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Autore: Lemon    09/10/2012    2 recensioni
-Mezzanotte- Sussurro, voltando il viso verso la figura che mi stava accanto, John era steso sul letto con le braccia incrociate dietro la nuca, lo sguardo rivolto al soffitto.
Tanto è concentrato a fissare la parete, che neanche mi sente.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, John Lennon
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Compleanno di un padre immaginario.


-Mezzanotte- Sussurro, voltando il viso verso la figura che mi stava accanto, John era steso sul letto con le braccia incrociate dietro la nuca, lo sguardo rivolto al soffitto.
Tanto è concentrato a fissare la parete, che neanche mi sente. Mi avvicino al suo orecchio, soffiandoci sopra e rido alla sua reazione esagerata, portando una mano sulla sua bocca.
-Non fare rumore!- Lui socchiude gli occhi, alzando un sopracciglio e scuote la testa, facendomi spostare lentamente il palmo. -Non voglio che mia madre ti senta- Spiego, annuendo con il capo e lui rotea gli occhi al cielo, sapendo quanto stupida fosse la mia affermazione. Ma non ribatte, né mi da della cretina, sa che ferirebbe i miei sentimenti, sa che distruggerebbe tutto quanto quello che dentro la mia testa si è formato per pure solitudine.-Stavi dicendo?- Quindi mi chiede con tono gentile, sollevando le gambe fino ad appoggiarle perfettamente contro il soffitto immacolato, voltando il viso per potermi guardare negli occhi.
Io gli sorrido ed allungo lentamente una mano, passandogliela tra i capelli rossicci, per poi sorridere. -Tanti auguri, Johnny, è il tuo compleanno!- Esclamo, tenendo comunque un tono leggermente basso. Lui si sofferma a guardarmi negli occhi, poi fa spallucce e torna a contemplare il vuoto. -Non dovresti farmeli, ormai non ce n'è più il motivo, lo sai che io sono- prima che possa concludere la frase, lo metto a tacere, scuotendo velocemente il capo. John ride un poco, dicendomi subito dopo che sono buffa con tutti i capelli biondi scompigliati e che dovrei dormire o l'indomani sarà dura per me svegliarmi presto.
Faccio per tappargli nuovamente la bocca con la mano ma lui l'intercetta, bloccandola con la sua. Apre il palmo e io lo copio, sovrapponendo le due mani tra di loro; la mia è molto più piccola rispetto la sua. Ridacchio ed intreccio le dita con le sue, chiudendo gli occhi.-Andrai a far visita a Sean? E' anche il suo, di compleanno- Gli sorrido, guardandolo da dietro le lenti degli occhiali, mentre sbatto più volte le palpebre per cercare di rimanere sveglia. -Ma certo- Mi risponde lui, passandomi una mano tra i capelli ed io arriccio le labbra in una smorfia soddisfatta, appoggiando la fronte contro la sua spalla.
-Oggi avresti festeggiato il tuo settantaduesimo compleanno- Dico in un sussurro, più simile ad un triste sospiro. Lui si limita ad ascoltarmi, gli occhi socchiusi e le sopracciglia sollevate. -Magari avresti organizzato una festa nella tua casetta in Cornovaglia*. Ci sarebbero stati Sean e la sua ragazza, chissà, forse anche Paul, Ringo e George. Sarebbe stato magnifico. Tu avresti preso la tua chitarra acustica e ti saresti seduto su una sedia. Avresti guardato tutti quanti e, con un sorriso soddisfatto stampato in volto, avresti iniziato a pizzicare qualche corda- Continuo a parlare, la mia voce trema un pochino, mentre John mi avvicina sempre più a sé, pronto a consolare un ennesimo pianto disperato di una ragazzina innamorata di una figura mai incontrata, una figura che può vedere solo nella propria mente.
-Hey, shh, non credi sia ora di dormire, peste?- Mi sussurra in un orecchio con tono paterno, spostandomi una ciocca di capelli dal viso in modo da potermi guardare negli occhi. Poi, senza aspettare una risposta, inizia ad intonarmi la mia canzone preferita, facendomi istantaneamente chiudere gli occhi, estasiata.
-Hold me darlin' come on listen to me, I won't do you no harm. Trust me darlin' come on listen to me, come on listen to me, come on listen, listen- Sorrido e scuoto leggermente il capo, lasciandomi cullare da quelle parole che ormai sapevo a memoria, le mimo anche con le labbra, seguendo la melodia di John.
-Sai proprio qual'è il mio punto debole, hm?- Dico con voce impastata dal sonno, aggrappandomi alla sua maglia ed accoccolandomi a lui. Ha sorriso, mi ha sorriso e mi ha accarezzato i capelli, finché, esausta, mi sono addormentata.

Il mattino seguente aprì gli occhi al suono della trillante sveglia.
Gli auricolari alle orecchie e Whatever Gets You Thru The Night in riproduzione continua.
Le mie dita stringevano solo le coperte, mentre la fronte era poggiata contro il cuscino.
-Buon compleanno, John- Sussurro, fissando una sua foto appesa al muro.
L'accarezzo, tracciando tutti i contorni perfetti del suo viso, poi sospiro e mi alzo.
-Se solo fossi vero-.




*In un libro ho letto che il sogno di John era quello di abitare in una casa in Cornovaglia con Yoko, a sedere sulle sedie a dondolo mentre aspettano lettere del figlio.
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NON ODIATEMI, PLS.

So che tipo molte persone mi sfotteranno per questa piccola shot.
Beh, è uscita dal cuore. E' strettamente personale, lo so, ma beh, cosa ci posso fare io?
John Lennon è il mio padre immaginario, pazienza, lo so di essere una persona abbastanza triste.
Auguri, John.
Auguri Sean.

Amen, oh.



Peace, Lemons

   
 
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