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Autore: Koa__    08/10/2012    4 recensioni
«Lui era mio fratello, il mio confidente, il mio migliore amico, il mio compagno, il mio capitano, il mio amante… era il mio T’hy’la, era la persona più importante della mia vita, era tutto il mio mondo!»
[Universo 2009]
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: James T. Kirk, Spock | Coppie: Kirk/Spock
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Paradossi distruttivi
 

Il capitano Kirk passeggiava nervosamente nella sua piccola cabina, le mani incrociate dietro la schiena e le dita che non smettevano di torturarsi a vicenda. Aveva ricevuto un messaggio di priorità uno da parte dell’ammiraglio Pike, che l’aveva costretto a modificare la rotta. Aveva già dato ordini a Sulu e Checov di dirigersi verso la colonia vulcaniana di Antres quarto, dove avrebbero preso a bordo l’ambasciatore Spock. 
Il vecchio vulcaniano doveva essere condotto sulla Terra, luogo in cui si sarebbe svolto un importante incontro di pace, con la massima urgenza. A giudicare dalle parole dell’ammiraglio Pike, la presenza dell’ambasciatore era fondamentale per la buona riuscita della conferenza.

Jim aveva ordine di precedenza assoluta e, proprio per questo motivo, era estremamente preoccupato. Ancora ricordava il motivo per il quale il vecchio Spock non era intervenuto nella vicenda con Nero: paradossi distruttivi per l’universo. Se i due si fossero incontrati, sarebbe accaduto l’irreparabile e proprio per questo, Kirk non sapeva che fare.

Non poteva certo disubbidire agli ordini di Pike, ma allo stesso tempo non voleva nemmeno fare in modo che i due s’incontrassero. Aveva chiamato Spock con l’interfono e non sapeva nemmeno lui il motivo per cui l’aveva fatto. Semplicemente aveva agito d’istinto, così com’era solito fare.
 
Il cicalino alla porta gli fece capire che il suo primo ufficiale attendeva d’entrare.
«Avanti» disse provando ad apparire il più possibile tranquillo.

Quando vide la figura di Spock avanzare verso di lui, i suoi tentativi di sembrare indifferente vennero vanificati, il suo cuore iniziò ad accelerare pericolosamente, sentì una morsa allo stomaco ed un brivido in tutto il corpo. Indubbiamente provava un’intensa ed incontrollabile emozione nel vederlo, specie dopo quanto accaduto la sera precedente.

«Capitano» esclamò il vulcaniano, mettendosi sull’attenti in attesa di ordini.

Prima di parlare, Kirk tentennò per un istante, indeciso sul da farsi. Da dove iniziare ad affrontare l’argomento? Ma soprattutto qual era la decisione migliore da prendere? Aveva bisogno del suo primo ufficiale, non poteva certo confinarlo nella sua cabina, così come non poteva proibire all’ambasciatore di girare per i corridoi dell’astronave.

Più ci pensava, più non riusciva a trovare una soluzione.

«Se devo essere sincero» esordì. «Non so nemmeno da che parte iniziare» concluse massaggiandosi la testa, confuso. «Le dico subito che ciò che ho da dire non riguarda il nostro privato» s’affrettò poi a spiegare.
«Immagino quindi che abbia a che fare con il messaggio che le ha consegnato Uhura poco fa».
«Come fa a saperlo?» chiese Kirk, spalancando gli occhi per la sorpresa.
«L’ho semplicemente dedotto: ho visto il tenente uscire dalla sua cabina e, dato che lei stesso ha affermato che ciò che ha da dirmi non riguarda la nostra sfera personale, ho capito che aveva a che fare con le mansioni di Uhura. Ritengo che esclusivamente per un messaggio di priorità uno da parte della Flotta, il tenente si muoverebbe dalla propria postazione per recarsi nella sua cabina. Se vuole quindi parlarmi di qualcosa, cercherò di consigliarla del migliore dei modi possibili» concluse il primo ufficiale, con voce calma.
 

Jim si lasciò andare sulla sedia, sconfitto dalla logica di Spock. Il suo ragionamento non faceva una grinza e le sue abilità intellettive lo stupivano ogni volta di più.
«I miei complimenti, Spock, la sua logica è impeccabile.»
«La logica non può che esserlo, capitano» rispose compito.
 

Kirk sollevò lo sguardo sul suo interlocutore: vederlo lì, in piedi, sull’attenti, gli faceva uno strano effetto, aveva come la sensazione che il suo secondo in comando si stesse controllando. Forse, se l’avesse invitato a sedersi, entrambi sarebbero stati più a loro agio e lui sarebbe riuscito a trovare le parole giuste per spiegargli la situazione.
«La prego si sieda, perché ciò che devo dirle è difficile da spiegare.»
 
Spock sollevò un sopracciglio, il capitano pareva combattuto e dal suo sguardo riusciva ad intuire quanto fosse preoccupato ed ansioso. Obbedendo però al suo volere, si sedette sulla sedia di fronte alla sua incrociando le braccia al petto, così com’era solito fare.
«Stiamo facendo rotta verso la colonia vulcaniana di Antres quarto» esordì, sollevando poi lo sguardo su Spock di modo da poter studiare le sue reazioni. Jim non sapeva se era per i sentimenti che s’agitavano dentro di lui o perché lo conosceva bene, ma era come se sapesse quel Spock stava pensando. 
Quell’espressione curiosa e interessata sul suo viso, era inequivocabile e gliel'aveva vista spessa quando era affascinato da qualcosa.
«L’ammiraglio Pike si è raccomandato che io lo facessi arrivare sulla Terra nel più breve tempo possibile. La Federazione ha voluto per lui l’astronave più veloce della Flotta, per questo hanno chiamato noi.»
«Lo?» domandò Spock in rimando, sollevando un sopracciglio.
«Ecco, io non so davvero come spiegarlo, ma la persona che dobbiamo andare a prendere è…»
«L’ambasciatore Spock.»
«Dannazione, c’è qualcosa che non sai? Ma cos’hai una specie di computer al posto del cervello?» sbottò Jim, senza nemmeno essersi accorto d’aver improvvisamente usato un tono colloquiale.
«No, ma dal suo imbarazzo e nervosismo ho intuito che si trattasse di lui. So quel che le ha detto, mi ha raccontato lui stesso di quella bugia.»
«Bugia?» domandò, irritato.
«A dire il vero lui lo ha definì come un “Atto di fede”. Disse anche che era necessario che lei prendesse il comando dell’Enterprise e che io agissi al suo fianco; mi spiegò i motivi del suo gesto, ma allora non li compresi.»
«E sarebbero?»
«Affermò che tra di noi sarebbe nata una… Lui, la definì amicizia. Un’amicizia che avrebbe completato entrambi.»
«Quindi significa che mi ha mentito?» domandò Kirk sorvolando sulla parola amicizia; non era ancora giunto il momento d’affrontare l’argomento sul loro rapporto e ciò che Spock gli aveva appena rivelato, apriva molti scenari differenti.
«Affermativo» lo interruppe il vulcaniano.
«E da quando voi altri dite bugie? Santo cielo, significa che mi sono fatto tanti problemi per nulla?»
«Esattamente» rispose Spock.

Il capitano si lasciò andare sulla sedia, scrollando la testa; incredibilmente non riusciva ad essere arrabbiato, anzi, non vedeva l’ora di incontrare il vecchio Spock per rimproverarlo a dovere.
 
 

*

 

«Capitano, ho il segnale dell’ambasciatore e la base ha dato il via libera al teletrasporto.»

La voce del capo ingegnere Scott, irruppe sul ponte. Kirk premette il bottone posto sul bracciolo della poltrona, rispondendo all’uomo con fare sbrigativo.

«Grazie, Scotty, arrivo subito» disse prima d’alzarsi. «Spock, venga con me, Sulu: il ponte è suo» concluse, prima d’entrare nel turbo ascensore.

Dopo giorni di navigazione erano arrivati su Antres quarto ed ora, l’ambasciatore era pronto per salire a bordo. Incredibilmente, Jim provava una certa emozione nel rivederlo. Quando si erano conosciuti, quel vecchio signor Spock gli era piaciuto subito. L’aveva trovato affascinante, così come lo era il suo signor Spock. 
Per un attimo Kirk l’aveva anche considerato un amico, ma ‒ ora che ci rifletteva bene ‒ comprendeva che non era per quello che era tanto emozionato. In una qualche maniera era convinto che il suo arrivo avrebbe influito sul suo rapporto con Spock. Quell’affermazione sulla loro amicizia che il primo ufficiale gli aveva rivelato, non lasciva spazio a fraintendimenti. Jim aveva pensato a cosa potesse intendere e la sola cosa che aveva capito per davvero, era che il vecchio Spock doveva sapere qualcosa. Forse tra lui e l'altro Jim doveva essere accaduto qualcosa di simile... Lui doveva sapere qualcosa! Altrimenti sarebbe impazzito, ne era sicuro.

Giunto nella sala del teletrasporto, il capitano salutò il capo ingegnere con una sonora pacca sulla spalla.
«Forza, Scotty, si dia da fare» ordinò mentre questi si preparava.
 
Luci bianche brillarono davanti ai loro occhi, mentre la sagoma dell’ambasciatore compariva sempre più nitida.
«Lunga vita e prosperità, capitano Kirk» esordì il nuovo venuto, salutando i presenti come da usanza vulcaniana.
«Paradossi distruttivi?» rispose invece Kirk incrociando le braccia e fingendosi arrabbiato.
 
Un leggero ghigno si dipinse sul volto dell’ambasciatore, i suoi occhi viaggiarono veloci a scrutare le espressioni di Spock e Jim.


Qualcosa era nato fra loro, lo percepiva.

 
Continua…


La colonia vulcaniana di Antres quarto, è un luogo inventato da me; tra il dialogo tra Spock e Kirk e l'arrivo dell'ambasciatore trascorre un periodo di una settimana circa, in questo periodo (poi lo sapremo con certezza proprio dai protagonisti) i due si sono presi una sorta di periodo di riflessione che sarà importante per il proseguo della storia. Prima di salutarvi una nota importante che riguarda i prossimi capitoli:

Da questo capitolo in poi la situazione narrativa sarà per me ancora più difficile da gestire. Ritenevo che, così come nel film, anche qui la presenza del vecchio Spock fosse necessaria. Avendo i due lo stesso nome, per evitare di fare confusione, lo Spock della TOS verrà definito come: vecchio Spock e ambasciatore Spock o vecchio vulcaniano. Mentre quello del film (Quinto) come primo ufficiale, ufficiale scientifico, Spock, oppure, più raro, giovane Spock. Lo so che sono molti termini e molti dei quali nemmeno tanto belli da leggere, ma mi sono impegnata giacché ci sia meno confusione possibile. Spero d’esserci riuscita.
   
 
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