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Autore: kymyit    06/10/2012    1 recensioni
Fatto il misfatto è necessario prendere le redini della situazione prima che degenerino, è cosa ovvia e risaputa. Così una mattina Piemon e Yamato si trovano davanti alla svolta più importante della loro relazione.
Aspettano dei figli ed è giunto il momento di decidere se continuare a divertirsi o ufficializzare la propria unione. Ma poi, perché diavolo Piemon vorrà sposarsi a Las Vegas? Riuscirà Mimi a costringere Yamato a portare il bouquet? E chi è l'oscura presenza che minaccia il matrimonio?
Tutto il delirio e i sentimenti che volete in questa fan fiction, che partecipa alle challenge: "Chi, con chi, che cosa facevano" e "I difetti di Howl"
Coppie: [Piemon/Yamato, Mugendramon/Metalseadramon, Taichi/Sorpresa, varie accennate u.u]
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Crack Pairing | Personaggi: Piemon/Piedmon, Un po' tutti, Yamato Ishida/Matt
Note: OOC | Avvertimenti: Mpreg
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Two Lonely Stars'
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Capitolo 7:  Lui è il celebrante e il testimone dello sposo ha la cacarella



E giunse finalmente il fatidico giorno. Il giorno in cui il sì sarebbe stato pronunciato, in cui Las Vegas avrebbe conosciuto la distruzione, in cui le ferite si sarebbero rimarginate e nel quale i pazzi corrono per le strade illuminate dalle insegne al neon urlando contro le banane. Un giorno infinito come l’apocalisse, che si attende con ansia e non si sa quando termini. Un giorno che però giunge e inizia una mattina con un fastidioso trillo di sveglia, seguito dal fracasso della medesima, disintegrata contro la più vicina parete.

Il primo a svegliarsi fu Piemon, creatura della notte, che ancora soffriva per il cambio forzato dell’orologio biologico. L’enorme scatola con la scorta di sveglie ai piedi del letto ne era una riprova. Il digimon si alzò a sedere nervoso, poi rivolse un’occhiata al ragazzo che giaceva al suo fianco e s’infilò la vestaglia, uscendo dalla stanza in silenzio.

Yamato si svegliò, da solo, si rigirò nel letto e si rimise a dormire finché un delizioso profumo di cornetti appena sfornati non invase le sue narici e quando aprì gli occhi definitivamente, incontrò quelli rossi del suo sposo.
-Buon giorno.- lo salutò il clown, stranamente dolce e privo di malizia. Yamato guardò fuori dalla finestra, nel caso fosse davvero in atto l’apocalisse.
-Buongiorno…- rispose massaggiandosi i capelli, assonnato -Che ore sono? E’ presto…- protestò flebilmente lasciandosi imboccare un cornetto.
-Sono le sei e mezzo del mattino.- rispose Piemon -Vorrei passare un po’ di tempo con te in pace.-
-Già…- Yamato era già in ansia. Mancava mezzora all’arrivo di Mimi e Miyako che l’avrebbero preso e rivoltato come un calzino, agghindato come un albero di Natale e tirato a lucido come una bambolina di porcellana. -Grazie…- disse sorseggiando il caffellatte.
Piemon gli lanciò un’occhiata strana -Di cosa?-
-Di non aver proposto di vestirmi da bomboniera.- rispose sogghignando.
-Ah… già…- fece quello, ridacchiando nervosamente e Yamato ebbe un terribile sospetto.
Un orribile sospetto.
Sospetto che fu fugato all’arrivo delle amiche che minacciose lo strapparono al calduccio del letto di Piemon per trascinarlo nella sua stanza ed agghindarlo a festa.

E la tortura ebbe inizio.


-Mettile!- esclamò Mimi.
-No!- si oppose lui. Ma insomma, era lo sposo! Aveva diritto di dire la sua, no?!
-Mettile e scendi da lì, non fare il bambino!-
-Scenderò da qui quando brucerai quelle mutande del diavolo!-
-Andiamoooo…- tentò di convincerlo con le buone Mimi.
-Mimi, non posso mettere delle mutande rosa solo perché vuoi una nipotina, cerca di capirlo!- tentò di mercanteggiare il ragazzo dalla sommità del baldacchino. Mimi mise un lungo broncio, ma poi accantonò l’idea delle mutande rosa e inviò un messaggio a Miyako, che si occupava di Piemon.
-Molto bene, allora metti queste!- esclamò mostrandogli un paio di slip blu. Yamato alzò gli occhi al cielo.
-E va bene.- si arrese scendendo dal letto con un balzo -Ma basta idee strane!-
Mimi gli sorrise sorniona -Va bene, va bene.- Non sapeva proprio mentire, grazie al cielo, perciò il ragazzo si preparò psicologicamente alle sue idee balzane di wedding planner in erba. Infatti, poco dopo tento di propinargli dei calzini rosa.
Dopo che Yamato rifiutò mille e più proposte, Mimi decise di concentrarsi su gli altri elementi del corredo matrimoniale che mai devono mancare nel vestiario di ogni sposo o sposa che si rispetti. Mentre Yamato si abbottonava il gilet e legava la cravatta, la ragazza passò in rassegna la sua lista.
-Cosa nuova?-
-Scarpe.- esclamò lui, con la conquista dell’amica ai piedi. Un trofeo di guerra.
-Cosa prestata?-
Si frugò fra le tasche e mostrò un piccolo oggetto bianco appuntito.
-Che cos’è?!- domandò la ragazza.
-Un dente di Megarmon, devo restituirglielo dopo la cerimonia.- fece lui, con aria seria e divertita al tempo stesso. Anche Mimi sorrise.
-Sei uno zietto tanto adorato, vedo.-
-Questo non mi risparmia dai loro scherzetti.- Infatti, non avrebbe mai potuto dimenticare il giorno in cui gli avevano impiastricciato la faccia con i pennarelli. Indelebili.
-Cosa vecchia?-
-Digivice.- rispose immediatamente.
-Ci hai messo molto impegno a trovarla, eh?- commentò Mimi spuntando la casella corrispondente sull’elenco. -Cosa regalata, c’è… cosa rossa c’è… La moneta.- detto ciò gli infilò una monetina nella scarpa contro la sua volontà e lo trascinò nel bagno per acconciargli i capelli.
Non prima di impiastricciargli la mano con un pennarello rosa. Indelebile. Tanto aveva i guanti!


Sul fronte Miyako le cose andavano meglio, Piemon tendeva a non sopportare Mimi, ma aveva giurato che si sarebbe comportato bene con l’altra ragazzina, perciò si vestì e passò al check up anche lui.
-Cosa nuova?-
Prontamente mostrò una maschera comprata apposta per l’occasione, sempre bicolore, ma più piccola della solita, con i contorni orlati in oro.
-Cosa blu?-
-C’è ma non si può far vedere.- rispose prontamente.
-Ehm… cosa regalata?-
Il clown tirò appena il colletto della camicia. Anche lui aveva ricevuto l’abito in dono da Sora e doveva ammettere che la ragazza aveva talento anche se quello non era il suo campo. Il completo era rosso in tessuto lucido, gli scendeva lungo i fianchi senza stringerli e nascondendo il suo punto vita decisamente sottile. La camicia era bianca, con i polsini plissettati in pizzo. La giacca non aveva le solite code lunghe che Piemon usava portare. I pantaloni erano dello stesso colore della giacca, ma aderenti al corpo. Indossava degli stivali scuri alti al polpaccio, anch’essi stretti. A vederlo vestito a quel modo c’era da chiedersi se fosse davvero lui. Inoltre aveva i capelli raccolti in una coda bassa e non la solita pettinatura antigravitazionale.
-Bene, abbiamo anche la cosa rossa… cosa prestata?-
Il clown le mostrò il dente del “nipotino”. Megarmon tendeva a perdere i denti a velocità disarmante tanto era scalmanato, ma poiché gli ricrescevano subito, non se ne curava più di tanto.
-Cosa vecchia?- Piemon aprì allora un cofanetto e prese un vecchio bracciale in oro.
-Ecco qui. Finito?-
-Mancano la cosa rosa e la moneta nella scarpa.-
-Dopo la cerimonia avrò monete ovunque, mia cara, non ho intenzione di farmi venire i calli ai piedi e non metterò una cosa rosa addosso. Per adesso.- Era ovvio che pensasse alla prima notte di nozze, in effetti, tramava qualcosa già da un po’, ma i suoi piani erano off-limits come un certo armadio dalla cui chiave non si separava mai. Oscuro appariva all’angolo della stanza, quale segreto celava? Miyako e Mimi non volevano saperlo.


Mentre i due sposi si preparavano, gli invitati raggiunsero il locale per la cerimonia a Las Vegas. Un gruppo, capitanato da Sora, si occupò di controllare che la sala per il pranzo nuziale fosse in perfetto ordine. La torta a sei piani troneggiava maestosa in un angolo. Enorme, bianca, rossa e nera, sulla cima vi erano delle riproduzioni in cioccolato plastico dei due sposi. Per fortuna erano riusciti a dissuadere Mimi dall’affondare il mini Piemon nella torta. C’era una chiara inimicizia fra loro. Certo entrambi la mascheravano bene per il quieto vivere.
Il gruppo capitanato da Taichi appurò che la sala della cerimonia era in ordine. I testimoni erano al loro posto, i paggetti e le damigelle idem, mancavano solo gli sposi.
E il celebrante.
Vamdemon era palesemente nervoso, e non certo perché era giorno inoltrato e non poteva riposare al calduccio della sua bara. Camminò su e giù per un salone adiacente alla sala, in attesa di sbollire, quando qualcuno gli si fece incontro.
-Quando arriveranno gli sposi?- domandò una voce familiare che gli fece rivoltare le budella dal disgusto. Quando si voltò, strabuzzò gli occhi per lo shock.
No, non era una sorpresa trovarlo lì, non era quello il punto. Phelesmon era lì in giacca e cravatta e quella sua aria strafottente e mefistofelica, quel sorriso irrisorio tirato da un orecchio all’altro!!
-Cosa ci fai tu qui?-
Il digimon di fronte a lui sogghignò e accorciò le distanze. Osò invadere il suo spazio personale e gli mise un braccio intorno alle spalle soffiando le sue parole velenose direttamente nelle sue orecchie.
-Sei terribilmente geloso, vero fratellino?-
-Sparisci, Phelesmon!-
-Non posso, sto lavorando qui.- rispose quello e nei suoi occhi vi era riflessa la dolorosa verità. Ma dopotutto, con un padrone simile (Belphemon, il Demon Lord dell’Accidia), che cosa poteva fare un povero luogotenente se non rimboccarsi le maniche per tirare avanti la baracca?
-Non pensavo ti piacesse celebrare matrimoni.-
-In realtà ho appena scoperto questo genere di attività, in più oserei dire che adoro movimentare le cerimonie. Non mi piacciono le formalità, lo sai anche tu, no?-
Oh, sì che lo sapeva, Vamdemon. Da piccolo, suo fratello era temuto per i casini che riusciva a mettere su durante le cerimonie formali di suo padre, uno dei motivi per cui col genitore erano perennemente ai ferri corti.
-Che cosa vuoi?- domandò sulla difensiva il vampiro.
Il diavolo scosse il capo e gli diede delle pacche sulla schiena.
-Vengo in pace, fratellino. Ho riflettuto molto in questo periodo e ho capito di essermi comportato davvero male con te. Voglio farmi perdonare.-
-Stai tramando qualcosa?!- non era una domanda. Vamdemon sapeva per certo che quello era lì con il solo scopo di fargli dannare l’anima.
-Voglio solo aiutarti. Vuoi davvero che il tuo caro pagliaccetto si sposi?-
Per un attimo Vamdemon rimase paralizzato. Il suo cuore gelido sussultò, aprì la bocca per rispondere, poi ricacciò le parole in gola, poi spinse via il fratello.
-Sparisci!-
-Vamdemon.-
Taichi!
Il vampiro sussultò ancora e si voltò all’entrata della sala, dove un preoccupato Taichi si era immobilizzato.
-C’è qualche problema?- domandò il ragazzo, guardandosi intorno. Phelesmon aveva tagliato la corda, erano soli. Vamdemon tirò un sospiro di sollievo.
-No, niente.- mentì.
-Stai mentendo.- disse Taichi raggiungendolo. Gli prese la mano e il vampiro strinse la sua, anche se con poca convinzione.
-Passerà… - sussurrò impercettibilmente -Passerà…- Aveva tutta l’eternità per spegnere l’amore che provava per Piemon. Lo maledisse mentalmente ventimila volte per non essersi rifiutato di averlo come testimone, ma voleva metterci una pietra sopra, davvero. Amava il marmocchio? Bene, lui sapeva farsi da parte con stile.
In quel momento in cui Phelesmon gli aveva soffiato nelle orecchie le sue parole infide, però, tutta la sua determinazione era crollata.
Taichi gli strinse la mano con più calore.

Pochi minuti dopo, tutti erano ai loro posti. Damigelle in abiti bianchi disposte accanto all’altare, testimoni pronti a testimoniare, uno di questi armato fino ai denti e combattivo, i paggetti in attesa di spargere fiori ovunque e gli sposi in preda alla fotografa ufficiale: Hikari, l’unica damigella mancante all’appello intenta a tempestarli di scatti.
In effetti, mancava anche uno dei testimoni…
-Dov’è finito Vamdemon?!- chiese Mimi, infuriata per l’ennesimo intoppo, come se le proteste dello sposo number two non fossero state abbastanza seccanti.
-Non sta molto bene…- rispose vago, Taichi.
-Ha la cacarella?!- s’intromise un Piocchimon in smoking, "innocentemente".
Oh sì, era proprio cacarella, beh, non letteralmente, anche se l’ansia può provocare di questi spiacevoli effetti, ma, di fatto, Vamdemon era intenzionato a svignarsela. Salvo essere ripescato da suo fratello sulla porta e lì capì che non poteva fuggire. Non poteva dargliela vinta.
Eppure, non era poi molto sicuro di voler lasciare che Piemon si sposasse.





Note: Mi uccidete se vi dico che all'inizio volevo gli venisse davvero la cacarella? XD Ok, ok, sono stata buona? No, direte. In realtà sono stata più che buona. Vi ho rivelato il compagno di Taichi (ma se lo aspettavano tutti in sala u.u) e ho reso il suo rapporto con Phelesmon più leggero. Cioè, per me Phelesmon gliene ha combinate troppe, si odiano davvero (anche se sto meditando di fargli riallacciare i ponti, ma viene male,era davvero grossissimo ciò che gli ha fatto), perciò ho deciso di far finta che si siano fatti solo scaramucce normali. Perché qua l'angst non è di casa u.u
Spero di avervi fatto sorridere e ringrazio Lau2888 perché recensisce e segue questa cosa e tutti voi che leggete! ^^
   
 
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