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Autore: pescioletta    04/10/2012    1 recensioni
Una nuova minaccia, un nuovo destino...
Questa storia è ambientata subito dopo l'ultima puntata della 5 serie di Angel, ma ha radici che affondano molto prima che i nostri eroi mettessero piede a Sunnydale o, per meglio dire, sulla terra... Riusciranno Buffy, Angel, Spike e gli altri a sconfiggere questa nuova minaccia e a riprendersi finalmente le loro vite?
Genere: Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Angel, Buffy Anne Summers, William Spike
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 8





*****

Los Angeles 19 maggio

“E’ tutto pronto?” la strega si voltò sorridendo

“Sì, ormai ci siamo. Chiama Angel”

“Sono qui…”

Il vampiro uscì dall’ombra camminando piano, dirigendosi verso il cerchio magico dove Down lo stava aspettando con le mani intrecciate.

“Ditemi cosa devo fare…”

Willow alzò lo sguardo, sorridendo. Era bello constatare come Angel non fosse cambiato di una virgola, anche sotto tutta quella scorza di managerismo autoritario. In fondo era bastato vedere la sua espressione, felice e malinconica al tempo stesso, per convincerla che quel vampiro tormentato avesse solo indossato un’altra delle sue innumerevoli maschere, cercando di ingannare tutti, persino sé stesso, di essere migliore di ogni altro.
Ma senza crederci realmente.
Un eroe.
Con la morte dei suoi amici nel cuore.

“Siediti lì, accanto a Down” gli indicò, protendendo l’indice verso l’interno del cerchio magico ravvivato da dodici piccole candele arancio.

“Buffy, tu vai lì, vicino a lui. Il rituale è molto semplice: quando Down vi farà segno, dovrete soltanto far cadere alcune gocce del vostro sangue all’interno del cerchio più piccolo, tagliandovi con questo” disse.

La cacciatrice prese in mano un piccolo pugnale di ossidiana intagliato, apparentemente normale.

“E questo che cosa sarebbe?” chiese.

“Lo chiamano la Lama di Tékal" disse, continuando a prepararsi "ed io penso che sia un catalizzatore di energia. In ogni caso Vincent e Giles hanno fatto tutti i test necessari e puoi stare tranquilla, non ti succederà niente… è tutto sotto controllo.”

Buffy rigirò il coltello tra le mani e poi fece un passo, entrando nel cerchio magico. Down fece cenno ad Angel di seguirla e poi guardò Xander, in piedi alle sue spalle, con una torcia di legno di betulla stretta fra le mani.

“Ok, quando avrete fatto, Down si unirà a me nella recitazione dell’incantesimo e poi tu, Xander, quando ti daremo il segnale, spegnerai con un soffio la candela bianca”

“Agli ordini comandante!” sorrise il ragazzo, unendo al gesto un saluto militare.

“Ok… cominciamo…” disse alla fine Willow in un soffio.

Dopo un piccolo cenno d’intesa in direzione di Buffy, la strega distese le mani cominciando a recitare la formula. Il signor Giles cercò con apprensione lo sguardo sicuro dell’amico, non riuscendo a trovarlo. Dall’altro lato della stanza, Vincent era preoccupato come loro, il cuore che gli martellava in petto senza dargli tregua, annebbiando i suoi pensieri.

All’improvviso la mano di Willow scattò velocemente verso il cielo, proiettando un vortice magico sopra le loro teste.

Era iniziato.

*****

“Allora, cosa volete da me?”

Il demone lo guardò sorridendo, indicandogli una seggiola intarsiata con un ampio gesto della mano.

Etan si guardò intorno.

La stanza era elegante, raffinata; su un tavolo, alla sua sinistra, un’ampia coppa di rame conteneva un ingente quantitativo di quella che, a prima vista, poteva essere scambiata per polvere d’oro. Del più fino per giunta. L’uomo allungò una mano in direzione del cratere, immergendovi due dita. Rimase di stucco quando si rese conto che la polvere era veramente d’oro, e dentro potevano notarsi anche alcuni meravigliosi brillanti e almeno una trentina di pietre tra topazi e smeraldi.

“Ti tratti bene, non c’è che dire…” commentò, restituendo il maltolto con una smorfia

“Può essere tua se ci aiuterai…”

La voce del demone gli allargò in un rapido sorriso.

“Adoro il caos, non la stupidità.” affermò Etan, rialzando lo sguardo.

Un servo gli tese una salvietta affinché si pulisse e l’osservatore la afferrò con un sorriso tirato. Da quando era arrivato, quei demonietti rompiscatole non lo avevano lasciato in pace un singolo istante, prodigandosi in un mare di inutili inchini e porgendogli tutto quello che chiedeva e persino quello che non voleva neppure vedere. Evidentemente il loro padrone era stato molto chiaro sul suo conto. Ma se questo era da un certo punto di vista quanto di più piacevole gli capitasse da tanto tempo, Etan sapeva bene che nessuno dava niente per niente. Quindi, accettò di buon grado l’asciugamano e lo restituì al servitore con un cenno di ringraziamento senza lasciare trasparire nulla di quanto pensava davvero.

Del resto, Etan Rayne non era il tipo a cui piaceva lamentarsi. Non finché la situazione giocava a suo favore quantomeno.

“Non sono uno dei tuoi servitori.” disse “Non ci vuole un genio per capire che tutto quello che stai facendo lo fai con uno scopo ben preciso. Evidentemente ti servo, oppure ti servono le mie capacità, ad ogni modo lascia che ti dica una cosa: non sono il tipo che si mette sotto più di un padrone. E soprattutto non sono il tipo di uomo che si lascia comprare con delle promesse da quattro soldi.”

Il demone si sporse verso di lui ridacchiando.

“Tutti hanno un prezzo.” disse, rivolgendosi poi alla figura che gli stava a fianco “Devo ammettere che avevi ragione Immortale: quest’uomo ha proprio un ottimo senso dell’umorismo…”

Etan lo guardò interrogativo.

“E può essere che faccia anche al caso nostro” concluse, puntando sul volto di Etan due occhi tutt’altro che rassicuranti.

Piccoli come fessure.

L’ex membro del consiglio degli osservatori si chiese per un attimo cosa si nascondesse dietro a quelle feritoie, quelle due finestre su tutto un altro mondo… un mondo che non voleva scoprire in ogni caso.

“Dici di non essere un stupido Etan Rayne, e io ti credo.” Riprese il demone, appoggiando il collo rugoso allo schienale della sedia e prendendo un sonoro respiro.

“Tuttavia, io penso che con questo piano potremmo arricchirci entrambi.”

“Non è la ricchezza che mi interessa” disse, risoluto.

“Senza contare, che io ritengo che tu sia l’uomo più adatto per il nostro piano e quindi, se non volessi collaborare, dovrei usare dei metodi un po’ più… persuasivi. Non so se mi spiego…”

Gli occhi rossi del demone si allontanarono per un istante da quelli verdi di Etan e si puntarono in un angolo della stanza, fissando una scatola. Una scatola di metallo in cui poteva essere contenuto di tutto, concluse l’osservatore. Tutto. Tranne qualcosa di piacevole per lui, s’intende.

“Parla, ti ascolto” concesse quindi l’umano, decidendo di lasciargli almeno il beneficio del dubbio. In fondo lo aveva tirato fuori da quella prigione. A pensarci bene, glielo doveva…

“Per questo non ci saranno problemi….” sussurrò gongolante il demone

“Il mio piano è semplice. Voglio distruggere la cacciatrice.”

Etan lo guardò per un lungo istante.

Poi, scoppiò in una fragorosa risata.

“Tu… vorresti…” balbettò senza riuscire a parlare “vorresti…”

L’Immortale e il demone si rivolsero un’occhiata interrogativa per poi ritornare a puntare gli occhi sull’uomo che si asciugava le lacrime sbilanciandosi sulla sedia.

“Tu…” continuava intanto Etan, riuscendo a stento a parlare “vorresti… uccidere la cacciatrice?!”

“Che cosa c’è da ridere?” ringhiò il demone

“E me lo chiedi pure?” esclamò Etan sbarrando gli occhi “e poi dicevi che ero io quello col senso dell’umorismo! Uccidere la cacciatrice…” ripeté alzando gli occhi al cielo, scosso da un ennesimo eccesso di risa.

Il demone seduto sul trono si rivolse all’Immortale puntandosi un dito alla tempia.

“Ehi! Non sono pazzo!” lo fermò subito Etan, smettendo per un attimo di ridere “non lo sono mai stato!”

“E allora cosa trovi di così divertente in quello che ti ho appena detto?” chiese il demone

Etan allargò di nuovo le labbra in un sorriso provocatorio.

“Voglio uccidere la cacciatrice!” ripeté con enfasi, muovendo ampiamente la propria mano come se stesse illustrando una scritta gigantesca e rivolgendosi subito dopo all’Immortale.

“Se mi avessero dato cinque centesimi per ogni demone che se n’è uscito con questa frase negli ultimi sette anni, sarei spaparanzato su una spiaggia dei Caraibi con le ciabatte d’oro ai piedi e uno smeraldo per ogni ragazza che volesse venire a letto con me! Del resto, se mi avete tirato fuori da quello schifo di posto solo per propormi di partecipare a questo assurdo piano, allora lasciatemi dire che avete perso il vostro tempo! Il mondo pullula di cacciatrici! Da un anno a questa parte saltano fuori da tutte le parti, si riproducono come i conigli! E, sinceramente, ritengo che se voleste uccidere una cacciatrice a caso non avreste certo bisogno del mio aiuto, ma d'altra parte…”
l’osservatore si sporse in avanti, puntando gli occhi sfacciatamente in quelli del demone “sappiate che uccidere Buffy Summers è un’impresa che va oltre le vostre possibilità, chiunque voi siate.”

L’Immortale si fece serio, ma Etan continuò comunque, fregandosene delle conseguenze.

“Io la conosco. La piccoletta ha uno stuolo di amici, un osservatore che la ama come una figlia, una strega che per lei sarebbe disposta a distruggere l'intero pianeta, un ex-fidanzato protetto dalle forze regolatrici del cosmo e una lista lunga così di demoni che avevano il vostro stesso obiettivo e che ora marciscono due metri sotto terra compresi un maestro vampiro, una dea infernale e un pupazzo modello Frankenstain creato dalla squadra speciale della Difesa degli Stati Uniti d’America” enumerò con serietà “Perciò, se volete fare la festa a Buffy Summers, lasciate che vi dica che siete voi i pazzi!”

Il demone seduto sul trono lo guardò per un lungo istante con le dita intrecciate a pochi centimetri dalle labbra e un’espressione molto seria sul volto. L’Immortale era rimasto immobile ed Etan, cessato l’eccesso di risa che lo aveva colto come l’onda di piena prima di una tempesta, si sentiva minacciato, ora più che mai, dal silenzio innaturale che si era creato nella stanza. Persino i servi si erano rannicchiati in un angolo, tremando. Temendo la reazione del loro signore contro chi lo aveva così apertamente contraddetto. Ed anche l’osservatore si accorgeva di avere, adesso, le mani umide di minuscole gocce di sudore freddo.

‘Al diavolo!’ pensò. Se doveva andare all’altro mondo almeno lo avrebbe fatto dopo essersi sfogato ed aver detto quello che pensava a quei due incompetenti! Non si faceva certo mettere i piedi in testa da nessuno lui. Non più!

“Non mi avevano detto che eri diventato un simile codardo…” sussurrò alla fine il demone, senza mutare espressione.

Etan aggrottò la fronte, ma poi distese i lineamenti con tranquillità e si appoggiò con calma allo schienale della poltrona.

“Io non sono un codardo” disse con calma “ma conosco i miei nemici. L’ultima volta che mi sono messo contro la cacciatrice, mi hanno spedito in un carcere di massima sicurezza, dal quale poi sono evaso, e quindi in quel letamaio da cui mi avete tirato fuori. Non ci tengo a fare di nuovo la fine del topo. Ecco la mia proposta, prendere o lasciare. Primo: io faccio per voi l’incantesimo di cui avete bisogno, ma non rimango qui a compiacermi come faccio di solito. Prendo il primo volo in partenza e sparisco dalla città, dallo stato, dal continente. Secondo: se voi vincete, voglio la garanzia assoluta che non mi sarà torto un capello, né adesso né mai. Tutto chiaro?”

L’Immortale sorrise, seguito subito dopo dal demone seduto sul trono.

“Bene…” riprese allora Etan portandosi le mani dietro la testa e rilasciando un leggero sospiro di sollievo “Credo che allora l’accordo possa considerarsi concluso.

Voi avrete quello che volete, io avrò quello che voglio.

Possiamo dirci tutti soddisfatti, non trovate?

E adesso, mettiamoci al lavoro…"

*****

Los Angeles, casa di Giles

Il vortice di luce e lampi era qualcosa di stupefacente e terrificante allo stesso tempo. Buffy guardò con apprensione il vampiro che le afferrò una mano pacato.

“Angel… fermiamo questa cosa… ho come… una sorta di presentimento…” disse Buffy ma Angel si limitò a stringerle più forte la mano, mentre Willow pronunciava ad alta voce alcune parole in una lingua che nessuno conosceva e dirigeva il vortice esattamente sopra le loro teste.

Ormai nell’occhio del ciclone, il vampiro moro afferrò la lama di Tèkal serrando l’altra mano intorno alla lama nerastra. Sollevò lo sguardo e guardò Buffy, poi, strinse più forte le dita intorno all’elsa del pugnale e sfilò la lama dalla sua mano con un movimento rapido e deciso.

Gocce purpuree e dense iniziarono a cadere nel mezzo del cerchio di sabbia dorata, scavando piccole pozze rossastre.

Buffy impugnò il coltello scuotendo la testa

“Non deve andare così, fermiamo tutto, Angel!” disse.

Il vampiro strinse le labbra

“Dobbiamo salvare il mondo, Buffy” disse, rassegnato “Non importa a quale prezzo. Dobbiamo salvarlo”

E detto questo appoggiò la lama nera dalle mani di Buffy e le afferrò il polso, incidendovi un solco profondo e preciso.

Il sangue del vampiro e della cacciatrice si unirono scorrendo in rivoli sempre più veloci e densi. Alle loro spalle, Down versava oli aromatici e pozioni complicate in piccoli cerchi vicino ad un libro sacro, recitando formule antichissime.

“Che le forze diventino uno!” declamò Willow, mentre il sangue sgorgava copioso dalla ferita ancora aperta. “Che la stirpe eletta rinasca. Oh dei, accogliete il nostro sacrificio!”

In una frazione di secondo, Buffy sentì tutte le sue forze venir meno ed Angel le fu accanto, sostenendola e ricambiando ancora una volta quel suo sguardo inquieto che esprimeva più di mille parole.

“Andrà tutto bene…” sussurrò accarezzandola. Provando ancora una volta l’illusione che i sentimenti che vedeva brillare sul suo volto fossero per lui. E trovandoli cambiati…
Finalmente, la cacciatrice chiuse gli occhi.

E sorrise.

“Stupido…” sussurrò Buffy, accarezzando il volto ombroso di Angel e sovrapponendo alla sua immagine quella di un altro vampiro, più irriverente e irrispettoso, con due occhi colore del cielo che sembravano volerle passare attraverso ogni volta che si incontravano,

“Stupido…” ripeté sorridendo “Sai bene che ti amavo…”

Poi,

più nulla.

Willow si protese in avanti, sudando freddo.

“Mia… dea…” invocò con un filo di voce, mentre già le sue mani si stringevano attorno alla pergamena col testo del rituale, protendendosi verso il sangue di Buffy e del vampiro “mia… mia dea…”

“Willow!”

Giles avanzò preoccupato verso di lei, sordo alle minacce di Vincent.

“Willow!”

L’osservatore s'inginocchiò al suo fianco, fissandola seriamente.

“C’è… c’è qualcosa che non va Giles!” sussurrò la ragazza, in un soffio di fiato. Xander le fu vicino senza che nemmeno Rupert se ne accorgesse

“Lascia stare tutto, Willow. Vieni via. Hai tentato..”

“No…”.

Vincent era rimasto impietrito sull’orlo del tavolo. La determinazione della ragazza era degna di una strega d’alto livello e così i suoi poteri… ma forze più potenti di lei, troppo potenti, stavano entrando in gioco per impedirle di continuare

“Vieni via di lì, interrompi tutto!” gridò quindi, deciso “So che non vuoi, ma non puoi farcela se c’è qualcuno che ti ostacola! Ritenteremo!”

Giles annuì preoccupato alle parole del suo amico, posandole una mano sulla spalla e lanciando nel frattempo uno sguardo preoccupato a Buffy, certo che nemmeno da morta lo avrebbe perdonato se ci fosse stato anche solo un qualche rischio per i suoi amici

“Devi dare retta a Vincent, Willow. Ritenteremo…”

“Ma signor Giles…”

“Ha ragione.”

Il tono di Down, che fino a poco prima si era tenuta prudentemente in disparte, non ammetteva repliche. E così pure il suo sguardo, fermo e deciso. Con una certa urgenza malcelata sotto le iridi chiare. “Devi interrompere quella magia e allontanarti dalla fonte del potere più in fretta che puoi” poi, vedendo che ancora tentennava, l'osservatore esclamò: “Qualcuno sta cercando di usare la tua forza. E non è il solo. Se continuerai, useranno la tua energia per catalizzare una reazione mistica che non vogliamo! Lo sento!”

La strega la guardò un istante, continuando a tenere le dita strette intorno alla carta.

E poi, infine, cedette.

Willow annuì, chiudendo gli occhi e smettendo di recitare l’incantesimo.

Lasciò la presa.

Il corpo esanime di Buffy ricadde tra le braccia protettive di Angel mentre questi si appoggiava alla parete, esausto. Xander fu lesto ad afferrare al volo Willow, un attimo prima che lo facesse anche Giles. E Down, smetteva semplicemente di cantilenare le sue litanie ripetitive chiedendosi, in un moto di preoccupazione, se e quando la sua energia fosse mai entrata in gioco.

L’incantesimo era finito.

E non era riuscito.

“Portiamola di sopra…” sussurrò senza respiro Giles, aiutando Vincent a sollevare Buffy.

“Portiamola di sopra…” ripeté, mentre già il demone avanzava, incominciando a salire le scale, con il suo fardello appoggiato tra le braccia.

*****

“E poi è stato come se le mie potenzialità aumentassero di colpo e subito dopo venissero spazzate via…”

Willow ascoltò, tenendo il ricevitore attaccato all’orecchio

“Tu che cosa ne pensi?”

“Penso che vorrei che fossi qui con me…” rispose. E quasi poté vedere il sorriso dolce di Kennedy e la sua mano forte posarsi affettuosamente sulla sua spalla.

“Abbiamo tentato l’incantesimo per ripristinare la regola della Prescelta” spiegò alla fine Willow “Credo sia per questo che ti sei sentita così strana…”

Silenzio.

“Le altre ne sono già al corrente?”

“L’ho detto a tutte quelle che ho potuto. Ma in ogni caso per il momento non abbiamo niente di cui preoccuparci: l’incantesimo non è riuscito… i Senior Patners attaccheranno presto.”

“Oh cielo…” si lasciò sfuggire Kennedy “Che… che cosa è successo Willow?”

“Magari lo sapessi!” sbuffò lei scostandosi una ciocca di capelli dal volto “All’improvviso mi sono accorta che qualcosa non funzionava, come se qualcuno si fosse immesso nell’incantesimo e… forse avevamo sbagliato qualcosa, o forse io non ero abbastanza concentrata. Giles mi ha detto di lasciare perdere e io l’ho fatto. E adesso, loro attaccheranno. E ci uccideranno tutti.”

“Non essere così pessimista…”

“Ok, allora ci prendono come ostaggi e una morte atroce metterà fine alle nostre sofferenze dopo mesi di terribili torture. E’ l'ipotesi migliore che mi viene in mente…”

“Cercherò di venire da te il prima possibile”

“No!”

La ragazza attese un istante prima di parlare di nuovo, stupita come non mai dal tono tagliente della strega dall’altro capo del ricevitore.

Willow non la voleva con lei? Perché?

“Scusami…” si affrettò a dire la strega “E’ solo che non voglio che tu sia in pericolo Kennedy”

“Nemmeno io lo voglio Willow “ rispose lei senza pensarci “ma non posso restarmene qui sapendo che tu intanto rischi la tua vita per la salvezza del mondo. Il mio mondo sei tu. Se domani ci sarà battaglia, allora voglio”

“No!” esclamò Willow di nuovo “No. La battaglia ci sarà e tu no. E’ proprio questo il problema. Tu non saresti in grado di affrontarla. Saresti solo d’intralcio!”

“Willow, io…”

“Per una volta dammi retta Kennedy. Stanne lontana!”

“Va bene… va bene…” sussurrò la cacciatrice, le orecchie che ancora le bruciavano per le parole della sua ragazza. "Farò come dici tu."

Ma Willow aveva già riagganciato, nascondendosi il bel volto tra le mani.

“Hai fatto bene. Lo sai vero?”

La strega rialzò lo sguardo.

Dalla porta, Rupert Giles la guardava con rispetto, appoggiato alla parete.

“E’ solo che vorrei tanto che lei fosse qui, vicino a me…”

L’osservatore avanzò di qualche passo, portandosi lentamente sino alle spalle della strega. E appoggiando le sue dita calde sul suo collo teso.

“Come hai detto tu prima, se dovessimo riuscire, per qualche assurdo miracolo, a completare l’incantesimo allora lei sarebbe soltanto una preda fin troppo facile. Una ragazzina come le altre. Non avrebbe né la forza né la preparazione adatta per affrontare una battaglia come quella a cui stiamo andando incontro e allora sì che morirebbe. Tenendola lontana, potresti averle salvato la vita…”

Willow rialzò lo sguardo annuendo piano. Dall’altro capo della casa, giunse il rumore inconfondibile di una catasta di roba che cadeva e di un paio di voci che si rimbeccavano a vicenda.

“Posso darle una mano con le ricerche, signor Giles?” chiese.

Rupert sorrise annuendo.

“Ma certo” disse

“Anzi, penso che Xander abbia proprio bisogno di una mano con i volumi de quarto scaffale…”

Willow lo guardò con gratitudine e s'incamminò lentamente verso il tavolo del soggiorno. Rimase fermo per un attimo a guardarla. Willow stava cercando di non pensare a quello che poteva accadere seppellendo i suoi problemi dentro ad un mare di libri, come spesso aveva fatto lui da ragazzo. Una vocina nella sua testa gli disse che quella strega sarebbe stata un’ottima osservatrice, se fosse nata in Inghilterra, ma scacciò subito quel pensiero dalla mente al ricordo della presunzione del Consiglio e della loro imperturbabile sfacciataggine nel trattare tutti come oggetti al loro servizio. No, loro avrebbero rovinato quel cristallo gentile e delicato che si era già incrinato un paio di estati prima, e non per colpa sua. S'incamminò anche lui verso il tavolo delle ricerche, ringraziando il cielo, o il fato, che una ragazzina come Willow fosse nata sotto le stelle californiane.

Poi, certo che nessuno lo guardasse, raccolse dalla sua scrivania una busta dall’aria antichissima e se la infilò in tasca.

******

“Ok. Basta. Io ci rinuncio! Trovatevi qualcun altro!”

“Xander…”

Il ragazzo girò velocemente su sé stesso. Tanto rapidamente da far temere a Vincent che stesse per cadere per terra.

“E’ solo che non ce la faccio più!” rispose Xander lasciando cadere le braccia lungo il corpo, esausto “Non riesco nemmeno a pensare che siamo rinchiusi qui dentro ad aspettare la fine del mondo, cercando soluzioni che non esistono in tutti questi libri che non ci sono di nessun aiuto! Maledizione!” urlò, chiudendo tanto violentemente il volume che aveva davanti che una spessa nuvola di polvere uscì dalla rilegatura sbiadita. “Tanto varrebbe mettersi alla ricerca della pentola d’oro alla fine dell’arcobaleno… o della casa di Babbo Natale!”

“Beh, la pentola d’oro alla fine dell’arcobaleno esiste…”sussurrò Vincent soprapensiero “ma su una cosa hai ragione: non la troveresti mai” aggiunse davanti allo sguardo stupito di tutti i presenti.

“Tuttavia qui non stiamo parlando di leggende o antichi folletti. L’entità che si è introdotta nell’incantesimo di Willow è una presenza ben definita. E antica, oserei dire”

“E potente!” aggiunse Down

“E con un odio smisurato verso la stirpe delle cacciatrici…”

“Sì, e magari alta e con gli occhi azzurri, ma vi sentite quando parlate?!” esclamò Xander sull’orlo di una crisi di nervi “la descrizione che ne state dando potrebbe adattarsi perfettamente a migliaia dei demoni di Sunnydale! Per non parlare di Los Angeles!”

“Ti sbagli di nuovo Xander.”

La voce di Giles, calda e asciutta, era stata una sferzata sul pessimismo corrosivo del ragazzo. Del resto, da come si stavano mettendo le cose, serviva assolutamente una presa di posizione e Giles non si era certamente tirato indietro, scrutando con irriverenza il ragazzo che aveva risposto col silenzio.

L’osservatore avanzò di un passo, appoggiando le mani sul pesante tavolo di noce mentre Willow scivolava veloce alle sue spalle, immergendo lo sguardo nel primo volume che aveva sottomano. Rupert sfogliò lentamente qualche pagina dell’antico libro che gli aveva portato Vincent e poi lo voltò in direzione dei ragazzi in modo che vedessero. Dalla carta ingiallita, un demone dalla pelle rugosa sembrava scrutare il volto dei giovani con uno straordinario sguardo di cristallo.

“Le informazioni che abbiamo su questo demone sono tutt’altro che vaghe” spiegò Giles indicando con un dito la figura “Ho parlato con Willow. Non sono molte le creature che possiedono un potere magico tanto sviluppato, e ancora meno quelle che lo userebbero per intralciare ciò che stiamo facendo. Il mondo senza una miriade di cacciatrici, sarebbe molto comodo per la maggior parte delle creature infernali e poi, quasi nessuno di loro sa dell'esistenza del rituale.”

“Quasi nessuno?” ripeté Down soprappensiero “quindi qualcuno c’è…”

“Temo proprio di sì.” Giles riprese in mano il libro e lo sfogliò di nuovo fino a trovare ciò che cercava

“Questa” disse voltando nuovamente il libro “è un’illustrazione a china di un demone antichissimo meglio conosciuto come Immortale. Durante i secoli è stato spesso avvistato nei centri abitati e, secondo il parere di Angel, è anche un grande donnaiolo…”

“E questo cosa c’entra con noi?” chiese Xander.

La figura illustrava un tipo alto, slanciato, con uno smoking e un elegante bastone da passeggio.

Non era certo molto inquietante a dire il vero… Buffy distolse lo sguardo e Giles sospirò.

"So da una fonte abbastanza attendibile che un demone di nome Immortale ha mostrato… diciamo… interessamento nei confronti di Buffy, soprattutto nell’ultimo periodo.”

“Altrochè!" saltò su Down "le lasciava tutte le sere qualcosa di strano sotto la porta; per non parlare del fatto che la pedinasse e… d’accordo, ho capito: sto zitta…”

“Brava Down” sbuffò Xander visibilmente alterato.

Evidentemente non bastava che la sua migliore amica si chiudesse nel suo mutismo e non gli dicesse più niente della sua vita privata. Ora anche Down doveva tenergli le cose nascoste! Si sentiva stranamente tradito dopo tutti quei silenzi… e poi Buffy che usciva con un altro immortale? No! Lei aveva davvero troppo buon senso: questa era una cosa che certamente non avrebbe mai fatto!

“Ehm… apri gli occhi Xander…” sussurrò Vincent scivolandogli dietro le spalle e andando a posizionarsi dall’altra parte della stanza, esattamente vicino alle scale che portavano alla camera da letto.

Xander sospirò.

"E quindi, che cosa vorrebbe da noi questo Immortale?" chiese. Giles guardò Vincent.

"E' probabile che sia il tirapiedi del Primigenio…" disse "probabilmente il rituale gli impedirebbe di ritornare sulla terra e quindi ha ostacolato Willow in modo che non si compisse il rito. Questo significa che siamo sulla strada giusta, ma significa anche che non abbiamo più molto tempo. I Senior Patners attaccheranno presto e, probabilmente, il Primigenio sfrutterà questa momentanea mancanza di equilibrio per risorgere con l'aiuto dell'Immortale e di chissà quali altri demoni."

“E allora che facciamo?” chiese Xander che iniziava a sudare freddo.

“E’ semplice” rispose Giles richiudendo il libro e appoggiandolo con noncuranza sul tavolo “Andiamo a cercare questo Immortale e non appena Buffy si risveglierà gli facciamo sputare tutto quello che sa su questo Primigenio e sul rituale che sta compiendo per riportarlo qui-”

“Signor Giles!”

I ragazzi si voltarono all’unisono in direzione della porta.

Sulla soglia, terreo in volto, Angel era apparso come per incanto stringendo tra le mani un asciugamano bagnato. Vincent fece un passo in avanti, con un moto di preoccupazione.

Non aveva bisogno che Angel pronunciasse ad alta voce ciò che stava pensando per sapere cosa stava accadendo. Con un paio di rapide falcate raggiunse la scalinata e si precipitò di sopra, salendo i gradini a tre a tre.

Willow fece un passo avanti, preoccupata.

“Cos'è successo?”chiese

“Buffy... Ha-ha cercato di uccidermi” rispose Angel in un soffio.

*****

Buio.

Fuoco.

Caldo.

Bruciava!

Una voce acuta e penetrante rincorreva tutti i suoi pensieri, annientandoli, mentre i rumori e le voci dei suoi amici si susseguivano nella sua mente come schegge impazzite.

Le verità, i valori incrollabili nei quali aveva creduto fin dal giorno in cui era nata, stavano svanendo a poco a poco, lasciandola sola.

I suoi amici, i suoi sentimenti, Down, la sua stessa vita… tutto svaniva lasciando spazio a una sola parola, una sola sensazione: la caccia.

Caccia! Uccidi! Distruggi!

Buffy si rigirò nel letto, gridando per il dolore.

La salvietta bagnata nelle mani di Vincent le fu subito a fianco, detergendole il volto.

“E’… tanto grave?” l’osservatore si voltò a guardare Down, nel vano della porta. Non aveva mai visto Buffy in quello stato e non sapeva sinceramente che cosa risponderle.

Caccia! Uccidi! Distruggi! E’questo il tuo compito…

“Non so cosa le sia preso, ma non sembra che sia una conseguenza del rituale. Potrebbe essere di tutto”

“Ma non lo è!” il tono di Angel era secco e deciso. Arrabbiato anche, mentre si alzava in piedi afferrando la testiera della sedia con entrambe le mani e la stringeva fino a farsi male.

“E' l'Immortale!” esclamò “Ha usato il potere di Willow per fare questo. Se dobbiamo morire tutti, allora farò in modo che lui sia il primo! Ditemi solo dove trovarlo e-”

“Beh…” lo interruppe Vincent “è proprio questo il punto: non sappiamo dove trovarlo. Se lo sapessimo forse avremmo qualche possibilità, ma purtroppo…"

Le dita di Angel si strinsero ancora di più la testiera fino a spaccarla.

Uccidi! Caccia! Distruggi!

“Non puoi almeno leggerle nella mente come facevi con tutti noi?” il tono del vampiro era furente.

Vincent chinò la testa scuotendo leggermente il capo.

Sentiva l’impotenza e la disperazione urlare forti nella voce di Angel, ma non poté fare altro che alzare gli occhi e sussurrare piano “Nessun pensiero coerente sta passando per la sua mente ora, nessuna frase consapevole. Nulla che io possa leggere… l’hanno protetta anche da questo.”

“E allora distruggi quella protezione!”

Xander si avvicinò di un passo, posando la mano calda sulla fronte gelida di Buffy, ma questa si rannicchiò di colpo su sé stessa, come se stesse scappando da quel tocco.

“Non è così semplice…” sussurrò Vincent “soprattutto se anche lei desidera sfuggire al mio contatto”

“E non glielo si può… imporre, questo contatto?” chiese Xander rigirandosi le mani in evidente imbarazzo. Non era favorevole a violare così apertamente i sentimenti della gente, ma vedere la sua migliore amica legata alla spalliera del letto e ridotta in quello stato era più di quanto non riuscisse a sopportare

“Non lo so Xander, sembrerebbe che voglia rimanere da sola…” sospirò Giles.

Sola! Sola! Sola!
Una cacciatrice deve rimanere da sola!


“Lo so, ma non posso rimanere qui fermi a guardare! Noi siamo i suoi amici!”

Una cacciatrice non deve avere amici. I suoi sentimenti sono la sua debolezza. Il suo potere è la sua missione. La sua solitudine è la sua forza! Nella stanza c’è qualcosa che non merita il nome di uomo. Uccidilo!

“Giles, io non credo che lei sia in grado di decidere cosa sia meglio per- ehi!”

Buffy si agitò convulsamente, tendendo le corde.

“Che cosa sia meglio?! Cosa sia meglio per chi, Angel? Per te?!

“Leghiamola più stretta, potrebbe liberarsi!”

Giles, Vincent e Xander si avvicinarono un po’ di più al letto ma furono immediatamente respinti

Sei solo uno stupido vampiro!

Con uno strattone violento Buffy strappò le corde che la tenevano legata e si alzò dal letto.

In una frazione di secondo, Down, Giles, Vincent, Xander e Willow si ritrovarono scaraventati a terra, mentre con un balzo la cacciatrice raggiungeva la finestra, spalancando le imposte.

Angel non fece nemmeno in tempo ad accorgersene. Il tagliacarte in acciaio, fino a pochi secondi prima appoggiato sulla mensola della camera, ora pendeva conficcato nel muro ad un paio di centimetri dalla sua testa.

Il vampiro si protese in avanti, cercando di prenderla, ma la ragazza fu decisamente più veloce di lui ed in men che non si dica, era saltata dalla finestra.

******

Etan si ripulì le mani soddisfatto.

“Ecco fatto” disse.

Il sangue di coniglio che gli era servito per invocare Eris gli colava ancora dalle mani, imbrattando i vestiti.

“Sei sicuro che funzionerà?”

“Sicurissimo” esclamò Etan con tono spiccio afferrando un asciugamano “E adesso, se non vi dispiace, vorrei che voi rispettaste il nostro accordo…”

“Quanta fretta!” l’Immortale gli aveva appoggiato con disinvoltura una mano sul torace, respingendolo da dove era venuto “Non per sfiducia nei tuoi confronti, Etan ma come facciamo a sapere che quello che hai fatto è andato a buon fine?” sibilò.

L’uomo fece un passo avanti, minaccioso, andando a sbattere nello sguardo penetrante dell’Immortale e nel volto senza vita del suo padrone.

“Oh andiamo!” disse allargando le braccia “Non è mai successo che un mio incantesimo non funzionasse… e poi, l’unica cosa che mi ha sempre incastrato è stato rimanere a compiacermi, quindi…”

“Ti ho promesso che dopo l’incantesimo te ne saresti potuto andare” esclamò il demone mentre l’Immortale lo respingeva nuovamente verso il tavolo “Ma vedi, invocare Eris, la dea del caos, non è sempre una buona cosa. E se la dea si dovesse arrabbiare, temo che solo un sacrificio umano potrà placarla…”

“Sa-sacrificio?!” balbettò Etan con un filo di voce.

L'immortale annuì.

"Solo per qualche ora, poi potrai considerarti libero…".

Etan annuì, abbassando subito dopo lo sguardo

“E va bene, se non ho altra scelta… Ma ricordatevi il patto che mi avete fatto, tutti e due!”

I due demoni si scambiarono un’occhiata eloquente ed un sorriso poco rassicurante

“Ogni promessa è debito” disse l’Immortale mentre già il suo padrone si versava in una coppa da champagne un liquido di uno strano colore rossastro.

"Ora non avranno più tempo…"

*****

“Al negozio non c’è”

“E nemmeno al cimitero”

“Io ho guardato giù, alla vecchia zona industriale. Non c’è nemmeno là.”

“Non è che Willow potrebbe provare con uno dei suoi incantesimi di localizzazione?” chiese Xander.

“E’ troppo debole" rispose Down "si sta ancora riprendendo"

“Provo a guardare giù al molo, magari è andata là…’ ” si offrì Angel

“Già” fece eco Xander "baracche e resti di demoni affumicati sembrano essere lo scenario adatto per una cacciatrice in vena di massacri, anche se penso che un altro luogo da controllare potrebbe essere il centro commerciale. Prima di fare l’incantesimo Buffy aveva detto voleva andarci”

“Non credo che abbia voglia di fare shopping” ribattè Down “Comunque l’idea di Angel non è sbagliata… portati Xander e provate a controllare. Io, Down e Willow intanto setacceremo la zona della statale, magari qualcuno l’ha vista…”

“Ok, ci vediamo qui tra due ore…” disse Xander, ma Angel era già sparito.

"Io prima o poi a quel ragazzo legherò una campana al collo grossa così…" mugugnò Xander mentre si avviava alla porta.

*****

Oceano, 19 maggio

La stiva della nave era buia e scomoda. Non certo l’ideale per un viaggio di piacere. Ma non era il piacere ciò che William il sanguinario cercava in quel momento, anzi non gli si avvicinava per niente. Tutto quello che gli interessava in effetti, era che l’equipaggio di quella vecchia carretta aumentasse a dismisura la velocità dei motori e lo portasse al di là dell’oceano il più in fretta possibile.

Dannazione!

Quanto caspita c'impiegava quel maledetto mercantile ad attraversare l'atlantico?! Se non ci fosse stata Christal era praticamente sicuro che ci avrebbe messo meno a nuoto.

"Maledizione…" sbuffò, sistemandosi meglio contro le casse impilate nella stiva del mercantile marcescente.

Mise una mano in una tasca e s'infilò in bocca una sigaretta, senza accenderla.

Ovunque, in caratteri cubitali, capeggiava la scritta DANGEROUS! NOT SMOKING HERE! ed evidentemente non sarebbe stata una buona idea accendere una sigaretta se non volevano finire tutti arrosto, eppure ne sentiva la mancanza in modo insopportabile.

In quei momenti la mancanza di un’anima gli sembrava lampante.

O forse era soltanto la rabbia.

Rabbia di non sapere, rabbia di non poter fare, di non poter essere padrone del proprio destino.

Essere il fantoccio di forze sovrannaturali: quello era il ruolo di Angel non il suo maledizione!

Qualcuno gliel'aveva mai chiesto? Si erano mai posti il problema che ci fosse al mondo un altro vampiro martire che sarebbe stato ben più felice di lui di fare l'eroe della situazione? Lo avevano forse interpellato?!

Improvvisamente, sentì la mano di Marta stringersi intorno al suo avambraccio e i suoi occhi fissarlo imperturbabili.

"Calmati…" disse soltanto.

E Spike capì.

Aveva assunto il volto della caccia senza nemmeno accorgersene e la sigaretta che stringeva tra le dita ora era un mucchietto di tabacco senza forma.

Sospirò

"Dannazione!"

Aveva voglia di spaccare tutto, di urlare contro tutti, di mandare al diavolo tutti quei riti e quelle predestinazioni e di scappare lontano, dall'altra parte del mondo se possibile. Ma non poteva. Ogni volta che la voglia di mandare tutto all'aria lo assaliva, rivedeva davanti a sé il volto di Buffy e il pericolo a cui sarebbe andata incontro se lui si fosse rifiutato.

Del resto, come le aveva promesso almeno 164 volte in sogno

lui l'avrebbe salvata

“Dannati mercantili di legno!” bofonchiò quindi a mezza voce e subito dopo piantò un pugno fortissimo contro una delle casse che si frantumò in mille pezzi.

"Ora sono calmo" sussurrò poi a Christal che lo fissava allibita.

Guardò altrove. Dannata anima… e dannato sole…

Senza dire una parola si sedette in un angolo e si mise in bocca un'altra sigaretta, poi rimise l'accendino nella tasca dello spolverino di pelle, di fianco al rotolo, e chiuse gli occhi.

Quello spolverino che ne aveva viste di cotte e di crude, pensò, e adesso avrebbe anche trasportato nel massimo segreto la chiave della loro salvezza.

Giles non l’aveva trovata.

A Spike venne da ridere.

Rupert Giles… il grande osservatore

con tutti i suoi libri e tutta la sua conoscenza, non era riuscito a trovare quello che a lui era costato uno scomodo viaggio in Francia ed una, ancor più scomoda, scoperta.

Sorrise, immaginandosi la sua espressione accigliata e i suoi falsi scrupoli nell'usare sulla sua cacciatrice un incantesimo che William il Sanguinario aveva trovato. E la faccia che avrebbe fatto Angel scoprendo che solo lui poteva salvarla…

Ma ormai era stanco.

Si passò una mano sugli occhi, nascondendoli per un attimo al chiarore del tardo pomeriggio e se li strofinò leggermente.

La sua mente non era più che una matassa contorta di pensieri e anche Buffy, un tempo viva e abbagliante nella sua mente, non era altro che un’immagine sbiadita, stereotipata quasi.

La sua donna…

In fondo, come poteva sapere che al suo ritorno avrebbe trovato ancora Buffy Summers e non solo la cacciatrice. Oppure la ninfomane che si divertiva con lui fino a un paio di anni prima…

Infilò la mano destra nella tasca interna dello spolverino e ne estrasse il pugnale, ricoperto dalla pergamena antichissima che Christal gli aveva ficcato in mano poco prima che lui se ne andasse.

La lama rossastra brillò per un attimo alla luce del sole e la pergamena, scritta in babilonese antico, si trasmutò improvvisamente in inglese corrente.

Recitava il rituale adatto per creare una cacciatrice dal sangue di un vampiro puro.

Ancora non capiva perché dovesse essere proprio lui a compiere quel rito. Del resto c’erano ancora molti altri vampiri in giro a cui rubare un po’ di sangue e non gli sembrava un’impresa impossibile farlo, tuttavia Christal era stata molto chiara: solo lui poteva compierlo.

“Maledizione!” gridò, fregandosene per una volta del buon senso e dell’udito dei marinai che montavano la guardia sul ponte

“Maledizione! Maledizione! Maledizione!” ripeté irato.

Maledetto quel viaggio.
Maledetto quel rito.
Maledetta la cacciatrice.
Maledetto lo stupidissimo destino.
E maledetti, soprattutto, quei dannati mercantili di legno!!!

*****

“Buffy…”

Angel fece un passo, tendendo la mano nella sua direzione. Al suo fianco, Xander lo guardava allibito, senza riuscire a muovere un muscolo. La scena che gli si parava davanti era a dir poco raccapricciante. Avevano girato per ore nel molo, senza trovare alcuna traccia. Poi un urlo, ed un forte odore di sangue e Angel si era messo a correre all’impazzata. Ovviamente il ragazzo aveva fatto lo stesso, ma ora avrebbe preferito sinceramente rimanere indietro.

La cacciatrice alzò la testa verso di loro. Sul viso e sulle mani i segni del massacro appena compiuto. Uno dei demoni che ne aveva fatto le spese era ancora a terra agonizzante. Un vampiro, riconobbe Angel, a cui Buffy aveva strappato uno ad uno tutti gli organi interni con una violenza e con una ferocia che avevano dell’inverosimile.

Improvvisamente, lo sguardo della cacciatrice si focalizzò su Xander, impietrito di fronte a lei.

“Tu hai sempre odiato i vampiri. Tu non ti sei mai fidato di loro. Perché ora stai con lui?” disse, impalettando rapidamente il cuore del demone che teneva in una mano e alzandosi per fronteggiare Angel.

“Tu non dovresti camminare su questa terra. Ti ucciderò, e dopo di te ucciderò chiunque ti abbia permesso di continuare a vivere”

Angel fece un passo avanti, bloccando Xander con un braccio

“Vattene Xander” la voce di Angel era poco più che un sussurro

"Ma… come…?"

“Chiama Giles e digli che l’abbiamo trovata”

Si fermò un secondo, gli occhi fissi in quelli verdi della ragazza

“E digli che abbiamo bisogno d’aiuto.”

*****

Lo scontro fu fortissimo, anche per un corpo immortale.

Vincent si accasciò gemendo sul pavimento, giusto in tempo per vedere il corpo di Giles sovrastarlo e spingerlo per la gola contro il muro.

“So quello che pensi. Stai facendo un grosso sbaglio Rupert…” disse in fretta, prima che gli mancasse il fiato.

“Perché non ti difendi?”

La morsa ferrea dell’osservatore divenne ancora più stretta, rendendo quasi impossibile la respirazione.

“Sei un demone, dannazione. Che mi sarei potuto aspettare? E’ un’ammissione di colpevolezza?” gridò Giles, lasciandolo e colpendolo con forza inaudita, dritto nello stomaco. “Combatti almeno! Se volevi ucciderci tutti almeno combatti!”

Vincent si asciugò un rivolo di sangue che gli colava dalle labbra e si rialzò lentamente sotto lo sguardo imperterrito di Giles.

“Che ti succede, Squartatore? Non vuoi macchiarti le mani del sangue del tuo vecchio maestro? O forse non sei sicuro che sia stato io e il fatto che te lo stia ripetendo da almeno mezz’ora ti sta pian piano convincendo?”

“Tu ci hai traditi!”

“Non è vero.”

Vincent alzò la testa, con aria di sfida.

“Tu lavoravi per loro. L'Immortale e il Primigenio. Ma Come ho fatto ad essere così stupido e credere che fossi cambiato?!”

“Signor Giles, che cosa sta facendo?!”

L’osservatore si voltò. Davanti a lui, Down Summers lo guardava sgomenta.

“Santo cielo, Vincent!” esclamò incredula, spostando lo sguardo dall'uno all'altro osservatore.

“Non sono affari tuoi, Down.” tentò di dire Giles, ma la ragazzina si frappose tra lui e Vincent, a braccia aperte.

“Spostati Down…”

“No.”

“Te l’ho detto, non sono affari tuoi…”

“Non m’importa!” esclamò risoluta

"Ma è possibile che non capiate? Buffy è là fuori, Angel e Xander rischiano la vita per riportarla a casa, stiamo tutti per essere attaccati dai Senior Patners e non abbiamo difese perché il rituale non ha funzionato e voi non trovate niente di meglio da fare che prendervi a pugni?!”

“E di chi pensi che sia la colpa se Buffy è impazzita?!”

La domanda di Giles cadde nel vuoto, creando un silenzio imbarazzante.

Down si voltò verso Vincent, gli occhi spalancati.

“Tu?”

“Ti ho già detto che non c'era altra scelta…”

“Non m'interessa. Abbiamo bisogno della cacciatrice e ne abbiamo bisogno adesso!”

“E ce l’avete!”

Vincent sospirò.

“Buffy è ancora la cacciatrice, un po' più primitiva forse, ma è ancora lei. Quello che non ha funzionato del rituale non è quella parte!”

"Quindi… Buffy è più forte?"

Vincent allargò le braccia

"E' quello che sto cercando di farti capire da mezz'ora. Quella che se n'è andata dalla finestra è ancora lei. Il rituale era corretto, tranne che per una piccola parte. Te l'avevo detto, Rupert, non ero sicuro di avere per le mani l'originale, ma ormai non c'era più tempo, dovevamo tentare!"
Down guardò Giles incredula.

L'osservatore abbassò la testa.

Stanotte ci sarà luna piena e l'esercito delle forze del male avrà abbastanza potere per liberarsi ed attaccare la terra"

"Come?!" Down fece un passo indietro, sconvolta "E quando pensavi di dircelo?! Dobbiamo avvisare le altre, si devono preparare!!"

"Non ha importanza…" disse Giles guardando Vincent "Moriremo tutti."



*****

Nda: ciao ragazze, eccoci con il penultimo capitolo... mi piacerebbe a questo punto sapere che cosa ne pensate. Un grazie a chiunque leggerà questa storia! A presto.
  
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