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Autore: DeiDeiDei    05/10/2012    6 recensioni
[...] Il suo cuore saltò un battito.
-Boyd?- Domandò esitante, fermo e teso come una corda di violino –Isaac?- Non erano mai entrati in camera sua prima, ma chi lo sa, magari il loro Alpha li aveva spediti a tenerlo sotto controllo –Erica?- Anche l’ultimo richiamo cadde nel vuoto. Nel silenzio più assoluto. Nella stanza dove regnavano soltanto il suono del suo respiro e di quello del visitatore. Sembrava persino più vicino. Il cuore di Stiles iniziò a battere più forte, quando un fruscio tutt’altro che rassicurante si mosse verso di lui. Perché quello dietro di se non gli rispondeva? Non era un bello scherzo. Assolutamente no. Avrebbe dovuto parlare col branco riguardo ai loro scherzi. Se l’obbiettivo era spaventarlo, ci stavano riuscendo benissimo. Non sapeva se essere più irritato o terrorizzato, perché una piccola parte di lui, pressante ed accanita contro la sua calotta cranica, gli stava ripetutamente suggerendo che la persona entrata dalla finestra non era Scott, non era Derek, ne Isaac, Boyd o tantomeno Erica. Stiles sentì distintamente lo sbuffo di un ghigno aprirsi da qualche parte nella stanza scura[...]
POV alternato. Focus Stiles.
Genere: Azione, Generale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Finirono per passare il pomeriggio a rincorrersi nel bosco di BH. O, meglio, a rincorrere Stiles. A braccarlo. In una specie di guardia e ladri leggermente sleale , considerando che il loro schieramento, quello delle guardie, aveva usato senza remore forza e velocità sovrannaturali per accalappiare il ladro che, invece, se anche avesse avuto qualche potere, non avrebbe saputo come utilizzarlo al meglio. Lo cacciarono, seriamente: gli davano qualche minuto di vantaggio, lasciandolo scappare e, al segnale di Derek, partivano all’inseguimento, fiutando la preda e seguendone la scia per poi, una volta scovato, attaccarlo ed atterrarlo in un alquanto superfluo intento di renderlo inoffensivo.  La parte della ricerca con l’olfatto, inizialmente, si dimostrò più ardua del previsto per via dell’odore dell’Alpha addosso all’adolescente. Ma Isaac tenne il conto comunque di almeno una dozzina di vittorie consecutive per il Branco. Inoltre, due volte fu proprio lui a saltare addosso al compagno, dopo l’inseguimento, sbattendolo a terra e schiacciandolo col proprio peso fino a fargli dichiarare la sconfitta. Nemmeno una volta la preda aveva fatto qualcosa di diverso dal correre ad una velocità perfettamente umana in qualche direzione confusa del terreno semibuio del bosco  ed urlare quando qualche Lupo, acchiappandolo, gli portava le zanne alla gola. Per gioco, ovviamente. E principalmente per spaventarlo a morte. Era divertente spaventare a morte Stiles Stilinski. Inoltre, per Isaac, l’allenamento col branco era sempre e comunque un momento unico. Uno spasso.

Fu più o meno alla diciottesima “partita” che Isaac iniziò a rendersi conto che qualcosa non andava. Certo, Jackson catturò comunque senza alcun problema il figlio dello sceriffo ed il ragazzo dichiarò come le diciassette volte precedenti che non ne poteva più e che tanto non avrebbero scoperto nulla di interessante a continuare in quel modo. Ma qualcosa non gli tornava. Non capiva assolutamente cosa, ma tutto stava lentamente iniziando a non funzionare. Per quanto la caccia potesse sembrare identica a quelle precedenti, da qualche parte lo schema stava cambiando. E questo non gli piaceva per niente. Perché il suo inconscio gli ricordava in continuazione che non era normale succedesse e perché, razionalmente, lo sapeva che non sarebbe dovuto cambiare nulla.  Pur essendo loro stessi scherzi della natura, avevano comunque a loro volta delle regole naturali alle quali rimanere legati. E cambiarle non era normale.

E, al ventesimo round del loro gioco, persero la preda. Non tanto perché si concentrarono. Non si concentrarono affatto. No, semplicemente la persero. Quando Derek diede il via alle guardie e, come ormai era loro abitudine quel pomeriggio, partirono all’inseguimento della foresta. Isaac si era ritrovato ad essere il più vicino, aveva sorriso (ghignato, per essere più precisi) ed aveva aumentato il passo. Aveva corso, sentendo l’odore sempre più vicino. Sempre più vicino. Sempre più vicino. E poi, entrando in una piccola radura erbosa, già pronto a spiccare il balzo finale per atterrare la preda, l’aveva trovata vuota. Si era guardato attorno, confuso, annusando l’aria più e più volte, irritato. L’odore di Stiles (Derek? Sterek?) era ovunque. Almeno quindici scie diversamente direzionate che, al contempo, si stavano disperdendo. Aveva riconosciuto anche le scie dei propri compagni, la sua, quella di qualche animale. Ma dell’ultimo passaggio di Stiles nemmeno una piccola traccia. Due passi nella radura e, Puff, semplicemente svaniva. Aveva aspettato che altri, in questo caso Boyd e Scott, lo raggiungessero. Si erano consultati per un attimo, sempre più confusi. Alla fine, poi, decisero di fare i bravi cuccioli e se ne tornarono da Derek.

L’Alpha li accolse  con un cipiglio accigliato, allungando il collo e guardando lo spazio dietro di loro col chiaro intento di scorgere il ragazzino che teoricamente avrebbero dovuto riportargli. Quando spostò nuovamente lo sguardo iridescente su di loro, una domanda implicita vi era ben impressa a fuoco. Non sarebbe stato difficile per nessuno comprendere cosa volesse sapere. Dove diavolo è quell’idiota? Perché siete tornati qui in tre senza pietra? E, forse, è successo qualcosa?

-E’ scomparso.- Rispose Isaac con una scrollata di spalle. Perché, davvero, non poteva mostrare al proprio Capo Branco quanto fosse teso per via di quell’imprevisto. Derek lo squadrò sospettoso più che mai. –Hei, sono serio, è scomparso nel nulla. L’ho seguito fino ad una radura cinquecento metri circa ad Ovest da qui e, di colpo, è svanito nel nulla. Lui, il suo odore. Tutto.- Insistette per non rischiare di essere linciato od etichettato come scansafatiche del Branco. –Ho provato a rintracciarlo attraverso l’odore, ma ci sono troppe sue scie e nessuna abbastanza chiara da essere appena stata lasciata…- Spiegò rimanendo, suo malgrado, pensoso. Quella cosa ancora non gli tornava. E a quanto pareva sembrava non tornare neppure agli altri. Tutti gli altri: ogni singolo membro del branco aveva dopo poco fatto il suo ingresso nello spiazzo erboso. Tutti ugualmente confusi. E persino Allison e Lydia, che erano rimaste fino a quel momento come al solito a chiacchierare e messaggiare su di un masso poco distante, smisero di fare le pettegole e si degnarono di accostarsi al gruppo con espressioni più preoccupate che interrogative. Lo sguardo del Branco si spostò all’unisono su Derek, chiedendo silenziosamente una risposta. Una spiegazione. Un’idea.

-Non muovetevi da qui.- intimò infine muovendosi verso la foresta e poggiando al contempo fermamente una mano sulla spalla destra di Isaac che, ovviamente, fu di conseguenza costretto a voltarsi e seguirlo passo passo. Perché prendeva sempre lui per fargli da assistente? Non avrebbe saputo dirlo, ma dopotutto non era che gli dispiacesse. La cosa lo rendeva abbastanza orgoglioso di se stesso, perciò non osò lamentarsi. Il Capobranco marciò fino a quella benedetta radura nella quale poco prima avevano perso la loro preda. Mosse un paio di passi nell’erba ricoperta di foglie secche del sottobosco e si mise a saggiare l’aria. Isaac incrociò le braccia al petto, quasi infastidito dal comportamento dell’altro. Insomma, cosa credeva, anche loro avevano annusato l’aria e seguito le tracce a terra. Forse erano inesperti, ma non di certo idioti! Non era che il titolo di Alpha potesse aiutarlo in questi casi.

-Andiamo.- E invece Derek parlò e partì in quarta verso Sud. Apparentemente, al contrario di ciò che aveva pensato Isaac, qualche capacità in più forse l’aveva. L’adolescente tentò disperatamente di capire quale scia stesse seguendo il proprio superiore. Niente. Stava seguendo il niente più totale? Rassicurante. Le sopracciglia di Isaac minacciarono di andare a nascondersi sotto l’attaccatura dei capelli. Il suo Alpha stava inseguendo con tutta la serietà del mondo il nulla. Perfetto!

Derek si fermò di colpo, annusando l’aria con fare concentrato. Isaac si fermò dietro di lui, facendo lo stesso. Ma anche quella volta nemmeno la parvenza di una scia seguibile. Poteva quasi sentire le proprie vene gonfiarsi e scoppiare. Era esasperante! Per quanto si impegnasse non riusciva a captare nulla. Avrebbe voluto che Scott fosse stato lì con lui: avrebbe saputo tirargli su il morale e, magari, lo avrebbe aiutato a capirci qualcosa. Ne aveva bisogno. Perché di tracce della preda non ce ne erano. Nemmeno un rumore di passi distanti. O di foglie rotte nelle vicinanze. O forse si? Si guardò attorno con tanto d’occhi quando si rese conto che il fogliame rumoroso era un effetto di uno spostamento ulteriore del Capobranco. Che diavolo voleva fare? Il lupo fece appena in tempo a chiedersi come avesse fatto a trovare degli indizi (sempre che ne avesse seriamente trovati), che l’altro sparì dietro un agglomerato confuso di sterpaglie e rovi. Ne seguì un inquietante silenzio, rotto dopo qualche secondo da un urlo terrorizzato e da un’esclamazione. Ci fu uno spostamento di rami e Isaac poté giurare di aver riconosciuto il rumore di qualcuno che viene trascinato a forza nelle foglie secche. Un’altra imprecazione. Qualche secondo e l’Alpha riapparve, tirando per il braccio la preda. La loro stramaledetta preda.

-Ahiahiahiahi!- Quella stessa fottuta preda che era loro sfuggita svanendo nel nulla –Lasciami, che bisogno hai di stritolarmi il braccio? Non ho fatto nulla di male, mi pare. Mi hai detto TU di correre e nascondermi ed è quello che ho fatto… cos’è questa? La ventesima volta? Ventunesima? Ahia! Ma che? Sono solo corso via e mi sono nascosto in un posto a caso. Quelle erbacce schifose non erano neppure comode e credo che un qualche strano insetto mi sia entrato nella schiena. Perchè diavolo mi guardi così? Sei arrabbiato? Ho sbagliato qualcosa? Ti prego non mi sbranare, non mi mordere! Cioè, non penso che a questo punto possa cambiare qualcosa se mi pianti i denti da qualche parte, ma preferirei che le tue adorabili zanne se ne rimanessero ad una buona distanza dalla mia pelle. E non ringhiare. Ti prego, mi fa venire il mal di testa a sentirvi ringhiare.- Isaac rimase a bocca aperta a fissare la scena. Derek che teneva Stiles per il braccio, come una guardia che scorta un vandalo in cella, ringhiandogli contro, a tratti, e scrutandolo negli occhi il più vicino possibile. Se non avesse conosciuto bene l’Alpha, avrebbe detto un po’ troppo vicino. L’altro adolescente, in compenso, aveva smesso relativamente presto di divincolarsi e si stava limitando a ricambiare lo sguardo truce del Licantropo. Ovviamente senza tacere nemmeno per un attimo.

Derek avvicinò, più serioso che mai, il viso al giovane, fermandosi un attimo a capo chino prima di passare la punta del naso sul collo di Stiles. Come se fosse stata una cosa normale. Finalmente il ragazzo si zittì. Un effetto positivo da contrapporre all’imbarazzo generale doveva pure esserci, no?  Isaac distolse lo sguardo, alzando gli occhi al cielo. Erano esasperanti quei contatti tra Licantropi un po’ troppo ravvicinati. Derek, poi, a quanto pareva non aveva idea di cosa fossero gli spazi personali. Non ci si struscia contro il collo di un’altra persona come se niente fosse. Nemmeno se il motivo è innocente come controllarne l’identità biologica. Che si prendessero una stanza, accidenti!  Riabbassando lo sguardo, si rese conto che l’Alpha si era staccato. Sospirò sollevato, prima di spostare lo sguardo attentamente sul Capobranco.

-Allora, che è successo?- Chiese accennando con un movimento del mento al castano.

-Ha, in un qualche modo, annullato la propria scia.- Rispose dopo un attimo di ragionamento, facendo venir voglia ad Isaac di  sbuffare una volta per tutte. O urlare al cielo un sarcastico ringraziamento per avergli mandato l’incarnazione di Capitan Ovvio sulla terra. –Potrebbe essere stato avvantaggiato dal suo attuale odore misto. Ma questo non toglie che è comunque riuscito a schermarsi. Ha fatto in modo che nessun Lupo potesse trovarlo. Io ci sono riuscito solo grazie ad una vita di allenamento.-

-E come diavolo ha fatto?-

-Non ne ho idea.- Questa volta toccò all’Alpha fare spallucce –Il suo odore ha preso una sfumatura quasi irrintracciabile. Non saprei farlo nemmeno io, credo. Non so se è stato un caso o se è una sua qualche capacità. Credo di aver letto qualcosa nell’archivio di famiglia. Dovrò controllare. È una cosa che, se ricordo bene, possono fare davvero in pochi. Potrebbe essere la prima manifestazione dei suoi poteri.- Continuò come se non avesse davanti a se il soggetto del suo discorso, che lo osservava accigliato. –Domani torna Peter. Lo so, è in anticipo. Ma a fare ricerche è molto più bravo lui, perciò l’ho richiamato. Dovrete continuare a testarlo fino a quando non arriva.- Stiles, miracolosamente, li aveva graziati e non aveva detto una sola parola per tutto il discorso del Capobranco. Derek lo fissò negli occhi con lo sguardo di chi sta cercando di sondarti l’anima. Stiles ricambiò, come a sfidarlo. Isaac, per la seconda volta in un quarto d’ora, alzò gli occhi al cielo.

Seriamente, non avrebbe mai imparato a capirli, quei due.

 





Angolo dell'autrice:
Salve a tutti!
Possibile che mi fossi dimenticata di dover postare oggi? Possibilissimo. Ma capitemi, ero intenta a pulire l'acquario del mio futuro tritone ** E indovinate come si chiamerà il mio piccolo lucertolo? xD

Comunque sia, questo è un tentativo di POV Isaac, anche se è meno introspettivo degli altri. Tranquilli, se non mi verrà chiesto non mi ripeterò!

Ringrazio ancora chi segue e chi recensisce!
   
 
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