21
Rage
against the machine
"Corrupt
You
corrupt
And bring corruption to all that you touch
Hold
You'll
be hold
And beholden for all that you've done"
[Take
A Bow – Muse]
3 Aprile, 6:20, Villa Stark
«Colpevole!
Colpevole!»
Il
giudice torreggiava su di lui, col martelletto pronto a
schiacciarlo.
«Colpevo–...»
«Basta!»
Tony si svegliò di
soprassalto, mandando all'aria i fogli... e la scrivania, che
crollò
a terra con un fracasso assordante.
"Oh,
merda."
Tony
alzò le mani cercando di valutare i danni che aveva appena
commesso,
attento a non sfiorare nessun altro oggetto con la protesi e
ribadendo un'imprecazione a voce alta. Il pavimento era ora
invaso di scartoffie, componenti meccaniche e cocci di una tazza
rotta e fortunatamente vuota. Pepper entrò di corsa nel
laboratorio,
già pronta a sguainare la sua cartellina a mo' di ascia di
guerra per fronteggiare un potenziale pericolo.
«Cos'è successo?!»
La donna
spostò lo sguardo da lui
alla scrivania con fare preoccupato, chiedendosi quale
calamità
avesse appena colpito il laboratorio.
«Niente... davano repliche
nella mia testa e ho dovuto spegnere.»
Pepper lo fissò basita,
riprendendo improvvisamente in considerazione l'idea di chiamare uno
psicologo, e uno bravo.
«Non è importante,» minimizzò
Tony. «Ora sono sveglio e pronto a
riprendere il lavoro.»
Incrociò le braccia fissando i fogli
sparsi ovunque e assunse un'espressione concentrata.
«Il lavoro?»
domandò Pepper, forse aspettandosi una risposta
soddisfacente che
probabilmente non avrebbe saputo darle.
Lui non rispose, ma
assottigliò lo sguardo:
«Aspetto che si faccia da solo.» Corrugò
le sopracciglia, concentrato. «Guardi! La
pagina si è
mossa!» indicò falsamente estasiato un cumulo di
fogli immobili.
Fu
miracolo se i capelli ramati di Pepper non presero fuoco all'istante
e che la cartellina stretta nelle sue mani non avesse già
messo alla prova la
resistenza della testa di Tony.
«Si dia una sistemata,» disse, accennando
alla tuta da lavoro che indossava, che per quanto ne sapeva poteva
anche servirgli da pigiama. «Siamo in aula tra un'ora.
Immagino se ne fosse dimenticato.»
In realtà ne mancavano tre, ma con Tony sapeva
che sarebbero comunque arrivati sul filo dei minuti. Tony le fece
un occhiolino per nulla incoraggiante, alzandosi barcollante sulle
stampelle e dirigendosi a balzelloni verso l'ascensore, stranamente
pimpante per qualcuno che non avrebbe dovuto muoversi dal letto.
Pepper cercò di capire quando, esattamente, fosse
sgattaiolato via dalla
sua stanza per recarsi nel suo habitat naturale e combinare
chissà cosa. E soprattutto, quanti antidolorifici avesse
preso per non risentire di quello sforzo. Uscì dal
laboratorio in subbuglio,
alzando gli occhi al cielo e chiedendosi se Tony si sarebbe mai
deciso a dormire in luoghi preposti al sonno invece che su
qualsiasi piano orizzontale gli capitasse a tiro.
Sospirando,
tornò da Kyle che la aspettava nell'atrio.
«Virginia, tesoro.
Ti prego, infondimi
speranza,» disse questi, massaggiandosi le tempie.
«Mi stanno
venendo le rughe...» borbottò poi tra
sé e sé, esasperato.
Pepper
tentò un sorriso, ma l'immagine della scrivania capovolta
emerse
nella sua mente, congelandolo sulla sua faccia in quella che pareva
più una paralisi facciale.
Scosse la testa.
«Così
non mi incoraggi.» Anche Kyle scosse la testa.
«Vado
a cercare Ian.
Il "matusa" avrà pur qualche parola di
conforto.»
«Bambini,
vi sento...» la voce di Ian si levò dai meandri
della casa e
apparve il "matusa" in questione, occupato ad abbottonarsi
il panciotto e a fingere di essere perfettamente padrone della
situazione nonostante la nube temporalesca che insidiava il suo
volto.
Kyle gli rivolse un sorrisetto dispettoso, anche lui
impegnato a mostrarsi imperturbabile. Pepper nemmeno ci stava
provando, e continuava a spostare nervosamente il peso da un tacco
all'altro; l'unico desiderio che riusciva a formulare in quel momento
era il bisogno fisiologico di una tazza di tè.
«Pepper! Ha visto
la mia cravatta? Quella dorata!»
Una doppia
tazza di tè.
***
3 Aprile, 9:10, Tribunale di L.A.
Erano miracolosamente arrivati con quasi un quarto
d'ora d'anticipo, pur
sempre troppo poco. E adesso
erano nella saletta d'attesa, irrequieti e nervosi, mentre Pepper
tentava di riassumere la situazione alla ricerca di un piano d'azione
che non li facesse colare a picco nel giro di dieci minuti:
«Kyle,
cerca di rimanere calmo: non assecondare Knight, ma cerca anche di
non farti mettere i piedi in testa.»
«Pepper.»
«Ian, ti
prego... sii convincente;
e cerca di avere i
documenti...»
«Pepper.»
«... in regola stavolta. Non
possiamo permetterci passi falsi e...»
Tony le tirò la
manica:
«Pepper.»
La donna sospirò e si costrinse a
ricordare che picchiare gli invalidi non era un'azione socialmente
accettabile.
«Tony, lei invece deve. Stare. Zitto.»
«Sì,
lo so, ed è un peccato. Ma mi fa male la gamba destra, il
piede per
l'esattezza, il che non è possibile. Vero, Doc?»
chiese infine
preoccupato, ondeggiando a disagio sulla sedia a rotelle.
Ian
osservò corrucciato la sua gamba meccanica. Tony si era
ostinato a
voler agganciare la protesi – ecco svelato il mistero delle
sue
peregrinazioni notturne in laboratorio – nonostante fosse
incompleta e assolutamente non in grado di muoversi; ne aveva
fatto una questione estetica ed era stato irremovibile al
riguardo. La febbre stava decisamente esacerbando la sua indole
cocciuta, peggiorata anche dalla quantità esagerata di
medicinali
che aveva dovuto ingollare quella mattina per riuscire a mantenersi
vigile.
Il medico si aggiustò nervosamente il colletto, assumendo
un tono pacato:
«Sindrome dell'arto fantasma. Mi stupisce che non
l'abbia avuta prima e mi stupisce che le stia venendo adesso,
di tutti i momenti,» sciorinò, accigliato.
«Lo ignori. Non è reale.»
«Il mio cervello
la pensa diversamente. Pepper?»
«Cosa
c'è?!»
esplose infine lei, attirando l'attenzione della guardia di sicurezza,
già abbastanza incuriosita dallo strano gruppetto.
«Virginia, le
rughe, ricordati,» mormorò serafico Kyle, non
iniziando a correre
in giro preso dal panico solo perché ne era impossibilitato.
«A
pensarci bene, ne possiamo parlare dopo,»
dissimulò Tony,
decisamente terrorizzato dagli occhi furiosi della donna.
«Meglio.
Ok, sono calma. Entriamo,» si rasserenò di colpo
lei, distendendo
il volto.
«Giusto, entriamo pure!»
sbottò ironico Tony, rianimandosi. «Mi sto
già sentendo male qui, là
dentro andrà sicuramente a mera– ... aspetta, K.
Vuoi
entrare così?»
Tony si rivolse improvvisamente a Kyle, scrutandolo da capo a
piedi.
«Ho qualcosa in faccia?» il ragazzo si
accigliò,
tastandosi le guance ben rasate.
Ian e Pepper erano
momentaneamente ammutoliti chiedendosi che cosa diavolo ci fosse,
ancora.
«La cravatta,» puntualizzò Tony.
«Che problema ha,
la cravatta?»
«È... rosa.»
«Bene,
almeno non sei ancora daltonico. Preferisce un lillà, signor
Stark?»
«In realtà pensavo a qualcosa di più
classico...»
«Tony! Non possiamo discutere di colori e moda a
dieci minuti dal processo!» sbottò Pepper,
riuscendo non seppe bene
come a non urlargli in faccia solo perché era consapevole
che Tony,
probabilmente, era a un passo da un delirio febbricitante.
«Piuttosto
pensi alla sua, di
cravatta...»
«Cos'ha contro la mia cravatta?»
protestò lui, piantando una mano sulla stoffa dorata, in
contrasto con la camicia bordeaux. «Simboleggia Iron
Man!»
«... e soprattutto alle sue protesi,
che sono molto più vistose!»
«Ma non sono rosa!»
ribattè lui,
agitandosi.
«Dovrebbero, sa?» intervenne Ian.
«Ma non rosa
shocking!»
Ci
fu un momento di silenzio in cui si guardarono l'un l'altro; lo
sguardo di Tony era ancora fisso su Kyle, vagamente turbato e preso
da chissà quali elucubrazioni sconclusionate e frutto della
sua
mente sottoposta a una temperatura troppo alta.
«Va bene, la
tolgo!» esclamò infine l'avvocato.
Si slacciò la cravatta e la cacciò
nella tasca della giacca, allentandosi poi la camicia. Aveva
assunto un'espressione omicida.
«Bene. Knight è mio, andiamo.»
***
Justin
Hammer era la persona più detestabile di questo mondo, e su
quello
non c'era alcun dubbio. Julien Knight, oltre che detestabile, era
anche irritante; e anche su quello non c'erano dubbi. Come non ve
n'erano sul fatto che Hammer era stato evidentemente ben pagato per
dimostrare al mondo tutto che le sue protesi erano una "minaccia
incontrollabile".
"Ma se tutto ciò è così evidente...
che cosa diavolo ci faccio io seduto qui?" sospirò Tony,
fissando
con aria estremamente annoiata l'aula di tribunale con il suo miglior
sguardo da morto di sonno.
«Signor Stark, potrebbe almeno fingere
di prestare attenzione a
quel che succede? Si parla di lei, dopotutto,»
sbottò Knight, che
doveva appena avergli posto una domanda che non aveva colto.
«Oh,
beh... in realtà mi stavo giusto domandando
l'utilità della mia
presenza,»
disse svagato, non
degnandolo di un'occhiata. «Cosa stavamo dicendo?»
Hammer
– l'essere
più detestabile di questo mondo, sottolineò tra
sé
Tony – lo guardò con il suo solito falso
sorrisetto colmo d'ironia
e sicuro di sé, prima di aprire bocca e parlare in quel suo
tono
odioso:
«Non sei cambiato molto, Anthony.»
Il suddetto lo guardò
in cagnesco nell'udire il proprio nome di
battesimo. «Anche a lezione
non
stavi mai attento,»
concluse la frase
riprendendo il suo sorrisetto, come se fosse l'unica espressione che
era in grado di assumere.
Kyle e il Senatore si guardarono per un
istante e per una volta si trovarono d'accordo: due ragazzini da
gestire erano decisamente troppi. E Knight si godeva lo
spettacolo.
«Hai perfettamente ragione, Justin!»
esordì Tony con un
sorriso che preannunciava l'enormità della...
"... stronzata
in arrivo," pensò Ian, guardando di sottecchi Pepper che
sembrava essere sul punto di un crollo nervoso.
Di nuovo,
povera donna. Scosse la testa e riprese a seguire il processo con fare
rassegnato.
«Prestando un quarto della tua attenzione alle
lezioni mi sono laureato due anni prima di te e con il massimo dei
voti. Perciò si potrebbe dire che il tuo cervello equivale
circa a
un quarto del...»
«Signor
Stark, non divaghi,» intervenne il
giudice.
«Non
è finita! E oltre al cervello, ma su questo non
c'è paragone, direi
che parlando di dimensioni...»
«Signor
Stark!»
lo richiamarono
involontariamente in coro il giudice, Knight e persino Kyle, che era
diventato rosso quasi quanto Pepper.
«Molto simpatico, Anthony,
ma stavamo parlando delle tue protesi,»
disse Hammer,
sottolineando con particolare cattiveria il suo nome completo e le
ultime
parole.
Tony questa volta non ribatté e lasciò ciondolare
il
capo con fare annoiato. Hammer si schiarì la gola per poi
riprendere a parlare:
«Ho esaminato molto approfonditamente i
dati raccolti sulle tue protesi, forniti gentilmente alla corte dal
dottor Mitchell, anche se con un po' di ritardo e... ho qualche idea
in proposito.»
Tony lo fissò scettico e prese un respiro, preparandosi ad
ascoltare il più
grande ammasso di puttanate che avrebbe mai sentito in vita sua.
«Le
ho progettate io,
ma illuminami pure con le tue
idee.»
Hammer cavò fuori di tasca un breve prospetto, schiarendosi
la voce prima di iniziare a declamarlo:
«Il
telaio è realizzato in titanio e il rivestimento in fibra di
carbonio...»
«I
muscoli sono in fibra di carbonio e il rivestimento in titanio e
carbonio,» lo corresse all'istante Tony. «S'informi.»
«Tutto ciò è irrilevante; è
invece interessante notare come la composizione interna
presenti una
nuova lega, mai registrata,» lo ignorò Hammer.
«I progetti riportano del mercurio, in
particolare dove dovrebbe essere presente la cartilagine, quindi nei
punti di giuntura. Ricordo ai presenti che il mercurio è
particolarmente tossico e potenzialmente pericoloso,»
continuò Justin,
ignorando Tony.
«Signor Stark, può fornirci una spiegazione al
riguardo?»
intervenne
Knight.
«Unobtanium,»
lo accontentò lui,
lapidario.
«Ho chiesto di fornire alla corte una spiegazione,»
ripetè Knight,
scandendo meglio.
«È troppo lungo, complesso e tecnico da
spiegare... con tutto il rispetto per i signori della corte, ma non
capireste una parola.»
«Sono
stato convocato in quanto perito tecnico,»
ribattè Hammer,
leggermente piccato.
«Appunto.»
Si
udì il secco schiocco del martelletto, che quasi
penetrò un timpano
a Tony.
«State tediando i signori della corte. Cerchiamo di
raggiungere una conclusione al più presto, negativa o
positiva che
sia. Questo processo si è protratto fin troppo a lungo,»
concluse Stern, al colmo
dell'impazienza.
«Comunque questa lega, che lei ha ideato senza
informare la comunità scientifica, è pericolosa.
Vuole spiegarci
perché, signor Hammer?»
riprese Knight.
«L'
"unobtanium", così come è impiegato all'interno
della
protesi, fornisce circa il 35% di energia in più rispetto a
un
braccio normale. Ciò vuol dire che il signor Stark potrebbe
tranquillamente sfondare un muro senza subire alcun danno,»
spiegò serenamente
Hammer.
Ian intervenne, con un cenno d'approvazione da parte di
Kyle:
«Vorrei far notare la presenza di piaghe in corrispondenza
dei punti di giuntura con le protesi: "sfondare un muro"
non sarebbe affatto indolore per il mio paziente, e non lo
sarà per anni, visti i tempi di guarigione richiesti per
ferite simili...»
Tony
riprese a fissare il soffitto, imponendosi di lasciarsi scorrere
addosso quell'informazione che il medico gli aveva ovviamente taciuto,
ma che
lui aveva comunque già captato in modo indiretto. Averne
conferma, anche se probabilmente gonfiata per irretire la corte, non lo
fece sentire affatto meglio.
"Altri
anni di notti insonni? Fantastico."
«... senza contare che
il fisico umano non sarebbe in grado di sopportare una pressione del
"35%
in più",»
continuò Ian, con
professionale pacatezza.
Tony lo fissò con evidente perplessità,
ma ebbe la decenza di non parlare, anche se era piuttosto seccato dal
fatto che continuassero a inventarsi fantasiose teorie sulle sue
protesi. Si aspettava da un momento all'altro di sentir parlare di
alimentazione a polvere di fata, libri di magia nera e di vedere il
giudice col cappello di Merlino che lo accusava di stregoneria. Si
strinse le tempie con la mano, pregando che il suo cervello ormai
fritto la piantasse di proporgli quegli scenari paradossali.
«Mi
aspettavo un'obiezione simile, dottor Mitchell,»
ribattè allegro Hammer.
«Stando alle stime che ho potuto realizzare, non avendo avuto
la
possibilità di analizzare le protesi di persona,
teoricamente la
sola mano avrebbe una potenza del 10% superiore a una in carne ed
ossa. Quindi, con un semplice movimento del polso, che non
inciderebbe affatto sui moncherini, il signor Stark potrebbe comunque
recare non pochi danni a un essere umano, con la dovuta forza,»
concluse con vivace
soddisfazione.
«E sappiamo tutti come il signor Stark non sia
stato propriamente colmo di autocontrollo
nell'ultimo periodo,»
aggiunse Knight,
trionfante, frugando con un po' troppa soddisfazione tra le sue
cartelle. «Grazie per il suo intervento, signor Hammer. Ci
è
stato estremamente utile e la inviterò a testimoniare
successivamente se necessario,»
continuò, con
preoccupante allegria.
Justin si accomodò con un piccolo cenno
del capo dopo aver rivolto un sorriso viscido a Tony, che fremette
non sapendo cosa aspettarsi, ma di sicuro nulla di buono.
Cercò
lo sguardo di Pepper, presa altrettanto alla sprovvista da
quella brusca interruzione, e poi quello
di Kyle, che però non lo intercettò e
continuò a fissare
corrucciato Knight, come se stesse decidendo sul momento un modo per
contrattaccare.
Deglutì, sentendosi improvvisamente stretto
sul banco dei testimoni. Doveva ammettere di non aver precisamente
mantenuto un modello di comportamento corretto durante l'ultimo
processo, ma le conoscenze dei presenti riguardo alla sua
irritabilità e allo scarso controllo che esercitava sulla
sua protesi si fermavano
lì...
giusto?
La comparsa di alcune fotografie dalla cartella di Knight
spazzò brutalmente via quella convinzione.
«Vorrebbe spiegarci
queste?»
Knight sventolò una
serie di immagini dall'aria compromettente, sorridendo
amabilmente.
Tony sgranò l'occhio quando captò di sfuggita
quella
che sembrava una veduta del proprio salotto impressa sulla filigrana
di una foto, sempre che la sua vista menomata non lo stesse tradendo.
«Questi sono solo alcuni degli scatti effettuati a
Villa Stark nel periodo successivo al primo processo e li ritengo
particolarmente interessanti per la corte.»
«Obiezione,»
intervenne Kyle,
mortalmente serio. «Questa è violazione della
privacy e
diffamazione.»
«Non
le hai ancora viste, Kyle. Come mai così prevenuto?»
lo stuzzicò Knight
sottovoce, mentre dava le spalle alla giuria nel richiudere la
cartella.
«Respinta,»
dichiarò il
giudice.
Kyle strinse le labbra, inghiottendo la risposta
pungente.
Tony era come pietrificato sul banco dei testimoni, lo
sguardo calamitato dalle foto nel tentativo di capire da dove fossero
saltate fuori. Sentì un nodo gelido stringergli le viscere e
per un
momento il suo stato febbricitante fu spazzato via dal frenetico
rincorrersi dei suoi pensieri che si accapigliavano per trovare un
senso a quel che stava succedendo.
E lo trovarono abbastanza
velocemente. Non per niente era un genio.
Un genio che, come la maggior parte
degli esseri umani di sesso maschile, tendeva a diventare un idiota
avventato quando smetteva di pensare col cervello per delegare il
compito ad altri organi.
Si costrinse a rilassare la sua
espressione, ma nulla poté contro il rossore rovente che gli
imporporò le guance esangui fino a pochi istanti prima. Era
sicuro
che la sua testa fosse sul punto di fondersi tra febbre, vergogna e
rabbia verso se stesso, ma cercò di ripescare un briciolo di
ottimismo: magari ne sarebbe comunque uscito quasi
indenne, almeno dal punto di vista
dell'amor proprio. Incrociò
involontariamente lo sguardo di Pepper, preoccupato quanto il suo, e
pregò con tutto se stesso
che Knight non esplicitasse il modo
in cui aveva ottenuto quelle
foto. Non sapeva se sarebbe riuscito a sopportare anche
quell'umiliazione.
L'accusa mostrò platealmente le foto al giudice e a Tony
che impallidì nuovamente, facendo quasi prendere un infarto
a
Pepper, che non voleva neanche immaginarne il contenuto, se era in
grado di turbare perfino lui. Improvvisamente tutti i disastri che
Tony aveva combinato in quell'ultimo periodo le scorsero in testa a
velocità folle.
Knight porse la prova a Kyle rivolgendogli
un sorrisetto di commiserazione misto a scherno, e l'avvocato
osservò
raggelato la prima fotografia, con Pepper e Ian che si sporsero a loro
volta per vedere. Pepper sentì il proprio cuore battere a
vuoto: l'immagine mostrava un'ammaccatura nel muro,
di almeno venti centimetri di diametro e un paio di
profondità, nel punto in cui Tony aveva accidentalmente
sferrato una gomitata qualche settimana prima. La
successiva era una stampella contorta con l'impugnatura deformata da
una stretta troppo forte. Le altre erano sullo stesso tono: piccoli
danni, incidenti di percorso che Tony aveva compiuto nel periodo di
perfezionamento delle protesi. Il cuore le balzò nel petto
nel
vedere l'ultima foto, e si costrinse a rimanere impassibile. Ben
evidenti su un piano di metallo che identificò come il
bancone della
cucina, erano impresse a fondo le dita di una mano.
«Signor
Stark, ha deciso di rimodernare la cucina, nell'ultimo periodo?
Dovrebbe fornirci una spiegazione plausibile in proposito,»
insinuò Knight,
mellifluo, guardando nella sua direzione
Allungò un'ultima foto al giudice, che assunse
un'espressione perplessa che non lasciava dubbi sul suo contenuto.
«E si astenga dall'uso dell'ironia. Lo
dico per lei.»
Revisione effettuata il 01/03/2018
Note delle Autrici:
CE L'ABBIAMO FATTA (?) Oggesussanto.
Non avete idea di quanto, QUANTO abbiamo dovuto soffrire per partorire questo capitolo. Un travaglio di un mese... dolore... sofferenza... you... will suck... the life... out of meeeheee! *Light si trasforma in Matthew Bellamy*
Ma un momento! Godiamoci il momento e diamo uno "sbratto-party!" (neologismo di Light, che sa di cosa parla *Moon annuisce stancamente* Sì, Light... sì...). Ah, in tutto ciò:
Tony è nella cacca, che novità :3
Passiamo a cose più amene. L'immagine a fine note *omino indica in basso* è una delle cose più belle che abbiamo mai visto ç_ç Siamo commosse e spargiamo lacrime di gioia per julialicious, che con le sue manine sante ha realizzato questa piccola perla <3 E, sì, il capitolo da cui è tratta è "That's My Shirt", ma dettagli, lo mettiamo qui pecchéssì. Questo è il suo DA -> http://julialicious.deviantart.com/
Ringraziamo tanto (Tony non ringrazia perché non ne può più) Rogue92, Alley, blackepearl_, MissysP, julialicious (grazie, grazie, GRAZIE per il disegno <3 <- color cravatta di Kyle), DigiGaia e Sherlock_Watson (abbiamo inserito anche la tua vignetta nel capitolo "Sinking" *-* Thank you SO much (: ).
La gioia delle vostre recensioni e di ricevere fanart relative alla storia è paragonabile alla luna che splende luminosa nel... BOOM! *Hulk le tramortisce ponendo fine alle loro sofferenze*
Grazie mille, alla prossima, sicuramente in tempi più decenti... ci faremo perdonare per il ritardo.
Goobye!
Moon&Light
P.S: Kyle. Abbiamo detto tutto.
Edit 01/03/2018: continua l'opera di contenimento-danni per quel buchetto di trama di cui accennavo! Mi rendo conto che la vergogna e il pudore sono sentimenti abbastanza estranei a Tony, ma ho pensato che in una situazione del genere non sia il massimo vedersi esposto da quel punto di vista, soprattutto con la consapevolezza di aver fatto un'enorme stronzata (e di essere sotto gli occhi non troppo pazienti di Pepper). [-Light-]
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