Fanfic su artisti musicali > Adam Lambert
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Autore: giugina62    08/10/2012    2 recensioni
Mi chiamo Thomas Joseph Ratliff, per gli amici Tommy Joe , sono un ragazzo semplice , che vive di musica e in compagnia della mia amata chitarra da cui non mi separo mai. Avevo 20 anni , quando ho conosciuto lui. ......
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Non ero riuscito a chiudere occhio, non facevo altro che pensare a quel ragazzo , a quell’Adam, mi aveva colpito , come un fulmine a ciel sereno, mi aveva lasciato senza parole, quando mi ha stretto tra le sue braccia, quando il suo profumo mi era entrato dentro , il suo profumo era riuscito a farmi venire i brividi, c’era qualcosa in lui che mi attrae …
Ma cosa dico?!?! Cazzo , sono etero , perché penso certe cose di un ragazzo??
Buh non lo so , ma sono sicuro che sento terribilmente la sua mancanza.
21 luglio, è stata davvero una giornata lavorativa, intensa, ogni volta che il telefono cominciava a squillare, io ero pronto a correre per rispondere, sperando vivamente potesse  essere  lui, finalmente la giornata lavorativa era terminata, ero stremato , comincio a sistemare il negozio , ed ho sperato fine alla fine , che lui bussasse nuovamente alla porta, come la sera precedente. Ma niente di tutto ciò accadde.
Uscii  , chiusi la porta ,quando proprio, all’ultimo giro della chiave , il telefono cominciò a squillare , lentamente , decisi di entrare e rispondere, sarà la nonna pensai , in un primo momento , ma mi sbagliai e ne fui contento.
-pronto?
-Tommy?
-si, chi parla?
-sono Adam.
-ah ciao, Adam dimmi pure
-volevo sapere se avete già chiuso il negozio
-in realtà , ero già fuori
-perfetto, ti andrebbe di berci una cosa insieme ? se ne hai voglia e non hai altri impegni?
-si mi farebbe molto piacere.
-allora fra dieci minuti , ti vengo a prendere
-ok , a dopo
Posai di fretta il telefono, e corsi come un matto in bagno , mi guardai allo specchio, mi sistemai i capelli, avrei preferito in quel momento avere la mia fidata, matita nera. Ma di solito , non la portavo in negozio , ne tanto meno mi truccavo per lavorare. Cominciai a spegnere le luci , ed a uscire dal negozio, dopo averlo chiuso, una macchina suonò il suo clacson, mi voltai . Era lui.
Aprii la portiera , e mi accomodai all’interno della vettura.
-ciao
-ciao Tommy, dove ti va di andare?
-dove vuoi .
L’auto partì.
Il silenzio regnava sovrano . l’imbarazzo prendeva sopravvento su di me, avevo le guancie in fiamme.
Dopo due minuti di silenzio, la macchina rallentò fino a fermarsi, guardai di fronte a me, e un semaforo prepotente mostrava il rosso.
Mi girai verso il mio finestrino, quando la sua mano girò il mio volto, e le sue labbra, prepotentemente si impossessavano delle mie, era ufficiale, stavo divampando , quel bacio , durò un infinità o forse un secondo, sta di fatto che quel momento magico, fu interrotto da una donna, che con violenza batteva la sua mano paffuta , nel clacson assordante.
-che donna fastidiosa.
Affermò convinto Adam , io invece non spiccicai parola.
Continuammo il nostro viaggio, quando Adam in poche mosse parcheggiò in modo perfetto.
Entrambi ci recammo all’interno di un locale. Rimasi a bocca aperta, era un pub con un piccolo palco, dove era possibile esibirsi,  per una volta rimpiansi , di non avere la mia amata chitarra con me.
-sono sicuro che ti esibirai , non è vero?
-mi sarebbe davvero piaciuto , ma non ho la mia chitarra con me.
-aspetta qui, ci penso io.
Adam uscì di fretta dal locale, per poi rientrarci con in mano, la chitarra che il giorno prima gli avevo venduto.
-tieni usa questa.
-ma non era il regalo del tuo amico?
-si ma alla fine , ho scoperto che i suoi genitori , gliene hanno regalato una uguale.
-ma sai che potevi riportarla , ti avrei rimborsato.
-se l’avessi riportata , a quest’ora tu non avresti potuto esibirti, allora lo suoni un brano con me?
- perché sai suonare?
-no , ma so cantare, allora ci stai?
-ci stò.
Gli tolsi la chitarra dalle mani , e salii sul palco , al mio fianco lui si accomodò su uno sgabello, proprio di fronte al microfono, si girò per guardarmi e donarmi un sorriso, poi mi passò lo spartito.
E cominciammo …
Dopo 3 minuti di esibizione, le persone che assistevano si alzarono in piedi, donandoci un forte e caldo applauso, per un attimo mi sentii completo e felice.
-ti va una birra?
-si , grazie.
Qualche minuto dopo, mi raggiunse al tavolo con due lattine di birra. Dopo aver gustato quella fresca bibita, era il momento di ritornare a casa.
-scusami , ma dovrei ritornare a casa
-così presto , sono solo le undici e mezza.
-lo so , ma domani lavoro e devo alzarmi presto.
-ok, ti riaccompagno .
Il tragitto verso casa, non fu così imbarazzante  come quello precedente, anzi fu molto divertente , tra battutine e risate , eravamo già davanti casa mia.
-allora buona notte
-buona notte, e grazie per la serata.
-grazie a te per la compagnia.
Poi mi diede un tenero bacio sulla guancia. Fu davvero molto tenero, ma nel profondo del mio cuore, nel profondo di me stesso , ero davvero deluso, forse avrei preferito qualcosa di più!
  
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