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Autore: LadyBlake    17/04/2007    9 recensioni
Primo di settembre. King’s Cross. Una ragazza che spinge un carrello stracolmo di stranezze si fa largo, a fatica, tra la moltitudine di pendolari che affollano le banchine della stazione. Guardiamo l’orologio, sono quasi le undici. È in ritardo. Ovviamente. Attenta a non attirare l’attenzione su di sè, eccola avviarsi tra il binario 9 e il 10, scomparendo alla vista di tutti. Il suo nome è Isabella. Ma nessuno la chiama così. È la signorina Bothwell per i professori. È Stellina per la mamma e Bells per suo fratello maggiore. Il resto del mondo la conosce da sempre come Bella. Oh, sì…sì, certo. Dimenticavo. C’è poi un ragazzo che l’ha ribattezzata ‘Torta alla Vaniglia’. Già. Proprio così. È accaduto precisamente oggi. Oggi, un anno fa.
Genere: Romantico, Commedia, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Eccomi qua!

Dritta dritta di ritorno dall’oltretomba!

Grazie a tutti, sempre e comunque!!

Bacioni,

Tess

Capitolo 24

Si rimugina

 

Era ormai pomeriggio inoltrato: il sole era riuscito a fare capolino nel cielo e, piano piano, il grigio aveva ceduto il posto a un azzurro pallido.

Ciò nonostante era ancora pieno inverno e Bella Bothwell era una creatura particolarmente sensibile al gelo.

Non lo amava, ma non lo odiava neppure.

Solo, non sopportava il fatto di non poter stare al caldo.

Quel giorno poi, per vari ed eventuali motivi, il freddo la infastidiva enormemente…cioè, molto più del solito.

Le dita della mano destra, impegnate a stringere la piuma per prendere appunti, non ne volevano sapere di scaldarsi: sembravano essere di ghiaccio.

I piedi poi…meglio non parlarne.

Si lasciò sfuggire uno sbuffo irritato, guadagnandosi un’occhiataccia da parte del professore.

Si mosse a disagio sulla sedia e si perse a fissare la schiena del compagno seduto di fronte a lei.

 

Se il suo chiodo fisso negli ultimi tempi era stato il desiderio, anzi, la necessità di sapere quanto Draco tenesse veramente a lei, bene, era stata ampiamente accontentata. E nel peggiore dei modi.

Stramaledetto vizio dei ragazzi: se non sapevano come impegnare il loro prezioso tempo, cosa facevano?

Scommettevano.

Ecco a voi la moda del momento. Li faceva sentire grandi, virili, potenti.

Ma di solito ti giochi dei soldi…nel caso più innocente dei dolciumi; in alcuni casi vuoi solo umiliare il tuo rivale: gli fai fare i tuoi compiti, lo costringi a ingerire pozioni repellenti, lo spingi ad azioni assurde in pubblico…

MA NON TI GIOCHI LA RAGAZZA.

O almeno, non te la giochi se tieni a lei.

Ovvio che se per te la poveretta di turno è solo un peso, un gioco, un passatempo, bè, allora te la giochi più che volentieri.

Maledetto Malfoy dal cuore piccolo come un fagiolo e dall’ego grande come l’intero universo.

 

Ripensò alla giornata trascorsa: una tortura.

Roberts aveva continuamente cercato di attirare la sua attenzione, soprattutto durante la pausa dell’ora di pranzo. Tutta quell’ostinazione Bella non la capiva proprio. Come se non si fosse resa conto che il vero obiettivo del ragazzo era colpire Draco e NON conquistare lei.

L’aveva presa per un’imbecille?

Oh, ma le avrebbe cantate anche a lui.

Rimaneva in attesa dell’occasione propizia per sfogarsi un po’.

E Draco?

Bè, non l’aveva guardato neppure una volta.

E i suoi compagni (benedetta la bontà d’animo dei Grifondoro) le avevano fatto scudo quando lui si era avvicinato per parlarle.

Bella era certa che presto sarebbe tornato di nuovo alla carica.

‘Un Malfoy non si arrende mai’.

Un’altra stupida regola che si era imposto.

Ma Draco non capiva.

Lei gliel’aveva letto negli occhi. Si era aspettato di tutto quella mattina, ma non di certo che lei gli voltasse la schiena e lo lasciasse lì, da solo, in mezzo al corridoio.

Nemmeno si era accorto, forse, che l’aveva chiamata ‘Bella’, senza ricorrere a uno dei suoi stupidi nomignoli.

E lei non si era fermata, anche se l’incertezza e la punta di panico nella voce di Draco le avevano procurato uno strano brivido lungo la schiena.

Sapeva bene lei che Draco era stato convintissimo di vincere. Non l’aveva neppure sfiorato l’idea di perdere la partita…e la scommessa con Roberts.

Noo. Blasfemia! Sacrilegio!

Perdere? Non sia mai!

E quindi?

Giochiamoci la ragazza per una stupida partita di Quidditch e per un’insana rivalità contro un avversario.

Scarabocchiò qualche parola insensata sul foglio di fronte a lei. Giusto per dare al professore l’impressione di essere attenta alla lezione.

 

E il pensiero peggiore per Bella era che se i Serpeverde avessero vinto davvero, lei di quella scommessa non sarebbe mai venuta a conoscenza.

Mai che andasse a farsi i conticini con la realtà, il gradasso.

E le aveva detto tutto con una spavalderia degna di un gran pugno in mezzo al viso: quel tanto da spezzargli l’osso del naso in mille pezzettini.

Ginny l’aveva implorata di svegliarsi e le aveva chiesto fino a quando si sarebbe abbassata ad assecondare le manie di ‘quel cretino snob’.

Ecco, a dirla tutta, cominciava a chiederselo anche lei.

 

Maledisse ancora una volta la gonna dell’uniforme scolastica, troppo corta per coprire bene le gambe. I capelli invece, lasciati astutamente sciolti sulle spalle, fungevano da barriera contro gli spifferi freddi che le arrivavano sulla schiena come pugnalate.

Bella era arrabbiata, certo.

Aveva una gran voglia di prenderlo a calci. Davvero. O di farlo prendere a calci, da qualcuno che potesse veramente fargli male.

Bella era delusa.

Di lui, certo. Ma in egual misura di se stessa. Come diavolo aveva fatto a cacciarsi in quella situazione? Per ridursi a quei livelli ci voleva davvero grande impegno.

L’unica a rimetterci per i vizi, i capricci e la cocciutaggine di Draco, era sempre e inesorabilmente lei.

Sempre a corrergli dietro come un cagnolino, a esaudire ogni suo desiderio, ad annullarsi per lui.

Bella aveva un gran mal di testa.

E poi si sentiva debole.

Forse un principio di influenza. Dopo la lezione sarebbe passata in infermeria.

Troppi pensieri. Decisamente troppi pensieri.

Lezioni sempre più impegnative…voti poco più che sufficienti…compiti in grande abbondanza…Draco…

Un periodaccio, insomma.

Vedendo che gli altri stavano tirando fuori il libro, ne seguì l’esempio.

Incominciò a seguire la lettura del capitolo.

Un raggio di sole si posò sulla mano sinistra, abbandonata mollemente sul  banco. Il lieve calore la distrasse e i suoi occhi indugiarono per qualche istante sui minuscoli granelli di polvere che roteavano a mezz’aria.

Sospirò impercettibilmente, per non attirare l’attenzione dei compagni e del professore.

 

Forse quella da prendere a pugni, in fin dei conti, era proprio lei.

Sapeva dal principio chi era Draco Malfoy.

Davvero aveva creduto in qualcosa di diverso?

Davvero aveva abbassato così tanto la guardia da illudersi, anche solo per un attimo, di essere ricambiata in egual misura dal ragazzo?

E soprattutto, da quando era diventata così cieca e idiota da non riuscire ad ammettere nemmeno a se stessa di essere innamorata di lui?

Persino i sassi di Hogwarts dovevano essersene accorti.

 

Il professore la chiamò e lei fu costretta ad accantonare tutti i pensieri che le affollavano la mente.

Ci penserò domani.

 

***

Il rumore dei passi echeggiava nei lugubri corridoi, lì nei sotterranei, mentre un paio di studenti Serpeverde si dirigevano verso il loro dormitorio.

-Neanche un parola, capisci? Neanche una stramaledettissima parola! E mi ha ignorato. È da stamattina che mi ignora. Solo quegli occhi da cane bastonato e morta lì.

Al ricordo dello sguardo che Bella gli aveva rivolto quella mattina, Draco si sentì rivoltare lo stomaco sottosopra e, preso da una foga che nemmeno lui riusciva a spiegarsi, ricominciò a parlare, stavolta più in fretta, per distrarsi e cancellare quel ricordo.

-E Roberts poi, che le ronza attorno come un moscone. Lo schianto, giuro che lo schianto, io lo…

Blaise alzò gli occhi al soffitto e si fermò, voltandosi a fronteggiare l’amico.

-Qual è il problema?

-Blaise, ho bisogno di sfogarmi, quindi non mi interrompere. Non mi servono i tuoi soliti commenti, ok? Non mi interessa cosa pensi di questa storia o di Bella, voglio solo…

-No, Draco. Non hai capito. Ti ho chiesto: qual è il problema?

Gli occhi di Draco erano lame, pronte a tagliarlo in due.

-Non hai ascoltato una sola parola di quello che ho detto.

-Ti sbagli, amico. Ho ascoltato, e fin troppo bene.

-E quindi? È chiaro, no?

-No, dannazione! No che non lo è!!

Blaise fece un passo in avanti e spintonò l’amico.

-Ma che diavolo! Che ti prende?

-Mi prende, Draco, che non riesco a capire dove diavolo sia finito il mio migliore amico! Da quando ti tiri tutte queste seghe mentali, eh? Cazzo, Dray. Non ti riconosco più!

-Io sono sempre io, Blaise! Dove cazzo vuoi andare a parare? – fu la volta di Draco a spintonare l’altro.

Non senza nascondere un certo nervosismo.

Blaise respirò profondamente una, due volte. Per calmarsi.

-Sei anni di Hogwarts mi hanno insegnato parecchie cose, Draco. E non parlo di scuola, amico. Parlo di te.

Draco non rispose, in attesa che l’altro continuasse.

-Sarò più esplicito. Il Draco Malfoy che conosco non ha bisogno di chiedere consigli. Fa quello che vuole, giusto o sbagliato che sia. Il Draco che conosco io se ne frega altamente di ciò che ha promesso a uno come Roberts! Se Draco non vuole che Roberts si avvicini a Bella Bothwell, lo maledice, lo affattura, lo minaccia, lo prende a scarpate nel culo, se necessario, ma non lo fa avvicinare a Bella Bothwell! Draco Malfoy non si fa mettere i piedi in testa da nessuno, cazzo! Non ti sei mai inchinato nemmeno a Potter, dico io! Il Draco che conosco io se ne FREGA di ciò che dice la gente. E alla fine, se il Draco Malfoy che dico IO vuole Bella Bothwell, cazzo, se la prende!!! E tanti saluti a chi si mette in mezzo! Chiaro il concetto, amico?

Blaise prese fiato e si allontanò da Draco: una statua di sale che, improvvisamente, aggrottò le sopracciglia pensieroso.

Fece un passo, due.

Si fermò di nuovo e chinò la testa.

Rimase in silenzio per qualche istante, poi, le sue spalle furono scosse da un tremito.

Poi da un altro.

E un altro ancora.

Draco Malfoy stava ridendo. Come non faceva più da un pezzo.

Era vero. Era tutto vero.

Era giunto il momento di tornare ad essere se stesso. Diavolo...ma dove era stato per tutto quel tempo? Ci era voluta la sfuriata di Blaise per farglielo capire.

Smise di ridere, raddrizzò le spalle e si diresse velocemente verso il dormitorio.

Entrò e, passando di fianco a Blaise, gli diede una pacca sulla spalla.

Blaise valutò per un attimo lo sguardo deciso di Draco, l’espressione del viso e il ghigno disegnato sulle sue labbra.

Bè, forse il suo sfogo era valso a qualcosa, in fin dei conti.

-Bentornato, amico!

Draco Malfoy gli rivolse un cenno di saluto, prima di chiudersi la porta di camera sua alle spalle.

Doveva riposare.

L’indomani sarebbe stata una giornata interessante.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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