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Autore: ashley_    08/10/2012    1 recensioni
Mi amerai, vedrai che imparerai ad amarmi.
Genere: Drammatico, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Con due semplici parole, smontai tutta la mia convinzione su me stessa, il mio carattere e l’autocontrollo. Non avrei mai dovuto dirle? Forse no, ma forse si. Era ciò che provavo e volevo che lui lo sapesse.
Fui, comunque, molto contraddittoria, considerando che: l’avevo accusato di avermi baciata troppo presto e dopo tre mesi, quel 27 Aprile, ero lì, sul divano di casa mia, a dire ad una persona con cui avevo stretto un rapporto di quattro giorni, che mi mancava. Non aveva assolutamente senso. Okay che ormai lo vedevo tutti i giorni, sia tra la scuola sia in famiglia, a quelle cene noiose al quale bisognava portare ‘per forza’ anche i figli, altrimenti ‘era poco cortese’.
Forse era questo il punto. Mi infastidiva dover fingere davanti ai nostri che andava tutto bene, ma poi incontrarsi per strada ed ignorarsi. Odiavo quella situazione. Odiavo non poter più sentire quelle sue battute squallide, che odiavo. Odiavo non poter ascoltare quella risata. Odiavo anche il fatto che non avevo più nessuno che mi aspettava fuori l’aula per andare in mensa insieme. Odiavo tutto questo, anche se era successo tutto in pochissimi giorni, mi ci era abituata. Sembra il discorso più stupido del mondo, ma era quello che sentivo.  
 
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Lui rimase pietrificato. Aspettava che continuassi e lo accontentai presto.
Hai sentito bene, mi manchi. Non so precisamente perché, ma è così.” Abbassai la testa, imbarazzata.
No, aspetta. Fammi capire, adesso ti manco? Ti baciai e ne facesti una tragedia.Bingo! Il ragazzo aveva centrato il punto!
Si, più o meno così.” Per qualche strano motivo, mi veniva da ridere.
Cos’hai da ridere?” Stava per farlo anche lui.
Non lo so!
Ci guardammo negli occhi e iniziammo a ridere come due bambini.
Il tutto terminò in un abbraccio, un profondo abbraccio. Come quella sera del primo giorno che ci conoscemmo, seduti sul marciapiede.
Mi sei mancata anche tu.” Mi sussurrò all’orecchio.
  Quel ragazzo aveva qualcosa di diverso da tutti gli altri. Era la persona più semplice e socievole al mondo. Era una di quelle sempre con un sorriso stampato sul volto, ma non un sorriso qualunque, bensì uno di quelli mozzafiato, capaci di farti sentire delle fitte allo stomaco solo ad ammirarlo da lontano. E io avevo bisogno di una persona così.
Terminato l’abbraccio, non potei fare altro che chiedere qualche spiegazione. “Ma stamattina, tu e Thom?
Cosa?” Faceva il vago.
Io lo fulminai e lui continuò subito dopo. “Ma niente, stamattina mi ha semplicemente chiesto di fare un giro e io, per non essere scortese, ho accettato. Ma perché, scusa?
Così, per sapere. Mi è sembrato strano.” Ero abbastanza perplessa.
Anche a me. Non gli ero molto simpatico, fino a ieri più o meno.” Ridacchiò. “Ma possiamo non pensare a questo, adesso? Non lo trovo così importante. Piuttosto: tu sei sicura di non provare più niente per lui?Perché questa domanda?
Cosa? Perché? Comunque si, ne sono sicura. Insomma gli voglio bene come un amico.
Come un amico?Si, un amico.
Si. Certo lui lo conosco da tempo, siamo cresciuti insieme, gli voglio quasi bene come un fratello.
Oooh insomma Kay, non è il tempo che ti fa conoscere una persona! Lo vuoi capire o no? Ovvio che conta anche questo. Ma, a volte, capita di stare con persone da una vita e non conoscerle mai davvero!” 
Rimasi turbata da quelle parole, anche se era la verità.“Perché dici questo?
Perché è la verità!Ecco.Sta attenta, non dare tanto amore a troppe persone. Ma soprattutto, smetti di sentirti in colpa per Thom.Ma che voleva? Cos’era? Una predica?
Lou, smettila di dirmi quello che devo fare.
Kay, sono consigli, non ordini.” Sapeva qualcosa che io non sapevo, sicuro.
Okay, accetto i tuoi amorevoli consigli, va bene?
Ho fame.Bella risposta.
Guarda in frigo e serviti.Ospitale, insomma.
Sono già finiti i momenti di dolcezza?
Quali momenti di dolcezza?” Ci guardammo con aria di sfida.
Restammo ancora un po’ a parlare di varie cose, seduti su quel divano. Ma dopo un’oretta, credo, interruppe la conversazione.
Oh cazzo, Niall!” Saltò giù dal divano.
Chi?
Niall! Deve venire da me, c’è la partita! Scusa, l’avevo completamente rimosso!Ma che palle eh.Vuoi venire anche tu?Si, si, si e si!
Ehm, cosa? No! Vai, tranquillo! Mi ci vedi a guardare una partita con due ragazzi? Non fa per me.
Forse hai ragione.” Mi fece uno dei suoi sorrisi. “Stasera? Insomma, dopo la partita? Non puoi venire da me? Potremmo mangiare una pizza. Recuperiamo un po’ di tempo perso.”  
Come potevo rifiutare…
Perché no? Va bene dai.” Gli sorrisi. Ogni tanto lo facevo anch’io.
Perfetto, ti mando un messaggio appena finisce la partita.
Annuii, ma probabilmente mi si leggeva in volto che ero la ragazza più felice al mondo e non sapevo esattamente perché.
 Lo accompagnai alla porta e appena fu fuori, mi piombai alla finestra per guardarlo entrare.
Kaylie, che stai facendo? Sei impazzita.Parlavo anche da sola, perfetto.
Richiusi subito la tendina arancione che copriva la vetrata della cucina.

Salii di sopra e tra tante cose da fare, guardai anch’io la partita. Non perché mi fosse nata la passione del calcio tutto d’un tratto, ma perché volevo semplicemente che quella stupida sfida di pallone terminasse in quell’istante.  Si, insomma, sono sempre stata una tipa sportiva e per quanto potessi divertirmi a giocare a calcio, lì per lì, mi interessava solo di Louis e di riascoltare i suoi discorsi insensati.
Non posso dire che quei novanta minuti volarono, ma non furono poi così pesanti. Mi concentrai anch’io sul gioco e passarono piuttosto in fretta.
La partita terminò, ma del messaggio di Louis, neanche l’ombra. Stavo già iniziando ad incazzarmi.
Ma dopo un interminabile quarto d’ora: “Kay, ho già ordinato le pizze, ti conviene sbrigarti.
Potevi avvertirmi tra qualche ora, cretino.Ovviamente risposi in modo molto cortese.
Mi precipitai giù, avvertii mia madre, uscii di casa, attraversai il vialetto e suonai il campanello di casa sua.  
Kaylie, ciao! Vieni!Ma chi è ‘sto qua?
Un tipo biondo, con degli occhi ‘alla Louis’ e con uno spicchio di pizza in mano, mi aveva appena aperto in una casa che non era sua.
 Ma non so, fin ora Louis aveva un amico che rispondeva al cellulare al posto suo e un altro per l’accoglienza ospiti?  Interessante.
Ehmm, si…ciao. Louis?
In cucina!” Continuava a parlare, masticando la pizza e giustificandosi per aver iniziato a mangiare prima che arrivassi io.
Ma da quanto tempo Kay!” Prese ad abbracciarmi.
Lou? Hai bevuto?
Solo perché ti abbraccio, mi accusi di aver bevuto?sciolse la presaLui è Niall, quello di cui ti parlavo oggi. Niall, lei è Kaylie.
Amico, me n’hai parlato per tutta la partita, so come si chiama!Mi stava simpatico il nuovo amico, anche se non mi aspettavo di trovarlo lì.
Scoppiammo a ridere e vidi Louis tirare una gomitata al biondino, ma feci finta di niente.
Trascorsi una splendida serata, nonostante tutto. Da quanto avevo capito, Niall sarebbe dovuto rimanere lì per una notte o due.
Mi decisi a tornare a casa mia, anche se mi scocciava. Il suo amico era uno spasso e sarebbe stato divertente continuare a prendere in giro Louis ancora un po’, ma era davvero tardi.
Dopo esserci salutati, ‘il padrone di casa’ mi accompagnò alla porta, mi regalò un altro dei suoi splendidi abbracci, un bacio sulla guancia e mi augurò buona notte.
 

SPAZIO AUTRICE

SAAAAALVE! 
C'ho messo un secolo per pubblicarlo, ma alla fine ce l'ho fatta. 
non è nemmeno chissà cosa, ma sono contenta che sia tornato più o meno tutto apposto. 
poi c'è Niall sbduasgfdfhy 
ok, sciao. Passo e chiudo. 

  
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