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Autore: AriTorres9    07/10/2012    2 recensioni
“Ti piacerà, ne sono certa al cento per cento!”
Mi affrettai a scartare il pacchetto, troppo presa dalla curiosità per fermarmi a leggere il bigliettino di auguri, e giuro che mi vennero le lacrime agli occhi vedendo che si trattava di Get Your Heart On, l’ultimo CD dei Simple Plan che non ero ancora riuscita a acquistare. Corsi ad abbracciare Zy e la riempii di “grazie” e di baci.
« Oh cazzo Sky, girati! » la sentii sussurrarmi all'orecchio.
Mi girai di scatto e mi paralizzai alla vista di colui che ammiravo da anni solo attraverso lo schermo di un computer.
Non avevo parole.
Non era possibile.
Lui.
Lì.
Oddio.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Pierre Bouvier
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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PIERRE.
 
Mi affrettai ad entrare nel locale per evitare che le gocce di quella pioggerellina insistente mi bagnassero più di quanto non avessero già fatto durante il tragitto dalla macchina di David a questo pub.
Cazzo, non ricordavo ci fosse sempre tanta gente qui dentro!
Anche se, in effetti, era da un bel po’ di tempo che non ci venivo. Con il tour e i vari impegni della band eravamo stati lontani dalla nostra città per qualche mese e , tornare nel pub che frequentavamo da quando avevamo diciotto anni, mi sembrava che in qualche modo ci facesse riavvicinare alla tranquillità.
Strofinai velocemente i piedi all’ingresso e mi feci da parte, permettendo ai miei 4 amici di entrare per ripararsi dal tempaccio autunnale che da qualche giorno sembrava non volesse abbandonare Montreal.
«Su, Pierre! Andiamoci a prendere il nostro solito tavolo. » Mi incitò Chuck.
«Pensate sul serio che con tutta questa gente il divanetto più figo del pub sarà ancora vuoto ed aspetterà noi? » domandai ridacchiando.
Ma ormai erano già partiti verso il tavolo in fondo al pub, quello da secoli era Il Nostro Tavolo, quindi li seguii ma, dopo aver svoltato l’angolo e superato il bancone, improvvisamente si fermarono e Seb si girò verso di me con il suo classico sorriso da hovistaunafigapazzesca.
«Aiah, devi aver visto una bella ragazza» scherzai.
«No Pierre, non è una bella ragazza. E’stupenda. Anzi, affascinate. Ma che cazzo dico? È sublime! Oddio, non so come descrivertela. Vieni a vedere! »
Mi sporsi oltre alla spalla di Jeff per riuscire a vedere di chi parlasse Seb, quando mi resi conto che al nostro tavolo c’era un numeroso gruppo di giovani che sghignazzava.
«Merda, ma quello è il nostro tavolo. Vi avevo detto che sarebbe stato occupato» rinfacciai ai ragazzi, ma Seb mi tirò una gomitata e mi disse a bassa voce «Pierre, guarda quelle due a destra, in piedi. Quella mora. Dio. Non è la creatura più bella che tu abbia mai visto? Guarda che fisico, che sguardo.. »
Seb continuava a parlare e gli altri ragazzi continuavano a dargli ragione e ad annuire ad ogni complimento che facesse alla mora, ma io ormai non li stavo più ascoltando.
L’altra ragazza mi aveva stregato completamente.
Non era bella come la sua amica. Non aveva lo stesso fisico scolpito, no.
Ma era comunque di una bellezza disarmante.
Era impossibile non notarla, con quei capelli blu e quell’enorme felpa grigio topo che le arrivava quasi alle ginocchia.
- E’ decisamente magra - stabilii, notando come le pantacalze le fasciavano le gambe affusolate. Ai piedi portava delle bellissime Dr. Martens bordeaux, dalle quali uscivano dei calzettoni grigi che aveva arrotolato appena sopra alla caviglia.
Subito mi diedi uno scossone.
Perché ero così attento ai particolari? E perché mai le stavo guardando le scarpe? Alzai la testa deciso ad osservarle il viso.
Aveva gli occhi puntati sui miei.
E che occhi, wow!
Non riuscivo a definirne il colore, era troppo lontana e le luci del locale troppo soffuse per stabilire di che colore fossero quegli occhi che mi attiravano come due calamite.
Ok, forse sembrava che stessi esagerando. Ma non potevo proprio fare a meno di guardarli.
Mi sentivo catturato da quelle ciglia così lunghe e folte, da quelle sopracciglia sottili ad ala di gabbiano e soprattutto da quelle labbra piene sulle quali aveva passato qualche mano di rossetto rosso.
E proprio mentre si accorse che anch’io la fissavo insistentemente dischiuse la bocca in un timido sorriso, che poco a poco divenne sempre più largo, permettendomi di vedere la lucente dentatura.
Ok, forse stavo davvero esagerando!
Ma che mi era preso? Stavo sul serio guardandole i denti?
– Pierre, riprenditi – mi ordinai scocciato.
 
 
SCHUYLER.
 
Il sorriso sulle mie labbra si spense, lasciando spazio a un’espressione tesa.
«Zy, che cazzo stanno facendo?” domandai quasi terrorizzata alla mia migliore amica, vedendo che quei cinque ragazzi, meglio conosciuti come Simple Plan, si stavano avvicinando al nostro tavolo.
Zoey cominciò a ridere e, appena prima che arrivassero così vicino da poter sentire i nostri discorsi, mi sussurrò «Ok Sky, calmati e respira. Ti giuro che non avevo idea che venissero qua. Prova a scioglierti e a comportarti in modo quasi normale, sono sicura che tu ce la possa fare”.
«Grazie per la fiducia, Zy.” Replicai con un finto sorriso.
 
«Ehi ragazze, possiamo sederci con voi? Questo è il nostro tavolo storico e non ne vediamo altri liberi. Vi dispiace? » chiese gentilmente Jeff, il pelato del gruppo.
Oddio, sembravano così tranquilli e.. normali.
Zoey, vedendomi in difficoltà, rispose con un furbo sorriso
«A una condizione, dovete prima autografarle il cd. » disse indicandomi e prendendo su dal divanetto Get Your Heart On.
Ok, mi sarei voluta sotterrare.
Non volevo svelarmi subito come una banale fan, volevo apparire diversamente, provare a fare colpo..
Ad interrompere il flusso dei miei pensieri ci pensò il sorriso di Pierre e, un attimo dopo, la sua calda voce. «Allora sei una nostra fan. Ecco perché questa timidezza. » E mi fece un veloce occhiolino mentre mi autografava il cd.
«G-grazie mille» quasi balbettai, sorridendo come un’ebete.
Ma che mi era preso? Io timida e impacciata? Ma non esiste!
«Smetti di fissarla Pierre, la metti a disagio! » lo sgridò Chuck.
Ok, mi sarei voluta sotterrare. Di nuovo.
Sentii le guance diventarmi bollenti e sperai che non si notasse troppo il mio colorito paonazzo.
«Scusami» mi disse sorridendo dolcemente.
E non potei fare a meno di sorridergli anch’io, iniziando a sciogliermi.
Mike e Dallas si avvicinarono, avvertendoci del fatto che stavano andando verso casa e chiedendoci se avevamo bisogno di un passaggio.
«No Dallas, non ti preoccupare. Zoey ha la macchina.” Risposi. «Le ragazze sono già andate?” chiesi facendo riferimento alle mie compagne di scuola che erano passate per farmi gli auguri e per darmi i regali. «Certo Sky, non le hai viste? Sei proprio strana stasera! » mi rispose Mike scuotendo la testa con un sorriso divertito.
«Amore, allora ci vediamo domani. » si rivolse questa volta a Zoey, abbassandosi e dandole un leggero bacio sulle labbra. Ci salutarono e appena prima di uscire dal locale si girarono urlandomi «Auguri ancora, Sky! »
«E così sei fidanzata» constatò con tono piatto e un po’ deluso Seb.
Zoey non rispose, probabilmente a causa dell’imbarazzo.
Per fortuna a salvare la situazione ci pensò David. «Quindi Sky – se è così che ti chiami – oggi è il tuo compleanno. Quanti anni compi? »
L’espressione di Pierre lasciò trapelare per un momento una certa curiosità.
Con un’alzata di spalle risposi a Dave «Mi chiamo Schuyler in realtà, Sky e il mio soprannome. Lei è Zoey, detta Zy, ed è la mia migliore amica» indicai con il capo alla mia sinistra, dove stava seduta Zy «e oggi è il mio compleanno. Finalmente sono maggiorenne. »
Notai subito che Pierre aveva contratto la mascella e che della sua espressione serena non c’era più traccia.
«Ragazzi, non dovremmo andare? Si è fatto tardi. »
Sembrava più un’imposizione che una domanda e il suo tono si era fatto brusco e distaccato.
Cos’era successo così all’improvviso?
Si alzarono anche gli altri, ci salutarono velocemente facendomi gli auguri e si affrettarono a seguire Pierre, che ormai era già fuori dal locale.
Mi girai verso Zoey che, come me, sembrava aver stampato un enorme punto interrogativo in faccia.
Senza che le dicessi niente mi abbracciò sussurrandomi «Non lo so, tesoro. Non so cosa gli sia successo. »



PIERRE.
 
Scesi rapidamente dalla macchina, sbattendo violentemente lo sportello e sbuffando per l’ennesima volta.
Percorsi il vialetto di casa mia incurante delle espressioni sbalordite dei miei amici. Strofinai i piedi sul tappetino davanti alla porta ma, mentre prendevo le chiavi dalla tasca della giacca, udii dei passi farsi sempre più vicini, fino a quando non si fermarono esattamente dietro di me.
Non volevo fare lo stronzo con i ragazzi, ma in quel momento tirare fuori la parte migliore di me non mi riusciva proprio.
Sbuffai.
«Che c’è adesso? »
«Che c’è adesso?! Mi prendi per il culo Pierre?! Vuoi spiegarci che ti prende? Perché ti sei comportato così? » mi chiese Chuck con tono esasperato e preoccupato.
«Senti Chuck, lascia stare. Non ho voglia di parlarne adesso, e comunque non con te. » Cercai di evitare di guardarlo negli occhi mentre lo liquidavo così.
«Pierre: guardami! » cominciò ad alzare la voce «Non so cosa ti stia passando per la testa in questo momento ma questa doveva essere una serata in onore dei vecchi tempi, dovevamo divertirci e..” non gli lasciai finire la frase «Ecco vedi, è questo il problema! Siamo vecchi ormai! Non ti sentivi fuori posto in quel locale pieno di giovani? Cazzo Chuck, dobbiamo accettare di non essere più gli adolescenti di una volta! »
In quel momento mi resi conto che stavo ormai urlando e distogliendo lo sguardo vidi attraverso il finestrino dell’auto i volti contratti dei miei amici, probabilmente ansiosi di sapere cosa ci stavamo dicendo.
Tornai a prestare attenzione alla nostra discussione, aspettandomi un sfuriata che non arrivò.
Con mio enorme stupore Chuck rise.
Che cazzo c’era da ridere?
Con quell’atteggiamento stava mettendo a dura prova la mia pazienza.
Quando finalmente riuscì a smettere mi parlò con voce stupita e allo stesso tempo divertita.
«Stai davvero facendo tutta questa scenata perché ti senti vecchio? » Ricominciò a ridere.
«Dio, Pierre! Questa è la più enorme stronzata che tu abbia mai detto! Hai trentatre anni, non ottantatre! Ti sei sentito vecchio in confronto a lei? E’ lei che ti preoccupa tanto?
Ho notato come la guardavi, non mi freghi Bouvier. Ti conosco. Cos’ha di così speciale? »
Avrei voluto rispondergli che forse nemmeno io sapevo spiegare cos’aveva di così speciale da avermi colpito a prima vista.
Forse era il suo stile incredibilmente diverso da quello di qualsiasi ragazza.
Forse erano i suoi grandi ed espressivi occhi.
Forse era il suo naso.
Forse le sue labbra, o forse il rossetto che aveva.
Forse era la sua voce, così chiara e allegra.
Forse era il colore dei suoi capelli, o magari il modo in cui le ricadevano sulle spalle dritte.
O forse era il suo profumo, che ero riuscito a sentire dall’altra parte del tavolo.
Non riuscii a dare voce a nessuna di queste ragioni.
«Lascia stare Chuck, non capiresti. » Risposi banalmente, scuotendo il capo.
«Va bè Pierre, ne riparliamo domani. Comunque se è l’età il problema dovresti fregartene, prova a conoscerla: potrebbe rivelarsi matura. E se invece ti dimostrerà di essere una bambina potrai sempre dire di averci provato, no? »
Provò a incoraggiarmi sorridendo.
«So solo che si chiama Schuyler e ha diciotto anni, non penso di riuscire a ritrovarla. Dovrei lasciar stare. » Nel parlare non riuscii a nascondere l’amarezza e la delusione.
Chuck si limitò a darmi una pacca sulla spalla, come era solito fare quando ci salutavamo.
«Ci vediamo domani Pierre. Non affliggerti così, non ce ne facciamo niente di un Bouvier depresso alle prove! »
Mi fece un ultimo grande sorrisone prima di scendere qualche gradino, uscire dal portico che ci riparava dalla pioggia e fare una piccola corsa verso la macchina.
Con un cenno della mano salutai i miei compagni e, ormai stanchissimo, entrai in casa.




HEILA'!
Eccomi qui con il primo vero capitolo!
L'altro era una sorta di prologo che ho scritto e pubblicato per "invogliarvi" a leggere :)
Le personalità dei personaggi stanno pian pianino venendo fuori e la storia comincia a formarsi.
Spero che la storia vi incuriosisca.
Se avete voglia di lasciarmi qualche consiglio nelle recensioni ben venga, mi farebbe solo piacere! :D
Al prossimo capitolo, Ari.
  
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