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Autore: Dave637    10/10/2012    1 recensioni
Le urla lo svegliarono di soprassalto.
Maledì quel momento con tutte le proprie forze.
Odiava essere svegliato di colpo.
Si sedette sul letto.
La testa gli pulsava, sembrava che qualcuno lo stesse colpendo con un maglio da fabbro.
Non lo definirei un horror, lo definirei più d'azione. Ma chiunque cerchi un racconto sugli zombie, cercherà nella sezione horror, quindi lo posterò qui.
Genere: Azione, Horror, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chiedo scusa per l'attesa, ma un'incidente in moto mi ha tenuto lontano dalla tastiera per un po', spero mi perdonerete ;)





- Hai bloccato la porta d'ingresso? - chiese Davide sottovoce.
- Sì, ho messo davanti una scrivania - rispose Valo.
- Speriamo basti... dovremmo essere tranquilli.- Fece una breve pausa. - Aspetta, la porta del deposito materiali? -
- Sprangata pure quella -
- Ottimo, qualsiasi cosa sia, ci conviene aspettare passi -
I due si portarono lentamente verso la finestra, tenendosi molto bassi in modo tale da non essere visti dall'esterno.
I rumori sembravano non voler cessare. Avrebbero potuto controllare, ma il rischio di essere visti era troppo alto. Non che uno zombie li spaventasse particolarmente, ma eventuali urla da parte dell'essere avrebbero potuto attirare altre attenzioni indesiderate.
- Testardo l'amico - disse Valo
- Anche piuttosto scemo. L'ingresso e l'accesso al deposito non sono da questo lato -
- Starà sperimentando una nuova strategia per passare attraverso i muri -
I due ridacchiarono sommessamente, cercando di non farsi sentire all'esterno.
Si bloccarono all'istante. Si guardarono negli occhi.
- Il magazzino viveri! -
Davide si fiondò verso la porta dell'ufficio, per raggiungere il magazzino viveri dall'interno e bloccare la porta.
- Davide! Prendi! -
Valo lanciò la Beretta verso l'amico che la afferrò al volo.
Mentre percorreva a grandi balzi le scale che conducevano al piano terra, Davide si assicurò che la pistola avesse il colpo in canna. C'era.
Molto bene...
Tenendo il dito sul ponticello, aprì lentamente la porta che conduceva al magazzino viveri. Vi entrò cercando di rimanere il più basso possibile.
Si guardò attorno. Vide gli scatoloni di cibo ancora intatti. Avrebbero fatto comodo.
E mi ha pure scroccato la scatoletta, ma non poteva venire qui?
Accantonò quei pensieri. Non era il momento di essere fiscali su una scatoletta di carne.
Vide in fondo alla stanza l'apertura incriminata. Si trattava di una porta leggera, con un telaio probabilmente in alluminio. Non era esattamente una delle più sicure, dato che presentava anche un'ampia apertura occupata soltanto da un sottile strato di vetro satinato.
Proprio questa doveva lasciare aperta...
Si avvicinò lentamente all'uscio, quando un'ombra umanoide si stagliò sul vetro.
Merda!
Proseguì la manovra di avvicinamento nel modo più rapido possibile, senza tuttavia emettere alcun suono.
La stanza, che misurava solo qualche metro in lunghezza, ora sembrava essere diventata una distesa infinita.
La maniglia cominciò a girare.
La distanza continuava ad aumentare nella mente di Davide. Arrivare a destinazione gli sembrava quasi impossibile ormai.
La porta cominciò ad aprirsi lentamente. Non c'era più il tempo per cercare di mantenere un basso profilo.
Davide scattò in avanti, per poi buttarsi con la schiena contro la porta, facendola chiudere con un forte botto.

Valo udì un colpo molto forte. Non si trattava di un colpo di pistola.
Poco ma sicuro.
Poteva però non essere comunque un buon segno... anzi, probabilmente non lo era proprio.
Cercò di sporgersi dalla finestra, per cercare di capire cosa stesse succedendo, ma l'azione si era ormai spostata fuori dal suo campi visivo. Armò il cane della propria arma, rimanendo in attesa di un'eventuale richiesta d'aiuto dell'amico, ma per il momento era bene rimanere a presidiare la posizione.

Lo zombie continuava a cercare di entrare, tuttavia la resistenza di Davide stava raggiungendo lo scopo desiderato, tenerlo fuori.
Il tempo sembrava quasi essersi congelato, tutto quello che al momento esisteva nella mente del ragazzo erano la porta che doveva assolutamente rimanere chiusa, e quella cosa che cercava di saziare la propria fame.
Improvvisamente arrivò una spinta più forte, che causò un dolore non indifferente all'altezza dei reni. Davide perse quasi un respiro.
Non poteva andare avanti ancora a lungo, e quella bestia non se ne sarebbe andata. Lo sapeva.
Armò il cane della pistola, non che fosse necessario in una semiautomatica, ma avrebbe reso più leggero lo scatto del grilletto.
L'azione che sarebbe immediatamente seguita si stava delineando nella sua mente.
Avrebbe atteso la prossima spinta, sarebbe scattato in avanti girandosi. Lo zombie avrebbe sicuramente perso l'equilibrio e, approfittando di questo sbilanciamento, gli avrebbe piazzato una pallottola in mezzo agli occhi.
Non era un gran che come piano, ma era il massimo che la sua mente era stata in grado di partorire al momento.
Si preparò ad attuare quanto progettato. Attese l'ennesimo colpo...
… che però non arrivò.
Me che cazzo...?
- Chi c'è là dentro? -
Davide riconobbe immediatamente il marcato accento partenopeo.
- Vai a fare in culo, Fla... -
- Anche io ti voglio bene, ma ora fammi entrare. Non mi sento proprio a mio agio qua fuori -
Davide sospirò a fondo. Fece scattare l'abbatticane e si alzò lentamente. Aprì la porta e guardò malissimo l'amico.
- Che c'è? Perché mi guardi così? -
Eh si, era proprio Flavio...
Indossava una mimetica uguale a una di quelle che Davide aveva messo in zaino. Solo che quella doveva essere di qualche taglia più piccola. Effettivamente Flavio era un po' più basso e un po' più magro.
- Che c'è? Ci hai fatto venire un colpo -
- E che dovevo fare, bussare? -
- Avvisa in qualche modo... ti stavo per sparare -
Flavio non diede troppo peso alle parole dell'amico.
- Hai detto “ci”... chi altro c'è? -
- Solo Valo -
- E gli altri? -
Davide riassunse in breve tutto ciò che sapeva, e quanto gli era stato riportato da Valo.
Seguì qualche istante di pausa.
Dopo di che Flavio parlò.
- Beh, poteva andare peggio... -
- Sì, ma poteva anche andare meglio -
- E vabbè... così stanno le cose... andiamo su dai -
- Aspetta, chiudiamo sta cosa, non voglio tornare di sotto – concluse Davide indicando la porta dalla quale aveva appena fatto il suo ingresso Flavio.
Non senza sforzo riuscirono a spostare alcune scaffalature e un bancone da lavoro, che ormai da tempo immemore giaceva nel magazzino alimentare, senza che nessuno sapesse bene come ci fosse finito. Almeno però ora tornava molto utile...
Tornarono dove Valo li stava aspettando. Il ragazzo fu risollevato dal fatto di vedere che nessuno si fosse fatto male.
- Ce ne hai messo di tempo... - disse rivolto alla direzione di Davide, il quale in tutta risposta gli lanciò un'occhiataccia.
- Flavio - proseguì - quello è... - chiese indicando un oggetto nero che gli penzolava dalla spalla.
Davide guardò il punto cui Valo si stava riferendo.
Oddio...
Non l'aveva notato.
- È Jack - rispose baldanzoso Flavio.
- Ma... ma... ma è un fucile da softair - disse allibito - non credo sia molto efficace contro gli zombie -
- No, ma ti garantisco che è un ottimo deterrente per gli stronzi -
- Sarà -
Tutti si sedettero.
Le ore presero a scorrere lentamente.
Molto lentamente.
Il silenzio dopo un po' divenne assoluto, intervallato solo per pochi istanti da vani tentativi di intraprendere discussioni.
Ma una volta passata l'adrenalina... nessuno aveva molta voglia di parlare.
Flavio tese l'orecchio.
- Che cos'è questo rumore? -
Tutti si misero in ascolto.
Era come un tuono lontano... che però sembrava avvicinarsi.
No, non era un tuono, era un motore... un motore molto potente, tipo quelli da trattore.
Si stava avvicinando sempre di più.
Quando fu vicinissimo, udirono anche il clangore metallico di un cancello che veniva abbattuto.
I tre si guardarono, e dissero in coro...
- Ema... -

  
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