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Autore: ___MoonLight    06/10/2012    8 recensioni
«Tu sei riuscito a creare qualcosa di buono, non solo per te stesso. Qualcosa in cui credi.»
Tony gli riservò solo un ostinato silenzio, al che Bruce esitò.
«Ci credi ancora, vero?»
«Che importanza ha? Ho mandato tutto in fumo,» replicò piattamente lui.
«Sei già rinato dalle ceneri, Tony. Davvero non puoi farlo ancora?»

L'Afghanistan ha segnato Tony e gli ha donato l'opportunità di cambiare in meglio la sua vita. Ma il destino ha tutte le intenzioni di mettergli nuovamente i bastoni tra le ruote, e l'immagine corazzata che si è costruito e dietro la quale tenta di riparare i torti commessi e quelli subiti non è più abbastanza per proteggerlo. Cosa succede quando l'uomo diventa davvero di ferro, anche senza armatura?
[Storia completa e revisionata]
Genere: Commedia, Drammatico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Pepper Potts, Tony Stark/Iron Man
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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21

Rage against the machine




"Corrupt
You corrupt
And bring corruption to all that you touch
Hold
You'll be hold
And beholden for all that you've done"


[Take A Bow – Muse]




3 Aprile, 6:20, Villa Stark

«Colpevole! Colpevole!»
Il giudice torreggiava su di lui, col martelletto pronto a schiacciarlo.
«Colpevo–...»
«Basta!»
Tony si svegliò di soprassalto, mandando all'aria i fogli... e la scrivania, che crollò a terra con un fracasso assordante.
"Oh, merda."
Tony alzò le mani cercando di valutare i danni che aveva appena commesso, attento a non sfiorare nessun altro oggetto con la protesi e ribadendo un'imprecazione a voce alta. Il pavimento era ora invaso di scartoffie, componenti meccaniche e cocci di una tazza rotta e fortunatamente vuota. Pepper entrò di corsa nel laboratorio, già pronta a sguainare la sua cartellina a mo' di ascia di guerra per fronteggiare un potenziale pericolo.
«Cos'è successo?!»
La donna spostò lo sguardo da lui alla scrivania con fare preoccupato, chiedendosi quale calamità avesse appena colpito il laboratorio.
«Niente... davano repliche nella mia testa e ho dovuto spegnere.»
Pepper lo fissò basita, riprendendo improvvisamente in considerazione l'idea di chiamare uno psicologo, e uno bravo.
«Non è importante,» minimizzò Tony. «Ora sono sveglio e pronto a riprendere il lavoro.»
Incrociò le braccia fissando i fogli sparsi ovunque e assunse un'espressione concentrata.
«Il lavoro?» domandò Pepper, forse aspettandosi una risposta soddisfacente che probabilmente non avrebbe saputo darle.
Lui non rispose, ma assottigliò lo sguardo:
«Aspetto che si faccia da solo.» Corrugò le sopracciglia, concentrato. «Guardi! La pagina si è mossa!» indicò falsamente estasiato un cumulo di fogli immobili.
Fu miracolo se i capelli ramati di Pepper non presero fuoco all'istante e che la cartellina stretta nelle sue mani non avesse già messo alla prova la resistenza della testa di Tony.
«Si dia una sistemata,» disse,  accennando alla tuta da lavoro che indossava, che per quanto ne sapeva poteva anche servirgli da pigiama. «Siamo in aula tra un'ora. Immagino se ne fosse dimenticato.»
In realtà ne mancavano tre, ma con Tony sapeva che sarebbero comunque arrivati sul filo dei minuti. Tony le fece un occhiolino per nulla incoraggiante, alzandosi barcollante sulle stampelle e dirigendosi a balzelloni verso l'ascensore, stranamente pimpante per qualcuno che non avrebbe dovuto muoversi dal letto. Pepper cercò di capire quando, esattamente, fosse sgattaiolato via dalla sua stanza per recarsi nel suo habitat naturale e combinare chissà cosa. E soprattutto, quanti antidolorifici avesse preso per non risentire di quello sforzo. Uscì dal laboratorio in subbuglio, alzando gli occhi al cielo e chiedendosi se Tony si sarebbe mai deciso a dormire in luoghi preposti al sonno invece che su qualsiasi piano orizzontale gli capitasse a tiro.
Sospirando, tornò da Kyle che la aspettava nell'atrio.
«Virginia, tesoro. Ti prego, infondimi speranza,» disse questi, massaggiandosi le tempie. «Mi stanno venendo le rughe...» borbottò poi tra sé e sé, esasperato.
Pepper tentò un sorriso, ma l'immagine della scrivania capovolta emerse nella sua mente, congelandolo sulla sua faccia in quella che pareva più una paralisi facciale.
Scosse la testa.
«Così non mi incoraggi.» Anche Kyle scosse la testa. «Vado a cercare Ian. Il "matusa" avrà pur qualche parola di conforto.»
«
Bambini, vi sento...» la voce di Ian si levò dai meandri della casa e apparve il "matusa" in questione, occupato ad abbottonarsi il panciotto e a fingere di essere perfettamente padrone della situazione nonostante la nube temporalesca che insidiava il suo volto.
Kyle gli rivolse un sorrisetto dispettoso, anche lui impegnato a mostrarsi imperturbabile. Pepper nemmeno ci stava provando, e continuava a spostare nervosamente il peso da un tacco all'altro; l'unico desiderio che riusciva a formulare in quel momento era il bisogno fisiologico di una tazza di tè.
«Pepper! Ha visto la mia cravatta? Quella dorata!»
Una
doppia tazza di tè.

***

3 Aprile, 9:10, Tribunale di L.A.

Erano miracolosamente arrivati con quasi un quarto d'ora d'anticipo, pur sempre troppo poco. E adesso erano nella saletta d'attesa, irrequieti e nervosi, mentre Pepper tentava di riassumere la situazione alla ricerca di un piano d'azione che non li facesse colare a picco nel giro di dieci minuti:
«Kyle, cerca di rimanere calmo: non assecondare Knight, ma cerca anche di non farti mettere i piedi in testa.»
«Pepper.»
«Ian, ti prego... sii convincente; e cerca di avere i documenti...»
«Pepper.»
«... in regola stavolta. Non possiamo permetterci passi falsi e...»
Tony le tirò la manica:
«Pepper.»
La donna sospirò e si costrinse a ricordare che picchiare gli invalidi non era un'azione socialmente accettabile.
«Tony, lei invece deve. Stare.
Zitto
«Sì, lo so, ed è un peccato. Ma mi fa male la gamba destra, il piede per l'esattezza, il che non è possibile. Vero, Doc?» chiese infine preoccupato, ondeggiando a disagio sulla sedia a rotelle.
Ian osservò corrucciato la sua gamba meccanica. Tony si era ostinato a voler agganciare la protesi – ecco svelato il mistero delle sue peregrinazioni notturne in laboratorio – nonostante fosse incompleta e assolutamente non in grado di muoversi; ne aveva fatto una questione estetica ed era stato irremovibile al riguardo. La febbre stava decisamente esacerbando la sua indole cocciuta, peggiorata anche dalla quantità esagerata di medicinali che aveva dovuto ingollare quella mattina per riuscire a mantenersi vigile.
Il medico si aggiustò nervosamente il colletto, assumendo un tono pacato:
«Sindrome dell'arto fantasma. Mi stupisce che non l'abbia avuta prima e mi stupisce che le stia venendo
adesso, di tutti i momenti,» sciorinò, accigliato. «Lo ignori. Non è reale.»
«Il mio cervello la pensa diversamente. Pepper?»
«
Cosa c'è?!» esplose infine lei, attirando l'attenzione della guardia di sicurezza, già abbastanza incuriosita dallo strano gruppetto.
«Virginia, le rughe, ricordati,» mormorò serafico Kyle, non iniziando a correre in giro preso dal panico solo perché ne era impossibilitato.
«A pensarci bene, ne possiamo parlare dopo,» dissimulò Tony, decisamente terrorizzato dagli occhi furiosi della donna.
«Meglio. Ok, sono calma. Entriamo,» si rasserenò di colpo lei, distendendo il volto.
«Giusto, entriamo pure!
» sbottò ironico Tony, rianimandosi. «Mi sto già sentendo male qui, là dentro andrà sicuramente a mera– ... aspetta, K. Vuoi entrare così?» Tony si rivolse improvvisamente a Kyle, scrutandolo da capo a piedi.
«Ho qualcosa in faccia?» il ragazzo si accigliò, tastandosi le guance ben rasate.
Ian e Pepper erano momentaneamente ammutoliti chiedendosi che cosa diavolo ci fosse, ancora.
«La cravatta,» puntualizzò Tony.
«Che problema ha, la cravatta?»
«È...
rosa
«Bene, almeno non sei ancora daltonico. Preferisce un lillà, signor Stark?»
«In realtà pensavo a qualcosa di più classico...»
«Tony! Non possiamo discutere di colori e moda a dieci minuti dal processo!» sbottò Pepper, riuscendo non seppe bene come a non urlargli in faccia solo perché era consapevole che Tony, probabilmente, era a un passo da un delirio febbricitante. «Piuttosto pensi alla
sua, di cravatta...»
«Cos'ha contro la mia cravatta?» protestò lui, piantando una mano sulla stoffa dorata, in contrasto con la camicia bordeaux. «Simboleggia Iron Man!»
«... e soprattutto alle sue
protesi, che sono molto più vistose!»
«Ma non sono rosa!» ribattè lui, agitandosi.
«Dovrebbero, sa?» intervenne Ian.
«Ma non rosa
shocking!»
Ci fu un momento di silenzio in cui si guardarono l'un l'altro; lo sguardo di Tony era ancora fisso su Kyle, vagamente turbato e preso da chissà quali elucubrazioni sconclusionate e frutto della sua mente sottoposta a una temperatura troppo alta.
«Va bene, la tolgo!» esclamò infine l'avvocato.
Si slacciò la cravatta e la cacciò nella tasca della giacca, allentandosi poi la camicia. Aveva assunto un'espressione omicida.
«Bene. Knight è mio, andiamo.»


***


Justin Hammer era la persona più detestabile di questo mondo, e su quello non c'era alcun dubbio. Julien Knight, oltre che detestabile, era anche irritante; e anche su quello non c'erano dubbi. Come non ve n'erano sul fatto che Hammer era stato evidentemente ben pagato per dimostrare al mondo tutto che le sue protesi erano una "minaccia incontrollabile".
"Ma se tutto ciò è così evidente... che cosa diavolo ci faccio io seduto qui?" sospirò Tony, fissando con aria estremamente annoiata l'aula di tribunale con il suo miglior sguardo da morto di sonno.
«Signor Stark, potrebbe almeno
fingere di prestare attenzione a quel che succede? Si parla di lei, dopotutto,» sbottò Knight, che doveva appena avergli posto una domanda che non aveva colto.
«Oh, beh... in realtà mi stavo giusto domandando l'utilità della mia presenza,
» disse svagato, non degnandolo di un'occhiata. «Cosa stavamo dicendo?»
Hammer – l'essere più detestabile di questo mondo, sottolineò tra sé Tony – lo guardò con il suo solito falso sorrisetto colmo d'ironia e sicuro di sé, prima di aprire bocca e parlare in quel suo tono odioso:
«Non sei cambiato molto, Anthony.
» Il suddetto lo guardò in cagnesco nell'udire il proprio nome di battesimo. «Anche a lezione non stavi mai attento,» concluse la frase riprendendo il suo sorrisetto, come se fosse l'unica espressione che era in grado di assumere.
Kyle e il Senatore si guardarono per un istante e per una volta si trovarono d'accordo: due ragazzini da gestire erano decisamente troppi. E Knight si godeva lo spettacolo.
«Hai perfettamente ragione, Justin!
» esordì Tony con un sorriso che preannunciava l'enormità della...
"... stronzata in arrivo," pensò Ian, guardando di sottecchi Pepper che sembrava essere sul punto di un crollo nervoso.
Di nuovo, povera donna. Scosse la testa e riprese a seguire il processo con fare rassegnato.
«Prestando un quarto della tua attenzione alle lezioni mi sono laureato due anni prima di te e con il massimo dei voti. Perciò si potrebbe dire che il tuo cervello equivale circa a un quarto del...
»
«Signor Stark, non divaghi,
» intervenne il giudice.
«Non è finita! E oltre al cervello, ma su questo non c'è paragone, direi che parlando di dimensioni...
»
«Signor Stark!
» lo richiamarono involontariamente in coro il giudice, Knight e persino Kyle, che era diventato rosso quasi quanto Pepper.
«Molto simpatico,
Anthony, ma stavamo parlando delle tue protesi,» disse Hammer, sottolineando con particolare cattiveria il suo nome completo e le ultime parole.
Tony questa volta non ribatté e lasciò ciondolare il capo con fare annoiato. Hammer si schiarì la gola per poi riprendere a parlare:
«Ho esaminato molto approfonditamente i dati raccolti sulle tue protesi, forniti gentilmente alla corte dal dottor Mitchell, anche se con un po' di ritardo e... ho qualche idea in proposito.
»
Tony lo fissò scettico e prese un respiro, preparandosi ad ascoltare il più grande ammasso di puttanate che avrebbe mai sentito in vita sua.
«Le ho progettate
io, ma illuminami pure con le tue idee.»
Hammer cavò fuori di tasca un breve prospetto, schiarendosi la voce prima di iniziare a declamarlo:
«Il telaio è realizzato in titanio e il rivestimento in fibra di carbonio...
»
«I muscoli sono in fibra di carbonio e il rivestimento in titanio e carbonio,» lo corresse all'istante Tony. «S'informi.
»
«Tutto ciò è irrilevante; è invece interessante notare come la composizione interna presenti una nuova lega, mai registrata,» lo ignorò Hammer. «I progetti riportano del mercurio, in particolare dove dovrebbe essere presente la cartilagine, quindi nei punti di giuntura. Ricordo ai presenti che il mercurio è particolarmente tossico e potenzialmente pericoloso,
» continuò Justin, ignorando Tony.
«Signor Stark, può fornirci una spiegazione al riguardo?
» intervenne Knight.
«Unobtanium,
» lo accontentò lui, lapidario.
«Ho chiesto di fornire alla corte una
spiegazione ripetè Knight, scandendo meglio.
«È troppo lungo, complesso e tecnico da spiegare... con tutto il rispetto per i signori della corte, ma non capireste una parola.
»
«Sono stato convocato in quanto perito tecnico,
» ribattè Hammer, leggermente piccato.
«Appunto.
»
Si udì il secco schiocco del martelletto, che quasi penetrò un timpano a Tony.
«State tediando i signori della corte. Cerchiamo di raggiungere una conclusione al più presto, negativa o positiva che sia. Questo processo si è protratto fin troppo a lungo,
» concluse Stern, al colmo dell'impazienza.
«Comunque questa lega, che lei ha ideato senza informare la comunità scientifica, è pericolosa. Vuole spiegarci perché, signor Hammer?
» riprese Knight.
«L' "unobtanium", così come è impiegato all'interno della protesi, fornisce circa il 35% di energia in più rispetto a un braccio normale. Ciò vuol dire che il signor Stark potrebbe tranquillamente sfondare un muro senza subire alcun danno,
» spiegò serenamente Hammer.
Ian intervenne, con un cenno d'approvazione da parte di Kyle:
«Vorrei far notare la presenza di piaghe in corrispondenza dei punti di giuntura con le protesi: "sfondare un muro" non sarebbe affatto indolore per il mio paziente, e non lo sarà per anni, visti i tempi di guarigione richiesti per ferite simili...
»
Tony riprese a fissare il soffitto, imponendosi di lasciarsi scorrere addosso quell'informazione che il medico gli aveva ovviamente taciuto, ma che lui aveva comunque già captato in modo indiretto. Averne conferma, anche se probabilmente gonfiata per irretire la corte, non lo fece sentire affatto meglio.
"Altri anni di notti insonni? Fantastico."
«... senza contare che il fisico umano non sarebbe in grado di sopportare una pressione del "35% in più",
» continuò Ian, con professionale pacatezza.
Tony lo fissò con evidente perplessità, ma ebbe la decenza di non parlare, anche se era piuttosto seccato dal fatto che continuassero a inventarsi fantasiose teorie sulle sue protesi. Si aspettava da un momento all'altro di sentir parlare di alimentazione a polvere di fata, libri di magia nera e di vedere il giudice col cappello di Merlino che lo accusava di stregoneria. Si strinse le tempie con la mano, pregando che il suo cervello ormai fritto la piantasse di proporgli quegli scenari paradossali.
«Mi aspettavo un'obiezione simile, dottor Mitchell,
» ribattè allegro Hammer. «Stando alle stime che ho potuto realizzare, non avendo avuto la possibilità di analizzare le protesi di persona, teoricamente la sola mano avrebbe una potenza del 10% superiore a una in carne ed ossa. Quindi, con un semplice movimento del polso, che non inciderebbe affatto sui moncherini, il signor Stark potrebbe comunque recare non pochi danni a un essere umano, con la dovuta forza,» concluse con vivace soddisfazione.
«E sappiamo tutti come il signor Stark non sia stato propriamente colmo di autocontrollo nell'ultimo periodo,
» aggiunse Knight, trionfante, frugando con un po' troppa soddisfazione tra le sue cartelle. «Grazie per il suo intervento, signor Hammer. Ci è stato estremamente utile e la inviterò a testimoniare successivamente se necessario,» continuò, con preoccupante allegria.
Justin si accomodò con un piccolo cenno del capo dopo aver rivolto un sorriso viscido a Tony, che fremette non sapendo cosa aspettarsi, ma di sicuro nulla di buono. Cercò lo sguardo di Pepper, presa altrettanto alla sprovvista da quella brusca interruzione, e poi quello di Kyle, che però non lo intercettò e continuò a fissare corrucciato Knight, come se stesse decidendo sul momento un modo per contrattaccare.
Deglutì, sentendosi improvvisamente stretto sul banco dei testimoni. Doveva ammettere di non aver precisamente mantenuto un modello di comportamento corretto durante l'ultimo processo, ma le conoscenze dei presenti riguardo alla sua irritabilità e allo scarso controllo che esercitava sulla sua protesi si fermavano lì... giusto?
La comparsa di alcune fotografie dalla cartella di Knight spazzò brutalmente via quella convinzione.
«Vorrebbe spiegarci queste?
» Knight sventolò una serie di immagini dall'aria compromettente, sorridendo amabilmente.
Tony sgranò l'occhio quando captò di sfuggita quella che sembrava una veduta del proprio salotto impressa sulla filigrana di una foto, sempre che la sua vista menomata non lo stesse tradendo.
«Questi sono solo alcuni degli scatti effettuati a Villa Stark nel periodo successivo al primo processo e li ritengo particolarmente interessanti per la corte.
»
«Obiezione,
» intervenne Kyle, mortalmente serio. «Questa è violazione della privacy e diffamazione.»
«Non le hai ancora viste, Kyle. Come mai così prevenuto?
» lo stuzzicò Knight sottovoce, mentre dava le spalle alla giuria nel richiudere la cartella.
«Respinta,
» dichiarò il giudice.
Kyle strinse le labbra, inghiottendo la risposta pungente.
Tony era come pietrificato sul banco dei testimoni, lo sguardo calamitato dalle foto nel tentativo di capire da dove fossero saltate fuori. Sentì un nodo gelido stringergli le viscere e per un momento il suo stato febbricitante fu spazzato via dal frenetico rincorrersi dei suoi pensieri che si accapigliavano per trovare un senso a quel che stava succedendo. 
E lo trovarono abbastanza velocemente. Non per niente era un genio.
Un genio che, come la maggior parte degli esseri umani di sesso maschile, tendeva a diventare un idiota avventato quando smetteva di pensare col cervello per delegare il compito ad altri organi.
Si costrinse a rilassare la sua espressione, ma nulla poté contro il rossore rovente che gli imporporò le guance esangui fino a pochi istanti prima. Era sicuro che la sua testa fosse sul punto di fondersi tra febbre, vergogna e rabbia verso se stesso, ma cercò di ripescare un briciolo di ottimismo: magari ne sarebbe comunque uscito
quasi indenne, almeno dal punto di vista dell'amor proprio. Incrociò involontariamente lo sguardo di Pepper, preoccupato quanto il suo, e pregò con tutto se stesso che Knight non esplicitasse il modo in cui aveva ottenuto quelle foto. Non sapeva se sarebbe riuscito a sopportare anche quell'umiliazione.
L'accusa mostrò platealmente le foto al giudice e a Tony che impallidì nuovamente, facendo quasi prendere un infarto a Pepper, che non voleva neanche immaginarne il contenuto, se era in grado di turbare perfino lui. Improvvisamente tutti i disastri che Tony aveva combinato in quell'ultimo periodo le scorsero in testa a velocità folle.
Knight porse la prova a Kyle rivolgendogli un sorrisetto di commiserazione misto a scherno, e l'avvocato osservò raggelato la prima fotografia, con Pepper e Ian che si sporsero a loro volta per vedere. Pepper sentì il proprio cuore battere a vuoto: l'immagine mostrava un'ammaccatura nel muro, di almeno venti centimetri di diametro e un paio di profondità, nel punto in cui Tony aveva accidentalmente sferrato una gomitata qualche settimana prima. La successiva era una stampella contorta con l'impugnatura deformata da una stretta troppo forte. Le altre erano sullo stesso tono: piccoli danni, incidenti di percorso che Tony aveva compiuto nel periodo di perfezionamento delle protesi. Il cuore le balzò nel petto nel vedere l'ultima foto, e si costrinse a rimanere impassibile. Ben evidenti su un piano di metallo che identificò come il bancone della cucina, erano impresse a fondo le dita di una mano.
«Signor Stark, ha deciso di rimodernare la cucina, nell'ultimo periodo? Dovrebbe fornirci una spiegazione plausibile in proposito,
» insinuò Knight, mellifluo, guardando nella sua direzione
Allungò un'ultima foto al giudice, che assunse un'espressione perplessa che non lasciava dubbi sul suo contenuto.
«E si astenga dall'uso dell'ironia. Lo dico per lei.
»




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Revisione effettuata il 01/03/2018

Note delle Autrici:

CE L'ABBIAMO FATTA (?) Oggesussanto. 
Non avete idea di quanto, QUANTO abbiamo dovuto soffrire per partorire questo capitolo. Un travaglio di un mese... dolore... sofferenza... you... will suck... the life... out of meeeheee! *Light si trasforma in Matthew Bellamy*
Ma un momento! Godiamoci il momento e diamo uno "sbratto-party!" (neologismo di Light, che sa di cosa parla *Moon annuisce stancamente* Sì, Light... sì...). Ah, in tutto ciò:
Tony è nella cacca, che novità :3 

Passiamo a cose più amene. L'immagine a fine note *omino indica in basso*
 è una delle cose più belle che abbiamo mai visto ç_ç Siamo commosse e spargiamo lacrime di gioia per julialicious, che con le sue manine sante ha realizzato questa piccola perla <3 E, sì, il capitolo da cui è tratta è "That's My Shirt", ma dettagli, lo mettiamo qui pecchéssì. Questo è il suo DA -> http://julialicious.deviantart.com/
Ringraziamo tanto (Tony non ringrazia perché non ne può più) Rogue92, Alley, blackepearl_, MissysP, julialicious (grazie, grazie, GRAZIE per il disegno <3 <- color cravatta di Kyle), DigiGaia e Sherlock_Watson (abbiamo inserito anche la tua vignetta nel capitolo "Sinking" *-* Thank you SO much (: ).
La gioia delle vostre recensioni e di ricevere fanart relative alla storia è paragonabile alla luna che splende luminosa nel... BOOM! *Hulk le tramortisce ponendo fine alle loro sofferenze*
Grazie mille, alla prossima, sicuramente in tempi più decenti... ci faremo perdonare per il ritardo.
Goobye! 

Moon&Light

P.S: Kyle. Abbiamo detto tutto.


Edit 01/03/2018continua l'opera di contenimento-danni per quel buchetto di trama di cui accennavo! Mi rendo conto che la vergogna e il pudore sono sentimenti abbastanza estranei a Tony, ma ho pensato che in una situazione del genere non sia il massimo vedersi esposto da quel punto di vista, soprattutto con la consapevolezza di aver fatto un'enorme stronzata (e di essere sotto gli occhi non troppo pazienti di Pepper). [-Light-]
 



© julialicious




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