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Autore: _Diane_    08/10/2012    3 recensioni
Dopo la fine della battaglia di New York contro alieni di vario tipo, ogni vendicatore è tornato alle sue usuali attività. Eccezion fatta che ogni giovedì sera il gruppo si ritrovi alla Stark Tower a vedersi in tutta pace un bel film. Al termine di una serata nella quale è stata proposta la visione di "Ritorno al Futuro", uno Steve ancora incerto del suo posto nel mondo viene colpito da un qualcosa che ne provoca lo svenimento. Al suo risveglio si ritroverà nuovamente spaesato nell'anno... 1991. Tra vecchi amici, nuove conoscenze, molti problemi, riuscirà il nostro Capitan America (alias Jarvis) a cavarsela e tornare a casa?
- Dal Capitolo Dieci -
«Tony Stark?»
Domandò senza mezzi giri di parole la giovane dai capelli rossi.
«Esattamente. E voi non credo siate i fantasmi del Natale passato, presente e futuro di Dickens, vero?»
La ragazza parve sconcertata dal comportamento di chi gli aveva appena aperto la porta. Un turbamento che durò qualche millesimo di secondo, dopo il quale rispose.
«Perché, avresti forse paura di confrontarti con i tuoi peccati, signor Stark?»
Genere: Avventura, Introspettivo, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Sorpresa, Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo Quattro
When you find yourself
Quando ti trovi

In some far off place
In un posto lontano
And it cause you
E questo ti porta
To rethink some things
A ripensare a delle cose

You start to sense
Inizi a sentire

That slowly you're becoming someone else
Che lentamente stai diventando qualcun altro

And then you find yourself
Ed è lì che ritrovi te stesso



Find yourself ~ Brad Paisley



Capitolo Quattro


Sabato, 18 Dicembre 1991.
Sera.

Stava rientrando nella sua camera, quando aveva notato che qualcosa non andava. La luce rischiarava il buio in tutto l'albergo, eccetto camera sua. Decise che non potesse essere una coincidenza ed ispezionò la stanza. Nulla sembrava mancare, nessun segno di vita.
Certo non si sarebbe mai immaginato di essere aggredito, preso di sprovvista, proprio da... lui.

«Agente Phil... Coulson

Furono le tre sole parole che la sua bocca riuscì a scandire. Se ne sarebbe dovuta rimanere zitta, chiusa ermeticamente. Eppure si era aperta, ed aveva parlato. Di tutta risposta Steve dovette nuovamente portare lo sguardo in avanti; la pressione sulla sua tempia era cresciuta.

«Ok. A quanto pare inizieremo con il piede sbagliato.»

Scandì lentamente le parole, abbassando la voce. Il tono faceva trasparire una punta d'ironia.
Stupido, stupido, stupido. Cosa gli era saltato in mente di urlare il suo nome così? Certo, l'emozione che aveva provato a rivederlo aveva interdetto anche il briciolo della discrezione rimastogli.
Le ultime cose che ricordava di lui erano i fiori bianchi della cerimonia privata alla quale avevano preso parte, visibilmente commossi, tutti i Vendicatori. Era sicuro che quel giorno Tony indossasse occhiali da sole scuri non solo per moda. Non era riuscito neppure a dargli l'estremo saluto, perché quando giunsero al piccolo cimitero la bara era già stata sigillata. Nella sua mente era impresso l'odore del sangue che impregnava quelle maledette figurine.

«Non ho tempo da perdere. I miei superiori non sono tipi molto pazienti.»

La pressione sulla tempia aumentò ancora, così come la ferrea morsa che bloccava entrambi i polsi di Steve dietro la schiena. Lui parlava con tono calmo ed autoritario, proprio come lo ricordava. O almeno, come rammentava si rivolgesse agli altri, dato che con lui spesso era talmente emozionato da non riuscire a sbiascicare due parole di seguito.

«Ho bisogno di sapere quello che tu sai.»

Per un attimo Steve rimase confuso, ma anche un po' sollevato. Che lo S.H.I.E.L.D. fosse venuto a conoscenza del suo vagabondare nel tempo? Certo non si spiegava come Coulson non lo riconoscesse. Per questo inizialmente preferì restare sulla difensiva.

«Io... non capisco.»

«Oh, qualcosa mi dice che capirai. E parlerai. Oppure lo farà questa pistola al posto tuo.»

Fu solo in quel momento che l'istinto del soldato prese il sopravvento sulle sue emozioni. Che si trattasse del vero Coulson, di un gemello, oppure che qualcuno gli avesse fatto il lavaggio del cervello al suo corpo non importava. Con uno strattone deciso liberò i polsi, poi assestò un preciso calcio al ginocchio destro. Steve rapidamente si voltò; di fronte a lui un Phil ringiovanito e con una folta chioma castana gli puntava contro la pistola. L'agente fu visibilmente sorpreso da quelle rapide mosse. Rogers avanzò lentamente, i palmi delle mani leggermente alzati in segno di resa.

«A-aspetta. Non sparare.»

«Tu. Chi diavolo sei tu?»

«Un amico.»

«Un... amico?» L'agente sembrò rilassarsi e sorridere, come se si trattasse del finale di una barzelletta piuttosto divertente. Steve però rimase in allerta, la canna della pistola non accennava ad abbassarsi.

«Un "amico" che probabilmente ha ammazzato Howard Stark.» Aggiunse Phil, tornando serissimo. Le palpebre immobili, gli occhi cerulei fissi in quelli di Rogers.

«Non l'avrei mai potuto fare.» Ribatte Steve sicuro, restando sulla difensiva.

«Chi me lo assicura? Ti ho pedinato. Da ieri, al cimitero. Miri forse ad eliminare anche l'erede di casa Stark?»

Steve ebbe l'impressione che gli si formasse un nodo in gola. Coulson che pensava aveva ucciso Howard e che avrebbe fatto lo stesso con... Tony?

«Ok-ok. Ti dirò tutto. Solo... Abbassala

Per tutta risposta si udì scattare un meccanismo. L'arma era pronta a far fuoco.
Steve decise di giocare il tutto per tutto.

«Io non lo avrei mai potuto fare perché» e si concesse un respiro profondo «Howard Stark è stato uno degli uomini che mi ha permesso di diventare quello che sono diventato.»
Un'altra pausa, nella quale Phil Coulson continuava a scrutarlo con un misto di curiosità e agitazione.
«Di diventare... Capitan America. Di salvare vite umane, di servire la mia nazione e il mondo intero.»

«Ammettiamo che io ti creda» Riprese Phil Coulson, apparentemente per nulla scosso dalla rivelazione di Steve «sarebbe strano che tu ti trovassi qui. Dovresti essere morto parecchi anni fa, sepolto tra i ghiacci.»

«Questo è più complicato.» Rispose calmo, comprendendo quando delicata fosse la situazione.

Poi per un attimo calò il silenzio. Nessuno dei due si mosse; sembrava una gara a chi stesse più immobile.
Poi Coulson sempre serissimo, proferì parola.

«Capitan America aveva sempre con se uno scudo. Tutti sanno com'era fatto. Tondo, circolare. Pochissimi di cosa era fatto.»

Steve si sentì come uno studente al primo giorno di scuola. Non alzò la mano per rispondere ma semplicemente, con calma, lo fece.

«Vibranio. Uno dei materiali più rari del nostro pianeta. Costruito dallo stesso Howard e sempre da lui ornato secondo il disegno che ancora oggi sfoggia.»

Phil rimase un attimo ancora immobile. Steve pregò che abbassasse l'arma, che potesse spiegargli ogni cosa, che capisse nonostante l'assurdità della situazione. Sapeva che, da qualche parte, c'era l'agente gentile e di cuore che aveva avuto la fortuna di conoscere. Ma per il momento poteva solo sperare.
Socchiuse gli occhi, preparandosi al colpo. Morire per mano del tuo più fidato amico; poteva esserci ironia più crudele?

La pacca sulla spalla che percepì fu la migliore cosa che non gli accadesse da giorni.

«Saprai bene quanto costa quell'arnese. Si può sapere dove diamine lo hai lasciato?»

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«Non so come tu abbia fatto a sopravvivere. Chiunque altro sarebbe morto sul colpo.»

La lama metallica scorreva sicura sulla sua pelle. Steve doveva ammetterlo; la mano che la guidava doveva essere davvero molto esperta.

«Grazie al siero del supersoldato. A cui va sommata una buona dose di fortuna.»

Il capitano si sentiva tremendamente in imbarazzo. Dopo aver posato la pistola e fatto poche domande, Phil si era gentilmente offerto di continuare la chiaccherata davanti allo specchio del bagno, offrendosi di radergli il volto. L'aveva trovata una proposta strana e curiosa. Ma non poteva sorvolare il fatto che da troppo tempo Steve non si aveva cura di sé. Lo stesso Tony glielo aveva fatto ironicamente notare durante l'ultima serata cinematografica. Quindi realizzò che potesse essere un modo utile di passare il tempo mentre discutevano.

«Non colleziona per caso... Figurine vintage, o simili?»

Phil lo guardò di traverso. Sul suo volto si era dipinto un punto interrogativo grande come l'intero eliveivolo dello S.H.I.E.L.D.

«Niente. Fa come se non avessi detto niente.» Si affrettò ad aggiungere imbarazzato Steve.

Da dove era venuta quella domanda così stupida? Cosa ne sapeva lui di quando e come avesse raccolto figurine sul suo conto?
Non riuscì ad arrossire solamente prendendo controllo dei suoi muscoli facciali. La doveva smettere di aprire la bocca a vanvera.
"Probabilmente è il prezzo da pagare per stare troppo attaccato a Stark." Si trovò a riflettere, mentre riepilogava mentalmente alcune delle innumerevoli volte nelle quali il suo compagno vendicatore aveva dato libero sfogo ai suoi pensieri.

«Come però tu sia arrivato fin qui dall'artico» Cominciò Coulson senza guardarlo negli occhi, tutto concentrato nel lavoro che stava meticolosamente svolgendo «proprio non lo capisco.»

«In realtà io non.... Non provengo esattamente dagli anni '40.»

Steve prese un respiro profondo. Poi cominciò a raccontare.

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Passarono alcune ore, prima che smise di parlare. La sensazione che la bocca fosse tremendamente secca gli confermò che non l'avesse mai fatto in vita sua. Raccontò del momento dell'inabissamento dell'aereo che aveva preso a pilotare, del Tesseract che Howard aveva ripescato dall'oceano e che per poco non distruggeva Manhattan e il mondo, della squadra dei vendicatori, dei Chitauri, della battaglia, della vittoria. Era come un fiume in piena, non riuscì a fermarsi.

Solo una cosa, un particolare solo omesse accuratamente.
Non proferì una sola parola a Phil Coulson su di lui e sulla sua, sulla sua... non riusciva nemmeno a scandirlo mentalmente.
Vederlo lì alle sue spalle, riflesso nel vetro di fronte a lui, gli rendeva impossibile pensare che nel suo presente Coulson non c'era più.
Osservando i suoi lineamenti, così giovanili e cordiali, la sua figura slanciata e l'impeccabile dose di eleganza con la quale indossava il completo nero... Non voleva e non poteva credere. Nemmeno quello che ricordava aver visto.

Quindi il racconto, com'era inevitabile, terminò.
Fuori il buio della notte si era fatto particolarmente intenso. Poche le macchine che sfrecciavano a tutta velocità ai piedi dei giganti in ferro e vetro della città. Nella piccola stanza d'albergo l'oscurità era rischiarata dalla flebile luce della vecchia lampada del comodino. I due sedevano a distanza, il biondo sul letto e il moro sulla sedia della specchiera.
Phil aveva già da un pezzo finito di radere il volto di Steve, il quale ora non presentava più una peluria selvaggia ma... un bel paio di baffi curati. Il capitano nemmeno si era preso la briga di guardare il suo viso, così impegnato con il discorso. Così ora si trovava stranito a contemplarsi allo specchio; baffi corti, una specie di pizzetto sul mento, due "ali" ai lati che salivano ricalcando la linea delle pronunciate mascelle.
Un taglio di barba e baffi che gli ricordava troppo... Tony Stark. Steve si continuò a chiedere cosa aveva fatto di male nella sua vita per meritarsi anche quella tortura. Come vantaggio così anche quei pochi che ricordavano le sue gesta avrebbero faticato non poco a riconoscerlo, e in quell'epoca il giovane Stark era stranamente sbarbato. Stava per chiedere a Phil cosa lo avesse guidato a scegliere quel particolare "taglio", quando si rese conto dell'urgenza di altre faccende più importanti.

«Nonostante lavori per lo S.H.I.E.L.D. da pochi anni, ne ho viste e sentite di cose strane. Ma questa storia le batte tutte.»

Steve rimase per un attimo scioccato dall'atteggiamento convinto di Phil. Non si aspettava minimamente una risposta così sincera, priva di qualsi dubbio. Eppure stava dimostrando una dose si fiducia davvero elevata nei suoi confronti; non l'aveva mai interrotto, l'aveva continuato ad ascoltare imperterrito, ed ora non metteva in dubbio neppure una parola.

«Purtroppo non riesco ancora capire,» riprese, cercando di celare lo stupore «ma scoprirò chi o cosa mi ha condotto qui. E come fare a tornare indietr... avanti

«Posso indagare per te, ho parecchi informatori. Al momento la mia conoscenza riguardo viaggi nel tempo si limita a film e ai fumetti.»

«Purtroppo anche per quanto mi riguarda.» Ammise sconsolato Steve, ripensando immediatamente al film di Spielberg.

«Però ti chiederei un favore, in cambio.»

Steve annuì. Sentiva di potersi fidare di quel Phil così giovane, come se si conoscessero da più di una sola serata. Avrebbe fatto qualsiasi cosa in cambio di quella fiducia immeritata.

«Devi accettare l'invito di Tony Stark, diventando il suo maggiordomo. Ho sentito il vostro discorso al cimitero, e so anche se non sei andato all'appuntamento stamattina. Così potrai finalmente far luce sulla morte di Howard e Maria Stark.»

Non era molto sicuro di quello che gli stava chiedendo. Chi avrebbe dovuto fare da balia a... chi?

«Accetto.» Sentenziò, senza pensarci oltre. Convenendo con sé stesso che stava prendendo una quantità spopositata di decisioni affrettate, ultimamente.

«Perfetto.»

Phil Coulson si alzò, sistemando i propri vestiti. Ripose la pistola che era stata posata sul comodino lì vicino nel fodero e si diresse verso la porta, dando le spalle a Steve.

«Domani mattina troverai un completo fuori dalla camera. Indossalo e presentati a Villa Stark per le 10,00.» Poi sentì qualcosa che suonò tipo "anche perché ci sarà parecchia gente"; ma non era sicuro l'avesse realmente detto.

Poi la mano scivolò sulla maniglia e Steve istintivamente si alzò. Non avrebbe dovuto fermarlo e dirgli qualcosa, riguardo al futuro?

«Sono lusingato di sapere d'essere un tuo amico, nel tempo dal quale vieni.» Aggiunse con sincerità l'agente, una volta aperta la porta. Evidentemente non gli era sfuggito il fatto che il suo nome non fosse stato menzionato nemmeno una volta durante il suo racconto.

«Sì. Uno dei più leali e fidati.»

Riuscì semplicemente a rispondere Steve, prima che Phil lo salutasse con - quello che gli sembrò - un sottile sorriso ed uscisse dalla stanza.
Che si fece istantaneamente più fredda e buia.










Note finali:


Okkei. Quarto capitolo "Coulson-centric". Ma non ci ho potuto far nulla, davvero! Poco fa ho rivisto i due Iron Man uno di fila all'altro e, bwaaa, che piangere! Soprattutto la prima apparizione, nella quale incontra Pepper alla conferenza di Tony! T^T
Poi era preventivato fin dai secoli oscuri in cui la mia mente malsana ha partorito questa fiction, quindi c'è poco da fare!
Invece mi scuso per essere stata poco presente nel fandom e su EFP in questi tempi. Settimana scorsa avevo un po' di cose da sbrigare e oggi è ripresa pure l'università che nonostante ami, mi risucchia il tempo come un buco nero! é__é Quindi scusate davvero, appena avrò un minuto di tempo risponderò come si deve e commenterò tutte le storie che devo commentare! Speriamo presto!
Come aggiornamenti terrei circa una volta a settimana, attorno al week-end. Più di frequente non credo di riuscire a garantire!

Colgo l'occasione per ringraziare infinitamente Alley e SvaneH per i bellissimi commenti!! Io vi faccio un monumento a testa! E per tutti quelli che, seppur silenziosamente, seguono questa fiction. Aspetto buona buona il vostro parere anche su questo, ma ormai lo sapete!


Vi lascio con (poche) precisazioni varie:

1) Adoro la canzone introduttiva del capitolo. E' tratta dalla colonna sonora del film Pixar "Cars - Motori ruggenti". Sebbene il film sia rivolto ad un pubblico giovanissimo, le canzoni sono di una bellezza commovente. Tutte le volte che riascolto "Find Youself" ho le lacrime agli occhi, giuro! Vi segnalo il link che porta alla canzone su YouTube, se foste curiosi di ascoltarla:

2) Lo scudo di Capitan America (almeno per quanto riguarda la versione "tonda") viene avvistato per la prima volta nel film dedicato al primo vendicatore. Howard mostra a Steve una serie di scudi ma lui, da buon intenditore, sceglie il più costoso. Viene rivelato proprio da Stark senior che si tratta di uno dei metalli più rari della Terra, il vibranio, in grado di resistere praticamente a tutto (sopravviverà in "The Avengers" anche al martello di Thor!). A seguire la scena - che adoro - in cui Peggy spara contro il capitano qualche colpo di pistola. Poi lui e Howard si guardano in una maniera troppo... LOL! Che miti. *O*


Alla prossima! :)

_Diane_









   
 
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