Veleno.
Harry Potter ne era sicuro.
Era veleno quello che era stillato
nell'aria in quella stanza.
In quel castello.
In quella
dimensione.
Risalendo la Torre Oscura di Hogwarts, risentiva quell'odore,
insieme a un fastidioso ronzio nella testa.
La nausea gli attorcigliava le
viscere.
Forse perché era dovuto stare davanti al suo nemico, a colui che
aveva rovinato la vita per tanto tempo.
Erano le otto e mezza, stava male e
quasi non riusciva a stare in piedi.
Aprì la porta della sala riunioni e il
baccano lo investì peggio di un treno in corsa.
- Salve a tutti.- bofonchiò,
in saluto.
- Oh, eccolo.- l'apostrofò Ron arcigno - Dove sei stato tutto il
giorno?-
- A spasso con Lucilla.- replicò, guardando tutti i commensali
seduti a tavola - Scusate il ritardo.-
- Con Lucilla?- fece Tristan, alzando
il viso dal piatto - Ma dai, mia moglie va a spasso con tutti tranne che con
me.-
- E' la tua croce Mc.- ironizzò Clay, sadicissimo.
- Sta' zitto
Harcourt. Allora? Dove siete andati?-
- In giro nella Foresta proibita.-
mentì prontamente Potter - Ci siamo tutti?-
- Mancano i ragazzi, sono tornati
da poco da Hogsmade perché c'era la strada dissestata.- l'avvisò Elettra, che
insieme alle altre streghe stava organizzando la tavola imbandita - Cambiati,
ceniamo appena siete pronti.-
- Subito.- e filò dritto in camera, incontrando
per la strada sia Edward, depresso come non mai anche se non si capiva bene
perché e anche Jeager, imbestialito per i fatti suoi.
In bagno, Harry si
guardò allo specchio.
Dannazione.
La cicatrice gli bruciava come se fosse
stata di fuoco.
Si sentiva la testa a pezzi.
Si lavò il viso, si cambiò
velocemente e poi scese in cucina.
Dietro al bancone c'era Malfoy. Stava
mandando giù un calmante.
Stranito, lo fissò curioso.
- Cos'hai?-
- Mal
di testa.- replicò il biondo e non era l'unico ad averlo - E' tutto il giorno
che ce l'ho e mi fischiano le orecchie.- poi Draco, messo giù il calice, lo
scrutò attento. Arricciò anche il naso, annusandolo.
- Ma che ti piglia?- gli
chiese Potter, scansandosi.
- Dove sei stato?- sibilò l'altro, sempre più
tetro e diffidente - Sai di veleno.-
Merda. Che cazzo di fiuto aveva
Malferret?
- Sono stato in giro con Lucilla.- ribatté stupidamente.
- Se,
se.- Draco agitò la mano - Nella stanza in cui eri c'erano le finestre
aperte?-
- Perché?-
- Rispondi e basta.-
- No.-
- Hn.- il biondo
scosse il capo, ghignando e senza aggiungere altro iniziò a trafficare. Da un
cassetto sotto al bancone si mise a cercare chissà cosa. Ne tirò fuori una
siringa ed estrasse un liquido blu da una fialetta.
Un paio di colpi e senza
fare una piega piantò l'ago nel collo di Harry.
Quello, ghiacciato, rimase
immobile.
- Cosa cazzo...- alitò, col cuore a mille.
- Zitto.- Draco lo
guardò disgustato, buttando via siringa e fiala - Hai inalato veleno di
serpente.-
- Come lo sai?-
- Hai lo stesso odore del veleno che produco io
quando sono Animagus.- Draco si accese una sigaretta, soffiandogli in faccia il
fumo - Allora? Dove sei andato?-
Il bambino sopravvissuto tacque, mordendosi
il labbro.
E adesso? Che gli diceva?
"Sono stato da Voldemort...se
glielo dico mi ammazza."
Draco spalancò gli occhi argentei. Cos'era
stato quell'eco? Lo Sfregiato era davanti a lui e non aveva aperto la
bocca.
Come aveva sentito la sua voce allora?
- Che hai detto?-
- Non
ho detto niente.- rispose Potter - Ma dai i numeri?-
"Ecco, ci manca
anche che comincia a sentirmi le voci e poi siamo a posto."
- Oh
Cristo.- disse Draco in un soffio, scattando a nascondersi dietro a una
sedia.
L'aveva sentito di nuovo! Cosa cazzo stava succedendo?!
"Perché
sento la voce di questo deficiente nella testa?"
Anche Harry rimase
spiazzato. A parte il mettere una sedia a difesa, aveva sentito un eco
riecheggiante rimbombargli nella mente.
- Mi hai dato del deficiente?- gli
chiese, poco sicuro.
- Io non ho aperto bocca.- rispose Malfoy, deglutendo -
Ma cosa diavolo succede? Ti sento pensare! Oh no, lo sapevo che alla fine
sarebbe successo! Ti ho pure in testa adesso!-
- Ciao ragazzi.-
Hermione
apparve loro alle spalle, spaventandoli a morte.
- Ehi, che succede?- li vide
pallidi, con gli occhi sbarrati, come se si fossero fatti una dose di troppo -
Bhè? Avete visto il diavolo in persona?-
- Non ne hai idea.- sussurrò il suo
fidanzato, tenendosi alla larga da Harry - Non ne hai un'idea mezzosangue.-
-
Suvvia, non può essere così grave.- rise, un po' nervosamente - O si? Allora? Mi
dite che succede o no?-
- Non...ne siamo sicuri.- balbettò Potter, tremando -
Ma non è del tutto un problema. Insomma, è una grana nostra. Direi che stavolta
ci puoi fare poco Herm. Quando ne siamo sicuri al cento per cento...ti
diremo.-
- Voi siete matti.- sospirò, scuotendo il capo e prendendo il vino
rosso dal bancone - Siete pronti per il rapporto di Gemma, piuttosto? So che
gl'italiani hanno tenuto d'occhio Grimaldentis. Da stasera potremmo sapere molte
più cose su di lui.-
"Si, per esempio che Voldemort gli ha bruciato la
faccia sui carboni ardenti di un camino perché era annoiato..." pensò Harry
e subito Draco sbottò - E ma che schifo! Ecco perché tiene quella
maschera!-
La Granger lo guardò senza capire.
- Che schifo cosa?-
I due
si studiarono, atterriti.
- Io mi ammazzo.- ponderò Harry, serissimo - Io mi
ammazzo.-
- Cerco della stricnina.- sibilò Malfoy - Se crepi forse la
smetterò di sentire la tua fastidiosa presenza.-
- Vi siete tirati qualcosa
per caso?- fece allora Hermione - Oggi siete più strani del solito.-
- Non è
niente.- brontolò il biondo, acidamente - E' colpa dello Sfregiato.-
- E ti
pareva che davi la colpa a me! Come pensi che abbia fatto a fare una cosa del
genere?! Saranno i Bracciali!-
- Tu dai sempre la colpa a quelli!-
"Ma
vaffanculo."
- Vaffanculo tu!- ringhiò Draco fra i denti, lasciando la
Grifoncina con un passaggio in meno, visto che il bambino sopravvissuto
l'insulto l'aveva solamente pensato. A quel punto decise di lasciar perdere.
Certo, non c'era da stare tranquilli visto come stavano degenerando quei due, ma
era ora di mettersi a tavola e sentire le informazioni di Gemma, insieme alle
spiegazioni sul Vendicatore che lei non vedeva l'ora di sapere.
Arrivarono
anche i ragazzi, per prime Trix e Cloe con la piccola Degona.
William in
mezzo di umore abbastanza nervoso perché Henry Mitchell, il suo patrigno, gli
aveva mandato una lettera ed esigeva di vederlo subito, poi Asher cupo come un
corvo, infine Damon, Tom e Lucilla.
- Salve a tutti.- salutò la
Lancaster.
- Ciao.- Tristan la baciò - Harry mi ha detto che siete andati di
ronda nella Foresta Proibita.-
Prima che la demone rispondesse, Draco aveva
già sogghignato ironicamente, ma Lucilla non ci fece caso.
- Si, non abbiamo
trovato niente.-
- Abbiamo ospiti.- notò Cloe, vedendo Gemma seduta fra
Edward e Milo.
- Già.- sorrise Hermione - Ragazzi, lei è Gemma Lombardi, una
mia amica Auror. Viene dall'Italia. Ci ha portato il fascicolo su Augustus
Grimaldentis.-
Tom, mentre tutti si presentavano, era rimasto
indietro.
Quella ragazza...gli sembrava di averla già vista.
Gemma si
mosse per prima, raggiungendolo.
- Non ti ricordi di me, vero?- gli disse con
dolcezza insolita per lei - Quando Hermione ti ha salvato, sei stato per due
giorni a casa mia. Ma non eri molto cosciente.-
Come previsto, Tom arrossì
subito.
Ecco dove l'aveva già vista.
Fece un cenno, ringraziandola per
l'aiuto.
- Non fa nulla.- rispose l'italiana - Sei cresciuto molto
Thomas.-
- Grazie per avermi aiutato.- balbettò a bassa voce.
Claire aveva
sentito la discussione. Lo vide in quello stato, così imbarazzato e confuso,
perciò lo incoraggiò a sedersi a tavola. Ma Riddle non era l'unico ad avere
problemi. Anche Trix, che stava seduta accanto ad Asher e proprio davanti a Milo
aveva i suoi guai. Si sentiva come se Morrigan potesse leggerle dentro e capire
cosa succedeva fra lei e il principe.
Fortunatamente però tutta la cena fu
praticamente incentrata sugli Illuminati.
Gemma sapeva tenere banco, era
esauriente senza perdere tempo in sciocchezze e anche piuttosto spiccia.
Fin
da subito, fece capire che non sarebbe stata una battaglia facile.
- Augustus
Grimaldentis è nato duecentosettantacinque anni fa, a Roma, in un quartiere dove
in quel periodo girava la lebbra e la peste. Figlio di maghi, la sua famiglia
era povera e sua madre fu la prima a morire di peste, insieme alle sue due
sorelle e al fratello maggiore. Rimane da solo col padre, uno psicopatico con le
fisse per la distinzione magica.-
- Psicopatico come?- la interruppe Draco,
diffidente - Uno che parla o uno che agisce?-
- Che agisce.- rispose Gemma
seria - Quando Augustus aveva dieci anni suo padre uccise venti gagia in piazza,
in un colpo solo.-
- Com'è possibile?- allibì Elettra - Venti gagia...è
assurdo.-
- Il padre di Grimaldentis usava spesso degli ostaggi. Minacciava
di uccidere le loro famiglie, così uccise i gagia e poi sia le mogli che i
bambini. Era un buon alchimista, sapeva produrre pozioni che assopivano i poteri
per qualche ora e lui ne approfittava. Dopo quel massacro, i mistici del
Vaticano cominciarono a fare delle indagini e risalendo nel tempo scoprirono
altri morti fra i maghi oscuri. Come potete immaginare, in quegli anni i maghi
oscuri erano dissacrati dalla Chiesa e Augustus e suo padre vissero in accordo
col Vaticano per circa vent'anni.-
- Cattolici.- sibilò Tristan,
sarcastico.
- Hai ragione.- annuì la Lombardi - In quei vent'anni morirono
però anche maghi comuni, la caccia alle streghe divenne sempre più avvelenata
fino al giorno in cui uno Zaratrox venne al Concilio. Un incontro col pontefice
sancì l'incarcerazione del padre del Vendicatore, dopo di che Augustus
Grimaldentis rimase solo. Pieno di rancore cominciò a girare il mondo, portando
a tutti l'ideale di suo padre.-
- Ovvero morte ai gagia e ai maghi oscuri.-
riassunse Harry.
- Non solo.- Gemma fece una smorfia - Non cercare di capire
il suo pensiero. A differenza di Lord Voldemort credo ti sarai accorto che
Grimaldentis non è una persona particolarmente lucida. Gli anni l'hanno condotto
al delirio. Ora pensa solo a massacrare e uccidere con qualunque mezzo chiunque
nella sua testa possa andare contro i principi di suo padre.-
- Infatti vuole
uccidere anche Harry.- annuì Jess.
- In questi duecento anni è stato ovunque.
Nel 1875 fondò gl'Illuminati e dal quel momento raccolse eletti in tutto il
mondo. Andò in Africa, dove sterminò i maghi vudù, nel 1914 raggiunse l'America
e sterminò numerosi clan di demoni impuri e vampiri. Andò in Francia, in
Portogallo e infine a Copenaghen. Venne in Inghilterra per fermare Grinderwald,
che però venne sistemato direttamente da Silente e dopo un altro viaggio in
Francia tornò qui cinquant'anni fa.- Gemma inspirò, fissando Tom che invece
teneva lo sguardo perso nel vuoto - Aveva sentito parlare di un grande mago
oscuro, il migliore di tutti i tempi. Ma a quell'epoca Tom Riddle aveva solo
ventisei anni. Quando s'incontrarono, Augustus cercò di redimerlo per la sua
causa. Fallì miseramente e a quanto pare è stato il Lord Oscuro a sfregiarlo.
Gli anziani del Vaticano che l'hanno visto hanno detto che la sua faccia dagli
occhi in giù è totalmente ustionata. Non ha più le labbra né i denti. Da quel
giorno ha giurato vendetta eterna a Lord Voldemort.-
- Ed è tornato in
Italia, dov'è diventato Zaratrox sotto mentite spoglie.- finì Hermione,
passandosi le mani sul viso - E io quella notte l'ho lasciato vivere. Come ho
potuto essere così stupida?-
- Tesoro, non potevi sapere chi era.- le disse
Ron.
- Si ma ero stata avvisata. Sapevo che quel Cancelliere delle Anime
Perdute degli Zaratrox era un mastino, un essere diabolico. Era stata avvisata
da tutti, dagli Zaratrox stessi che ho tradito. Eppure l'ho lasciato vivere,
permettendo che potesse tornare a prendere Tom.-
- L'importante è che l'hai
salvato.- le mormorò Harry - Non importa altro.-
- Per il momento.- rispose
Gemma - Quello non vi darà tregua. Ha subito un doppio affronto dai Riddle e da
Hermione. Quello è uno che non perdona. Vi seguirà in capo al mondo se deve e
alla fine o morirà lui o morirete voi.-
- Quindi lo fa per vendetta. Non
perché è un Bilanciere.- interruppe Jess - Esatto?-
- Ormai a lui non importa
più della magia buona o oscura. È folle, ve l'ho detto. Vuole uccidere anche
Harry Potter perché nella sua distorta visione delle cose, il bambino
sopravvissuto ha tradito la causa per cui era nato.-
- Far fuori tutti i
Riddle.- finì Tom, in un soffio.
- Esatto. Vuole uccidere tuo padre per
vendetta e te per far soffrire lui.-
- Casca male.- disse Tom
sarcastico.
- Non ci giurare.- sussurrò Harry, fissandolo attentamente.
-
Oh, dimenticavo che siete due corpi e un'anima.-
- Non cominciate voi due.-
sibilò Draco, zittendoli - Ho mal di testa.-
- Parlaci del Guanto di
Minegon.- s'intromise Elettra - L'ha rubato in Vaticano, giusto?-
- Si, nove
mesi fa.- annuì Gemma - L'ha rubato in piena notte e il fatto che ci sia
riuscito, visto che il Vaticano è praticamente il luogo più sicuro al mondo, ci
ha fatto pensare che abbia ancora sostenitori lì dentro. Il capo degli Zaratrox
era furibondo. Ma ha fatto intendere al nostro Capo degli Auror che non muoverà
un dito in questa guerra. Crede che Augustus alla fine riuscirà ad eliminare
Voldemort.-
- E Tom.- disse Hermione fra i denti - Non credevo che un uomo
come Anster sarebbe caduto tanto in basso.-
- Chi è Anster?- chiese
Trix.
- Il Capo Assoluto degli Zaratrox. Anster dei Montalto.- spiegò
l'italiana - Hermione dovresti lasciar perdere quell'uomo. È già tanto se il
giuramento che gli hai fatto e hai infranto non ti ha ucciso.-
- Non credere
che in questi anni non si siano avverate le sventure che mi aveva promesso.-
rispose gelida - Ma è sempre stato un uomo d'onore, almeno fino a quando non ha
lasciato un bambino di otto anni nelle mani di quel mostro di Grimaldentis.
Sapeva che essere fosse, anche se ne conosceva un nome falso e ha lasciato i
prigionieri nelle sue mani. Ho visto che razza d'inferno c'è la sotto, non te lo
scordare!-
- E io ti ripeto che lascerà che se ne occupino gli Auror.-
replicò l'altra pacatamente.
- Come sempre.- sentenziò Ron - Siamo noi come
al solito a fare il lavoro sporco.-
- Io ho una domanda.- Jess si spose verso
Gemma - Come si ferma quel Guanto? Che ne so...con uno scudo particolare oppure
dobbiamo distruggerlo e basta?-
- Già, di che è fatto quell'affare?- chiese
anche Pansy.
- Si racconta che sia stato prodotto dagli orchi.- disse la
Lombardi, versandosi altro vino - Altri pensano che siano stati i Santi dei
Vangeli che, dopo essere scesi all'inferno, l'abbiano rubato al diavolo in
persona.-
- Stupidaggini.- sibilò Hermione - Il Vaticano vuole ancora far
sentire il suo potere spirituale. I Guanti di Minegon sono stati creati dai
troll con l'acciaio secolare delle loro miniere.-
- E per cosa li usavano i
troll?- frecciò Draco - Il tiro al bersaglio? Me la ricordo la faccia di Cameron
quando l'abbiamo provato nel Golden Fields. Ha detto che era una "robetta" o
sbaglio?-
- Chissene frega, come si ferma quell'arnese?- sbuffò Harry.
-
Bhè...- Gemma aprì il fascicolo, lanciando via qualche foglietto volante che per
il disappunto emise qualche pernacchia - Dunque ragazzi, per quel che abbiamo
scoperto l'unico modo per rompere un Guanto è farlo surriscaldare tanto da farlo
auto distruggere.-
- Cioè dovremmo far sfogare quel tizio.- allibì Hermione -
Ma sei fuori di testa? E cosa dovremmo dargli come bersaglio? Grimaldentis ha
distrutto Wizloon con un sol colpo! Ha spaccato un palazzo a metà dall'alto, da
quella sua maledetta Arca, te ne rendi conto? Potrebbe farlo anche con
Hogwarts!-
- Impossibile.- sentenziò Lucilla all'improvviso, attirando
l'attenzione di tutti.
- Come sarebbe?- le chiese Tristan.
- Considerando
che quell'uomo è un semplice essere umano e che per un attacco simile ha
impiegato dei mesi per accumulare energia sufficiente per colpire Wizloon, ora
sarà del tutto esausto e necessiteranno molti altri mesi affinché possa colpire
noi. Leiandros e Demetrius si sono divertiti a fare delle prove.-
- Oh,
divertiti non è il termine esatto.- sogghignò Jeager - Comunque ha ragione
milady. Ci vorranno dei mesi prima che possa pensare di riprovarci. In fondo è
sempre un umano, anche se immortale.-
- Grazie al Lazzaro.- replicò Draco -
Sai dirci qualcosa?-
Gemma stavolta alzò le spalle - Posso solo dirvi che
l'ha rubato agli inizi del Novecento a un re indiano. Da allora lo usa
costantemente. Un minuto immersi in quell'acqua equivale a un anno di
giovinezza.-
- Il Lazzaro però se non sbaglio è come il sangue
dell'unicorno.- disse Asher all'improvviso.
- Si, è vero.- disse Gemma,
stupita - Danna solo gli spiriti impuri però.-
- Quindi verso le persone
normali non ha effetto ma ha dannato l'anima di Grimaldentis.- seguì Milo,
indifferente al mannaro - Esatto?-
- Che accidenti di una situazione.-
ringhiò Harry, esausto - Ho sentito solo cattive notizie.-
- E i rombi
bianchi?- fece Damon - Io continuo a sognarli cadere dal cielo.-
- Su questo
non posso aiutarvi. Io non ho la più pallida idea di cosa siano.- rispose
l'italiana - Credo che siano prodotti da Grimaldentis in persona. Solo lui
potrebbe darvi degli indizi.-
Howthorne allora si volse verso Tom.
Lo
scrutò mentre Riddle evitava il suo sguardo.
- Tu davvero non sai cosa
sono?-
- Non me lo ricordo.- sbottò il grifone - Mi dispiace. Quando me lo
ricorderò sarete i primi a saperlo.-
- Herm nemmeno tu lo sai?- le chiese
Edward.
La Grifoncina scosse il capo, poco tranquilla esattamente come
Tom.
- Sappiamo solo che sono male puro e che servono per portare in vita i
fantocci. Per il resto non si parla da nessuna parte di quegli affari. Ho
cercato ovunque, ma neanche sul Grimario di Caesar ho trovato niente al
riguardo.-
- Fantastico.- Harry si lasciò andare contro lo schienale
della sedia - Allora? Piano d'attacco?-
- Ce ne stiamo seduti a bere
fino a quando quello non ci ammazza.- ironizzò Ron - Oh già, scusate.
Dimenticavo Voldemort, i Lestrange e i Mangiamorte.-
- Siete nei guai fino al
collo gente.- rise Gemma - Non vi hanno mandato soccorsi?-
- Vedi, la
politica generale in Gran Bretagna è che Harry Potter se la deve cavare da
solo.- scandì la Granger - Abbiamo contro anche il Ministro, per la
cronaca.-
- E siete arrivati a compiere 28 anni?- riecheggiò la Lombardi -
Dio, non vi viene resa giustizia dalle storie.-
- Io ne ho abbastanza per
stasera.- disse Tom, mettendosi in piedi - Me ne vado a letto.-
- Lo
seguiamo.- fece Trix, trascinandosi dietro Damon, William e Asher - Ci vediamo
domani ragazzi.-
- Io porto Degona a Grifondoro.- annuì anche Cloe.
- E il
lupacchiotto dove dorme, scusate?- allibì Jeager - Beatrix non dirmi che lo
tieni ancora nella vasca!-
- No, dorme con Damon.- fu la balla colossale, che
Crenshaw accolse con un sopracciglio alzato.
- Oh.- ironizzò, perverso -
Chissà che noia.-
- Si, una vera palla.- bofonchiò il Legimors, inferocito -
Ci si vede ragazzi.-
E il gruppetto di maghetti se ne andò di volata, ognuno
perso nei suoi pensieri.
"Forse era meglio non parlarne davanti al
mostriciattolo..." pensò Harry.
E per una volta la risposta arrivò senza
essere pronunciata.
"Forse hai ragione Sfregiato."
E Draco
sospirò pesantemente, ricordando lo sguardo di Tom.
Gli strascichi di quella
prigionia, purtroppo per lui, non se ne sarebbero mai andati.
- E così me
lo tengo io nel letto eh?- sbottò Damon, una volta di fronte a Serpeverde - Tu
sei tutta matta Trix! Prima o poi Milo verrà a saperlo, cosa pensi di
fare?-
- Non lo so e sinceramente me ne occuperò una volta che accadrà.-
rispose la Diurna, seccata - La mia vita sessuale comunque è affare mio!-
-
Certo, finché non ululi al vento cosa facciamo.- sibilò Asher, nascosto sotto il
Mantello dell'Invisibilità.
- Ahhh, Dio!- si schifò Howthorne, fermandosi di
fronte al quadro di passaggio e dicendo la parola d'ordine - Voi siete matti!
Prima o poi qualcuno ti entrerà in camera Trix e si accorgerà di lui! Inoltre
non possiamo tenerlo sempre nascosto, sembra un galeotto!-
- Fosse per me lo
lascerei in giro tranquillo, ma Tom si rifiuta di levargli il collare.-
-
Dannato Riddle.- berciò il principe - Ma che vuole da me?-
- La
beatificazione.- sospirò il Legimors, fermo davanti all'ala dei maschi - Ci si
vede domani ragazzi.-
- Se, ciao.-
Ma Beatrix era comunque di pessimo
umore. Quando entrò in camera a malapena salutò le compagne del settimo in mezzo
al corridoio e quasi sbatté la porta sul naso ad Asher, dimenticandosi di
lui.
Una volta ferma davanti al letto lanciò via gli stivali e si sfilò la
maglia, inferocita.
- Calmati.- le disse il lupacchiotto, buttandosi a sedere
davanti al camino - Se ti dà tanto fastidio che Morrigan venga a saperlo, forse
hai troppe cose in sospeso con lui.-
- Non parlarmi di lui, chiaro? Non ne
voglio sapere!-
- Come ti pare.- sbuffò, levandosi di dosso per l'ennesima
volta uno dei vestiti che lei aveva la mania di lanciargli addosso - Ma se fossi
in te gli parlerei.-
- Al diavolo.- sbottò, mostrandogli i canini - Non
voglio più sentire una parola sul Leoninus! Mi ha tradita, ha rischiato di farmi
morire e se n'è sempre fregato di me, cosa diavolo c'è da dire? Eh? Me lo
spieghi?-
- Sono sicuro che non era sua intenzione.-
- La strada per
l'inferno è lastricata di buone intenzioni.- sibilò Trix, fissandolo duramente -
Se mi ama come ha detto avrebbe dovuto proteggermi! Io darei la vita per
proteggerlo, ma lui invece se n'è sbattuto della mia!-
- Howthorne mi ha
detto che ti ha vista crescere. Non pensi che sia difficile per lui?-
- E per
me non lo è?- sussurrò amareggiata - Credi che per me non lo sia?-
- Io penso
solo che un uomo ha le sue buone ragioni per fare quello che fa.- le disse in un
sospiro, andando in bagno per cambiarsi - Pensaci. Ti ha sempre difesa, ti ha
cresciuta ed è stato la tua famiglia. Non penso che tutto di colpo abbia
dimenticato ciò che provasse per te. Appunto perché ti ha cresciuta ha avuto
paura di perdere la sua famiglia, trasformandoti nella sua donna.-
Rimase
immobile, a fissare le fiamme nel camino.
Milo stava diventando un fantasma.
Un'ossessione.
E perdersi nelle braccia di Asher non era sempre la soluzione
giusta.
Disperata si lasciò andare a sedere sul tappeto, senza sentire il
calore del fuoco sulla pelle.
Milo, Milo, Milo.
C'era sempre e solo
lui.
Sempre.
Da tutt'altra parte di Hogwarts, anche Tom osservava le
lingue di fuoco rosso che ardevano nel camino della sua stanza.
Avvolto in
una coperta e appoggiato di schiena al bordo del letto, la sua attenzione
vagava dal fuoco alle foto poggiate sulle sue gambe. Sembravano passati secoli e
invece erano state scattate quell'estate stessa.
Quando Cloe si accoccolò
accanto a lui, si lasciò accarezzare il capo, sospirando.
- Quella
donna...Gemma Lombardi...-
- Si.-
- Te la ricordi?-
- Poco e niente.-
ammise il grifone, mentre lei gli cingeva il collo - Non ero in me quando sono
stato da lei.-
Gli occhi della King divennero malinconici.
- Mi dirai
cos'è successo prima o poi?-
Lui rise, mesto - Meglio poi che prima.-
-
Non voglio costringerti, lo sai.- sussurrò al suo orecchio - Ma sono qui.
Sempre.-
- Si, lo so bene.- e la guardò con dolcezza - Cambiando
discorso...che ci fai ancora qua? È mezzanotte.-
- Oh, sei vuoi me ne vado.-
rispose sarcastica e fece per alzarsi, ma lui la trattenne.
- Sciocca,
scherzavo.-
- Devo proprio addomesticarti signor Riddle.- gli disse in un
soffio, chinandosi sulla sua spalla, carezzandogli la pelle delicata del collo e
della nuca.
- Probabile. Faccio ancora fatica ad abituarmi...-
-...alla
nostra idiozia?- finì lei, facendolo ridere - Si, non si può essere ottusi come
noi.-
Si lasciò andare al bacio della strega, passandole le dita fra i
capelli.
Dio, non sembrava vero. Non sembrava vero essere lì, con
lei.
Poco più tardi stavano sdraiati, davanti al camino, avvolti in una
coperta.
Tom appoggiato sul gomito, messo di tre quarti.
Claire sdraiata,
lo sguardo rivolto al soffitto.
- Tom?-
- Dimmi.-
- Credi che ci
saranno per sempre persone che vogliono dividere gli altri a causa del loro
sangue?-
- Gente come mio padre c'è sempre stata e purtroppo ci sarà sempre.-
le disse, giocherellando con le sue mani.
- Ma ci sarà sempre anche gente
come Harry.- sospirò, volgendo lo sguardo su di lui.
Tom stavolta
sorrise.
I suoi occhi blu si tinsero di calore, di speranza, di
coraggio.
- Il problema è che di Harry ce n'è sempre solo uno purtroppo. Di
Mangiamorte anche troppi.-
Cloe gli carezzò il viso - Ci sei anche tu
però.-
- Ah, io non servo a un bel niente. Sono solo una pedina per i
Mangiamorte. Se Voldemort verrà ucciso di nuovo, per loro ci sarò sempre
io.-
- Sciocchezze.-
- Sciocchezze?- riecheggiò - Non riesci a capirlo?
Sono l'ultima spiaggia per loro. Finché vivrò io, l'ideale del Lord Oscuro vivrà
con me.-
- E finché tu sarai vivo, sarà viva anche la forza di Harry Potter.-
gli disse con voce soffocata, facendogli sgranare gli occhi - Sei tu che non hai
capito. Sei tu che ancora non riesci a capire cos'hai fatto alla vita di
Harry.-
- Ho portato solo grane e guai.-
- E tante altre cose.- Cloe
scosse il capo, mettendosi seduta - Ha ragione Damon. Tu non vuoi vedere.-
-
A volte è così. Ma anche Harry si rifiuta di vedere.-
- Lui vede ciò che
sente.-
- E non credi sia sbagliato?-
- Non lo so.- abbassò il volto,
tenendogli strette le mani - Ti ricordi quella frase che abbiamo trovato due
anni fa sui manuali di Storia della Magia? Il monito dei Mistici. La loro parola
d'ordine.-
- Credendo vides.-
- E tu pensavi che fosse
"Vedere per Credere."-
- E mi sbagliavo.- annuì, con un sospiro
pesante - Era "Credere per Vedere."-
- Purtroppo non ne hai ancora
capito il senso.-
Tom la guardò storto - Devi per forza strapazzarmi la
coscienza in questo modo?-
- Hai la coda di paglia amore?- gli sussurrò
serafica.
Lui levò un sopracciglio. Se non altro, farsi chiamare così gli
placava i nervi.
Si stava scoprendo uno di quegli uomini facili alle
lusinghe.
Per non cascarci come un pollo si ributtò sui cuscini,
brontolando.
- Domani vogliono andare al lago a pattinare.- gli disse Cloe
all'improvviso - Ti va?-
- Starai scherzando. Grazie, non ho voglia di
uccidermi!-
La Sensistrega ridacchiò come una matta - Andiamo, dopo sette
anni non hai ancora imparato?-
- Non possiamo restare qua?- tubò mettendo il
broncio.
- Ci stai provando palesemente.- rispose lei, maliziosa.
- Che ne
sai che ti stavo proponendo quello.-
Però. Cloe si accorse di colpo che era
la prima volta che parlavano di sesso.
Prima non avevano affrontato il
discorso.
- Allora cosa proponevi?- lo incalzò - E dimmi compiti e guarda che
ti uccido.-
- Tranquilla, li ho finiti da un pezzo anche se con la
Focalizzazione va di male in peggio.-
- Sei troppo teso, te l'ho detto. Del
programma ne parliamo domani a colazione, che ne dici?-
- Ok. Vai via?- le
chiese, vedendola alzarsi.
- Se vuoi posso stare qua.- frecciò - Ma
attenterei alla tua virtù, signor principe di ghiaccio.-
Tom ebbe la decenza
di arrossire.
Maledetta ragazza!
Gli rubò un bacio, poi la King se ne andò
soddisfatta.
Come prima settimana non andava poi male!
La mattina
dopo, Draco Malfoy uscì dalla Torre Oscura di buon ora.
In braccio si teneva
sua figlia, finalmente libera dal guinzaglio e dalle maledette tate, come le
chiamava lui.
Glory era imbacuccata in un mantellino bianco, tutto peloso e
da brava Malfoy dimostrava un mondano disinteresse praticamente per
qualunque cosa e persona che non fosse il suo adorato paparino.
- Lucas.-
tubò di punto in bianco, mentre scendevano verso la casa di Hagrid da cui si
godeva un'ottima vista del lago.
- Possibile che non riesci a stargli lontano
per un secondo?- sbuffò il biondo, scocciato - Poca confidenza ai Potter, prima
regola principessa. La seconda è tormenta quella mezzosangue di tua madre e la
terza è lontano da tuo nonno.-
- Nonno!- cinguettò la bimba.
- Tuo nonno
un accidenti.- rognò, carezzandole la testolina ricciuta.
Continuò a
camminare, fino a fermarsi sul ciottolato del sentiero di pietra.
Eccolo il
Lago. Certi matti ci stavano pattinando.
Da come uno poi stava strisciando
con la faccia sul ghiaccio, era probabilmente Tom.
- Il tuo padrino è un
impedito.- sentenziò Draco.
Glory emise un gorgoglio divertito ma qualcuno
non era d'accordo.
- Ehi!-
Malfoy abbassò il viso e trovò il cuginetto
seduto poco più sotto, con l'aria oltraggiata.
- Oh, sei lì.- ghignò il
biondo, raggiungendolo - Che fai qua da solo?-
- Penso.- sospirò, mentre
Draco si sedeva accanto a lui e Glory allungava le braccine, per farsi prendere
sulle gambe da Riddle. Tom la prese volentieri, baciandole il nasino.
Dio,
era stupenda quella bambina.
- Allora? Perché stai qua mentre tutti
pattinano?-
- Non ho voglia di rompermi qualcosa e poi non sono dell'umore
adatto.-
L'Auror lo scrutò a lungo, poggiandosi su un gomito.
Forse la
teoria dello Sfregiato non era così assurda. Era davvero successo qualcosa al
mostriciattolo.
- Com'è stare con Claire?- azzardò, puntando sulla tattica
della fregatura.
- Bellissimo.- disse Tom soprappensiero, per poi sobbalzare
e arrossire come un pomodoro.
- Ahah, beccato.- disse Draco con aria
diabolica - Santo Dio, quasi non ci credo. Ce l'hai fatta. Che c'è
mostriciattolo? Hai paura di scioglierti per caso?-
- No. Ma tu sei perfido.-
bofonchiò sempre più imbronciato.
- Quand'è successo?-
- Il giorno del tuo
compleanno.-
- Si, quando non ti sei degnato di venire a ubriacarti con noi.
E come va?-
- Bene.-
- Bene?- Draco scosse la testa - Ma cosa bisogna fare
con te? Che sei di cemento? Non ce li hai degli impulsi?-
- In questo momento
ne ho uno omicida.-
- Balle. Quando tornerai nella terra delle persone
normali fammi un fischio e ne parliamo. Cambiando discorso, mi spieghi che
succede fra te e lo Sfregiato?-
Riddle fece una smorfia.
Fra lui e Harry
di recente andava male davvero. Da quando l'aveva visto con suo padre, si
sentiva davvero...esiliato.
Arrabbiato, umiliato e non perdeva occasione per
litigare con l'Auror per qualsiasi sciocchezza.
Sospirò, mentre Glory
sgambettava lì attorno.
- Da quando l'ho visto con...Voldemort mi sento
furibondo. È come se fra loro ci fosse un legame da cui io sono totalmente
tagliato fuori. E mi fa incazzare da morire.-
- Tom...- Draco assottigliò gli
occhi, deliziato - Sei geloso?-
- Cosa?! Certo che...- il Grifondoro si morse
il labbro -...si. Cazzo!-
Malfoy si rimise a ridere, sempre più divertito.
Era un grande il mostriciattolo.
- Lo odio quando pensa a mio padre, lo odio
quando ci parla, lo odio perfino quando lo pensa! Non sopporto che Harry stia
sempre a pensare a lui!- ammise, accorato - Ecco, l'ho detto. Sono geloso
marcio. Mi c'incazzo a morte quando parla con lui e mai con me! Un tempo mi
spiegava le cose, adesso invece fa come gli gira senza neanche consultarmi, non
lo sopporto!-
- Sei il solito ingenuo.- gli disse il suo padrino - Tom, lo
Sfregiato lo odia tuo padre.-
- Allora perché chiacchierano come vecchi
amici?-
- Preferiresti che si squartassero davanti a te?-
- Bhè...almeno
mi sembrerebbe normale. Se vi metteste a farvi le fusa fra voi due vi manderei
al manicomio.-
- Che orrore.- ringhiò Draco disgustato - Non parlarmi di cose
tanto aberranti.-
- Vuoi dirmi che Harry si comporta in maniera civile perché
sente di dovermi dare il buon esempio? Vuoi davvero dirmi che si sente in dovere
di dimostrare a mio padre che lui si occupa perfettamente di me? Ma cos'è, fuori
di testa? Mio padre non potrebbe accampare diritti neanche se fosse l'unico uomo
rimasto sulla terra.-
"Oh, biondastro mi senti?"
Malferret
sobbalzò di colpo, senza riuscire a rispondere a Riddle. Si guardò attorno, la
voce che gli rimbombava nella testa. Oh no!
- Che ti piglia?- gli chiese Tom
- Che succede?-
"Sfregiato, che cazzo vuoi??"
"Niente, provavo a
chiamarti per vedere se funziona."
"Non chiamarmi se non hai nulla da dirmi,
psicotico!"
"Quanto sei palloso."
- Oh Draco! Ma cosa fai? Ci sei
ancora?- Tom gli passò la mano davanti agli occhi - Pronto?-
- No!- sbottò -
Porca miseria, che possa crepare stanotte se non uccido lo Sfregiato entro
quell'ora!-
- Mi sembra una soluzione un po' drastica. Oh ma dove vai?-
-
Alla Torre!- ringhiò, riprendendo Glory in braccio - Ho una faccenda da
sistemare!-
- Almeno tu vuoi spiegarmi una buona volta cosa vi succede?- gli
gridò dietro.
- Hai presente i collegamenti mentali fra gemelli, oppure le
sensazioni fra te e Potter?-
- Si!-
- Fa conto che siamo legati per la
testa col telefono senza fili!- e senza aggiungere altro corse via, lasciando il
Grifondoro un pelino sgomento. Non che avesse capito cosa diavolo era successo,
Draco era stato particolarmente accorato e altrettanto incasinato nello
spiegargli la situazione, ma una cosa era certa.
Il sorriso gl'incurvò le
labbra, mentre alzava il viso verso le torri di Hogwarts.
Quei due non
sarebbero mai cambiati.
Di questo ne era certo.
In tutto quel tempo la sua
vita era cambiata, aveva subito traumi e si era dissestata numerosissime
volte.
Ma c'erano due pilastri che non sarebbero mai traballati.
Che quei Bracciali siano
benedetti
, pensò mentre scendeva al lago e il vento gli
sollevava il mantello.
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