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Autore: Denny_Volturi    08/10/2012    2 recensioni
Siamo sicuri che i Volturi non hanno un cuore? Sono passati quasi dei secoli da quando si son rinchiusi a palazzo ma qualcuno ha voglia di cambiamento....
Inoltrandosi in questo paese all'insaputa di tutti accade qualcosa, poi arriva la scuola anche per alcuni dei Volturi a causa dei Quileute, cosa sarà mai? Amore, passione, gelosia, rabbia e odio potranno mai avere un'armonia?
Questa è la mia prima FF spero vi piaccia, commentate mi raccomando ;P
Genere: Mistero, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alec, Demetri, Nuovo personaggio, Quileute, Volturi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
Capitoli:
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capitolo 14 Unstoppable passion.

Non appena scomparve da davanti ai miei occhi non riuscii più a trattenermi ed iniziai a piangere senza sosta, pensando costantemente a tutto quello che avevamo passato, a tutte quelle volte che istintivamente m'ero fidata di lui ed avevo confessato ogni cosa... Come aveva potuto mentirmi così spudoratamente? Perchè comportarsi a quel modo se era tutto un'inganno? Più continuavo a domandarmelo e più continuavo a piangere, ma dovevo farmi forza, dovevo continuare ad andare avanti. Infondo dovevo aspettarmi tutto questo e poi avevo detto che non l'avrei più voluto rivedere ne sentire, quindi avrei potuto nuovamente ricominciare o almeno era questo che mi continuavo a ripetere ogni volta. Quando ritornai a casa Jacob e gl'altri tentarono di comprendere cos'avessi che non andava, ma non appena mi videro ridere e scherzare come se nulla fosse iniziarono a non farmi più domande; forse ero riuscita a far comprendere loro che non era successo niente, ma ero certa che con una persona non ero riuscita a scamparla e quello era Edward. Quella sera erano tutti riuniti a casa di Jacob per festeggiare, Quileute e Cullen, festeggiavano un nuovo anno di pace che correva fra di loro; si brindava, si cantava e si rideva ma i miei pensieri non facevano altro che essere indirizzati su Alec ed Edward preoccupato si avvicinò a me e mi prese in disparte.
"E' successo qualcosa di grave mentre eravamo via?" chiese gentilmente mentre mi posava una mano sulla spalla attendendo che parlassi siccome ci stavamo andando a sedere lontano da tutti.
"Sono successe tante cose... Ho addirittura assaggiato il sangue di un vampiro..." dissi abbassando sempre più il mio tono di voce e trattenendomi dal piangere, ma fu tutto invano; scoppiai in lacrime nascondendo la faccia tra le ginocchia mentre inziavo a ripensare a tutto quello che era accaduto.
"Sono una stupida.... Una completa stupida..." dissi mentre continuavo a piangere; Edward vide tutto l'accaduto e non potè far altro che stringermi in un abbraccio.
"Non sei stupida Denny. Semplicemente ti sei fidata di lui. Può essere anche che stesse mentendo ad Aro." disse cercando di consolarmi mentre mi accarezzava lievemente la testa. Alla fine passai il resto della festa in camera mia dicendo che stavo poco bene ed Edward mi diede una mano a reggere il gioco, fortunatamente anche se avevamo i nostri disaccordi era sempre pronto a sostenermi nel fuggire dagli interrogatori di mio fratello e degl'altri ragazzi.
Passarono due o tre giorni dall'accaduto ed avevo già ricominciato a sorridere e riavere la forza che avevo prima, mi ero promessa che non avrei più pianto dopo quelle tre sere perchè non ne valeva la pena, non mi aveva nemmeno cercata; anche se ero stata io a dirglielo volevo che comunque mi tentasse di parlare per vedere di spiegarmi la verità nel caso in cui le mie teorie erano sbagliate. Continuavo a lavorare tutte le sere, volevo tenermi i soldi da parte per fare un viaggio fuori Italia, lontano da tutti i pensieri ed i ricordi che continuavano ad assillarmi ed oltre a quello avevo un sacco di feste da passare coi Quileute tra i loro compleanni e l'addio al nubilato di alcuni di loro.
Passavano i giorni e di Alec oramai non ce n'era nemmeno più l'ombra, pensavo che avesse seriamente seguito alla lettera ciò che avevo detto e a tal pensiero iniziai a sentirmi sia triste che felice, l'amavo ma ciò che aveva fatto era stato terribile e il non vederlo mi serviva per dimenticarlo e tentare di cercare qualcun'altro da poter amare; passò la seconda settimana ed era una sera come tante, o almeno così credevo... Stavo uscendo tranquillamente dal locale in cui lavoravo quando iniziai a sentirmi osservata, spiata da qualcuno, così corsi verso la mia auto quando improvvisamente sentii una voce da dietro: "Devo ringraziarti. Non credendo alle sue bugie finalmente ho potuto vendicarmi." era una voce fievole ma piena di rabbia e divertimento, ma non comprendevo di cosa stesse parlando così mi voltai per guardare di chi si trattasse; quando mi voltai però notai con dispiacere che era tutto deserto, nemmeno un topo si stava aggirando nei paraggi, allora di chi era quella voce? Di cosa si era vendicato? E con chi? Iniziavo a sentirmi nervosa, continuavo a percepire che qualcuno m'osservava ma non comprendevo dove fosse, fino a quando non arrivò ad un palmo dal mio naso.
"Aveva proprio ragione, sei una ragazza davvero interessante e che cambia facilmente espressione." disse tenendomi alzato il volto con due dita e porgendomi un sorriso divertito, malizioso e perfido, era completamente diverso da quelli che mi volgeva Alec; non sopportavo chi come lui si comportava da persona superiore a me, come se poteva ottenere tutto ciò che voleva.
"Non azzardarti a muovere un'altro muscolo." dissi ringhiando mentre gli tenevo le braccia; poco prima avevo afferrato il suo polso ed avevo fatto in modo di stare dietro di lui tenendogli fermi i polsi e se mai avesse mosso un muscolo l'avrei solo fatto soffrire, ma non sembrava minimamente terrorizzato da ciò siccome rideva divertito.
"Vendicato di cosa? Che sarebbe successo ad Alec?" gli chiesi schioccando i denti vicino al suo orecchio, mi stavo innervosendo sempre di più, tra la sua risata e, la preoccupazione che fosse successo seriamente qualcosa ad Alec non sapevo cosa fosse peggiore.
"Allora hai capito di cosa parlavo e di chi sono." disse cessando di ridere, non avevo potuto scordare il volto di chi aveva assaggiato il mio sangue torturandomi.
"Certo che sò chi sei. Ora rispondi prima che sia io a farti soffrire." dissi mentre iniziavo a tirargli le braccia a tal punto da stendere tutti i sui nervi.
"Semplicemente morirà affamato, chiuso nella sua stanza e con il cuore a pezzi. Si merita un trattamento simile quel marmocchio viziato." disse ridendo siccome a quelle parole avevo mollato completamente la presa; ero rimasta senza parola, significava che in realtà quando diceva che stava mentendo a loro era vero e che tutto quello che era successo lo faceva perchè m'amava e non per quello stupido piano. A quei pensieri il mio volto iniziò a rigarsi di lacrime, non m'importava che quell'essere orribile di nome Demetri mi vedesse e sentirlo ridere non fece che farmi perdere completamente la ragione; improvvisamente lo presi per il collo e lo sbattei a terra, gli saltai addosso e gli tirai un pugno sul volto, poi lo ripresi nuovamente per il collo ed iniziai a fargli pressione fino a quando non iniziò a riempirsi di linee che assomigliavano a crepe.
"Portami da lui o giuro che la tua vita immortale finisce qui!" dissi ringhiando e facendo uno scatto come se volessi lanciarlo nuovamente, ma vidi che i suoi occhi si stavano riempendo di terrore così lo posai a terra lasciandolo cadere.
"Allora?" dissi irritata.
"Ti porterò da lui solo se poi andrai al cospetto dei Signori. Anche perchè noteranno la tua presenza." disse scontrosamente mentre si rialzava.
"Come vuoi. Ma ora portami da lui! Immediatamente!" dissi urlandogli in faccia, a quel gesto prese e mi fece cenno di seguirlo; corremmo per svariati chilometri fino a che non arrivammo ad un'immensa villa, la quale era piena di guardie ovunque ed incominciavo a pensare che si trattavano davvero bene essendo a capo di tutti i vampiri. Mi fece entrare da un vicolo probabilmente secondario che ci fece spuntare direttamente nelle stanze delle guardie.
"E' in questa stanza. Non vorrei molto farlo dato che si meriterebbe di peggio, ma solo perchè così posso portarti al cospetto dei Signori." disse con aria di superiorità e rimanendo al fianco della porta per essere sicuro probabilmente che non appena avrei finito di parlargli o qualsiasi altra cosa avessi voluto fare sarei andata da Aro.
Entrai lentamente nella stanza lasciandomi la porta alle spalle, era tutto completamente buio tranne un piccolo spiraglio di luce che arrivava ai piedi del letto.
"Alec..." lo chiamai con voce bassa mentre mi posizionavo davanti al letto così che potessi vederlo, era incatenato al muro, privo di forze e forse anche privo di sè stesso o di una coscienza poichè non si mosse minimamente.
"Scusa... Avrei dovuto crederti... Perdonami per averti respinto a quel modo..." dissi mentre iniziavo a singhiozzare e senza tante riflessioni corsi ad abbracciarlo piangendo sul suo petto.
"C-come hai fatto ad arrivare qui? E' pericoloso...." disse a bassa voce mentre i suoi occhi increduli e neri non facevano che fissarmi.
"Diciamo che mi son fatta aiutare." dissi mentre allentavo le catene attorno ai polsi cercando di far meno rumore possibile.
"Non dovresti starmi così vicino con tranquillità.... Sono affamato e non sò se..." lo fermai prima che potesse finire la frase appoggiandogli un dito sulle labbra, desideravo ardentemente i suoi baci e le sue carezze che non appena finii di allentare anche la seconda catena lo baciai piena di quel desiderio che  avevo assopito in quei giorni; inizialmente sembrava non voler ricambiare, forse per paura di farmi del male ma quando gli iniziai a slacciare la camicia mi afferrò per i polsi e mi lasciò cadere all'indietro sul resto del letto ed iniziò a baciarmi la pancia per poi mettersi sopra di me e baciarmi con lo stesso desiderio che avevo io nei suoi confronti, ma non appena si avvicinò con le labbra al mio collo qualcosa lo bloccò immediatamente.
"No... Non posso..." disse indietreggiando e mettendosi a sedere contro la parete, aveva sete e il mio battito non faceva che aumentargli quella fame; mi avvicinai a gattoni da lui e gli accarezzai il volto.
"Puoi... Sò che rischieremo ma devi cibarti... E poi sono certa che saprai quando fermarti." dissi mentre lo abbracciavo nuovamente ed andai a posare le labbra sul suo orecchio.
"Se non lo farai volontariamente ti costringerò." dissi sussurrandoglielo nell'orecchio e come finii di dire ciò sentii un dolore lancinante al collo mentre le sue mani iniziarono a ricambiare quell'abbraccio lasciando trapelare tutta la possessione che aveva nei miei confronti.
"Non lasciarmi mai più...." disse mentre mi lasciava nuovamente cadere sul letto e con le labbra bagnate ancora dal mio sangue mi baciò con passione, poi la sua lingua mi sfiorò le labbra per poi leccarmi il collo dove avevo ancora la ferita del suo morso; le sue mani avevano incominciato a delineare tutto il mio corpo, avrei voluto che fosse come l'ultima volta ma prima che potesse incominciare tutto qualcuno bussò alla porta.
"Il nostro Signore Aro sta iniziando a perdere la pazienza. E' ora che tu vada a parlargli." era una voce scocciata ma comprendevo benissimo il perchè di tanta seccatura; quando guardai Alec aveva lo sguardo triste ed interrogatorio così gli diedi un bacio e mi misi seduta sul letto.
"Non preoccuparti, devo solo parlargli così che ti assolvano la punizione." dissi sorridendogli e dirigendomi verso il lavello per levare le traccie di sangue rimaste; non appena le levai andai verso la porta mentre lui stava immobile, seduto su quel letto a fissarmi con la paura che quella sarebbe stata l'ultima volta che ci saremmo visti; quando uscii Demetri era lì che m'aspettava con la schiena appoggiata al muro e le braccia incrociate, non appena lo guardai prese e mi iniziò a fare strada per andare da Aro. Non l'avevo mai visto e quella sarebbe stata la prima volta e speravo fosse anche l'ultima, avevo ansia e terrore perchè non sapevo minimamente che tipo di persona mi sarei ritrovata davanti; quando arrivammo al suo cospetto vidi Demetri inchinarsi a lui senza proferire parola mentre io rimasi in piedi a fissarlo, avevo un sacco di domande da fargli oltre a far togliere Alec dalla punizione, che non sapevo minimamente da dove cominciare a parlare, anche se fu lui ad accogliermi come se fosse stato da tanto tempo che ci conoscevamo.
"Carissima. E' passato davvero tanto tempo dalla prima volta che eri venuta qui. Devo dire che il tempo ti ha reso ancora più affascinante." disse prendendomi la mano e lasciando trapelare un sorriso quasi deliziato per poi baciarmela mentre si inchinava e poi iniziò ad osservarmi; rimanevo perplessa su quanto dicesse, perchè aveva detto dopo tanto tempo? Ero stata realmente già una volta qui dentro? Erano domande che ero certa avrei posto a tempo debito, ma adesso avevo altre priorità.
"Sò già che immaginiate perchè io sia qui. Vi offrirò i miei servigi in cambio di alcune cose. La prima è che assolvete Alec dalla punizione, la seconda è che io sia libera di andare e venire dal palazzo a mio piacimento, altrimenti potrebbe scoppiare un'ulteriore guerra tra clan. La terza è che Alec possa venire con me ogni qualvolta lo voglia. E' logico che dormirò sia qui che dai Quileute, sempre che voi non vogliate provocare una nuova guerra. Ed è anche giusto che se io non sia qui ma abbiate bisogno dei miei servigi io venga all'istante ad eseguirli." dissi inchinandomi a lui con la speranza che accettasse l'accordo.
"Un'altra guerra non è nei nostri piani. Se ci assicurerai che i Quileute non ci importuneranno e che porterai con onore il nostro simbolo allora l'accordo sarà stipulato." disse con tono serio avvicinandosi per prendermi il volto tra le mani e farmi rialzare.
"Per quanto riguarda Alec però non possiamo concedergli tutti questi privilegi. Ha osato prendersi gioco di noi Signori, ne comprendi l'importanza vero?" chiese quasi con tono dispiaciuto, ma si comprendeva che era sarcasmo tutto quel dispiacere così non esitai a rispondere:
"Si, comprendo benissimo. Ma è anche grazie a tale bugia se io sono qui ad offrirvi i miei umili servigi."
A tali parole Aro sorrise in modo affabile e mi scostò una ciocca di capelli da davanti al volto.
"Sei preziosa per noi. Ed i tuoi servigi saranno alquanto utili. Alec sarà perdonato del gesto folle compiuto ma dovrai rimanere qui per qualche giorno." disse mentre ritornava a sedersi sul suo trono e mi lasciò andare via dalla stanza per andare da Alec. Corsi senza esitare nella sua stanza, il quale lo trovai chino sul letto con le coperte abbracciate a se
"Si può sapere che fai con le coperte? Non mi dire che immaginavi fossi io perchè sarebbe terribilmente orribile." dissi ridendo e non appena chiusi la porta mi ritrovai avvolta tra le sue braccia, era un'abbraccio meraviglioso che mi stava facendo sentire al settimo cielo, era da tanto che non sentivo il suo respiro lento vicino all'orecchio.
"Pensavo non saresti più tornata. Non pensavo nemmeno che m'avresti mai perdonato per non averti raccontato nulla. Mi spiace che tu abbia dovuto soffrire così proprio quel giorno..." disse tenendomi sempre più stretta a se ed anche io feci lo stesso, m'era mancato tantissimo e stando lì, soli, in quella stanza mi lasciava domandare com'ero riuscita ad illudermi di poter stare senza lui; nel pensare ciò non esitai un attimo di più e lo baciai con tutta la passione che avevo e lui ne ricambio il pensiero indietreggiando pian piano per poi sedersi sul letto portandomi a sedere su di lui. I suoi occhi rossi come il sangue, accesi di passione non facevano che osservami ed il cuore sembrava dover esplodere dall'eccitazione nel poter sentirlo così vicino; avevo un'immensa voglia di lasciarmi andare nuovamente a quella passione che c'aveva avvolti l'ultima volta e mentre Alec mi baciava sul collo per poi passare a baciarmi vicino alla scollatura della maglia, quella voglia non faceva che aumentare e farsi padrona.
"Ti amo... Se non ti perdonassi sarei solo una stupida... Voglio essere solo ed esclusivamente tua come tu devi esserlo per me..." dissi mentre lo feci sdraiare sbottonandogli nuovamente la camicia e provocandolo illudendolo che l'avrei baciato; dun tratto mi afferrò i polsi e riuscì in un qualche modo a bloccarmi facendomi sbattere leggermente la schiena contro la parete libera davanti al letto.
"Tu sei mia. Che tu lo voglia o no." disse mordendomi con le labbra l'orecchio mentre le sue mani iniziarono a sollevarmi la maglia che tolse rapidamente per poi passare a sbottonare i pantaloni lasciandomeli cadere lentamente; iniziai a baciargli il collo mentre gli levavo la camicia ed iniziai ad accarezzargli i pettorali, era così stupendo che faticavo ancora a credere di essere tra le sue braccia, di poter sentire le sue mani accarezzarmi il corpo per poi sollevarmi comprimendomi al muro mentre mi baciava in mezzo al seno mozzandomi il fiato. Riuscivo a percepire tutto ciò che provava nei miei confronti e ciò continuava ad alimentare quella passione rendendola inarrestabile, permettendo così che il mio cuore non cessasse mai di accellerare; le sue mani si accinsero a stringermi nuovamente in un abbraccio per poi riportarmi sul letto.
Le sue labbra si posarono delicatamente nello stesso punto in cui m'aveva morso e potei sentire la sua lingua percorrerne tutto il tratto per poi allontanarsi e posare i suoi occhi color rubino su di me.
"Finirai col farmi impazzire. Mi attrai a te ogni attimo di più." disse prima di ribaciarmi nuovamente e levarsi i pantaloni per poi posarsi lentamente su di me, stavo per essere completamente sua com'era successo quel giorno, quando tutto venne interrotto dallo squillare del mio cellulare; avevo scordato di avvisare Jacob ed ovviamente non ritrovandomi a casa nonostante fosse notte fonda stava iniziando a preoccuparsi, così tentai di prendere il cellulare ma Alec m'afferrò per il polso e con la lingua iniziò a tracciare una linea che partiva dal linguine per arrivare fino alla gola e baciarmi lievemente il collo. A quel gesto mi sentii pervadere dai brividi che dimenticai completamente il cellulare e lasciai che nuovamente i nostri corpi stessero a contatto sentendo ogni minima parte di lui dentro me, magico e pazzesco, era questo che sentivo; mi toccava e mi rendeva importante come non mai, avevo iniziato anche ad ansimare ed ad avere il respiro sempre più irregolare. Speravo che quella serata non sarebbe mai finita, sarei rimasta in quella posizione per ore pur di sentirmi sua totalmente; non m'importava se sarebbero sfuggiti dei gemiti per l'eccitazione, ero sua e lo sarei stata tutte le volte che avrebbe voluto.
Ero ancora sdraiata quando lui smise e mi iniziò a guardare preoccupato; non sò per quanto continuammo a fare l'amore, sapevo solo che ciò che non avevo provato la prima volta lo stavo provando in quel momento e che i suoi occhi erano diventati neri come la pece.
"Credo sia meglio se vado a cibarmi..." disse abbassando lo sguardo ed iniziando ad allontanarsi da me.
"Ci sono io. Per quanto sangue ti serve per cibarti non m'ucciderai." dissi sedendomi e guardandolo dolcemente; non volevo rimanere sola nella sua stanza, ne volevo che si allontanasse da me nuovamente.
"Non... non voglio ferirti... E poi è già tanto che la prima volta non l'ha scoperto nessuno." disse venendomi ad accarezzare il volto, ma io desideravo che mi mordesse, desideravo sentirlo mio. Non comprendevo bene perchè mi potesse piacere un tale dolore eppure avevo iniziato a pensare che se l'istinto che aveva lui era lo stesso che ebbi io quel giorno allora doveva essere magnifico, ma anche orribile poichè si sà di poter fare male all'altra persona.
Trascinai Alec verso di me ed iniziai a baciarlo mordendogli il labbro.
"Questo non è valido però... Mi stai tentando spudoratamente." disse volgendomi un sorriso malizioso.
"Lo so... Nessuno si accorgerà del morso." dissi ribaciandolo nuovamente trascinandolo sempre di più verso di me, il quale dopo poco non resistette ed iniziò a ricambiare il bacio tornando nuovamente sopra di me accompagnandomi poi verso la testa del letto così da potermi sedere.
"Non è alquanto orribile che io mi cibi di te?" domandò sorridendomi tristemente mentre mi accarezzava il volto.
"No, sono io che ti sto dicendo di farlo. Comprendo la tua sete e... Non sò perchè ma... In un certo senso che tu beva il mio sangue mi piace... Anche quando ti sei cibato prima, nonostante avessi sentito dolore per me è stato fantastico..." dissi arrossendo e chinando la testa per non guardare il suo sguardo che forse mi stava prendendo per matta, ma sollevò leggermente il mio volto e mi sorrise.
"Potrei non farmi più scrupoli dopo quello che hai detto lo sai?" disse sorridendo maliziosamente con lo sguardo sempre più assetato e possessivo nei miei confronti.
"Sono tua e farei qualsiasi cosa per te. Anche essere il tuo piccolo spuntino." dissi baciandolo, il quale ricambiò e subito dopo i suoi denti affondarono nel mio collo; non appena sentii che stava iniziando a bere il mio sangue, lo strinsi di più a me e posai le mie labbra sul suo collo, desideravo poter morderlo anch'io, ma ingerire una quantità elevata di veleno che circolava nel suo corpo non sapevo cos'avrebbe potuto causare. Quando si allontanò dal mio collo ed iniziò a fissarmi rimase dubbioso del perchè avessi un'espressione combattuta e intenta a trattenersi da qualcosa.
"Ho esagerato vero?" chiese preoccupato, ma limitai a scossare la testa in segno di negazione.
"Allora....?" stava per formulare una domanda quando probabilmente comprese perchè tenessi le mani sulla bocca ed iniziò a sorridere in modo provocatorio.
"Ora sei tu che tenti di resistere o sbaglio." disse sorridendomi per poi proseguire a parlare:
"Come tu concedi a me, io concedo a te. Ma per te sarà solo questa volta e magari delle volte rare. In fondo penso sia un processo alquanto diverso." disse infine levandomi le mani dalla bocca e tornando con la lingua sulla ferita aperta.
Improvvisamente sentii i suoi denti affondare nuovamente, ma sta volta beveva molto più lentamente tanto da sembrare che non bevesse affatto ed io venni pervasa da una sete sconosciuta, avevo assaggiato solo una volta il suo veleno eppure mi sembrava di averlo bevuto così tante volte che quando lo morsi non esitai nell'iniziare a bere; lui fu il primo a levarsi ripulendomi la ferita con seduzione e dopo poco riuscii anch'io a distogliermi dal bere quel veleno così dolce da farmi perdere la testa.
Quando i nostri sguardi si incrociarono vidi l'espressione di Alec cambiare radicalmente, sembrava affascinato da qualcosa e si lanciò in un bacio passionale nonostante le nostre labbra fossero impregnate l'una del sangue dell'altro; non appena ci distaccammo da quel bacio sentii piombarmi la stanchezza addosso, dovevo dormire ed Alec vededomi faticare nel tenere aperti gl'occhi mi ridiede l'intimo e non appena entrambi ce lo fummo rimessi e ci fummo sciacquati dal sangue rimasto, mi rimboccò le coperte.
"E' ora che tu riposi. Ti amo." disse dandomi un bacio lieve sulle labbra andandosi a sdraiare affianco a me così da potermi accarezzare il volto.
La mattina dopo lo ritrovai vestito ed intento a scrivere qualcosa.
"Che stai facendo?" chiesi curiosa; non appena sentì la mia voce si voltò sorridente e venne a baciarmi.
"Buongiorno amore." aveva una voce dolce e premurosa, per non parlare dei suoi occhi che erano di un rosso intenso con delle piccole striature arancioni.
"Sarà meglio che messaggi o chiami Jacob. E' da stamattina che prova a chiamarti." disse sedendosi ai piedi del letto non appena mi porse il cellulare; annuii e sbloccai il cellulare, con stupore notai che aveva provato a chiamarmi ben cinque volte, era davvero il caso che lo chiamassi.
"Jacob..." non feci in tempo a parlare che iniziò ad alzare la voce così forte che non avevo nemmeno bisogno di tenere il cellulare vicino all'orecchio.
"SI PUO' SAPERE CHE FINE HAI FATTO?!?!?! E' DA QUANDO HAI FINITO DI LAVORARE CHE SEI FUORI!!! LO SAI QUANTO IO MI SIA PREOCCUPATO?!?!?!" gridava a perdifiato, sfogandosi probabilmente anche di tutta quella preoccupazione che aveva veramente provato non vedendomi rientrare a casa la sera prima.
"Jacob... Adesso calmati... E' tutto a posto. Ieri sera alla fine sono andata a casa della mia collega di lavoro per fare quattro chiacchiere e poi siccome l'orario s'era fatto davvero irragionevole si è proposta di ospitarmi. Infatti anche oggi e domani rimarrò da lei, ha detto che vuole portarmi a fare dei giri e vuole che l'aiuti con dei suoi problemi di cuore." dissi cercando di essere il più credibile possibile, ma poi qualcosa o meglio, qualcuno mi fece bloccare il respiro improvvisamente; Alec aveva iniziato a passare la lingua sul mio collo per poi posarne lievemente le labbra.
"Che succede? Denny?" sentii Jacob dall'altro capo del telefono chiamarmi sempre più preoccupato, ma quel bacio aveva scombussolato tutti i miei pensieri.
"Nulla... E' che mi ha appena mostrato un souvenir strepitoso." dissi cercando di apparire il più felice possibile e a tale gesto probabilmente mi credette siccome lo sentii tirare un sospiro.
"La prossima volta però almeno rispondi. O fammelo sapere un po' prima. E se sai quando ritorni dimmelo. Qui stavano iniziando a preoccuparsi tutti." disse ritornando tranquillo e lasciandosi sfuggire nuovamente un sospiro; ci fu una breve pausa di silenzio poi iniziò a rammentarmi di quanto mi voleva bene fino a che non chiuse la chiamata.
"Dovevi proprio provocarmi in quel momento?" chiesi ad Alec afferrandolo per il colletto facendolo sdraiare sul letto per andargli sopra e baciarlo appasionatamente; non appena le nostre labbra si separarono lo strinsi in un'abbraccio, era mio e di nessun'altra, così come io ero sua.
"Credo sia ora che tu vada a fare colazione." disse baciandomi ed aiutandomi a scendere dal letto; mi rivestii velocemente ed uscimmo dalla stanza mano nella mano. Lasciavo che fosse lui a guidarmi, ma più osservavo i corridoi e più mi sembravano familiari; mentre Alec mi guidava non facevo altro che osservarmi attorno e quando arrivammo davanti alla segreteria mi irriggidii tutta dun tratto. Il bancone dove c'era dietro una donna alquanto indaffarata l'avevo già visto, anche se in dimensioni gigantesche; ero già venuta qua durante una gita scolastica e dove tutti avevamo stretto la mano ad il proprietario della villa, Aro.
La mia mente stava inziando a ricordare quei momenti che avevo completamente offuscato, il giorno in cui strinsi la mia mano ad Aro per la prima volta, il suo sguardo identico a quello che aveva porso ieri, meravigliato, affascinato e deliziato nell'avermi difronte, anche l'aver detto quella frase ma venni poi riportata alla realtà da una voce.
"Denny!!! Mi fa piacere vedere che stai bene." disse una voce femminile abbracciandomi improvvisamente da dietro e quando mi voltai riconobbi che era Jane; le porsi un sorriso enorme, ero felice di vederla così allegra, ma improvvisamente sentii avvicinarsi qualcuno da dietro e quando mi voltai vidi un'enorme vampiro davanti ai miei occhi.
"Scommetto che è lui Felix." dissi ridendo e porgendo un sorriso a Felix, siccome Jane mi aveva dato conferma accennando un si con la testa.
"Piacere Denise. Ora scusate ma avrei fame, quindi incominciamo ad affrettare il passo." dissi andando a spingere Alec da dietro, il quale si fermo di colpo per poi prendermi in braccio e portarmi in cucina. Era già tutto quanto preparato, così presi ed incominciai a mangiare senza esitare mentre Alec si sedette di fronte a me e Jane iniziò a parlare:
"Comunque stanotte dev'essere successo qualcosa da qualche parte. Perchè c'è stato per un breve momento un forte odore di sangue che poi è svanito dopo poco." disse con disinvolura, fortunatamente nessuno aveva compreso da dove veniva, ma io ed Alec non potemmo fare a meno di scambiarci uno sguardo comprensivo; anche se avevo finito di mangiare rimanevamo lì seduti mentre io raccontavo come avevo fatto a venire qui e di come avevo messo quasi al tappeto Demetri, a tal dichiarazione sentii tutti e tre ridersela.
"Sei davvero incredibile. Avevano ragione entrambi, conoscerti fa bene all'animo." disse Felix, non aveva parlato fino a quel momento, ma sentirmi dire una cosa simile mi diede gioia, almeno non gli ero antipatica.
Rimanemmo quasi tutto il pomeriggio insieme fino a quando non vennero convocati per una missione ed io mi allontanai sola con Alec per entrare nella stanza di sua sorella che m'avrebbe prestato dei vestiti; stavo raccontando ad Alec dei ricordi che mi stavano riafforando passeggiando per il palazzo quando venimmo fermati da Demetri.
"E così stanotte vi siete dati alla pazza gioia. Sai Alec che è proibito fare determinate cose, eppure vedo che non hai perso tempo. Le sue grida si sentivano per tutto il palazzo ed anche Aro le ha sentite." disse sorridendo malignamente, a tali parole iniziai a trattenermi dal volerlo attaccare, era un'insolente donnaiolo.
"Non sono affari tuoi di ciò che facciamo o non facciamo. Anche perchè ad Aro non deve interessare, altrimenti potrei dimenticare casualmente l'accordo che è stato stipulato. Ed ora è meglio che tu sparisca da davanti i miei occhi prima che ti metta al tappeto nuovamente." dissi trattenendo un righio; Alec non faceva che tentare di mantenermi calma il più possibile, scontri che fossero all'infuori dell'arena di allenamento erano alquanto proibiti. Avevo un sacco di regole da imparare a palazzo e quei tre giorni sarebbero serviti come insegnamento; avevo Jane, Alec e Caius come insegnanti ma ogni momento con Alec era buono per andare in una stanza soli e lasciarci andare senza esitazione, la nostra passione ogni giorno cresceva senza sosta.
Durante quei tre giorni iniziavo a sentirmi diversa, come se qualcosa che fosse rimasto a tacere per tanto tempo stesse riaffiorando, come se la mia parte da lupo si stesse indebolendo, ma speravo che tutto ciò fosse solo un'impressione; adoravo essere ciò che ero, anche se iniziavo a sentire lentamente la mancanza di qualcosa e forse era perchè lì non mi sentivo comunque completamente a casa. Sapevo qual'era e non riuscivo a non pensare come potessero stare tutti, fortunatamente anche l'ultimo giorno passò ed andai a porgere i miei saluti ad Aro, che mi accolse felicemente dicendo di fargli avere mie notizie non appena sarei arrivata a casa e di ripassare fra qualche giorno.
Ero ansiosa di tornare a casa, non sapevo nemmeno se il mio odore fosse impregnato da quello di Alec e quindi venissi scoperta o meno e se Jacob credesse ancora alla storia della mia collega, ma avrei avuto le risposte quella sera stessa; non appena mi congedai dalla piccola riunione avuta con Aro andai in camera di Alec, ma sfortunatamente non c'era. Aveva lasciato una lettera scritta dicendomi che se non lo avessi trovato in stanza probabilmente era andato a cibarsi, ma che però sarebbe tornato presto; ne approfittai per fiondarmi sotto la doccia e lavarmi per bene mentre canticchiavo felicemente motivetti senza senso.
Ero completamente immersa nei miei pensieri che non m'accorsi minimamente che qualcuno entrò nel bagno fino a quanto non sentii delle mani gelate cingermi i fianchi per poi accarezzarmi tutto il corpo e qualcuno iniziare a respirare lentamente vicino al mio orecchio.
"Tornato... Ti spiace se voglio averti un'ultima volta prima che tu ritorni a casa?" la SUA voce era tra il dolce ed il malizioso, un tono che mai sarei riuscita a porgere resistenza e di fatti lasciai che le sue mani scrutassero ancora una volta tutto il mio corpo.
"Perchè dovrebbe dispiacermi? E poi ci vedremo in questi giorni. Non sparirò." dissi sogghignandomela mentre lo spingevo verso il muro e non appena la sua schiena si appoggiò ad esso incominciai a baciarlo quasi da perdere il fiato, lasciando che l'acqua continuasse a scorrere su di noi; passarono svariati minuti nel lasciare che i nostri corpi continuassero ad entrare in contatto, provocando così un piacere insormontabile e un desiderio sempre più profondo.
Era tutto dannatamente stupendo, proprio come lo era lui ed ogni suo gesto, carezza e bacio; restammo con l'acqua che scorreva su di noi mentre eravamo immersi nella nostra passione per svariato tempo e quando stetti per uscire Alec corse nel prendermi l'accappatoio aiutandomi ad indossarlo come un vero gentiluomo per poi baciarmi lievemente il collo.
"Ti amo alla follia." disse sussurandomelo all'orecchio, provocandomi così i brividi lungo tutta la schiena; lo baciai nuovamente ed andai a prendere i nuovi vestiti che avevo comprato il giorno prima assieme a Jane ed Alec, erano una maglia di color blu oltremare con la scollatura a V ed una gonna a balze nera con le panta corte assieme ad un paio di ballerine. Fu lui ad asciugarmi e pettinarmi i capelli, sembrava sognarlo da tanto e così lasciai che fosse lui a giostare il tutto fino a quando non mi andai a vestire.
"Allora? Come stò? Ti piace?" dissi facendo un piccolo giro su me stessa sorridendo e come risposta ricevetti un enorme abbraccio che quasi mi lanciò in aria per poi riprendermi e baciarmi.
"Sarà meglio che vada ora. Se vuoi puoi accompagnarmi fino alla mia macchina." dissi sorridendogli e prendendogli la mano alla quale ricambiò e attorcigliò le sue dita alle mie portandomi poi verso l'uscita della stanza ed incamminandoci verso l'uscita del palazzo. Con mio stupore vi ci ritrovai Jane sorridente e che non appena arrivai a metà strada corse verso di noi per poi abbracciarmi.
"E' un peccato che tu vada. Ma ci rivedremo quando torni o ti verremo a trovare noi." disse sorridendomi e salutandomi un'ultima volta; a tal gesto iniziai a domandarmi perchè per i Cullen loro fossero spietati e crudeli, avevano sentimenti, emozioni e bellezze proprio come loro, ma forse ero l'unica nel vedere queste cose.
Alec infine mi accompagnò fino alla macchina e si raccomandò di fargli sapere come sarebbe andato l'incontro con mio fratello, sapeva che ero in ansia e spaventata nell'incontrarlo; erano passati solamente tre giorni, ma sentendo ogni tanto i loro pensieri non facevano che essere preoccupati per me ed anche se li rassicuravano continuavano a rimanere in ansia.
Misi in moto la macchina ed iniziai a viaggiare per il ritorno a casa avvisando Jacob con il pensiero e ne sentii come un coro generale; arrivata a casa parcheggiai la macchina come mio solito nel garage, ma quando aprii la porta di casa ritrovai tutte le luci spente con il silenzio che incombeva, che Jacob stesse dormendo? O era successo qualcosa? In fondo nell'arrivare a casa non avevo incontrato nessuno, eppure sembravano morire dalla voglia di rivedermi. Che avessero percepito il mio odore come un nemico? Che avessero scoperto qualcosa mentre arrivavo? Erano domande che a quel buio così grande e quel silenzio così fastidioso, continuavano a frullarmi in mente mentre continuavo ad osservarmi attorno. Tentai di accendere la luce, ma fu tutto invano; era come se fosse stata staccata la luce. Che fosse realmente accaduto qualcosa al mio ritorno? Che qualcuno fosse riuscito a sbarazzarsi di loro?


Autrice:
Ed eccovi il 14° capitolo ^^ Spero vi piaccia e vi spinga a continuare a leggere la mia FF. Mi raccomando recensite, buona lettura e al prossimo capitolo!!!! ^.^ Detto questo volevo ringraziare i miei lettori fissi, perchè senza di voi non avrei mai proseguito questa FF; quindi grazie di cuore a tutte!! Baci e abbracci.



  
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