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Autore: SusanTheGentle    09/10/2012    1 recensioni
Bill, Tom, Georg, Gustav e Maddy sono cinque ragazzi normalissimi, Vivono a Magdeburg, una città ordinaria sotto ogni aspetto. Hanno i loro amici, i piccoli problemi quotidiani quali la scuola, l'amore. Hanno i loro sogni...E se questi sogni si trasformassero in un incubo? Se loro, così come potremmo essere tutti noi, un giorno venissimo a conoscenza di strani e spaventosi avvenimenti che minacciano la nostra vita, la nostra casa e le persone che amiamo di più? Che cosa faresti per salvarli, sapendo che solo tu hai il potere di farlo?
Dalla scleta di una persona può dipendere il destino del mondo. E loro decisero di cambiare il destino.
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Kaulitz, Georg Listing, Gustav Schäfer, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: AU, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 14:
Il tempo stringe

 
Solquest era stanco. Stanco della gente, dei ragazzini chiassosi, della vita frenetica della città. Era stanco di indossare il travestimento del signor Herman Faust. L’unica consolazione era che tra meno di tre giorni avrebbe lasciato quel luogo ostile e se ne sarebbe tronato sulla sua isola, dove la nebbia protettiva lo avrebbe avvolto di nuovo nel suo abbraccio.
Purtroppo devo prima sbrigare una fastidiosa questione,pensò lo zentyre con una punta di irritazione.
La neve cadeva fitta all’esterno del Municipio, si era alzato anche il vento.
A Solquest parve di sentire un bisbiglio nel suo fischio, parole di avvertimento. Non era la prima volta che la Natura lo ammoniva.
Ricordò il giorno in cui osò abbattere la sua furia sulla città per la prima volta…
Solquest non aveva mai voluto che gli uomini si stabilissero troppo vicino a Isealina. La magia zentyre traeva la sua forza dalle vaste pianure desolate che si erano stese là prima della fondazione di Magdeburg. Laggiù, la terra era colma di antichi poteri. E poi c’era il fiume, nel cui letto giacevano le tre Pietre Verdi dell’Eterna Giovinezza, e ogni anno, in una notte particolare, quando la luna risplendeva piena e illuminava quelle acque, Solquest lasciava la sua isola e si recava nella regione desolata un tempo chiamata Ulum. Lo stregone si tuffava nelle acque gelide e la sua giovinezza ne riemergeva rinnovata. A vedersi, non avrebbe dimostrato più di trent’anni. Un uomo nel pieno del vigore. E così sarebbe sempre stato.
Dopo che Ulum era svanita sotto la furia del terremoto, nessuno, nemmeno i sopravvissuti vennero a cercare lo zentyre.
Poi, a turbare la quiete della sua dimora solitaria, erano arrivati gli uomini. Quando cominciarono a costruire città e case sulle fondamenta dell’antica Ulum, Solquest capì che ciò costituiva un pericolo per le Pietre, che potevano andare perdute per sempre.
Gli fu facile prevedere che – laggiù dove prima c’era il verde – sarebbero sorte case e non una, ma numerose cittadine. E la quiete e il silenzio sarebbero svaniti, travolti dal progresso degli uomini.
Così, Solquest aveva ordinato al vento e alla pioggia di cadere incessante finché la nuova città non fosse stata completamente sommersa dal fango.
Ma la Natura lo aveva messo in guardia.
“Solo io posso comandare gli elementi, cessa di far piovere Solquest, o mi vendicherò!”
Lo Zentyre aveva udito quell’avvertimento trasportato dal vento, ma l'aveva ignorato volutamente, troppo sicuro di vincere.
Qualcun altro però l’aveva visto. Proprio laggiù, qualcuno era venuto al mondo per batterlo. Una ragazzina dall’aria fragile ma con una forza di volontà ineguagliabile. Calien, dalla voce melodiosa e la mente spalancata sul mondo. Una figlia del popolo di Ulum, mandata lì per proteggere la città. Ella e la sua stirpe, un giorno avrebbero messo fine alla magia zentyre. Solquest non poteva permetterlo.
Calien, devota alle leggi della Natura, aveva letto i pensieri dello Zentyre e pensato di sfidarlo.
Solquest si accigliò ripensando a quel giorno lontano in cui una ragazzina di quindici anni lo aveva affrontato opponendo la propria voce al potere del male, resistendogli per sessanta secondi. Ma quel breve tempo era stato sufficiente per far sì che la magia zentyre cessasse e la città e i suoi abitanti si salvassero.
Solquest prese allora le sue Pietre e le mise al sicuro su Isealina, dove erano rimaste per secoli e secoli fino ad arrivare ai giorni nostri.
Ma quando ormai pensava di essere al sicuro, la Natura- che non aveva scordato la sua promessa- infine si vendicò di lui. E quattro mesi prima gli aveva sottratto le sue preziose Pietre Verdi, costringendo così Solquest a uscire dalla protezione della sua isola per cercare una nuova soluzione all’invecchiamento.
In ogni istante lontano da Isealina, Solquest sognava spasmodicamente la ricongiunzione con lei.
Si ridestò dai ricordi e osservò, con le mani giunte dietro la schiena, la sua collezione di bambole. Mancavano pochi minuti all’apertura del Municipio al pubblico. La sala era illuminata fiocamente. I piedistalli erano ormai quasi tutti occupati. Ne mancavano una ventina da trasformare, forse meno, e poi, quando tutto si sarebbe concluso, lui egli Zaninoni sarebbero potuti ripartire per non far mai più ritorno. Una volta bevuta la pozione ricavata dal sacrificio dei cento ragazzi, Solquest non avrebbe più avuto bisogno di altri incantesimi, perché l’effetto sarebbe durato per sempre.
Per sempre giovane…se solo qualcuno non avesse tentato di mettergli di nuovo i bastoni tra le ruote!
Avrebbe dovuto immaginare che lo spirito di Calien vegliasse ancora su Magdeburg, ma mai avrebbe potuto immaginare che qualcun altro avesse osato sfidarlo, tanto meno un gruppetto di ragazzini umani senza nemmeno un briciolo di magia nelle vene…a meno che Calien non gli avesse insegnato qualche trucchetto. E forse era effettivamente così.
Il giorno prima, i suoi zaninoni avevano riferito che Bill Kaulitz aveva parlato con un timbro di voce al quale non era possibile disobbedire. Un tono di voce molto simile a quello della Fanciulla di Ulum. Un tono fermo, sena traccia di paura, colmo di un potere che arrivava da chissà dove.
Calien aveva scelto i gemelli per fare le sue veci di protettori di Magdeburg, ma i ragazzi sapevano davvero a cosa andavano incontro? No, probabilmente no, altrimenti non l’avrebbero aiutata.
Calien aveva perso la vita per salvare la città, loro avrebbero fatto lo stesso?
 
“Io continuo a pensare che è da pazzi” disse Georg sempre più ansioso man mano che lui e nonna Kaulitz si avvicinavano la Municipio.
“Prendila con spirito d’avventura, tesoro. E ora sbrighiamoci”.
Amelia non ci pensò due volte e allungò il passo, sorpassò con andatura sicura le porte aperte e si mischiò alla calca. Georg fu costretto a seguirla e ad affrettarsi per non perderla di vista. Gli sembrò che l’afflusso di visitatori fosse aumentato rispetto al giorno prima.
Raggiungere di nuovo la sala delle bambole fu facile, ma non altrettanto entrarvi. Gli zaninoni travestiti da Bill, Tom e Gustav erano là davanti, come guardie a protezione di un preziosissimo tesoro.
“Probabilmente sanno che accadrà qualcosa”pensò il ragazzo.
“Non li guardare” sussurrò nonna Kaulitz. “Non far vedere che sei nervoso. Gli zaninoni fiutano la paura come carne fresca”
Georg si voltò a fissare per un attimo il profilo del volto saggio della bisnonna dei gemelli.
“Com’è che sa tante cose?”
Amelia sorrise e anche lei lo guardò. “Ogni cosa a suo tempo. Vai adesso, in fretta, e ricorda cosa abbiano deciso mentre venivamo qui”.
“Ma come faccio? Non mi faranno nemmeno avvicinare!”
“Hai ascoltato sì o no quello che ti ha detto Madeline? Tu non sei sulla lista dello zentyre, caro, tu non sei un problema per loro”
Georg mugugnò qualcosa e poi si mise le mani in tasca del cappotto. “Non funzionerà mai!”
“E tu vedi di farlo funzionare. Avanti”
Amelia sospinse Georg in avanti facendo pressione con una mano sulla sua schiena.
Il giovane avanzò piano dirigendosi verso il bagno. Nessuno si curava di lui, era un semplicissimo visitatore. La toilette era deserta. Meglio così, si disse.
Estrasse dalla tasca della giacca una scatola di fiammiferi, ne accese uno e salì in piedi su uno dei lavandini avvicinando la fiamma al dispositivo antincendio che scattò dopo pochi secondi.
Un rumore assordante si propagò nell’aria per tutto il Municipio.
Georg saltò giù dal lavandino e uscì dal bagno in tutta calma, anche se in realtà avrebbe voluto correre, e desiderando che tutto finisse il più in fretta possibile.
La gente si guardava attorno allarmata in cerca della fonte dell’incendio, ma le guardie di vigilanza erano già accorse a rassicurare i visitatori.
“Uscite con calma. Non spingete. Non c’è nulla di cui preoccuparsi” dicevano.
Purtroppo però, qualcuno andò ugualmente nel panico: alcuni bambini cominciarono a piangere spaventati, e fu quando arrivò il signor Hermann, ovvero Solquest, che Georg temette il peggio. Ma Hermann non lo guardò minimamente e si rivolse invece alla folla.
“E’ tutto sotto controllo, signori. Ora le nostre guardie vi faranno uscire per qualche minuto. Vedrete che presto potrete tornare a godervi la vostra visita in tutta tranquillità”
Alcune persone sembrarono rassicurate da quelle parole, altre meno.
Georg passò tra la folla chiedendo permesso. Nessuno, anche in questo caso, fece particolare caso a lui.
Si avvicinava sempre di più alla sala delle bambole, ora vuota, completamente esposta. Prima di entrare, Georg si voltò a guardare Hermann ancora un momento e vide che sul viso aveva un’espressione strana, la fronte corrugata, come se fosse confuso. Come se qualcosa lo disturbasse.
Il ragazzo cercò con lo sguardo la nonna di Bill e Tom e la vide dove l’aveva lasciata, in mezzo alla sala circondata dalle altre persone. Amelia teneva gli occhi fissi su Solquest e la sua bocca si muoveva piano. Georg volse lo sguardo da lei allo zentyre, e capì che lei stava rallentando in qualche modo Solquest…ma come? Sembrava quasi…ma sì, quasi come se stesse recitando una sorta di incantesimo!
Ricordò vagamente che c’era un modo per poter fermare il potere di Solquest, ma in quel momento non gli venne in mente che cos’era.
Quando la folla cominciò a muoversi verso le uscite di sicurezza, si risvegliò dai suoi pensieri e capì che quello era il momento di agire.
Camminò contro corrente, senza badare agli sguardi perplessi delle persone. Un uomo gli disse che andava dalla parte sbagliata. Georg non lo ascoltò.
Entrò finalmente nella sala delle bambole e il chiacchiericcio della ressa si spense; al suo posto udì altre voci. Spaventate, arrabbiate, speranzose.
Non fu chiaro quel che dicevano, non capì nemmeno se erano nella sua testa, venissero dalle persone che si era lasciato alle spalle o dalle bambole sui piedistalli.
Georg scorse rapidamente tutti quei piccoli volti di porcellana cercando quello della bambola bionda e il cappotto blu notte. Avevano tutte un’espressione tristissima…bè quasi tutte.
Infine individuò la bambola di Gustav e si precipitò verso di essa.
“Ora o mai più”pensò con il panico che cresceva dentro di lui.
Il rumore assordante dell’allarme antincendio si spense. Qualcosa nel petto di Georg sobbalzò così forte da fargli male: il suo cuore, che cominciò a battere all’impazzata.
“Prendila!”urlò la sua mente, e finalmente lo fece.
Allungò il braccio con decisione e rapidità e infilò la bambola sotto il cappotto.
Per un paio di secondi rimase lì, immobile, davanti al piedistallo vuoto, senza riuscire a credere che fosse stato così facile. Si girò a guardare le altre bambole.
I loro visi piccoli e tristi lo imploravano, chiedevano aiuto, ma Georg non poteva portarle tutte con sé.
“Torneremo a prendervi” disse a voce alta, sentendosi un pò stupido, perché nessuna risposta arrivò, anche se le voci nella sua testa- o attorno a lui- sembrarono dire ‘grazie’.
Georg accennò un sorriso e si girò per andarsene, ma una brutta sorpresa lo aspettava.
Un folto gruppo di creature pelose si schierò davanti a lui. Davanti a tutti, quello che sembrava il più vecchio, che ordinò immediatamente agli altri di agire.
“Prendetelo!”
Il Municipio si stava svuotando pian piano, le voci delle persone si allontanavano. Gli Zaninoni erano usciti allo scoperto senza paura di poter essere visti.

 
 
Uff! Finalmente sono riuscita ad aggiornare! Spero che anche questo capitolo vi piaccia.
A presto spero.
Baci, Susan
   
 
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