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Autore: nowtellmeastory    07/10/2012    7 recensioni
Dal capitolo 7:
“Aspetta un attimo Christ –lo interruppe Zacky sgranando gli occhi- ci stai dicendo che abbiamo in casa una ragazzina minorenne scappata di casa, e che se i genitori lo vengono a sapere, finiremo TUTTI nei casini??” Okay, si era incazzato.
Johnny annuì con aria colpevole.
“Oh, ma tu e Matt vi siete bevuti il cervello?!?!” Iniziò a dire.
“Andiamo Zacky, cosa avresti fatto tu al posto nostro?” Ebbe l’istinto di provare a proteggerla. Strano!
“Che cazzo di situazione!” Si mise a ridacchiare Brian.
“E tu Jimmy?? Non dici nulla??” Insisteva Zacky.
“Io.. beh.. a dire la verità io avrei fatto la stessa cosa, Zacky..” il ragazzo era rimasto molto sorpreso dalla giovanissima età di Gwen, ma non riusciva proprio a vederne i lati negativi. Lui vedeva solo una ragazza che andava protetta, e anche se la conosceva da nemmeno 24 ore, poteva dire tranquillamente di volerle bene.
E se volete sapere di più, basta solo leggere! :)
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Matthew Shadows, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 40



Avete presente le scene dei film in cui c’è il colpo di scena e tutto diventa instabile, come una foglia in autunno sull’albero più alto del bosco? Così.
L’aria si era gelata e potevo sentire i brividi scorrere lungo la schi
ena, in un misto di paura e apprensione.
“Parla, ti prego.” Implorò Matt, guardandomi negli occhi. Io distolsi lo sguardo dai suoi occhi chiari e guardai confusamente uno per uno. Mi alzai in piedi e presi un lungo respiro, feci qualche secondo di silenzio per elaborare tutte le idee e trasformarle in un discorso sensato, e poi iniziai parlare.
“Sappiate che siete stata la cosa migliore che la vita fino ad ora mi ha regalato. E credetemi, non mi ha regalato tanto, la mia. –Strinsi le labbra e annuii come per enfatizzare le mie stesse parole- Abbiamo trascorso non poche esperienze, insieme. Matt, sei diventato mio fratello fin da subito, e ad essere sincera all’inizio pensavo che tu fossi la mia cotta. –Ridacchiai e lui scosse la testa, sorridendo- Ma alla fine ti sei dimostrato molto più di quello, perché sei diventato la mia ancora di salvezza. Zacky, penso che tu sia il miglior cuoco che abbia mai conosciuto, sul serio, le tue mani non sanno muoversi solo sulla chitarra, e in più, se non ci fossi stato tu, ne avrei combinati di guai a quest’ora! –Lo guardai e lui chiuse gli occhi annuendo, piegando le labbra in un sorrisetto- Jimmy. Si può dire che sei stato il primo a non squadrarmi da capo a piedi quando sono arrivata qui e non hai pensato subito ‘Ehy, ma chi cazzo è questa?!’ forse perché alla fine siamo simili. Due ragazzi disastrati psicologicamente e che fanno cazzate su cazzate. Dobbiamo riprendere le lezioni di skate appena possibile! –Risi e gli scompigliai i capelli, visto che era seduto al posto di fianco al mio- Johnny, tu invece all’inizio volevi farmi fuori, e non dire di no perché ti conosco bene! –Feci finta di guardarlo male e lui rise grattandosi la nuca- Però anche tu ti sei dimostrato un ottimo amico, gli scherzi che abbiamo fatto a questi quattro musoni non si dimenticheranno facilmente, per non parlare di tutte le spinte a tradimento in piscina che abbiamo dato l’uno all’altra. –Risi anche io e poi posai gli occhi su Brian, che aveva irrigidito la mascella e mi guardava impassibile. Diventai più seria e lo guardai dritto negli occhi- E poi ho incontrato anche Brian. –Sorrisi e lo guardai per qualche secondo- Ce le siamo date di santa ragione quando ti ho visto perché mi sembravi, anzi, eri –ci tenni a sottolineare il tempo passato del verbo- una persona arrogante e superficiale. Quello che mi hai detto quel giorno non fu il massimo della delicatezza e della comprensione, ma un po’ alla volta, siamo riusciti ad intenderci e capirci, a volerci bene, grazie a esperienze non proprio facili che abbiamo condiviso. Io per causa tua e tu per causa mia ci siamo messi nei guai a vicenda. –Sorrisi ricordando del suo problema con la droga bello che superato e al proiettile che mi beccai in una di quelle sere quando mi misi a seguirlo- Ma proprio per questo abbiamo sviluppato un senso di protezione molto forte l’un per l’altra, che appunto ci ha portato a volerci bene, non come due amici qualsiasi. –Abbassai lo sguardo e ripetei mentalmente le ultime cinque parole che avevo detto, rendendomi conto di non aver esagerato per niente. Lo rialzai e inquadrai i ragazzi, per poi chiudere gli occhi- E dopo questo, la vita ha deciso di regalarmi un’altra cosa, o meglio, un’altra persona. Un po’ in ritardo, ma meglio tardi che mai. Senza lui ho trascorso troppo tempo. E nessuno può capire, se non chi lo ha vissuto, com’è vivere senza un padre. A volte ti mancano anche i possibili rimproveri, i possibili litigi che un padre potrebbe avere con una figlia, perché tutto questo rientra nella normalità della famiglia. Una famiglia che a causa della donna che mi ha messa al mondo non ho mai avuto. –La voce si inclinò e portai una mano alla bocca, per riprendere un tono. Dopo aver preso di nuovo la sicurezza necessaria, respirai profondamente e tornai a guardarli tutti- Ora ho la possibilità di recuperare tutto il tempo perso. Di mettere l’ultimo pezzo del puzzle al suo posto, senza dover lottare con me stessa e con gli altri come ho sempre fatto, per diciassette lunghi anni. Sto trovando il mio equilibrio, grazie a voi e grazie a lui. E’ la possibilità per un futuro normale, per una ragazza normale. Rifiutarla significherebbe sbattere la porta in faccia al destino che per la seconda volta ha deciso di stare dalla mia, dopo che mi ha fatto incontrare voi, e sbatterla soprattutto in faccia a mio padre, che ha fatto di tutto pur di tenermi con lui, lasciandomi comunque la libertà di scegliere.”
“Ma Gwen..” azzardò Johnny già con gli occhi lucidi.
“Johnny..” Provai a dire.
“Silenzio. Lasciala finire.” Impose Matt con tono duro e dolce allo stesso tempo, senza staccare gli occhi dai miei.
“E’ difficile. Ho il cuore strappato in due, in questo momento. Dovete credermi. Mi sento lacerare in ogni singolo pezzo di pelle, e la stessa cosa sarebbe accaduta se avessi preso l’altra scelta. Ma cercate di capirmi, vi chiedo solo questo. Non siate arrabbiati, vi prego.” Mormorai con le lacrime che urlavano per uscire dai miei occhi.
Silenzio tombale. Nessuno parlava, nessuno prendeva l’iniziativa. Ognuno guardava il pavimento e io li guardavo uno alla volta, sperando che qualcuno dicesse qualcosa.
“Hai fatto la scelta giusta.” La voce di Brian spezzò il silenzio.
“Lo pensi davvero?” Chiesi asciugando le lacrime che erano sfuggite con il dorso della mano sinistra.
“E’ parte della tua vita, è un’esperienza che non puoi perderti. Si tratta di tuo padre, non di un amico. E non credere che io stia parlando così perché voglio assecondarti solamente o perché mi va. Parlo così perché ho una coscienza che mi sta dicendo di lasciarti andare per il tuo bene. Non potevamo immaginare che sarebbe successo tutto questo, ma dovevamo prepararci da subito a questo momento. –Si alzò dalla sedia e prese le sigarette dalla tasca- Scusate, vado a fumare.” Ci lasciò lì e noi tutti ci alzammo, senza però seguirlo. Sapevamo che Brian aveva bisogno dei suoi momenti di solitudine per smaltire le cose importanti.
“Oh.. ragazzi.. abbracciatemi, per favore.” Allargai le braccia e in un attimo lo spazio vuoto venne riempito da quei quattro ragazzoni che mi strinsero fino a farmi mancare l’aria.
“Sei una stronza, adesso ci toccherà fare le pulizie al posto tuo.” Rise Jimmy baciandomi una tempia.
“E’ anche ora che impari, Sullivan!” Disse Zacky stritolandomi per bene.
“Oh, piantatela, non sono in vena di scherzare stasera!” Johnny si intrufolò fra tutti e due e quasi mi saltò al collo, abbracciandomi calorosamente. I suoi occhi lucidi mi erano rimasti impressi.
“Sono stati i giorni più fottutamente intensi della mia vita. Tutto grazie a te.. sei meravigliosa, Gwen.” Matt si aggiunse agli altri tre con le sue braccia muscolose e sorridemmo tutti insieme. Si, avevo fatto la scelta giusta, ma Brian.. dovevo parlare con lui. Così, dopo aver congedato i ragazzi, mi recai sull’attico, sicura di trovarlo lì.
“Sorpresa! -Dissi sorridendo, sedendomi vicino a lui, che fumava e guardava fisso in cielo. Dovevo usare un tono leggero e pacato, gli altri avevano cercato di prenderla bene e lo avevo apprezzato tantissimo, perciò ero pronta a tranquillizzare anche lui- Uhm, sei diventato un astrologo?”
“No, contavo le stelle per far passare il tempo!” Rispose ironico e si voltò a guardarmi.
“Non l’hai presa bene, a quanto vedo.” Dissi calma portando le ginocchia al petto e abbracciandole.
“Mi mancherai da morire, ma questo lo sai.” Mi rispose semplicemente, gettando via la sigaretta finita. Gliene sfilai una dal pacchetto e sfilai anche l’accendino per accenderla, prima di rimetterlo a posto.
“Non credere che per me sia il contrario. Significate così tanto per me che se potessi mi sdoppierei per stare con tutti.” Risi e mandai il fumo nei polmoni, per poi espirarlo. Fumavo quasi meglio del Gates, cazzo, mica male per una diciassettenne!
“Lo so, tranquilla. –Mi sorrise e lo vidi finalmente più sereno- Ho reagito così perché non ero psicologicamente pronto, anche se mi ero imposto di accettare la scelta, se fosse stata questa. Ma sono un uomo e l’uomo è fatto di carne e sentimenti, oltre che di ragione.”
“Sei filosofico da far schifo. Torna a fare il chitarrista e non rompere il cazzo con i tuoi ragionamenti blablabla!” Gli diedi una gomitata ridendo e feci un altro tiro.
“E tu fumi come un uomo, da’ qua!” Mi prese la sigaretta e fece un tiro, per poi ridarmela.
“Certe qualità sono da apprezzare, chitarrista delle mie tinture! -Annuii convinta, espirando e facendo cadere la cenere in eccesso dalla sigaretta- Senti, posso chiederti una cosa?”
“Certo.”
“Michelle. Ti piace?”
“Michelle? Mi piace fisicamente, ma per sua sfortuna è una ragazza che non va oltre ciò che mostra agli altri, ovvero un bel paio di gambe e i capelli biondi. A dire la verità non è nemmeno molto intelligente, non capisco come Val possa essere sua sorella gemella.” Si grattò la testa perplesso e io risi di gusto.
“Durante l’ultima festa a volte sembrava che volesse uccidermi con lo sguardo!”
“E’ gelosa, ma non capisco per quale motivo, visto che non le ho mai detto cose che potessero riguardare una possibile relazione o simili.”
“Ah.. quindi.. non state insieme, non hai intenzione di provarci?”
“Ma scherzi?” Mi fissò quasi disgustato.
“E che ne so, stavo chiedendo!” Allargai le braccia tenendo la sigaretta fra le labbra.
“E se il mio cuore se lo fosse già preso un’altra?” Cazzo.
“Mh? Chi?” Feci l’ultimo tiro e buttai via la sigaretta.
“Aspetta, forse la conosci. E’ alta più o meno quanto te, ha un nome di quattro lettere e si è presa un proiettile al posto mio un po’ di tempo fa.” Arrossii violentemente e sorrisi, abbassando lo sguardo. 
“Guarda, ce l’ho sulla punta della lingua ma non riesco a dire chi è.” Lo presi in giro e alzai lo sguardo su di lui.
“Peccato! Volevo darle un bacio ma se non sai chi è non posso mandarti a chiamarla.” Alzò le spalle e continuò a guardare le stelle.
“Vieni qua.” Lo tirai per le spalle attraverso la t-shirt e posai le labbra sulle sue, prima di passargli una mano tra i capelli e cercare la sua lingua, sentendo il forte odore di fumo che avevamo entrambi e ci stavamo scambiando attraverso il respiro.
Forse era un bacio d’addio. Avevo sempre sentito di addii dolorosi e strappalacrime. Quello era l’addio più bello che avessi mai visto e vissuto.
 
 
 
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Eccoci giunti all'ultimo capitolo di questa FF. La prossima volta ci saluteremo con l'epilogo e dirò tutto ciò che devo dire per ringraziarvi e tutte le altre formalità.
Cosa ne pensate di questa scelta? Ve lo aspettavate? :)
  
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