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Autore: CatcatKhad    04/10/2012    2 recensioni
(Mezzi sono umani, gli altri..) Alice, Emmett e Bella, tre fratelli che vivono con la madre, Esme, a Forks. Ma se la madre, quasi per caso, si fidanzasse e si sposasse con il nuovo dottore dell'ospedale della città? Che cosa succederebbe? Ma soprattutto, le loro vite rimarrano le stesse di prima, o qualcosa di davvero incredibile le stravolgerà completamente?
Amori, litigi, ma anche poteri inestimabili e antichi rancori vi accompagneranno in questa avventura all'insegna dell'amore e del sovrannaturale!
Genere: Fluff, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Royce King, Sorpresa, Un po' tutti | Coppie: Alice/Jasper, Bella/Edward, Carlisle/Esme, Emmett/Rosalie, Jasper/Maria
Note: Movieverse, OOC, What if? | Avvertimenti: Non-con, PWP, Violenza | Contesto: Nessun libro/film
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Rose e Emmett si riappacificano Salve a tutti! Eccoci con un altro capitolo, e stavolta... ne vedremo delle belle! Chi lo sa se Emmett e Rose chiariranno? Non vi resta che leggere.
Buona lettura, i commenti in fondo!


Alice

Io e Jazz stavamo per andare a lezione, quando il mio telefono suonò.
Lessi sul display e feci una faccia confusa: possibile che Edward mi stesse chiamando con il telefono di Bella?
Jasper mi guardò, ma prima che potesse farmi domande risposi.
- Pronto? - Lo guardai e aggrottai le sopracciglia. La voce non sembrava quella di Edward.
- Alice, stai andando a lezione? - Era Bella! Finalmente era una di noi!
Sorrisi a trentadue denti. - Bella! Sì, io e Jazz stiamo andando a lezione assieme, come mai me lo chiedi? - Adesso ero preoccupata, cos'era successo?
- Mamma dice che dovete tornare a casa, non ho ben capito perchè.. Rosalie ed Emmett sono lì con voi? - Presi la mano di Jazz e sorrisi. - No, loro forse sono già in classe, prova a dirglielo più tardi! - Ci salutammo e chiusi la chiamata.
- Che succede, folletto? - Jasper strinse la mia mano e mi stampò un bacio in fronte.
- Bella ha detto che dobbiamo tornare a casa, che facciamo? Andiamo adesso? - Mi guardò e alzò le spalle.
- Massì, andiamocene, tanto inglese lo stiamo parlando adesso e fra 50 anni ci stuferemo di sentire sempre le stesse lezioni. - Cominciò a camminare verso il senso opposto a quello di tutti gli altri, che ci guardavamo come fossimo pazzi, e lo seguii, uscendo dalla porta principale in pochi minuti.
- Scusa ma, amore torniamo a casa piedi?! - Lui mi guardò e sospirò. - Ci toccherà per forza tesoro, le chiavi della macchina le ha Emmett! - Sbuffai.
- La prossima volta veniamo a scuola con la mia macchina! - Mi guardò e scoppiò a ridere.
- Allora lasci che la accompagni fino a casa sua, signorina. - E in un attimo mi sollevò e mi aggrappai al suo collo con le braccia, mi baciò dolcemente e, dopo aver controllato che nessuno ci stesse guardando, cominciò a correre velocissimo verso il bosco.
Tutto attorno a noi sembrava scomparire ogni secondo più in fretta, come se fossimo in una bolla e fuori il caos.
Ma in realtà era diverso, il mondo era immobile e noi il caos. Non avevo mai messo in considerazione il fatto che eravamo noi ciò che mutava nel tempo e nello spazio, mentre tutto attorno rimaneva così, anche se temporaneamente.
E chissà quanti 'temporaneamente' avrei visto, visto che ormai ero una vampira.
Jasper mi posò a terra, e mi accorsi solo dopo di essere arrivata a casa in meno tempo di quanto mi fossi aspettata.
- Andiamo dentro princesa*, ci stanno aspettando. - Alzai lo sguardo e vidi che Carlisle era davanti alla vetrata e ci osservava.
Allora lo presi per mano ed entrammo in casa. Bella era seduta sul divano vicino ad Edward, e sorridevano come se stessero nascondendo qualcosa; lo sapevo perfettamente che quei due avevano fatto qualcosa, ma avrei indagato più tardi, a quattr'occhi. O forse qualche occhio in più.
- Perchè ci avete fatti tornare a casa adesso? - Jasper andò incontro a suo padre che ci aveva raggiunti e gli si piazzò davanti.
- Dobbiamo parlare a tutti voi, ed è una cosa che riguarda i vostri fratelli. - Emmett e Rosalie, eh? Ok, c'era da intuire, con quello che era successo la notte precedente di sicuro volevano fare loro una ramanzina coi fiocchi, o che altro?
- Sappiamo perfettamente che Emmett e Rosalie si amano alla follia, e noi siamo stanchi di sentirli litigare, o vedere che la famiglia è ancora spezzata, quindi abbiamo pensato a una cosa. - La mamma spuntò da dietro a Carlisle, con un sorrisino che non prometteva niente di buono. Per i piccioncini ovvio.
- E cosa avete intenzione di fare? - Edward fece capolino, appoggiato con i gomiti sulle sue gambe ma sempre vicino a Bella.
- Oggi noi fingeremo di andare da qualche parte, senza dire dove, e quando i due ci chiederanno che fine abbiamo fatto, con parole vaghe diremo loro di andare a casa. Se poi dovessero chiamare ancora, non rispondete per nessuna ragione al mondo. Probabilmente mio figlio non è così tonto da farsi scappare l'occasione, quindi li lasceremo risolvere in pace, da soli. E se troveremo la casa sfaciata, vorrà dire che andremo a due funerali! - Ma siamo sicuri che lei fosse davvero una madre, o era una ragazza incarnata nel corpo di una donna ormai adulta?
O vorrà dire che avranno risolto alla maniera di Emmett.. Edward mi guardò e cerco invano di non scoppiare a ridere, aveva letto i miei pensieri e probabilmente la pensava come me.
Però cavolo, era vero! Emmett probabilmente avrebbe cercato di riappacificarsi con Rose in qualunque modo, e a parer mio avrebbe fatto anche altro.. Ma non potevo giudicare, stavo con Jasper e, secondo un detto 'popolare', i latini sono i più calienti.
Che sia vero non lo so ancora, ma prima o poi testerò.
- Io e Carlisle più tardi andremo ad una convention fuori città, torneremo domani verso pranzo, quindi voi sapete cosa fare. - Mamma mi sorrise dolcemente e, dopo aver stampato un bacio a Carlisle, andò in cucina.
- Approfittatene oggi che vi ha fatto saltare scuola, da domani non potrete più! - Carlisle sussurrò appena noi ci avvicinammo tutti a lui e ci fece sorridere, tentava in tutti i modi di unire la famiglia e il fatto che quei due zucconi non avevano capito che si amavano alla follia lo infastidiva e, ovviamente, gli dava dispiacere, adorava sua figlia ed Emmett gli era molto simpatico.
- Che facciamo stasera? -  Carlisle, ovviamente io ero lenta, era già andato via ed eravamo rimasti solo noi quattro.
- Io vado a caccia, ho sete.. - Bella fece una smorfia e guardò fuori dalla finestra; quanto la capivo!
- Non ci andrai da sola, questo lo sai vero? -  Jasper la guardò e le toccò la spalla, e dentro di me crebbe gelosia. Non toccarla o ti strozzo, non farlo.
- Non andrò da sola, verrà qualcuno con me, ma devo andare per forza. E' già parecchio bizzarro essere un vampiro, almeno non fatemi uccidere nessuno! - Si alzò e si guardò attorno.
- Non pensavo ci fosse così tanta polvere.. Non ditelo alla mamma o diventa matta. - Scoppiai a ridere e la guardai. - Se le dici così ti prende a schiaffi, lei ama tenere pulita la casa lo sai! - Mi guardò e fece la linguaccia.
- Purtroppo lo so, quante volte ci ha detto di toglierci le scarpe prima di entrare perchè 'ho appena passato la cera'! - Risi più forte, e anche i ragazzi si misero a ridere.
- Guardate che vi sento, vipere! - Ci guardammo, improvvisamente silenziose, e trattenemmo altre risate prima che mamma venisse a dirci di tutto.
Anche se, infondo, era una mamma adorabile, non aveva mai fatto niente di male, mai uno schiaffo, pochi castighi ma meritati, sempre un sacco di attenzioni verso tutti e tre.
La mamma, quella vera, mi mancava, sì, ma lei aveva sempre cercato di farmelo pesare il meno possibile.
E mio padre? No, nemmeno un po'. So che non si dovrebbero dire certe cose, ma ero contenta che lui fosse in carcere, così non avrebbe dato fastidio a nessuno.
Edward lesse i miei pensieri, un'altra volta. - Ora pensiamo a cosa succederà oggi pomeriggio, ok? - Sorrisi e mi appoggiai a Jazz, che mise un braccio dietro alla mia schiena e mi fece accoccolare contro il suo petto, dolcissimo.
- Ragazzi ancora lì siete? Datevi una mossa, mancano meno di due ore alla fine della scuola e quando i due si accorgeranno che voi siete già a casa si infurieranno, sbrigatevi! -
Carlisle spuntò di nuovo dalla cucina, stavolta era pronto per uscire.
La mamma spuntò poco dopo, aveva raccolto i capelli in uno chignon basso e morbido, e stava d'incanto.
- Noi ora dobbiamo andare, il convegno ci sarà fra un po' di ore ma è lontano da qui, ci vediamo domani, e mi raccomando non fate troppi casini! - I due si presero per mano e uscirono insieme da casa, lasciandoci soli.
- Cosa facciamo, allora? -  Edward ci guardò impazienti, sapevo perfettamente che voleva rimanere solo con Bella. Ti ho beccato, Ed.
Lui sbuffò e io scoppiai a ridere, poi mi alzai.
- Bella va a caccia, ma non da sola. Io ho voglia di andare al cinema, voi non so. - Guardai tutti negli occhi, uno per uno.
- Io vado con Bella, non può andare sola e devo cacciare anche io, voi due? - Jazz mi si avvicinò, appoggiò le mani sui miei fianchi e io mi appoggiai al suo petto con la schiena.
- Noi due andiamo al cinema, poi a fare shopping e infine una serata in un posto speciale. -
Gli sorrisi e lui mi baciò una guancia.
- Che ore sono? - Bella si alzò e fece alzare anche Ed. - Sono le dodici e mezza. -
OH CAVOLO! I due sarebbero usciti in meno di un'ora: ma quanto passava veloce il tempo??
Allora corsi verso l'appendi abiti, presi la mia giacca preferita e mi feci raggiungere da Jasper.
- Forza andiamo, o ritarderemo! -  Uscii di corsa e vidi che Edward e Bella si avviarono verso il bosco.
Era un vero peccato non poter controllare le visioni, altrimenti avrei voluto subito sapere cosa avrebbero fatto quei due, e anche se Emmett e Rose si sarebbero scannati definitivamente o no. Mah!


Bella


Io ed Edward ci eravamo incamminati velocemente verso il bosco, quasi di corsa, e dovevo dire che la cosa era elettrizzante, eccome se lo era!
Ora potevo vedere tutto molto meglio di prima, gli odori erano più intensi e i colori più nitidi, e il panorama della schiena muscolosa di Edward era altrettanto perfetto...
La cosa particolare era che lui, pur riuscendo a leggere i pensieri di tutti, non poteva sapere cosa pensavo io.
Carlisle diceva che io avevo uno scudo mentale, anche se ci avevo capito poco, ma avrei cercato informazioni con calma, e con chi mi avrebbe potuto aiutare.
Raggiunsi Edward e gli sfiorai la spalla, lui si girò e mi sorrise appena; feci un ghigno e cominciai a correre più veloce di lui, sfidandolo.
Lui non si lasciò sfuggire l'occasione, e cerco di raggiungermi invano. Ero più veloce di lui, ebbene sì!
Scoppiai a ridere e continuai a correre, raggiungendo dopo un po' un posto incantevole.
Mi fermai di scatto, e così fece lui appena in tempo, prima di travolgermi come una furia.
- Dove siamo finiti, Ed? - Lo guardai e lo vidi sovrastarmi con il suo corpo. Mi inghiottì fra le sue braccia e mi strinse forte a lui.
- Probabilmente io sono in paradiso, perchè c'è un angelo qui vicino a me. - Mi rigirai fra i suoi arti e lo guardai fisso negli occhi, sorrisi appena e avvicinai il mio viso al suo, appoggiando poi il mento sulla sua spalla.
Le sue dita spostarono una mia ciocca di capelli dietro all'orecchio sinistro, il suo sguardo percorreva il mio viso lentamente, fino alla giugulare, il collo, il petto...
- Sei bellissima. - Sussurrò, facendomi sciogliere. Infilai una mano fra i suoi capelli e avvicinai le mie labbra alle sue.
Il suo respiro si infrangeva su di esse, facendomi rabbrividire. Era una visione mozzafiato, il suo sguardo cupo ma pieno di passione e la sua mascella contratta in una smorfia quasi impercettibile.
Il rumore dell'acqua di sottofondo era piacevolissimo, scorreva lenta dal ruscello al laghetto che avevamo raggiunto, le foglioline si muovevano assieme alla leggera brezza fresca di un autunno inoltrato, e cominciavano a cadere sempre più, anche se il bosco era ancora rigoglioso.
- E mi sto totalmente, incondizionatamente innamorando di te. Lo so che può sembrare stupido, e probabilmente non è così per te, però.. - Lo zittii con un'occhiataccia.
- No, ti prego, non cominciare con la storia che io non ti ricambio. - Poi, avvicinai ancora di più le labbra alle sue e le sfiorai, così lui riuscì a catturarle in un bacio che mi lasciò stordita.
Le sue labbra si incatenarono con le mie, e subito chiese il permesso di accedere. Dischiusi leggermente la bocca per approfondire il bacio, come desideravamo entrambi, e mi sembrò di sognare.
I vampiri non sognano.
Continuammo a baciarci per non so quanto tempo, le sue mani che scorrevano sulla mia schiena lentamente, e le mie che si annodavano fra i suoi bellissimi capelli ribelli.
Mi ritrovai con il sedere contro ad un albero, e me ne accorsi solo dopo, non so darmi una spiegazione logica sul come eravamo arrivati lì.
Le mie mani si infilarono subito sotto alla sua maglietta, mentre la mia era già sparita da un pezzo.
Stava per sfilarmi il reggiseno, quando un odore così pungente e succulento mi colpì le narici e mi fece ringhiare.
Si staccò subito, a fatica, e mi guardò, così riuscii a notare le sue iridi completamente nere.
Un orso, poco più distante da noi, ci guardava minaccioso, e io balzai all'attacco.
Presi la mia maglietta e la diedi ad Edward, lui si appoggiò dove io ero poco prima e si preparò a vedermi cacciare la prima volta.
Prima volta. Un pensiero mi balenò in testa per un istante, ma lo scacciai e tirai fuori i denti.
L'orso grugnì, e si avvicinava sempre più a me. Con un agile scatto, gli corsi incontro e gli saltai al collo, azzannandolo alla giugulare e uccidendolo subito.
Mi faceva quasi pena farlo fuori, ma dovevo per forza.
Mi staccai poco dopo, lasciando la carcassa lì, e tornai da Edward.
- Sai che sei sexy quando cacci, Bella? - Mi guardò con un pizzico di malizia e lo baciai, mordendogli appena il labbro, poi mi staccai e scoppiai a ridere.
- E tu sei ancora più sexy con il sangue in faccia! - Allargò le braccia e mi fiondai, il suo profumo era tanto invitante...
Continuammo a cacciare così, a volte condividevamo la preda, altre semplicemente osservavamo come l'altro faceva.



Rosalie


Dai, su, ancora 20 secondi e sarebbe finito tutto, almeno per quel giorno.
- Cinque, quattro, tre, due, uno... - Sussurrai. La campanella avvertì l'intera scuola della fine dell'ultima ora, e per fortuna quel giorno non avevo altre ore. Mi alzai quasi di scatto dalla sedia, afferrai il libro mentre lo sguardo di Emmett, distante da me, mi seguiva come un'ombra.
Non riuscivo più a resistere. Quattro ore sono tante da sopportare, in più ci si metteva lui!
Ma almeno era finito tutto, e avrei rivisto gli altri e mi sarei calmata almeno un attimo.
Salutai il professore, che mi trattenne con parole che mi fecero insospettire.
- Signorina Hale, volevo dirle di fare gli auguri al signor Cullen e futura signora, ho saputo che a breve convoleranno a nozze. - Mi fermai e lo guardai un attimo confusa, poi sorrisi.
- Sì, finalmente mio padre ha trovato una persona a cui tiene molto e non si è lasciato sfuggire l'occasione. - Emmett mi superò e uscì, stavolta guardava davanti a sè per fortuna, e ringraziai il prof che, dopo due anni di immensa noia, mi aveva salvato da una situazione sgradevole.
- Bene, sono davvero contento per lui, lo conosco da qualche anno e so che è un brav'uomo. - Mi congedai con un sorriso e uscii dalla classe.
I corridoi erano vuoti, si sentivano solo i miei passi e quelli di qualche altro alunno ritardatario o di qualche prof troppo preso da discorsi veramente impensabili da rendersi conto che era finita la giornata lavorativa.
Cominciai ad incamminarmi verso l'uscita e nel frattempo presi il telefono e chiamai mio fratello.
Uno, due, tre squilli. - Pronto? - Sembrava che quel ragazzo stesse aspettando la mia chiamata, mi ero trattenuta così tanto?
- Jazz, dove sei? - Mi guardai attorno e notai che un'insegnante, sulla cinquantina, fissava un punto vuoto con un'espressione triste e una mela rossa in mano. Mi fermai. Mi faceva tenerezza, capivo perfettamente come si sentiva. - Jazz, prima di rispondere, manda un po' di allegria nell'area dove sono io, per favore. -
Pochi istanti dopo, la donna sorrise e addentò con gusto il frutto che aveva con sè.
Sorrisi e tornai a sentire mio fratello. - Io e Alice siamo usciti esattamente quattro ore fa, tu sei ancora a scuola? - No ma mi stava prendendo in giro?!
Se era uno scherzo, non faceva affatto ridere.
- Dai Jazz, finiscila di fare lo scemo e dimmi dove sei. - Lo sentii respirare pesantemente. Ma che stava succedendo?!
- Sul serio Rose, sono uscito ore fa con Alice e ora siamo molto lontani da scuola, tu torna pure a casa, non preoccuparti per noi, besos. - Chiuse la chiamata prima che potessi replicare. Oh, ma mi avrebbe sentita al suo ritorno a casa!
Raggiunsi l'uscita e mi guardai attorno. Se Emmett mi aveva lasciata lì avrei ucciso anche lui.
Ma, per fortuna o sfortuna, non sapevo come pensarla, lui era lì davanti alla jeep, appoggiato di schiena, braccia conserte al petto e gambe incrociate. Ma certo Emmett, metti anche un cartello con su scritto 'Violentami, Rose.' Sbuffai lievemente, ricambiai scocciata il saluto che quell'idiota di Tyler mi aveva lanciato e mi avviai alla macchina.
- Alice e Jasper non sono più qui da ore. - Emmett sbottò così, all'improvviso, dopo essersi messo al posto di guida. Mmh, davvero senza di te non ci sarei arrivata. Ero davvero una zitellaccia, sì. Da quanto tempo non ne vedevo uno? Mmh, troppo.
- Lo so, mi ha appena chiamato Jazz. - Quasi mi toccò arrampicarmi per arrivare al sedile, ma riuscii a sedermi comodamente.
- Che vuoi fare? - Si appoggiò sul sedile e inclinò la testa verso di me, con una smorfia che gli avrei cancellato dalle labbra a suon di baci.
- E cosa credi che voglia fare? Torniamo a casa. - Mi dispiaceva un po' trattarlo così, ma a volte sembrava mi stesse prendendo in giro.
Girò la chiave e mise in moto, ma non riuscii ad evitare di guardarlo, anche se di sottecchi.
Come faceva ad essere così estremamente bello? Le cose banali riusciva a farle sembrare stupefacenti, e anche lui lo era.
Quel suo profilo squadrato, come piaceva a me, era davvero perfetto, il suo sguardo sapeva essere dolce e provocante, ma sapeva anche far rigare dritto chi osava contrastare il suo cammino.
E il fisico, poi! Meglio lasciar perdere i commenti sul suo fisico quasi bestiale, era perfetto. Per me, almeno.
Nemmeno mi ero accorta di essere arrivata a casa. La macchina si fermò e Emmett scese, senza nemmeno aspettarmi.
Saltai giù e chiusi la portiera, poi mi fiondai dentro casa.
- Vado a farmi una doccia, non entrare in bagno per favore. - I miei pensieri erano tutt'altro che così, ma non glielo dissi.
Si sedette sul divano con una birra in mano (come faceva a berla da vampiro?) e fece cenno di aver capito.
Allora mi diressi verso il bagno comune, non avevo voglia di ritrovarmi chiusa in camera di nuovo.
Tentai di aprire la porta, ma era chiusa. Ma cosa..? Tornai in salotto. - Hai chiuso tu la porta del bagno a chiave? - Mi guardò confuso.
- No, perchè mai avrei dovuto farlo? - Si alzò e andò verso la cucina. Strano che non tentasse nemmeno di parlarmi, la cosa mi faceva preoccupare.
Decisi di non darci tanto peso e mi sedetti sul divano al suo posto. Ci stava mettendo davvero tanto, di solito in un attimo usciva.
Mi sentii toccare la spalla e mi girai di scatto, con gli occhi leggermente sbarrati.
- Io e te dobbiamo parlare, e lo faremo esattamente ora. - Mi si fiondò davanti e mi prese per un braccio, mi sollevò e strinse la presa; inutile cercare di divincolarsi, non ci sarei riuscita e anzi, mi sarei fatta davvero male.
Mi trascinò poco più in là e, dopo avermi messa in trappola, mi guardò negli occhi.
- Dobbiamo parlare di quel maledetto giorno in cui è cominciato tutto, e so già che voleranno parolacce e insulti ma non me ne frega un cazzo. - Ora si faceva volgare, quanto poteva provocarmi?
- Ah sì? Bene, allora sei uno stronzo, e sei pure ottuso, perchè ti sei passato quelle due stupide galline che non vedevano l'ora che tu te le portassi a letto. - Il mio tono di voce si alzò, e sapevo che era solo l'inizio.
- Sono io lo stronzo, o sei tu?! Io mi sono solo vendicato per quello che hai fatto tu! - Mi puntò un dito contro il viso. Voleva la guerra? L'avrebbe avuta.
- Non ti permettere, Emmett, non osare darmi della stronza, perchè se lo fai di nuovo ti giuro che ti.. - Mi trattenni, non volevo dare l'impressione della scaricatrice di porti.
- Mi giuri che tu..? Ti prego, non farlo, sto tremando! - Scimmiottò le mie parole, e finse di tremare. Mi stavo alterando, e mancava poco al momento in cui non avrei più resistito.
- Finiscila, stronzo! - Gli urlai in faccia, facendogli indurire lo sguardo. Oh-oh.
- Ripetilo, se hai il coraggio. - La sua voce si era fatta improvvisamente bassa e seria.
- Sei uno stronzo, stronzo stronzo stronzo! - Volevo le botte, probabilmente, o ero arrivata sul serio al limite.
Le sue mani si strinsero in pugni, e fremeva: era rabbia?
- Se solo osi toccarmi, ti giuro che è l'ultima cosa che fai. - E lo scansai, cercai di andarmene ma non riuscii.
Mi aveva afferrata per un braccio e mi stringeva fortissimo, mi stava facendo davvero male.
- Lasciami, idiota! - Cercai di divincolarmi ma non ci riuscii, e il risultato fu una stretta ancora più potente.
- Lasciami, mi stai facendo male. - Mugulai l'ultima parola, strizzai gli occhi per non urlare e tirai fuori i denti.
Mi lasciò, e mi allontanai come una furia. Ero tentata di ucciderlo, per quanto lo amassi.
Mi avvicinai alla porta di ingresso, ovviamente non c'era nessuno in casa e avrei raggiunto qualcuno al più presto, ma era chiusa.
No, era uno scherzo.
Mi girai e alzai un pugno, mirando alla sua faccia, ma la sua mano, con un gesto totalmente contrario a quello di prima, lo bloccò dolcemente. - Scusa, non volevo farti male, davvero. - Lo guardai e sbuffai, eh no così non va bene!
- Resta il fatto che sei ottuso, perchè non hai capito per chi era la canzone. - Assottigliai lo sguardo e attesi la sua risposta.
- Lo so per chi era, era per Jacob. - Strinse i pugni nuovamente e spostò lo sguardo di lato.
- Jacob? Piuttosto zitella a vita! - Strillai, dio sembravo un'oca peggio di quelle che erano a scuola.
- Quindi non era per lui? E allora per chi era? Edward? Sam? Per chi era quella dannata canzone? - I suoi occhi erano velati di una gelosia marcia, ma che idiota che era!
- Era per te, tonto! - Rimase basito, occhi spalancati e bocca socchiusa.
Bene, glielo avevo confessato. Ed ero pronta all'umiliazione.
Me ne andai di nuovo, ormai avevo intuito che qualcuno aveva chiuso tutte le porte per impedirmi di uscire o nascondermi da lui, certo, quindi la mia meta era il divano.
Ma non lo raggiunsi, nè tentai di farlo, perchè lui mi aveva sollevata da terra e mi aveva letteralmente sbattuta contro il muro, non voleva farmi male, nè umiliarmi.
La sua bocca era sulla mia, le lingue giocavano e ballavano una danza fatta di fuoco, le mani scorrevano su tutto il corpo, e finalmente aveva capito.
Il top che indossavo andò letteralmente in pezzi, i leggins fecero la sua stessa fine e la sua maglia anche.
Non poteva essere vero, era sexy da morire e gli avrei fatto di tutto in quel momento.
Si spostò dalle labbra al collo, e inclinai la testa all'indietro. I baci lì no, ti prego. Mi facevano uscire di testa.
Lo sentii fermarsi in un punto preciso, e probabilmente mi aveva lasciato un segno.
Le mie mani, intanto, erano arrivate al bottone dei suoi jeans e lo stavano slacciando con ansia, non vedevo l'ora di vederlo in tutta la sua bellezza.
Le mie gambe si attorcigliarono alla sua vita, e riuscii a sentire quanto mi desiderasse.
Tornò a baciarmi con ancora più passione di prima, mentre le sue dita giocherellavano con i gancetti del reggiseno.
Non lo sentii più addosso; le sue dita stuzzicavano il mio seno, e il mio respiro si mozzò all'istante.
Dio stavo impazzendo. Riuscii, con molta fatica, a slacciargli i jeans e glieli sfilai con i piedi, e feci lo stesso con i boxer. Oh mamma, non volevo crederci.
Quando si appoggiò contro i miei slip, un unico pensiero mi balenò in mente: ti prego, fallo.
Non sentii nemmeno quando me li strappò di dosso; ormai eravamo entrambi completamente nudi, e non vedevamo l'ora di riappacificarci come si doveva.
Erano giorni, forse settimane, che aspettavo quel momento.
Lo sentii entrare dentro di me lentamente, ma quando cominciò a muoversi sempre più veloce i nostri gemiti si unirono, e sembrava che la casa avesse preso vita con noi.
Sempre più veloce, credevo di morire in quel preciso istante.

Venimmo a tempo, lo sentii scaricare tutta la tensione accumulata in quei giorni dentro di me insieme ai suoi umori, e io feci lo stesso con lui. Il mio respiro, lentamente, si calmò, anche se non ne avevo il minimo bisogno, e il suo fece lo stesso.
Appoggiò la fronte contro la mia, era stravolto, lo capivo perchè la ero anche io, ma finalmente aveva capito che io amavo lui, e nessun altro.
Mi staccò dal muro e, come se fossi fatta di cristallo, mi strinse a sè delicatamente, rimanendo dentro di me.
Eravamo una cosa sola, sapevo di aver sbagliato e di essere stata esagerata, ma se l'effetto era quello l'avrei fatto altre mille volte.
Lentamente si avviò verso il divano, si sdraiò e rimasi sopra di lui, sorridendo beata.
Lo amavo, accidenti, e speravo che anche lui mi amasse.
Le sue mani, che erano rimaste attaccate alla mia vita, arrivarono fino al viso e mi tirarono giù, verso il suo.
Le nostre labbra si cercavano, e ci baciammo di nuovo, senza più l'esigenza di poco prima.
La Tv era ancora accesa, ma noi l'avevamo sovrastata di brutto. Così Emmett la spense, il discorso non era ancora finito.



Bene, spero vi sia piaciuto (non mi aspettavo di scrivere così tanto O:), recensite numerosi!
A presto, Alba97.








   
 
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