Capitolo 2 Quando andai a casa sentivo ancora l' odore di Zayn addosso e questo mi provocò una gran fame, infondo era da 2 settimane che non mangiavo. Appena fatta sera uscì di corsa, la fame mi stava divorando e sentivo i miei occhi bruciare, era quello che mi succedeva quando non mangiavo da tanto tempo forse anche troppo. Eccolo! Qualcuno da poter bere. Vidi un ragazzo che stava fumando appoggiato al muro di mattoni rossi. Prima di avvicinarmici avvertì come se qualcuno mi passasse accanto e poi sentì una voce nella mia testa che diceva:<< Non c'è bisogno che scappi da me, non potrai farmi del male... so cosa sei!>>. Conoscevo quella voce, era del nuovo alunno, era di Zayn. << Avvicinati non avere paura Destiny >>. Come faceva a sapere tutto questo, non lo conoscevo ma a quanto pare lui conosceva me. << Non voglio avvicinarmi a te non sai cosa potrei far...>>. Non ebbi il tempo di finire che era sparito, ma percepivo ancora la sua presenza, sentivo un potere molto più grande del mio. Per un attimo avevo avuto paura, un sentimento che non sentivo più da quella maledettissima notte. << Non mi farai niente, sono più forte di te...>>. Sentì all' improvviso dietro di me qualcuno che mi parlava con un filo di voce all'orecchio destro. Non riuscivo a muovermi ero come pietrificata, da una parte volevo scappare da un' altra volevo restare e cercare di capire che cosa fosse. Quando il suo viso fu ad un soffio dal mio, l' odore del suo sangue era come una calamita, stavo perdendo il controllo e la fame si stava facendo sentire. Mi girai verso di lui piano, ma quell' odore così dolciastro che proveniva dalla sua pelle, mi pervase le narici e persi il controllo. Mi gettai sul suo collo con gli occhi rosso fuoco pulsanti, che guardavano tutta la scena. Ma lui fu più veloce di me: mi prese i polsi con forza e mi sbatté contro il muro di mattoni rossi dove poco prima era appoggiato quell 'essere più forte di me. La schiena mi faceva male, ma Zayn mi teneva ancora i polsi, mi teneva ancora attaccata al muro, premeva ancora con forza il corpo al mio. Mi guardò dritto negli occhi con un velo di tristezza negli occhi... o forse era solo pena? Mi guardò in un modo... forse aveva capito che non mangiavo da tanto, perchè mi lasciò andare i polsi così che io potessi attaccarmi al suo collo. Ma non lo feci, anzi scappai, almeno tentai di scappare. La fame ormai era troppo forte, non avevo più le forze nemmeno per reggermi in piedi, così caddi a terra. Lui si avvicinò pericolosamente a me, fece una cosa che mi lasciò di stucco: mi abbracciò tirandomi su, attaccandomi di nuovo al muro. Non ce la feci più e mentre lui era ancora abbracciato a me gli affondai i canini nel collo e cominciai a godere di quel caldo liquido dolciastro che scivolò con impeto nella mia gola. Non si era ritratto, forse voleva questo, voleva che io mi nutrissi del suo sangue, forse voleva dimostrare che io dipendevo da lui, ma non lo so. Dopo qualche secondo lui mi staccò dal suo collo per guardarmi, aveva gli occhi screziati di viola, non lo avevo notato prima. Lui guardò la goccia di sangue che scorreva lungo il mio mento dall 'angolo sinistro della mia bocca. Mi sentivo male, il fatto che qualcuno mi avesse “addomesticata”, il fatto che qualcuno più forte di me, mi avesse intrappolata contro una stupida parete di mattoni. Quei due occhi con sfumature viola mi guardavano con uno sguardo misto tra la pena e il piacere, forse aveva provato piacere quando gli morsi il collo?. << Adesso sei mia!>>.