad
arricciare appena le labbra a sua volta.
“Ora
devo proprio andare”
“Ci
vediamo dopo, principessa”
Lila
annuì, troppo spossata per dire altro. Si sentiva senza
forze e
stanca come se avesse combattuto con loro, ma c'era ancora una cosa
che doveva fare, forse la peggiore: parlare con Steve.
*
Quando
entrò nella stanza Lila trovò Steve seduto sul
letto ad attenderla.
Non si era ancora cambiato e aveva addosso un'espressione
così seria
da farle capire che aveva intuito qualcosa.
Ma
d'altronde non la sorprese. Lei poteva anche avere quel senso extra
super sviluppato, ma lui era Steve e la conosceva come nessun altro.
Forse
persino meglio di quanto lei conoscesse se stessa e questo la diceva
molto lunga.
Rimasero
in silenzio per alcuni minuti.
Lila
voleva godere di quegli ultimi minuti di pace, una situazione
così
statica da essere irreale. Ed era così: era la calma prima
delle
tempesta.
Steve,
dal canto suo, aveva capito che c'era qualcosa che turbava
profondamente Lila e lo aveva intuito guardando la sua espressione
sconfortata e colpevole, la stessa di un bambino che ha fatto
qualcosa che non doveva.
Dal
canto suo Lila sapeva che era arrivato il momento di prendersi le
proprie responsabilità: era sempre stata una ragazza
coraggiosa, di
quelle che non si fanno troppi problemi a perseguire i propri
obbiettivi, anche a costo di ferire qualcuno.
Ma
qui si trattava di Steve e la sola idea di fargli del male le pareva
un abominio.
Si
disse che non era una persona cattiva: lei non voleva Loki e Steve ai
suoi piedi, si trattava solo di capire di chi dei due non poteva fare
a meno e lasciare andare l'altro.
Facile
a dirsi, ma la sola idea di restare senza uno dei due le faceva
paura. Ed era certa che fosse un sentimento nato da motivi diversi,
da affetti diversi.
Doveva
essere
così. Il problema era
che le sembrava di amare entrambi con la stessa intensità,
anche se
in modi diversi, entrambi ugualmente impossibili da spiegare.
“Che
sta succedendo, Lils?”
La
voce di Steve la riscosse e seppe che era arrivato il momento di
parlare, ma non ebbe il coraggio di guardarlo negli occhi.
Glielo
devi, Lils, glielo devi, le
ricordò la sua coscienza e si obbligò ad alzare
lo sguardo da terra
per posarlo sull'uomo che, intanto, si era alzato e la fissava a sua
volta.
“Ho
baciato Loki”
A
quel punto provò diverse sensazione. Dapprima sollievo -quel
segreto
pesava come un macigno- ma poi vide l'espressione sul viso di Steve e
si sentì sprofondare di nuovo.
“Cosa
significa?” le domandò stupidamente e Lila
provò l'insano
desiderio di ribattere con una battuta.
“Significa
che le mie labbra hanno toccato le sue” istinto che,
malauguratamente, non riuscì a sopprimere.
E
allora Steve fece qualcosa che Lila non si sarebbe mai aspettata. O
forse sì, anche se sperava in un'altra reazione.
Si
lasciò cadere sul letto e si passò una mano sul
viso.
“Sapevo
che prima o poi sarebbe successo. C'era qualcosa che non andava tra
noi, Lils? C'è qualcosa che non va?”
“Non
c'è niente che non vada, Steve. E' successo e
basta”
“Provi
qualcosa per lui?”
“Vuoi
la verità o la comoda bugia?”
“La verità, Lils, sempre”
“Sì,
provo qualcosa per lui. E vorrei dirti che non è niente, ma
mentirei
e ho promesso di essere sincera con te. Ti avevo detto che volevo
aiutarlo per Thor, ma credo che fosse anche per me, anche se non ero
ancora pronta ad ammetterlo”
“Va
bene” ammise stancamente alzando finalmente lo sguardo. Lila
avrebbe voluto che la aggredisse a parole, che le urlasse contro
perché sarebbe stato più facile trovare il
coraggio di cui aveva
bisogno.
Se
l'avesse aggredita avrebbe potuto reagire, in qualche modo, e per un
po' il dolore sarebbe stato assopito dalla rabbia.
Verso
Steve, verso Loki, verso se stessa... non le importava, voleva solo
trovare qualcosa che le annebbiasse i sensi per un po'.
“Io
ti amo” iniziò Steve “e probabilmente lo
farò per sempre, ma
non posso stare con te”
Lila
chiuse gli occhi. Si disse che non avrebbe pianto, che sarebbe stata
forte, ma sentì lo stesso le lacrime scivolarle lungo le
guance,
fedifraghe e traditrici.
“Non
finché non farai la tua scelta. Lo capisci?”
Lila non riuscì a
parlare, ma annuì semplicemente. In quel momento sentiva di
non
essere lei, come d'altronde si rendeva conto di non essere stata
sé
stessa in quei giorni.
Lila
Cassandra Charmichael era una ragazza forte, decisa, non una mocciosa
piagnucolante. E quando era finita in quel triangolo di pessimo
gusto? Dov'era
andata la vecchia Lila, giusta, incorruttibile, sicura di sé?
Si
odiò per la propria debolezza e avrebbe voluto gridare al
mondo
tutto il suo disgusto.
“Non
posso stare senza di te” gli ricordò, in un ultimo
tentativo di
trattenerlo a sé. Si asciugò le lacrime e
alzò gli occhi su di
lui.
“E
Loki? Non puoi stare neanche senza di lui?” le
domandò Steve.
Strinse
le labbra “Loki è importante, non lo nego. Hai
ragione” dovette
convenire alla fine.
Benché
l'avesse portata lui a dire quelle parole e benché fosse
consapevole
dei sentimenti di Lila, sentirla pronunciare quella frase lo
ferì
così a fondo che dubitava che quella ferita si sarebbe mai
rimarginata.
“Prenditi
tutto il tempo che hai bisogno, Lils, ma scegli”
La
ragazza annuì, incapace di dire altro e chiuse gli occhi
quando
Steve le posò un bacio sulla fronte, scostando i capelli.
Quando
se ne andò rimase ancora un momento così, con le
palpebre chiuse e
mordendosi le labbra.
Quello
sarebbe stato l'ultimo momento di debolezza.
Da
quel momento in poi sarebbe tornata la vecchia Lila: forte e decisa.
Avrebbe fatto la sua scelta e sarebbe stata per sempre, ma non ci
sarebbero stati drammi.
Non
avrebbe permesso a niente e nessuno di rovinare la magica
complicità
che si era instaurata tra tutti loro.
Continua