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Autore: Meiko    06/06/2004    4 recensioni
"Mi sento così triste...così triste..." questa è la frase perfetta per descrivere questa mia ennesima creazione, ragazzi, Meiko ritorna nel mondo di Saiyuki! ^_^
Genere: Dark, Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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*
Si sentiva stanca…si sentiva triste…
Socchiuse gli occhi, avvertendo però una strana sensazione…
Perché non c’era acqua intorno a lei?
Perché non avvertiva più quelle strane sensazioni?
Era…era esplosa?
Era…era morta?
Che vuol dire essere morti?
Vuol dire non muoversi più.
Però lei…lei si muoveva…
Le faceva male un po’ dappertutto.
La sensazione di stanchezza era forte.
Però…però questa era la stanchezza…a lei conosciuta…
Questa…questa stanchezza…era dolce…era…gentile…la…la faceva stare bene…
Si…si sentiva bene…si sentiva al caldo…
Al caldo?
Lentamente socchiuse gli occhi, lasciando che le immagini di quello che stava attorno a lei sfumassero e si perdessero come gli acquarelli che si mischiano insieme, quello stato di confusione non le dava fastidio…
Niente…niente le dava fastidio…
Provava fastidio?
Lentamente, riconobbe un soffitto in legno, e si guardò intorno, restando sotto le soffici coperte di quella brandina, avvertendo solo il rumore soffocato di gocciolare e uno strano rumore piacevole e allegro, guizzante.
Si guardò intorno, sdraiata, da una parte sopra la sua testa c’era una grande finestra, una grande finestra luminosa, la pioggia era passata.
Era passata…
Lentamente si alzò, mettendosi seduta, tutto il corpo però le doleva, e la stanchezza la indeboliva ad ogni minimo sforzo che faceva.
Che strana sensazione…si sentiva incredibilmente tranquilla…
Si guardò intorno, non aveva l’aria smarrita, ma sembrava comunque un po’ preoccupata.
Alla fine…alla fine non aveva retto…
Era scappata…
Ora…ora la mamma…la mamma…
La mamma si sarebbe arrabbiata…
Si, si sarebbe arrabbiata molto…
Tremò, tremò al solo pensiero di avvertire ancora quel bastone sulla sua schiena, tremò al pensiero di quel sorriso, tremò, tremò…di freddo…
Aveva freddo…
Il suo corpo aveva lasciato scivolare via le coperte, rivelando una grossa maglietta che le stava di qualche taglia più grande, facendola sembrare ancora più gracile.
Guardò stupita le coperte, accarezzandole con incertezza, cercando di capire come mai quelle coperte l’avevano coccolata…
Erano…morbide…
Sorrise, un timido sorriso si fece largo lungo la bocca, formando una timidissima linea concava…
Afferrò le morbide coperte con le piccole mani, portandosele al viso, strofinandoci sopra alle guance e sul naso, felice, e annusandole.
Sapevano di buono…
Ed erano ancora calde…caldissime…
Sorrise, sorrise ancora, era un po’ incerta, un po’ intimidita, ma quel caldo la faceva stare così bene.
Si…stava bene…
Questo è stare bene?
All’improvviso, lo sguardo si bloccò nel vuoto, avvertendo dei rumori, e scattando via dal letto.
Se l’avrebbero vista…l’avrebbero picchiata!
Le avrebbero fatto del male perché…perché aveva toccato quelle coperte, perché si era sdraiata con sopra delle coperte!
Si guardò intorno, sentiva qualcosa dentro scuoterla, mentre si guardava intorno spaventata, i capelli asciutti anche se incasinati colpivano delicatamente il viso, mentre cercava un posto dove nascondersi.
Velocemente, trovò un angolo al buio, un punto non illuminato dalla luce della grande finestra.
Però…
Si voltò verso la finestra, fissandola con fare supplichevole, per poi guardare l’angolo.
Li era buio…lei non volva più andare nel buio.
Il buio è freddo…il buio le faceva paura…
La mamma rideva, dicendo che era una sciocca, una stupida, che lei non poteva avere paura del buio perché lei…
Lei…non era viva…
Era solo…solo una macchina…
Lentamente, sentì di nuovo quel peso lungo la schiena, scorreva lungo la linea delle spalle, per poi scendere verso il petto, lasciando libera la testa, libera in modo che i capelli preferiti di papà le accarezzassero il viso e la schiena.
I capelli preferiti di papà…
Stava per cadere a terra, quando la porta si aprì di colpo, gia prima aveva sentito però ovattato dai suoi ricordi rumori strani che provenivano da sotto e che si avvicinavano a lei.
Restò così, immobile, incapace di fare altro che fissa re spaventata la figura che la guardò stupita, lei era immobile li, sembrava averci fatto le radici.
Era…era un uomo…
Un uomo dai capelli lunghi…
Dai capelli…dai capelli dello stesso colore del liquido che le sporcava le mani…
…lo stesso colore…
Sentì di colpo il copro tremare, avvertì di nuovo quella sensazione di ghiaccio, come quando la mamma le sorrideva, afferrandola e prendendo anche il bastone.
Lo stesso colore…un uomo pieno di…di…
Sangue…
Anche gli occhi…
Ah…
Sentì le gambe non reggerle più, e con un tonfo cadde a terra, tremando tutta dalla paura, facendo scattare l’uomo, che si avvicinò a lei stupito e alquanto dubbioso del comportamento della piccola.
Perché lei era piccola, non avrà avuto più di dieci- undici anni!
-Ehi, stai bene piccola? Forse ti è risalita la febbre…-
lei vide quella mano allungarsi.
Oh no, l’avrebbe picchiata…
Mamma, papà, tutti facevano così quando la vedevano.
La picchiavano…
La picchiavano…
Anche lui l’avrebbe picchiata…
Chiuse e strizzò gli occhi, pronta a ricevere l’ennesimo colpo.
…!!
Spalancò gli occhi, sorpresa.
Quell’uomo…non la stava picchiando…
Teneva…teneva la mano sulla sua fronte…
Com’era…com’era fresca la mano di quell’uomo…
Era grande, e aveva uno strano odore…
Un…un odore buono…
La ragazzina fissò ancora un po’ stordita l’uomo dai capelli rossi, per poi sentirsi rinfrescarsi al tocco delicato di quella mano, quella mano fresca e grande, che le copriva la fronte e parte della chioma candida.
-…sembra che ti sia scesa la febbre…-
-Gojio, tutto ok?-
la ragazzina spalancò di nuovo gl’occhi, un altro uomo…
Un altro uomo che le si avvicinava.
E adesso?
Adesso che le avrebbero fatto?
Sentì il corpo tremarle di nuovo, quell’orribile sensazione che ogni volta non riusciva a scacciare e che s’impadroniva di lei, bloccandola in quel momento a terra, mentre Gojio si voltava verso Hakkay, il ragazzo guardava preoccupato la bambina che rabbrividiva, seduta a terra.
-Sembra che non abbia la febbre, ma continua a rabbrividire-
-Forse ha freddo-
Hakkay allungò le mani verso la ragazzina, che d’istinto si riparò la faccia con le mani, per poi avvertire la terra mancarle sotto i piedi.
Socchiuse gli occhi, per poi spalancarli, quell’uomo l’aveva presa in braccio, riportandola a letto.
Lo fissò stupita, l’uomo aveva corti capelli neri, e sorrideva gentile.
Gentile…come la mamma…
Però…però quel sorriso non era come quello della mamma…
Era…era…
Diverso…
Le piaceva…
Non riuscì a rispondere al sorriso, perché l’uomo delicatamente la fece di nuovo sdraiare a letto, sorridendole sempre gentile e sorridente.
-Devi riposare, avevi la febbre alta stanotte…-
febbre?
Cos’era la febbre?
Lei non capiva…si, sentiva molto freddo…sentiva gelo…
Però…però cos’era la febbre?
Cos’era?
Guardò ancora sorpresa l’uomo, che accompagnava l’altro fuori dalla stanza.
-Se vuoi mangiare ti ho portato qualcosa, e anche dei vestiti per cambiarti. Fa con comodo-
la ragazzina lo guardò sorpresa uscire dalla stanza.
Non…non l’avevano picchiata…
Strano…
Si guardò intorno, su un tavolino li vicino c’era un vassoio con…con...
Del cibo…
Davvero poteva…?
Si guardò intorno, sentendosi improvvisamente colpevole, e gattonando sul letto si avvicinò al tavolino, guardando stupita il cibo, c’era un buon odore che veniva da tutte quelle cose…
Guardò ad uno ad uno gli oggetti e il cibo del vassoio, per poi prendere timidamente un cucchiaio, iniziando a mangiare, scottandosi però con la minestra, era bollente.
Ci provò di nuovo, questa volta era meno calda, anche se pizzicava ancora un po’ sulla lingua.
Però…però…era buono!

-L’abbiamo trovata svenuta in mezzo alla pioggia io Gojio…-
Sanzo si limitò a non parlare, mentre Hakkay spiegava il perché all’improvviso, nel bel mezzo della notte, c’era stato tutto quel trambusto, e quel fagotto dalle sembianze umane fosse stato trasportato in una delle stanze libere.
Un altro peso inutile, ci mancava solo questo!
Beh, la cosa positiva e che era finito il temporale.
Forse…forse era l’unica cosa positiva in quella giornata, mentre Goku continuava a rimpinzarsi di dolci, prima o poi sarebbe scoppiato.
-Ehi, scimmia, lasciane un po’ anche agl’altri!-
-Non chiamarmi scimmia scarafaggio rosso!-
-Allora ti chiamo scimmia mocciosa!-
-Maledetto…e quel taiyaki è mio!-

(Il taiyaki è una frittella a forma di pesce ripiena di marmellata di azuki, ovvero fagioli rossi)

litigavano per il cibo, come i bambini.
…insopportabile…
*PAM!*
Con un colpo solo, l’harisen di Sanzo si posò con violenza sulla testa dei due.
-Finitela, razza di deficienti, stando dando uno spettacolo indecoroso!-
-Vedo che l’effetto di stanotte non ti è ancora passato, maledetto bonzo!-
Gojio sentì la testa pulsargli, ma ora era talmente abituato alle violente sventagliate di Sanzo che ormai non ci faceva più nemmeno caso, quasi ignorandolo, anche se continuava a lamentarsi e con un occhio controllava che il bonzo non sfoderasse la sua pistola, in questo caso era davvero nei guai.
Hakkay si limitò a restare in silenzio ad osservare la situazione, sorridendo tranquillo come al suo solito, certe cose non riuscivano a scalfire quell’aria tranquilla che manteneva, un’aria che per certi aspetti poteva dare davvero i brividi, soprattutto quando ci si ricorda il suo aspetto senza i suo sistemi di controllo.
In quel momento se li stava tastando, quasi certo che fossero li ,al loro posto, come sempre.
…socchiuse gli occhi verdi, mentre tastava il metallo liscio, quante volte si era tolto, nel corso della sua avventura, quei sistemi?
…abbastanza volte da pentirsene in qualche modo ogni volta…
Sbuffò in silenzio, ritornando a riavere il solito sorriso stampato in faccia, mentre il suo sguardo dalla buffa scenette di Goku e Gojio che tremavano al cospetto della Shureiju e di un Sanzo visibilmente incazzato si spostava verso la tromba delle scale che portava alle camere sopra.
Velocemente, sotto lo sguardo degl’altri, si allontanò, voltandosi all’ultimo momento verso le scale.
-Vado a vedere come sta-
-Vengo anch’io!-
-A sto punto andiamoci tutti, scemo-
Hakkay si limitò ad attendere l’arrivo di Goku seguito dal rosso e dal bonzo, prima di avviarsi verso le scale, la stanza della piccola era l’ultima a destra.
Quando aprirono la porta, videro la piccola alzare di scatto lo sguardo con un brillare fugace di occhi spaventati, aspettandosi chissà cosa, per poi calmarsi anche se in poca dose alla vista dei due uomini di prima, ovvero Gojio e Hakkay, quest’ultimo sorridendo notò che la signorina aveva saziato il suo appetito e si era anche cambiata, anche se i vestiti erano di Goku, e lo si vedeva chiaramente.
Indossava un paio di jeans talmente lunghi che nascondevano i piedi piccoli, in qualche modo le scivolava giù dalla vita, e se lo reggeva con una mano, tenendo il capo abbassato un po’ per la vergogna e un po’ forse per la paura.
La maglietta era sempre di Goku, bianca così com’erano bianchi i suoi capelli scompigliati, dovevano ammettere che i quattro non avevano mai visto un colore del genere in una testa, forse i qualche demone, ma non se lo ricordarono in quel momento, mentre Hakkay sorrideva affettuosamente, quella bambina sembrava ancora più piccola dei suoi effettivi undici- dodici anni.
Invece lo sguardo di Sanzo era come al solito imperscrutabile, notando soprattutto il luccichio di un collare d’argento decorato con rune messo al collo esile della piccola, al centro una pietra rossa che poteva essere un rubino.
Gojio era divertito dall’aspetto infantile e gracilino della ragazzina, anche se avrebbe preferito una bella fanciulla carrozzata a quell’esserino gracilino con quell’assurdo colore di capelli, doveva ammettere che un po’ gli facevano impressione.
Goku, invece, era il più allegro di tutti, visto anche il suo comportamento infantile aveva trovato qualcuno con cui divertirsi, e si avvicino sorridente alla ragazzina, che quasi svenne a terra per lo spavento, quel ragazzo come gli estranei oltre ai due uomini di prima le facevano paura.
Anche questo ragazzo sorrideva, ma non era come quello della mamma.
Lei scorse subito gli occhi dorati e quel diadema, quello strano diadema tutto dorato, mentre lui notava sotto una frangia che la ragazzina teneva davanti agl’occhi come una tendina due deliziosi occhi brillanti di colore azzurro chiarissimo, sembravano ghiaccio.
-Qual è il tuo nome?-
-Idiota e pure maleducato, prima ci si presenta!-
Gojio colpì la testa della scimmia con un pugno, facendolo gemere dal dolore, mentre la ragazzina rimaneva impressionata da quello strano comportamento, tenendo però lo sguardo basso, ogni tanto si lasciava scappare qualche occhiata da sotto la frangia bianca.
Il rosso le si avvicino.
-Io sono Gojio, e il nome di questa stupida scimmia è Goku-
-Pervertito di un Kappa! La finisci di chiamare scimmia?-
-Perché, non lo sei?-
-PIANTATELA, DEFICIENTI!-
due sonori cazzottoni c’entrarono in pieno le due teste del rosso e del ragazzo, mentre la ragazzina guardava stupita l’uomo vestito da prete che si comportava doveva dirlo in maniera poco ortodossa.
Ma non dovevi aspettarti nulla di “religioso” in Genjo Sanzo Hoshi
La ragazzina avvertì il pesante sguardo del monaco su di lei, e non ebbe il coraggio di alzare la testa fino a quando non gli ripresento davanti l’uomo dagl’occhi verdi.
-Io sono Hakkay, molto piacere, e lui è Sanzo-
lei si limitò a guardarli, stupendosi dei loro comportamenti…insoliti, dal suo punto di vista, per la prima si trovava spiazzata in una situazione simile…
Ma…ma adesso che avrebbe potuto dire?
Lei…lei che doveva fare?
Non lo sapeva…
-Non hai un nome, piccola?-
un nome?
Cos’è?
Quello che gli avevano detto prima quegl'uomini erano dei nomi?
Lei lo fissò stupita da quella domanda, prima di accorgersi di quello che stava facendo e di riabbassare di scatto la testa.
Non doveva guardare negl’occhi la gente, o l’avrebbe picchiata…
Si aspettò una punizione, invece sentì qualcosa legarsi intorno alla vita dei jeans, Hakkay aveva preso una striscia sottile ma resistente di cuoio, e la stava legando ai jeans troppo larghi per quella ragazzina.
Adesso, almeno, si reggevano da soli, anche se erano comunque troppo grandi per lei.
-Beh, per ora credo che questo ti basti. Non hai una famiglia, una casa?-
casa…
Si, c’è l’aveva una casa…almeno così le diceva la mamma…
Però…però lei non ci voleva tornare…
Aveva paura…se fosse tornata…
L’avrebbero picchiata…
Tremò, stringendo il pugno, avvertendo le unghie entrarle nella pelle, tenendo ostinatamente lo sguardo fisso sul pavimento in segno di rispetto.
Sanzo la guardò, il mutismo di quella mocciosa gli dava fastidio.
-Ti ha fatto una domanda. Vedi di rispondere, a meno che tu non sia muta-
la ragazzina tremò visibilmente, e cominciò a sussurrare, la voce era roca e a tratti trattenuta, come se stesse cercando di uscire dalla prigione della gola, serrata un po’ tra le labbra ei denti, il fiato tentava di ricacciarla dentro.
-Per…per favore…non ci voglio tornare…io...io…-
no, ti prego, non dirlo!
Se lo dici ti picchieranno!
Resta zitta, zitta!
S’ammutolì, mordendosi le labbra, mentre la voce tentava di nuovo di scappare via, questa volta però aveva di fronte a se un muro, e venne spazzata via da palato e dall’affannoso respiro, mentre gli altri la guardavano un po’ incerti sul da farsi.
I ragazzi la guardarono un po’ titubanti, la ragazzina tremava vistosamente, tenendo lo sguardo basso, i capelli bianchi le ricadevano per le spalle accarezzandole e nascondendole il viso.
Sanzo sbuffò, spegnendo la sigaretta a terra, dato che li i portacenere non c’erano, e non aveva la benché minima voglia di andare fino in camera sua.
-Andiamocene-
-Ma Sanzo, e la bambina?-
il bonzo lanciò un’occhiata ad Hakkay, dandogli comunque le spalle.
-Non ce ne deve fregare niente di questa mocciosa. Noi dobbiamo andare ad ovest, e non possiamo fermarci a pensare ad una bambina che non sa neanche parlare decentemente-
la ragazzina aveva alzato nel frattempo lo sguardo, e silenziosa come un’ombra si era avvicinata all’uomo, il bonzo stava per andarsene, quando sentì qualcosa afferrargli la veste, e furioso si era voltato, guardando il viso della bimba che lo fissava speranzosa con quegl’occhi di ghiaccio.
-Vi prego…portatemi con voi…-
l’uomo la guardò freddamente, mentre la piccola teneva insistentemente nella manina la veste cerimoniale, i vestiti enormi le davano un’aspetto ancora più infantile e piccolo.
-Vi prego…-
Sanzo la guardò freddo, per poi con un gesto improvviso l’allontanò da se, fissandola con gelo e qualcosa che non era ribrezzo, ma forse era più vicina al fastidio.
-Non se ne parla, non abbiamo bisogno di pesi inutili-
detto questo, il bonzo uscì dalla stanza, mentre la bimba continuava a guardarlo con aria non scioccata, ma sconfitta, arrendevole.
Si, aveva ragione lui…era un peso…era solo un’inutile peso…
Il secondo ad andarsene fu Gojio, poi Goku ed Hakkay, quest’ultimo disse qualcosa che però la bimba decise di non ascoltare, il sorriso gentile del demone dagl’occhi verdi la stava uccidendo, non lo sopportava.
Non le faceva male il petto, ma era come se tutto il corpo si fosse bloccato, e le parole di Sanzo e il suo sguardo viola ghiacciato si ripetevano all’infinito come un disco rotto.
Lentamente, la prima cosa che si mosse fu la manina che aveva stretto la veste cerimoniale del bonzo, che tremò leggermente, poi i piedi a fatica si sbloccarono, lentamente la figurina si voltava verso il letto, osservandolo vuotamente, quasi cercando di bucar la parete di fronte e guardare oltre, alla ricerca di qualcosa di indefinito che però le desse sollievo.
Lentamente, si sedette sul letto sfatto, tenendo le gambe incrociate e le mani abbandonate su di esse, lo sguardo socchiuso fissava il vuoto, le palpebre lentamente si chiudevano, lasciando la bimba in uno stato di vuoto, di galleggiamento, adesso non voleva sentire più niente, nessun’altro rumore, solo il silenzio nella sua stanza, mentre i capelli bianchi le accarezzavano il collo e il suo collare, le dita delle mani faceva gesti lenti e imprecisi, quasi a voler dimostrare che era ancora viva, per poi però fermarsi, adesso c’era solo il corpo di una bambola appoggiato al muro, una marionetta con cui nessuno voleva più giocare, i suoi fili abbandonati lungo le lenzuola candide di quel letto sfatto, con fuori che penetrava nei vestiti e nella pelle il gelo di una stanza senza riscaldamento.
-Sanzo, non credi di essere stato troppo duro con quella bambina?-
-E dire che non sappiamo nemmeno il suo nome!-
Goku si mise le mani incrociate sulla testa, mentre Hakkay restava ancora un momento appoggiato allo sportello di Jeep, Sanzo era gia salito e si stava accendendo la sigaretta, Gojio invece stava prendendo una boccata dalla sua.
-Volete smetterla di preoccuparvi di quella mocciosa?-
Hakkay si limitò a sospirare, salendo sulla macchina e accendendo il motore.
Stavano per uscire dal villaggio, quando all’improvviso una massa di demoni comparve di colpo, facendo sterzare di botto Hakkay, la jeep sbandò per qualche secondo fuori controllo, per poi fermarsi, Hakuryu tremava lievemente, mentre i quattro si guardavano intorno, Sanzo sbuffò come una vecchia locomotiva, tirando fuori la sua pistola, oggi era davvero di pessimo umore, anche se non pioveva, mentre Goku gioiva, al contrario del compagno seduto con lui dietro che prese la sua alabarda quasi annoiato della solita marea di demoni che venivano tutte le volte a interrompere le sue tranquille giornate.
I demoni, nel frattempo, ringhiavano, alcuni di loro sembravano cani idrofobi, lasciando colare da lati della bocca bava, rivelando le lunghe zanne, i vestiti stracciati in più punti e un brillare d’occhi impazziti che per qualche secondo mise un po’ in soggezione Goku, la scimmietta però dimenticò tutto scatenandosi contro la massa di demoni bavosi e ululanti.
La massa di demoni sembrava essere vomitata dalle viuzze del villaggio dove si erano fermati, alcuni di loro entravano nelle case e disseminavano cadaveri e sangue, sporcando vetri e muri, spaccandone anche qualcuno.
Una decina ruppero la vetrata del piccolo ostello dove si erano fermati i ragazzi, arrampicandosi e salendo nelle stanze.
Hakkay colpì con il suo Ki una massa, proteggendosi sempre con il suo potere spirituale da un attacco diretto, per poi dirigersi verso l’ostello.
-La bambina!-
Goku ne fece fuori una ventina, inseguendo Hakkay, Gojio e Sanzo li seguirono, il bonzo però non ne era tanto felice, continuando a sparare a destra e a manca sembravano non finire più, mentre i demoni li inseguivano, digrignando i denti e lasciandosi dietro scie di sangue mischiata a basa e a pezzi di cadaveri che scivolavano via.
I quattro furono costretti a fermarsi davanti all’ostello, ingaggiando una lotta serrata contro i demoni che li inseguivano, sembravano essere gli ultimi.
Gojio, con la sua alabarda, in un colpo ne ammazzo una decina, seguito da Goku ed Hakkay, Sanzo nel frattempo stava ricaricando la sua Shureiju, finendo il lavoro, poi Goku con Hakkay alle calcagna salì verso la stanza dove avevano lasciato la piccola.
Spalancarono la porta, spaventati all’idea di ritrovarsi di fronte allo spettacolo del corpo della piccola letteralmente fatto a pezzi.
Quello che videro, però, li sorprese ancora di più di quello che si aspettavano. Sul pavimento c’erano delle pozze di sangue che venivano da dei cadaveri fatti a brandelli, l’unica cosa che si era salvata era una mano e mezza faccia di demone, l’altra era letteralmente spellata mostrando i muscoli facciali e l’occhio che un po’ pencolava; su muri schizzi di sangue, anche qualche goccia su quello che rimaneva della vetrata, i vetri erano a terra, alcuni pezzi infilati nei corpi massacrati di quelli che dovevano essere due o tre demoni.
Seduta sulla brandina, c’era la bambina, sulla testa c’era un lenzuolo bianco che si confondeva con il colore dei capelli e che in parte la nascondeva, la piccola era appoggiata al muro, le gambe erano appoggiate al piccolo petto, le braccia le abbracciavano e le stringevano spasmodicamente, il viso nascosto dalle gambe.
Era così ferma, immobile, non sembrava piangere, non si sentiva, però tremava, era terrorizzata.
Si…ma cosa era successo?
Fu Hakkay a muoversi per primo, Gojio si era lasciato andare ad un commento schifato, Goku aveva invece storto la bocca schifato, e Sanzo si limitava guardarsi intorno mantenendo costante la sua freddezza, anche se sembrava aver sussultato all’inizio, quando aveva dato una prima occhiata allo scempio.
Hakkay si avvicinò alla piccola, stando attento a non colpire qualche cadavere trucidato o a sporcarsi in qualche punto di sangue, raggiungendo così la piccola, che nel frattempo restava immobile, ma si stringeva ancora di più le braccia, quasi a volerle fondere con il proprio corpo, ora che Hakkay lo notava aveva cominciato a tremare.
Sorridendo, Hakkay si mise con un ginocchio appoggiato al materasso, allungando una mano verso la bimba, e mettendogliela in testa, sfilandogli il lenzuolo e accarezzandole il capo.
La bimba alzò di scatto la testa, sorpresa, fissando non poco sbalordita la figura sorridente di Hakkay.
-Non ti preoccupare, adesso è passato tutto…-
la bimba lo guardò stupita, per poi lentamente rivelare la sua figura nascosta nel lenzuolo, allungando le braccia verso il demone, che la lasciò fare, stringendola a se, e tenendola così in braccio, la piccola rabbrividiva ancora spaventata, mentre il demone dagl’occhi verdi sorridendo più tranquillo si avvicinava al gruppo, il più sollevato era Goku, che sorrideva contento, mentre Sanzo si limitava fissarla con occhi sospettosi, prima di scendere le scale, seguito dagl’altri, Hakuryu nel frattempo volò giù, visto che in tutto questo tempo era rimasto sulla spalla di Hakkay e gli girava anche intorno.
Velocemente, il draghetto bianco si ritrasformò in una jeep, facendo così salire Sanzo Gojio e Goku, mentre Hakkay era l’ultimo ad uscire dall’ostello, adesso la piccola si era calmata, e lentamente scivolò via dalle braccia del ragazzo, ritrovandosi insieme alla scimmia e al kappa, mentre Hakkay saliva in macchina.
Il primo a prendere la parola, dopo essere usciti in silenzio dal villaggio fu Goku, che nel frattempo guardava incuriosito la figura timida della bimba, per tutto il tempo era rimasta muta, tenendosi le manine strette a se.
-Ma tu c’è l’hai un nome?-
la bimba lo guardò, stupita e confusa.
Che cos’era un nome?
Un nome…come quello della mamma e del papà?
…no…
L’avevano sempre chiamata bambola…
Bambola è un nome?
La bimba era confusa, mentre Goku la guardava incuriosito, ricevendo un ghigno di Gojio.
-Stupida scimmia, se non ha risposto prima vuol dire che non c’è l’ha!-
-Non chiamarmi scimmia, kappa pervertito!!-
Gojio scattò, odiava quel moccioso quando lo chiamava così
-Vuoi litigare?-
-Fatti sotto, non ho paura!-
-SMETTETELA!!!-
l’harisen di Sanzo fu veloce, potente e implacabile, e in pochi secondi i due litiganti erano li a lamentarsi per il carattere poco paziente e sempre nervoso del monaco, che sembrò calmarsi, mentre la bimba aveva guardato tutta la scena con gli occhi spalancati dallo stupore, per poi avvertire dentro qualcosa.
Sembrava…sembrava un calore…qualcosa che…che…
Si lasciò scappare uno sbuffo divertito, che non passò inosservato agl’occhi di Goku e Gojio, il ragazzo dagl’occhi dorati però fece un po’ il muso, non era molto divertente essere picchiati dal bonzo!
Hakkay tentò, come sempre, di sistemare la situazione, cambiando discorso.
-Invece di litigare troviamo un nome alla nostra amica-
la ragazzina li guardò sorpresa, stavano pensando intensamente a come chiamarla, tutti fuorché Sanzo, lui la bimba non voleva averla tra i piedi!
Ad un certo punto, fu Goku ad avere l’idea.
-Perché non la chiamiamo Kisa?-
-Bravo Goku, Kisa è un nome perfetto!-
-Anche la stupida scimmia ogni tanto dice qualcosa di intelligente!-
-Ehi, maledetto!-
e mentre i due continuavano a litigare, la bimba si voltò verso Hakkay, che le sorrideva dallo specchietto retrovisore.
-Allora, Kisa, ti piace questo nome?-
la bimba lo guardò stupita, per poi far nascere un sorriso timidissimo dalle labbra, ed annuire.
Kisa…
Io sono Kisa…

(Ecco qua il nuovo capitolo, spero che vi piaccia!
Vi saluto!
Baci&Kisses!
Meiko)

  
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