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Autore: SweetLady98    04/10/2012    1 recensioni
E se il destino di Rose fosse stato diverso?
 
 
Ha finalmente avuto la vita che sognava... Ma, ripensandoci, è davvero quella che sognava?
Quando il sogno diventa la realtà può assomigliare a un incubo....
 
Riuscirà Rose, affiancata da 3 strani tipi, un’amica e il Capitano Jack Harkness, a tornare alla realtà dal Dottore o rimarrà per sempre intrappolata nel suo sogno?
 
- Dottore? -
- Si? -
- Quando la smetterai di chiedere se nell’hamburger ti possono mettere anche il tonno? -
- Quando le mie converse saranno divorate da un Pwccm, mia cara Rose -
(Dedicata a KillerQueen86)
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Doctor - 10, Jack Harkness, Rose Tyler
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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8° CAPITOLO :                                                 TORCHWOOD



La mattina dopo erano lì, davanti a quello stadio che sarebbe dovuto essere il Torchwood, stando a quello che diceva Jack. Il buon senso e l’esperienza di Rose le avevano suggerito di non fidarsi troppo di Jack e delle sue supposizioni, ma quella volta era stata costretta.
Aveva ceduto, anche se in cuor suo sapeva che non avrebbero mai trovato lì il libro che cercavano… O almeno sperava.
<< Secondo me non ci fanno neanche entrare, anzi, non risponderanno. Dovrebbe essere un’ organizzazione segreta, non credi? Se qualcuno fosse venuto a bussare al tuo Torchwood, tu che avresti fatto? >> Rose fece una smorfia, scuotendo la testa come per dire “ è inutile anche provarci”.
Jack scese dalla moto blu e bianca che aveva “preso in prestito” come soleva dire, passandosi una mano nei capelli, il vento aveva scompigliato, nel vano tentativo di rimetterseli a posto.
<< Smettila >> Jack lanciò un’occhiataccia alla sua amica, che ricambiò senza alcun problema << Nessuno sa resisterci. Vedrai, ci prenderanno in un batter d’occhio >>
Rose non ne era tanto convinta e fermò Jack che si stava già avvicinandosi a grandi passi verso l’entrata dell’edificio.
Era uno stadio, si vedeva chiaramente, anche se fa fuori era in pessimo stato, sembrava stesse per cadere da un momento all’altro. Ed era proprio quello l’effetto che dovevano dare le persone che lavoravano lì per evitare che si avvicinasse gente.
<< Come risponderemo quando ci chiederanno come conosciamo il Torchwood? Per tutti è uno stadio inutilizzato e in rovina. Naturalmente non diremo che abbiamo trovato l’indirizzo al 30° risultato scrivendo “Torchwood, Londra”. >>
Jack rise, alla preoccupazione e al sopracciglio alzato di Rose, smettendo quando vide il suo sguardo assassino.
<< Non fare lo scemo, è importante! >>
<< Calmati, Rosie! Diremo che abbiamo… delle conoscenze, ecco. E se non ci fanno entrare dico che vado a spifferare tutti i fatti loro >> le fece un sorrisetto, prendendola per mano.
<< Sei spietato! >> Rose  non trattenne una risata << Ma, ricordati, se succede qualcosa… >>
<< La colpa è mia, sì >> finì Jack stancamente, come se avesse detto quella frase almeno un migliaio di volte. << Ma andrà tutto per il meglio, vedrai >>
<< Lo spero per te >> borbottò Rose, camminando verso l’entrata al suo fianco, con un profondo sospiro.
Jack diede segno di aver sentito facendo un mezzo sorriso, ma non rispose.
<< Ah, Jack? >> lo richiamò la ragazza, prima che lui spingesse quel tasto che doveva essere il citofono. Lui si girò << Non flertare con le ragazze >>
Jack sbuffò, aprì la bocca per parlare, ma lei lo fermò alzando una mano.
<< No, neanche con i ragazzi >>
<< Ma… >>
<< Jack! >> Rose gli lanciò un’occhiata di fuoco. << Lo so che nessuno sa resistere al tuo fascino, a parte me, ma usalo solo quando è necessario, intensi? >>
<< E va bene >> si arrese lui << Ma non è vero che tu mi resisti! >>
( a questo punto se fossi stata Rose lo avrei schiaffeggiato… povero Jack, ma se le cerca )
<< Oh, non è vero, sta zitto! >> Rose alzò gli occhi al cielo, sapendo benissimo che stava mentendo, spesso Jack le faceva uno strano effetto a causa del suo comportamento, da quando l’aveva conosciuto, praticamente.
<< Non solo devo fare qualcosa che non voglio, devo anche ascoltare i tuoi discorsi senza senso! >>
<< Ok, sarò più sopportabile d’ora in poi >> Jack le mise una mano sulla spalla, come per scusarsi.
Suonarono il citofono, ma non rispose nessuno per almeno i primi cinque minuti.
<< Hai visto? >> fece Rose con aria trionfante. << Te l’avevo dett… >>
<< Sì? >> rispose una voce femminile un po’ strana. << Chi è? >>
Jack rimase interdetto per un attimo << Capitano *James Harper e Rosalind Tamblyn >> rispose poi.
Rose divenne di vari colori. Doveva trattenersi dall’uccidere il suo amico in quel momento ( ps: voi non immaginate gli schiaffi che si danno nel fuori scena ehehe ).
Si era permesso di inventarsi il suo nome falso! Non le aveva chiesto nulla!
<< Jack! >> mormorò a denti stretti, stringendogli forte il polso e sperando di fargli male, ma lui non emise un lamento.
<< Ssh… Non ti lamentare, ti ho inventato un nome bellissimo! >>
<< Stasera facciamo i conti >>
Jack le sorrise, una splendida faccia da schiaffi, che Rose avrebbe volentieri usato per allenamento.
<< Chi siete? >> continuò la donna al citofono.
<< Siamo qui perché dobbiamo parlare con il capo… >>
<< Qui non c’è nessun capo. Noi stiamo lavorando per rendere lo stadio di nuovo utilizzabile >> disse la voce velocemente, come se fosse una specie di copione. Jack, ovviamente, non se la bevve, anche perché anche lui aveva detto tante volte qualcosa di simile.
<< Senta, non mi prenda in giro! Sappiamo benissimo cosa fate là dentro! >>
<< Ora senta lei, non capisco… Io sto lavorando, non ho tempo per ascoltare le sue pazzie! >> rispose la voce irritata.
Jack sospirò, ma non voleva assolutamente mollare, non era da lui.
<< O ci fa entrare o andiamo a dire in giro del Torchwood e cosa fate dentro questo stadio. Ha capito bene? >> intervenne per la prima volta Rose, e arrivò subito al punto, era inutile girarci attorno.
Jack le fece un grande sorriso e le sussurrò qualcosa, che suonò come un “sei degna di essere mia amica”.
<< Io non… >> la voce venne coperta da un’altra, maschile.
<< Si può sapere chi è? >> questa non era più tanto gentile.
<< Con chi sto parlando? >>
<< Lei prima mi dica chi è, qui le cose le chiedo io! >>
Jack aveva trovato davvero qualcuno pronto a farlo andare in escandescenza, cosa che non era facile… Qualcuno che osava ordinargli qualcosa e se ne infischiava delle sue domande!
<< Va bene, lo ripeto… Il Capitano James Harper e Rosalind Tamblyn. >>
Rose fece una risatina. Qualunque nome usasse Jack, non rinunciava mai a Capitano, anzi, in quel caso lo marcò con la voce.
<< Piacere…? Noi stiamo lavorando nello stadio. Cosa desiderate? >>
Stavano tutti così tanto insistendo che quasi quasi Rose ci credette.
<< Ehi, forse è vero! >> cercò di dire, ma Jack la zittì con un gesto della mano.
<< Perché non ci fate entrare? Solo per dare un’occhiata a questo…stadio >>
<< Non possiamo far entrare nessuno >>
Jack fece, suo malgrado, un sorrisetto, era sicuro di spuntarla alla fine.
<< Questo ce l’ha detto anche la sua collega. L’unica cosa che non ha capito è che noi sappiamo tutto di voi >>
<< Non capisco >> certo che quest uomo era proprio bravo…
<< No? E se vi dicessi che in questo periodo state lavorando a… >> jack si morsicò il labbro << sugli Ood. Se sapete cosa sono, sapete cos’è il Torchwood. Io lo so! E appena me ne andrò di qui, tutti in Gran Bretagna sapranno chi siete. E questo non lo volete, vero? >>
<< A meno che… >> Rose pensò che non era giusto terrorizzarli fino a quel punto.
<< A meno che non apra questa benedetta porta >>
Si sentì un sospiro profondo.
<< Entrate >>
Jack fece l’occhiolino a Rose e un sorriso sghembo che gli scavò una fossetta sulla guancia.
<< Non cantare vittoria >> lo avvertì la sua amica.
 
Da dentro, quel Torchwood era grande quanto uno stadio, completamente coperto. Era molto simile a quello reale…
Si trovarono davanti una donna abbastanza giovane, capelli lunghi biondo cenere spettinati ed espressione severa.
<< Cosa volete da noi? >> chiese immediatamente, chiudendo subito la porta alle loro spalle e incrociando le braccia.
<< Sono quei due pazzi del citofono, Sarah? >> urlò una voce in lontananza. C’era una ragazza con una cascata di capelli ricci seduta a un tavolo, attenta a guardarsi le unghie.
Jack alzò un sopracciglio, non gli andava molto essere considerato “pazzo”.
<< Tu continua a lavorare, Belle! >> la sgridò un uomo, con voce autoritaria, avvicinandosi a Rose e Jack. La ragazza, Belle, non rispose e prese un foglio sbuffando.
<< Il capo, presumo. >> Jack fece un cenno con la testa. Si capiva da come aveva parlato alla riccia. Era brizzolato, sui sessant’anni e quell’espressione che ti intimidisce. << Sono… Harper. Il Capitano James Harper >>
Il capo e la donna si lanciarono un’occhiata divertita.
<< E’ un appassionato di James Bond? >>
Jack era esattamente James Bond, solo che nel mondo di Star Trek.
<< N-no… E’…è il mio nome! >>
Rose non aveva mai visto il suo amico, di solito così sicuro di sé anche se mentendo, balbettare e quindi fece un sorrisetto. Sapeva che lui per attimo aveva temuto che lo avessero riconosciuto.
E poi, dalla sua faccia, si capiva chiaramente che non aveva la più pallida idea di chi fosse quel James Bond.
<< Sì, gli piace molto, vero? Io sono Rosalind Tamblyn, piacere >>
Jack la ringraziò con un sorriso, per averlo tolto da quel momento di imbarazzo. Il capo strinse la mano della bionda lentamente, guardandola e facendola diventare rossa cercando di inquadrarla.
<< Piacere. Steven McCoy. Ora venite nel mio ufficio, voglio vederci chiaro >>
Fece cenno ai due di seguirlo seguiti dallo sguardo curioso di Sarah e Belle, che intanto era tornata alle sue unghie.
<< Non pensavo che un vecchio rimbambito fosse a capo del Torchwood. James Bond? Cosa si è bevuto stamattina? >> borbottò Jack, guardando nelle stanze ai lati del corridoio largo.
<< Sta zitto >> Rose gli diede un leggera gomitata, non era il caso che McCoy li sentisse.
 
Arrivarono in quell’ufficio, non era grande come quello del Torchwood reale, ma molto più ordinato. I due amici rimasero in piedi, in mezzo alla stanza.
<< Prego >> il capo si sedette alla scrivania e indicò due poltroncine color perla.
 << Allora? Il motivo che vi ha portato qui a romperci le scatole e addirittura a minacciarci? Qual è? >>
McCoy guardò pensieroso Jack, che ancora non rispondeva.
<< Bè? La lingua che aveva prima? La vedo preoccupato, Capitano >> pronunciò l’ultima parola con una punta di scherno << Cosa c’è, ha lasciato la sua nave in seconda fila? >> fece un sorrisetto divertito. A Jack non piacque affatto quella frase e rispose immediatamente, punto nel vivo.
<< Mi chiedo se è diventato il capo di questo posto facendo il simpaticone. Oppure sono proprio da lei queste battutine squallide… Se è così, le consiglio di tirarsi un po’ su >>
Rispondere male già alla prima domanda non era il modo migliore per cominciare, anche se Jack era molto, molto suscettibile.
<< Ja…James! >> Rose gli mandò un’occhiataccia.
<<  Non si preoccupi, signorina >> McCoy fece un gesto a mezz’aria con la mano << Risponderò al suo amico: si, sono diventato capo di questo posto facendo il simpaticone! >>
Cominciò a ridere e Jack si unì, invitando con un’occhiata anche Rose, che non ci trovava assolutamente niente da ridere.
<< Passiamo alle cose serie >>
<< Vuole sapere come facciamo a conoscere il Torchwood >> sospirò Jack e il capo annuì. << Abbiamo delle… conoscenze >>
<< Quali conoscenze, se posso? >>
<< No, non può >> A Rose sfuggì un sorriso alla frase dell’amico, che non si faceva scrupoli a rispondere ( anche male) al capo. Immaginò cosa avrebbe fatto se qualcuno avesse risposto così a lui.
<< Lo devo sapere. Questo… qualcuno potrebbe dirlo in giro e non sarebbe bene. >>
<< Oh, non lo farà >> “anche perché questa persona non esiste” pensò Rose. Rispose lei al posto di Jack per evitare che lui dicesse qualche altra cosa non molto gentile << Può stare tranquillo >>
<< Posso essere sicuro che voi non direte nulla di noi? >> il capo li guardò attentamente tutti e due.
<< Non lo faremo >> lo tranquillizzò Jack, appoggiandosi allo schienale della poltrona << A patto che…lei ci assuma. >>
McCoy spalancò gli occhi e per paio di secondi non riuscì a dire nulla.
<< Io… assumere voi? >> ridacchiò << Questa è bella! E perché dovrei farlo, sentiamo >> incrociò le braccia aspettando una risposta soddisfacente.
<< Perché lei ha bisogno di  noi >> fu l’unica cosa che venne in mente a Rose, ma neanche lei sapeva bene cosa volesse dire e non si stupì del sorriso divertito che comparve sul volto del capo.
<< Ah sì? >>
<< Si! Due persone in più, credo che lei ne abbia poche qui. O sbaglio? >> Jack stava letteralmente parlando a vanvera, non sapeva quanti dipendenti ci fossero in quel Torchwood, ma il suo intuito non sbagliava quasi mai. << e poi, non abbiamo pretese. Ci può pagare quanto vuole, se lo vuol fare ovviamente >>
<< Ci mancherebbe che non lo facessi. Voi lavorate e io pago, mi sembra normale >> McCoy appoggiò i piedi sulla scrivania, una posa che a Rose ricordò molto Jack, ma che non era molto adatta a un uomo di quell’età.
<< Allora ci prende? >> la ragazza sfoderò la sua voce più seducente, che aveva scoperto da poco di possedere, di solito convinceva le persone con due occhi grandi.
Steven li guardò pensieroso, mordicchiandosi il labbro.
<< Vi piacerebbe così tanto lavorare qui? Non è divertente, vi avverto >>
Stava cedendo e forse anche grazie alla consapevolezza che se non avesse fatto quello che Jack e Rose volevano, nel giro di poco tempo tutti avrebbero saputo di quell’organizzazione segreta che era il Torchwood.
<< E’ il nostro sogno, faremmo qualsiasi cosa per ottenere quei due posti >>
E quando Jack diceva qualsiasi cosa, era davvero qualsiasi cosa.
<< E’ un ricatto quello che mi avete fatto, lo sapete? >> McCoy riprese una posa composta, per fortuna, perché Rose si era stancata di fissare il numeretto 41 sulla suola della scarpa.
<< Ne siamo consapevoli. Ho detto, qualsiasi cosa >> ribadì Jack, era ormai certo che avrebbe accettato.
<< Bene, siete decisi. Mi piace. Voglio proprio vedere cosa riuscite a fare…Ho una piccola prova per voi. Ora venite, vi faccio conoscere gli altri >> con un sospiro il capo si alzò e li portò nella stanza principale.
Jack fece l’occhiolino alla sua amica, prendendola per mano.
<< Hai visto? Nulla di tanto difficile >>
<< Solo perché l’abbiamo ricattato e terrorizzato. Anche tu avresti accettato vedendo due ragazzi che si presentano alla tua porta dicendo “ fateci entrare o vi riveleremo a tutto il mondo!” >> rispose Rose in un’imitazione non proprio perfetta di Jack, facendo subito dopo una smorfia.
 
McCoy chiamò tutti, erano due ragazze e due ragazzi, tutti piuttosto giovani.
<< Sono cinque. Sarah Leary, Isabelle Lange, Finn Greenfield e Luke Haywood. >> li presentò << Loro sono James Harper e Rosalind Tamblyn, d’ora in poi lavoreranno qui >>
Rose riconobbe la prima coi capelli biondicci, Sarah e quella riccia con le unghie perfette, Belle, che la osservò con aria di sufficienza, mentre a Jack lanciò un’occhiata incuriosita.
 Prima che Rose si potesse chiedere perché il capo aveva detto “sono cinque” quando di persone ne vedeva solo quattro, arrivò un’altra ragazza. Non la conosceva, era una rossa con grandi occhi color cioccolato, che si presentò come Melissa Brown e strinse energicamente la mano a tutti e due.
<< Potete chiamarmi Lissy, però, lo preferisco >>
Rose le sorrise, le stava già simpatica, non sapeva bene perché.
<< Io sono Rose e lui è James >>
Lissy annuì, l’aveva forse già sentito prima.
<< Ci siamo incontrati già da qualche parte? Hai un viso familiare >> continuò riferendosi a Jack. << No, non mi pare >>
<< Se conosci ragazzi così, Lissy, vengo volentieri con te a fare un giro in città la prossima volta >> intervenne Belle, che aveva perso per un momento interesse per il suo french e accanto a lei Sarah rideva.
<< Grazie >> disse Jack con un sorriso << Possiamo fare un giro… o no? >> pensò bene di mettere fine a quelle osservazioni, che, se pur piacevoli, era alquanto imbarazzanti.
<< Certo. Luke? Accompagneresti il nostro *Mid Atlantic ( vedi fine ) e la sua ragazza a visitare il Torchwood? >>
L’ennesimo tentativo di McCoy di fare il simpatico fallì miseramente, solo Rose e Belle azzardarono una risatina.
<< Cosa vorrebbe insinuare a riguardo del mio inglese? >> Jack non capiva come mai McCoy ce l’avesse così con lui, come se volesse farlo ridere a qualunque costo. O forse fargli capire che lì lui era l’unico a cui era permesso scherzare.
Sostenne lo sguardo del capo finchè quest’ultimo lo posò su Luke, facendogli cenno di andare.
<< Si! James, Rosalind, venite con me. Lissy, mi puoi aiutare? Lo sai che sei più brava tu a spiegare le stranezze di qua >>
Lissy accettò di buon grado, e dopo che Rose ebbe tirato la manica a Jack per fargli smettere di guardare male McCoy, si allontanarono dal gruppetto.
<< E dai, che vuoi che sia? Mid Atlantic… che bella trovata >> sussurrò Rose quando erano già lontani. Già non sopportava quei continui battibecchi tra i due.
<< Ha offeso il mio inglese perfetto > le rispose l’amico con una smorfia, seguendo Lissy e Luke in una stanza.
<< Quando ti alteri, non è più così perfetto >> sorrise Rose, poi si zittì perché Luke stava presentando la biblioteca. E che biblioteca! C’erano migliaia di libri ben ordinati negli scaffali, e alcuni ancora negli scatoloni.
<< Come vedete, dobbiamo ancora sistemarne molti. Lo spazio scarseggia… E’ una biblioteca enorme ma tutta piena! >>
Non bisognava scordarsi che era proprio un libro, benedetto libro, il motivo per cui Rose e Jack erano andati al Torchwood. Sicuramente per non lavorare!
E infatti, quei due non si stavano perdendo una parola.
<< Potremmo farlo noi, intendo mettere a posto questo pandemonio >> jack interruppe la spiegazione del ragazzo castano, senza accorgersi dell’occhiata fulminante di Rose, la quale non aveva alcuna voglia di passare il tempo tra la polvere e soprattutto i vaneggiamenti di Jack ( anche se divertenti, dopo un po’ stancavano ). Sarebbe stato meglio che avesse parlato solo per sé, ma lei le aveva detto che doveva fare tutto quello che diceva senza obbiettare.
Luke si illuminò alla proposta di Jack.
<< Vi piacerebbe? Davvero? Grazie Mid… James, ci faresti un gran favore, devi parlarne al capo >> Jack sospirò, era proprio l’ultima cosa che voleva fare << Ora continuamo il giro, venite >>
Quel Torchwood era davvero grande, Rose non ricordava neanche più come erano arrivati in quella stanza piena di strani oggetti, che Jack prendeva in mano, riconosceva e commentava sotto l’espressione sgomenta di Luke.
<< Tu e Mid…ehm, voglio dire James, state insieme? Insomma, hai questo gran pezzo di… uomo e siete solo bravi  e cari amici? >> Lissy alzò un sopracciglio appena sentì la risata della bionda.
Sapeva che prima o poi qualcuno glielo avrebbe chiesto.
<< Bè, non proprio >>
Pensandoci, era molto più credibile un ragazzo che convince la fidanzatina a lavorare insieme…
<< Non proprio? McCoy ha detto “ la sua ragazza” >>
<< McCoy? Ecco perché è un po’ montato, voi date così tanta importanza a quello che dice… Credo sia stato per indicarmi >>
<< Hai un nome >> puntualizzò giustamente Lissy, scuotendo i lunghi capelli rossi << E fai bene a non dare molta importanza a Steven. Ho notato che James non lo sopporta >>
<< Non so perché, ma si diverte a punzecchiarlo. E James è un tipo piuttosto suscettibile. Devi sapere come trattarlo e magari non toccare alcuni argomenti >>
Rose guardò il suo amico, ricordando che era sempre stato paziente con lei, la scusava quando diceva qualcosa che non gli piaceva molto. E non aveva lo stesso comportamento con il Dottore.
<< Oh, non preoccuparti. Ha fatto così con tutti, vuole capire il carattere di ognuno. A me, continuava a toccare i capelli. Ma alla fin fine, è un buon capo >>
Un buon capo pazzo.
 
<< Questo è davvero forte >> Luke scelse una boccettina tra i tanti strani oggetti della stanza, alcuni che Jack già conosceva e, come in quel caso, non aveva mai visto.
<< Cos’è? >> non c’erano inscrizioni all’esterno.
<< Leggi qui >>
Era un foglio scritto fitto fitto, e quando Jack lesse, un’idea gli balzò in mente e un sorriso gli venne spontaneo.
 
Aveva un piano.
Si, Jack Harkness, o meglio James Harper – Jack rise dentro di sé pensando a quelle volte che aveva usato quel nome falso – aveva un piano.
Uno che avrebbe fatto impallidire anche quelli così geniali del Dottore.
Ci stava pensando già da un po’, a come convincere Rose a tornare alla realtà. ( se ovviamente avessero mai trovato il libro, tra quelle migliaia ).
Doveva lavorarsela ben bene, e più tempo trascorrevano insieme, meglio era … E quella boccettina, gli fece venire in mente il pezzo di piano, più importante, che mancava.
Quella boccetta con un liquido insignificante, forse chissà per quanto tenuto lì dentro, era la sua salvezza.
La loro salvezza.
 
 
<< L’hai sognato per davvero un capo così insopportabile, Rose? >> secondo Jack, un mondo dei sogni doveva essere perfetto in tutto… Comprese le persone. Poteva parlare liberamente, c’erano solo loro due nella biblioteca.
Rose alzò le spalle, prendendo dei libri gialli da uno scatolone.
Jack aveva chiesto, obbligatissimo, a McCoy se potevano occuparsi della biblioteca, e la risposta del capo “ cominciate da oggi, certo”. Con quel plurale, Rose aveva capito che era inclusa anche lei in quel lavoro. Il più noioso del mondo.
<< No, McCoy non l’ho mai desiderato. Ci mancherebbe! Sarà quello sbaglio che c’è un tutto ciò che è perfetto >>
<< Credo che sarebbe contento di distinguersi, anche come sbaglio. >> Jack impilò tutti i libri e ne lesse i titoli << Ho la sensazione che qui ci metteremo un bel po’ di tempo…  >>
<< Sei tu che ti sei offerto di occuparti della biblioteca..  mettendo in mezzo anche me! Se non fosse per te, io non sarei qui, non mi importa nulla di questo libro che cerchi. Io tolgo solo i libri dagli scatoloni, il resto lo fai tu, sia chiaro >>
Jack le accarezzò i capelli, ridendo della sua espressione.
<< Ma dai, vuoi lasciarmi solo a leggere i titoli di tutti i libri di qui? >> le fece il sorriso che a lei piaceva tanto. << Una volta ti ho aiutata, ora tocca a te >>
<< Bravo, rivangare ricordi e poi farmi sentire in colpa! >> Rose incrociò le braccia, e si sedette pesantemente sulla sedia.
Il suo amico le strizzò l’occhio << Ho imparato da te! >>
 

 






·         James Harper, nome usato da Jack in una puntata del Torchwood
·         Mid Atlantic: un mix tra l’inglese britannico e l’inglese americano ( perfetto per Jack, che non vuole assolutamente sentirselo dire )
 
Ehi!!!
Sono in un ritardo mostruoso, e questo capitolo non è venuto grandioso… Non così male, ma sono certa che avrei potuto fare di meglio.
Non ho più molto tempo ( compiti, puff… ) e quell’oretta al pc me la devo giocare bene XD, infatti una buona parte del tutto l’ho scritta a scuola.
 
Siete curiosi di scoprire qual è il piano geniale di zio Jack? Eh?
 
Vi avverto che i prossimi capitoli non saranno lunghi come i precedenti, perché ci saranno altri problemi più in là e preferisco concentrarmi su quelli, che sono certa vi piaceranno di più.
Ma questo non vuol dire che ci scriverò una misera paginetta! Eh nono
 
Baci a tutti quelli che recensiscono ( sante Killer e Mars <3 <3 ), che mi seguono o leggono ogni tanto!
Non scordatevi un commentino se passate di qui!
 
  
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