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Autore: Meiko    15/06/2004    4 recensioni
"Mi sento così triste...così triste..." questa è la frase perfetta per descrivere questa mia ennesima creazione, ragazzi, Meiko ritorna nel mondo di Saiyuki! ^_^
Genere: Dark, Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Forsake= lasciare qualcuno quando questi ha bisogno di te / Fermarsi nell’usare, fare o avere qualcosa

Stavano viaggiando da alcuni giorni con un quinto membro, la piccola Kisa, così come avevano ribattezzato la bambina che si stavano portando appresso nel loro viaggio verso Ovest.
Perché in effetti era davvero una bambina, non avrà avuto più di dieci anni, e il suo aspetto gracile e minuto la rendevano ancora più piccola e indifesa.
Comunque sia, adesso stavano attraversando uno sconfinato deserto di rocce e burroni che rendevano il viaggio ancora più spiacevole per il bonzo di quanto gia non lo fosse gia, fin da quando avevano cominciato questa assurda missione non aveva mai provato una “manifestazione entusiasta” all’idea di dover passare notte e giorno con quegl’altri tre demoni.
Perché erano demoni, anche se il sistema di controllo di Hakkay e Goku riusciva a tenere tranquillamente sottocontrollo la sanguinosa maschera d’ombra che i due possedevano e il terzo era un mezzodemone dai lunghi capelli rossi che puzzavano di tabacco e saké.
Però, come era nella sua natura, Sanzo era sempre stato sospettoso nei confronti dei tre compagni di viaggio, soprattutto di Goku, che più di una volta ha dimostrato la sua indole poco pacifica togliendosi scioccamente il diadema dorato che ora brillava tra i suoi cespugliosi capelli castani, quest’ultimo stava tranquillamente fissando il paesaggio fuori dalla jeep, aveva appena smesso di lamentarsi come al suo solito, ed era appoggiato al sedile dove c’era il bonzo, tenendo gli occhi dorati socchiusi.
Stava ripensando ad alcuni avvenimenti che nella sua vita avevano lasciato una piega troppo profonda per essere nascosta, e le parole di Sanzo che rimbombavano nella sua testa, quelle parole in un giorno di neve, quando una lapide era stata testimone di quella domanda fatta a fior di labbra.

“Se…se fosse accaduto anche a me…se fossi impazzito anch’io…”

Poi trattenuta da un soffio veloce di vento gelido e la certezza di una risposta.

“No…scusami, dimentica”


“Ti avrei ucciso…e non sarei tornato indietro”

Perché adesso questo si ripeteva all’infinito nella sua mente? Perché questo stava avvenendo nella sua testa? Perché la risposta di Sanzo tornava a fare capolino?
…perché si aspettava una risposta del genere…il sole brucia ogni cosa, non ha pietà per nessuno…
Nemmeno per quel demone che aveva tirato fuori dalla sua prigionia.
Il sole illumina, brucia, uccide, distrugge…
Così era il sole.
Così era il suo sole…
Così era Sanzo.
E anche se da tempo lo aveva capito, Goku solo ora si rendeva conto che la sua vita, agl’occhi d’ametista del bonzo valeva come qualsiasi altra vita di demone o uomo che sia.
Crudele, ma vero.
Goku socchiuse di nuovo gli occhi, mentre il vento caldo di quella afosa giornata soffiava tra i suoi capelli e i suoi abiti, accalcandolo e lasciando insinuare polvere e sabbia del deserto.
In quello stesso istante, Kisa alzò lo sguardo azzurro verso il ragazzo che era di fronte a lei, sembrava essere triste.
Triste…cos’è triste?
Che vuol dire triste?
Lei era triste?
…si, lo era…
Anche se adesso non era a casa, anche se adesso la sua mamma non la stava picchiando, lei era triste lo stesso.
Triste…vuol dir avere male al petto…
Allora lei era sempre triste.
Il suo papà dice che lei era solo una bambola, una bambola non è mai triste.
Perché non è viva.
È solo una macchina.
Si, lei era solo una macchina.
Si guardò le mani, la pelle pallida illuminata da quel sole accecante, mentre i suoi capelli bianchi sciolti svolazzavano sul viso e danzavano al vento.
Le sue mani era piccole e magre, le dita erano lunghe, e aveva tante linee piccole e grandi la sua mano.
Alcune però erano tagliate a metà, erano scheggiate, piccole cicatrici, e lo sghignazzare della madre risuonava nelle sue orecchie, mentre con un coltello colpiva la sua mano, trapassandogliela, mentre lei non urlava, non piangeva, semplicemente soffriva in silenzio.

“Così non avrai vita tanto lunga. In fondo sei un giocatolo, e prima o poi ti romperai e smetterai di essere usato”

Un giocattolo…
Che cos’è un giocattolo?
Kisa non ha avuto mai giocattoli.
Kisa non era nessuno.
Però…
Però a Kisa piaceva il coniglio di papà…
Solo che papà non voleva che Kisa toccasse il suo coniglio, papà schiaffeggiava Kisa se Kisa giocava con il coniglio…

La ragazza si guardò ancora le mani, attirando così l’attenzione del rosso, che le si avvicinò.
-Ehi, cosa c’è di interessante nelle tue mani?-
lei si voltò spaventata fissarlo, una ciocca di capelli rossi gli accarezzò il viso, facendola rabbrividire per qualche secondo, stupendola.
Non…non le aveva fatto male.
Anzi…erano morbidi…
Però…però quel colore…

“Ti piace questo colore, bambolina?”

No, non le piaceva quel colore.
Non le era mai piaciuto.
Odiava quel colore di capelli.
Ne aveva paura.
Ogni volta le sue mani si riempivano di quel colore, colore liquido che scivolava via tra le mani…
Kisa nascose le piccole manine dalla vista di Gojio, che la guardò stupito, tornando a sedersi al proprio posto, mentre Kisa si limitava non guardare niente, tenendo gli occhi chiari chiusi e puntati verso il basso.
-…-
fortunatamente, la situazione fastidiosa per Gojio venne rotta dal lamento quotidiano di Goku che aveva fame, dando così spunto al mezzodemone di divertirsi un po’ a stuzzicare la scimmietta, mentre Kisa assisteva alla quotidiana scenetta che ogni volta la lasciava piuttosto dubbiosa.
Hakkay, di colpo, rallentò, fino a bloccarsi, appena in tempo per fermare Sanzo che stava per picchiare i due demoni seduti dietro a colpi di harisen.
-Abbiamo compagnia!-
-Tsé. Quanto manca al villaggio?-
-Direi che ormai siamo quasi arrivati-
-WOW! Demoni! Finalmente un po’ di combattimenti-
-Il tuo istinto selvaggio si è risvegliato, stupida scimmia?-
-Smettila pervertito di un kappa!-
Kisa li fissò, mentre Hakkay si voltava verso di lei, facendole un affettuoso buffetto sulla testa, lui era l’unico dei quattro che poteva avvicinarsi così tanto a lei da toccarla, Goku al massimo tentava di parlarci, ma la ragazzina sembrava muta.
-Kisa, resta qui, noi torniamo subito-
la piccola fissò il viso rilassato di Hakkay, per poi annuire, mettendosi comoda sulla jeep, mentre Sanzo e gli altri si erano lanciati contro l’orda di demoni, era da tre giorni che non combattevano, e l’influenza negativa di questa assenza stava cominciando a farsi sentire.
Kisa li fissò dalla jeep, mantenendo la sua espressione tranquilla sul viso, non sembrava minimamente turbata alla vista di tutto quel sangue che macchiava di scuro la terra di natura rocciosa, tutti e quattro si stavano sfogando, Goku sembrava il più gioioso di tutti, mentre Sanzo commentava il comportamento della “stupida scimmia”
Ad un certo punto, uno dei demoni attaccò di spalle Goku, colpendolo alla spalla, mentre tutti erano testimoni dell’affondo del coltello del demone, che si leccò le labbra sorridendo soddisfatto, mentre Goku tratteneva un urlo di dolore e cacciava fuori dalla sua spalla la lama, facendo poi a pezzi il demone, tornando a scatenarsi furioso, avvertendo però un senso di vertigine che lo stava indebolendo.
No, non doveva mollare! Lui non doveva cedere!
Continuò a fronteggiare gli ultimi che si stavano facendosi più violenti di prima, la spalla lasciava scivolare via rivoli di sangue macchiando maglietta e braccio.
Alla fine, con l’ennesimo colpo del Nyoibo, riuscì a distruggere anche l’ultimo avversario, ormai il sangue scorreva velocemente dalla sua spalla, facendolo inginocchiare a terra, ansimava e sudava affaticato, mentre Hakkay gli si faceva vicino, raggiunto da Gojio, mentre Sanzo si accendeva tranquillo una sigaretta, e Kisa restava seduta sulla jeep.
-Goku! Stai bene?-
-Ehi, tutto ok?-
il ragazzo annuì, anche se la testa girava come una giostra impazzita.
Fermatela, voleva scendere.
Si guardò intorno, fissando i vari cadaveri attorno a lui, ormai la terra era macchiata dell’ennesimo massacro.
Davanti a lui, si stava profilando un tramonto rosso come il sangue versato.
Le braccia abbandonate lungo i fianchi e l’aria distrutta.
Sole, distruggilo.
Socchiuse gli occhi, per poi lentamente riprendersi, aiutato da Hakkay che lo sorreggeva, in qualche modo il demone dagl’occhi verdi era riuscito a fermare l’emorragia, ed ora lo aiutava a salire sulla jeep per raggiungere il villaggio che era a mezz’ora di strada dal combattimento appena avvenuto.
Goku si fissò la spalla, tastandola, gli bruciava come se fosse stato acceso un fuoco, e la manica era in parte sporca di sangue, altro sangue ch presto sarebbe stato lavato via, mentre quello che era sul braccio si stava lentamente asciugando, anche se in parte stava macchiando anche la mano e i pantaloni.
Kisa lo guardò con i suoi occhi celesti, per poi allungare una mano sul braccio di Goku, lasciando che il sangue le macchiasse la pelle pallida, fissandolo poi sotto lo sguardo sorpreso del demone dagl’occhi dorati, la bambina lo fissò attenta, tastandolo.
Eccolo…
Ecco di nuovo quella sensazione…
Quella sensazione di freddo, di gelo…
Era gelo?
Freddo quello che la faceva tremare?
Sembrava…
Aveva freddo…
E tremava…

“Non avrai mica paura, giocattolo?”

Cos’é la paura?
Lei non lo sapeva.
Com’era fatta la paura…
Però, se quando aveva freddo e tremava, aveva paura…
Allora aveva sempre paura…

“Sei solo una vigliacca, una stupida bambola vigliacca e fifona”

Vigliacca…
Bambola vigliacca…
Bambola…

“Si, sei solo una bambola, una stupida bambola, e prima o poi verrai gettata via come tutti i miei giocattoli”

La mamma aveva avuto tante bambole…
Le sue preferite si chiamavano Kougaji e Lirin…
Ci gioca spesso, e lo dice felice, sembra felice quando parla delle sue bambole preferite.
Anche con quelle smetterà presto di giocarci?

Kisa cercò di togliersi quel colore rosso che aveva sulle dita, macchiando così la maglietta bianca che indossava, mentre Goku l’aveva tenuta per tutto il tempo sott’occhio, stupendosi di quell’improvviso gesto.
Poi si guardò di nuovo la ferita.
Si era distratto…
Si era distratto a vedere il sole che tramontava sul sangue…
Si era distratto alle parole che rimbombavano nella sua testa, mentre il sole lo stava lasciando solo all’ennesima notte che avrebbe passato.

“Ti avrei ucciso…e non mi sarei voltato indietro”

Crudeli, così come crudele è il sole.
Il sole illumina tutti, distrugge tutti, brucia qualsiasi cosa, non faceva distinzione.
Così come faceva il suo sole.
Il suo sole non distingueva nessuno.
E lui, la prossima volta, se il suo sole lo voleva, sarebbe morto.
Non ci poteva fare niente…
Lasciò che una brezza fresca della sera passasse sulla ferita e sul suo viso accaldato, mentre raggiungevano il villaggio e la locanda dove avrebbero alloggiato.

Si tolse la maglietta così come Hakkay gli aveva chiesto, il petto piatto di bambina libero dal tessuto rivelava segni di violenze subite che lasciò confuso Hakkay, che prese la maglietta bianca, inginocchiandosi verso la piccola.
-Chi ti ha fatto questo?-
la bambina guardò le piaghe, ferite, cicatrici e croste di grafi di cui era cosparso il petto, anche la schiena non era ridotta certo meglio.
I punti più gravi erano una lunga cicatrice al centro del petto che l squarciava a metà, una cicatrice sotto il “seno” che passava diagonalmente sul ventre e varie piaghe sulla schiena.
Aveva subito tante violenze dalla mamma.
Però…però la mamma le diceva sempre che doveva stare zitta.

“Non hai diritto di lamentarti, ricordati che sei una bambola, le bambole non provano dolore”

Hakkay tastò la pelle pallida violentata della piccola, lei rimase impassibile, limitandosi a chiudere gli occhi e a tremare per un istante al tocco di quelle dita calde, lentamente Hakkay valutava le tante ferita che sollevano il corpo della piccola, solo il viso parte delle braccia erano state risparmiate.
Il demone alzò gli occhi verso quelli Kisa, che li socchiuse, rivelando le iridi celesti…brillanti di qualcosa di indefinito.
Hakkay lanciò un’occhiata al collare che la piccola portava, stavolta lei spalancò gli occhi, quando si avvicinò con la mano verso il collare d’argento pieno di scritte indefinite e al centro un rubino rosso vivo.
-Non…toccare…ti…prego…-
Hakkay la guardò stupita, mentre lei chiudeva gli occhi, aspettando una punizione per aver chiesto di non toccare quello che sembrava una torturare, in effetti a prima vista quel coso sembrava in qualche modo pesante.
Invece, Hakkay le fece un buffetto sulla testa, annuendo.
-D’accordo, non lo toccherò-
non…non lo avrebbe toccato?
Non…non l’avrebbe picchiata?
Cosa…cosa significava?
Kisa restò dubbiosa, mentre Hakkay le dava un’altra maglietta d indossare, stavolta era grigio perla, mentre i capelli spettinati scivolavano via lungo la schiena con quel colore così insolito.
…il colore preferito di papà…

Kisa fissò Hakkay uscire dalla stanza, restando così, in piedi con dietro il letto, voltandosi verso la piccola finestra aperta, le tende bianche svolazzavano lievemente, c’era un pochino di vento che alzava anche qualche ciuffo di capelli.
Il ragazzo dagl’occhi verdi tornò poco dopo, sorridente come sempre, allungando una mano verso Kisa, che la fissò stranita.
-Andiamo di sotto, prima che Goku si mangi tutto-
lei lo fissò stupita, per poi timidamente afferrare la mano di Hakkay, che l’accompagnò di sotto dagl’altri.

Quella notte Goku non riuscì a dormire, continuando ininterrottamente a tastare la sua ferita, non facendo altro che procurarsi leggeri dolori come pizzichi e lasciando che altre chiazze di sangue sporcassero le sue bende.
-…-

Il giorno dopo era giorno di mercato, e sembrava tutto normale, con Goku che aveva afferrato di colpo una Kisa impreparata che si stava facendo trascinare per varie bancarelle da cui veniva per la maggior parte odore di cibo, cosa che mandava in estasi la piccola scimmietta, che venne fermata solo dalle botte in testa dei pugni di Gojio e dell’harisen di Sanzo.
Kisa, alla fine, venne lasciata dopo l’ennesima sventagliata sulla testa della piccola scimmietta, che iniziava a lamentarsi che aveva fame e che funzionava a pile, gli occhi celesti della piccola furono attirati da qualcosa di bianco che un bimbo stava stringendo distrattamente in mano.
…era…era un pupazzo di pezza bianco con gli occhi a bottone neri…
Come…come il coniglio del suo papà.
Guardò il bimbo che stringeva il suo pupazzo venir trascinato via dalla madre, era distratto a fissare un altro giocattolo, tanto che lasciò andare il suo pupazzo, buttandolo nella terra e lasciando che venisse calpestato, mentre strepitava per aver il giocattolo che aveva visto sulla bancarella del mercante, il tutto sotto gli occhi di Kisa, che fissava il pupazzo, adesso sporco di terra rossa, calpestato e spinto via dalla folla.
…lei…lei era così?
Era…era come quel pupazzo?
Sarebbe…sarebbe stata buttata via così?

TUM-TUM, TUM-TUM, TUM-TUM, TUM-TUM

Sentì per un attimo le forze mancargli, per poi avvertire una specie di scossa che attraversò il suo corpo, la mano al petto si strinse, il fiato le mancava, e qualcosa dentro si muoveva agitato, un po’ come le succedeva quando correva per tanto tempo.

Non si accorse che Hakkay e gli altri si erano allontanati troppo, ma Goku si era guardato intorno.
-Kisa dov’è?-
Hakkay e Gojio si guardarono attorno, il rosso come il bonzo sbuffò scocciato.
-Ce la siamo persa!-
-Andiamo a cercarla!-
Hakkay si avviò seguito da Gojio, mentre Goku si era avvicinato a Sanzo, e che si mise l’anima in pace, iniziando anche lui con pochissima voglia a cercare Kisa, che nel frattempo si guardava intorno smarrita, in quel momento si rese conto che non trovava più Hakkay e gli altri, e iniziò ad accelerare il passo, prima di fermarsi, guardandosi intorno.
Era sola…
Era…era stata…





dimenticata




Di colpo, un’esplosione fece tremare la terra, tanto che la piccola perse l’equilibrio, di colpo la gente intorno a lei cominciò a correre, provocando il panico generale, Kisa di colpo si ritrovò spintonata via, mentre gli altri continuavano a cercarla tra la folla impazzita, dall’esplosione uscirono vari demoni che iniziarono ad attaccare la popolazione.
Goku tirò fuori il suo Nyoibo, iniziando l’ennesima battaglia contro i demoni che lo attaccavano feroci, Sanzo sparava a destra e a manca con la sua Shureiju, rischiando anche di colpire Goku, il ragazzo dagl’occhi d’oro fissò per qualche istante Sanzo, per poi parare un attacco e uccidere l’ennesimo nemico, tornando a guardare Sanzo, che non lo notò nemmeno per un secondo, il piccolo demone per qualche secondo avvertì la forza abbandonarlo, per poi avvertire qualcosa più forte della rabbia spingerlo a sterminare chiunque lo avrebbe attaccato.
Non lo avrebbe aiutato, anzi, lo stava ignorando.
Il suo sole lo stava dimenticando.
Dimenticando.
E questo spingeva Goku a combattere con un terrore che gli scoppiava il cuore.
Disperazione.
Disperazione in quegl’istanti lo stavano muovendo.
Disperazione.
Disperazione che diventava rabbia…
Rabbia che diventava follia…
Follia…
Lo avrebbe ucciso, lo avrebbe ucciso.
Non voleva morire…
Non voleva essere ucciso dal suo sole…
Era codardo, è vero, ma non voleva morire per mano del suo sole.
Voleva vivere con il sole…
Per questo odiava la notte e la pioggia.
Perché il sole non c’era.
Il sole lo ignorava nascosto da nuvole o spento, lontano da lui.
E lui non lo voleva.
Voleva restare vicino al suo sole.
Al sole che lo aveva tirato fuori di li.
Dalla prigione…
Da li, dove aveva visto, ma non aveva mai raggiunto.
Non poteva finire tutto così!
Non lo poteva permettere!!!
Goku si calmò, guardandosi intorno, ritornando a combattere come sempre, mentre Sanzo sembrava ignorare gli stati d’animo che per minuti aveva attraversato il suo viso.
Nel frattempo, Kisa si era nascosta in un angolo della strada, accanto a lei il pupazzo del bimbo sporco di terra…e di sangue…
Davanti a lei corpi senza vita sembravano fissarla angosciati.
Non guardatemi…
Vi prego non guardatemi…
Io…io sono solo una bambola…
Nessuno…nessuno mi vuole più…
La mamma…non vuole più giocare con me…
Sono…sono inutile…
Sono…sono stata dimenticata…
Dimenticata…
Non guardatemi, non guardatemi…
Vi prego…
-KISA!-
la ragazzina alzò lo sguardo stupita, Hakkay ansante la stava fissando stupito, l’aveva trovata tremante seduta in quell’angolo, li accanto un pupazzo ormai tutto rovinato.
Hakkay si avvicinò alla piccola, prendendola in braccio, la piccola lo guardò stupita, per poi voltarsi verso il pupazzo.
Il demone la fissò, per poi portarla via, l’ennesima esplosione lo costrinse ad una fuga verso i suoi compagni, lasciando la piccola a poca distanza dal combattimento.
-Resta qui. Hakuryu, sta con lei-
-KYU!-
il traghetto si appoggiò in grembo alla piccola, che lo guardò stupita, per poi tornare a fissare Hakkay, che si gettava nella mischia molto più tranquillo di pochi minuti prima, dando man forte a Goku, Sanzo e Gojio che li aveva raggiunti prima.

Si guardò il villaggio da dove si stava allontanando, parte era stata rasa al suolo, ma non c’erano stato troppi morti.
Kisa restò in silenzio, per poi tornare a sedersi al suo posto, mentre Hakkay le sorrideva dal finestrino retrovisore.
La piccola lo guardò tranquilla, tentando un sorriso ma fallendo, il viso rimaneva impassibile, ma almeno sembrava tranquilla.
Accanto a lei, un piccolo pupazzo che stava stringendo.
Un piccolo pupazzo che adesso Kisa stava stringendo ancora stupita del regalo ricevuto.
Stringeva con qualcosa che le scaldava il cuore.
Il suo pupazzo.
Il suo pupazzo che non avrebbe dimenticando…

(Scusate la lunga assenza, spero che questo capitolo vi piaccia!
BACI&KISSES
Meiko)

  
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